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Diritto di Famiglia

Mutatio libelli in appello: quando la domanda è nuova
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di ingiustificato arricchimento tra ex conviventi. L'attore aveva richiesto la restituzione di somme, sostenendo in primo grado di averle pagate personalmente. In appello, ha modificato la sua versione, affermando che i pagamenti erano stati effettuati da suoi familiari. La Cassazione ha qualificato questa modifica come una "mutatio libelli", ovvero una domanda nuova inammissibile in appello, in quanto altera il fatto costitutivo della pretesa. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva accolto tale domanda, rinviando la causa per un nuovo esame.
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Prova qualità di erede: quando il ricorso è nullo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da una persona in qualità di erede, poiché non era stata fornita adeguata prova della qualità di erede. Una semplice dichiarazione sostitutiva attestante il rapporto di parentela è stata ritenuta insufficiente, soprattutto a fronte della contestazione della controparte. La sentenza ribadisce che l'onere di dimostrare la successione e l'accettazione dell'eredità spetta a chi intende proseguire il giudizio.
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Restituzione somme conto cointestato: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13213/2025, ha confermato la condanna di una ex coniuge alla restituzione del 50% delle somme prelevate da un conto corrente cointestato e investite a proprio nome. La Corte ha chiarito che la domanda di restituzione somme conto cointestato è autonoma rispetto al giudizio di separazione e che la prova dell'autorizzazione al prelievo o della proprietà esclusiva dei fondi spetta a chi ha effettuato l'operazione. Il provvedimento ha inoltre affrontato importanti questioni procedurali, come la litispendenza e la gestione delle spese legali in caso di patrocinio a spese dello Stato per entrambe le parti.
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Revocazione sentenza Cassazione: quando è inammissibile
Una complessa vicenda familiare relativa alla proprietà di una villa porta a un'articolata battaglia legale. Dopo una condanna per ingiustificato arricchimento, la parte soccombente tenta la revocazione della sentenza della Cassazione che aveva confermato la decisione d'appello. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo i rigidi limiti di questo rimedio: la revocazione sentenza Cassazione non è ammessa per contrasto di giudicati né per presunti errori di valutazione, che costituiscono errori di giudizio e non errori di fatto percettivi.
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Calcolo valore immobile: Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che determinava il conguaglio per la divisione di un immobile in edilizia convenzionata. L'errore risiedeva nel calcolo del valore dell'immobile, poiché il consulente tecnico aveva incluso una quota di superficie non residenziale superiore ai limiti di legge. La Suprema Corte ha ribadito che, in questi casi, la superficie non residenziale computabile non può eccedere il 40% di quella utile, più una quota per l'autorimessa. La causa è stata rinviata per un nuovo calcolo corretto.
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Divisione ereditaria: no al rimborso spese
In una complessa vicenda di divisione ereditaria, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'erede che chiedeva il rimborso per le migliorie apportate a un immobile comune. È stato dimostrato che, sebbene i pagamenti fossero stati effettuati dall'erede, i fondi provenivano in realtà dalla madre. La Corte ha quindi confermato le decisioni dei gradi precedenti, sottolineando l'importanza della provenienza effettiva delle risorse finanziarie e l'applicazione di principi procedurali come la 'doppia conforme'.
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Trascrizione tardiva matrimonio: no a risarcimento
La Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste il diritto al risarcimento dei danni per la mancata trascrizione tardiva del matrimonio concordatario se uno dei due coniugi, dopo la celebrazione, nega il proprio consenso. Secondo la Suprema Corte, il rifiuto non costituisce un atto illecito, in quanto la normativa attuale, a differenza di quella passata, richiede un consenso rinnovato e non presunto per la trascrizione oltre i termini. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso anche per la mancata prova del danno subito dalla parte ricorrente.
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Accettazione tacita eredità: il caso della Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato che la costituzione in giudizio per difendere la posizione del defunto e il possesso di beni ereditari configurano un'accettazione tacita eredità. Nel caso specifico, un figlio, dopo il decesso della madre durante una causa successoria, ha continuato il processo svolgendo difese riconducibili a lei. Questo comportamento, unito al possesso di immobili ereditari, è stato ritenuto sufficiente a qualificarlo come erede, rendendo inefficace la sua successiva rinuncia all'eredità.
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Impugnazione testamento olografo: la via corretta
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso sull'impugnazione di un testamento olografo ritenuto falso. La Corte conferma che lo strumento giuridico corretto per contestare l'autenticità di un testamento non è la querela di falso né il semplice disconoscimento, ma l'azione di accertamento negativo della sua provenienza. In questo caso, gli eredi avevano correttamente avviato tale azione, e la consulenza tecnica aveva confermato la presenza di grafie diverse e incompatibili con quella del defunto, portando alla dichiarazione di nullità del testamento.
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Improcedibilità del ricorso: l’onere del deposito
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso di un ex marito che chiedeva la restituzione di una somma ingente usata dall'ex moglie per acquistare un immobile. La decisione non entra nel merito della lite, ma si fonda su un vizio procedurale: il ricorrente, pur avendo dichiarato di aver ricevuto la notifica della sentenza d'appello, non ha depositato la copia notificata, violando un onere previsto a pena di improcedibilità.
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Vendita bene in comproprietà: la Cassazione decide
Un uomo vende un'auto di lusso cointestata con la sua ex partner senza il suo consenso, trattenendo l'intero ricavato. Sostiene di aver venduto solo la propria quota. La Corte di Cassazione respinge il suo ricorso, confermando l'obbligo di versare alla donna la metà del prezzo di vendita. La decisione si fonda sulla violazione degli accordi di separazione, stabilendo che la vendita del bene in comproprietà riguardava l'intero veicolo come unicum e non solo una quota, legittimando così la richiesta economica della comproprietaria tradita.
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Litisconsorzio necessario: causa da rifare
Un uomo, escluso da una causa riguardante un immobile co-intestato con la moglie in regime di comunione legale, ha presentato opposizione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la sua partecipazione come litisconsorzio necessario era indispensabile. Di conseguenza, ha annullato la sentenza precedente e ha ordinato che il processo ricominci dal primo grado, coinvolgendo tutte le parti legittime.
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Azione Revocatoria Donazione: la Cassazione conferma
Un curatore fallimentare ha promosso un'azione revocatoria per una donazione immobiliare tra ex coniugi, avvenuta poco prima della dichiarazione di fallimento del marito. La moglie si è opposta sostenendo vizi procedurali e la natura onerosa dell'atto, quale parte degli accordi di divorzio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La Suprema Corte ha ritenuto che la donazione fosse un atto gratuito volto a sottrarre il bene ai creditori, validando così l'azione revocatoria donazione e la sua efficacia a tutela del ceto creditorio.
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Fondo patrimoniale: debiti d’impresa e onere prova
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un'esecuzione immobiliare su beni conferiti in un fondo patrimoniale. Il debitore sosteneva che i debiti, derivanti dalla sua attività d'impresa, fossero estranei ai bisogni della famiglia. La Corte ha rigettato il ricorso, riaffermando il principio secondo cui spetta al debitore l'onere di provare non solo che l'obbligazione sia stata contratta per scopi non inerenti alle necessità familiari, ma anche che il creditore ne fosse a conoscenza. La nozione di 'bisogni della famiglia' è stata interpretata in senso ampio, includendo anche le iniziative volte al potenziamento della capacità economica del nucleo familiare, escludendo solo quelle puramente speculative.
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Divisione ereditaria: oneri e prove del coerede
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di divisione ereditaria, confermando che il coerede incaricato della gestione dei beni comuni ha l'onere di provare le spese sostenute che hanno ridotto le somme da distribuire. Nel caso di specie, il ricorso del coerede amministratore è stato respinto perché non è riuscito a fornire prove adeguate per giustificare le somme trattenute, né ha soddisfatto i requisiti per richiedere una nuova stima dei beni ereditari. La Corte ha sottolineato l'inammissibilità di rimettere in discussione i fatti già accertati conformemente nei due gradi di giudizio precedenti.
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Donazione indiretta e collazione: il caso in Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15702/2025, ha rigettato il ricorso di un erede in una complessa causa di divisione ereditaria. Il caso verteva sulla qualificazione della mancata opposizione di una madre all'usucapione di un terreno da parte di un figlio come donazione indiretta. La Corte ha confermato che tale condotta costituisce un atto di liberalità, il cui valore deve essere conferito in collazione per garantire un'equa ripartizione dell'asse ereditario tra i fratelli, escludendo la lesione della quota di legittima lamentata.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo
Una parte, dopo aver perso in Appello in una causa su un testamento olografo, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, deposita una rinuncia al ricorso basata su un accordo transattivo. La Cassazione dichiara estinto il processo, spiegando che la rinuncia è un atto unilaterale che non richiede l'accettazione delle altre parti per essere efficace. Le spese legali vengono compensate in virtù dell'accordo tra le parti.
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Esclusione comunione legale: il coniuge venditore
Una coppia di ex coniugi è in disaccordo sulla proprietà di due immobili. La Corte di Cassazione esamina se un bene, acquistato dal marito da un gruppo di venditori di cui faceva parte anche la moglie, possa essere oggetto di esclusione dalla comunione legale. Data la complessità della questione giuridica, la Corte non decide nel merito ma rinvia la causa a una pubblica udienza per una discussione più approfondita.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15393/2025, ha dichiarato estinto un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti. Il caso riguardava una controversia sulla titolarità di somme depositate su un libretto postale. La Corte ha colto l'occasione per ribadire un importante principio: l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia al ricorso, poiché tale misura, di natura eccezionale, è prevista solo per le ipotesi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Azione di riduzione: onere della prova e allegazioni
La Corte di Cassazione chiarisce i requisiti per l'azione di riduzione. Una sorella agisce contro il fratello per una donazione paterna che ha leso la sua quota di legittima. La Corte stabilisce che non è necessaria un'indicazione numerica precisa del valore dei beni nell'atto introduttivo. È sufficiente allegare gli elementi patrimoniali, anche tramite presunzioni, per consentire al giudice di verificare la lesione, anche avvalendosi di una consulenza tecnica. L'onere della prova è così soddisfatto.
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