La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26041/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la sentenza della Corte d'Appello di Torino. Il ricorrente contestava la mancata applicazione delle sanzioni sostitutive alla pena detentiva. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione sulla sussistenza delle condizioni per applicare tali misure alternative costituisce un accertamento di fatto, insindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito non è manifestamente infondata. Nel caso specifico, la motivazione è stata ritenuta adeguata, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
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