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Giurisprudenza Civile

Tempestività dell’impugnazione e onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società, confermando la decisione di inammissibilità dell'appello per tardività. La sentenza chiarisce che la tempestività dell'impugnazione deve essere provata dalla parte che impugna, specialmente quando vi è discordanza tra la data di deposito e quella di pubblicazione della sentenza. La Corte ha stabilito che la conoscibilità legale della sentenza coincide con il suo inserimento nell'elenco cronologico della cancelleria, momento dal quale decorrono i termini per appellare.
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Nesso causale e denuncia: quando il Comune non paga
Una cittadina ha citato in giudizio un Comune per ottenere un risarcimento danni, sostenendo che un procedimento penale per presunto abuso edilizio, dal quale è stata assolta, fosse scaturito dalla mancata attivazione di un procedimento amministrativo preliminare da parte dell'ente. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della decisione è la mancanza di prova del nesso causale tra l'omissione del Comune e il danno lamentato, poiché l'azione penale è stata un'iniziativa autonoma del Pubblico Ministero, atto che interrompe la catena di causalità.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia tra un condominio e una società di telecomunicazioni riguardo un contratto di locazione per l'installazione di antenne. La decisione non entra nel merito della validità del contratto, ma si fonda sulla rinuncia formale ai rispettivi ricorsi, principale e incidentale, presentata dalle parti. Di conseguenza, il processo si è concluso con la compensazione delle spese legali tra tutti i soggetti coinvolti.
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Rilascio immobile: rigetto del ricorso per urgenza
Un proprietario ha richiesto il rilascio immobile in via d'urgenza da parte di un'occupante senza titolo. Il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso, non ravvisando la sussistenza di un pregiudizio imminente e irreparabile (periculum in mora), poiché il danno lamentato, di natura prettamente economica, è risarcibile e non è stato provato un rischio concreto di deterioramento del bene.
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Errore materiale condanna spese: correzione Cassazione
La Corte di Cassazione ha corretto una propria ordinanza che conteneva un errore materiale condanna spese. Inizialmente, la Corte aveva erroneamente condannato la parte vittoriosa (alcuni risparmiatori) a pagare le spese legali alla parte soccombente (un istituto finanziario). Riconoscendo l'evidente refuso, la Corte ha emendato la decisione, ponendo correttamente a carico dell'istituto finanziario soccombente tutte le spese di lite, in applicazione del principio della soccombenza.
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Litispendenza: quando due cause sono identiche?
Una società propone ricorso in Cassazione contro la decisione di un Tribunale che aveva dichiarato la litispendenza tra la sua causa e un'altra pendente in Appello. La società sosteneva che le domande non fossero identiche. La Corte di Cassazione, rilevando la pendenza di un altro ricorso connesso tra le stesse parti, ha emesso un'ordinanza interlocutoria di rinvio a nuovo ruolo per valutare la riunione dei due procedimenti, senza decidere nel merito la questione della litispendenza.
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Inefficacia sublocazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14505/2024, ha stabilito che l'inefficacia del contratto di sublocazione deriva direttamente dall'inopponibilità del contratto di locazione principale al nuovo proprietario, subentrato a seguito di pignoramento. Se la locazione principale, trascritta dopo il pignoramento, non è valida nei confronti del nuovo acquirente, anche il contratto di sublocazione perde ogni efficacia, obbligando il sublocatore alla restituzione del deposito cauzionale.
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Prescrizione Vittime del Dovere: la Cassazione decide
Un beneficiario, riconosciuto come 'vittima del dovere', ha richiesto l'adeguamento del suo assegno vitalizio. Il Ministero competente si è opposto, eccependo la prescrizione quinquennale del diritto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero, stabilendo che la richiesta di adeguamento e rivalutazione delle somme dovute alle vittime del dovere è soggetta alla prescrizione ordinaria decennale, e non a quella breve di cinque anni. La Corte ha chiarito che il termine più lungo si applica in quanto si tratta di crediti di natura assistenziale non ancora 'liquidati', cioè non resi pienamente disponibili al creditore dall'amministrazione.
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Cessione azienda bancaria: chi paga i debiti?
Una società ha citato in giudizio il proprio istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente percepite su un conto corrente, poi estinto. Successivamente, la banca è stata posta in liquidazione e un'altra banca ha acquisito un suo ramo d'azienda. La Corte d'Appello ha negato la responsabilità della banca acquirente, sostenendo che il rapporto, essendo già estinto al momento della cessione azienda bancaria, non rientrava nel perimetro delle passività trasferite. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha rinviato la decisione per trattare la questione insieme ad altri casi analoghi, data la sua rilevanza.
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Ricongiungimento familiare: estinzione per rinuncia
Un cittadino straniero ha avviato un ricorso d'urgenza per l'inerzia dell'amministrazione nel fissare un appuntamento per il ricongiungimento familiare, nonostante il possesso del nulla osta. A seguito del ricorso, l'amministrazione ha concesso l'appuntamento, inducendo il ricorrente a rinunciare agli atti. Il Tribunale ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti a causa del comportamento processuale dell'amministrazione.
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Contribuzione previdenziale: un diritto irrinunciabile
Un lavoratore ha richiesto il corretto calcolo della contribuzione previdenziale per il suo prepensionamento. La Corte d'Appello aveva rigettato la domanda basandosi su un accordo transattivo. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il diritto a una corretta contribuzione previdenziale è indisponibile e non può essere oggetto di rinuncia tramite transazione, data la sua natura pubblica e obbligatoria. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Prescrizione vittime del dovere: decennale, non breve
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14489/2024, ha rigettato il ricorso del Ministero della Difesa, stabilendo che la prescrizione per i benefici economici dovuti alle vittime del dovere è di dieci anni e non di cinque. Questa decisione si fonda sulla natura assistenziale di tali prestazioni e sul principio che il termine decennale si applica ai crediti non ancora liquidati, ovvero non determinati nel loro esatto ammontare tramite un completo procedimento amministrativo. La Corte ha ribadito che la prescrizione vittime del dovere segue la regola più lunga per garantire una maggiore tutela.
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Assegnazione alloggio popolare: no a leggi successive
Una cittadina, occupante un alloggio pubblico, si è vista respingere la richiesta di assegnazione formale. La sua domanda si basava su una legge che richiedeva l'occupazione entro una data specifica, requisito che non è riuscita a provare. Successivamente, ha tentato di avvalersi di una nuova legge più permissiva, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso. La Corte ha stabilito che la nuova legge non è retroattiva e che invocarla costituisce una domanda nuova, inammissibile nelle fasi avanzate del processo. La decisione conferma che i requisiti per l'assegnazione alloggio popolare devono esistere al momento della richiesta originaria e che una semplice autodichiarazione non è prova sufficiente.
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Obbligo di repêchage: reintegro se violato
Una lavoratrice viene licenziata per giustificato motivo oggettivo. La Cassazione, accogliendo il suo ricorso, stabilisce che la violazione dell'obbligo di repêchage da parte del datore di lavoro integra l'insussistenza del fatto e comporta la reintegrazione nel posto di lavoro, non un semplice indennizzo, alla luce delle recenti sentenze della Corte Costituzionale.
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Criteri scelta CIGS: legittimità e accordi sindacali
Una lavoratrice ha impugnato il suo collocamento in Cassa Integrazione a zero ore, sostenendo la genericità dei criteri di scelta adottati dall'azienda. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo la legittimità dei criteri scelta CIGS basati sulla non fungibilità delle mansioni e concordati con le organizzazioni sindacali. Secondo la Corte, tali criteri, seppur non nominativi, erano sufficientemente specifici da consentire una verifica ex ante e non arbitraria, escludendo dalla rotazione le posizioni professionali infungibili e strategiche per la riorganizzazione aziendale.
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Responsabilità Ufficiale Giudiziario: quali limiti?
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dell'ufficiale giudiziario che aveva rifiutato di eseguire un pignoramento, ritenendo invalido il titolo esecutivo nonostante la presenza della formula esecutiva. La Corte ha chiarito che il potere dell'ufficiale è limitato a un controllo meramente formale e non può estendersi a una valutazione di merito, che spetta esclusivamente all'autorità giudiziaria. Di conseguenza, il rifiuto è stato considerato illegittimo e fonte di danno risarcibile.
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Revocatoria Fallimentare: imposta proporzionale o fissa?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14473/2024, ha stabilito che la pronuncia giudiziale di accoglimento di una revocatoria fallimentare relativa a un pagamento è soggetta a imposta di registro in misura proporzionale (3%) e non fissa. La Corte ha chiarito che tale sentenza non annulla l'atto originario, ma determina un effettivo trasferimento di ricchezza a favore della massa fallimentare, configurandosi come una condanna al pagamento di somme di denaro. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale costante, distinguendo nettamente gli effetti della revocatoria di pagamenti da quelli relativi ad atti come le compravendite immobiliari.
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Obblighi informativi intermediario: no a ricorsi generici
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un investitore contro un intermediario finanziario. Il caso riguardava le perdite subite in operazioni su derivati e i presunti inadempimenti agli obblighi informativi dell'intermediario. La Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, sottolineando la genericità delle contestazioni dell'investitore e la sua condotta contraddittoria, respingendo la richiesta di risarcimento danni per la chiusura delle posizioni in perdita.
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Dichiarazione falsa: licenziamento legittimo?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento di una dipendente pubblica per aver omesso di dichiarare due precedenti condanne penali al momento dell'assunzione. La Corte ha stabilito che la dichiarazione falsa viola i doveri di correttezza e buona fede, alterando il quadro conoscitivo dell'amministrazione e giustificando la risoluzione del rapporto di lavoro, a prescindere dalla natura dei reati omessi o dalla loro successiva estinzione.
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Indennità prima sistemazione: spetta ai non statali?
Una dirigente di un ente pubblico previdenziale si è vista negare l'indennità di prima sistemazione dopo un trasferimento d'ufficio, in base a una legge del 2011 volta a ridurre la spesa pubblica. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto a ricevere l'indennità, stabilendo che la norma che sopprimeva tali benefici si applica esclusivamente ai dipendenti statali e non al personale degli enti pubblici non statali, la cui disciplina è demandata alla contrattazione collettiva e a specifiche norme di settore.
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