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Giurisprudenza Tributaria

Notifica appello tributario nulla: Cassazione annulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria di secondo grado a causa di una notifica appello tributario invalida. L'Agenzia delle Entrate aveva notificato l'atto a un indirizzo errato e a una persona non legittimata, impedendo ai contribuenti di venire a conoscenza del giudizio. La Corte ha ritenuto il ricorso tardivo dei contribuenti ammissibile e ha cassato la sentenza con rinvio, sottolineando l'importanza cruciale della corretta esecuzione delle notifiche nel processo.
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Accertamento sintetico: la Cassazione fa chiarezza
La Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento sintetico per IRPEF 2008, basato sul vecchio redditometro. Rigettati i motivi su contraddittorio preventivo, termini di decadenza e applicabilità del nuovo redditometro. L'assenza di obbligo di contraddittorio per i tributi non armonizzati e la corretta applicazione del termine quinquennale per omessa dichiarazione sono stati i punti chiave della decisione.
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Presunzione distribuzione utili: la prova contraria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18797/2024, ha affrontato il tema della presunzione distribuzione utili nelle società a ristretta base sociale. Nel caso esaminato, un socio unico, residente all'estero e di fatto estraneo alla gestione aziendale affidata al padre, era stato raggiunto da un avviso di accertamento per utili non dichiarati. La Corte ha cassato la decisione di merito che non aveva adeguatamente valutato le prove fornite dal contribuente per dimostrare la sua estraneità e l'interposizione fittizia. È stato stabilito che il giudice deve esaminare tutti gli elementi probatori offerti per vincere la presunzione, non potendosi limitare a una constatazione apodittica.
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Scissione societaria e agevolazioni: conta la sostanza
La Corte di Cassazione, con la sentenza 18795/2024, ha stabilito un principio fondamentale in tema di scissione societaria e agevolazioni fiscali. Il caso riguardava il diniego di un beneficio fiscale su imposte ipotecaria e catastale a una società, nata da scissione, perché non iscritta formalmente nel libro soci della cedente alla data richiesta dalla legge. La Corte ha dato ragione al contribuente, affermando che attraverso la scissione la società beneficiaria subentra in tutti i diritti della società originaria, inclusi quelli fiscali. Pertanto, la condizione per l'agevolazione è da considerarsi soddisfatta in via sostanziale, prevalendo il principio della successione giuridica sul mero dato formale dell'iscrizione.
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Lista Falciani: prova valida per accertamenti fiscali
Due contribuenti sono stati oggetto di un accertamento fiscale per redditi non dichiarati detenuti all'estero, basato sulle informazioni della "lista Falciani". Dopo aver impugnato l'atto, il caso è giunto in Cassazione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la lista Falciani costituisce un elemento di prova valido e sufficiente, qualificabile come presunzione grave, precisa e concordante. La sentenza chiarisce che anche dati acquisiti in modo irrituale possono essere utilizzati nel processo tributario, invertendo l'onere della prova a carico del contribuente.
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Decadenza notifica cartella: il caso sisma Sicilia
La Corte di Cassazione ha confermato la decadenza dell'Agenzia delle Entrate dall'azione di riscossione per una cartella di pagamento notificata tardivamente. Il caso riguardava debiti IVA di una società colpita dal sisma del 1990. La Corte ha stabilito che le norme speciali che prevedono la rateizzazione dei debiti per eventi calamitosi non estendono i termini per la decadenza notifica cartella, che rimangono quelli ordinari. L'ente impositore non può far rivivere obbligazioni tributarie già estinte per il decorso del tempo.
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Riclassamento catastale: motivazione necessaria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18783/2024, ha annullato un avviso di accertamento per riclassamento catastale, stabilendo un principio fondamentale: l'atto deve essere motivato in modo specifico, spiegando come la revisione dei parametri della microzona influisca sulla singola unità immobiliare. Non è sufficiente un generico riferimento alla normativa. La Corte ha accolto il ricorso dei contribuenti, cassando la sentenza d'appello e annullando l'atto impositivo perché la motivazione fornita dall'Agenzia delle Entrate era standardizzata e inadeguata a far comprendere le ragioni della variazione catastale.
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Agevolazione IMU prima casa: quando è necessaria?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile la richiesta di revocazione di un contribuente contro una precedente ordinanza in materia di agevolazione IMU prima casa. Il caso riguardava due unità immobiliari contigue, utilizzate di fatto come unica abitazione principale. La Corte ribadisce che, ai fini dell'esenzione IMU, è necessaria l'iscrizione catastale come unica unità immobiliare. La presunta svista del giudice non costituisce un 'errore di fatto' revocabile, ma una valutazione giuridica sulla questione, che era già stata discussa e decisa nel merito.
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Utili a soci: la prova contro la presunzione
In un caso di accertamento fiscale per presunta distribuzione di utili a soci in una S.r.l. con un unico azionista, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito. La Corte ha stabilito che la presunzione di distribuzione degli utili può essere superata se il socio fornisce prove concrete della sua totale estraneità alla gestione sociale. I giudici di secondo grado avevano errato nel non esaminare le prove decisive presentate dal contribuente, come i conti correnti e le dichiarazioni che indicavano un'altra persona come effettivo gestore e beneficiario dei profitti.
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Decadenza notifica cartella: sisma e termini fiscali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18778/2024, ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando la decadenza della pretesa fiscale per una cartella di pagamento notificata tardivamente. Il caso riguardava debiti IVA di una società colpita dal sisma del 1990. La Corte ha stabilito che le normative agevolative per le zone terremotate non estendono i termini ordinari per l'azione di riscossione. Pertanto, la decadenza della notifica della cartella è stata correttamente dichiarata dai giudici di merito, tutelando il principio di certezza del diritto.
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Presunzione utili soci: la prova contraria del socio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18777/2024, affronta il tema della presunzione utili soci in società a ristretta base sociale. Un socio unico, residente all'estero e non coinvolto nella gestione, era stato raggiunto da un avviso di accertamento per utili non dichiarati. La Corte ha stabilito che la presunzione di distribuzione può essere vinta fornendo la prova della propria totale estraneità alla gestione sociale, cassando la sentenza di merito che aveva omesso di valutare le prove fornite dal contribuente (estratti conto, dichiarazione del padre amministratore).
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Nullità atto appello: errore del giudice rilevarla
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18776/2024, ha stabilito un importante principio sulla nullità dell'atto di appello. L'Agenzia delle Entrate aveva impugnato una sentenza tributaria sfavorevole, ma la Corte d'Appello aveva dichiarato nullo l'appello perché firmato da un funzionario senza poteri, sollevando la questione di propria iniziativa. La Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che questo tipo di vizio deve essere eccepito dalla controparte e non può essere rilevato d'ufficio dal giudice. Il caso è stato quindi rinviato per un nuovo esame nel merito.
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Inerenza dei costi: la Cassazione chiarisce i limiti
Un imprenditore individuale deduceva costi per servizi e beni affittati da una società a lui collegata. Il Fisco contestava l'operazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'inerenza dei costi si valuta in base alla loro correlazione qualitativa con l'attività d'impresa e non sulla base di un mero giudizio di congruità o proporzione rispetto ai ricavi, cassando la sentenza d'appello e rinviando per un nuovo esame.
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Prescrizione crediti tributari: la Cassazione decide
Un contribuente ha impugnato un'iscrizione ipotecaria basata su presunti crediti tributari prescritti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18774/2024, ha stabilito un punto fermo sulla prescrizione crediti tributari. Ha confermato il termine decennale per le imposte principali (IRPEF, IVA), ma ha ribadito la prescrizione quinquennale per le sanzioni e gli interessi. La sentenza di secondo grado è stata quindi parzialmente annullata con rinvio.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e CTD
Un centro di trasmissione dati, agendo per conto di un bookmaker estero, ha contestato un avviso di accertamento relativo all'imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che anche gli intermediari privi di concessione sono soggetti passivi del tributo. La pronuncia stabilisce la piena compatibilità della normativa con il diritto nazionale ed europeo, in particolare per i periodi d'imposta successivi al 2010, escludendo che si tratti di un'imposta sul volume d'affari vietata.
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Dazi antidumping: onere della prova e OLAF report
Una società importatrice è stata accusata di aver eluso i dazi antidumping dichiarando che la merce proveniva dalle Filippine anziché da Taiwan. La Corte di Cassazione, basandosi sui report dell'OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode), ha stabilito che spetta all'importatore l'onere della prova per accedere a un'aliquota ridotta. La Corte ha confermato il pieno valore probatorio delle indagini OLAF e ha cassato la sentenza precedente per carenza di motivazione, rinviando il caso a un nuovo esame.
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Redditometro: la Cassazione e l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18768/2024, ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un avviso di accertamento basato sul redditometro. La Corte ha ribadito che il redditometro istituisce una presunzione legale relativa, ponendo a carico del contribuente l'onere di fornire una prova documentale specifica per superarla. È stato inoltre chiarito che la disciplina del 'nuovo redditometro', introdotta nel 2010, non è retroattiva e non si applica agli accertamenti relativi a periodi d'imposta precedenti al 2009, come nel caso di specie (anno 2007).
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Redditi estero: la presunzione semplice basta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18766/2024, chiarisce il trattamento dei redditi estero non dichiarati per anni d'imposta antecedenti al 2009. Viene confermato che la presunzione legale di evasione introdotta dal D.L. 78/2009 non è retroattiva. Tuttavia, la Corte stabilisce che l'Amministrazione Finanziaria può comunque provare l'evasione basandosi su presunzioni semplici, qualora esistano indizi gravi, precisi e concordanti, come la detenzione di somme ingenti in paradisi fiscali senza giustificazione. Il caso è stato rinviato al giudice di secondo grado per una nuova valutazione delle prove.
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Utili extracontabili: prova del socio per evitarli
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18764/2024, ha stabilito che la presunzione di distribuzione di utili extracontabili in una società a ristretta base può essere vinta dal socio. È necessario però che quest'ultimo fornisca la prova concreta della sua totale estraneità alla gestione sociale. Nel caso specifico, un socio unico residente all'estero è stato raggiunto da un accertamento fiscale per profitti non dichiarati dalla sua società, amministrata unicamente dal padre. La Corte ha cassato la decisione di merito che non aveva adeguatamente esaminato le prove fornite dal contribuente (estratti conto, dichiarazioni) volte a dimostrare che i veri profitti erano stati percepiti dall'amministratore e non da lui. Il principio chiave è che il giudice deve valutare tutti gli elementi offerti per superare la presunzione, non potendosi limitare a considerazioni generiche.
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Definizione agevolata: il diniego è illegittimo
Una società richiede una definizione agevolata per una lite fiscale pendente in Cassazione. L'Agenzia delle Entrate nega la richiesta, citando un'indagine penale sulla sentenza di primo grado. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della società, ritenendo il diniego illegittimo perché il procedimento penale riguardava una sentenza già superata e sostituita da quella d'appello. Di conseguenza, dichiara la lite estinta.
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