La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20332/2024, ha chiarito la differenza tra mera connivenza e concorso di persone nel reato di detenzione di stupefacenti. Nel caso esaminato, la stabile coabitazione di un soggetto con il cugino, autore principale del reato, è stata considerata una partecipazione attiva e non una semplice presenza passiva. La Corte ha ritenuto che la disponibilità delle chiavi di casa e la consapevolezza della presenza di ingenti quantità di droga e di un'arma costituissero un contributo causale all'attività illecita. Il ricorso di un altro imputato, basato su un concordato in appello, è stato invece dichiarato inammissibile.
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