La Corte di Cassazione chiarisce che, in presenza di una promessa di pagamento derivante da assegni prescritti, se il debitore contesta la causa del debito, l'onere della prova torna in capo al creditore. Un creditore, che aveva agito sulla base di quattro assegni, si è visto respingere la richiesta poiché non ha saputo dimostrare il rapporto fondamentale sottostante alla dazione dei titoli, a fronte della contestazione del debitore. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando che l'appello deve contenere una critica specifica alle motivazioni della sentenza di primo grado, non potendosi limitare a riaffermare la validità dei titoli di credito.
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