LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Bancario

Estinzione del giudizio: accordo e fine del processo
Una società aveva citato in giudizio un istituto di credito per presunte irregolarità in contratti bancari, perdendo sia in primo grado che in appello. Durante il ricorso in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. Di conseguenza, la società ha rinunciato al ricorso e la Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, con compensazione delle spese legali tra le parti.
Continua »
Domanda tardiva: termini e onere della prova
La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità di una domanda tardiva di ammissione al passivo di una banca in liquidazione coatta. Nonostante i creditori avessero ottenuto una sentenza favorevole, la loro richiesta è stata presentata oltre il termine di decadenza previsto dalla legge. La Corte ha ribadito che il creditore ha l'onere di dimostrare che il ritardo è dipeso da una causa a lui non imputabile, e che un lungo lasso di tempo trascorso dopo il passaggio in giudicato della sentenza, senza agire, costituisce un ritardo colpevole. La sentenza sottolinea la rigidità dei termini procedurali e l'inderogabilità della procedura di accertamento del passivo.
Continua »
Domicilio Digitale: appello tardivo se notificato via PEC
Un istituto di credito ha visto il proprio ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile per tardività. La Corte ha stabilito che la notifica della sentenza d'appello via PEC al domicilio digitale dell'avvocato è pienamente valida per far decorrere il termine breve di 60 giorni per l'impugnazione. La vicenda originava da una truffa su polizze vita, in cui la banca era stata condannata a risarcire una compagnia assicurativa per aver erroneamente accreditato le somme liquidate su un conto non appartenente ai beneficiari.
Continua »
Responsabilità intermediario finanziario: il caso
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di presunta appropriazione indebita da parte di un promotore finanziario ai danni di due risparmiatori. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dei risparmiatori, confermando la decisione d'appello che negava la responsabilità dell'intermediario finanziario. La decisione si fonda sulla mancata prova della dazione di somme di denaro in contanti al promotore, ritenendo questo elemento assorbente rispetto alla valutazione del nesso di occasionalità tra l'operato del promotore e l'illecito. In assenza di prove documentali certe, le dichiarazioni confessorie del promotore e altri elementi indiziari non sono stati ritenuti sufficienti per affermare la responsabilità della banca.
Continua »
Motivazione apparente: Cassazione e onere della prova
Una società ha citato in giudizio una banca per i danni derivanti da una segnalazione illegittima alla Centrale Rischi. La Corte d'Appello ha respinto la domanda per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, ravvisando una motivazione apparente, poiché i giudici di merito non avevano concretamente esaminato i documenti probatori offerti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Giurisdizione consumatore: banca estera in Italia
Una risparmiatrice italiana ha citato in giudizio due banche svizzere per investimenti finanziari andati male. La Cassazione ha stabilito la giurisdizione del consumatore italiano, ribaltando le decisioni precedenti. La Corte ha ritenuto che l'attività delle banche fosse 'diretta' verso l'Italia, anche attraverso intermediari e società del gruppo, giustificando l'applicazione del foro del consumatore previsto dalla Convenzione di Lugano.
Continua »
Estratti conto incompleti: la Cassazione decide
Una società ha citato in giudizio un istituto bancario per addebiti illegittimi, ma ha fornito estratti conto incompleti. Mentre i tribunali di primo e secondo grado hanno respinto la domanda per mancanza di prove, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. In caso di estratti conto incompleti per periodi intermedi, il giudice non può respingere automaticamente la domanda ma deve applicare specifici criteri, come l'azzeramento del saldo per i periodi non documentati, rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Mutuo usurario: la Cassazione chiarisce i limiti
Due mutuatari hanno presentato ricorso alla Suprema Corte dopo che i tribunali di merito avevano rigettato le loro accuse di mutuo usurario e anatocismo contro un istituto di credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che il suo ruolo non è quello di riesaminare le valutazioni di fatto, come il calcolo dei tassi di interesse. Ha inoltre ribadito che la decisione di ammettere o meno una consulenza tecnica d'ufficio rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese legali.
Continua »
Responsabilità oggettiva banca: il caso del promotore
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un istituto di credito per la truffa perpetrata da un suo promotore finanziario ai danni di alcuni clienti. La sentenza ribadisce il principio della responsabilità oggettiva della banca, che risponde per l'operato dei suoi preposti. Vengono inoltre chiariti i criteri per la validità delle prove calligrafiche e per la liquidazione del danno non patrimoniale, ritenuta corretta se motivata con riferimento al grave turbamento subito dalle vittime.
Continua »
Domanda tardiva: termini e onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18527/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni investitori che avevano presentato una domanda tardiva di insinuazione al passivo di un istituto di credito in liquidazione coatta. La Corte ha confermato che, a seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 181/2015, il creditore ha l'onere di dimostrare che il ritardo nella presentazione della domanda è dipeso da causa a lui non imputabile, anche per il periodo successivo alla cessazione dell'impedimento. Un ritardo di dieci mesi dal passaggio in giudicato della sentenza che accertava il credito è stato ritenuto ingiustificato.
Continua »
Interpretazione contratto bancario: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un cliente contro un istituto di credito in un caso di mutuo. La Corte ribadisce che l'interpretazione del contratto bancario è compito del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se non per violazione dei canoni legali di ermeneutica. Viene inoltre confermato il potere discrezionale del giudice nel negare una consulenza tecnica d'ufficio (CTU) quando le questioni sono di natura prettamente giuridica.
Continua »
Domanda ultratardiva: negligenza del cedente ricade sul cessionario
Una società di gestione crediti presentava una domanda ultratardiva di ammissione al passivo fallimentare, sostenendo che il ritardo non fosse a lei imputabile. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, stabilendo che il cessionario di un credito subentra nella stessa posizione del cedente, ereditandone anche la negligenza pregressa e le conseguenti preclusioni processuali. La domanda è stata quindi ritenuta inammissibile.
Continua »
Onere della prova mutuo: non basta la consegna del denaro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18516/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di onere della prova mutuo. Un individuo aveva ricevuto una somma di denaro da un istituto finanziario, ma ne contestava la natura di prestito, sostenendo facesse parte di un accordo più complesso. Le corti di merito gli avevano dato torto. La Suprema Corte ha invece cassato la decisione, affermando che chi agisce per la restituzione di una somma deve provare non solo l'avvenuta consegna del denaro, ma anche il titolo giuridico che fonda l'obbligo di restituzione. La semplice ammissione di aver ricevuto la somma da parte del convenuto non è sufficiente a invertire l'onere della prova.
Continua »
Estratti conto mancanti: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18514/2024, ha stabilito un importante principio in materia di contenzioso bancario. In un caso in cui un correntista chiedeva la restituzione di somme indebitamente pagate, ma non era in grado di produrre tutti i documenti, la Corte ha chiarito che la presenza di estratti conto mancanti non comporta automaticamente il rigetto della domanda. Il giudice di merito deve invece procedere a una ricostruzione del saldo utilizzando la documentazione disponibile e applicando il principio dell'azzeramento del saldo per i periodi non documentati. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per non aver seguito questo criterio.
Continua »
Insinuazione al passivo leasing: oneri del creditore
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società di leasing, confermando la reiezione della sua domanda di insinuazione al passivo leasing. La sentenza ribadisce che, in caso di contratto risolto prima del fallimento dell'utilizzatore, si applica l'art. 1526 c.c. e il creditore ha l'onere di presentare una domanda 'completa', fornendo una stima attendibile del valore del bene restituito per determinare il proprio credito.
Continua »
Usura sopravvenuta: la Cassazione conferma i limiti
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per usura sopravvenuta e anatocismo su una linea di credito. Dopo aver perso in primo grado e in appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che i principi sull'usura sopravvenuta, stabiliti dalle Sezioni Unite, si applicano anche alle aperture di credito e che il ricorso di legittimità non può essere utilizzato per chiedere un nuovo esame dei fatti già valutati dai giudici di merito.
Continua »
Tasso soglia usura: la Cassazione chiarisce i costi
La Cassazione, con una recente ordinanza, ha respinto il ricorso di alcuni clienti contro un istituto di credito, confermando la validità di due contratti di mutuo. La Corte ha stabilito che la commissione di estinzione anticipata non rientra nel calcolo del tasso soglia usura, in quanto non è una remunerazione per il credito. Ha inoltre dichiarato inammissibili le censure relative al calcolo degli interessi di mora e all'errata indicazione del TAEG, ribadendo i limiti del proprio sindacato di legittimità.
Continua »
Disconoscimento firma: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un fideiussore contro una società di gestione crediti. Il ricorrente aveva prima contestato la falsità della propria firma sulla fideiussione e, in un secondo momento, la conformità della copia del documento all'originale. La Corte ha stabilito che un disconoscimento firma così contraddittorio, generico e tardivo costituisce una valutazione di fatto riservata al giudice di merito, rendendo il motivo di ricorso inammissibile.
Continua »
Correzione errore materiale: come si rettifica un atto
Un istituto di credito ha richiesto la correzione di un errore materiale in un'ordinanza della Corte di Cassazione. Il provvedimento precedente indicava un importo errato di € 378.219,56 anziché quello corretto di € 327.408,52, come stabilito dalla Corte d'Appello. La Cassazione, riconoscendo l'evidente svista, ha accolto la richiesta e ordinato la rettifica della cifra, ripristinando la corretta quantificazione del debito.
Continua »
Patrimonio separato: scudo legale per le società veicolo
Una società e i suoi soci avevano ottenuto in appello la condanna di una banca e della società veicolo (SPV) cessionaria del credito. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, chiarendo che in un'operazione di cartolarizzazione, i crediti acquisiti costituiscono un patrimonio separato. Tale patrimonio è destinato esclusivamente a soddisfare i portatori dei titoli emessi per finanziare l'operazione e non può essere aggredito con domande riconvenzionali del debitore relative al rapporto con la banca originaria. L'SPV, quindi, non risponde delle passività del cedente.
Continua »