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Procedura Civile

Indennità aggiuntiva: sì anche per opere private
Una società energetica ha espropriato un terreno agricolo affittato per la costruzione di un gasdotto, un'opera privata di pubblica utilità. Il coltivatore diretto ha richiesto l'indennità aggiuntiva prevista dall'art. 42 D.P.R. 327/2001, che la società ha negato invocando l'art. 36. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che l'indennità aggiuntiva spetta al coltivatore anche in caso di opere private di pubblica utilità, poiché è un compenso autonomo finalizzato a tutelare l'attività agricola e non rientra nelle deroghe previste per la sola indennità di esproprio.
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Derogabilità art. 2112 c.c.: la Cassazione decide
Un gruppo di dirigenti medici, esclusi da un trasferimento d'azienda a seguito di una procedura di amministrazione straordinaria, ha fatto ricorso in Cassazione. La Corte ha annullato la precedente sentenza d'appello, la quale aveva erroneamente ritenuto non contestata la questione sulla derogabilità art. 2112 c.c. La Cassazione ha stabilito che la Corte d'Appello ha commesso un errore di omessa pronuncia, non decidendo nel merito la questione centrale della controversia, e ha rinviato il caso per un nuovo esame.
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Opposizione atti esecutivi: l’errore inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato sull'opposizione agli atti esecutivi per contestare la pignorabilità di crediti. La Corte chiarisce che tale questione va sollevata esclusivamente con l'opposizione all'esecuzione (art. 615 c.p.c.) prima della conclusione del processo esecutivo, rendendo l'uso dell'art. 617 c.p.c. un errore procedurale fatale.
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Ricorso straordinario cassazione: quando è inammissibile
Una condomina impugnava una delibera assembleare relativa a una polizza di tutela legale. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della condomina. Quest'ultima ha tentato di impugnare la stessa decisione della Cassazione tramite un ricorso straordinario cassazione ex art. 111 Cost. La Suprema Corte, con l'ordinanza in esame, ha ribadito l'inammissibilità di tale strumento, chiarendo che non può essere utilizzato per contestare le pronunce della Cassazione per presunti errori di diritto, ma solo contro provvedimenti decisori e definitivi dei giudici di merito per i quali non sia previsto altro mezzo di impugnazione.
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Impugnazione multa autovelox: i motivi di ricorso
Una società proponeva l'impugnazione di una multa autovelox, sollevando diverse questioni, tra cui l'omessa indicazione della data di taratura, vizi di notifica e l'errata determinazione della sanzione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato tutti i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti. In particolare, ha ribadito che spetta al sanzionato contestare il malfunzionamento del dispositivo, non essendo necessaria l'indicazione della data di taratura sul verbale. Ha inoltre negato la legittimazione ad impugnare verbali non ancora notificati e confermato la decisione del giudice di merito sulla non applicabilità del cumulo giuridico e sulla determinazione della sanzione, ritenendo la minima differenza di importo non rilevante.
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Spese legali PA: quando non sono dovute dall’opponente
Un automobilista si oppone a una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox. La Corte di Cassazione, pur rigettando i motivi relativi alla validità dell'accertamento, accoglie il ricorso sulla questione delle spese legali PA. Viene stabilito che se la Pubblica Amministrazione si difende in giudizio con un proprio funzionario, non ha diritto al rimborso degli onorari di avvocato, ma solo delle spese vive documentate.
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Privilegio credito pubblico: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20362/2024, ha stabilito che il privilegio del credito pubblico, derivante da finanziamenti agevolati, sussiste anche se non esplicitamente menzionato nel contratto. Il caso riguardava una società in concordato preventivo che contestava la natura privilegiata del credito vantato da un ente gestore di fondi pubblici. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando l'orientamento consolidato secondo cui il privilegio si applica a tutti gli interventi di sostegno pubblico rientranti nel D.Lgs. n. 123/1998, estendendosi oltre le sole ipotesi di revoca del beneficio per illeciti.
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Qualificazione della domanda: apparenza e termini ricorso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché tardivo. La controversia, nata da un'opposizione a un precetto, era stata definita dal giudice di merito come 'opposizione all'esecuzione'. Tale qualificazione della domanda, in base al principio di apparenza, imponeva di non applicare la sospensione feriale dei termini, rendendo il ricorso depositato fuori tempo massimo.
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Indennizzo durata irragionevole: il calcolo corretto
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennizzo per l'irragionevole durata di un processo fallimentare va calcolato sul credito residuo, non su quello originario, se nel frattempo sono intervenuti pagamenti parziali significativi (ad esempio, dal Fondo di Garanzia INPS). Questa decisione, che riforma una precedente pronuncia della Corte d'Appello, mira a evitare il rischio di una sovra-compensazione, allineando l'indennizzo all'effettivo pregiudizio subito dal creditore. La Suprema Corte ha quindi accolto il ricorso del Ministero della Giustizia e rideterminato gli importi dovuti ai creditori in base a questo principio.
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Lavoro giornalistico subordinato: iscrizione all’Albo
La Corte di Cassazione chiarisce che l'obbligo di versare i contributi all'ente previdenziale di categoria per un lavoro giornalistico subordinato richiede la formale iscrizione del lavoratore all'Albo professionale. In un caso contro un'azienda radiotelevisiva, la Corte ha escluso l'obbligo per un collaboratore non iscritto, pur riconoscendo la protezione generale del lavoro di fatto. Ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso dell'azienda che mirava a un riesame delle prove sulla natura subordinata del rapporto per altri collaboratori.
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Domanda risarcitoria: an e quantum nel processo civile
Un professionista, curatore fallimentare, veniva diffamato da un vice direttore di banca. Nonostante l'accertamento del carattere diffamatorio della condotta, la domanda risarcitoria è stata respinta per mancata prova del danno. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione, chiarendo la relazione tra la richiesta di condanna generica (an debeatur) e quella specifica (quantum debeatur), e ribadendo che l'onere di provare il danno subito spetta sempre al danneggiato.
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Compenso collegio arbitrale: spetta a ogni arbitro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20349/2024, ha stabilito un principio fondamentale sul compenso del collegio arbitrale. Contrariamente a quanto deciso nei gradi di merito, che avevano liquidato un'unica somma da dividere tra gli arbitri, la Suprema Corte ha chiarito che l'onorario spetta individualmente a ciascun componente del collegio. Questo principio si applica anche ai collegi a composizione mista, cioè formati da avvocati e altri professionisti. La decisione si basa sull'interpretazione delle normative sui parametri forensi, affermando che se un giudice sceglie di utilizzare tali parametri, deve applicarli integralmente, riconoscendo a ogni arbitro il proprio compenso per l'attività prestata.
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Usucapione bene in comunione: cosa serve per provarla
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20346/2024, ha chiarito i requisiti per l'usucapione di un bene in comunione tra coeredi. La Corte ha stabilito che non è sufficiente il semplice utilizzo esclusivo del bene da parte di un coerede, anche se protratto nel tempo. È necessario compiere atti che manifestino in modo inequivocabile la volontà di escludere gli altri comproprietari dal godimento del bene, dimostrando un possesso incompatibile con i diritti altrui. La sentenza di merito che aveva accolto la domanda di usucapione basandosi sulla mera tolleranza degli altri familiari è stata quindi cassata con rinvio.
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Azione revocatoria: inammissibile il ricorso tardivo
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di azione revocatoria avviata da alcuni creditori nei confronti di una società che aveva trasferito beni ai propri soci. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dei soci, chiarendo importanti principi procedurali. In particolare, ha stabilito che la notifica personale della sentenza di primo grado è valida ai fini del decorrere del termine breve per l'appello, anche se una delle riassunzioni del processo non era stata formalizzata. Ha inoltre ribadito che non è possibile produrre in Cassazione documenti che potevano essere presentati nelle fasi di merito per dimostrare l'estinzione del credito sottostante all'azione revocatoria.
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Specificità motivi appello: quando è valido l’atto
Una donna rivendicava l'usucapione di un terreno. Dopo il rigetto in primo grado, la Corte d'Appello dichiarava inammissibile il suo gravame per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che l'atto di appello era sufficientemente specifico perché contestava tutte le autonome "rationes decidendi" della sentenza di primo grado, rispettando così il principio della specificità dei motivi d'appello.
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Codatorialità: limiti alla prova in Cassazione
Un lavoratore, il cui licenziamento è stato dichiarato inefficace, ha agito in giudizio contro il suo ex datore di lavoro, una cooperativa subentrante e il consorzio appaltante, sostenendo una situazione di codatorialità o un trasferimento d'azienda. La Corte d'Appello ha respinto la richiesta contro le altre società per insufficienza di prove. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del lavoratore, affermando che la valutazione dei fatti e delle prove, inclusa l'esistenza di un unico centro di imputazione datoriale, è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una "doppia conforme".
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Irragionevole durata processo: limiti e onere prova
Una società ha richiesto un indennizzo per l'irragionevole durata processo di una procedura fallimentare durata quasi 24 anni. La Corte d'Appello aveva negato il risarcimento, citando l'eccezionale complessità del caso. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la complessità non può giustificare il superamento dei termini massimi di legge (6-7 anni) e che il danno non patrimoniale si presume, invertendo l'onere della prova a carico dello Stato.
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Irragionevole durata processo: limiti alla deroga
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di alcune società creditrici che lamentavano l'irragionevole durata di una procedura fallimentare durata quasi 24 anni. La Corte ha stabilito che la 'particolare complessità' del caso può giustificare un'estensione del termine di sei anni, ma solo fino a un massimo di sette. Inoltre, ha ribadito che il danno non patrimoniale si presume, invertendo l'onere della prova a carico dello Stato. La sentenza della Corte d'Appello, che aveva negato l'indennizzo, è stata cassata con rinvio.
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Azione revocatoria donazione: quando è inefficace
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un padre e dei suoi figli contro un'azione revocatoria donazione. Il caso riguardava la donazione di immobili ai figli, effettuata dopo che il padre era stato citato in giudizio per un risarcimento danni da una società cooperativa. La Corte ha confermato che il credito, anche se non ancora accertato, era sorto prima della donazione, rendendo l'atto pregiudizievole per il creditore. È stata inoltre confermata la validità della notifica dell'atto introduttivo, consegnata al figlio presso la residenza del padre.
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Termine impugnazione fallimento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione stabilisce che per un fallimento iniziato prima della riforma del 2009, il termine di impugnazione del decreto di chiusura è di un anno e non di sei mesi. La decisione si basa sul principio che la fase di reclamo è parte integrante del procedimento principale. La Corte ha inoltre accolto il ricorso per la liquidazione delle spese legali, ritenute inferiori ai minimi inderogabili.
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