LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Procedura Penale

Reato di estorsione: quando la vittima è credibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per usura, reato di estorsione e lesioni. La sentenza conferma che la testimonianza della persona offesa, se ritenuta attendibile e corroborata da altri elementi, è sufficiente per una condanna. Viene inoltre chiarito che l'estorsione si considera consumata anche se la consegna del denaro avviene sotto il controllo della polizia, poiché lo stato di costrizione della vittima permane.
Continua »
Particolare tenuità del fatto e spaccio: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per spaccio di una dose di eroina, stabilendo che per negare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, la prova della "condotta abituale" deve essere rigorosa e non basarsi su espressioni generiche come "come al solito". La Corte d'Appello aveva erroneamente ritenuto abituale la condotta dell'imputato, incensurato, sulla base di elementi insufficienti. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.
Continua »
Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile per genericità dei motivi. L'imputato, condannato per ricettazione, aveva chiesto in appello la sostituzione della pena e la riqualificazione del reato senza adeguata motivazione. La sentenza sottolinea che la mancanza di specificità dei motivi rende l'impugnazione inammissibile fin dall'origine.
Continua »
Ricorso inammissibile per difetto di interesse: analisi
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato dal Procuratore Generale avverso una sentenza di assoluzione. La decisione si fonda principalmente sul difetto di interesse, poiché il reato contestato (minaccia) si è prescritto nelle more del giudizio di legittimità, rendendo l'impugnazione priva di qualsiasi utilità pratica. La Corte ha inoltre rilevato un vizio di specificità nel motivo di ricorso.
Continua »
Partecipazione associazione mafiosa: la valutazione
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso contro un'ordinanza di custodia cautelare per il reato di partecipazione associazione mafiosa. La sentenza chiarisce che gli indizi vanno valutati globalmente e non in modo frammentario, confermando che anche incontri con boss noti, senza conoscerne il contenuto, possono costituire gravi indizi secondo massime d'esperienza.
Continua »
Diffamazione online: annullata condanna a tre mesi
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per diffamazione online aggravata, emessa dalla Corte d'Appello in riforma di una precedente assoluzione. La Suprema Corte ha ritenuto illegittima la pena detentiva di tre mesi, poiché non sussisteva l'"eccezionale gravità" richiesta dalla giurisprudenza costituzionale. Inoltre, ha censurato la motivazione della Corte d'Appello per non aver adeguatamente confutato le ragioni dell'assoluzione di primo grado, omettendo di analizzare il contesto di polemica politica e la polisemia dei termini usati. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.
Continua »
Perquisizione polizia giudiziaria: quando è lecita?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un individuo sottoposto a misura cautelare per spaccio di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la perquisizione della polizia giudiziaria, anche se svolta nel contesto di un'attività investigativa programmata, è pienamente legittima se avviene in stato di flagranza di reato. Di conseguenza, le prove raccolte, come la sostanza stupefacente e una cospicua somma di denaro, sono utilizzabili. La sentenza ha inoltre confermato la gravità dei fatti, escludendo l'ipotesi di spaccio di lieve entità, e la proporzionalità della misura cautelare applicata.
Continua »
Termini impugnazione reati associativi: la Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una misura di custodia cautelare per reati associativi legati agli stupefacenti. La decisione si fonda sulla tardività dell'impugnazione, chiarendo che per i termini impugnazione reati associativi non opera la sospensione feriale dei termini processuali, a causa della gravità del reato contestato.
Continua »
Sospensione feriale termini: quando non si applica
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato oltre il termine di 10 giorni, chiarendo che la sospensione feriale termini non si applica ai procedimenti per reati di criminalità organizzata, come l'associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (art. 74 d.P.R. 309/90). La tardività del ricorso comporta la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione.
Continua »
Associazione per delinquere: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo accusato di essere a capo di un'associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi. La Corte ha stabilito che la detenzione non interrompe la partecipazione al reato se il soggetto continua a impartire ordini dal carcere. Ha inoltre confermato che le aggravanti oggettive, come la transnazionalità, si applicano a tutti i membri dell'associazione, consolidando la misura della custodia in carcere data la gravità dei fatti.
Continua »
Estinzione reato: perché eliminare il rischio non basta
La Corte di Cassazione ha annullato l'assoluzione di un datore di lavoro per violazioni sulla sicurezza. Anche se aveva eliminato le irregolarità, mancava il pagamento della sanzione amministrativa, un requisito indispensabile per l'estinzione reato secondo la procedura speciale. La Corte ha ribadito che l'adempimento tardivo non cancella il reato, ma apre solo la via a una possibile estinzione, che si perfeziona unicamente con il pagamento della sanzione.
Continua »
Associazione per delinquere: la Cassazione decide
Un soggetto accusato di dirigere un'associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi ricorre contro la misura della custodia in carcere. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, la corretta applicazione delle aggravanti, inclusa la transnazionalità, e la legittimità della detenzione basata sulla presunzione di adeguatezza per reati di tale gravità.
Continua »
Prescrizione reato: stop dopo la condanna di primo grado
Un soggetto, condannato in primo grado per violazione della quarantena, era stato prosciolto in appello per estinzione del reato. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che per i reati commessi dal 1° gennaio 2020, la nuova disciplina sulla prescrizione reato prevede la sospensione definitiva del suo corso dopo la sentenza di condanna di primo grado, rendendo errata la declaratoria di estinzione.
Continua »
Competenza territoriale: il luogo dell’accertamento
La Corte di Cassazione, in un caso di molteplici reati connessi tra cui frodi fiscali, ha stabilito i criteri per definire la competenza territoriale. Quando il luogo di commissione del reato più grave (emissione di fatture false) è incerto, si applica la regola speciale del D.Lgs. 74/2000. La Corte ha quindi affermato che la competenza territoriale spetta al giudice del luogo dove è avvenuto l'accertamento del reato, identificato nel caso specifico con il Tribunale di Genova.
Continua »
Reddito di cittadinanza: residenza e false dichiarazioni
La Corte di Cassazione esamina il caso di un cittadino straniero condannato per false dichiarazioni finalizzate all'ottenimento del reddito di cittadinanza. Nonostante la Corte Costituzionale abbia ridotto il requisito di residenza da 10 a 5 anni, la Cassazione ha confermato la rilevanza penale della condotta, poiché l'imputato non soddisfaceva neanche il nuovo requisito. La Corte ha inoltre respinto la tesi difensiva basata sull'ignoranza della legge e sulle difficoltà linguistiche, affermando la responsabilità personale del dichiarante anche quando assistito da un intermediario come il CAF.
Continua »
Rinuncia alla prescrizione: quando è valida? La Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che aveva dichiarato un reato estinto per prescrizione, ignorando la formale rinuncia alla prescrizione presentata dall'imputata. La Suprema Corte ha ribadito che la rinuncia è pienamente valida ed efficace se formulata dopo che il termine di prescrizione è già maturato, obbligando il giudice a procedere con un giudizio di merito completo.
Continua »
Correzione errore materiale: la sentenza letta prevale
La Corte di Cassazione affronta un caso di discordanza tra il dispositivo letto in udienza, che assolveva un'imputata, e quello depositato per iscritto, che invece la condannava parzialmente. La Corte ha stabilito che si tratta di una mera correzione errore materiale, affermando la prevalenza del dispositivo letto in aula e procedendo direttamente alla sua rettifica ai sensi dell'art. 619 c.p.p., pur dichiarando il ricorso inammissibile.
Continua »
Cumulo giuridico: pene espiate e limiti al ricalcolo
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva la rideterminazione della pena tramite cumulo giuridico, includendo pene già interamente espiate. La Corte ha stabilito che le pene scontate non possono essere utilizzate per ridurre sanzioni relative a reati commessi successivamente e che i motivi del ricorso erano generici e aspecifici, non riuscendo a contestare la ratio decidendi della decisione impugnata.
Continua »
Estensione DASPO: serve nuova convalida del Giudice
La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per violazione di un DASPO, stabilendo un principio fondamentale sull'estensione del provvedimento. Un tifoso, destinatario di un DASPO per le partite di una specifica squadra di calcio, era stato condannato per non essersi presentato in commissariato durante gli incontri di una nuova società sportiva, diversa dalla prima. La Suprema Corte ha chiarito che l'estensione DASPO a una squadra differente, anche se opera come continuazione della precedente, costituisce un nuovo provvedimento. Pertanto, per essere valido, deve essere autonomamente notificato e sottoposto a una nuova convalida da parte dell'autorità giudiziaria, a tutela del principio di tassatività e del diritto di difesa.
Continua »
Cumulo giuridico reati ostativi: la Cassazione nega
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto che chiedeva la scissione del cumulo giuridico reati ostativi. Il caso riguardava una condanna per ricettazione aggravata. La Corte ha stabilito che quando il cumulo comprende solo reati ostativi, non è possibile separare le pene per accedere ai benefici penitenziari, confermando l'indivisibilità della pena.
Continua »