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Esenzione IMU Enti: No se l’immobile è in affitto

Con la sentenza n. 34602 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha negato l’esenzione IMU a un’Agenzia per l’edilizia popolare. Il caso riguardava la richiesta di rimborso dell’imposta versata per l’anno 2012 su immobili destinati a edilizia sociale. La Corte ha stabilito che l’esenzione IMU per enti non commerciali, prevista dall’art. 7, lett. i) del D.Lgs. 504/1992, richiede un doppio requisito: l’utilizzo diretto dell’immobile da parte dell’ente e la destinazione esclusiva ad attività non lucrative. Poiché l’Agenzia affittava gli immobili a terzi, sebbene a canone calmierato, viene a mancare il requisito dell’utilizzo diretto, rendendo l’imposta dovuta.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

L’esenzione IMU per gli enti non commerciali è un tema complesso e spesso al centro di contenziosi. La normativa prevede condizioni precise per accedere a questo importante beneficio fiscale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’esenzione spetta solo se l’ente utilizza direttamente l’immobile per le proprie finalità istituzionali. Ma cosa succede se l’immobile è destinato all’edilizia sociale e affittato a canone calmierato? Vediamo come i giudici hanno risolto il caso.

I Fatti di Causa: La Richiesta di Rimborso

Una Agenzia Territoriale per la Casa, ente pubblico non economico che gestisce alloggi di edilizia popolare, aveva richiesto a un Comune il rimborso dell’IMU versata per l’anno 2012. Secondo l’Agenzia, i suoi immobili, essendo destinati a finalità sociali (locazione a famiglie bisognose a canone calmierato), dovevano beneficiare dell’esenzione prevista per gli enti non commerciali.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto la richiesta, sostenendo che l’esenzione non fosse applicabile. L’Agenzia ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, basando il suo appello su due motivi principali:

1. L’evoluzione normativa avrebbe superato il vecchio principio che richiedeva l’utilizzo diretto del bene da parte dell’ente.
2. L’Agenzia avrebbe dovuto avere la libertà di scegliere il regime fiscale più conveniente (l’esenzione totale) anziché accontentarsi di benefici minori come le detrazioni.

La Decisione della Corte di Cassazione: Niente Esenzione IMU

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34602/2019, ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando la decisione dei giudici di merito. Secondo la Corte, l’ente non aveva diritto all’esenzione IMU per gli immobili locati.

La sentenza ribadisce un orientamento consolidato, chiarendo in modo definitivo i paletti per l’applicazione di questo beneficio fiscale. La Corte ha trattato congiuntamente i due motivi di ricorso, riconducendoli alla medesima questione giuridica: i requisiti per l’esenzione IMU.

Le Motivazioni: Il Principio dell’Utilizzo Diretto

La Corte ha fondato la sua decisione su un’analisi rigorosa della normativa e della giurisprudenza pregressa. Le motivazioni principali possono essere riassunte nei seguenti punti:

* La Duplice Condizione Inderogabile: Per beneficiare dell’esenzione prevista dall’art. 7, comma 1, lett. i) del D.Lgs. 504/1992, devono sussistere contemporaneamente due condizioni:
1. L’utilizzo diretto degli immobili da parte dell’ente possessore.
2. L’esclusiva destinazione di tali immobili ad attività specifiche (assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive) che non siano produttive di reddito.
* La Locazione è Utilizzo Indiretto: La Corte ha chiarito che la locazione a terzi, anche se a canone sociale e per finalità di pubblico interesse, costituisce una forma di utilizzo indiretto del bene. Il canone di affitto, per quanto inferiore ai prezzi di mercato, rappresenta comunque una remunerazione per il capitale investito e configura un’attività produttiva di reddito. Di conseguenza, fa venir meno il primo, fondamentale requisito dell’utilizzo diretto.
* Irrilevanza dell’Evoluzione Normativa Citata: I giudici hanno specificato che le nuove norme invocate dall’Agenzia, che hanno equiparato gli alloggi sociali all’abitazione principale ai fini IMU, sono entrate in vigore solo a partire dal 2013 e 2014. Pertanto, non potevano essere applicate retroattivamente al periodo d’imposta in questione (2012).
* Nessun Abuso del Diritto: La Corte ha respinto anche l’argomentazione basata sulla libertà di scelta del regime fiscale. Tale libertà non può essere invocata per applicare un’esenzione quando mancano i suoi presupposti legali.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli enti non commerciali, in particolare quelli che operano nel settore dell’edilizia sociale. La conclusione è netta: un ente che possiede immobili e li affitta a terzi non può beneficiare dell’esenzione totale dall’IMU, anche se persegue finalità sociali meritevoli. La locazione è un’attività che, per sua natura, esclude il requisito dell’utilizzo diretto richiesto dalla legge. Gli enti devono quindi pianificare attentamente i loro bilanci, tenendo conto del carico fiscale relativo all’IMU, e possono beneficiare solo delle agevolazioni specifiche previste dal legislatore per tali attività (come detrazioni o equiparazioni), ma non della più ampia esenzione.

Un ente di edilizia popolare ha diritto all’esenzione IMU per gli alloggi che affitta a canone sociale?
No. Secondo la Cassazione, l’affitto a terzi è un ‘utilizzo indiretto’ che esclude il beneficio. L’esenzione richiede un ‘utilizzo diretto’ del bene da parte dell’ente, ovvero che sia l’ente stesso a svolgervi le proprie attività istituzionali.

Quali sono le condizioni per ottenere l’esenzione IMU per un ente non commerciale?
Sono necessarie due condizioni cumulative: 1) l’ente deve utilizzare direttamente l’immobile per le proprie finalità; 2) l’immobile deve essere destinato esclusivamente a specifiche attività non commerciali (assistenziali, sanitarie, ecc.) che non siano produttive di reddito.

L’ente può scegliere il regime fiscale più vantaggioso, come l’esenzione totale, invece di una semplice detrazione?
No, se non sussistono i presupposti per il regime più vantaggioso. La Corte ha chiarito che non si può invocare la libertà di scelta (o il principio di non abuso del diritto) per applicare un’esenzione quando mancano i requisiti di legge, come l’utilizzo diretto dell’immobile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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