LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Bancario

Maggior danno: la prova spetta sempre al creditore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15232/2024, ha stabilito che in caso di obbligazioni pecuniarie, come quelle derivanti da un vecchio libretto di deposito, il creditore deve provare il cosiddetto 'maggior danno' derivante dalla svalutazione monetaria. La rivalutazione non è automatica. La Corte ha respinto il ricorso degli eredi di un correntista, i quali richiedevano la rivalutazione di un saldo fermo dal 1944, confermando che senza una prova specifica del danno subito, si applica il principio nominalistico.
Continua »
Prescrizione conto corrente: prova dell’affidamento
In un caso di anatocismo e interessi illegittimi su conto corrente, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un istituto di credito, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione conto corrente. Per posticipare il decorrere della prescrizione alla chiusura del conto, il cliente deve provare non solo l'esistenza di un fido, ma anche il suo specifico limite massimo. I versamenti effettuati oltre tale limite sono considerati solutori, con prescrizione che decorre dal singolo pagamento. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Onere della prova: documenti bancari e CTU
Un correntista ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente percepite, ma ha fornito solo documentazione parziale. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha rigettato il ricorso. Ha ribadito che l'onere della prova spetta al cliente e che l'ordine di esibizione dei documenti alla banca può essere negato se non si dimostra una precedente richiesta stragiudiziale. Allo stesso modo, una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) non può essere disposta se basata su prove lacunose, poiché assumerebbe un carattere meramente esplorativo.
Continua »
Nullità contratto di mutuo: TAN assente, basta TAEG?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15195/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un mutuatario che lamentava la nullità del contratto di mutuo per la mancata indicazione esplicita del T.A.N. (Tasso Annuo Nominale). La Corte ha stabilito che la nullità del contratto di mutuo non sussiste quando il tasso di interesse, seppur non esplicitato come T.A.N., è chiaramente determinabile da altri elementi contrattuali, come il T.A.E.G. e il piano di ammortamento allegato, che riportano analiticamente tutte le condizioni economiche dell'operazione, garantendo così la trasparenza richiesta dalla legge.
Continua »
Assegno per posta: concorso di colpa del mittente
Una società assicurativa invia un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria. Il titolo viene rubato e incassato da un truffatore presso un operatore di servizi postali. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15193/2024, ha stabilito che la scelta di un metodo di spedizione non sicuro integra il concorso di colpa del mittente, riducendo la responsabilità dell'intermediario che ha pagato l'assegno. La Corte ha inoltre chiarito che l'identificazione del presentatore con un solo documento di identità valido e senza palesi segni di falsificazione è sufficiente a soddisfare il requisito della diligenza professionale.
Continua »
Mark to Market: quando un contratto swap è valido?
La Cassazione ha respinto il ricorso di una società contro un istituto bancario, confermando la validità di due contratti swap. La Corte ha stabilito che l'oggetto del contratto, incluso il valore del Mark to Market, è sufficientemente determinato se i criteri per calcolarlo sono reperibili da fonti esterne pubblicamente accessibili, come i servizi informativi finanziari, anche se non esplicitati nel documento contrattuale. La funzione di copertura del rischio dei tassi di interesse è stata ritenuta causa sufficiente per la validità dei contratti.
Continua »
Interessi moratori usurari: la Cassazione chiarisce
Una cliente citava in giudizio la propria banca sostenendo che la clausola sugli interessi moratori del suo mutuo fosse usuraria. La Corte di Appello le dava ragione, dichiarando l'intero mutuo gratuito e condannando la banca alla restituzione degli interessi già pagati. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ribaltato questa decisione. Ha chiarito che la nullità per usura colpisce solo la specifica clausola degli interessi moratori usurari, lasciando validi e dovuti gli interessi corrispettivi, se lecitamente pattuiti. Pertanto, l'usurarietà degli interessi di mora non comporta la gratuità dell'intero finanziamento.
Continua »
Contestazione saldo conto corrente: onere della prova
La Corte di Cassazione analizza un caso di opposizione a decreto ingiuntivo per un debito su conto corrente. Il punto centrale riguarda la contestazione del saldo iniziale, derivante da conti precedenti. La Corte stabilisce che tale contestazione, per essere valida, deve essere sollevata tempestivamente, al massimo entro la prima memoria istruttoria. Una contestazione tardiva non fa sorgere l'onere probatorio a carico della banca di dimostrare l'origine del saldo. Di conseguenza, la Corte accoglie il ricorso della società creditrice, annullando la decisione di merito che aveva ritenuto tardiva la produzione documentale della banca a fronte di una contestazione tardiva dei debitori.
Continua »
Onere della prova accertamento negativo: chi prova?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15176/2024, ha stabilito un principio fondamentale sull'onere della prova nell'accertamento negativo. Quando un cliente agisce in giudizio per far dichiarare l'inesistenza di un debito verso la banca, spetta al cliente stesso provare i fatti che dimostrano l'infondatezza della pretesa dell'istituto di credito. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che, erroneamente, aveva invertito tale onere, ponendolo a carico della banca. Questa decisione riafferma che il principio generale sancito dall'art. 2697 c.c. si applica anche in queste fattispecie, indipendentemente dal fatto che l'azione sia stata avviata dal debitore.
Continua »
Mutuo e disponibilità giuridica: quando è valido?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15172/2024, ha stabilito che un contratto di mutuo si considera perfezionato nel momento in cui la somma viene accreditata sul conto corrente del mutuatario, garantendogliene la disponibilità giuridica. Nel caso esaminato, una famiglia aveva contestato la validità di un mutuo, i cui fondi erano stati usati per acquistare obbligazioni della stessa banca erogante. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l'effettiva messa a disposizione dei fondi è sufficiente a rendere valido il contratto, indipendentemente dall'uso successivo che ne viene fatto.
Continua »
Nullità parziale fideiussione: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un garante. Nonostante la riconosciuta nullità parziale della fideiussione per clausole anticoncorrenziali (schema ABI), la conseguente domanda di decadenza del creditore non era stata tempestivamente proposta nelle fasi di merito, risultando una domanda nuova e quindi inammissibile.
Continua »
Contratto bancario: validità senza firma della banca
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15160/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di due garanti, chiarendo che un contratto bancario è valido anche con la sola firma del cliente. La consegna di una copia non è requisito di validità ma serve alla tutela informativa. La Corte ha inoltre ribadito che la clausola "a prima richiesta" qualifica la garanzia come autonoma, respingendo le censure sulla nullità per presunte violazioni antitrust per mancanza di prove specifiche.
Continua »
Termini impugnazione opposizione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia di opposizione esecutiva. La decisione si fonda sulla tardività dell'impugnazione, poiché i termini impugnazione opposizione non sono soggetti alla sospensione feriale, regola che si estende a ogni fase e grado del giudizio, inclusa la fase di legittimità.
Continua »
Riassunzione giudizio: soci garanti e società estinta
La Cassazione chiarisce che la riassunzione del giudizio, interrotto per cancellazione della società debitrice, è valida se effettuata nei confronti dei soci che erano anche garanti. Non sussiste litisconsorzio necessario tra debitori e fideiussori, e i motivi di nullità della fideiussione devono essere proposti tempestivamente, non in comparsa conclusionale. La Corte ha rigettato i ricorsi dei garanti.
Continua »
Mutatio libelli e ricorso: perché è inammissibile
Un cliente bancario ha modificato la sua domanda in corso di causa, introducendo una violazione antitrust (mutatio libelli). La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il ricorrente non ha contestato una delle autonome ragioni della decisione d'appello, rendendo l'impugnazione inutile.
Continua »
Estinzione del processo: rinuncia al ricorso in Cassazione
Una società aveva impugnato una sentenza della Corte d'Appello relativa a presunte irregolarità in contratti di mutuo, come usura e anatocismo. Tuttavia, una volta giunta in Cassazione, la società ha formalmente rinunciato al proprio ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l'estinzione del processo, senza pronunciarsi nel merito della controversia e senza disporre sulle spese, data l'assenza di attività difensiva della controparte.
Continua »
Istanze istruttorie: la rinuncia in precisazione
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso di una società e dei suoi fideiussori contro un istituto di credito. L'ordinanza chiarisce che le istanze istruttorie, se non specificamente reiterate in sede di precisazione delle conclusioni, si intendono rinunciate, precludendo la possibilità di riproporle in appello. Viene inoltre confermata la validità della prova del credito fornita dalla banca tramite estratti conto non contestati.
Continua »
Fideiussione omnibus e onere della prova: Cassazione
Una garante ha contestato un ordine di pagamento, sostenendo che la sua fideiussione omnibus fosse nulla per violazione delle norme antitrust, in quanto replicava lo schema ABI. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la mancata produzione da parte della garante di prove essenziali, come il provvedimento della Banca d'Italia e il modello contrattuale ABI. La Corte ha ribadito che la valutazione di una perizia tecnica e dei documenti da parte dei tribunali di merito costituisce un accertamento di fatto non riesaminabile in sede di legittimità, confermando il rigoroso onere della prova a carico di chi eccepisce la nullità.
Continua »
Ripetizione dell’indebito: quando non c’è pagamento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15149/2024, ha accolto il ricorso di un istituto di credito, stabilendo un principio fondamentale in materia di ripetizione dell'indebito nei rapporti bancari. Il caso riguardava la richiesta di restituzione di somme da parte di una società per anatocismo e altre spese illegittime. La Corte ha chiarito che, per poter agire con l'azione di ripetizione dell'indebito, è necessario dimostrare l'esistenza di un effettivo "pagamento" da parte del correntista, e non è sufficiente la semplice annotazione contabile di addebiti illegittimi. Mancando la prova di un versamento, la richiesta di restituzione è infondata. La sentenza d'appello è stata cassata con rinvio.
Continua »
Assegno circolare prescritto: chi ha diritto al rimborso?
Un creditore riceve due assegni circolari da un istituto bancario a seguito di un pignoramento. Gli assegni vengono smarriti e ritrovati solo dopo la scadenza del termine di prescrizione triennale. Il creditore fa causa alla banca per ottenere il pagamento, ma la Corte di Cassazione respinge la domanda. La sentenza chiarisce che con un assegno circolare prescritto, il beneficiario perde ogni diritto cartolare verso la banca emittente e non ha più interesse ad agire per il pagamento, essendo l'obbligazione della banca adempiuta con la prima emissione dei titoli.
Continua »