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Diritto Tributario

Deduzione extracontabile: obbligatorio il Quadro EC
Una società si è vista negare una cospicua deduzione extracontabile per ammortamenti perché non aveva compilato lo specifico Quadro EC nella dichiarazione dei redditi, pur avendo presentato un altro modello di riconciliazione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25473/2024, ha confermato la posizione dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che la compilazione del Quadro EC è un requisito sostanziale e non una mera formalità. La sua omissione preclude inderogabilmente il diritto alla deduzione.
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Deducibilità ammortamenti: il Quadro EC è obbligatorio
Una società si è vista negare la deducibilità di ammortamenti extracontabili perché non aveva compilato lo specifico Quadro EC nella dichiarazione dei redditi, pur avendo indicato i dati in un altro quadro (RV). La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25471/2024, ha stabilito che la compilazione del Quadro EC è un requisito sostanziale e non un mero errore formale. Di conseguenza, l'omissione preclude irrimediabilmente il diritto alla deduzione, confermando la pretesa dell'Agenzia delle Entrate.
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Reverse charge e frodi: Cassazione nega la detrazione
Un imprenditore nel settore dei metalli si è visto negare la detrazione IVA su fatture emesse da una società "cartiera". Nonostante la corretta applicazione del meccanismo del reverse charge, la Corte di Cassazione ha confermato la decisione dell'Agenzia delle Entrate. La Corte ha stabilito che la consapevolezza della frode da parte dell'acquirente, provata tramite indizi, annulla il diritto alla detrazione. La sola correttezza formale della registrazione contabile non è sufficiente a dimostrare la buona fede in uno schema di frode con reverse charge.
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Riscossione frazionata e pendenza di giudizio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25469/2024, si è pronunciata sul tema della riscossione frazionata dei tributi. Il caso riguarda un'associazione Onlus che, dopo la cancellazione dal registro e i conseguenti avvisi di accertamento, otteneva la reintegrazione con effetto retroattivo. La Corte ha stabilito che la riscossione provvisoria diventa illegittima se la sentenza di primo grado, su cui si basa, viene riformata o se l'atto impositivo presupposto viene annullato, come nel caso di specie, dove la reintegrazione nel registro Onlus ha fatto venir meno il fondamento stesso della pretesa fiscale.
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Studi di settore: accertamento e definizione agevolata
Un professionista ha ricevuto un avviso di accertamento fiscale per Irpef, Irap e Iva basato sugli studi di settore, che evidenziavano un reddito dichiarato inferiore alle medie statistiche. La Commissione Tributaria Regionale ha confermato la validità dell'accertamento. Tuttavia, giunto in Cassazione, il professionista ha richiesto l'estinzione del giudizio per aver aderito a una definizione agevolata. La Corte ha sospeso la decisione, emettendo un'ordinanza interlocutoria per consentire all'Agenzia delle Entrate di verificare la regolarità della procedura di sanatoria.
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Agevolazioni fiscali ASD: quando sono a rischio?
Un'associazione sportiva dilettantistica si è vista negare le agevolazioni fiscali ASD in quanto, nonostante il rispetto dei requisiti formali, svolgeva di fatto un'attività puramente commerciale assimilabile a un centro benessere di alto livello. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la sostanza dell'attività prevale sulla forma e che l'onere di provare la natura non commerciale spetta all'associazione stessa.
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Credito d’imposta: quando la Cassazione lo nega
Una cooperativa sociale ha richiesto un credito d'imposta per incentivi all'occupazione, superando però la soglia 'de minimis'. L'Agenzia delle Entrate ha revocato l'eccedenza e una precedente sentenza della Cassazione ha confermato la non debenza del credito. In un successivo giudizio riguardante la riscossione, la cooperativa ha nuovamente fatto ricorso, contestando la motivazione della sentenza d'appello e la legittimità della procedura. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, affermando che il giudicato formatosi sulla non spettanza del credito d'imposta rende legittima la procedura di recupero e che non è possibile riaprire una questione già decisa in via definitiva.
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Litisconsorzio necessario eredi: no in riscossione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25451/2024, ha stabilito che non sussiste il litisconsorzio necessario tra gli eredi di un socio defunto quando l'atto impugnato è una cartella di pagamento. Trattandosi di un atto di riscossione e non di accertamento, si pone solo una questione di solidarietà passiva tra gli eredi, escludendo la necessità di integrare il contraddittorio. Il ricorso della contribuente è stato dichiarato inammissibile.
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Giudicato esterno: come blocca l’Agenzia Entrate
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro una società di servizi portuali, applicando il principio del giudicato esterno. Una precedente sentenza definitiva aveva già stabilito che la società non era una 'società di comodo', rendendo tale fatto non più discutibile nel nuovo giudizio e annullando di fatto la pretesa fiscale basata su quella presunzione.
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Documentazione tributaria: quando è inammissibile?
Una società impugnava avvisi di accertamento per operazioni inesistenti. Dopo la sconfitta nei primi due gradi di giudizio, ricorreva in Cassazione. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la documentazione tributaria non esibita durante la verifica fiscale è inammissibile in giudizio, soprattutto a fronte di un comportamento ostativo del contribuente. Anche gli altri motivi, procedurali e di merito, sono stati respinti.
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Disavanzo da fusione: il giudicato esterno è vincolante
Una società cooperativa si è vista contestare la deducibilità dell'ammortamento di un disavanzo da fusione, in quanto la plusvalenza originaria non era stata tassata per un regime di favore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, stabilendo che una precedente sentenza favorevole alla società, passata in giudicato, ha effetto vincolante anche per i periodi d'imposta successivi (giudicato esterno), chiudendo definitivamente la questione sulla legittimità della deduzione del disavanzo da fusione.
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Comunicazione data udienza: nullità per omesso avviso
Una società ha impugnato degli avvisi di accertamento fiscale. La Commissione Tributaria Regionale ha riformato la decisione di primo grado, ma senza aver inviato la comunicazione della data di udienza al difensore della società. La Corte di Cassazione ha dichiarato nulla la sentenza d'appello per violazione del diritto di difesa, poiché l'omessa comunicazione data udienza impedisce alla parte di partecipare al processo, e ha rinviato la causa per un nuovo giudizio.
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Litisconsorzio necessario e cartella: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che in caso di impugnazione di una cartella di pagamento, un atto puramente riscossivo, non sussiste un'ipotesi di litisconsorzio necessario tra gli eredi del socio defunto e la società. La questione si risolve sul piano della solidarietà passiva. L'ordinanza chiarisce la distinzione tra atti di accertamento e atti di riscossione ai fini della corretta costituzione del contraddittorio.
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Operazioni inesistenti: onere della prova per l’IVA
Una S.r.l. unipersonale ha impugnato un avviso di accertamento per operazioni inesistenti con una società 'cartiera'. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'Amministrazione Finanziaria può provare la consapevolezza della frode tramite presunzioni gravi, precise e concordanti. A quel punto, spetta al contribuente fornire la prova contraria della propria buona fede, cosa che in questo caso non è avvenuta. La Corte ha confermato la validità dell'accertamento a carico della società, mentre ha dichiarato estinto il giudizio per i soci a seguito di adesione a definizione agevolata.
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Intermediazione illecita: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che aveva escluso un'ipotesi di intermediazione illecita di manodopera. L'Agenzia delle Entrate aveva contestato a una società la deduzione di costi e la detrazione IVA relative a un contratto di subappalto, ritenendolo una fornitura illecita di personale. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, affermando che i giudici di merito avevano errato nel non considerare il quadro indiziario nel suo complesso, che includeva elementi come la remunerazione basata sulle ore lavorate e l'assenza di potere direttivo da parte del finto appaltatore. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario
Una associazione sportiva, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata, saldando il proprio debito. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, poiché la lite non aveva più ragione di esistere.
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Residente all’estero: rimborso IRPEF legittimo
La Cassazione conferma il diritto al rimborso IRPEF per un lavoratore residente all'estero, tassato sia in Italia che nel Regno Unito. La Corte ha stabilito che la nazionalità del datore di lavoro italiano è irrilevante ai fini della convenzione contro la doppia imposizione, e che la prova della residenza estera può essere fornita con più elementi, inclusi i certificati fiscali stranieri.
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Attività non commerciale: la prova spetta all’ente
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'associazione contro un avviso di accertamento. Si è stabilito che l'onere di provare la natura dell'attività non commerciale, ai fini delle agevolazioni fiscali, spetta all'ente stesso. Nel caso specifico, le operazioni con i soci sono state considerate un mero espediente contabile, poiché i pagamenti per i beni venivano effettuati direttamente dai soci ai fornitori, rendendo illegittima la detrazione dell'IVA da parte dell'associazione.
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Illecita somministrazione: costi non deducibili
Una società di servizi ha contestato un avviso di accertamento fiscale che riqualificava un contratto di appalto in illecita somministrazione di manodopera. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che quando il committente esercita il potere direttivo sui lavoratori dell'appaltatore, il contratto è nullo. Di conseguenza, i costi relativi a IRES, IRAP e IVA non sono deducibili per mancanza di certezza del titolo giuridico e le sanzioni sono legittime, non sussistendo alcuna incertezza normativa oggettiva.
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Ricorso non depositato: le conseguenze legali spiegate
Un contribuente ha impugnato una sentenza tributaria in Cassazione ma ha omesso di depositare il ricorso nei termini di legge. L'Amministrazione Finanziaria, costituitasi con controricorso, ha richiesto la dichiarazione di improcedibilità. La Suprema Corte ha accolto la richiesta, confermando che il ricorso non depositato è improcedibile e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese legali e al versamento di un ulteriore contributo unificato.
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