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Diritto Tributario

Definizione agevolata: processo estinto in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo tributario a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata della lite. Il caso riguardava un avviso di accertamento per IRPEF su redditi da partecipazione non dichiarati. La Corte ha verificato la regolarità della procedura di definizione agevolata e, in assenza di istanze di trattazione, ha applicato la legge che prevede l'estinzione del giudizio, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Operazioni inesistenti e IVA: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15355/2024, ha rigettato il ricorso di due società (una controllante e una controllata) contro un avviso di accertamento per IVA indetraibile. Il caso riguardava operazioni inesistenti realizzate tramite una fattura da 18 milioni di euro per la cessione di un progetto immobiliare. La Corte ha confermato che l'onere della prova sulla realtà dell'operazione spetta al contribuente e che l'Agenzia delle Entrate può legittimamente basarsi su presunzioni gravi, precise e concordanti. È stata inoltre ribadita la responsabilità solidale della società controllante nel regime dell'IVA di gruppo.
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Motivazione accertamento catastale: la Cassazione rinvia
Una società impugna un avviso di accertamento che rettifica il numero di vani catastali di un immobile. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sull'obbligo di motivazione dell'accertamento catastale, sospende la decisione in attesa di una pronuncia nomofilattica su un caso analogo, che chiarirà i requisiti di validità di tali atti.
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Accertamento catastale: motivazione e microzone
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15350/2024, ha stabilito che un accertamento catastale basato sulla revisione dei valori di una microzona è illegittimo se non contiene una motivazione specifica sulle caratteristiche del singolo immobile che giustificano l'aumento della rendita. Non basta un generico riferimento alla rivalutazione dell'area. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente, annullando l'atto per difetto di motivazione e rafforzando il diritto del cittadino a comprendere le ragioni concrete dell'imposizione fiscale.
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Accertamenti bancari: onere della prova del contribuente
In un caso di accertamenti bancari a carico di un'impresa individuale, la Corte di Cassazione ha confermato che l'onere della prova per superare la presunzione di reddito grava interamente sul contribuente. Quest'ultimo deve fornire giustificazioni analitiche e documentate per ogni singola operazione, non essendo sufficienti contestazioni generiche. I ricorsi del contribuente e dell'Agenzia delle Entrate sono stati entrambi rigettati, principalmente per difetto di autosufficienza.
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Studi di settore: grave incongruenza è necessaria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15344/2024, ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che per un accertamento basato sugli studi di settore è sempre necessario dimostrare una 'grave incongruenza'. Un semplice scostamento non è sufficiente, anche dopo le modifiche legislative del 2007. La Corte ha chiarito che l'onere di provare tale incongruenza spetta all'Amministrazione Finanziaria, confermando la decisione a favore di un imprenditore del settore alberghiero.
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Cartella di pagamento incompleta: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che confermava l'invalidità di una cartella di pagamento incompleta. Secondo la Corte, l'agente della riscossione aveva correttamente impugnato la decisione di primo grado, impedendo la formazione del giudicato interno sulla questione della notifica difettosa. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame nel merito.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio tributario a seguito della rinuncia al ricorso da parte di un Comune contro un'Azienda Sanitaria Locale. La Corte ha stabilito che la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte, estingue il processo ma non fa scattare l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, poiché tale misura si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Impugnazione estratto di ruolo: Cassazione chiarisce
Un contribuente ha contestato un debito fiscale di cui è venuto a conoscenza solo tramite un estratto di ruolo, sostenendo di non aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La motivazione si basa sulla recente normativa che limita l'impugnazione estratto di ruolo solo ai casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio grave e specifico, come l'esclusione da appalti pubblici, cosa non avvenuta nel caso di specie. La decisione è in linea con gli orientamenti delle Sezioni Unite e della Corte Costituzionale.
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Accertamenti bancari: i limiti secondo la Cassazione
Un imprenditore riceve un avviso di accertamento per maggiori imposte basato su presunzioni da movimenti bancari non giustificati e sul calcolo di una plusvalenza. La Corte di Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso, stabilendo due principi chiave sugli accertamenti bancari: la plusvalenza da cessione d'azienda non può essere determinata solo sulla base del valore accertato ai fini dell'imposta di registro e, in caso di ricavi presunti da prelevamenti, il contribuente ha diritto alla deduzione di costi in misura forfettaria. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.
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Notifica atto appello: quando è tardiva? La Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un appello dell'Amministrazione Finanziaria a causa della tardività della notifica. La sentenza sottolinea che, in assenza della ricevuta di spedizione, la prova della tempestività della notifica atto appello può essere fornita dall'avviso di ricevimento solo se questo riporta la data di spedizione certificata da un timbro postale. In caso contrario, l'appello è da considerarsi tardivo se la consegna avviene oltre il termine semestrale.
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Imposta di registro per enunciazione: la Cassazione
Una società ha contestato un avviso di liquidazione per imposta di registro relativo a fatture menzionate in un decreto ingiuntivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'imposta di registro per enunciazione è dovuta quando l'atto giudiziario contiene dettagli sufficienti a identificare natura e contenuto del rapporto sottostante, anche se già soggetto a IVA. La Corte ha inoltre stabilito che la semplice indicazione degli estremi del provvedimento giudiziario costituisce una motivazione sufficiente per l'atto impositivo.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è ammissibile?
Una società ha impugnato un estratto di ruolo sostenendo di non aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15307/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla recente normativa che limita l'impugnazione dell'estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e attuale (es. esclusione da appalti), requisito non provato nel caso di specie. La sentenza conferma quindi che non basta affermare la mancata notifica per poter agire in giudizio.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate
Un'ordinanza della Corte di Cassazione analizza le conseguenze della rinuncia al ricorso in un contenzioso tributario tra un Comune e un'Azienda Sanitaria Locale. A seguito dell'accordo tra le parti e della conseguente rinuncia, il giudizio è stato dichiarato estinto. La Corte ha compensato le spese e ha chiarito che, in caso di rinuncia al ricorso, non è dovuto il pagamento del doppio del contributo unificato, misura prevista solo per i casi di rigetto o inammissibilità.
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Estinzione del giudizio per rinuncia dopo rottamazione
Una società di spedizioni ha impugnato un avviso di accertamento basato sugli studi di settore. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha aderito alla "rottamazione-bis", pagando il dovuto e rinunciando al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che in questi casi non si applica la sanzione del doppio contributo unificato, data la natura non sanzionatoria della definizione agevolata della controversia.
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Ultrattività del mandato: appello valido alla società?
Una società in liquidazione, dopo aver richiesto un rimborso IRAP, veniva cancellata dal registro imprese. L'Agenzia delle Entrate impugnava la sentenza di primo grado notificando l'atto alla società ormai estinta. La Corte d'Appello dichiarava l'appello inammissibile. La Cassazione ha annullato tale decisione, affermando il principio di ultrattività del mandato: poiché il difensore non aveva dichiarato l'estinzione in udienza con lo scopo di interrompere il processo, la notifica presso di lui era valida e l'appello ammissibile.
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Definizione agevolata lite: estinzione del giudizio
Una controversia fiscale, relativa a una cartella di pagamento ritenuta duplicata, è giunta fino alla Corte di Cassazione. Durante il processo, i contribuenti hanno aderito alla definizione agevolata della lite, presentando la documentazione e le ricevute di pagamento. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, poiché la materia del contendere era venuta meno, stabilendo che le spese legali restassero a carico di chi le aveva anticipate.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
La Corte di Cassazione dichiara estinto un giudizio in materia di IMU a seguito della rinuncia al ricorso presentata dal Comune e accettata dall'Azienda Sanitaria. La decisione chiarisce che, in caso di estinzione per rinuncia, non si applica il raddoppio del contributo unificato, in quanto misura sanzionatoria di stretta interpretazione. Le spese legali sono state interamente compensate tra le parti in base al loro accordo.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Un contribuente, dopo aver ricevuto un avviso di accertamento basato sul redditometro e aver perso nei primi due gradi di giudizio, ricorre in Cassazione. Durante il processo, aderisce alla definizione agevolata delle controversie tributarie, pagando le somme dovute. La Corte di Cassazione, preso atto del perfezionamento della procedura di definizione agevolata, dichiara l'estinzione del giudizio e la cessazione della materia del contendere, stabilendo che le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate.
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Pensione NATO: Tassabile in Italia secondo la Cassazione
Un ex dipendente civile di un'organizzazione militare internazionale ha contestato un avviso di accertamento fiscale relativo alla sua pensione. Sosteneva che, essendo il suo stipendio esentasse durante il servizio, anche la sua pensione, in quanto retribuzione differita, dovesse beneficiare della stessa esenzione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'esenzione fiscale per la pensione NATO non si applica. La Corte ha chiarito che l'agevolazione è strettamente limitata agli stipendi ed emolumenti percepiti durante il rapporto di lavoro attivo, basando la sua decisione su un'interpretazione rigorosa della normativa nazionale e degli accordi internazionali, che confermano la piena imponibilità di tali pensioni nel paese di residenza del beneficiario.
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