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Diritto Civile

Comodato d’azienda: la durata e la volontà dei co-eredi
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27406/2024, ha stabilito che la detenzione di un'azienda in comproprietà, basata su un contratto di comodato d'azienda concesso dalla maggioranza dei contitolari, è legittima anche dopo la scadenza di un separato contratto di locazione relativo a una quota di minoranza. La Corte ha chiarito che l'azienda può essere oggetto di comodato e che, in assenza di un termine, la volontà della maggioranza dei comproprietari di non richiedere la restituzione prevale sull'iniziativa del singolo, rendendo lecita la detenzione.
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Responsabilità del mandatario: la Cassazione decide
Una società cooperativa stipula un contratto con una banca per il trasporto valori, avvalendosi di un'altra società per le aree fuori competenza. Quest'ultima si appropria di oltre 3 milioni di euro. La banca agisce contro la cooperativa, che viene condannata in primo e secondo grado. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione sulla natura della clausola di piena responsabilità del mandatario di particolare rilevanza, rinviando la causa a pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Tutela terzo acquirente: la buona fede salva l’acquisto
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'annullamento di un contratto di compravendita immobiliare per dolo non pregiudica i diritti dei successivi acquirenti se questi hanno agito in buona fede e a titolo oneroso. Il caso riguardava una serie di vendite immobiliari iniziate da un venditore, la cui capacità è stata contestata dai figli. La Corte ha rigettato il ricorso dei figli, sottolineando che la valutazione della buona fede è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito e non sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivato. La decisione rafforza la tutela del terzo acquirente e la stabilità delle transazioni immobiliari.
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Condanna alle spese: no alla parte vittoriosa
La Corte di Cassazione ha stabilito che la parte sostanzialmente vittoriosa in un giudizio non può essere condannata a rimborsare le spese legali della controparte, neppure per una singola fase processuale. Il caso riguardava il rifiuto di un'offerta di pagamento considerata incompleta. La Suprema Corte ha chiarito che il principio di causalità non può portare a condannare la parte vittoriosa, specialmente se la proposta transattiva della controparte non includeva il rimborso delle spese legali già maturate. Di conseguenza, la condanna alle spese inflitta dalla Corte d'Appello è stata annullata.
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Estinzione del processo: effetti sulla prescrizione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27352/2024, ha chiarito gli effetti dell'estinzione del processo sulla prescrizione. Se un giudizio si estingue, anche se dichiarato in appello ribaltando la decisione di primo grado, viene meno l'effetto sospensivo permanente della prescrizione. Rimane solo l'effetto interruttivo istantaneo della domanda iniziale, con la conseguenza che il termine di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data della prima notifica. Nel caso di specie, un'azione di riduzione per lesione di legittima è stata quindi dichiarata prescritta.
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Buoni postali: prevale il timbro o la stampa?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di buoni postali fruttiferi emessi su moduli di serie precedenti e aggiornati con un timbro recante nuovi tassi di interesse, sono questi ultimi a prevalere, anche se il timbro non copre integralmente la tabella dei rendimenti originaria. La normativa ministeriale che modifica i tassi è considerata fonte imperativa di legge che integra il contratto, superando le indicazioni pre-stampate e escludendo la tutela dell'affidamento del risparmiatore basato su una mera incompletezza materiale.
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Compenso custode giudiziario: contraddittorio esteso
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione relativa al compenso di un custode giudiziario di beni sequestrati. Il motivo non riguarda l'ammontare del compenso, ma un vizio di procedura: nel giudizio di opposizione non erano stati coinvolti gli imputati del procedimento penale originario, i quali sono potenziali soggetti obbligati al pagamento. La Corte ha stabilito che la loro partecipazione è necessaria (litisconsorzio necessario) e, in sua assenza, l'intero procedimento è nullo. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo giudizio che includa tutte le parti necessarie.
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Servitù di passaggio: i requisiti per l’usucapione
Una proprietaria agiva in giudizio per far dichiarare l'inesistenza di una servitù di passaggio sul suo fondo. I vicini chiedevano in via riconvenzionale l'accertamento dell'acquisto della servitù per usucapione. La Corte d'Appello accoglieva la domanda dei vicini, ma la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza. La Suprema Corte ha chiarito che per l'usucapione di una servitù di passaggio non basta un semplice percorso, ma servono opere visibili e permanenti (il cosiddetto 'quid pluris') che dimostrino in modo inequivocabile l'asservimento del fondo. La Corte d'Appello aveva errato ignorando le risultanze della Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) che negavano l'esistenza del passaggio per il tempo necessario.
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Danno da fermo amministrativo: la prova è necessaria
Un automobilista chiede il risarcimento per l'illegittima iscrizione di un fermo sul suo veicolo. La Cassazione rigetta il ricorso, affermando che il danno da fermo amministrativo non è presunto (in re ipsa) ma deve essere concretamente provato, sia per il danno patrimoniale che per quello non patrimoniale, che non può consistere in meri disagi.
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Onere della prova: rigetto per prove inammissibili
In una complessa causa immobiliare durata decenni, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi dei venditori. La sentenza stabilisce un principio chiave sull'onere della prova: se una parte propone prove inammissibili, come testimonianze formulate in modo generico, il giudice può legittimamente respingere la domanda per mancanza di prova. Non vi è contraddizione nel dichiarare una prova inammissibile e poi rigettare la pretesa per non essere stata provata.
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Riposo autotrasportatori e sanzioni: parla la Cassazione
Un autotrasportatore e la sua azienda hanno contestato una multa per violazione delle norme sul riposo autotrasportatori. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che gli Ispettori del Lavoro hanno competenza a sanzionare. Ha inoltre chiarito che attività come il carico e scarico merci non costituiscono una pausa valida, la quale deve essere un periodo di inattività totale e correttamente registrata sul cronotachigrafo.
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Risarcimento danni PA: la giurisdizione è ordinaria
Una società immobiliare chiede il risarcimento danni alla PA dopo aver acquistato un immobile sulla base di un certificato di destinazione urbanistica errato. La Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto di giurisdizione, stabilisce che la competenza è del giudice ordinario. La domanda non contesta un atto amministrativo, ma lamenta la lesione dell'affidamento causata dal comportamento scorretto dell'amministrazione, configurando un illecito civile.
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Clausola penale nel leasing: la Cassazione interviene
Una società immobiliare contesta la risoluzione di un contratto di leasing, sostenendo l'eccessività della clausola penale che permetteva alla concedente di trattenere l'immobile e tutti i canoni. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la decisione della Corte d'Appello che aveva erroneamente ignorato tale contestazione. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione sull'equità della clausola penale.
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Transazione commerciale e sanità: gli interessi dovuti
Una casa di cura privata ha richiesto il pagamento di interessi di mora per ritardi da parte di un'amministrazione regionale. La Corte di Cassazione ha stabilito che, una volta accertato il diritto al pagamento del capitale, il rapporto costituisce una transazione commerciale ai sensi del D.Lgs. 231/2002. Di conseguenza, sono dovuti i più elevati interessi di mora previsti da tale normativa e non solo quelli legali, annullando la decisione contraria della Corte d'Appello basata sul principio del giudicato interno.
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Distrazione spese: come correggere l’omissione?
La Corte di Cassazione chiarisce che l'omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione spese a favore del difensore costituisce un errore materiale. Pertanto, il rimedio corretto non è l'impugnazione, ma la più rapida procedura di correzione. Nel caso specifico, un avvocato aveva ottenuto una vittoria per il proprio cliente ma il giudice, nel condannare la controparte al pagamento delle spese legali, aveva omesso di disporne la distrazione diretta a favore del legale. La Corte ha accolto l'istanza di correzione, ordinando l'integrazione del provvedimento originale.
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Valutazione merito creditizio: non invalida il mutuo
Una società ha richiesto la nullità di un finanziamento da 500.000 euro, sostenendo la nullità del contratto per mancata valutazione del merito creditizio, commissioni eccessive e usura. Il Tribunale di Milano ha rigettato tutte le domande, affermando che il debitore, avendo richiesto e ottenuto il prestito, non può lamentare un presunto danno derivante dalla sua concessione. La sentenza chiarisce che l'omessa valutazione non è causa di nullità del contratto, ma può al massimo configurare una responsabilità risarcitoria, non richiesta in questo caso.
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Foro del consumatore: la competenza inderogabile
Una RSA ottiene un decreto ingiuntivo per rette non pagate. I familiari si oppongono eccependo l'incompetenza territoriale basata sul foro del consumatore. Il Tribunale accoglie l'eccezione, dichiara la propria incompetenza a favore del Tribunale del luogo di residenza/domicilio dei consumatori e revoca il decreto ingiuntivo, affermando l'inderogabilità del foro del consumatore.
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Omologazione autovelox: multa nulla senza prova
Il Tribunale di Milano, in grado d'appello, ha annullato due multe per eccesso di velocità a causa della mancata prova della omologazione autovelox. La sentenza sottolinea che la semplice approvazione tecnica del dispositivo non è sufficiente. Basandosi su recenti orientamenti della Corte di Cassazione, il giudice ha stabilito che l'omologazione è un requisito indispensabile per la validità dell'accertamento e che l'onere di provarla spetta all'amministrazione. In assenza di tale prova, le sanzioni sono state dichiarate illegittime.
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Divieto di cumulo vitalizi: legittima la norma regionale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni ex consiglieri regionali, confermando la legittimità della legge della Regione Toscana che introduceva un divieto di cumulo vitalizi. La norma, sebbene temporanea, è stata ritenuta un valido strumento per il contenimento della spesa pubblica e la razionalizzazione dei costi della politica. La Corte ha chiarito che il vitalizio non è una pensione, ma un'indennità, e che la sua riduzione non viola il principio di legittimo affidamento quando risponde a superiori esigenze di interesse pubblico.
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Illecito disciplinare avvocato: prescrizione e limiti
La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha chiarito importanti principi in materia di illecito disciplinare avvocato. La sentenza analizza un caso di utilizzo di un atto falso in giudizio, qualificando la condotta come illecito permanente. Il termine di prescrizione decorre dalla cessazione della condotta, ovvero dal consolidamento degli effetti dell'atto. La Corte ha inoltre stabilito che il diritto a non auto-incriminarsi non giustifica la violazione dei doveri di lealtà e correttezza verso i colleghi. Parte degli addebiti è stata dichiarata prescritta in quanto il termine massimo è maturato durante il giudizio di legittimità.
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