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Diritto Civile

Verbale di accertamento: quando non è impugnabile?
La Corte di Cassazione chiarisce che un verbale di accertamento per violazioni ambientali, a differenza delle multe stradali, non è direttamente impugnabile. L'opposizione è ammissibile solo contro la successiva ordinanza-ingiunzione. Nel caso di specie, un cittadino aveva contestato un verbale per trasporto di rifiuti senza formulario, ma la sua azione è stata dichiarata inammissibile perché proposta prematuramente contro un atto non definitivo.
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Condono affissioni abusive: solo per manifesti politici
Un'associazione artistica è stata sanzionata per affissioni pubblicitarie non autorizzate. Il suo tentativo di avvalersi del condono affissioni abusive è stato respinto dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno stabilito che la sanatoria prevista dalla Legge Finanziaria 2005 si applica esclusivamente ai manifesti di natura politica e non può essere estesa alla pubblicità commerciale, confermando il principio di stretta interpretazione delle norme agevolative.
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Rivalsa IVA appalto: senza fattura non c’è diritto
Un appaltatore ha perso in giudizio una causa per il pagamento di lavori edili. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando due principi chiave: l'eccezione di tardiva denuncia dei vizi deve essere sollevata tempestivamente, e il diritto di rivalsa IVA appalto sorge solo con l'emissione di una fattura. Non avendola mai emessa, l'appaltatore non poteva pretendere il pagamento dell'imposta dal committente.
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Pagamento diretto subappaltatore: non è un obbligo
Una società di trasporti, subappaltatrice in un'opera pubblica, ha richiesto il pagamento diretto delle proprie prestazioni alla stazione appaltante. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il pagamento diretto subappaltatore previsto dal D.Lgs. 163/2006 è una mera facoltà e non un obbligo per l'ente pubblico, e che la L. 180/2011 non ha modificato tale principio.
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Nullità contratto d’appalto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto d'appalto per un'opera pubblica a causa della mancanza delle autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche. La sentenza sottolinea che l'assenza di questi permessi viola norme imperative e rende il contratto insanabilmente nullo, rigettando il ricorso di un'impresa costruttrice che richiedeva il pagamento dei lavori.
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Responsabilità della banca per illeciti del dipendente
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un istituto di credito a risarcire un cliente per oltre un milione di euro, a causa di operazioni fraudolente compiute da un proprio dipendente. L'ordinanza ribadisce la piena responsabilità della banca quando l'illecito del dipendente è reso possibile dalle mansioni a lui affidate (nesso di occasionalità necessaria). La Corte ha inoltre chiarito che la pendenza di un giudizio su una querela di falso non obbliga alla sospensione del processo principale, essendo una facoltà del giudice.
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IVA agevolata auto: obblighi e risoluzione contratto
Un acquirente cita in giudizio un concessionario per la risoluzione del contratto, lamentando la mancata rottamazione del suo vecchio veicolo, necessaria per l'applicazione dell'IVA agevolata acquisto auto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'obbligo di rottamazione non ricade automaticamente sul venditore, a meno che non sia specificamente pattuito. Inoltre, ha chiarito che un tale inadempimento non sarebbe comunque abbastanza grave da giustificare la risoluzione del contratto, potendo al massimo dar luogo a un risarcimento del danno.
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Collegamento negoziale: nullità a cascata dei contratti
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto di vendita immobiliare in quanto strettamente collegato a un precedente atto di divisione, a sua volta dichiarato nullo. L'ordinanza chiarisce che quando due negozi giuridici sono uniti da un nesso funzionale, l'invalidità del primo si estende inevitabilmente al secondo. Nel caso di specie, la vendita non avrebbe potuto esistere senza la divisione che ne costituiva il presupposto logico e giuridico, determinando un effetto a cascata. La Corte ha ritenuto che la valutazione del giudice di merito sul collegamento negoziale, se ben motivata, è insindacabile in sede di legittimità.
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Prescrizione contratto preliminare: decorrenza e obblighi
La Corte di Cassazione chiarisce la decorrenza della prescrizione del contratto preliminare. La mancata consegna di documenti da parte del venditore è un'obbligazione, non una condizione sospensiva che posticipa l'inizio del termine decennale per agire in giudizio. La sentenza sottolinea che il promissario acquirente deve attivarsi per tutelare i propri diritti entro dieci anni dalla stipula del preliminare, altrimenti il diritto all'esecuzione specifica del contratto si estingue.
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Bene pertinenziale: il trasferimento senza menzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21487/2024, ha chiarito che il trasferimento di un bene pertinenziale, come una corte a servizio di un'autorimessa, avviene congiuntamente al bene principale anche se non esplicitamente menzionato con i suoi dati catastali nell'atto. È sufficiente che la volontà delle parti di trasferire anche la pertinenza sia desumibile in modo inequivocabile, ad esempio tramite il richiamo (per relationem) ai precedenti titoli di acquisto. La Corte ha rigettato il ricorso di un soggetto che aveva ceduto a un Comune parte di una corte comune, ledendo i diritti di comproprietà e servitù di parcheggio di altri proprietari, confermando che tali diritti erano stati validamente trasferiti insieme all'unità immobiliare principale.
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Servitù padre di famiglia: il dovere del giudice
Una controversia su una servitù di passaggio di condutture. La Cassazione cassa la sentenza di merito che negava la servitù per mancata trascrizione. La Corte Suprema stabilisce che il giudice avrebbe dovuto verificare se si trattasse di una servitù per destinazione del padre di famiglia, che si costituisce in base allo stato di fatto visibile lasciato dall'originario unico proprietario, a prescindere dalla trascrizione.
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Responsabilità contrattuale: i rischi del fornitore
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla responsabilità contrattuale di più soggetti coinvolti nella fornitura di un impianto di cogenerazione risultato difettoso. La vicenda vedeva un consulente, una società venditrice e un installatore condannati a risarcire i danni agli acquirenti. La Corte ha confermato la decisione di merito, distinguendo le colpe: l'installatore per non aver rilasciato il certificato di conformità, il venditore per aver garantito l'uso di un combustibile che causava guasti, e il consulente per aver fornito pareri tecnici errati e un business plan inattendibile. La sentenza ribadisce l'autonomia delle singole obbligazioni e la piena responsabilità di ogni professionista.
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Tollerabilità immissioni: i limiti del DPCM non bastano
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21479/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di tollerabilità immissioni rumorose tra privati. Il caso riguardava le lamentele di alcuni residenti per i rumori provenienti da un impianto sportivo. La Corte ha chiarito che il superamento dei limiti di decibel previsti dalla normativa amministrativa (DPCM) non è l'unico criterio da considerare. Nei rapporti tra vicini, il giudice deve applicare l'art. 844 del codice civile, valutando la 'normale tollerabilità' in base al contesto specifico, alla rumorosità di fondo e alle abitudini locali. La decisione della Corte d'Appello, che si era basata unicamente sui parametri amministrativi, è stata quindi annullata con rinvio.
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Calcolo TFS servizio non di ruolo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo TFS servizio non di ruolo, il periodo lavorativo prestato da un infermiere in convenzione presso un policlinico universitario deve essere incluso nel computo totale, anche se precedente all'assunzione a tempo indeterminato presso la ASL. La decisione si fonda sul principio di automatismo delle prestazioni previdenziali, respingendo il ricorso dell'Ente Previdenziale.
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Canna fumaria condominio: il rifiuto è risarcibile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21483/2024, ha stabilito che il condominio può essere tenuto a risarcire il danno se, oltre al diniego dell'assemblea, l'amministratore rifiuta di consegnare le chiavi per l'accesso a una parte comune, impedendo di fatto l'installazione di una canna fumaria. Se l'uso della parte comune è legittimo ai sensi dell'art. 1102 c.c., l'ostruzionismo attivo e non solo il voto contrario può configurare un illecito dannoso. La questione è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Impossibilità sopravvenuta: contratto risolto
Un dirigente amministrativo di un'azienda sanitaria ha visto il suo contratto risolto a seguito della soppressione dell'ente per cui lavorava, a causa di una riorganizzazione regionale. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della risoluzione, qualificandola come un caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione, escludendo il diritto al risarcimento del danno.
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Responsabilità del custode: parcheggio allagato
Un automobilista ha subito ingenti danni alla propria auto a causa dell'allagamento di un'autorimessa interrata, gestita da una società specializzata, in seguito all'esondazione di un fiume. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno riconosciuto la responsabilità del custode (la società di gestione) per i danni, condannandola al risarcimento. La compagnia assicurativa della società ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l'evento fosse un caso fortuito e che la motivazione della sentenza d'appello fosse apparente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la condanna e ribadendo i principi sulla responsabilità del custode ex art. 2051 c.c., chiarendo che la prevedibilità dell'evento esclude il caso fortuito e fonda la responsabilità oggettiva.
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Giudizio di rinvio: i poteri del giudice civile
Due dirigenti di una società, diffamati da un direttore televisivo, si vedevano liquidare il danno dalla Corte d'Appello civile. In Cassazione, lamentavano che la Corte fosse andata oltre la loro richiesta di condanna generica. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che nel giudizio di rinvio ex art. 622 c.p.p. il giudice civile ha piena cognizione per decidere sia sull'esistenza che sull'ammontare del danno, realizzandosi una piena 'translatio iudicii'.
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Responsabilità banca: Cassazione su recesso dal fido
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società edile contro un istituto bancario, confermando la decisione della Corte d'Appello. Il caso verteva sulla presunta responsabilità della banca per aver indotto la società a denunciare lo smarrimento di alcuni titoli e aver poi revocato gli affidamenti. La Cassazione ha dichiarato i motivi del ricorso inammissibili per ragioni procedurali, tra cui la mancata autosufficienza e la genericità delle censure, senza entrare nel merito della questione sulla responsabilità della banca.
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Perdita di chance: Cassazione chiarisce il risarcimento
A seguito di un ritardo nella diagnosi di un tumore che ha portato al decesso di una paziente, i suoi eredi hanno citato in giudizio la struttura sanitaria. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha annullato la decisione di merito, cogliendo l'occasione per fare chiarezza sulla fondamentale distinzione tra il 'danno da perdita di chance' di sopravvivenza, che è trasmissibile agli eredi, e il 'danno da perdita anticipata della vita', che spetta agli eredi iure proprio. La Corte ha censurato la sentenza precedente per aver confuso i due concetti e per la totale assenza di motivazione nell'aumentare la percentuale di chance perduta, rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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