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Diritto Tributario

Estinzione processo tributario: il caso della rinuncia
Un'associazione sportiva, dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio contro un avviso di accertamento fiscale, si è vista notificare un ricorso in Cassazione dall'Agenzia Fiscale. Tuttavia, l'Agenzia ha successivamente rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l'estinzione del processo tributario, senza condanna alle spese e chiarendo che non si applica il raddoppio del contributo unificato.
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IRAP studi associati: quando si paga l’imposta?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23949/2024, ha rigettato il ricorso di un professionista contro una cartella di pagamento per IRAP. Il caso verteva sulla debenza dell'imposta per un avvocato operante in forma associata. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: per gli studi associati, l'IRAP è sempre dovuta, in quanto l'esercizio dell'attività in forma associata costituisce di per sé il presupposto impositivo, a prescindere dal requisito dell'autonoma organizzazione del singolo. È stato inoltre negato l'effetto vincolante di una precedente sentenza favorevole relativa ad annualità diverse.
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Riduzione IMU inagibilità: quando si applica?
Una società alberghiera ha richiesto la riduzione dell'IMU per l'anno 2014 a causa dell'inagibilità di un immobile, condizione già accertata da un tribunale per anni precedenti. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che un precedente giudicato sull'inagibilità, sebbene non automatico per gli anni successivi, crea una forte presunzione. Il caso è stato rinviato al giudice di merito per verificare la persistenza delle condizioni di inagibilità, sottolineando che il Comune, essendo a conoscenza dei fatti, avrebbe dovuto applicare la riduzione in base al principio di buona fede.
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Imposta di registro: motivazione e registrazione a debito
Una contribuente ha ricevuto un avviso di liquidazione per l'imposta di registro su una sentenza civile che le riconosceva un cospicuo risarcimento danni. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, stabilendo che la motivazione dell'avviso era adeguata, in quanto per casi non complessi è sufficiente il richiamo agli estremi della sentenza. Inoltre, ha dichiarato inammissibile la richiesta di applicare la registrazione a debito, poiché basata su un presupposto (la natura criminale dei fatti) non sollevato nel primo grado di giudizio.
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Riduzione ICI inagibilità: la Cassazione interviene
Una società alberghiera ha richiesto la riduzione ICI per inagibilità dei suoi immobili. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Commissione Tributaria Regionale che, in sede di rinvio, aveva erroneamente ritenuto già applicata la riduzione senza effettuare le verifiche richieste. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice del rinvio è vincolato a eseguire gli accertamenti fattuali indicati, cassando nuovamente la sentenza e rinviando la causa per un corretto esame del merito.
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Cessione del credito a scopo di garanzia: no tax break
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23941/2024, ha stabilito che la cessione del credito a scopo di garanzia non beneficia dell'imposta sostitutiva prevista per le operazioni di finanziamento a medio e lungo termine. Tale operazione, non avendo lo scopo di erogare nuova liquidità per investimenti produttivi ma solo di garantire un debito preesistente (nel caso di specie, un canone di leasing), deve essere assoggettata all'imposta di registro proporzionale.
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Cessione del credito a garanzia: no imposta sostitutiva
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23940/2024, ha stabilito che la cessione del credito a garanzia di un contratto di locazione finanziaria (leasing) non beneficia del regime fiscale agevolato dell'imposta sostitutiva. Secondo la Corte, tale operazione non costituisce un finanziamento a medio-lungo termine volto a creare nuova liquidità per investimenti produttivi, ma una mera garanzia per un credito già erogato. Di conseguenza, l'atto è soggetto all'imposta di registro in misura proporzionale.
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Iscrizione ipotecaria: l’impatto del giudicato parziale
Una società alberghiera ha contestato una comunicazione di iscrizione ipotecaria per tasse non pagate, sostenendo che sentenze precedenti avessero ridotto il debito. La Corte di Cassazione ha stabilito che la riduzione del 50% dell'imposta, confermata da un giudicato parziale, doveva essere rispettata. Pertanto, l'iscrizione ipotecaria per l'importo originario è stata ritenuta illegittima, e la Corte ha ordinato il ricalcolo del debito.
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Cessione di volumetria: inammissibile il ricorso
Un contribuente impugna un avviso di liquidazione per maggiore imposta di registro su una vendita immobiliare. L'Amministrazione Finanziaria aveva riqualificato l'operazione come una cessione di volumetria, aumentando il valore imponibile da 12.300 a 105.000 euro. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, dichiara il ricorso inammissibile. La Corte stabilisce che la critica del contribuente si concentra sulla valutazione dei fatti, non su un errore di diritto, e che, in presenza di una 'doppia conforme', tale riesame è precluso in sede di legittimità.
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Accollo debito tributario: no alla compensazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'impresa non può estinguere un proprio debito IVA mediante la compensazione con crediti fiscali di un'altra società che se ne è fatta carico tramite un contratto di accollo debito tributario. La sentenza chiarisce che la compensazione in ambito fiscale è un'eccezione e richiede la perfetta coincidenza tra il soggetto debitore e quello creditore, presupposto che viene a mancare nell'accollo. Viene inoltre specificato che la legge del 2019, che ha formalizzato questo divieto, ha solo codificato un principio già esistente e non ha introdotto una novità normativa.
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Polizza fideiussoria autonoma: imposta di registro
Una società concessionaria per la riscossione di tributi otteneva un decreto ingiuntivo per escutere una polizza fideiussoria a garanzia di un debito fiscale. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'imposta di registro su tale decreto è dovuta. La motivazione risiede nella natura della polizza fideiussoria autonoma, che genera un'obbligazione indennitaria nuova e distinta dal debito tributario originario, non beneficiando quindi delle esenzioni previste per gli atti di riscossione.
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Deducibilità costi: la Cassazione sulle frodi carosello
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23921/2024, è intervenuta in un complesso caso di frode carosello, chiarendo la distinzione tra la detraibilità dell'IVA e la deducibilità dei costi. La Corte ha stabilito che, mentre per detrarre l'IVA il contribuente deve provare la propria buona fede e l'estraneità alla frode, la deducibilità dei costi ai fini delle imposte dirette è ammessa se si dimostra che i costi sono stati effettivamente sostenuti e sono inerenti all'attività d'impresa, anche se le operazioni sono soggettivamente inesistenti. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio limitatamente a questo punto, in quanto il giudice di merito non aveva esaminato la questione della deducibilità costi.
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Legittimazione ad agire: ex amministratore non può agire
Un ex amministratore impugna un avviso di accertamento fiscale notificato alla società. La Cassazione chiarisce la sua mancanza di legittimazione ad agire, cassando la sentenza d'appello. Il diritto di impugnazione spetta solo all'attuale rappresentante legale della società, non a chi ha cessato la carica.
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Onere della prova accertamento bancario: il Fisco vince
La Corte di Cassazione conferma che, in caso di accertamento bancario e omessa dichiarazione dei redditi, l'onere della prova si sposta sul contribuente. Quest'ultimo deve dimostrare analiticamente che i versamenti sul proprio conto non costituiscono reddito imponibile. La sentenza ribadisce che la presunzione legale a favore del Fisco è forte e non può essere superata da giustificazioni generiche.
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Prescrizione crediti erariali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23912/2024, ha stabilito principi fondamentali in materia di riscossione. È stato confermato che la prescrizione crediti erariali per imposte come IRES e IVA è decennale e non quinquennale, poiché non si tratta di prestazioni periodiche. Inoltre, la Corte ha chiarito le modalità di notifica delle cartelle di pagamento alle società, ritenendo valida la consegna presso la sede legale a persona incaricata, senza necessità di ulteriori adempimenti, e ammettendo come prova della notifica la raccomandata con avviso di ricevimento inviata direttamente dal concessionario.
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Agevolazioni fiscali finanziamenti: no al leasing
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23909/2024, ha stabilito che la cessione di crediti 'pro solvendo' a garanzia di un contratto di leasing non rientra tra le operazioni che beneficiano delle agevolazioni fiscali sui finanziamenti (imposta sostitutiva). La Suprema Corte ha chiarito che il beneficio è riservato solo alle operazioni che forniscono nuova liquidità per investimenti produttivi, escludendo quindi gli atti con mera funzione di garanzia. Di conseguenza, tale cessione sconta l'imposta di registro proporzionale.
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Dichiarazione integrativa tardiva e credito IVA
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una società che si è vista negare un credito IVA perché omesso nella dichiarazione originale. Nonostante la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa tardiva e di contestare la pretesa del Fisco in giudizio, la Corte ha sottolineato che il contribuente deve sempre fornire la prova documentale dell'effettiva esistenza del credito. In assenza di tale prova, la richiesta dell'Agenzia delle Entrate è legittima. La sentenza chiarisce anche che, in caso di controlli automatizzati su dati certi, non è obbligatorio l'invio preventivo dell'avviso bonario.
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Cessione crediti garanzia leasing: no agevolazioni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23902/2024, ha stabilito che la cessione di crediti a garanzia del pagamento dei canoni di un contratto di leasing non beneficia delle agevolazioni fiscali previste per le operazioni di finanziamento. Tale operazione, non immettendo nuova liquidità nel sistema, non può usufruire dell'imposta sostitutiva ma deve essere assoggettata all'imposta di registro proporzionale. La decisione chiarisce l'ambito di applicazione della 'cessione crediti garanzia leasing' in materia tributaria.
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Cessione credito garanzia leasing: no imposta sostitutiva
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23896/2024, ha stabilito che la cessione di un credito a garanzia di un contratto di leasing non è un'operazione di finanziamento e quindi non può beneficiare del regime fiscale di favore dell'imposta sostitutiva. Tale operazione, avendo una mera funzione di garanzia e non apportando nuova liquidità all'impresa, deve essere assoggettata all'imposta di registro proporzionale. La decisione chiarisce che la `cessione credito garanzia leasing` è fiscalmente distinta dall'operazione di finanziamento principale.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente e omessa pronuncia. Il caso riguardava la riqualificazione di un acquisto di beni in cessione di ramo d'azienda. La Corte ha stabilito che la sentenza d'appello era nulla perché non aveva esaminato uno specifico motivo di ricorso (difetto di sottoscrizione dell'avviso) e aveva giustificato la propria decisione in modo apodittico, senza un'analisi logica degli elementi probatori. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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