LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Fallimentare

Rinvio della causa: accordo tra le parti in Cassazione
Un professionista si oppone a un decreto ingiuntivo ottenuto da una società per servizi geotecnici. Dopo la condanna in appello, ricorre in Cassazione. Le parti, avendo raggiunto un accordo transattivo, chiedono e ottengono il rinvio della causa per finalizzare la conciliazione. La Cassazione accoglie l'istanza e rinvia la trattazione.
Continua »
Mutuo ipotecario revocato: quando è fittizio
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca di un mutuo ipotecario concesso a una società poi fallita. I giudici hanno stabilito che l'operazione non costituiva un nuovo finanziamento, ma un artificio per garantire un debito preesistente non assistito da garanzie reali. Questa manovra, finalizzata a trasformare un credito chirografario in privilegiato, è stata ritenuta lesiva del principio della par condicio creditorum. Di conseguenza, la garanzia è stata dichiarata inefficace nei confronti del fallimento e il credito è stato ammesso al passivo come chirografario.
Continua »
Cessione leasing e nullità: la Cassazione decide
La pretesa di un istituto di credito in un fallimento è stata respinta in primo grado, considerando nulla la cessione leasing a una società finanziariamente instabile. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la cessione di un contratto non equivale a un'abusiva concessione di credito, poiché non comporta l'erogazione di nuove finanze. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame, chiarendo i confini della nullità contrattuale in ambito bancario.
Continua »
Omessa pronuncia: il curatore può eccepire la nullità
La Corte di Cassazione ha annullato un decreto del Tribunale che aveva ammesso al passivo fallimentare i crediti di due istituti bancari. La curatela aveva eccepito la nullità dei contratti di finanziamento, ma il Tribunale non si era pronunciato su questo punto, commettendo un vizio di omessa pronuncia. La Suprema Corte ha chiarito che il curatore ha piena legittimità a sollevare eccezioni di merito per paralizzare le pretese creditorie e ha rinviato la causa al Tribunale per un nuovo esame.
Continua »
Revocazione crediti ammessi: il principio di diritto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25417/2024, interviene sul tema della revocazione dei crediti ammessi al passivo fallimentare. Il caso riguardava la richiesta di un fallimento di revocare l'ammissione di un credito bancario sulla base di documenti scoperti successivamente. La Corte d'Appello aveva rigettato la domanda applicando il "principio della ragione più liquida", saltando la fase di ammissibilità. La Cassazione ha cassato la sentenza, stabilendo che nel giudizio di revocazione crediti ammessi il giudice non può bypassare la fase rescindente (valutazione dei presupposti per la revocazione) per decidere direttamente nel merito (fase rescissoria), riaffermando la necessaria pregiudizialità logico-giuridica della prima fase sulla seconda.
Continua »
Azione revocatoria fallimentare: l’onere della prova
Una banca aveva concesso un finanziamento garantito da ipoteca per consolidare un debito chirografario preesistente di una società poi fallita. Il curatore ha esercitato un'azione revocatoria fallimentare, ottenendo l'inefficacia dell'ipoteca in tribunale. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che il curatore ha l'onere di provare in modo rigoroso l'effettivo pregiudizio (eventus damni) arrecato agli altri creditori, non essendo sufficiente la mera trasformazione del credito da chirografario a ipotecario. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
Continua »
Azione revocatoria onorari: prova del pregiudizio
Dei professionisti si opponevano all'esclusione dei loro crediti dallo stato passivo di un fallimento. Il tribunale aveva rigettato l'opposizione, accogliendo l'eccezione di revocatoria ordinaria sollevata dalla curatela, ritenendo i compensi eccessivi e pregiudizievoli. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che per l'azione revocatoria onorari, il curatore deve fornire una prova rigorosa sia dell'esistenza di creditori anteriori, sia del pregiudizio effettivo, il quale va valutato bilanciando il costo dell'incarico con i benefici che la società ne ha tratto. La mera verosimiglianza non è sufficiente.
Continua »
Domanda riconvenzionale: la Cassazione sulla ammissibilità
Una società immobiliare, a seguito della nullità di un contratto di compravendita, ha agito per recuperare i propri crediti verso un fallimento. La curatela ha proposto una domanda riconvenzionale per ottenere i frutti percepiti dall'immobile. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso della società. Ha chiarito i criteri di ammissibilità della domanda riconvenzionale, affermando che è sufficiente un collegamento oggettivo con la pretesa principale, senza necessità di un'identità di titolo.
Continua »
Revocatoria compenso professionale: la Cassazione decide
Una società di consulenza chiede l'ammissione al passivo fallimentare per il suo compenso, in prededuzione. Il Tribunale lo ammette in chirografo per un importo ridotto, ritenendo sproporzionato il compenso pattuito e quindi soggetto a revocatoria. La Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che l'esenzione dalla revocatoria compenso professionale si applica ai pagamenti ma non al contratto sottostante se la prestazione è sproporzionata.
Continua »
Azione Revocatoria Ipoteca: quando è inefficace
Una banca ha concesso nuove linee di credito garantite da ipoteca a una società cooperativa, ma queste sono risultate essere una mera prosecuzione di debiti preesistenti non garantiti. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che ha accolto l'azione revocatoria ipoteca sollevata dalla procedura di liquidazione. L'ipoteca è stata ritenuta un atto pregiudizievole per gli altri creditori, in quanto trasformava un credito chirografario in privilegiato senza l'apporto di nuova finanza, e pertanto è stata dichiarata inefficace.
Continua »
Esdebitazione: patteggiamento impedisce il perdono?
Un socio illimitatamente responsabile di una società fallita si è visto negare l'esdebitazione a causa di una precedente condanna penale tramite patteggiamento. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di grande importanza giuridica, rinviando il caso a pubblica udienza per decidere se l'estinzione del reato post-patteggiamento equivalga alla riabilitazione richiesta dalla legge fallimentare per concedere il beneficio.
Continua »
Diritto di ripetizione Stato: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'intervento dello Stato a copertura delle garanzie prestate dai soci di una cooperativa agricola insolvente non estingue il diritto di ripetizione dello Stato nei confronti del socio che abbia contribuito al dissesto. La sentenza di patteggiamento del socio per reati fallimentari è considerata prova sufficiente della sua 'immeritevolezza' a beneficiare della liberazione incondizionata dal debito, legittimando l'azione di recupero delle somme da parte dell'Amministrazione.
Continua »
Garanzie soci cooperative: il regresso dello Stato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25344/2024, ha chiarito che lo Stato può esercitare il diritto di regresso nei confronti dei soci garanti di una cooperativa agricola insolvente, qualora questi abbiano contribuito al dissesto. La richiesta di accollo delle garanzie soci cooperative da parte dello Stato non preclude a quest'ultimo di agire per la ripetizione delle somme versate nei confronti dei soci ritenuti responsabili dell'insolvenza.
Continua »
Factoring e concordato: a chi spetta il credito?
Una società di factoring agisce per il pagamento di crediti ceduti da un'azienda poi ammessa a concordato preventivo. Le corti di merito ritengono la domanda inammissibile, in quanto doveva essere proposta nelle forme del procedimento concorsuale. La Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria sul tema del factoring e concordato, rinvia la decisione alla Prima Sezione Civile, competente per materia, per risolvere la complessa questione sulla tutela dei diritti del terzo cessionario.
Continua »
Patteggiamento esdebitazione: effetti post-Cartabia
Un socio illimitatamente responsabile di una società fallita si è visto negare il beneficio dell'esdebitazione (la liberazione dai debiti residui) a causa di una precedente sentenza di patteggiamento per bancarotta fraudolenta. La Corte d'Appello aveva confermato tale diniego, equiparando il patteggiamento a una sentenza di condanna. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione, ritenendo necessario un approfondimento in pubblica udienza. La questione centrale riguarda l'impatto della Riforma Cartabia, che ha limitato l'efficacia del patteggiamento nei giudizi civili, e quale normativa applicare al caso specifico. La Corte dovrà quindi chiarire se, alla luce delle nuove norme, il binomio patteggiamento esdebitazione sia ancora un ostacolo insormontabile per il fallito.
Continua »
Rito accelerato e udienza pubblica: la Cassazione decide
Un curatore fallimentare revocato ricorre in Cassazione per il mancato pagamento del compenso. La Corte, anziché decidere, solleva una questione procedurale preliminare sulla compatibilità del nuovo rito accelerato, introdotto dalla Riforma Cartabia, con un caso già precedentemente rimesso all'udienza pubblica. Con ordinanza interlocutoria, la Corte dispone un nuovo rinvio alla pubblica udienza per dirimere questa inedita questione di diritto processuale.
Continua »
Esdebitazione e patteggiamento: vale come riabilitazione?
La Corte di Cassazione affronta un'importante questione sul rapporto tra esdebitazione e patteggiamento. Il caso riguarda due imprenditori a cui è stata negata la cancellazione dei debiti (esdebitazione) perché un precedente patteggiamento non è stato ritenuto equivalente alla riabilitazione penale. Riconoscendo la complessità e l'importanza della questione, la Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
Continua »
Ricusazione giudice: nullità se la composizione è ignota
La Corte di Cassazione ha annullato un decreto del Tribunale in materia fallimentare, stabilendo un principio fondamentale sulla ricusazione del giudice. Il caso riguardava un professionista il cui credito era stato escluso dallo stato passivo. Il giudice che aveva deciso l'esclusione ha poi fatto parte del collegio giudicante sull'opposizione. Poiché la parte non era stata messa in condizione di conoscere la composizione del collegio in tempo utile, non ha potuto esercitare il diritto di ricusazione del giudice. La Corte ha stabilito che tale vizio procedurale impedisce l'esercizio di un diritto fondamentale e determina la nullità della decisione.
Continua »
Responsabilità curatore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una richiesta di risarcimento per responsabilità del curatore fallimentare, accusato di non aver eccepito la decadenza di un credito erariale. L'ordinanza ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'ex fallita, confermando la decisione d'appello. La Corte ha sottolineato la formazione di un giudicato interno sulla questione della prescrizione, non appellata in precedenza, e ha ribadito i limiti della regola della non contestazione, specificando che l'onere di provare l'ignoranza di un fatto ricade sulla parte che la allega. Di conseguenza, la responsabilità del curatore fallimentare è stata esclusa.
Continua »
Credito verso fallimento: inammissibile l’azione civile
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una creditrice che aveva avviato un'azione civile ordinaria per un credito verso fallimento. La Corte ribadisce che ogni pretesa creditoria deve essere accertata esclusivamente all'interno della procedura fallimentare per rispettare la par condicio creditorum, rendendo improponibile la domanda in sede diversa.
Continua »