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Giurisprudenza Tributaria

Società di comodo: lavori di ristrutturazione bastano?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18581/2024, ha stabilito che un'impresa non è considerata una società di comodo se può dimostrare che i bassi ricavi sono dovuti a situazioni oggettive, come importanti lavori di ristrutturazione. La Corte ha chiarito che non è obbligatorio presentare un interpello preventivo per far valere tali ragioni in sede giudiziaria. La prova di un'impossibilità oggettiva a produrre reddito, dovuta a interventi strutturali necessari per la sicurezza, è sufficiente per vincere la presunzione legale di non operatività.
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Società non operative: quando è legittimo il diniego?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18578/2024, ha stabilito che la prolungata inattività di una società, anche se originata da un diniego di autorizzazione amministrativa, può configurarsi come una scelta imprenditoriale soggettiva e non come una causa oggettiva che giustifichi la disapplicazione della disciplina sulle società non operative. Sebbene il diniego all'interpello sia un atto impugnabile, la sua legittimità dipende da una rigorosa prova di circostanze che rendono impossibile il conseguimento di ricavi, distinguendo il normale rischio d'impresa da eventi straordinari.
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Onere della prova: chi paga se la dichiarazione è errata
Una società contesta una cartella di pagamento per IVA non versata, sostenendo che l'Amministrazione Finanziaria dovesse provare il debito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in caso di controllo automatizzato, l'onere della prova grava sul contribuente, il quale deve dimostrare, producendo la propria dichiarazione, l'inesistenza del debito o l'errore commesso.
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Accertamento sintetico: i redditi del coniuge
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18576/2024, interviene sul tema dell'accertamento sintetico. Un contribuente aveva giustificato maggiori spese con i redditi della moglie, ma la Corte ha stabilito che non è sufficiente la mera disponibilità economica del coniuge. È necessario fornire prova concreta del passaggio di denaro, ad esempio tramite bonifici o estratti di conti cointestati, per dimostrare che quelle somme sono state effettivamente utilizzate per coprire le spese contestate. La semplice somma dei redditi familiari non costituisce una prova valida.
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Investimenti ambientali: calcolo e benefici fiscali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18572/2024, ha stabilito un principio fondamentale per il calcolo delle agevolazioni fiscali sugli investimenti ambientali (c.d. Tremonti Ambiente). Il caso riguardava una società manifatturiera che aveva calcolato l'incentivo basandosi solo sul costo aggiuntivo per l'acquisto di macchinari eco-sostenibili. L'Amministrazione Finanziaria sosteneva che da tale costo dovessero essere sottratti i futuri vantaggi economici, come i risparmi di spesa e l'aumento di produttività. La Cassazione ha dato ragione all'Amministrazione, affermando che la normativa nazionale deve essere interpretata alla luce della disciplina europea sugli aiuti di Stato. Pertanto, il costo agevolabile per gli investimenti ambientali deve essere calcolato al netto dei benefici operativi che ne derivano, annullando la decisione precedente e rinviando la causa per un nuovo esame.
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Società di comodo: il diniego è legittimo se inattiva
Una società immobiliare, rimasta inattiva per anni a seguito del diniego di un'autorizzazione amministrativa, si è vista respingere la richiesta di disapplicazione della normativa sulle società di comodo. La Corte di Cassazione ha stabilito che la prolungata inattività non costituisce una 'circostanza oggettiva' che giustifica l'esenzione dal regime fiscale penalizzante, ma rappresenta una scelta imprenditoriale soggettiva. Di conseguenza, il diniego dell'Agenzia Fiscale è stato ritenuto legittimo.
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Onere della prova: fatture false e presunzioni fiscali
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA basato sull'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l'Amministrazione Finanziaria può basare il proprio accertamento su presunzioni gravi, precise e concordanti, invertendo così l'onere della prova a carico del contribuente, il quale deve dimostrare l'effettiva esistenza delle operazioni contestate.
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Agevolazioni fiscali edilizia: la convenzione dopo l’atto
Un contribuente si è visto negare un rimborso fiscale relativo all'acquisto di un terreno edificabile. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che per le agevolazioni fiscali edilizia non è necessaria la stipula della convenzione di lottizzazione prima dell'atto di acquisto. Il requisito fondamentale è che l'edificazione avvenga entro i cinque anni successivi, in linea con la finalità della norma di ridurre i costi iniziali per l'acquirente.
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Difetto notifica: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria per un difetto notifica. Nonostante un primo tentativo di notifica fallito, l'ente non ha completato correttamente il processo di rinnovazione, omettendo di riattivare la procedura dopo un esito negativo. La sentenza sottolinea che la parte ricorrente ha l'onere, e non la mera facoltà, di assicurare il perfezionamento della notifica, pena l'inammissibilità del ricorso.
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Litisconsorzio necessario: appello contro Fisco e Agente
Una società ha presentato ricorso contro una cartella di pagamento. L'appello è stato respinto per non aver notificato tempestivamente l'atto all'Agenzia delle Entrate, intervenuta nel primo giudizio. La Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo un litisconsorzio necessario processuale poiché l'Agenzia era parte necessaria del giudizio in quanto titolare sostanziale della pretesa fiscale.
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Fatture inesistenti: l’onere della prova del Fisco
Una società impugna un avviso di accertamento per fatture inesistenti. La Cassazione conferma che se l'Agenzia delle Entrate dimostra, anche con presunzioni, che il fornitore è una 'cartiera', spetta al contribuente provare l'effettiva esistenza dell'operazione, non bastando la sola fattura.
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Ricorso inammissibile: limiti nel giudizio di Cassazione
Una società in liquidazione ha presentato ricorso contro accertamenti fiscali per costi indeducibili legati a operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di valutare la corretta applicazione della legge. Il ricorso è stato respinto perché mirava a una rivalutazione del merito, non contestava la ratio decidendi della sentenza d'appello ed era generico nelle sue censure.
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Esenzione IMU coniugi: la Cassazione conferma il diritto
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Comune che negava l'esenzione IMU per l'abitazione principale a un contribuente la cui moglie risiedeva in un'altra città. La decisione si fonda su una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 209/2022), che ha dichiarato illegittima la norma che limitava l'agevolazione a un solo immobile per nucleo familiare. Viene quindi confermata la possibilità di una doppia esenzione IMU per coniugi con residenze e dimore abituali distinte, a patto che ogni immobile costituisca effettivamente l'abitazione principale per ciascuno di essi.
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Giudizio di ottemperanza: i limiti del ricorso
Un gruppo di contribuenti ha richiesto l'esecuzione di una sentenza favorevole tramite un giudizio di ottemperanza, ma la Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso. La Corte ha stabilito che l'interpretazione della sentenza originale da parte del giudice dell'ottemperanza non può essere contestata in Cassazione se non per specifici vizi di procedura o violazioni di legge. Il tentativo dei ricorrenti di proporre una diversa interpretazione è stato considerato un'inammissibile contestazione di merito.
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Notifica atto impositivo: quando è valida? La Cassazione
Una società immobiliare ha impugnato un avviso di accertamento IMU, sostenendo la nullità della notifica atto impositivo effettuata da un operatore postale privato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, non entrando nel merito della validità della licenza dell'operatore, ma dichiarando il motivo inammissibile. La Corte ha stabilito che la società ricorrente non aveva dimostrato di aver sollevato la specifica questione nei gradi di merito precedenti, violando così il principio di autosufficienza e specificità del ricorso.
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Lista Falciani: prova sufficiente per l’accertamento
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento basato sulla "Lista Falciani". La sentenza stabilisce che i dati relativi a conti correnti esteri non dichiarati, contenuti nella lista, costituiscono una presunzione semplice, grave e precisa, sufficiente a fondare la pretesa fiscale. Anche se la presunzione legale introdotta nel 2009 non è retroattiva, i principi generali sulle presunzioni consentono all'Agenzia delle Entrate di utilizzare tali elementi, spostando sul contribuente l'onere di provare la legittimità delle somme.
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Annullamento in autotutela: limiti al ricorso
Una società ha contestato il diniego di annullamento in autotutela per un avviso di accertamento divenuto definitivo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il sindacato del giudice è limitato alla verifica della legittimità del rifiuto dell'Amministrazione basato su un preminente interesse pubblico, e non può riesaminare nel merito la pretesa tributaria ormai inoppugnabile. L'interesse privato del contribuente non è sufficiente a giustificare l'autotutela.
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ONLUS attività commerciale: obblighi contabili
La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per gli obblighi contabili di una ONLUS con attività commerciale. Un'associazione aveva ricevuto sanzioni per omessa tenuta delle scritture contabili. La Corte ha stabilito che un avviso di accertamento è sufficientemente motivato se rinvia a un processo verbale di constatazione (p.v.c.) dettagliato e già noto al contribuente. Il caso è stato rinviato al giudice di merito per valutare se le operazioni contestate fossero effettivamente di natura commerciale e se i ricavi avessero superato la soglia di legge per la contabilità ordinaria.
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Accertamento bancario: onere della prova del contribuente
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento fondato su versamenti bancari non giustificati e presunti redditi da investimenti esteri. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che in caso di accertamento bancario spetta al contribuente fornire una prova analitica e specifica della provenienza non imponibile di ogni singola movimentazione. Giustificazioni generiche, come il collegamento a proventi di società di persone, sono state ritenute insufficienti. La Corte ha inoltre ribadito la presunzione legale di redditività per gli investimenti esteri non dichiarati.
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Motivazione avviso accertamento: basta il rinvio al PVC
Un'associazione non profit si opponeva a un avviso di accertamento per redditi d'impresa non dichiarati. La Corte di giustizia tributaria di secondo grado annullava l'atto per difetto di motivazione. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la motivazione dell'avviso di accertamento è valida se fa riferimento a un Processo Verbale di Constatazione (PVC) già noto al contribuente. Il rinvio a un atto conosciuto è sufficiente a garantire il diritto di difesa, senza necessità di allegarlo.
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