La Corte di Cassazione, con la sentenza 43396/2024, ha stabilito un principio fondamentale per le impugnazioni trattate con rito cartolare. Un imputato, condannato per detenzione di stupefacenti, aveva lamentato la mancata applicazione delle pene sostitutive. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che nel procedimento senza udienza orale, la richiesta di accesso alle pene sostitutive deve essere formulata esplicitamente dall'imputato tramite atti scritti (atto di appello, memorie o conclusioni). In assenza di una tale richiesta, il silenzio del giudice sul punto non vizia la sentenza e non può essere fatto valere come motivo di ricorso.
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