La Corte di Cassazione interviene su un complesso caso di calunnia, chiarendo i limiti della responsabilità degli eredi. La vicenda nasce dalle accuse, poi rivelatesi infondate, mosse da una donna (poi deceduta) insieme alla figlia e alla nipote. La Corte d'Appello aveva condannato le due superstiti solo in qualità di eredi, escludendo una loro responsabilità personale. La Cassazione ha annullato tale decisione, accogliendo il ricorso delle parti offese. Secondo i giudici supremi, la corte di merito ha erroneamente ignorato prove decisive, come dichiarazioni confessorie, che indicavano un coinvolgimento diretto delle due donne. Viene così riaffermato il principio che la qualità di successore non esclude una responsabilità personale, se provata. La questione sulla responsabilità degli eredi viene quindi rinviata a un nuovo esame.
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