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Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un estratto di ruolo. La decisione si fonda su una recente modifica legislativa che limita l'impugnazione estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e attuale, non essendo più sufficiente la sola presunta nullità della notifica della cartella originaria. Il ricorso è stato respinto per carenza di interesse ad agire.
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Notifica atti presupposti al curatore: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito che aveva invalidato una cartella di pagamento. I giudici inferiori avevano erroneamente basato la loro decisione su un presupposto mai contestato (la notifica al soggetto fallito), ignorando la vera questione sollevata dal curatore fallimentare: la mancata notifica atti presupposti a lui stesso. La Corte ha rinviato il caso per un nuovo esame che affronti il reale oggetto della controversia.
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Estinzione giudizio tributario: la definizione agevolata
Un contribuente, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata della controversia. Avendo provveduto al pagamento integrale delle somme dovute secondo l'accordo, la Corte ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario, ponendo fine alla lite.
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Responsabilità contribuente: commercialista infedele
Un contribuente si oppone a delle cartelle esattoriali, attribuendo la colpa di dichiarazioni errate al proprio commercialista. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21742/2024, ha chiarito che la responsabilità del contribuente non è esclusa automaticamente. Per ottenere l'annullamento delle sanzioni, il contribuente deve fornire prova rigorosa di aver vigilato sull'operato del professionista e che la frode non era facilmente riconoscibile. La Corte ha inoltre cassato la sentenza d'appello per motivazione contraddittoria, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Estinzione del giudizio: la definizione agevolata
Una società operante nel settore della telefonia, in lite con l'Agenzia delle Entrate per avvisi di accertamento, ha ottenuto l'estinzione del giudizio pendente in Cassazione. Decisiva è stata l'adesione alla definizione agevolata della controversia, che ha portato la Suprema Corte a dichiarare la fine del processo, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Rinuncia al ricorso: quando il giudizio si estingue
Un contribuente, dopo aver impugnato una cartella di pagamento e aver perso in appello, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima della decisione finale, ha formalizzato la rinuncia al ricorso. La Corte Suprema, prendendo atto di tale volontà, ha dichiarato l'estinzione del giudizio, rendendo definitiva la sentenza di secondo grado sfavorevole al cittadino.
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Sospensione giudizio tributario: il caso rottamazione
Una società di costruzioni, dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio contro l'Ente Fiscale, ricorre in Cassazione. Durante il processo, aderisce alla "rottamazione quater" per definire i carichi pendenti. La Corte di Cassazione, preso atto dell'avvenuta adesione e della relativa istanza, dispone la sospensione del giudizio tributario in attesa degli esiti della procedura di definizione agevolata, in applicazione della normativa specifica.
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Transfer pricing: Cassazione su costi e consociata estera
Una società di trasporti si è vista respingere il ricorso contro un avviso di accertamento per costi indeducibili derivanti da una consociata estera. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, basandosi sulle prove di sovrafatturazione e sulla corretta applicazione delle norme sul transfer pricing. I giudici hanno ritenuto irrilevanti le argomentazioni della società sulla residenza fiscale della consociata, sottolineando che il ricorso non può mirare a un riesame dei fatti già valutati dai tribunali di merito.
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Estinzione del giudizio per rottamazione-quater
Una società contribuente, dopo aver impugnato una sentenza tributaria sfavorevole in Cassazione, ha aderito alla rottamazione-quater per il debito oggetto della controversia. Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti, in quanto la rinuncia era giustificata dall'adesione alla sanatoria fiscale.
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Origine merci importate: la Cassazione sul ricorso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda importatrice a cui erano stati contestati maggiori tributi doganali per un'errata dichiarazione sull'origine merci importate. Le merci, dichiarate come malesi per beneficiare di un regime preferenziale, erano in realtà di origine cinese. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso, basati su presunti vizi di motivazione e sulla buona fede dell'importatore, miravano a un riesame del merito non consentito in sede di legittimità, confermando la legittimità dell'accertamento e delle sanzioni.
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Onere della prova cessioni intracomunitarie: la Corte
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21735/2024, ha chiarito l'onere della prova a carico del cedente nelle cessioni intracomunitarie. Una società si è vista negare il regime di non imponibilità IVA per aver effettuato vendite a clienti con codici IVA inesistenti. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che spetta al venditore dimostrare non solo la spedizione della merce, ma anche e soprattutto lo status di soggetto passivo IVA del cessionario. La mancanza di questa prova, considerata un requisito sostanziale, impedisce di beneficiare dell'esenzione, indipendentemente dal solo adempimento formale del controllo del codice IVA.
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Contraddittorio endoprocedimentale: l’obbligo per l’IVA
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società in fallimento contro un avviso di accertamento. Il caso ha offerto l'occasione per ribadire un principio fondamentale: l'obbligo del contraddittorio endoprocedimentale, ovvero il diritto del contribuente a essere sentito prima dell'atto impositivo, è una garanzia di derivazione europea che si applica pienamente ai tributi armonizzati come l'IVA. Per i tributi non armonizzati, come IRES e IRAP, tale obbligo sussiste solo nei casi specificamente previsti dalla legge nazionale. La Corte ha inoltre confermato la validità dell'accertamento basato sul contenuto del verbale di constatazione trasfuso nell'avviso e ha ritenuto legittimo il ricorso al metodo induttivo in caso di omessa dichiarazione.
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Accertamento induttivo e rimanenze di magazzino
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento induttivo emesso dall'Agenzia delle Entrate nei confronti di una società a causa di significative discrepanze nelle rimanenze di magazzino. La sentenza chiarisce che la presenza di lacune e incongruenze contabili è sufficiente a giustificare la presunzione di maggiori ricavi non dichiarati, e che l'onere di fornire una prova contraria rigorosa spetta al contribuente. La Corte ha inoltre validato la ripartizione della presunta evasione su più annualità, basandosi su un'analisi economica del rapporto tra ricavi e scorte.
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Onere probatorio: Cassazione su accertamento fiscale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di trasporti internazionali contro un avviso di accertamento per imposte dirette e IVA. L'accertamento si basava sul disconoscimento di costi derivanti da una consociata estera per presunta sovrafatturazione (transfer pricing) e su ricavi non contabilizzati. La società ricorrente ha incentrato la sua difesa sulla presunta 'esterovestizione' della consociata, ma la Corte ha dichiarato i motivi inammissibili. La decisione sottolinea che l'appello deve contestare la 'ratio decidendi' della sentenza impugnata, che in questo caso riguardava la fondatezza nel merito delle riprese fiscali basate su indizi gravi, precisi e concordanti, e non la questione della residenza fiscale della società estera, ritenuta irrilevante. La Corte ha confermato che l'onere probatorio, correttamente assolto dall'Agenzia delle Entrate, è stato il fulcro della decisione.
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Indagini bancarie: quando l’accertamento è valido?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21728/2024, ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento per Irpef, Irap e Iva basato su indagini bancarie. La Corte ha stabilito che l'accertamento è valido anche senza allegare l'autorizzazione alle indagini, poiché questa ha una funzione meramente organizzativa interna all'Agenzia delle Entrate. È stato inoltre confermato che l'onere di giustificare le movimentazioni bancarie ricade interamente sul contribuente, che nel caso di specie non era riuscito a fornire prove sufficienti a superare la presunzione legale di ricavi non dichiarati.
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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un processo tributario tra l'Agenzia delle Entrate e una associazione sportiva. La decisione non entra nel merito della lite fiscale, ma si basa sull'adesione dell'Agenzia a una definizione agevolata prevista da una legge del 2022, che ha permesso di chiudere la controversia in modo definitivo. Le spese del procedimento restano a carico di chi le ha sostenute.
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Estinzione giudizio tributario: la pace fiscale
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario tra un'associazione sportiva e l'Amministrazione Finanziaria. La causa, relativa alla revoca di un regime fiscale agevolato, è stata conclusa anticipatamente perché le parti hanno aderito alla definizione agevolata, nota come 'pace fiscale'. Di conseguenza, il processo è stato interrotto e le spese legali sono rimaste a carico di chi le ha sostenute.
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Litisconsorzio necessario: Cassazione rinvia il caso
In un caso di accertamento IRPEF a un socio, la Corte di Cassazione ha disposto il rinvio per trattazione congiunta con i ricorsi della società e degli altri soci. La decisione si fonda sul principio del litisconsorzio necessario, ritenuto indispensabile per garantire l'integrità del contraddittorio nel processo tributario.
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Aiuti di Stato: tasse sospese, ma non per le imprese
Un'impresa si opponeva a delle cartelle esattoriali, invocando la sospensione dei termini di pagamento concessa a seguito di un sisma. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che tale agevolazione fiscale costituisce un aiuto di Stato illegittimo secondo il diritto dell'Unione Europea. La Corte ha chiarito che l'impresa può beneficiare della misura solo se dimostra di rientrare in specifiche eccezioni, come la regola "de minimis". La sentenza è stata annullata e la causa rinviata al giudice di merito per una nuova valutazione.
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Revocazione ordinanza Cassazione: limiti e motivi
Un professionista ha richiesto la revocazione di un'ordinanza della Corte di Cassazione relativa a un rimborso IRAP, sostenendo un errore di fatto. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che la revocazione ordinanza cassazione non costituisce un ulteriore grado di giudizio per riesaminare il merito della causa, ma serve solo a correggere specifici errori percettivi. Nel caso di specie, la Corte ha stabilito che la precedente ordinanza aveva correttamente valutato tutti gli elementi di fatto, respingendo l'appello come un tentativo inammissibile di rivalutazione.
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