LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Civile

Rito compensi avvocato: errore e nullità della causa
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione del Tribunale che aveva erroneamente applicato il rito speciale per il pagamento dei compensi di un avvocato per attività svolta in un giudizio amministrativo. La Suprema Corte ha stabilito che l'applicazione del rito compensi avvocato previsto dal D.Lgs. 150/2011 è limitata alle sole controversie civili. Inoltre, ha sancito la nullità della decisione per violazione del diritto di difesa, non avendo il giudice di merito ammesso le prove richieste dal professionista, come il giuramento decisorio.
Continua »
Simulazione contratto: prova e nullità per reato
In un caso di compravendita immobiliare, i venditori si opponevano alla richiesta di adempimento sostenendo una simulazione contratto. Essi affermavano che l'accordo fosse fittizio e che l'acquirente si fosse appropriata indebitamente del documento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo che la prova della simulazione tra le parti richiede una controdichiarazione scritta e non può basarsi su testimonianze. Inoltre, ha stabilito che un contratto non è nullo se il reato collegato (in questo caso, l'appropriazione indebita) tutela interessi privati e non un interesse pubblico generale.
Continua »
Declinatoria arbitrato: nomina arbitro non è rinuncia
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 208/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di appalti pubblici e arbitrato. Nel caso di una controversia tra un'impresa di costruzioni e un ente pubblico, la Corte ha chiarito che se la clausola arbitrale deriva dalla legge e non da un accordo tra le parti, la successiva declinatoria arbitrato da parte dell'ente è un diritto potestativo. La nomina del proprio arbitro, effettuata dopo la declinatoria e al solo fine di eccepire l'incompetenza, non costituisce una rinuncia alla scelta di adire la giurisdizione ordinaria. Di conseguenza, la sentenza della Corte d'Appello è stata cassata con rinvio.
Continua »
Responsabilità bonifico domiciliato: la diligenza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 209/2024, ha chiarito i contorni della responsabilità del prestatore di servizi di pagamento in caso di bonifico domiciliato pagato a un soggetto non legittimato. Il caso riguardava una società che, dopo aver disposto un pagamento a un proprio creditore, si vedeva costretta a ripeterlo perché un impostore aveva incassato la somma presentando un documento falso. La Corte ha escluso l'applicazione analogica delle norme sulla responsabilità oggettiva previste per gli assegni non trasferibili, inquadrando la fattispecie nell'ambito della responsabilità contrattuale. Di conseguenza, l'istituto non è responsabile se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, la quale è stata ritenuta assolta tramite la verifica di un documento d'identità, del codice fiscale e della password fornita dall'ordinante, anche senza conservare copia del documento.
Continua »
Rescissione contratto appalto: la valutazione dei vizi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 206/2024, ha rigettato il ricorso di un'impresa edile contro un Comune, confermando la legittimità della rescissione del contratto d'appalto pubblico. La decisione sottolinea che, in caso di inadempimenti reciproci, il giudice deve effettuare una valutazione comparativa e globale della condotta delle parti. In questo caso, il ritardo e l'interruzione dei lavori da parte dell'impresa sono stati ritenuti più gravi del mancato pagamento di un acconto da parte dell'ente pubblico.
Continua »
Rimborso spese bonifica: no a costi non sostenuti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 199/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di rimborso spese bonifica ambientale. Un'impresa, ritenuta responsabile per un inquinamento storico, era stata condannata a rimborsare un Ente Locale per i costi di bonifica. La Suprema Corte ha chiarito che l'azione di rivalsa dell'ente pubblico può avere ad oggetto esclusivamente le spese già sostenute e pagate, escludendo la possibilità di condannare l'impresa al pagamento di costi futuri, non ancora materialmente affrontati. La decisione si fonda sulla natura indennitaria e non risarcitoria dell'azione di rivalsa, che mira a reintegrare il patrimonio dell'ente per esborsi effettivi e non a finanziare interventi futuri.
Continua »
Prova nuova in appello: quando è ammissibile?
Una società ottiene un pagamento basato su un lodo arbitrale datato. Un Ministero si oppone, sostenendo l'inefficacia del lodo a causa della mancata riassunzione di un precedente giudizio di impugnazione. La Corte d'Appello accoglie l'opposizione, ammettendo documentazione tardiva perché indispensabile. La Cassazione, con la sentenza 196/2024, conferma questa decisione, chiarendo le regole sulla prova nuova in appello secondo il regime normativo previgente e ribadendo che la mancata riassunzione del processo estingue il giudizio, rendendo il lodo inefficace.
Continua »
Rimborso spese associazione: l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 168/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ex dirigente contro un'associazione, negandogli il rimborso spese associazione per oltre 66.000 euro. La Corte ha stabilito che spetta a chi chiede il rimborso dimostrare la necessità e indispensabilità delle spese sostenute. Inoltre, ha ribadito che la valutazione delle prove effettuata dal giudice di merito non può essere criticata in sede di legittimità, se non per vizi specifici non riscontrati nel caso di specie.
Continua »
Risarcimento per denuncia: la prova del dolo è decisiva
Un professionista ha citato in giudizio un ingegnere per ottenere un risarcimento danni a seguito di una denuncia penale, poi archiviata, presentata nei suoi confronti. La richiesta di risarcimento per denuncia è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato che, per configurare una denuncia calunniosa e ottenere il risarcimento, non è sufficiente la sua archiviazione, ma è indispensabile dimostrare il dolo del denunciante, ovvero la sua piena e consapevole certezza dell'innocenza della persona accusata. La mancanza di questa prova rende la domanda risarcitoria infondata.
Continua »
Interposizione fittizia: prova e motivazione del giudice
L'Amministrazione Finanziaria ha agito in giudizio per accertare un'interposizione fittizia in una compravendita immobiliare, sostenendo che il vero acquirente fosse un noto sportivo e non la società formalmente acquirente. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 151/2024, ha cassato la decisione di merito che aveva rigettato la domanda. La Corte ha ritenuto che i giudici d'appello avessero omesso di motivare il rigetto delle istanze istruttorie (interrogatori e testimonianze) decisive per provare la simulazione, violando così l'obbligo di motivazione.
Continua »
Associazione in partecipazione: no a usura e rescissione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore che denunciava l'usurarietà di un complesso rapporto commerciale per la gestione di una stazione di servizio. I giudici hanno confermato la qualificazione del contratto come associazione in partecipazione e non come locazione, escludendo così i presupposti per l'usura e la rescissione. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi del ricorso in quanto miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
Continua »
Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
Un gruppo di medici specializzandi ha citato in giudizio lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata attuazione delle direttive comunitarie sulla retribuzione. La questione centrale del caso riguarda la prescrizione medici specializzandi. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente decisione delle Sezioni Unite, ha dichiarato il diritto prescritto. Ha stabilito che, sebbene un'azione legale interrompa la prescrizione, tale effetto viene meno se il processo si estingue per inattività delle parti (perenzione), e gli atti interlocutori emessi durante tale processo non possono 'salvare' il diritto dalla prescrizione.
Continua »
Comodato d’azienda: la Cassazione esamina il caso
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso complesso riguardante la gestione di un'attività commerciale familiare. La controversia nasce da un accordo che prevedeva sia una locazione che un comodato per lo stesso immobile. La Corte d'Appello aveva ritenuto legittima la detenzione dell'immobile da parte della gestrice anche dopo la scadenza della locazione, in virtù del contratto di comodato ancora valido per la quota maggioritaria del bene. La Cassazione ha sospeso la decisione, ritenendo di particolare rilevanza due questioni: la prima, di natura sostanziale, è se un'intera azienda possa formare oggetto di un contratto di comodato d'azienda; la seconda, di natura processuale, riguarda l'ammissibilità di un ricorso incidentale tardivo. La Corte attenderà la pronuncia delle Sezioni Unite su questioni analoghe prima di decidere.
Continua »
Competenza sezioni Cassazione: il caso rimesso
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha trasferito un caso riguardante l'indennizzo per miglioramenti su un fondo agricolo dalla Terza alla Seconda Sezione Civile. La decisione si basa sulla specifica competenza sezioni Cassazione in materia di riforma fondiaria e possesso, attribuita alla Seconda Sezione secondo le tabelle interne della Corte. La pronuncia è puramente procedurale e non entra nel merito della controversia.
Continua »
Responsabilità tour operator: la Cassazione decide
Due viaggiatori hanno citato in giudizio un tour operator e una compagnia aerea a seguito di un grave ritardo del volo di ritorno da una vacanza, causato da un guasto tecnico e un atterraggio di emergenza. Il Tribunale aveva condannato solo la compagnia aerea al pagamento della compensazione pecuniaria, escludendo la responsabilità del tour operator. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto le questioni legali di notevole importanza, in particolare riguardo l'estensione della responsabilità tour operator per le mancanze dei fornitori. Per questo motivo, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione definitiva.
Continua »
Termine lungo appello: la legge applicabile è decisiva
L'ordinanza in esame affronta il tema del termine lungo appello per un'azione risarcitoria di medici specializzandi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di alcuni medici, il cui appello era stato erroneamente dichiarato inammissibile dalla Corte d'Appello per tardività. La Cassazione ha chiarito che, essendo la causa iniziata prima dell'entrata in vigore della L. 69/2009, si applica il previgente termine di un anno e non quello di sei mesi, cassando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo esame nel merito.
Continua »
Domanda nuova e opposizione a decreto ingiuntivo
In un caso di opposizione a decreto ingiuntivo, la Corte di Cassazione si trova di fronte alla questione se il creditore (formalmente convenuto) possa introdurre una domanda nuova. Rilevando un contrasto giurisprudenziale sul punto, la Corte ha sospeso la decisione e ha rinviato la causa a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite Civili, già investite della medesima questione. La controversia nasce da fatture che il debitore asseriva pagate e per le quali il creditore aveva chiesto, in subordine, l'imputazione dei pagamenti ad altri debiti.
Continua »
Errore materiale: il termine per la notifica
La Corte di Cassazione ha stabilito che la correzione di un errore materiale palese in un decreto non sospende né riapre il termine per la notifica. Nel caso esaminato, un decreto di equa riparazione indicava erroneamente il Ministero della Giustizia come debitore, ma il contesto dell'atto rendeva evidente che il soggetto corretto era il Ministero dell'Economia. La Corte ha ritenuto che i ricorrenti avrebbero dovuto notificare l'atto originale entro i termini, poiché l'errore non creava alcuna incertezza sostanziale, respingendo così il ricorso e confermando l'inefficacia del decreto notificato tardivamente.
Continua »
Danno non patrimoniale società: la Cassazione decide
Una società in nome collettivo ha richiesto un'equa riparazione per la durata irragionevole di una procedura fallimentare a suo carico, durata quasi trent'anni. La Corte d'Appello aveva rigettato la domanda, sostenendo che una società, non avendo 'fisicità', non potesse subire un turbamento psicologico. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che anche le persone giuridiche hanno diritto al risarcimento del danno non patrimoniale società. La Suprema Corte ha chiarito che tale danno non è limitato alla sola lesione della reputazione, ma comprende anche i disagi e i turbamenti subiti dalle persone fisiche che gestiscono l'ente, derivanti dalla violazione del diritto a un processo di ragionevole durata. Ha quindi cassato il provvedimento e rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Equa riparazione: quando scatta il termine?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 122/2024, chiarisce un punto cruciale sull'equa riparazione per irragionevole durata del processo. Se il creditore, dopo un'esecuzione forzata contro lo Stato, avvia anche un giudizio di ottemperanza per ottenere il pagamento, il termine per chiedere un nuovo indennizzo decorre dalla fine di quest'ultimo procedimento. La Corte considera l'intero percorso esecutivo come un unicum. Tuttavia, ha cassato la decisione precedente perché, in casi simili, devono essere citati in giudizio sia il Ministero della Giustizia sia quello dell'Economia, garantendo l'integrità del contraddittorio.
Continua »