La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16669/2024, chiarisce i limiti degli effetti della confessione. Nel caso esaminato, due garanti di un debito bancario avevano ipotecato i loro beni a favore di una propria società, confessando un debito verso di essa. La Corte ha stabilito che tale confessione non ha valore probatorio nei confronti della banca creditrice, poiché il fatto dichiarato, pur essendo formalmente sfavorevole ai dichiaranti, in realtà li avvantaggiava sottraendo beni alla garanzia del creditore terzo. La confessione, per essere efficace, deve essere sfavorevole al dichiarante e favorevole alla controparte processuale, non a un terzo.
Continua »