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Diritto Civile

Servitù di passaggio: quando non spetta il diritto
Una proprietaria ha citato in giudizio i suoi vicini per ottenere una servitù di passaggio, sostenendo di averla acquisita per usucapione, per destinazione del padre di famiglia o, in alternativa, come servitù coattiva. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello. La sentenza ha ribadito che per l'esistenza di una servitù di passaggio sono necessarie opere visibili e permanenti (come un sentiero costruito) e non un semplice uso occasionale. Inoltre, una servitù coattiva può essere negata se il peso imposto al fondo vicino è superiore al beneficio per il fondo intercluso.
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Volume tecnico: quando è costruzione per le distanze?
La Corte di Cassazione ha stabilito che una rampa garage coperta, che fuoriesce dal terreno, non può essere considerata un semplice volume tecnico irrilevante ai fini delle distanze legali. Il caso riguardava una disputa tra vicini in cui uno aveva costruito una rampa a ridosso del confine. I giudici di merito avevano escluso la violazione, ma la Cassazione ha cassato la sentenza, precisando che qualsiasi opera non completamente interrata, dotata di solidità e utilizzabilità, rientra nel concetto di "costruzione" e deve rispettare le distanze previste dai regolamenti. La Corte ha ribadito che la nozione di volume tecnico è riservata solo a opere prive di autonomia funzionale, destinate a contenere impianti serventi.
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Cessione del credito del passeggero: è valida?
Una compagnia aerea ha contestato la validità di un contratto di cessione del credito stipulato da due passeggeri con una società specializzata per ottenere la compensazione per un volo cancellato. La compagnia sosteneva che l'accordo fosse un mandato nullo o un'attività finanziaria non autorizzata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, qualificando il contratto come una legittima compravendita di credito. La Corte ha stabilito che non si tratta di un'attività finanziaria, poiché il pagamento al passeggero è condizionato al successo del recupero del credito, escludendo così la causa di finanziamento. Questa ordinanza rafforza la legittimità della prassi della cessione del credito del passeggero.
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Interposizione fittizia: prova e accordo simulatorio
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di presunta interposizione fittizia nella compravendita di un immobile. Un soggetto, co-amministratore della società venditrice, sosteneva di essere il reale acquirente per una quota del 50%, sulla base di una scrittura privata con l'acquirente formale. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che per provare l'interposizione fittizia è necessario un accordo simulatorio scritto a cui partecipino tutte e tre le parti coinvolte: il venditore, l'acquirente apparente (interposto) e l'acquirente effettivo (interponente). La sola scrittura privata tra interposto e interponente è stata ritenuta insufficiente, in quanto non dimostrava il consenso della società venditrice all'accordo simulatorio, anche se l'interponente ne era rappresentante legale.
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Privilegio studio associato: no senza prova personale
Uno studio professionale associato ha richiesto il riconoscimento di un privilegio per i propri crediti nell'ambito di una procedura fallimentare. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta, stabilendo che il privilegio studio associato spetta solo se viene fornita la prova rigorosa che la prestazione sia stata eseguita personalmente da un singolo professionista e che il compenso sia di sua pertinenza, anche se richiesto formalmente dall'associazione. La natura collettiva dell'incarico, in assenza di tale prova, esclude il diritto di prelazione.
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Privilegio studio associato: Cassazione rinvia il caso
Uno studio professionale associato ha richiesto l'ammissione privilegiata di un proprio credito nel passivo di un fallimento, ma il Tribunale ha concesso solo l'ammissione in via chirografaria. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso il merito ma ha rinviato la causa a pubblica udienza, ritenendo necessario approfondire la questione giuridica su quando spetti il privilegio allo studio associato, in particolare sul requisito della 'pertinenza' del credito al singolo professionista che ha svolto la prestazione.
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Servitù di passaggio: le opere visibili sono decisive
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7597/2024, ha chiarito i requisiti per l'apparenza di una servitù di passaggio. Il caso riguardava una disputa tra vicini in cui la Corte d'Appello aveva negato l'esistenza di una servitù per mancanza di un sentiero certo. La Cassazione ha cassato la sentenza, stabilendo che il giudice di merito ha errato nel non considerare opere visibili e permanenti, come una scaletta in muratura con cancello e illuminazione, quali elementi idonei a dimostrare l'esistenza della servitù, indipendentemente dalla precisa configurazione di un sentiero.
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Distanze tra costruzioni: la Cassazione chiarisce
Un proprietario di un immobile ha contestato la violazione delle distanze tra costruzioni da parte di un'impresa edile. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha stabilito principi fondamentali per il calcolo: la misurazione va effettuata considerando l'intera facciata degli edifici e non solo le parti prospicienti, e deve includere anche elementi aggettanti come gli sbalzi tamponati, in quanto parte integrante della sagoma del fabbricato.
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Acqua non potabile: rimborso garantito dalla Cassazione
Un utente ha citato in giudizio la propria società idrica per aver ricevuto acqua non potabile per un triennio. Dopo aver pagato le bollette per intero a seguito di una diffida, ha richiesto il rimborso del 50%. I tribunali di merito avevano respinto la domanda, applicando la prescrizione breve di un anno per i vizi della cosa. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la fornitura di acqua non potabile non è un vizio, ma un grave inadempimento contrattuale (aliud pro alio), soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Espromissione nulla: no al credito nel fallimento
Un professionista chiede l'ammissione al passivo fallimentare di un suo credito, basato su un accordo di espromissione. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando la nullità dell'accordo a causa di una condizione meramente potestativa, come già stabilito da una precedente sentenza passata in giudicato. Viene inoltre respinta la domanda subordinata per ingiustificato arricchimento, in quanto non esperibile quando la pretesa contrattuale principale è rigettata per nullità del titolo.
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Privilegio associazione professionale: la Cassazione
Un'associazione professionale ha richiesto il riconoscimento del privilegio per un credito derivante da un incarico di progettazione nell'ambito del fallimento di una S.p.A. Il tribunale di primo grado aveva negato il privilegio, ammettendo il credito solo in via chirografaria. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che il privilegio per associazione professionale spetta se si fornisce la prova rigorosa che la prestazione sia stata svolta personalmente e prevalentemente da un professionista specifico, anche se il rapporto è formalmente intestato all'associazione. La Corte ha cassato il decreto per motivazione contraddittoria e ha rinviato la causa al tribunale per una nuova valutazione.
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Consegna anticipata immobile: quando è risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7548/2024, ha stabilito che la consegna anticipata di un immobile, prevista in un contratto preliminare, non autorizza il promissario acquirente a un'occupazione illimitata. Se l'acquirente prolunga la detenzione oltre lo scopo pattuito (es. verifiche), contestando vizi solo alla scadenza del termine per il rogito, tale condotta è abusiva e fonte di risarcimento del danno per occupazione senza titolo, anche se ottiene una riduzione del prezzo per i vizi stessi.
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Prezzo appalto: la fattura non basta a provarlo
Un appaltatore ha visto respinto il suo ricorso per il pagamento integrale di lavori edili. La Corte di Cassazione ha confermato che la sola fattura emessa non è sufficiente a dimostrare il prezzo appalto concordato. In assenza di un accordo provato, è corretto determinare il compenso utilizzando i prezzari regionali come riferimento, garantendo un prezzo congruo. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale dell'appaltatore sia quello incidentale del committente, stabilendo principi chiari sulla prova del credito e sulla liquidazione delle spese legali.
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Privilegio professionista: sì allo studio associato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7531/2024, ha stabilito che un credito vantato da uno studio professionale associato può godere del privilegio professionista in un fallimento. È necessario, però, fornire una prova rigorosa che la prestazione sia stata svolta in modo personale e prevalente da un singolo associato. La Corte ha cassato la decisione del tribunale di merito che aveva negato il privilegio basandosi su una motivazione apparente e senza valutare adeguatamente le prove fornite, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Eccezione di pagamento: quando va sollevata?
Un ente di assistenza si oppone a un decreto ingiuntivo per fatture non pagate a un'agenzia di somministrazione. La controversia si concentra sulla tardività dell'eccezione di pagamento. La Corte di Cassazione chiarisce che l'eccezione di pagamento, essendo 'in senso stretto', deve essere formulata nel primo atto difensivo, ovvero l'atto di opposizione, e non può essere introdotta successivamente. La Corte ha quindi respinto il ricorso del debitore confermando la decisione d'appello che aveva ritenuto inammissibile la richiesta di scomputare somme non eccepita tempestivamente.
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Prelazione agraria: termini per il pagamento del prezzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7524/2024, ha ribadito la rigida distinzione tra i termini per il pagamento del prezzo in caso di esercizio della prelazione agraria e quelli previsti per il riscatto. Il mancato versamento del prezzo entro il termine di legge comporta la decadenza dal diritto, senza possibilità di invocare normative più favorevoli o accordi non formalizzati. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di due agricoltori che, pur avendo manifestato l'intenzione di esercitare la prelazione, non avevano provveduto al pagamento, perdendo così definitivamente il diritto.
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Responsabilità del custode: quando la colpa è tua
Una motociclista chiede il risarcimento per una caduta causata da una buca, ma la sua richiesta viene respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando che la condotta di guida imprudente della danneggiata ha interrotto il nesso causale, escludendo la responsabilità del custode della strada. La decisione sottolinea l'importanza della diligenza dell'utente della strada e dei requisiti formali per l'ammissibilità di un ricorso.
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Prelazione agraria: obbligo di nuova denuntiatio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7525/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di prelazione agraria. Se, dopo un primo tentativo di vendita fallito, il proprietario decide di vendere il fondo a un'altra persona e a un prezzo superiore, ha l'obbligo di inviare una nuova comunicazione (denuntiatio) all'affittuario titolare del diritto di prelazione. La Corte ha chiarito che la presunta mancanza di interesse dell'affittuario non esonera il proprietario da questo dovere legale, cassando la precedente decisione della Corte d'Appello.
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Responsabilità precontrattuale PA: quando è esclusa?
Una società immobiliare ha citato in giudizio un Comune per la rottura ingiustificata delle trattative relative a un contratto di locazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello. È stata esclusa la responsabilità precontrattuale PA perché la società non poteva vantare un affidamento legittimo sulla conclusione del contratto, essendo a conoscenza della necessità di specifici atti amministrativi (come l'approvazione del bilancio comunale) che non erano mai stati adottati.
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Obbligo di traduzione: sentenza in tedesco in Cassazione
La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio civile perché la sentenza impugnata, proveniente dalla Sezione di Bolzano, era redatta in lingua tedesca e non tradotta. L'ordinanza interlocutoria ribadisce l'obbligo di traduzione a carico dell'ufficio giudiziario mittente, come previsto dalla normativa speciale per il Trentino-Alto Adige, rinviando la causa in attesa del documento in lingua italiana.
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