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Diritto del Lavoro

Principi in materia di indebito assistenziale

La sentenza ribadisce i principi in materia di indebito assistenziale, con particolare riguardo alla non addebitabilità all’assistito in presenza di buona fede e affidamento, chiarendo che la mancata tempestività dell’azione amministrativa non esclude la ripetibilità delle somme indebitamente erogate.

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Appello per riconoscimento malattia professionale

La Corte d’Appello, confermando la sentenza del Tribunale, ha rigettato la domanda di riconoscimento di malattia professionale in quanto, sulla base della CTU, l’attività lavorativa, non essendo stata caratterizzata da mansioni continuative e presentando ampi periodi di riposo, non ha presentato le condizioni di rischio professionale idonee a giustificare l’origine lavorativa della malattia.

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Determinazione del valore di causa e compensi in lite

In controversie previdenziali aventi ad oggetto l’iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli, il valore della causa non è indeterminabile. Esso va rapportato al beneficio economico massimo ottenibile, costituito dagli importi delle prestazioni previdenziali. La quantificazione del beneficio, se non contestata, costituisce il parametro di riferimento per la liquidazione dei compensi, nel rispetto dei minimi tariffari.

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Lavoro irregolare, ordinanza-ingiunzione DTL

La sentenza analizza la legittimità di un’ordinanza-ingiunzione in materia di lavoro irregolare, valutando la sussistenza del vincolo di subordinazione, la corretta notifica del verbale di accertamento e la prescrizione. Inoltre, si esamina la motivazione del provvedimento, l’elemento soggettivo dell’illecito e la quantificazione della sanzione amministrativa.

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Licenziamento del lavoratore, impossessamento di beni aziendali

La Corte di Cassazione ha stabilito che la giusta causa di licenziamento può essere determinata dalla grave negazione degli elementi del rapporto di lavoro, specialmente dell’elemento essenziale della fiducia, indipendentemente dalla qualificazione penale dell’illecito.

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Indebito assistenziale e onere della prova

Il Tribunale, pronunciandosi in materia di indebito assistenziale, ha ribadito il principio secondo cui la ripetibilità di prestazioni erogate in assenza dei requisiti reddituali è possibile solo a partire dal momento in cui l’ente erogatore emetta un provvedimento che accerti il venir meno delle condizioni di legge. Spetta all’ente, inoltre, dimostrare la sussistenza di dolo o colpa grave del percipiente, esclusa nel caso di specie in cui la persona aveva presentato le dichiarazioni dei redditi.

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Riconoscimento requisiti sanitari per invalidità

La sentenza si concentra sui requisiti sanitari per l’invalidità, evidenziando che l’accertamento deve considerare non solo l’attività svolta ma anche quelle possibili, purché non presentino una significativa differenza. La valutazione si basa sulle attitudini personali e non sull’invalidità civile.

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Rigettato ricorso per diritto di precedenza

Il giudice ha rigettato il ricorso per violazione del diritto di precedenza perché il contratto collettivo applicato prevedeva un periodo minimo di lavoro superiore a quello svolto dalla ricorrente.

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Decadenza contributiva e accertamento del debito

La sentenza affronta il tema della decadenza contributiva stabilendo che la sua natura è processuale e non sostanziale. Pertanto, sebbene l’istituto previdenziale perda la possibilità di agire in via esecutiva, mantiene il diritto di richiedere l’accertamento del proprio credito in giudizio.

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Recupero indebito pensione di reversibilità

La sentenza chiarisce la distinzione tra la giurisdizione ordinaria e quella della Corte dei Conti in materia di pensioni. Si afferma che la verifica della tempestività della richiesta di recupero indebito da parte dell’ente previdenziale è cruciale per determinarne la ripetibilità. Si sottolinea come il termine per la richiesta di restituzione decorra dal momento in cui l’ente ha conoscenza dei redditi del percipiente.

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Rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto

La Corte d’Appello ha rigettato la domanda di rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto poiché il periodo di esposizione, pur non essendo determinabile con esattezza, risulta inferiore al decennio. La Corte ha inoltre stabilito che il termine di prescrizione per questo tipo di richieste inizia a decorrere dalla data in cui il lavoratore ha avuto conoscenza dell’esposizione.

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Risarcimento danno biologico da malattia professionale

La sentenza sancisce il diritto al risarcimento del danno biologico per i lavoratori che, a causa di mansioni usuranti svolte per un periodo prolungato, abbiano sviluppato patologie invalidanti, seppur non esplicitamente previste come malattie professionali. Viene ribadito il principio per cui l’onere della prova non grava sul lavoratore, ma che è sufficiente la dimostrazione di un nesso causale tra attività lavorativa e patologia.

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Liquidazione delle spese processuali e criteri tabellari

La sentenza definisce che la liquidazione delle spese processuali deve essere effettuata in base ai criteri tabellari e per ogni fase processuale (studio, introduzione, trattazione/istruttoria, decisionale) in base al valore della controversia. La parte che richiede la liquidazione delle spese deve dimostrare l’attività svolta in ogni fase.

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Prescrizione contributiva e tardività opposizione

L’opposizione tardiva ad un avviso di addebito contributivo preclude l’esame del merito della pretesa, inclusa l’eccezione di prescrizione. Il termine per opporsi, essendo perentorio, rende il credito contributivo incontestabile se non impugnato tempestivamente.

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Processo penale e licenziamento disciplinare

La sentenza conferma il principio di diritto secondo cui il datore di lavoro può attendere la definizione del processo penale prima di avviare un procedimento disciplinare a carico del dipendente, in presenza di un fatto di rilevanza penale estraneo al rapporto di lavoro, soprattutto quando questo sia di difficile accertamento e la norma collettiva ancori il licenziamento alla condanna definitiva.

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Aggravamento malattia professionale e nesso causale

L’aggravamento di una patologia di origine professionale può dare luogo alla revisione della rendita INAIL anche se non sussiste una diretta esposizione al rischio professionale al momento del peggioramento, purché sia dimostrato il nesso causale con la precedente attività lavorativa.

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Inammissibile istanza di sospensione dell'esecuzione

L’assenza di un titolo esecutivo rende inammissibile l’istanza di sospensione dell’esecuzione di un decreto ingiuntivo revocato in primo grado. La pronuncia di revoca, travolgendo il provvedimento sommario, fa venir meno l’efficacia esecutiva del decreto stesso.

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Responsabilità del datore di lavoro per veicolo non conforme

La sentenza sancisce la responsabilità del proprietario di un veicolo per i danni causati dalla sua circolazione qualora lo stesso non sia idoneo all’uso cui è destinato. Il fatto che il veicolo fosse privo di dispositivi di sicurezza obbligatori per legge integra la responsabilità del proprietario anche per gli infortuni occorsi al lavoratore dipendente.

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Obbligo contributivo avvocato Gestione Separata INPS

La sentenza conferma l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per gli avvocati e i professionisti iscritti ai rispettivi albi, anche se tenuti a versare alla propria cassa solo il contributo integrativo, in ragione del principio dell’universalizzazione della tutela previdenziale. Viene inoltre stabilita la decorrenza della prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata dal momento in cui scadono i termini per il pagamento.

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Natura subordinata del rapporto di lavoro

La sentenza in esame affronta la questione della qualificazione del rapporto di lavoro e ribadisce il principio giurisprudenziale secondo cui il nomen iuris attribuito dalle parti non è vincolante, dovendosi, invece, fare riferimento alle concrete modalità di esecuzione della prestazione. In particolare, la sentenza evidenzia come l’inserimento del lavoratore nell’organizzazione aziendale, la continuità della prestazione, il rispetto di un orario di lavoro predeterminato, l’utilizzo di attrezzature aziendali e la soggezione a direttive e controlli da parte del datore di lavoro siano indici sintomatici della subordinazione. La Corte, pertanto, conclude affermando che l’esistenza di tali elementi, valutati nel loro complesso, è sufficiente a far ritenere la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a prescindere dalla volontà delle parti.

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