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Diritto Civile

Responsabilità del professionista: l’obbligo di info
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità del professionista (commercialista) per non aver adeguatamente informato i propri clienti sui rischi legati a una cessione di quote societarie. A causa di questa negligenza, i clienti hanno subito un danno economico e hanno legittimamente rifiutato di pagare la parcella, sollevando l'eccezione di inadempimento. La Corte ha stabilito che l'obbligo informativo va oltre il mero mandato e deriva dai principi di diligenza e buona fede, anche in presenza di tempi ristretti per l'esecuzione dell'incarico.
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Recesso ante tempus: sì al risarcimento integrale
Una struttura sanitaria ha interrotto prematuramente un contratto di collaborazione a termine con un medico. La Corte di Cassazione ha confermato l'obbligo della struttura di risarcire il professionista per tutti i compensi che avrebbe percepito fino alla scadenza naturale del contratto. Secondo la Corte, l'apposizione di un termine di durata in un contratto d'opera intellettuale costituisce una rinuncia al diritto di recesso ante tempus senza giusta causa.
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Responsabilità professionale notaio: il danno escluso
Una società immobiliare acquista un bene con un progetto di sopraelevazione, ma una servitù non segnalata dal notaio impedisce il piano. La società chiede i danni per il minor valore dell'immobile. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14441/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo che, non essendo mai esistito un diritto a sopraelevare, non sussiste alcun danno risarcibile derivante dalla negligenza del professionista, nemmeno per aver pagato un prezzo ritenuto eccessivo.
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Responsabilità del committente: quando è esclusa?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 14431/2024, chiarisce i limiti della responsabilità del committente per fatti illeciti dei propri agenti. Nel caso esaminato, una società acquirente di un macchinario medico difettoso e pagato a un prezzo maggiorato ha citato in giudizio la società venditrice, chiedendo di essere risarcita per la truffa perpetrata dai suoi rappresentanti. La Corte ha rigettato il ricorso, escludendo la responsabilità del committente poiché gli agenti avevano agito in collusione con un terzo per un fine personale, interrompendo così il nesso di occasionalità necessaria tra le loro mansioni e l'illecito. La società venditrice, inoltre, non aveva tratto alcun vantaggio dalla truffa.
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Competenza territoriale avvocato: il caso Pinto
Un avvocato, creditore delle proprie spese legali in virtù di un provvedimento di distrazione, ha agito per ottenere un indennizzo per l'irragionevole durata del procedimento di esecuzione da lui avviato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14420/2024, ha stabilito un principio chiave sulla competenza territoriale avvocato in questi casi. Ha chiarito che, quando l'avvocato agisce in via esecutiva per recuperare i propri onorari, egli assume una veste autonoma. Di conseguenza, il 'processo presupposto' ai fini della Legge Pinto non è il giudizio originario, ma il procedimento di esecuzione stesso. La competenza territoriale spetta quindi alla Corte d'Appello del distretto in cui si è svolta l'esecuzione.
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Azione revocatoria fondo patrimoniale: la Cassazione
La Corte di Cassazione conferma l'inefficacia di un fondo patrimoniale verso i creditori. Decisiva la consapevolezza del debitore di arrecare pregiudizio (scientia damni), data la sua posizione di garante e socio illimitatamente responsabile. Il ricorso dei debitori è stato respinto per genericità, chiarendo i requisiti dell'azione revocatoria del fondo patrimoniale.
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Compenso avvocato: revoca mandato e onere della prova
Un avvocato ha citato in giudizio un Ministero per il pagamento di onorari professionali a seguito della revoca anticipata del mandato. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero, stabilendo che una contestazione generica della parcella non è sufficiente a far scattare l'onere della prova a carico del professionista. Anche il ricorso dell'avvocato è stato ritenuto inammissibile per vizi procedurali. La questione centrale ha riguardato il corretto calcolo del compenso avvocato e i limiti della responsabilità dello Stato quando agisce come liquidatore di enti soppressi.
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Clausola esonero responsabilità: quando è valida?
Un conduttore ha citato in giudizio la società locatrice per vizi sopravvenuti che rendevano l'immobile inutilizzabile. Sebbene il contratto sia stato risolto, la richiesta di risarcimento danni è stata negata a causa di una specifica clausola esonero responsabilità. La Corte di Cassazione ha confermato la validità di tale clausola, poiché i vizi non erano preesistenti né taciuti in malafede dal locatore al momento della stipula, rigettando il ricorso del conduttore.
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Clausola penale e condominio: quando è vessatoria?
Una società fornitrice di servizi energetici ha citato in giudizio un condominio per il mancato pagamento di una fattura e dei relativi interessi di mora, pattuiti al 9,25%. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il condominio deve essere considerato un 'consumatore'. Di conseguenza, una clausola penale che prevede interessi di mora 'manifestamente eccessivi' è da considerarsi vessatoria e nulla ai sensi del Codice del Consumo. La Corte ha chiarito che spetta al professionista, e non al condominio, l'onere di provare l'esistenza di una specifica trattativa individuale sulla clausola contestata.
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Termine decadenza equa riparazione: calcolo corretto
La Corte di Cassazione ha chiarito le modalità di calcolo del termine di decadenza per la richiesta di equa riparazione per irragionevole durata del processo. Un cittadino aveva richiesto un indennizzo, ma il Ministero della Giustizia ne eccepiva la tardività. La Corte d'Appello aveva dato ragione al cittadino, sommando erroneamente la sospensione COVID e quella feriale. La Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, stabilendo che il calcolo corretto delle sospensioni rendeva la domanda tardiva. Di conseguenza, il decreto è stato cassato senza rinvio, negando il diritto all'indennizzo.
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Onere della prova appaltatore: fatture non bastano
In una causa per un contratto d'appalto, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'onere della prova dell'appaltatore riguardo l'importo del compenso non può essere soddisfatto con la sola emissione di fatture. Anche se il committente non contesta specificamente tali documenti, essi non costituiscono prova del 'quantum debeatur' (l'importo dovuto), ma al massimo un indizio. Il principio di non contestazione si applica ai fatti storici (come l'esecuzione dei lavori), ma non alla quantificazione del credito derivante da documenti unilaterali. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello, che aveva erroneamente condannato il committente al pagamento basandosi sulla mancata contestazione delle fatture.
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Convalida trattenimento straniero: termini perentori
Un cittadino straniero ha presentato ricorso contro l'ordinanza di convalida del suo trattenimento. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l'ordinanza senza rinvio. La Corte ha stabilito che il decreto di trattenimento non era stato trasmesso al Giudice di pace entro il termine perentorio di 48 ore previsto dalla legge, rendendo il provvedimento inefficace. La sentenza chiarisce inoltre che in materia di convalida trattenimento straniero, il ricorso può essere legittimamente proposto nei confronti della Questura che ha richiesto la misura.
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Ordine di allontanamento: quando non è impugnabile?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14396/2024, ha stabilito che un ordine di allontanamento emesso dal Questore in esecuzione di un precedente decreto di espulsione non è autonomamente impugnabile. La tutela giurisdizionale dello straniero è garantita dalla possibilità di contestare l'atto presupposto, ovvero il decreto di espulsione. La Corte chiarisce che tale provvedimento non incide sulla libertà personale e il suo controllo di legittimità è differito all'eventuale giudizio penale per inottemperanza.
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Giurisdizione giudice ordinario: Stato vs Regioni
La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia finanziaria tra lo Stato e una Regione Autonoma. La Regione richiedeva il versamento di somme derivanti dalla 'voluntary disclosure', che lo Stato si rifiutava di erogare invocando un precedente accordo. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una pretesa puramente patrimoniale e non di un conflitto di attribuzioni o dell'esercizio di un potere pubblico, la competenza spetta al giudice civile e non a quello costituzionale o amministrativo.
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Difetto di conformità: la Cassazione si pronuncia
Un consumatore acquista un'auto usata che subisce una grave avaria al motore poco dopo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 14390/2024, ha rigettato il ricorso del venditore, confermando un principio fondamentale: se il problema si manifesta entro sei mesi dalla consegna, si presume il difetto di conformità. Spetta al venditore, e non all'acquirente, l'onere di provare che il bene era esente da vizi al momento della vendita. La Suprema Corte ha chiarito che anche una rottura meccanica improvvisa non esclude questa presunzione di responsabilità.
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Prova del contratto: Cassazione chiarisce i limiti
Una società che gestiva impianti pubblicitari in concessione ha citato in giudizio un'impresa di costruzioni per la rimozione non autorizzata di tali impianti. I tribunali di merito hanno respinto la domanda perché la società non aveva prodotto il contratto di concessione scritto. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che quando il contratto è invocato non come fonte di diritti tra le parti, ma come semplice 'fatto storico' in una causa per illecito contro un terzo, la rigida prova del contratto documentale non è richiesta e sono ammissibili altri mezzi di prova.
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Garanzia vizi appalto: motivazione apparente annulla la sentenza
In un caso di fornitura di prodotti difettosi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado per motivazione apparente. La Corte d'Appello aveva condannato il fornitore basandosi su un impegno a eliminare i vizi 'documentalmente provato', senza però specificare quali documenti lo dimostrassero. La Suprema Corte ha ritenuto tale motivazione insufficiente, violando il minimo costituzionale. Inoltre, ha censurato l'errata applicazione della disciplina sulla garanzia vizi appalto a una serie di contratti di vendita distinti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Foro consumatore: eccezione tardiva è inammissibile
Un committente, rimasto contumace in primo grado in una causa per il pagamento di lavori edili, eccepiva l'incompetenza territoriale basata sul foro del consumatore solo in appello. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che tale eccezione deve essere sollevata, a pena di decadenza, nel primo atto difensivo del primo grado di giudizio. La mancata costituzione in giudizio preclude la possibilità di sollevare la questione in una fase successiva.
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Danno da mancato godimento: la nuova prova del danno
Un proprietario ha subito danni al suo immobile a causa di infiltrazioni provenienti da parti comuni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14381/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul risarcimento del danno da mancato godimento. Non è più necessario dimostrare di aver perso un contratto di affitto, ma è sufficiente provare la perdita della concreta possibilità di utilizzare il bene. La Corte ha inoltre ribadito che la responsabilità del condominio per i danni da cose in custodia sussiste anche se i problemi derivano dalla vecchiaia o da difetti costruttivi dell'edificio.
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Notifica nulla: prova spedizione avviso essenziale
Un utente si era opposto a un decreto ingiuntivo per canoni di leasing non pagati, ma la sua opposizione era stata giudicata tardiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica del decreto era nulla perché la società creditrice non aveva fornito la prova adeguata dell'invio della raccomandata di avviso. Secondo la Corte, uno screenshot del sistema informatico delle Poste non è sufficiente, rendendo la notifica nulla e, di conseguenza, il termine di 40 giorni per l'opposizione mai iniziato. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello.
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