LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Giurisdizione giudice amministrativo: il caso dei canoni
Una società di telecomunicazioni contesta una maggiorazione su un canone per occupazione di suolo pubblico imposta da un ente comunale. La Corte di Cassazione stabilisce che la controversia rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo, e non di quello ordinario, poiché l'opposizione si fonda sulla presunta illegittimità del regolamento comunale che ha introdotto la maggiorazione, mettendo così in discussione l'esercizio del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione.
Continua »
Revoca contributo pubblico: limiti del giudice
La Corte di Cassazione conferma la revoca di un contributo pubblico a un'azienda agricola che aveva costruito un'abitazione residenziale anziché un edificio rurale. La sentenza ribadisce che il giudice ordinario può valutare solo la legittimità dell'atto amministrativo e non il merito, dichiarando inammissibile il ricorso e condannando la ricorrente per abuso del processo.
Continua »
Credito subappaltatore fallimento: no alla prededuzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22834/2024, ha stabilito che in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa dell'appaltatore di un'opera pubblica, il credito del subappaltatore non gode di prededuzione. La speciale tutela prevista dal Codice dei Contratti Pubblici, che consente alla stazione appaltante di sospendere i pagamenti all'appaltatore inadempiente verso il subappaltatore, non si applica una volta sciolto il contratto per insolvenza. Pertanto, il subappaltatore è considerato un creditore concorsuale come gli altri, soggetto al principio della 'par condicio creditorum'.
Continua »
Assegno sociale: spetta anche con rinuncia al mantenimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22833/2024, ha stabilito che la rinuncia all'assegno di mantenimento in sede di separazione consensuale non preclude il diritto a percepire l'assegno sociale. Il requisito fondamentale è lo stato di bisogno effettivo, basato sui redditi realmente percepiti e non su quelli potenziali a cui si è rinunciato. La Corte ha cassato la decisione dei giudici di merito che avevano negato il beneficio, affermando che la legge non richiede che lo stato di bisogno sia 'incolpevole'.
Continua »
Attrazione fallimentare: confini e competenza
Un'ordinanza interlocutoria della Cassazione esamina il caso di un'azione di regolamento di confini promossa contro una società fallita e un'altra società in bonis. La Corte d'Appello aveva dichiarato la domanda improponibile per attrazione fallimentare. La Cassazione, riconoscendo la complessità della questione, soprattutto in presenza di un litisconsorzio necessario con un soggetto non fallito, ha rimesso la causa alla pubblica udienza per ottenere precisazioni nomofilattiche sull'ambito di applicazione delle azioni esperibili al di fuori della procedura concorsuale.
Continua »
Compensazione atecnica e aiuti PAC: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22827/2024, ha confermato la legittimità della cosiddetta "compensazione atecnica" tra i crediti di un'azienda agricola per aiuti comunitari (PAC) e i suoi debiti verso la Regione per il superamento delle quote latte. La Corte ha stabilito che, poiché entrambe le posizioni derivano dall'unico e complesso rapporto della Politica Agricola Comune, si tratta di un mero accertamento contabile di dare e avere, non soggetto ai limiti della compensazione ordinaria, come l'impignorabilità dei crediti.
Continua »
Disoccupazione soci cooperative: no ai contributi pre-2013
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22797/2024, ha stabilito che per i soci lavoratori di cooperative rientranti nel d.P.R. 602/1970, l'assicurazione contro la disoccupazione è stata estesa solo a partire dal 1° gennaio 2013. Pertanto, i contributi versati prima di tale data non possono essere utilizzati per maturare il diritto all'indennità. La Corte ha accolto il ricorso dell'ente previdenziale, riformando la decisione di merito che aveva riconosciuto il diritto dei lavoratori. Si afferma così il principio della non retroattività della tutela per la disoccupazione soci cooperative, introdotta dalla legge n. 92 del 2012.
Continua »
Prededuzione e successione: limiti di opponibilità
Un istituto di credito finanziava una società in concordato preventivo, ottenendo il beneficio della prededuzione. Successivamente, la società cedeva la propria azienda a una nuova entità, che in seguito falliva. La richiesta della banca di vedere riconosciuta la prededuzione nel fallimento della nuova società è stata respinta. La Corte di Cassazione ha confermato che la prededuzione è una qualità procedurale legata alla specifica procedura concorsuale del debitore originario e non si trasferisce a un soggetto giuridico diverso, neppure in caso di successione aziendale.
Continua »
Responsabilità avvocato: compenso negato per negligenza
La Corte di Cassazione ha negato il compenso a un avvocato per l'assistenza in una procedura di concordato preventivo, poi fallita. La decisione si fonda sulla grave negligenza del professionista, che non ha vigilato sulla correttezza della relazione dell'attestatore, rendendo la sua prestazione del tutto inutile per il cliente. La Suprema Corte ha qualificato tale condotta come un totale inadempimento contrattuale, che giustifica il mancato pagamento del corrispettivo.
Continua »
Compenso professionale: quando l’avvocato non ha diritto
Un professionista ha richiesto il pagamento delle sue parcelle per l'assistenza in una procedura di concordato preventivo, poi fallita. La Corte di Cassazione ha negato il diritto al compenso professionale a causa della grave negligenza e imperizia dimostrate dal legale. Gli errori commessi, come la redazione di un piano non conforme e la violazione delle norme sulla soddisfazione dei creditori, hanno reso la sua prestazione totalmente inutile e configurato un grave inadempimento contrattuale, giustificando il mancato pagamento.
Continua »
Compenso professionale: niente parcella se c’è imperizia
Un professionista agisce per ottenere il pagamento dei suoi onorari relativi alla redazione di un piano di concordato preventivo per una società, successivamente dichiarata fallita. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, negando il diritto al compenso professionale a causa della grave negligenza e imperizia dimostrate dal professionista nell'esecuzione dell'incarico. La prestazione, resa in modo del tutto inidoneo, è stata qualificata come un totale inadempimento contrattuale, legittimando il rifiuto del pagamento.
Continua »
Prededuzione del credito: non si trasferisce al fallito
Una società finanziatrice aveva concesso un credito, beneficiando della prededuzione, a un'impresa in concordato preventivo. Quest'ultima ha poi ceduto la propria azienda a una seconda società, che è successivamente fallita. La società cessionaria del credito ha tentato di far valere la prededuzione nel fallimento della seconda impresa. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, statuendo che la prededuzione del credito è una qualità procedurale legata soggettivamente all'impresa che l'ha originata e non si trasferisce al fallimento di un soggetto diverso, neanche in caso di cessione d'azienda.
Continua »
Distanze tra costruzioni: i balconi si calcolano
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22765/2024, ha rigettato il ricorso di due proprietari che avevano costruito un edificio senza rispettare le distanze legali dal vicino. La Corte ha confermato che nel calcolo delle distanze tra costruzioni devono essere inclusi anche i balconi aggettanti. Inoltre, ha validato la motivazione 'per relationem' della Corte d'Appello, poiché i motivi di gravame erano una mera riproposizione delle difese di primo grado. L'appello era stato comunque respinto in via preliminare per la perdita di proprietà dell'immobile da parte dei ricorrenti durante il giudizio.
Continua »
Rifiuto test DNA: prova decisiva per la paternità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22732/2024, ha ribadito un principio fondamentale nel diritto di famiglia: il rifiuto test DNA ingiustificato da parte del presunto padre costituisce un elemento di prova talmente significativo da poter, da solo, fondare la dichiarazione giudiziale di paternità. La Corte ha chiarito che tale comportamento processuale, valutabile dal giudice ai sensi dell'art. 116 c.p.c., assume un valore indiziario elevatissimo, rendendo superflua la valutazione di altre prove, come una registrazione telefonica, che diventano argomenti secondari.
Continua »
Revocazione sentenza civile: effetti dell’assoluzione
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della revocazione sentenza civile. Un'assoluzione penale ottenuta in sede di revisione non annulla automaticamente la precedente condanna civile al risarcimento del danno. Il ricorso per revocazione è stato dichiarato inammissibile per non aver rispettato il principio di autosufficienza, non avendo il ricorrente fornito le prove necessarie a sostegno della sua domanda.
Continua »
Giudicato esterno: effetti sul licenziamento
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda contro il licenziamento di una dipendente. La decisione si fonda sull'esistenza di un giudicato esterno, formatosi in un altro processo tra le stesse parti, che aveva già accertato in via definitiva la natura a tempo indeterminato del rapporto di lavoro. Tale giudicato esterno ha risolto la controversia, rendendo illegittimo il recesso basato sulla presunta scadenza del termine.
Continua »
Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione interviene su un conflitto di giurisdizione tra un tribunale ordinario e una sezione specializzata in materia di impresa. Il caso riguarda l'opposizione a un decreto ingiuntivo e una domanda riconvenzionale per la nullità di una fideiussione basata su violazioni della normativa antitrust. La Suprema Corte stabilisce la separazione delle cause: il tribunale ordinario che ha emesso il decreto è competente per l'opposizione, mentre la sezione imprese è competente per la domanda riconvenzionale sulla competenza fideiussione antitrust, riaffermando il carattere inderogabile della competenza funzionale del giudice dell'opposizione.
Continua »
Elezione di domicilio: la Cassazione chiarisce la prova
Una società creditrice notifica un precetto a una società debitrice estera, effettuando un'elezione di domicilio in una città italiana dove presume esistano beni pignorabili. La società debitrice contesta la competenza di quel tribunale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, stabilisce che la competenza è correttamente radicata nel luogo dell'elezione di domicilio, a condizione che il creditore fornisca la prova, anche solo di crediti ipotetici verso terzi, della presenza di beni del debitore in quel circondario. Viene così chiarito l'onere probatorio a carico del creditore.
Continua »
Licenziamento illegittimo: quando scatta la reintegra?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22300/2024, ha stabilito che in caso di licenziamento illegittimo per giustificato motivo oggettivo, qualora il fatto posto a base del recesso si riveli insussistente, il giudice deve ordinare la reintegrazione del lavoratore. La Corte ha applicato i principi sanciti da due sentenze della Corte Costituzionale, eliminando la necessità che l'insussistenza del fatto sia "manifesta". Il caso riguardava un marinaio licenziato per il disarmo di un motopeschereccio, una circostanza poi ritenuta non sufficiente a giustificare il licenziamento.
Continua »
Addebito per violenza: l’infedeltà non conta
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un marito contro l'addebito per violenza, a cui era stata attribuita la colpa esclusiva della separazione. L'uomo sosteneva che l'infedeltà precedente della moglie fosse la vera causa della crisi. La Corte ha stabilito che la violenza fisica è una violazione talmente grave dei doveri coniugali da essere considerata la causa principale della rottura, rendendo irrilevanti altri comportamenti, specialmente se superati da una riconciliazione.
Continua »