LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Commerciale

Revoca contributo pubblico: quando è illegittima?
La Corte d'Appello ha stabilito che la revoca di un contributo pubblico è illegittima per la parte relativa ai beni mobili se l'impresa ha cessato l'attività dopo aver rispettato il vincolo di destinazione quinquennale. La sentenza chiarisce che il requisito della prosecuzione dell'attività non può estendersi oltre i termini specifici previsti per il mantenimento dei beni agevolati, distinguendo nettamente le due obbligazioni. Di conseguenza, la revoca del contributo pubblico è stata parzialmente annullata.
Continua »
Clausola change of control: interpretazione restrittiva
La Corte d'Appello di Trento ha confermato una sentenza di primo grado, stabilendo che una clausola statutaria sul 'change of control' si applica solo al trasferimento di una partecipazione di controllo preesistente, e non alla sua creazione ex novo tramite l'acquisto progressivo di quote di minoranza. La Corte ha privilegiato un'interpretazione letterale e restrittiva della clausola, ritenendo irrilevante un preesistente patto parasociale ai fini dell'applicazione della stessa, poiché il patto ha efficacia solo tra le parti e non definisce un controllo rilevante per lo statuto.
Continua »
Ricorso inammissibile: limiti alla Cassazione
Una società vinicola ha perso una causa contro un fornitore di tappi. Il suo appello alla Corte di Cassazione è stato respinto perché considerato un ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che non può riesaminare i fatti o le perizie tecniche, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, ribadendo i limiti del proprio giudizio.
Continua »
Nullità fideiussione ente pubblico: la Cassazione
Un gruppo di società in amministrazione straordinaria ha impugnato la decisione della Corte d'Appello che confermava la nullità di una fideiussione di 12 milioni di euro emessa da una Regione a garanzia di un investimento privato. Le corti inferiori hanno ritenuto l'atto nullo in quanto non perseguiva un interesse pubblico e costituiva un indebitamento vietato. La questione centrale del ricorso riguarda il presunto potere del giudice ordinario di disapplicare una legge regionale ritenuta incostituzionale. Con ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha rilevato la competenza della Prima Sezione Civile e ha disposto la trasmissione del ricorso a quest'ultima per la decisione.
Continua »
Leasing e vizi della cosa: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25869/2024, ha stabilito importanti principi in materia di leasing e vizi della cosa. Un utilizzatore aveva citato in giudizio il costruttore di un'imbarcazione difettosa, chiedendo la risoluzione del contratto di vendita stipulato tra il costruttore e la società di leasing. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che l'azione era prescritta. È stato chiarito che l'utilizzatore, essendo estraneo al contratto di compravendita, non ha la facoltà di chiederne la risoluzione, a meno che non vi sia una clausola contrattuale specifica che gli trasferisca tale diritto. Inoltre, semplici comunicazioni al 'servizio clienti' non sono state ritenute idonee a interrompere la prescrizione.
Continua »
Patto di retrovendita nel leasing: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un patto di retrovendita a carico del fornitore di un bene in leasing. In caso di inadempimento dell'utilizzatore, il fornitore era obbligato a riacquistare il bene dalla società di leasing. La Corte ha rigettato il ricorso del fornitore, stabilendo che tale accordo non costituisce una clausola vessatoria che necessita di specifica approvazione scritta e che la valutazione del giudice di merito sulla volontà contrattuale delle parti è insindacabile in sede di legittimità, se correttamente motivata.
Continua »
Interpretazione contratto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'affittuaria d'azienda contro la società concedente in una disputa sul pagamento dei canoni. La controversia verteva sull'interpretazione del contratto di affitto. La Corte ha ribadito che l'interpretazione del contratto spetta al giudice di merito e può essere censurata in Cassazione solo se illogica o viziata. In questo caso, la valutazione basata non solo sul testo, ma anche sulla condotta successiva delle parti, è stata ritenuta plausibile e non sindacabile.
Continua »
Onere della prova danno: la Cassazione fa chiarezza
Un fornitore di gas cita in giudizio un cliente per non aver acquistato la quantità di merce concordata. I tribunali riconoscono l'inadempimento ma respingono la richiesta di risarcimento. La Cassazione, confermando le decisioni, sottolinea che l'onere della prova del danno e del nesso causale spetta al creditore, il quale deve dimostrare una perdita economica effettiva, non essendo sufficiente il solo inadempimento.
Continua »
Contratto nullo: quando può diventare un nuovo accordo?
Un utente si ritrova responsabile per un'auto di lusso scomparsa, nonostante il contratto di leasing originario fosse un contratto nullo per firma falsa. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, i quali avevano riqualificato l'operazione come un nuovo contratto autonomo sorto tra l'utente e la società finanziaria sulla base del loro comportamento effettivo, superando così la nullità iniziale.
Continua »
Clausola rischio cambio: quando è valida nel leasing?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25798/2024, ha stabilito che una clausola rischio cambio in un contratto di leasing finanziario, anche se combinata con l'indicizzazione a un tasso variabile come il LIBOR, è di per sé legittima e non rende il contratto immeritevole di tutela. La Corte ha chiarito che tale clausola non trasforma il leasing in uno strumento finanziario derivato. Ha annullato la decisione della Corte d'Appello che l'aveva dichiarata nulla per squilibrio e complessità, precisando che la valutazione di validità deve essere distinta dalla verifica del rispetto del dovere di buona fede precontrattuale, come l'obbligo di informare adeguatamente l'utilizzatore sui rischi.
Continua »
Clausola penale leasing: Cassazione ne conferma validità
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della clausola penale in un contratto di leasing traslativo che, in caso di risoluzione per inadempimento dell'utilizzatore, obbliga quest'ultimo a versare tutti i canoni residui. La Suprema Corte, superando precedenti orientamenti, ha stabilito che tale pattuizione è una valida predeterminazione del risarcimento del danno, ferma restando la possibilità per il giudice di ridurne l'importo se manifestamente eccessivo, scomputando il valore del bene recuperato dalla società concedente.
Continua »
Sospensione canoni leasing: quando è illegittima?
Una società conduttrice sospendeva il pagamento dei canoni di leasing a causa di un problema di accesso all'immobile, causato da un'altra azienda locataria di un'area confinante. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso. La sospensione canoni leasing è stata ritenuta illegittima poiché la società concedente era estranea alla disputa sull'accesso e l'immobile era comunque utilizzabile tramite un ingresso alternativo. L'autotutela del conduttore non era quindi giustificata.
Continua »
Ricorso per cassazione: i requisiti di ammissibilità
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un utilizzatore in un contratto di leasing immobiliare. L'utilizzatore aveva smesso di pagare i canoni lamentando difetti urbanistici dell'immobile, ma il suo ricorso è stato respinto per gravi vizi procedurali. La Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per un riesame dei fatti, ma solo per contestare errori di diritto, sottolineando i rigidi oneri di specificità e autosufficienza a carico del ricorrente.
Continua »
Leasing traslativo: nullità della clausola sui canoni
Una società finanziaria ha impugnato una decisione che annullava una clausola in un contratto di leasing traslativo. Tale clausola imponeva all'utilizzatore il pagamento di tutti i canoni non saldati al momento della risoluzione del contratto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che, in base all'art. 1526 c.c., una simile clausola è nulla poiché genera un indebito arricchimento per il concedente. Quest'ultimo ha diritto solo a un equo compenso per l'uso del bene e al risarcimento del danno, non all'intero importo dei canoni non pagati.
Continua »
Clausola rischio cambio: legittima secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25791/2024, ha stabilito che una clausola rischio cambio inserita in un contratto di leasing non costituisce un patto immeritevole di tutela né uno strumento finanziario derivato. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva dichiarato la nullità della clausola assimilendola a uno swap. Secondo i giudici supremi, la combinazione di un'indicizzazione a un tasso finanziario e una alle fluttuazioni valutarie è legittima. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata non sull'astratta validità della clausola, ma sull'interpretazione complessiva del contratto e sul rispetto dei doveri di buona fede.
Continua »
Contratto misto vendita e appalto: quale garanzia?
Una società di autotrasporti acquista un camion con allestimenti personalizzati. Si verifica un difetto nell'allestimento. La Cassazione, in un caso di contratto misto vendita e appalto, applica il criterio della prevalenza, ritenendo applicabile la disciplina della vendita (economicamente prevalente) e la sua prescrizione annuale, rigettando la richiesta di risarcimento.
Continua »
Competenza territoriale pagamento: decide il domicilio
Una società fornitrice ha ottenuto un decreto ingiuntivo contro un cliente per fatture non pagate. Il cliente si è opposto eccependo l'incompetenza territoriale del tribunale adito. La Corte di Cassazione, intervenendo sulla questione della competenza territoriale pagamento, ha stabilito che nei contratti di vendita con pagamento differito, in caso di inadempimento, il foro competente è quello del domicilio del venditore-creditore, in applicazione della norma speciale dell'art. 1498 c.c., e non quello del debitore.
Continua »
Prova della consegna: come la valuta la Cassazione
Un'azienda si opponeva a un decreto ingiuntivo per una fornitura, negando di averla ordinata o ricevuta. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale confermavano il debito, ritenendo raggiunta la prova della consegna tramite testimoni e documenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la valutazione delle prove è compito del giudice di merito e non può essere ridiscussa in sede di legittimità, specialmente se la motivazione è logica e coerente.
Continua »
Ripetizione indebito: quando è inammissibile?
Una società citava in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente pagate su un conto corrente. Sebbene i tribunali di merito avessero dato ragione alla società, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Con l'ordinanza n. 25711/2024, ha chiarito che l'azione di ripetizione indebito è inammissibile se, al momento della domanda, il conto è ancora aperto e presenta un saldo a debito. In assenza di un effettivo "pagamento" solutorio, ma solo di annotazioni contabili, non può esserci una richiesta di restituzione. La Corte distingue tra l'azione di accertamento (sempre possibile) e quella di ripetizione, che presuppone un versamento estintivo del debito.
Continua »
Ratio decidendi: appello inammissibile se non la contesta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, dichiara inammissibile il ricorso presentato da una socia accomandataria condannata in solido con la sua società al pagamento di canoni di locazione non versati. Il motivo principale della decisione risiede nel fatto che il ricorso non ha minimamente scalfito la ratio decidendi della sentenza d'appello, la quale aveva già stabilito la chiarezza e validità della domanda di condanna formulata nei confronti della socia fin dal primo grado. L'impugnazione è stata giudicata totalmente estranea al nucleo della decisione impugnata.
Continua »