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Diritto Civile

Fideiussione specifica: nullità e onere della prova
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante che chiedeva la nullità di una fideiussione specifica, sostenendo fosse conforme a un modello anticoncorrenziale. La Corte ha distinto questo caso dalle fideiussioni omnibus, affermando che per la fideiussione specifica spetta al garante provare l'esistenza di un'intesa illecita a monte, prova che non è stata fornita.
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Diritto di regresso TARI: la Cassazione decide
Un soggetto che paga l'intera TARI per un immobile co-occupato ha diritto di chiedere il rimborso della quota all'altro occupante. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30167/2025, ha confermato il diritto di regresso TARI, respingendo il ricorso di un co-obbligato che contestava la propria legittimazione passiva. La Corte ha stabilito che la detenzione di fatto dell'immobile è sufficiente a creare l'obbligazione solidale, legittimando l'azione di regresso di chi ha saldato l'intero debito tributario.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante i loro corsi di specializzazione anteriori al 1991. Il caso verteva sulla questione della prescrizione medici specializzandi. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui il termine di prescrizione decennale per agire in giudizio è iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. n. 370/1999. Secondo i giudici, tale legge ha reso definitiva la consapevolezza dell'inadempimento dello Stato, cristallizzando il diritto al risarcimento e facendo partire il conteggio della prescrizione.
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Prescrizione medici specializzandi: la data decisiva
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la loro formazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha confermato il suo orientamento consolidato sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il termine decennale per agire in giudizio decorre irrevocabilmente dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Questa legge, sanando solo parzialmente l'inadempimento dello Stato, ha reso certa e definitiva la lesione del diritto per tutti gli altri medici, facendo scattare il 'dies a quo' della prescrizione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Un gruppo di medici specializzandi ha proposto ricorso in Cassazione dopo aver visto respinte le proprie richieste di risarcimento per la mancata attuazione di direttive europee. Prima della decisione, i medici hanno effettuato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l'estinzione del giudizio. Ha inoltre disposto la compensazione parziale (per tre quarti) delle spese legali, condannando i ricorrenti al pagamento della parte residua, motivando la decisione con la tardività della rinuncia e l'infondatezza del ricorso originario.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici, confermando la prescrizione del loro diritto al risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione. La Corte ha ribadito che il termine di prescrizione per i medici specializzandi decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, momento in cui l'inadempimento dello Stato è divenuto definitivo.
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Risarcimento medici specializzandi: prescrizione e dies a quo
Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive UE. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la consolidata giurisprudenza secondo cui il diritto al risarcimento medici specializzandi si prescrive in dieci anni a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/1999. La Corte ha ritenuto irrilevanti le incertezze giurisprudenziali addotte dai ricorrenti.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30154/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici. Il caso riguarda la richiesta di risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento sulla prescrizione medici specializzandi, confermando che il termine decennale per agire in giudizio decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Di conseguenza, le azioni intentate successivamente sono state considerate tardive e prescritte.
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Controcredito contestato: quando è inammissibile
Una società condannata a pagare canoni di locazione si opponeva eccependo un controcredito. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, confermando che un controcredito contestato e già oggetto di un altro giudizio non può essere utilizzato in compensazione, data la sua incertezza. L'ordinanza sottolinea anche i rigorosi oneri processuali per denunciare l'omessa pronuncia del giudice d'appello.
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Prescrizione medici: la Cassazione conferma il termine
Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento allo Stato per la mancata retribuzione durante la specializzazione negli anni '80 e '90, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte di Cassazione ha confermato che il diritto al risarcimento è estinto, ribadendo il suo orientamento consolidato secondo cui il termine di prescrizione decennale ha iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto e i ricorrenti sono stati condannati per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza in materia.
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Prescrizione risarcimento medici: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30144/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive comunitarie. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato sulla prescrizione del diritto, fissata in dieci anni con decorrenza dal 27 ottobre 1999. Data la palese infondatezza del ricorso, basato su questioni già decise innumerevoli volte, i ricorrenti sono stati condannati anche per lite temeraria. La questione sulla prescrizione del risarcimento medici è quindi definitivamente chiusa.
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Rinuncia al ricorso: spese legali e conseguenze
Un gruppo di medici, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per il risarcimento danni da tardiva attuazione di direttive comunitarie, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima dell'udienza, hanno presentato una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio ma ha condannato i medici a pagare una parte delle spese legali, motivando la decisione con la tardività della rinuncia, che non ha esonerato la controparte dal preparare le proprie difese.
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Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
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Onere della prova: Cassazione su risarcimento danni
Una società commerciale, dopo un incendio nei locali da cui era stata sfrattata, ha richiesto un risarcimento alla propria assicurazione. La richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio a causa della mancata dimostrazione dell'esistenza e del valore dei beni distrutti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, sottolineando l'importanza dell'onere della prova a carico dell'assicurato e la necessità di specificità nei motivi d'appello.
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Risarcimento specializzandi medici: prescrizione decisa
La Cassazione conferma la prescrizione del diritto al risarcimento per specializzandi medici che non ricevettero compenso per la formazione a causa della tardiva attuazione di direttive UE da parte dello Stato. Nonostante un errore procedurale della Corte d'Appello sul calcolo dei termini, la Suprema Corte ha rigettato nel merito la domanda, stabilendo che il termine di prescrizione decennale decorreva dal 27 ottobre 1999.
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Prescrizione risarcimento reato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione chiarisce le regole per il calcolo della prescrizione risarcimento reato. In un caso di lesioni, ha stabilito che il giudice civile deve qualificare autonomamente il reato per determinare il termine di prescrizione, senza essere vincolato dalle valutazioni del giudice penale. Si applica il termine di prescrizione in vigore al momento del fatto, non eventuali norme successive più favorevoli. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando che l'azione di risarcimento non era prescritta.
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Valutazione consulenza tecnica: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una struttura ospedaliera per presunti danni subiti a seguito di un intervento chirurgico. La Corte d'Appello, dopo aver disposto una nuova perizia, ne ignora le conclusioni e conferma la sentenza di primo grado basandosi sulla consulenza precedente. La Corte di Cassazione interviene, annullando la decisione per vizio di motivazione. L'ordinanza sottolinea che il giudice, di fronte a una valutazione consulenza tecnica divergente, ha l'obbligo di fornire una giustificazione approfondita e comparativa della sua scelta, non potendosi limitare a un'adesione acritica a una delle due perizie.
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Danno capacità lavorativa: prova e risarcimento
Un paziente cita in giudizio un'azienda ospedaliera per un intervento di angioplastica eseguito in ritardo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, si pronuncia sul risarcimento del danno capacità lavorativa. Viene stabilito che la sola perizia medico-legale, che attesta una percentuale di invalidità, non è sufficiente a provare il danno patrimoniale. Il danneggiato ha l'onere di dimostrare concretamente il lavoro svolto in precedenza e la conseguente perdita economica subita. In assenza di tale prova, la richiesta di risarcimento per la perdita di reddito viene respinta.
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Impugnazione incidentale tardiva: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una clinica per un intervento chirurgico non riuscito. La clinica chiama in causa il chirurgo. La domanda della paziente viene respinta, ma le spese tra lei e il chirurgo vengono compensate. Il chirurgo propone un'impugnazione incidentale tardiva per ottenere il pagamento delle spese. La Corte d'Appello la dichiara inammissibile. La Cassazione, pur correggendo la motivazione e affermando l'ammissibilità generale dell'impugnazione incidentale tardiva, rigetta il ricorso del chirurgo nel merito.
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Responsabilità scuola sci: onere della prova e terzi
Un'allieva principiante, infortunatasi durante una lezione di sci a causa della collisione con un altro sciatore, ha citato in giudizio la scuola. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che la responsabilità scuola sci è di natura contrattuale. Pertanto, non spetta all'allieva dimostrare la colpa del maestro, ma è la scuola a dover provare che l'incidente è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, non essendo sufficiente dimostrare la mera correttezza della condotta del maestro.
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