La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23614/2024, ha annullato una condanna per spaccio di stupefacenti, riaffermando i principi per il riconoscimento del reato di lieve entità. Il caso riguardava un individuo trovato in possesso di 61 dosi di cocaina (8,87 gr. di principio attivo) e 183,50 euro. La Suprema Corte ha stabilito che né il dato quantitativo né la somma di denaro sono di per sé sufficienti a escludere la fattispecie attenuata. La motivazione deve essere completa e non può basarsi su mere enunciazioni, come l'inserimento in una 'piazza di spaccio', senza fornire prove concrete del contesto organizzativo. La sentenza ribadisce che anche un'attività non occasionale può rientrare nella lieve entità se mancano indici di particolare gravità.
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