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Diritto Tributario

Prova di resistenza fiscale: Cassazione in attesa
Una società contesta un avviso di accertamento per imposte dirette e IVA, lamentando la violazione del diritto al contraddittorio preventivo. La Corte di Cassazione, rilevando che la questione cruciale della "prova di resistenza fiscale" è stata rimessa alle Sezioni Unite, sospende il giudizio in attesa della loro pronuncia. L'ordinanza interlocutoria evidenzia la necessità di un coordinamento giurisprudenziale sul tema, specialmente per le imposte armonizzate come l'IVA.
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Controllo automatizzato credito: limiti e poteri fiscali
La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità del ricorso al controllo automatizzato credito da parte dell'Agenzia delle Entrate per recuperare un credito d'imposta compensato in misura superiore a quello effettivamente disponibile nell'anagrafe tributaria. Il caso riguardava una società che aveva impugnato una cartella di pagamento, ma la Corte ha rigettato il ricorso, specificando che un mero confronto di dati rientra negli "errori materiali" correggibili con la procedura semplificata ex art. 36-bis d.P.R. 600/1973. Inoltre, ha dichiarato inammissibile l'eccezione di decadenza sollevata per la prima volta in sede di legittimità.
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Raddoppio termini accertamento: non per il coobbligato
Una società beneficiaria di una scissione parziale impugnava delle cartelle di pagamento per debiti tributari della società scissa. La Cassazione ha chiarito che il raddoppio termini accertamento per reati fiscali opera solo nei confronti del debitore principale e non si estende automaticamente al coobbligato solidale. Tuttavia, il ricorso è stato rigettato perché il coobbligato, impugnando la propria cartella, non può contestare la legittimità dell'avviso di accertamento notificato al debitore principale.
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Cessioni intracomunitarie: no IVA se beni installati
La Corte di Cassazione ha stabilito che la fornitura di beni da un paese UE, destinati ad essere installati o montati in Italia, non si qualifica come acquisto intracomunitario soggetto a IVA da parte del committente. Tale operazione rientra nelle cessioni interne, con l'imposta che deve essere applicata dal fornitore principale. Il caso riguardava la fornitura di filobus a un Comune italiano nell'ambito di un appalto complesso, dove la Corte ha annullato l'avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate, chiarendo il corretto trattamento IVA per le cessioni intracomunitarie di questo tipo.
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Sanatoria notifica tardiva: no alla cura oltre la decadenza
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della sanatoria per una notifica tardiva di un atto fiscale. Sebbene l'impugnazione da parte del contribuente possa sanare un vizio di notifica, tale effetto non opera se il perfezionamento della comunicazione avviene dopo la scadenza del termine di decadenza previsto per l'esercizio del potere impositivo. La Corte ha quindi rigettato il ricorso dell'agente della riscossione, confermando che il decorso del termine di decadenza rende l'atto irrecuperabile.
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Cessioni intracomunitarie: errore formale non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21863/2024, ha stabilito che l'errata indicazione del codice IVA del cliente nelle fatture relative a cessioni intracomunitarie costituisce una violazione meramente formale. Tale errore non può, da solo, determinare la perdita del regime di non imponibilità IVA, a meno che l'amministrazione finanziaria non contesti la qualità di soggetto passivo del destinatario o non vi siano seri indizi di frode. La Corte ha quindi annullato la pretesa fiscale nei confronti di una società e del suo ex socio, ribadendo che la sostanza dell'operazione prevale sulla forma.
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Estinzione del giudizio: il ruolo della definizione agevolata
Una società energetica aveva impugnato il rigetto di un'istanza per la riduzione di un acconto d'accisa. Durante il ricorso in Cassazione, la società ha aderito alla definizione agevolata, saldando tutte le rate. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, chiudendo la controversia senza una decisione nel merito.
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Definizione agevolata: come estingue il processo
Una società in contenzioso con l'Agenzia Fiscale, giunto fino in Cassazione, ha utilizzato la definizione agevolata per chiudere la lite. Avendo pagato gli importi dovuti e rispettato i termini procedurali, la Corte ha dichiarato l'estinzione del processo e la cessazione della materia del contendere, confermando l'efficacia di questo strumento per risolvere le controversie fiscali.
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Responsabilità soci società estinta: la Cassazione chiarisce
In un caso riguardante i debiti fiscali di una società immobiliare liquidata, la Corte di Cassazione ha chiarito la natura della responsabilità dei soci. La Corte ha stabilito che la responsabilità soci società estinta, ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. 602/1973, è una responsabilità civile autonoma e non un fenomeno successorio nei debiti della società. Di conseguenza, ha annullato la sentenza di merito che estendeva tale responsabilità a imposte diverse dall'IRES (in base alla normativa all'epoca vigente) e che si fondava su una motivazione generica circa l'esistenza di utili non dichiarati.
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Indagini bancarie: quando l’accertamento è valido?
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un accertamento fiscale basato su indagini bancarie nei confronti di un imprenditore. La Corte ha stabilito che la mancata allegazione dell'autorizzazione per le indagini non invalida l'atto, essendo un documento interno, a meno che non si provi un concreto pregiudizio. Il contribuente non è riuscito a superare la presunzione legale che le movimentazioni bancarie non giustificate costituissero ricavi non dichiarati.
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Motivazione apparente: sentenza fiscale annullata
Una società impugnava un avviso di accertamento IVA per cessioni intracomunitarie. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado per motivazione apparente, poiché i giudici di merito si erano limitati ad affermazioni generiche senza analizzare le prove. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame che rispetti il 'minimo costituzionale' della motivazione.
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Delega di firma: valida anche senza nome del delegato
La Corte di Cassazione ha stabilito che la delega di firma per un avviso di accertamento è valida anche se l'ordine di servizio indica solo la qualifica del funzionario e non il suo nome. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia Fiscale, annullando la decisione di merito che aveva ritenuto nullo l'atto per difetto di sottoscrizione.
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Iscrizione ipotecaria: motivazione non necessaria
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'iscrizione ipotecaria effettuata dall'Agente della riscossione non necessita di una motivazione autonoma riguardo le esigenze cautelari. Essendo una misura che segue la notifica di cartelle di pagamento già motivate, essa è una mera conseguenza procedimentale. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva annullato l'ipoteca per carenza di motivazione, specificando che l'atto non deve giustificare ulteriormente il comportamento del debitore o il valore degli immobili.
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Doppia ratio decidendi: ricorso inammissibile
Una società di trasporti si è vista negare il rimborso delle accise sul gasolio. La Commissione Tributaria Regionale ha rigettato l'appello della società basandosi su due motivi distinti e autonomi. La società ha fatto ricorso in Cassazione, ma ha contestato solo uno dei due motivi. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che in presenza di una doppia ratio decidendi, il ricorrente deve impugnare entrambe le motivazioni, altrimenti il ricorso è nullo.
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Decadenza accertamento TARSU: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione chiarisce i termini per la decadenza accertamento TARSU. Un avviso notificato oltre 5 anni è illegittimo, anche se un precedente atto è stato annullato. La Corte accoglie il ricorso di un istituto religioso per le annualità dal 2005 al 2008, annullando la pretesa del Comune.
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Accertamento bancario: costi deducibili anche presunti
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il tema dell'accertamento bancario a carico di un imprenditore. Pur confermando la legittimità delle procedure di firma e del contraddittorio, ha accolto un motivo di ricorso cruciale: in un accertamento bancario, i costi correlati ai maggiori ricavi presunti dai prelievi devono essere sempre dedotti, in linea con un principio della Corte Costituzionale. La sentenza è stata cassata con rinvio per il ricalcolo delle imposte.
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Prova di resistenza IVA: limiti e applicazione
Un contribuente impugna un avviso di accertamento relativo sia a imposte dirette che a IVA. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, chiarisce un principio fondamentale sulla prova di resistenza IVA. Viene stabilito che il superamento di tale prova, in caso di violazione del contraddittorio preventivo, comporta l'annullamento parziale dell'atto solo per la parte relativa all'IVA (tributo armonizzato), senza estendere automaticamente la nullità alle imposte sui redditi (tributi non armonizzati) contestate nel medesimo atto.
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Estinzione del giudizio per rottamazione quater
Una società estera, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale, ha aderito alla "rottamazione quater". Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso pendente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali e chiarendo che in questi casi non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.
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Riduzione sanzioni tributarie: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici di merito sulla riduzione sanzioni tributarie. La sentenza stabilisce che la valutazione delle circostanze che giustificano la riduzione è un giudizio di fatto non sindacabile in Cassazione e che la mancata riunione degli appelli non invalida la sentenza.
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Beni con montaggio IVA: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21781/2024, ha stabilito che la fornitura di beni da un paese UE, destinati a essere installati in Italia nell'ambito di un appalto complesso, non costituisce una cessione intracomunitaria soggetta a reverse charge, ma una cessione interna. In questo caso di fornitura di filobus con montaggio, l'IVA è dovuta secondo le regole ordinarie e non può essere pretesa dal committente finale, un Ente locale.
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