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Diritto Commerciale

Scientia decoctionis: prova e onere nella revocatoria
Un'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione riesamina il concetto di scientia decoctionis in un caso di azione revocatoria fallimentare. La controversia nasce dall'opposizione di un istituto di credito all'esclusione di un suo credito milionario, derivante da contratti derivati, dal passivo di una grande società alimentare in amministrazione straordinaria. La Corte d'Appello aveva riformato la decisione di primo grado, negando la sussistenza della scientia decoctionis in capo alla banca. La Cassazione, tuttavia, ha ritenuto che la questione della prova per presunzioni della conoscenza dello stato di insolvenza meriti un approfondimento in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.
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Riparto parziale: impugnabilità e giudice competente
La Cassazione stabilisce che un piano di riparto parziale nella liquidazione coatta di un'assicurazione è impugnabile, analogamente al riparto finale. La Corte ha cassato una decisione emessa da un giudice monocratico, chiarendo che la competenza spetta al collegio, la cui violazione causa la nullità del provvedimento.
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Contratto di somministrazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che qualificava un rapporto di fornitura continuativa di prodotti medicali come un unico contratto di somministrazione, anziché una serie di vendite separate. Questa qualificazione è risultata cruciale per determinare la legittimità del rifiuto, da parte di una fondazione sanitaria, di accettare la cessione dei crediti vantati dai suoi fornitori verso una società di factoring. La Corte ha stabilito che l'elemento distintivo del contratto di somministrazione è la presenza di un bisogno durevole e periodico del somministrato, che unifica le singole prestazioni in un unico rapporto contrattuale.
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Clausola foro esclusivo: quando è valida?
Un imprenditore contesta la validità di una clausola foro esclusivo in un contratto di fornitura energetica. La Cassazione respinge il ricorso, affermando che la clausola è valida se specificamente approvata con doppia sottoscrizione, anche se contenuta in un documento separato. Viene inoltre negata la qualifica di 'consumatore' all'imprenditore che utilizza l'energia per la sua attività commerciale.
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Competenza per territorio: la sede operativa non basta
Una società di trasporti ha citato in giudizio un cliente per il mancato pagamento di un servizio e il rimborso di una multa. La Corte di Cassazione ha chiarito che la competenza per territorio non può basarsi sulla semplice esistenza di una 'sede operativa', se questa è priva di un rappresentante con potere di stare in giudizio. La Corte ha quindi respinto il ricorso, stabilendo che la causa deve essere trattata presso il foro della sede legale del convenuto o del luogo di conclusione del contratto.
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Nomina organo di controllo: coesistenza di due organi
Una società, dopo aver superato i limiti di legge, effettua una nomina organo di controllo in ritardo. Il Tribunale procede comunque con una nomina d'ufficio. La Corte d'Appello conferma la decisione, stabilendo che l'organo nominato dalla società (revisore contabile) e quello nominato dal Tribunale (collegio sindacale con funzioni di vigilanza) hanno ruoli diversi e possono coesistere, poiché la nomina della società non copriva l'obbligo di vigilanza sulla gestione.
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Nomina organo di controllo: Coesistenza con revisore
Una società S.r.l., dopo aver superato i limiti di legge, non ha provveduto alla nomina dell'organo di controllo. Il Tribunale è intervenuto nominando d'ufficio un collegio sindacale. La società ha successivamente nominato un proprio revisore e ha presentato reclamo per chiedere la revoca del collegio sindacale. La Corte d'Appello ha respinto il reclamo, chiarendo che le due figure possono coesistere, in quanto il collegio sindacale svolge una vigilanza sulla gestione (art. 2403 c.c.), mentre il revisore si occupa del controllo contabile. L'inerzia iniziale della società ha giustificato l'intervento del Tribunale, e la nomina successiva non ha annullato tale intervento.
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Revoca finanziamento: il credito sopravvive chirografo
Una banca concede un nuovo finanziamento garantito da ipoteca a una società, che utilizza i fondi per estinguere precedenti debiti non garantiti verso la stessa banca. In seguito al fallimento della società, l'operazione viene revocata. La Corte di Cassazione chiarisce che, sebbene la garanzia ipotecaria sia inefficace, il credito derivante dal finanziamento effettivamente erogato deve essere ammesso al passivo fallimentare come credito chirografario.
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Clausola penale leasing: la Cassazione fissa i limiti
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una clausola penale leasing in caso di risoluzione contrattuale. Pur rigettando la tesi del patto commissorio vietato, la Corte ha accolto il ricorso relativo all'eccessiva onerosità della penale. È stato stabilito che il concedente non può differire indefinitamente la vendita del bene restituito, poiché ciò comporterebbe un'indebita locupletazione. Il giudice deve garantire che il valore di mercato del bene venga detratto a favore dell'utilizzatore per riequilibrare il sinallagma contrattuale.
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Verbale di consegna: firma vincolante nel leasing
Una società di ristorazione ha contestato il pagamento dei canoni di leasing per una fornitura incompleta, nonostante avesse firmato il verbale di consegna senza riserve. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la firma del verbale di consegna impegna l'utilizzatore al pagamento. Questo atto, infatti, autorizza la società di leasing a saldare il fornitore, basandosi sulla dichiarazione di avvenuta ricezione della merce da parte dell'utilizzatore.
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Competenza funzionale e fideiussione: la decisione
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, il giudice adito ha competenza funzionale inderogabile. Se l'opponente solleva una domanda riconvenzionale di nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust (di competenza di una sezione specializzata), il giudice deve separare le cause: trattiene la causa di opposizione e rimette solo la domanda sulla nullità al tribunale specializzato. La sentenza chiarisce l'applicazione del principio di competenza funzionale in questi casi.
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Onere della prova fallimento: chi deve dimostrarlo?
Una società dichiarata fallita ricorre in Cassazione sostenendo di non superare le soglie di debito. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che l'onere della prova nel fallimento, per dimostrare la non fallibilità, grava sul debitore. La mancata presentazione di bilanci o altre prove contabili è decisiva, soprattutto quando la decisione impugnata si fonda su più motivazioni autonome e il ricorrente ne contesta solo una.
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Azione di regresso assegno: quando serve il protesto?
Una cooperativa agricola ha agito in giudizio contro tre soggetti per il mancato pagamento di dieci assegni. La Corte d'Appello aveva liberato due dei tre debitori (il traente e la prima girante) poiché solo quattro assegni erano stati protestati, qualificando l'azione come 'causale' e non 'cartolare'. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che per l'azione di regresso assegno il protesto è necessario solo per agire contro i giranti, mentre il traente (chi emette l'assegno) risponde sempre del pagamento, anche in assenza di protesto.
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Obbligo di cedere le quote: no stop a dividendi
Una società per azioni aveva sospeso il pagamento dei dividendi a ex dipendenti-soci, sostenendo che l'obbligo di cedere le quote previsto dallo statuto al termine del rapporto di lavoro comportasse la perdita automatica della qualità di socio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della società inammissibile, confermando che tale clausola genera solo un'obbligazione a vendere, ma non annulla i diritti del socio, inclusi i dividendi, fino all'effettiva cessione della partecipazione.
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Garanzia su debiti scaduti: quando è revocabile?
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza una causa cruciale. Il caso riguarda la qualificazione giuridica di una garanzia su debiti scaduti, concessa contestualmente a un piano di rientro. La Corte deve stabilire se tale atto rientri nella revocatoria fallimentare ai sensi del n. 3 o del n. 4 dell'art. 67 della Legge Fallimentare. Data l'importanza della questione per l'uniformità del diritto, la Corte ha ritenuto necessaria una trattazione approfondita invece di una decisione in camera di consiglio.
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Doppia conforme: i limiti del ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda di cosmetici contro una compagnia assicurativa. La richiesta di indennizzo per un credito, sorto a seguito di una truffa per furto d'identità digitale, era stata respinta nei primi due gradi di giudizio. La Cassazione ha confermato l'inammissibilità per via della regola della "doppia conforme" e per altri vizi procedurali, sottolineando come il ricorso non rispettasse i rigidi requisiti formali richiesti dalla legge.
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Onere della prova: Cassazione su motivazione carente
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d'Appello per motivazione gravemente insufficiente. Il caso riguardava la restituzione di una somma a seguito della cessione di quote di una società di ristorazione. La Corte d'Appello aveva basato la sua decisione sulla mancata contestazione dei documenti da parte della convenuta, confondendo il principio di non contestazione con il riconoscimento del debito e fallendo nell'applicare correttamente l'onere della prova. La Cassazione ha stabilito che una motivazione non può essere generica, ma deve specificare quali fatti non sono stati contestati e come ciò influisce sulla decisione, affrontando la questione giuridica centrale.
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Nullità fideiussione ABI: no se è garanzia autonoma
Una società agricola e il suo garante ricorrono in Cassazione contro una banca, lamentando la nullità di un finanziamento per mancata indicazione dell'ISC e la nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile. Ribadisce che l'omissione dell'ISC non causa nullità e chiarisce che la nullità della fideiussione basata sul modello ABI non si estende al contratto autonomo di garanzia, che ha una natura giuridica diversa.
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Soglia di fallibilità e debito leasing: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20671/2024, ha stabilito che per la verifica della soglia di fallibilità, un debito derivante da un contratto di leasing risolto prima del fallimento non può essere conteggiato per intero. Il giudice deve calcolare l'effettivo debito residuo, tenendo conto del ricavato dalla vendita del bene, prima di poter dichiarare il fallimento di un imprenditore. La Corte ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Clausola penale leasing: il potere del giudice
Una società di leasing ha agito contro il garante per il pagamento di somme dovute a seguito della risoluzione di un contratto di leasing immobiliare. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale sulla clausola penale leasing: il giudice ha il potere, esercitabile anche d'ufficio, di ridurre una penale manifestamente eccessiva. Tale potere sussiste anche in presenza di un contratto autonomo di garanzia, poiché mira a tutelare un interesse generale all'equità contrattuale, impedendo l'indebito arricchimento del creditore.
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