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Procedura Civile

Cessione pro solvendo: la Cassazione e la motivazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcune società e dei loro soci contro una società di factoring. Il caso riguardava una complessa vicenda di cessioni di credito, definite dal giudice di merito come cessione pro solvendo, e la successiva dichiarazione di fallimento delle società cedenti. I ricorrenti sostenevano che la corte d'appello avesse errato nella valutazione delle prove e interpretato male le loro domande, ma la Cassazione ha ritenuto i motivi inammissibili, in quanto miravano a un riesame del merito dei fatti, non consentito in sede di legittimità. La Suprema Corte ha confermato che la motivazione della sentenza d'appello non era apparente, ma fondata sull'analisi dei contratti e delle prove, ribadendo i limiti del sindacato di legittimità sulla valutazione probatoria del giudice.
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Cessazione materia del contendere: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara la cessazione della materia del contendere in un ricorso tra una società e diverse Amministrazioni dello Stato. La decisione segue un'istanza congiunta delle parti, ponendo fine alla controversia prima di una pronuncia nel merito e compensando integralmente le spese legali. La causa verteva sulla presunta omessa pronuncia di una Corte d'Appello riguardo eccezioni di compensazione e rideterminazione di un debito.
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Zonizzazione acustica e impianti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che un piano di zonizzazione acustica non può precludere in modo assoluto l'installazione di un impianto di energia rinnovabile in un'area residenziale. La decisione finale spetta al procedimento di Autorizzazione Unica, che può variare gli strumenti urbanistici locali. Nel caso specifico, un condominio si opponeva alla riattivazione di una centrale idroelettrica, ma il ricorso è stato respinto poiché le valutazioni tecniche escludevano un superamento dei limiti di rumore e, anzi, prevedevano un miglioramento della situazione acustica esistente.
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Danno alla professionalità: limiti del risarcimento
Un lavoratore chiede il risarcimento per danno alla professionalità per un periodo di inattività forzata. La Corte di Cassazione accoglie parzialmente il ricorso dell'azienda, stabilendo che il risarcimento non può estendersi al periodo precedente la sentenza di conversione del contratto, poiché tale periodo è già coperto da una penale di legge. La Corte ha chiarito i limiti della domanda giudiziale, annullando la decisione che aveva concesso un risarcimento per un periodo non richiesto dal lavoratore.
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Responsabilità presidente associazione: Cassazione chiarisce
Una locatrice ha citato in giudizio un'associazione sportiva e il suo ex presidente per canoni di locazione non pagati. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, ribadendo la responsabilità personale e solidale di chi agisce in nome dell'ente, secondo l'art. 38 c.c. L'ordinanza chiarisce i limiti processuali per sollevare eccezioni e per contestare la valutazione dei fatti in sede di legittimità, consolidando i principi sulla responsabilità presidente associazione.
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Recesso anticipato locazione: la prova dei gravi motivi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un conduttore che aveva effettuato un recesso anticipato da una locazione commerciale adducendo generici 'gravi motivi' legati alla crisi economica. La Corte ha ribadito che il conduttore ha l'onere di dimostrare in modo specifico, con dati oggettivi, l'imprevedibilità e la gravità della situazione che rende la prosecuzione del contratto eccessivamente onerosa, confermando la sua condanna al pagamento dei canoni non versati.
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Giurisdizione definanziamento: a chi spetta decidere?
Le Sezioni Unite della Cassazione stabiliscono che la controversia su un provvedimento di definanziamento, adottato dalla P.A. in autotutela per vizi di legittimità originari dell'atto di concessione, rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo. In questi casi, la posizione del beneficiario regredisce da diritto soggettivo a interesse legittimo, poiché l'amministrazione esercita un potere autoritativo di riesame del proprio operato. La decisione chiarisce il riparto di giurisdizione in materia di revoca di sovvenzioni pubbliche.
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Contestazione spese: onere della prova in Cassazione
In un caso di locazione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei locatori riguardo alla compensazione con le spese di manutenzione sostenute dai conduttori. La Corte ha stabilito che la contestazione delle spese deve essere specifica e non generica. Un'errata percezione del giudice sulla mancata contestazione costituisce un errore di fatto da impugnare con revocazione, non con ricorso in Cassazione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per genericità e per aver dedotto un vizio revocatorio.
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COSAP condominio: quando si paga per le griglie?
Un condominio ha contestato un avviso di pagamento per il COSAP relativo a griglie di areazione su un'area soggetta a servitù di uso pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il COSAP condominio è dovuto quando i manufatti offrono un'utilità particolare e privata su un suolo pubblico. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili nuove eccezioni, come la presunta appartenenza dell'area a un supercondominio, sollevate per la prima volta in sede di legittimità.
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Trattenimento stranieri: la Cassazione rinvia la causa
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul ricorso di un cittadino straniero contro la proroga del suo trattenimento. Il caso riguarda la durata massima del trattenimento stranieri quando viene presentata una domanda di protezione internazionale. La Corte ha ritenuto opportuno attendere la decisione di un altro caso simile, pendente dinanzi a sé, per approfondire la questione della natura perentoria dei termini procedurali alla luce del diritto europeo.
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Proroga trattenimento straniero: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un cittadino straniero contro la proroga del suo trattenimento in un centro per i rimpatri. Il ricorrente lamentava la mancata diligenza dell'amministrazione nel gestire le procedure di rimpatrio. A causa di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla questione dei presupposti per la proroga trattenimento straniero, la Corte ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito, senza decidere nel merito.
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Riammissione in servizio: nasce un nuovo rapporto
Un dipendente pubblico, dimessosi e poi riammesso in servizio dopo anni, ha contestato il calcolo della sua liquidazione finale. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, stabilendo che la riammissione in servizio non fa rivivere il precedente rapporto di lavoro, ma ne costituisce uno nuovo e distinto, soggetto alla normativa vigente al momento della nuova assunzione.
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Responsabilità antitrust: limiti del ricorso in Cassazione
Una società di consulenza è stata ritenuta corresponsabile per un'intesa anticoncorrenziale in una gara pubblica, pur non avendovi partecipato direttamente. L'appello si basava sul concetto di responsabilità antitrust estesa all'interno di un network aziendale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la valutazione dei fatti da parte del Consiglio di Stato non è sindacabile in sede di legittimità per motivi di giurisdizione, delineando così i precisi confini del proprio intervento.
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Proroga trattenimento straniero: analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione ha esaminato due ricorsi contro decreti di proroga del trattenimento di un cittadino straniero in un centro per i rimpatri. Prima di pronunciarsi nel merito sulla legittimità delle proroghe, la Corte ha rilevato una questione procedurale. Di conseguenza, ha emesso un'ordinanza interlocutoria rinviando le cause a nuovo ruolo per permettere alla Cancelleria di attribuire un corretto numero di registrazione a uno dei ricorsi, posticipando così la decisione finale sulla vicenda.
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Errore di fatto: quando la Cassazione lo esclude
Una società chiede la revocazione di un'ordinanza della Cassazione per un presunto errore di fatto, sostenendo che la Corte avesse travisato le conclusioni di una corte d'appello sul momento impositivo di una compravendita immobiliare e sulla sussistenza di un giudicato esterno. La Cassazione rigetta il ricorso, chiarendo che la valutazione giuridica, anche se errata, non costituisce l'errore di fatto revocatorio, il quale deve essere una pura svista percettiva su un dato processuale.
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Ricorso tardivo fallimento: inammissibilità e termini
Una società creditizia ha impugnato un decreto che rigettava la sua ammissione al passivo fallimentare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, qualificandolo come ricorso tardivo fallimento perché presentato ben oltre il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione del provvedimento. Di conseguenza, anche l'intervento di una società cessionaria del credito è stato dichiarato inammissibile.
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Litisconsorzio necessario: l’INPS parte del giudizio
Un gruppo di ex dipendenti di un istituto di credito ha richiesto la riliquidazione del proprio assegno straordinario di solidarietà. La Corte di Cassazione ha annullato le sentenze precedenti, dichiarando la nullità del giudizio per non aver incluso l'ente previdenziale. È stato affermato il principio del litisconsorzio necessario, rinviando la causa al primo grado per integrare il contraddittorio.
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Compensazione volontaria: accordo tra le parti
Una società creditrice si è vista negare il pagamento a seguito di una domanda di compensazione della società debitrice. Sebbene i debiti non fossero tra soggetti giuridici identici, la Cassazione ha confermato la validità della compensazione volontaria, basata su un accordo provato tra le parti. L'ordinanza sottolinea come la volontà delle parti possa superare i rigidi requisiti della compensazione legale, rendendo sufficiente la prova dell'accordo per estinguere le obbligazioni reciproche.
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Dichiarazione Pubblica Utilità: Cassazione al vaglio
In un complesso caso di espropriazione, la Corte di Cassazione esamina un ricorso basato sulla validità della dichiarazione di pubblica utilità. Gli eredi di alcuni proprietari terrieri hanno impugnato la decisione della Corte d'Appello, la quale aveva riconosciuto un'indennità per l'occupazione legittima ma respinto le doglianze sulla legittimità dell'intera procedura. Data la complessità delle questioni sollevate, in particolare riguardo all'interpretazione degli atti amministrativi e alla reiterazione della dichiarazione di pubblica utilità, la Suprema Corte ha deciso di non pronunciarsi in camera di consiglio, rinviando il caso a una pubblica udienza per un'analisi più approfondita.
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Lesione dell’affidamento: la giurisdizione è civile
Un'impresa edile e un ente religioso, dopo aver visto revocato un permesso di costruire, hanno richiesto un risarcimento danni per lesione dell'affidamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere su tale richiesta spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo, poiché la controversia non riguarda l'esercizio del potere pubblico, ma il comportamento della Pubblica Amministrazione che ha violato i principi di correttezza e buona fede.
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