La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d'Appello di Bologna in un caso di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La Suprema Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano infondati: uno mirava a una non consentita rivalutazione dei fatti, un altro sollevava una questione non proposta in appello, e il terzo era una mera ripetizione di argomenti già respinti in secondo grado sulla corretta qualificazione giuridica del reato. La Corte ha ribadito la distinzione tra truffa aggravata, che richiede artifici e raggiri per indurre in errore, e l'indebita percezione di fondi pubblici. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
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