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Diritto del Lavoro

Mancato risarcimento da infortunio sul lavoro

La sentenza chiarisce che in tema di responsabilità civile derivante da infortunio sul lavoro, l’assicurazione è tenuta al pagamento di una provvisionale in tempi rapidi qualora sussistano gli estremi per ritenere fondata la pretesa risarcitoria. Inoltre, la condanna generica ex art. 278 c.p.c. è ammissibile solo se permangono incertezze sulla quantificazione del danno.

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Inquadramento lavoratore e differenze retributive

In tema di riqualificazione professionale, il lavoratore deve provare lo svolgimento di compiti superiori. La prescrizione quinquennale è interrotta da atti anche stragiudiziali. Il DVR è utile per valutare le mansioni.

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Rimborso premio INAIL per rischio silicosi

La sentenza ribadisce l’onere probatorio a carico dell’INAIL nella dimostrazione dell’effettiva esposizione al rischio lavorativo per la richiesta di corresponsione del premio supplementare. In assenza di prove concrete, il datore di lavoro ha diritto alla restituzione dei premi indebitamente versati.

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Riduzione contributi previdenziali per autonomi

La sentenza chiarisce l’interpretazione dell’art. 59 comma 15 della legge 449/97 in tema di agevolazioni contributive per i lavoratori autonomi, specificando che la riduzione dei contributi non è vincolata al sistema di calcolo della pensione (retributivo o contributivo).

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Illegittimità trattenute contributive e contributo di solidarietà

La sentenza ribadisce il principio secondo cui gli enti previdenziali privatizzati non hanno il potere di introdurre trattenute su trattamenti pensionistici già liquidati. Tale potere non può essere desunto né dalla legge né dalla possibilità di adottare provvedimenti per garantire l’equilibrio finanziario. Il contributo di solidarietà, inoltre, non rientra tra gli atti per i quali è ammessa la retroattività.

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Illegittimo licenziamento dirigente medico

La sentenza affronta il tema del licenziamento disciplinare di un dirigente medico per omessa annotazione di elementi rilevanti nella cartella clinica. La Corte d’Appello, pur riconoscendo la gravità della condotta, ha ritenuto sproporzionata la sanzione espulsiva in assenza di precedenti disciplinari e di danni al paziente, optando per la tutela indennitaria prevista dall’art. 3 comma 1 D.Lgs. 23/2015.

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Licenziamento di dirigente e registrazioni di conversazioni private

Il Tribunale ha stabilito che le registrazioni di conversazioni private, effettuate da un dipendente a sua tutela, sono ammissibili come prove in giudizio. Tuttavia, la sussistenza di un comportamento aggressivo o vessatorio da parte del datore di lavoro deve essere valutata nel suo complesso. Nel caso specifico, non sono emerse prove sufficienti per configurare un atteggiamento discriminatorio o mobbizzante, né per dimostrare che la riorganizzazione aziendale fosse finalizzata all’estromissione della dipendente.

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Legittimo licenziamento per giustificato motivo oggettivo

Il Giudice, in tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo determinato da ragioni tecniche, organizzative e produttive, ribadisce che compete allo stesso la verifica della sussistenza del motivo addotto dal datore di lavoro. Quest’ultimo è tenuto a provare l’impossibilità di una diversa collocazione del lavoratore, prova che può essere ritenuta soddisfatta anche mediante presunzioni e indizi, e che può dirsi assolta quando il lavoratore non fornisca elementi contrari, ad esempio allegando l’esistenza di altri posti vacanti e compatibili con il suo profilo professionale.

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Opposizione a avviso di addebito INPS

La sentenza ribadisce la responsabilità del legale rappresentante per l’adempimento degli obblighi contributivi, indipendentemente dalla delega a terzi e dall’eventuale loro comportamento infedele. Viene ribadita la giurisdizione del giudice del lavoro anche in caso di previa contestazione dell’iscrizione a ruolo, dovendo accertarsi la sussistenza del credito contributivo.

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Determinazione rendita e titolo esecutivo

Il Giudice chiarisce che l’interpretazione del titolo esecutivo deve essere effettuata alla luce della sentenza a cui si riferisce, valutando la possibilità di desumere l’importo dovuto anche attraverso un semplice calcolo matematico.

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Divisa aziendale come strumento di lavoro e non retribuzione

La sentenza chiarisce la distinzione tra benefit accessori alla retribuzione e strumenti di lavoro forniti al dipendente per l’esecuzione della prestazione. Viene ribadito il principio di omnicomprensività della retribuzione, evidenziando come solo gli elementi che costituiscono un vantaggio economico per il lavoratore, oltre la normale retribuzione, debbano essere considerati nel calcolo del trattamento di fine rapporto.

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Licenziamento del lavoratore per rapina in filiale

La sentenza conferma la responsabilità del lavoratore per non aver rispettato le procedure di sicurezza interne, escludendo la rilevanza della mancata affissione in presenza della conoscibilità della normativa.

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Mancato rimborso delle spese legali al dirigente

La sentenza conferma che la tutela legale in favore del dipendente non si applica in caso di violazione di istruzioni o disposizioni aziendali, a prescindere dalla rilevanza penale della condotta. La mancata ostensione di un documento, pur non integrando un reato, può costituire una violazione del dovere di diligenza e lealtà verso l’azienda, escludendo il rimborso delle spese legali.

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Responsabilità solidale in appalto violazione obblighi contributivi

La sentenza conferma il principio di diritto per cui, in caso di violazione degli obblighi contributivi da parte del datore di lavoro nell’ambito di un appalto, il committente e l’appaltatore sono responsabili in solido per il pagamento dei contributi evasi, anche in assenza di un controllo diretto sulla gestione del personale. L’onere della prova ricade sull’ente impositore, che deve dimostrare la fondatezza dei crediti rivendicati.

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Confermato inquadramento superiore per mansioni superiori

La sentenza afferma il diritto del lavoratore all’inquadramento superiore in caso di svolgimento di mansioni che eccedono quelle previste dal proprio livello contrattuale, anche in presenza di un contratto a termine trasformato a tempo indeterminato a seguito di conciliazione.

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Diritto alla pensione di invalidità per stranieri

La Corte ha stabilito che il diritto alla pensione di invalidità civile per gli stranieri extracomunitari non è subordinato al possesso di un permesso di soggiorno di durata quinquennale. È sufficiente un permesso di soggiorno di durata superiore a tre mesi, purché il soggiorno non sia episodico né di breve durata, in linea con i principi costituzionali di uguaglianza e non discriminazione.

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Indennizzo per infortunio sul lavoro

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui, in materia di infortunio sul lavoro, in presenza di un concorso di cause che abbiano determinato un danno al lavoratore, se non è possibile distinguere gli effetti della patologia comune da quelli del trauma subito durante l’attività lavorativa, si applica il principio dell’equivalenza delle cause ex art. 41 c.p.. Ne consegue che l’INAIL è tenuta al risarcimento dell’intera invalidità.

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Omesso versamento ritenute previdenziali e assistenziali

La sentenza chiarisce che il pagamento tardivo dei contributi previdenziali e assistenziali, anche se effettuato tramite istanza di definizione agevolata, non esclude l’irrogazione di sanzioni amministrative se il termine di 3 mesi per la regolarizzazione è decorso.

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Condanna al pagamento del TFR per insolvenza del datore

La sentenza afferma il diritto del lavoratore a ricevere il TFR anche in caso di insolvenza del datore di lavoro, grazie all’intervento del Fondo di garanzia. Si applica il principio di surrogazione legale, in base al quale il Fondo, una volta effettuato il pagamento al lavoratore, si sostituisce a quest’ultimo nel diritto di credito nei confronti del datore inadempiente.

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Infortunio sul lavoro e obbligo di fornire adeguata formazione

L’obbligo di fornire adeguata formazione ai lavoratori è uno dei principali gravanti sul datore di lavoro, ed in generale sui soggetti preposti alla sicurezza del lavoro. Il datore di lavoro risponde dell’infortunio occorso al lavoratore, in caso di violazione degli obblighi, di portata generale, relativi alla valutazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro nei quali siano chiamati ad operare i dipendenti, e della formazione dei lavoratori in ordine ai rischi connessi alle mansioni, anche in correlazione al luogo in cui devono essere svolte. Ove egli non adempia a tale fondamentale obbligo, sarà chiamato a rispondere dell’infortunio occorso al lavoratore, laddove l’omessa formazione possa dirsi causalmente legata alla verificazione dell’evento, ovvero laddove sia accertato che, ipotizzandosi come avvenuta l’azione che sarebbe stata doverosa ed esclusa l’interferenza di decorsi causali alternativi, l’evento, con elevato grado di credibilità razionale, non avrebbe avuto.

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