Un acquirente cita in giudizio i venditori per la risoluzione di un contratto di compravendita immobiliare. L'immobile, venduto come edificabile sulla base di un permesso di costruire menzionato nell'atto, si rivela in realtà un terreno agricolo con una capacità edificatoria quasi nulla. La Corte d'Appello di Napoli, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, qualifica il caso come vendita di 'aliud pro alio' (una cosa per un'altra), data la radicale diversità del bene. Conferma la risoluzione del contratto e la condanna al risarcimento, riducendo l'importo per escludere le spese legali sostenute dall'acquirente dopo la scoperta dei vizi.
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