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Diritto Tributario

Esenzione IVA sanitaria: la Cassazione chiarisce
Un'associazione professionale medica si oppone a un avviso di accertamento per IVA non versata su prestazioni di medicina nucleare, sostenendone l'esenzione. La Cassazione, accogliendo il ricorso, stabilisce che per l'esenzione IVA sanitaria rileva lo scopo terapeutico della prestazione, anche se resa in via indiretta o strumentale. La Corte cassa la decisione di merito e rinvia per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Accertamento presuntivo: quando è legittimo?
Due società immobiliari contestano un accertamento fiscale per maggiori ricavi basato su prove presuntive. La Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso, convalidando l'operato dell'Agenzia delle Entrate. La sentenza chiarisce che una decisione favorevole su un'annualità fiscale differente non costituisce giudicato vincolante. Inoltre, stabilisce che per contestare un accertamento presuntivo per omesso esame di fatti, il ricorso deve rispettare requisiti di specificità molto rigorosi, che nel caso di specie non sono stati soddisfatti.
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Accertamento studi di settore: onere della prova
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che un accertamento studi di settore è illegittimo se l'Ufficio non dimostra una 'grave incongruenza' e non considera le giustificazioni del contribuente, come la maternità e l'aumento dei costi. Viene confermato che l'onere della prova grava interamente sull'Amministrazione Finanziaria.
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Imposta unica scommesse: obblighi del bookmaker
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18886/2024, ha stabilito che i bookmaker esteri sono responsabili per l'imposta unica scommesse anche per gli anni precedenti al 2011. La Corte ha chiarito che l'annullamento dell'obbligo fiscale per i centri di trasmissione dati, sancito dalla Corte Costituzionale, non estingue l'autonoma obbligazione del bookmaker. La responsabilità tra i due soggetti è paritetica e non dipendente, confermando la piena legittimità dell'imposizione fiscale nei confronti degli operatori stranieri che raccolgono scommesse sul territorio italiano.
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Definizione agevolata: estinzione del processo fiscale
Una società di costruzioni, in pendenza di un ricorso per cassazione contro una sentenza della Commissione Tributaria Regionale relativa a un avviso di accertamento per Ires e Irap, ha richiesto la definizione agevolata della lite. La Corte di Cassazione, verificata la documentazione attestante l'adesione e i versamenti, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, confermando l'efficacia della procedura di sanatoria fiscale.
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Accertamento bancario: onere della prova e limiti
La Corte di Cassazione, con la sentenza 18885/2024, interviene su un caso di accertamento bancario a carico di un architetto. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: per i lavoratori autonomi, i prelevamenti bancari non possono essere automaticamente considerati compensi non dichiarati. Questa presunzione vale solo per gli imprenditori. Inoltre, in caso di accertamento basato sui versamenti, devono sempre essere riconosciuti i costi, anche in via forfettaria. La sentenza cassa la decisione precedente e rinvia il caso per un nuovo esame che applichi questi principi.
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Perdita su crediti: quando la rinuncia è deducibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro una società in merito alla deducibilità di una perdita su crediti. La società aveva rinunciato a un credito certo verso un'azienda in stato di illiquidità, ricevendo in cambio un credito incerto. La Corte ha stabilito che, a causa di gravi vizi procedurali nel ricorso dell'Agenzia, la questione non poteva essere esaminata nel merito. La sentenza ribadisce l'importanza della corretta formulazione dei ricorsi e implicitamente conferma che una transazione motivata dalle difficoltà finanziarie del debitore può generare una perdita su crediti deducibile.
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Accertamento induttivo: mutuo e prezzo di vendita
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18866/2024, ha stabilito che un accertamento induttivo è legittimo se basato sulla discrepanza tra il prezzo di vendita di un immobile e l'importo del mutuo ottenuto dall'acquirente. Tale scostamento costituisce una presunzione grave, precisa e concordante di un corrispettivo superiore non dichiarato. La Corte ha cassato la decisione della Commissione Tributaria Regionale che aveva erroneamente svalutato tale elemento indiziario, ribadendo la necessità per i giudici di valutare tutti gli indizi nel loro complesso e non singolarmente.
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Soggetto passivo accisa: chi paga l’imposta?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il soggetto passivo dell'accisa sull'energia elettrica è esclusivamente il fornitore che la vende al consumatore finale. Un'azienda che acquista energia e la fornisce a terzi nell'ambito di un contratto di servizi non assume la qualifica di 'venditore' e non è tenuta al pagamento dell'imposta. L'azione di recupero dell'amministrazione finanziaria deve essere diretta contro il fornitore originale, non contro il consumatore.
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Notificazione ricorso Cassazione: l’errore procedurale
La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro una associazione sportiva dilettantistica. A causa di un errore nella notificazione del ricorso a una delle parti, la Corte ha emesso un'ordinanza interlocutoria, sospendendo il giudizio sul merito. È stato concesso un termine di 60 giorni per rinnovare la notificazione ricorso cassazione, evidenziando come la correttezza procedurale sia un presupposto indispensabile per la prosecuzione del processo.
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Responsabilità del socio: quando non si risponde dei debiti
La Corte di Cassazione ha chiarito i limiti della responsabilità del socio per i debiti di un'associazione non riconosciuta. Un socio aveva sublocato un immobile all'associazione agendo in nome proprio. La Corte ha stabilito che, non avendo agito in nome e per conto dell'ente, il socio non è responsabile in solido per i debiti fiscali dell'associazione. La responsabilità del socio richiede infatti il compimento di specifici atti di gestione per conto dell'ente, non essendo sufficiente la mera qualifica di socio o un'attività svolta a titolo personale.
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Intimazione di pagamento: è sempre impugnabile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18835/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di riscossione. Un'intimazione di pagamento è sempre un atto autonomamente impugnabile, anche quando segue un accertamento già esecutivo. La Corte ha chiarito che tale atto non ha una mera funzione informativa, ma individua il soggetto e cristallizza la somma da riscuotere, potendo ledere la posizione di chi, come nel caso di specie, viene indicato come debitore per la prima volta. Rifiutare l'impugnabilità violerebbe il diritto di difesa. Il caso riguardava il legale rappresentante di un'associazione sportiva a cui era stato notificato un atto di intimazione per debiti tributari di anni in cui non ricopriva tale carica.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Una società aveva utilizzato crediti IVA in compensazione oltre il limite annuale consentito. L'Agenzia Fiscale aveva irrogato una sanzione del 30%, ma le commissioni tributarie l'avevano ridotta al 10%, non ravvisando un'evasione. Prima della decisione della Corte di Cassazione, la società ha aderito con successo alla definizione agevolata, versando un importo minimo. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.
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Aiuti di Stato: la Cassazione rinvia la decisione
La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso dell'Amministrazione Finanziaria contro una società per una presunta evasione fiscale legata a fatture inesistenti. Tuttavia, la società ha presentato un documento che suggerisce la rinuncia alla pretesa fiscale da parte dell'ente impositore, nell'ambito di una procedura di recupero di aiuti di Stato. Di fronte a questa novità, la Corte ha emesso un'ordinanza interlocutoria, sospendendo il giudizio e ordinando all'Amministrazione Finanziaria di fornire, entro 60 giorni, prove sulla persistenza della propria pretesa, alla luce del recupero degli aiuti di Stato.
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Documentazione tardiva: quando è ammessa nel processo
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di accertamento fiscale a carico dei soci di una concessionaria. L'Agenzia delle Entrate contestava l'utilizzo di documentazione tardiva per provare costi non considerati. La Corte ha respinto il ricorso dell'Agenzia, stabilendo che l'eccezione di inutilizzabilità dei documenti deve essere sollevata nei gradi di merito e non per la prima volta in Cassazione, tutelando così il diritto alla difesa del contribuente.
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Aiuti di Stato: Cassazione rinvia la decisione
In un contenzioso fiscale per costi indeducibili derivanti da fatture inesistenti, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. La società contribuente ha presentato un documento che suggerisce una rinuncia al credito da parte dell'Agenzia Fiscale, legata al recupero di Aiuti di Stato. La Corte ha quindi sospeso la decisione sul merito, concedendo 60 giorni all'Agenzia per chiarire se la sua pretesa fiscale sia ancora valida alla luce di questa nuova documentazione.
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Esenzione accise bitume: No per asfalto stradale
Una società operante nel settore stradale si è vista negare dalla Corte di Cassazione l'esenzione dalle accise per il bitume. La Corte ha stabilito che l'esenzione accise bitume è riservata alla produzione di manufatti per l'edilizia (come pannelli prefabbricati) e non si estende alla pavimentazione stradale, un'attività che la legge assoggetta esplicitamente a imposta.
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Raddoppio dei termini: quando sollevare l’eccezione?
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di una società contro un accertamento basato su fatture fittizie, chiarendo aspetti cruciali sul raddoppio dei termini. La sentenza stabilisce che l'eccezione di decadenza per la scadenza dei termini di accertamento deve essere sollevata nel primo grado di giudizio, non in appello. Inoltre, la Corte ha validato l'uso di prove presuntive a catena, smentendo l'esistenza di un divieto di "doppia presunzione", purché ogni inferenza sia logicamente fondata su fatti noti e provati.
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Distrazione delle spese: la correzione dell’errore
Una società ha ottenuto dalla Corte di Cassazione la correzione di un'ordinanza per errore materiale. La Corte aveva omesso di disporre la distrazione delle spese legali in favore dell'avvocato difensore, che si era dichiarato antistatario. Riconosciuto l'errore come evidente, la Corte ha integrato il provvedimento, assicurando che le spese liquidate venissero pagate direttamente al legale.
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Rendita catastale: i limiti all’aggiornamento (2024)
Una società ha richiesto l'aggiornamento della rendita catastale di un immobile industriale ai sensi della L. 208/2015. La Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che tale procedura è limitata allo scorporo dei macchinari "imbullonati" e non consente una revisione generale del valore. L'onere di indicare specificamente i beni da escludere grava interamente sul contribuente.
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