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Procedura Civile

Licenziamento periodo di prova: quando è legittimo?

Un dirigente, assunto con contratto a termine e licenziato dopo 34 giorni, ha impugnato il licenziamento periodo di prova, sostenendo che la durata della prova fosse sproporzionata e il tempo di valutazione insufficiente. Il Tribunale ha respinto il ricorso, ritenendo la durata della prova giustificata dalla natura apicale del ruolo e le azioni del lavoratore sufficienti a dimostrarne l’inadeguatezza, confermando la legittimità del recesso datoriale.

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Assegnazione casa coniugale: quando decade il diritto

Una società acquista un immobile all’asta, gravato da un provvedimento di assegnazione della casa coniugale a favore della precedente proprietaria e del figlio. Il Tribunale, pur riconoscendo l’opponibilità iniziale del provvedimento, ha stabilito la cessazione del diritto. La decisione si fonda sul principio di autoresponsabilità del figlio, ormai maggiorenne da anni e con un percorso di studi concluso, ritenendo che il suo interesse a permanere nell’immobile sia recessivo rispetto al diritto di proprietà del terzo acquirente, che ha subito il vincolo per quasi sedici anni.

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Morosità conduttore: quando è risolto il contratto

Una sentenza del Tribunale di Bergamo ha stabilito la risoluzione di un contratto di locazione commerciale per morosità del conduttore. Il conduttore aveva sospeso il pagamento dei canoni sostenendo di aver effettuato lavori di ristrutturazione necessari. Il Giudice ha ritenuto l’inadempimento grave e ingiustificato, poiché il conduttore non ha fornito prove sufficienti né sulla necessità dei lavori né su un presunto accordo con il locatore. La decisione sottolinea l’importanza dell’onere della prova e il peso delle clausole contrattuali che vietano la sospensione dei pagamenti.

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Correzione errore materiale: spese legali dimenticate

La Corte di Cassazione, tramite una ordinanza per correzione errore materiale, ha integrato una precedente sentenza che aveva omesso di pronunciarsi sulla condanna alle spese processuali in favore di un controricorrente. Quest’ultimo, pur avendo resistito con successo al ricorso principale, non era stato menzionato nel dispositivo riguardo alle spese. La Corte ha chiarito che la compensazione delle spese disposta nella sentenza originaria riguardava unicamente il rapporto tra i ricorrenti principali e un altro ricorrente incidentale, e non il controricorrente vittorioso. Di conseguenza, ha corretto l’omissione condannando i ricorrenti principali a rifondere le spese al controricorrente, sanando così l’errore materiale.

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Notifica operatore privato: Cassazione attende Sezioni Unite

Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione sospende un giudizio su un accertamento catastale. La questione centrale è la validità di una notifica operatore privato effettuata prima della piena liberalizzazione dei servizi postali. La Corte, rilevando che la stessa questione è già stata rimessa alle Sezioni Unite, ha deciso di attendere la loro pronuncia definitiva, rinviando la causa a nuovo ruolo per garantire l’uniformità del diritto.

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Fascicolo d'ufficio: che fare se manca in Cassazione?

La Corte di Cassazione, riscontrando la mancanza del fascicolo d’ufficio del giudizio di secondo grado, richiesto dal ricorrente, non può decidere la causa. Di conseguenza, con un’ordinanza interlocutoria, ha ordinato alla cancelleria di acquisire il fascicolo mancante e ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa del completamento degli atti necessari per la decisione.

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Valenza nomofilattica: rinvio a pubblica udienza

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio a pubblica udienza di un ricorso avverso una sentenza del Tribunale di Pisa. La decisione si fonda sulla rilevata “valenza nomofilattica” della questione, che richiede una trattazione approfondita per la sua importanza come principio di diritto per casi futuri, ai sensi dell’art. 380 bis c.p.c.

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Sospensione decreto ingiuntivo per gravi motivi

Un’ordinanza giudiziaria ha concesso la sospensione di un decreto ingiuntivo, ritenendo fondata l’opposizione per gravi motivi. L’opponente ha eccepito con successo la natura condizionata del credito, legato al perfezionamento di una cessione di quote societarie, il beneficio di preventiva escussione della società, e la possibilità di compensare il debito con propri crediti. Il giudice ha sospeso la provvisoria esecuzione in attesa della definizione del merito della causa.

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Liquidazione giudiziale: quando si apre la procedura?

Il Tribunale di Bergamo ha dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale per una società debitrice su ricorso di un creditore. Nonostante la società resistente avesse tentato di difendersi allegando piani di rientro parzialmente onorati e un presunto credito fiscale, il Tribunale ha accertato uno stato di insolvenza conclamato. La decisione si fonda sull’elevato indebitamento verso il ricorrente e l’erario, sull’esistenza di altre procedure monitorie e sulla mancanza di mezzi liquidi per far fronte alle obbligazioni. È stata inoltre rigettata la richiesta della società di un termine per presentare un piano alternativo, giudicata troppo generica e priva di supporto documentale.

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Precetto nullo: la girata post-cancellazione societaria

Il Tribunale di Bergamo ha confermato la sospensione di una procedura esecutiva, ritenendo nullo il precetto basato su cambiali con girate irregolari. La decisione si fonda sull’invalidità di una girata apposta dal legale rappresentante di una società dopo che questa era già stata cancellata dal registro delle imprese. Tale vizio interrompe la catena di titolarità del credito, rendendo il precetto nullo per l’impossibilità del debitore di verificare la legittimazione del creditore.

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Compenso curatore eredità giacente: la decisione

Il curatore di un’eredità giacente ha contestato il compenso liquidatogli, ritenendolo inadeguato rispetto alla complessa attività svolta, comprensiva di uno ‘stralcio divisionale’. Il Tribunale ha parzialmente accolto l’opposizione, aumentando il compenso curatore eredità giacente in virtù della particolare attività di gestione patrimoniale, pur rigettando la richiesta per l’intero importo poiché ritenuta eccessiva e non sufficientemente motivata.

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Efficacia riflessa sentenza: Stop all'esecuzione

Un Tribunale ha bloccato una procedura di esecuzione immobiliare promossa da un istituto di credito. La decisione si fonda sul principio dell’efficacia riflessa di una sentenza non ancora definitiva, emessa in un’altra causa tra le parti. Tale sentenza, pur essendo in attesa di appello, ha costituito prova sufficiente per dimostrare l’insussistenza del diritto della banca a procedere con il pignoramento, in quanto il suo credito era stato di fatto azzerato dall’accertamento di addebiti illegittimi su un conto corrente. Il giudice ha quindi accolto l’opposizione dei debitori, pur rigettando le loro domande sulla nullità del contratto di mutuo e sulla compensazione formale dei crediti.

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Produzione avviso di ricevimento: quando è tardi?

Con la sentenza n. 34591/2019, la Cassazione Civile, Sezione Tributaria, ha ribadito che la mancata produzione dell’avviso di ricevimento della notifica dell’atto di appello comporta l’inammissibilità del ricorso. Anche se è possibile un deposito tardivo fino all’udienza di discussione, la sua totale omissione è un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare il merito della causa. Il caso riguardava un’impugnazione di cartelle esattoriali e la Corte ha respinto il ricorso della società contribuente, confermando la centralità di questo adempimento processuale.

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Istanza sospensione efficacia esecutiva lodo arbitrale

L’ordinanza ribadisce il principio di diritto secondo cui l’annullamento di una delibera assembleare ha natura costitutiva ed è efficace solo dopo il passaggio in giudicato. Pertanto, la mera proposizione dell’impugnazione non giustifica la sospensione dell’esecuzione del lodo arbitrale, in assenza di gravi motivi.

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Sentenza straniera non notificata: no al riconoscimento

La Corte d’Appello di Torino ha respinto la richiesta di riconoscimento di una sentenza di divorzio francese del 1999. La decisione si fonda sul fatto che la sentenza straniera non notificata alla controparte entro il termine di sei mesi previsto dalla legge francese, non è mai diventata definitiva (‘passata in giudicato’). Tale vizio insanabile impedisce che la decisione possa avere efficacia nel nostro ordinamento, rendendo irrilevante la successiva notifica avvenuta a 25 anni di distanza.

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Sospensione Esecuzione Sentenza per Periculum in Mora

L’ordinanza conferma il principio per cui la sospensione dell’esecuzione di una sentenza può essere concessa in presenza di un concreto ‘periculum in mora’, anche a fronte di una possibile perdita economica per la parte appellata. La tutela del diritto all’abitazione prevale in questo caso.

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Inammissibilità della revocazione per mancanza di procura speciale

La sentenza ribadisce il principio di diritto secondo cui la procura per la revocazione di una sentenza d’appello deve essere speciale e rilasciata successivamente al provvedimento impugnato. L’eventuale procura rilasciata per il giudizio di primo grado non può essere utilizzata per il giudizio di revocazione.

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Azione revocatoria spese legali: quando sorge il credito

Un’analisi della sentenza della Corte d’Appello di Trieste sull’inammissibilità dell’azione revocatoria per spese legali prima della sentenza di condanna. Il caso chiarisce che il credito per le spese di lite sorge solo con la pronuncia del giudice, rendendo inefficace un’azione revocatoria su atti di disposizione anteriori a tale momento.

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Contratto autonomo di garanzia: la parola al Giudice

Il Tribunale di Verona ha rigettato l’opposizione a un decreto ingiuntivo, chiarendo la natura del contratto autonomo di garanzia. La sentenza stabilisce che, a differenza della fideiussione, tale contratto obbliga il garante al pagamento ‘a prima richiesta’, senza poter sollevare eccezioni relative al rapporto principale. La presenza di clausole come ‘pagamento a semplice richiesta’ qualifica il contratto come autonomo, rendendo inapplicabili le tutele previste dall’art. 1957 c.c. per il fideiussore e confermando la piena legittimità dell’azione di regresso del garante che ha pagato.

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Fideiussione ABI: la decadenza del creditore

Un’importante sentenza del Tribunale di Verona analizza gli effetti della nullità delle clausole in una fideiussione ABI. La corte ha stabilito che la nullità della clausola di deroga all’art. 1957 c.c. comporta la decadenza del diritto della banca di agire contro i garanti, qualora non abbia promosso azioni contro il debitore principale entro sei mesi. Di conseguenza, il decreto ingiuntivo verso i garanti è stato revocato, mentre il debito della società principale è stato ricalcolato e ridotto a seguito di una perizia contabile.

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