LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Licenziamento cambio appalto: obbligo di repêchage

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1382/2025, ha stabilito che in caso di licenziamento per cambio appalto, l’azienda uscente conserva l’obbligo di repêchage anche se il lavoratore viene immediatamente riassunto dalla nuova azienda appaltatrice. La riassunzione è una tutela aggiuntiva e non sostituisce gli obblighi del precedente datore di lavoro, il cui recesso è soggetto alle regole del licenziamento individuale e non a quelle del licenziamento collettivo.

Continua »
Onere della prova fallimento: chi dimostra i requisiti?

La Corte di Cassazione ha confermato la dichiarazione di fallimento di una società, ribadendo un principio fondamentale: l’onere della prova fallimento spetta al debitore. Quest’ultimo deve dimostrare con documentazione attendibile di non superare le soglie dimensionali previste dalla legge. Nel caso di specie, i documenti prodotti sono stati giudicati inattendibili e contraddittori, portando alla reiezione del ricorso e alla conferma dello stato di insolvenza, evidenziato anche da un singolo, ma significativo, inadempimento.

Continua »
Transazione commerciale: interessi a strutture sanitarie

Una struttura sanitaria privata ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per il mancato pagamento di prestazioni. La Corte di Cassazione ha stabilito che il contratto tra una struttura sanitaria privata accreditata e l’amministrazione pubblica rientra nella nozione di transazione commerciale. Di conseguenza, in caso di ritardo nei pagamenti, la struttura ha diritto agli interessi di mora maggiorati previsti dal D.Lgs. 231/2002. La sentenza della Corte d’Appello, che aveva negato tali interessi, è stata annullata con rinvio.

Continua »
Interessi per ritardato pagamento: quando sono dovuti

Una struttura sanitaria privata si è rivolta ai tribunali per ottenere il pagamento degli interessi su somme corrisposte in ritardo da un’azienda sanitaria pubblica. La Corte d’Appello aveva negato tale diritto in assenza di una formale richiesta di pagamento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: per i crediti liquidi ed esigibili, gli interessi per ritardato pagamento decorrono automaticamente dalla scadenza del termine, senza necessità di costituzione in mora del debitore. La Suprema Corte ha chiarito che la regola generale dell’art. 1282 c.c. prevede la produzione di interessi “di pieno diritto” e che la messa in mora rileva solo per ulteriori profili risarcitori.

Continua »
Licenziamento ritorsivo: quando è nullo? Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di licenziamento ritorsivo. Un lavoratore, fratello del socio di maggioranza della società e proprietario dei locali aziendali, era stato licenziato per motivi oggettivi dopo aver intimato lo sfratto alla società. La Corte d’Appello aveva già dichiarato il licenziamento illegittimo in quanto ritorsivo. La Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso dell’azienda per vizi procedurali, consolidando di fatto la condanna per licenziamento ritorsivo.

Continua »
Omessa pronuncia e usucapione in condominio

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di disputa sulla proprietà di aree adiacenti a un edificio condominiale. I ricorrenti sostenevano la natura comune delle aree o, in subordine, di averle acquisite per usucapione. La Corte d’Appello aveva confermato la proprietà esclusiva in capo alle resistenti, basandosi sull’interpretazione dei titoli di acquisto. La Cassazione ha rigettato il primo motivo di ricorso, relativo all’errata interpretazione dei contratti, ma ha accolto il secondo, ravvisando un vizio di omessa pronuncia. La Corte d’Appello, infatti, non si era espressa sulla domanda di usucapione, pur essendo stata ritualmente proposta. Di conseguenza, la sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame limitatamente a tale punto.

Continua »
Inquadramento professionale superiore: la patente basta?

Un lavoratore ha richiesto un inquadramento professionale superiore basando la sua pretesa sull’uso di un muletto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per ottenere un livello superiore non basta svolgere una singola mansione o possedere una specifica abilitazione. È necessario che l’insieme delle attività lavorative corrisponda ai requisiti di autonomia e competenza tecnica qualificata previsti dal contratto collettivo per quel livello.

Continua »
Spese CTU esenzione: la Cassazione chiarisce

Un cittadino, pur ottenendo il riconoscimento di un requisito sanitario in una causa contro un ente previdenziale, veniva condannato a pagare le spese della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU). La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che le spese CTU godono dell’esenzione prevista per le cause di previdenza e assistenza. La Corte ha ribadito che tali costi rientrano a pieno titolo nelle spese processuali e, pertanto, non possono essere addebitati al cittadino soccombente che possiede i requisiti per l’esenzione.

Continua »
Contratti a progetto: quando si convertono in lavoro

La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione amministrativa a carico del legale rappresentante di una cooperativa sociale per l’uso illegittimo di contratti a progetto. La sentenza stabilisce che se un contratto di collaborazione non individua uno specifico progetto, si converte automaticamente in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dalla sua costituzione. La Corte ha inoltre respinto la tesi della buona fede, chiarendo che precedenti ispezioni senza rilievi non generano un legittimo affidamento.

Continua »
Usucapione prova possesso: la Cassazione decide

Un caso di rivendica di un terreno basato sull’usucapione e la relativa prova del possesso. La Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. L’appello è stato dichiarato inammissibile per il principio della ‘doppia conforme’, che impedisce un nuovo esame dei fatti quando due sentenze di merito concordano sulla ricostruzione della vicenda.

Continua »
Tempestività opposizione: verifica ex officio del giudice

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale in materia processuale. La verifica della tempestività opposizione a un atto è un dovere del giudice che deve essere svolto d’ufficio. Di conseguenza, le argomentazioni di una parte su tale punto, anche se precisate in un secondo momento, non possono essere considerate come una domanda nuova e inammissibile. Nel caso specifico, un contribuente si era opposto a una cartella di pagamento e la Corte ha stabilito che i giudici di merito avevano errato nel non considerare le sue ragioni sulla proroga del termine di scadenza, caduto in un giorno festivo.

Continua »
Legittimazione avvocato patrocinio: chi si oppone?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un avvocato che contestava l’importo delle spese legali liquidate in un caso di patrocinio a spese dello Stato. La sentenza chiarisce un principio fondamentale sulla legittimazione avvocato patrocinio: solo la parte assistita, e non il suo difensore in proprio, ha il diritto di opporsi al provvedimento di liquidazione. Il legale deve percorrere altre vie per tutelare il proprio diritto al compenso.

Continua »
Trasferimento proprietà immobiliare: la Cassazione decide

Un Comune ricorre in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello che lo condannava a rilasciare un immobile a un’Azienda Sanitaria. Il fulcro della disputa è la validità del trasferimento proprietà immobiliare, che secondo il Comune non sarebbe mai avvenuto formalmente. La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità delle questioni di diritto sollevate, ha rinviato la causa alla pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora pronunciarsi nel merito.

Continua »
Compenso avvocato: liquidazione e patrocinio a Stato

Un avvocato contesta la liquidazione del proprio compenso in un caso di patrocinio a spese dello Stato, ritenendola troppo bassa. La Corte di Cassazione respinge il ricorso, chiarendo i criteri per la determinazione dello scaglione di valore nelle cause di valore indeterminabile ma di bassa complessità. La Corte stabilisce che il compenso avvocato con patrocinio a spese dello Stato può essere inferiore alla media tariffaria, purché superiore ai minimi, bilanciando così decoro professionale e contenimento della spesa pubblica.

Continua »
Conguaglio contributi: la Cassazione sui termini

La Corte di Cassazione ha stabilito che, per il conguaglio contributi relativi a integrazioni salariali anticipate dal datore di lavoro, il termine di decadenza semestrale è rispettato con il solo atto contabile del pagamento. La successiva e tardiva trasmissione del flusso telematico (UNIEMENS) non fa perdere il diritto al rimborso, in quanto rappresenta un adempimento separato, finalizzato al controllo da parte dell’Ente Previdenziale e non al perfezionamento del conguaglio stesso.

Continua »
Doppio contributo unificato: correzione errore materiale

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza, ha corretto un proprio precedente provvedimento per un errore materiale. Nella sentenza originale, che rigettava il ricorso di un cittadino, era stata omessa la dichiarazione relativa all’obbligo di pagamento del doppio contributo unificato a carico della parte soccombente. L’ordinanza attuale rimedia a questa dimenticanza, inserendo d’ufficio la clausola e ribadendo che tale pagamento è una conseguenza automatica prevista dalla legge in caso di rigetto dell’impugnazione.

Continua »
Decadenza conguaglio contributi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza conguaglio contributi previdenziali, prevista in sei mesi, non può essere interrotta da una semplice domanda di autorizzazione all’ente. Per salvare il diritto, l’azienda deve effettuare materialmente il conguaglio e il relativo pagamento entro il termine perentorio stabilito dalla legge, poiché non è richiesta alcuna autorizzazione preventiva. La sentenza ribalta la decisione di merito che aveva erroneamente considerato sufficiente la richiesta, tutelando la certezza dei termini legali.

Continua »
Conguaglio CIG: come evitare la decadenza semestrale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i termini per il conguaglio CIG. L’Ente Previdenziale aveva negato a un’azienda il diritto di recuperare le somme anticipate per la cassa integrazione, a causa di irregolarità nei flussi telematici. La Suprema Corte ha stabilito che il diritto non decade se l’operazione di conguaglio, intesa come compensazione automatica, viene effettuata tempestivamente, anche in presenza di errori nelle successive comunicazioni. La decadenza è impedita dal pagamento effettivo della differenza contributiva, non dalla perfezione formale delle denunce.

Continua »
Ritardo pagamento appalto: onere della prova del Comune

Una società appaltatrice ha citato in giudizio un Comune per ottenere gli interessi moratori su pagamenti effettuati in ritardo. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, addossando alla società l’onere di provare la colpa del Comune. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che in un ritardo pagamento appalto, è l’ente pubblico debitore a dover dimostrare che il ritardo è dovuto a cause a esso non imputabili. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

Continua »
Compenso revisore contabile: onere della prova

Un ente pubblico di assistenza ha presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza che lo condannava al pagamento di onorari a un revisore contabile per gli anni 2012-2013. L’ente contestava la prova del credito e l’applicazione delle leggi regionali. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, giudicando i motivi inammissibili in quanto miravano a una nuova valutazione dei fatti piuttosto che a evidenziare errori di diritto. La sentenza ribadisce l’importanza dell’onere della prova e i limiti del giudizio di legittimità riguardo al compenso del revisore contabile.

Continua »