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Diritto Civile

Canone COSAP: obbligo anche senza concessione formale

Una società ha impugnato avvisi di pagamento per il canone COSAP relativo a impianti pubblicitari. La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di pagamento, stabilendo che il canone è dovuto per la semplice occupazione di fatto del suolo pubblico, indipendentemente da un atto formale di concessione. L’inerzia della Pubblica Amministrazione nella richiesta non costituisce rinuncia al credito, il quale si prescrive nel termine ordinario di dieci anni.

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Novazione contratto di locazione: la decisione

Una società immobiliare ha citato in giudizio un’amministrazione pubblica per il pagamento di canoni e spese relative a un immobile locato. Il cuore della disputa era stabilire se un accordo del 2009 costituisse una novazione del contratto di locazione precedente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando che l’accordo del 2009 era un contratto nuovo e distinto, e ha chiarito i limiti del sindacato di legittimità sull’interpretazione contrattuale del giudice di merito.

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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha negato la remunerazione a un medico specializzando il cui corso non era esplicitamente previsto dalle direttive europee vigenti all’epoca. La Corte ha stabilito che l’inclusione del corso nelle liste UE è un fatto costitutivo del diritto, che il giudice deve sempre verificare. Un successivo riconoscimento nazionale di conformità del corso non è sufficiente a fondare la richiesta di risarcimento del danno per la mancata attuazione delle direttive.

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Efficacia retroattiva contratto PA: Cassazione chiarisce

Una struttura sanitaria privata aveva eseguito prestazioni per un’ASL prima della firma formale del contratto. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16687/2025, ha stabilito che l’efficacia retroattiva del contratto con la Pubblica Amministrazione è pienamente legittima. La Corte ha chiarito che la necessità della forma scritta non impedisce alle parti di stabilire una data di decorrenza degli effetti antecedente alla stipula, annullando la decisione della Corte d’Appello che aveva dichiarato nullo l’accordo.

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Riduzione penale: l'interesse del creditore va valutato

Una società di costruzioni ha contestato una penale per ritardo nei lavori di restauro di una chiesa. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione sull’eccessività della penale, e quindi sulla sua eventuale riduzione, non deve basarsi solo sull’interesse del creditore al momento della firma del contratto. È necessaria una valutazione ‘dinamica’, che consideri l’equilibrio delle prestazioni e l’interesse del creditore anche al momento dell’inadempimento. La Corte ha quindi annullato la precedente sentenza, richiedendo una nuova valutazione del caso secondo questo principio di equità.

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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione

Un gruppo di medici ha citato in giudizio lo Stato per ottenere una remunerazione adeguata durante la specializzazione pre-2007. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che una serie di blocchi legislativi ha impedito l’adeguamento triennale e per l’inflazione della borsa di studio per il periodo 1992-2006. La Corte ha inoltre ribadito che le direttive comunitarie all’epoca vigenti non imponevano un importo minimo per la remunerazione dei medici specializzandi, cristallizzando così la disciplina applicabile a quel periodo.

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Vizio redibitorio: qualità promesse e onere prova

Un’azienda agricola ha citato in giudizio i suoi fornitori per averle venduto piantine di pomodoro risultate non resistenti a un virus, contrariamente a quanto promesso. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la responsabilità dei venditori e del produttore delle sementi. La decisione chiarisce aspetti fondamentali sul vizio redibitorio, sulla distinzione tra qualità promesse e tolleranza a difetti, e sulle modalità di riproposizione delle domande in appello. La Corte ha rigettato sia il ricorso principale del produttore che quello incidentale dell’azienda agricola, confermando la condanna al risarcimento dei danni per lucro cessante.

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Compenso prestazione intellettuale: la decisione

Un’associazione professionale ha citato in giudizio un proprio cliente, titolare di un’impresa individuale, per il mancato pagamento di compensi relativi a servizi contabili e fiscali. Il cliente si è opposto, sostenendo di aver subito danni a causa di errori professionali e ha presentato una domanda riconvenzionale di risarcimento. Il Tribunale, basandosi sulle conclusioni di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), ha stabilito la correttezza dell’operato del professionista e la congruità del compenso richiesto. Di conseguenza, ha condannato il cliente al pagamento della somma dovuta, ha respinto la sua domanda di risarcimento e lo ha condannato a rifondere le spese legali a tutte le parti, inclusa la compagnia assicurativa chiamata in causa dal professionista.

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Azione di arricchimento: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18496/2025, chiarisce i limiti dell’azione di arricchimento senza giusta causa. Nel caso di una vendita di quote latte non perfezionata, la Suprema Corte ha stabilito che l’azione di arricchimento è inammissibile se il soggetto danneggiato ha a disposizione altre azioni legali per ottenere un indennizzo, anche se queste azioni devono essere intentate contro soggetti terzi, come la Pubblica Amministrazione o chi ha causato il danno con una lite infondata.

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Onerosità sopravvenuta: quando il contratto resiste

La Corte di Cassazione ha stabilito che una significativa diminuzione del valore di un immobile, promesso in vendita tramite un contratto preliminare, non giustifica la risoluzione per onerosità sopravvenuta se le parti erano consapevoli di un lungo contenzioso che avrebbe ritardato la stipula del contratto definitivo. In questo caso, la svalutazione rientra nell’alea contrattuale normale, ovvero il rischio che le parti hanno implicitamente accettato. La lunga attesa rendeva prevedibile una possibile oscillazione del mercato, escludendo il carattere di evento straordinario e imprevedibile richiesto dalla legge per la risoluzione del contratto.

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Valutazione delle prove: limiti del ricorso in Cassazione

Un ente di formazione ha contestato un’ingiunzione di pagamento per un servizio di stage, sostenendo la mancata presentazione di documenti necessari per l’accesso a fondi pubblici. Dopo la conferma della condanna in Appello, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito che la valutazione delle prove spetta esclusivamente ai giudici di merito e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di legittimità, a meno che non si configuri un vizio di motivazione nei ristretti limiti previsti dalla legge.

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Risarcimento medici: la Cassazione sulla prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di un gruppo di medici che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante i corsi di specializzazione frequentati tra il 1980 e il 1994. L’ordinanza conferma il principio consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale per il diritto al risarcimento dei medici specializzandi decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, rendendo le azioni successive tardive e quindi estinte.

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Domanda di simulazione rigettata: il caso in Cassazione

Una creditrice ha intentato una causa per simulazione e azione revocatoria contro una debitrice e suo marito, sostenendo che la cessazione dell’attività commerciale della debitrice fosse un atto fittizio per sottrarre beni alla garanzia del credito. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le richieste, non ravvisando alcun atto dispositivo o negozio giuridico valido su cui fondare la domanda di simulazione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile per motivi procedurali e per la mancata contestazione della ratio decidendi della sentenza d’appello.

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Risarcimento danni ritardo: la Cassazione chiarisce

L’ordinanza analizza un caso di risarcimento danni ritardo causato da una società di distribuzione elettrica che ha tardato a rimuovere i propri cavi da un immobile, impedendone la demolizione. Il ritardo ha provocato la scadenza del permesso a demolire e un aumento dei costi. La Corte di Cassazione ha stabilito che il danno risarcibile non è solo la spesa già sostenuta, ma anche l’obbligazione a sostenerla, accogliendo il ricorso dei proprietari.

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Vizi costruttivi: accettazione e garanzia del venditore

Un acquirente cita in giudizio la società costruttrice per gravi vizi costruttivi in un immobile di nuova costruzione, come infiltrazioni d’acqua. La Corte d’Appello aveva ridotto il risarcimento, ritenendo che l’acquirente avesse accettato le ‘scelte progettuali’ che hanno causato i problemi. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la conoscenza del progetto da parte dell’acquirente non costituisce accettazione dei vizi costruttivi che compromettono la funzionalità del bene. Il costruttore è sempre responsabile per i difetti derivanti da una progettazione errata, a meno di un’accettazione esplicita successiva alla realizzazione dell’opera.

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Canone derivazione acque: obbligo anche senza uso?

Una società ha contestato il pagamento del canone derivazione acque per un pozzo mai utilizzato. La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la semplice denuncia di un pozzo fa sorgere una presunzione di utilizzo. L’onere di provare la totale inattività del pozzo per il periodo richiesto spetta all’utente, e la prova di un contratto alternativo di fornitura idrica non è stata ritenuta sufficiente.

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Dichiarazione valutaria: quando farla in aeroporto?

Una viaggiatrice diretta in Cina da Catania, con scalo a Roma, è stata sanzionata per non aver presentato la dichiarazione valutaria per una somma di oltre 90.000 euro. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione, stabilendo che l’obbligo di dichiarazione sorge già al primo aeroporto di partenza del viaggio internazionale, anche se lo scalo successivo è nazionale. La decisione chiarisce che il controllo doganale è legittimo sin dal primo imbarco.

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Simulazione assoluta e prescrizione: la Cassazione

La Corte di Cassazione affronta un caso di simulazione assoluta e prescrizione. Due promissari acquirenti, dopo aver stipulato un contratto preliminare, si vedono sottrarre l’immobile a causa di una vendita simulata orchestrata dall’erede del venditore. La Suprema Corte chiarisce che il termine di prescrizione per agire in giudizio per l’adempimento del preliminare non decorre fino a quando la vendita fraudolenta non viene dichiarata nulla con sentenza passata in giudicato. Questo perché l’atto simulato costituisce un doloso occultamento del debito che impedisce l’esercizio del diritto.

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Onere della prova: compenso professionale non provato

Una società acquista un immobile con difformità, chiede i danni ai venditori che chiamano in causa il tecnico per la sanatoria. La Cassazione chiarisce che, in assenza di prove adeguate sul compenso del tecnico, il giudice viola il principio dell’onere della prova se liquida equitativamente il danno. La sentenza d’appello è stata cassata con rinvio.

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Clausola assicurativa: interpretazione e scopo

Una società di gestione idrica si vede negare la copertura assicurativa per danni da allagamento a causa di una clausola assicurativa ambigua. La Corte di Cassazione interviene, stabilendo che l’interpretazione di una polizza non può essere illogica o svuotare il contratto del suo significato. La Suprema Corte ha chiarito che la clausola di esclusione per ‘infiltrazione di acque’ si riferiva ai danni causati alle acque stesse e non ai danni provocati dall’acqua a terzi, accogliendo il ricorso dell’azienda e ribaltando le decisioni dei gradi precedenti.

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