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Diritto Civile

Giurisdizione canoni demaniali: decide il giudice civile
Le Sezioni Unite della Cassazione risolvono un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo in materia di canoni demaniali. La controversia, nata dall'aumento dei canoni per una concessione marittima a seguito di una nuova legge, è stata attribuita alla competenza del giudice ordinario. La Corte ha stabilito che, quando la contestazione riguarda solo l'ammontare del canone (il quantum) e non l'esercizio di un potere discrezionale della P.A., si verte in materia di diritti soggettivi a contenuto patrimoniale, rientrando così nella giurisdizione canoni demaniali del tribunale civile.
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Institutio ex re certa: quando un bene è eredità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 15387/2024, ha stabilito che l'assegnazione di un singolo bene, se rappresenta la quasi totalità del patrimonio del defunto, configura una 'institutio ex re certa', rendendo il beneficiario un erede universale e non un semplice legatario. Di conseguenza, i creditori dell'erede possono contestare la sua rinuncia all'eredità per soddisfare i propri crediti, ai sensi dell'art. 524 c.c. Il caso riguardava la rinuncia di un nipote all'eredità della zia, composta quasi esclusivamente da un immobile. La Corte ha ritenuto la rinuncia inefficace nei confronti della banca creditrice.
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Giurisdizione appalti pubblici: decide il giudice ordinario
La Cassazione a Sezioni Unite stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia su un appalto pubblico. Il caso riguarda la revoca di un'aggiudicazione e l'escussione della fideiussione, avvenute dopo l'inizio dei lavori in via d'urgenza ma prima della firma del contratto. La Corte ha chiarito che, se la controversia si fonda sulla violazione dei doveri di correttezza e buona fede (responsabilità precontrattuale) e non sulla legittimità dell'esercizio del potere amministrativo, la competenza è del giudice ordinario. La decisione sulla giurisdizione negli appalti pubblici dipende quindi dalla natura della pretesa avanzata (causa petendi).
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Revoca agevolazioni: sede diversa, finanziamento perso
Una società ottiene la revoca delle agevolazioni pubbliche per aver spostato i beni finanziati in una sede diversa da quella dichiarata, senza alcuna comunicazione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15369/2024, ha confermato la decisione, stabilendo che il contributo è strettamente legato alla localizzazione specifica dell'investimento. Il mancato rispetto di questa condizione costituisce un inadempimento grave che giustifica la restituzione totale dei fondi, anche se gli obiettivi occupazionali ed economici sono stati raggiunti.
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Tetti di spesa sanità: legittima la riduzione retroattiva
Un centro diagnostico ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria Provinciale per il pagamento di prestazioni sanitarie fornite oltre un nuovo limite di spesa imposto retroattivamente. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che i tetti di spesa sanità possono essere legittimamente rideterminati da un atto amministrativo retroattivo che integra il contratto esistente. È stata inoltre negata la richiesta di indennizzo per ingiustificato arricchimento, poiché l'ente pubblico aveva chiaramente espresso la volontà di non coprire prestazioni extra-budget.
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Giurisdizione giudice ordinario: debiti tra Comuni
Una controversia tra due Comuni per il mancato pagamento di una tariffa per il servizio di depurazione delle acque reflue. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la disputa riguarda l'inadempimento di obblighi contrattuali e ha natura patrimoniale. La Corte ha chiarito che non si tratta dell'esercizio di un potere autoritativo da parte dell'ente creditore, ma di una lite tra soggetti in posizione paritetica, confermando così un principio consolidato.
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Buoni postali fruttiferi: tassi variabili e oneri
Una risparmiatrice ha contestato la riduzione del rendimento dei suoi buoni postali fruttiferi, dovuta a una modifica unilaterale dei tassi di interesse da parte dell'ente emittente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità della variazione dei tassi, in quanto prevista dalla legge all'epoca della sottoscrizione e resa efficace tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo la Corte, non sussiste un affidamento del risparmiatore all'immutabilità dei tassi.
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Revoca contributo pubblico: quando è legittima?
Una società si vede revocare un contributo pubblico per non aver presentato la documentazione di spesa entro il termine previsto. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando la legittimità della revoca del contributo pubblico. La decisione si fonda sul mancato rispetto degli obblighi procedurali e sulla presenza di una motivazione non contestata dalla ricorrente.
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Contributo calamità naturali: quando sorge il diritto?
Un cittadino, danneggiato da un'alluvione, ha ricevuto un anticipo del 35% su un contributo statale per calamità naturali. Quando ha agito in giudizio per il restante 65%, la Corte di Cassazione ha respinto la sua richiesta. La Corte ha chiarito che la valutazione iniziale del danno non crea un diritto automatico all'intero importo. Il diritto al pagamento sorge solo con un atto amministrativo specifico che assegna i fondi necessari, che in questo caso era limitato all'anticipo del 35%.
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Indennizzo assicurativo: come si calcola per auto?
Una società fa causa alla propria compagnia assicurativa per un indennizzo assicurativo ritenuto insufficiente a seguito di danni subiti da un veicolo aziendale. La compagnia, non presentatasi in giudizio, aveva liquidato solo una parte dei costi di riparazione. Il Tribunale di Monza, basandosi sulla perizia di un consulente tecnico e sulle clausole della polizza, ha condannato l'assicurazione a versare la differenza dovuta. La sentenza illustra il corretto metodo di calcolo, che include la deduzione dell'IVA parzialmente detraibile (per veicoli a uso promiscuo) e della franchigia contrattuale, sottraendo infine l'acconto già versato.
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Onere prova bolletta acqua: chi paga i consumi anomali?
In un caso di consumo idrico anomalo contestato da un agricoltore, la Corte di Cassazione ha chiarito l'onere della prova. Se il fornitore dimostra il corretto funzionamento del contatore, spetta all'utente provare che l'eccesso di consumo è dovuto a fattori esterni e di aver custodito diligentemente il proprio impianto. In assenza di tale prova, l'utente è tenuto a pagare la bolletta.
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Polizza decennale postuma: chi può agire in giudizio?
Una società utilizzatrice di un immobile subisce danni a causa di un cedimento strutturale. La questione legale centrale riguarda la natura della polizza decennale postuma stipulata dal costruttore. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di "particolare rilevanza", non essendoci precedenti specifici. Il dubbio è se si tratti di un'assicurazione contro i danni, che legittimerebbe l'acquirente ad agire direttamente contro la compagnia, o di un'assicurazione sulla responsabilità civile del costruttore. La Corte ha quindi rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita, sospendendo il giudizio sul merito.
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Responsabilità del geometra: risarcimento e nesso causale
Una società immobiliare ha citato in giudizio il venditore e il direttore dei lavori (un geometra) per i danni derivanti da gravi abusi edilizi che hanno impedito il rilascio del certificato di agibilità. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15358/2024, ha confermato la responsabilità del geometra a titolo extracontrattuale per aver contribuito con la sua condotta all'inadempimento contrattuale del venditore. La Corte ha inoltre chiarito che l'onere di provare un eventuale concorso di colpa dell'acquirente nella causazione del danno spetta al professionista che lo eccepisce. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva limitato il risarcimento, rinviando il caso per una nuova valutazione dei danni.
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Appalto a corpo: compenso extra per lavori ulteriori
Una società di costruzioni ha eseguito lavori extra in un contratto di appalto a corpo. Il committente, una cooperativa, si è rifiutato di pagarli, trovando l'appoggio della Corte d'Appello. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che i lavori extracontrattuali, a differenza delle semplici varianti, devono essere sempre compensati, anche in un appalto a corpo. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per ricalcolare il dovuto.
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Prova del danno: la Cassazione sui gioielli rubati
Un proprietario di casa ha citato in giudizio una società di vigilanza a seguito di un furto, chiedendo il risarcimento per i gioielli sottratti il cui valore superava la copertura assicurativa. I tribunali, inclusa la Corte di Cassazione, hanno respinto la richiesta per una carente prova del danno. Il ricorrente non è riuscito a dimostrare in modo conclusivo che tutti i gioielli dichiarati fossero effettivamente presenti al momento del furto e che il loro valore eccedesse l'indennizzo già ricevuto dall'assicurazione.
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Durata irragionevole processo: calcolo unitario
Una cittadina ha cercato compensazione per la morte dei suoi familiari in un disastro. La Corte di Cassazione ha affrontato il tema della durata irragionevole processo, stabilendo che quando una richiesta di risarcimento danni inizia in un processo penale e prosegue in sede civile per la quantificazione, la durata totale deve essere calcolata come un unico percorso unitario ai fini della Legge Pinto. Il ricorso del Ministero è stato respinto con sanzioni.
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Danno da ritardo aereo: non basta il disagio
Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea per un ritardo di cinque ore, chiedendo un risarcimento per stress e frustrazione. I tribunali di merito hanno concesso un indennizzo, considerando il danno come implicito nel ritardo stesso. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15352/2024, ha ribaltato questa decisione, stabilendo che il danno da ritardo aereo non è automatico. Per ottenere un risarcimento, il passeggero deve dimostrare di aver subito un pregiudizio serio e non futile a un diritto costituzionalmente protetto. Il semplice disagio o fastidio non è sufficiente. Di conseguenza, la domanda del passeggero è stata respinta.
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Variazioni appalto: quando la prova scritta non serve
Un committente si rifiutava di pagare lavori extra in un contratto d'appalto, sostenendo che le modifiche richiedessero un'autorizzazione scritta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che se le variazioni appalto sono richieste o concordate dal committente, l'appaltatore può provarle con ogni mezzo, inclusa la testimonianza, senza necessità di un atto scritto. La decisione distingue nettamente tra modifiche proposte dall'appaltatore (che richiedono forma scritta) e quelle volute dal committente.
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Obbligo di sicurezza subappalto: le conseguenze
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di un contratto di subappalto per colpa del committente. La subappaltatrice aveva legittimamente interrotto i lavori a causa del grave rischio, ignorato dal committente, della presenza di ordigni bellici inesplosi. La mancata predisposizione di un piano di sicurezza aggiornato costituisce un grave inadempimento che giustifica lo scioglimento del contratto. La sentenza sottolinea la preminenza dell'obbligo di sicurezza nel subappalto.
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Fideiussione ABI: quando l’eccezione di nullità cade
Un debitore e il suo garante si sono opposti a un decreto ingiuntivo per uno scoperto di conto, eccependo la prescrizione del credito e la nullità della fideiussione ABI. Il Tribunale ha respinto l'opposizione, confermando il debito. La decisione chiarisce che la prescrizione era stata validamente interrotta e che la nullità della garanzia non era stata provata, poiché gli opponenti non hanno dimostrato la persistenza di un'intesa anticoncorrenziale al momento della stipula del contratto.
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