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Giurisprudenza Tributaria

Redditi estero: la presunzione semplice basta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18766/2024, chiarisce il trattamento dei redditi estero non dichiarati per anni d'imposta antecedenti al 2009. Viene confermato che la presunzione legale di evasione introdotta dal D.L. 78/2009 non è retroattiva. Tuttavia, la Corte stabilisce che l'Amministrazione Finanziaria può comunque provare l'evasione basandosi su presunzioni semplici, qualora esistano indizi gravi, precisi e concordanti, come la detenzione di somme ingenti in paradisi fiscali senza giustificazione. Il caso è stato rinviato al giudice di secondo grado per una nuova valutazione delle prove.
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Utili extracontabili: prova del socio per evitarli
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18764/2024, ha stabilito che la presunzione di distribuzione di utili extracontabili in una società a ristretta base può essere vinta dal socio. È necessario però che quest'ultimo fornisca la prova concreta della sua totale estraneità alla gestione sociale. Nel caso specifico, un socio unico residente all'estero è stato raggiunto da un accertamento fiscale per profitti non dichiarati dalla sua società, amministrata unicamente dal padre. La Corte ha cassato la decisione di merito che non aveva adeguatamente esaminato le prove fornite dal contribuente (estratti conto, dichiarazioni) volte a dimostrare che i veri profitti erano stati percepiti dall'amministratore e non da lui. Il principio chiave è che il giudice deve valutare tutti gli elementi offerti per superare la presunzione, non potendosi limitare a considerazioni generiche.
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Definizione agevolata: il diniego è illegittimo
Una società richiede una definizione agevolata per una lite fiscale pendente in Cassazione. L'Agenzia delle Entrate nega la richiesta, citando un'indagine penale sulla sentenza di primo grado. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso della società, ritenendo il diniego illegittimo perché il procedimento penale riguardava una sentenza già superata e sostituita da quella d'appello. Di conseguenza, dichiara la lite estinta.
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Solidarietà paritetica: bookmaker e ricevitore
Un bookmaker estero ha impugnato un avviso di accertamento fiscale, sostenendo che una pronuncia della Corte Costituzionale a favore del suo partner nazionale (il centro scommesse) dovesse estendersi anche a lui. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il rapporto tra i due soggetti è di solidarietà paritetica, non di dipendenza. Di conseguenza, il bookmaker rimane pienamente responsabile per il pagamento dell'imposta unica sulle scommesse raccolte sul territorio italiano, poiché la sua obbligazione tributaria è autonoma e non accessoria a quella del centro scommesse.
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Sgravio indebito: no al recupero senza accertamento
Un contribuente ha contestato una cartella di pagamento per il recupero di tributi relativi a diversi anni, precedentemente oggetto di uno sgravio poi ritenuto errato. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che in caso di sgravio indebito, l'Amministrazione Finanziaria non può procedere con una semplice e diretta re-iscrizione a ruolo delle somme, ma deve emettere un formale avviso di accertamento. La Corte ha distinto nettamente la procedura per lo sgravio da quella, più snella, prevista per il recupero di rimborsi erronei, annullando di conseguenza la cartella di pagamento.
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Crediti prededucibili: il termine per l’insinuazione
Un Comune ha presentato con 11 mesi di ritardo una domanda di insinuazione per crediti prededucibili (sanzioni e interessi IMU) verso una società in amministrazione straordinaria. La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda, stabilendo che, sebbene non esista un termine fisso, il creditore deve agire in un tempo ragionevole. Un ritardo ingiustificato viene considerato 'colpevole' e comporta l'inammissibilità della richiesta, la cui valutazione spetta al giudice di merito.
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Inerenza dei costi: Quando sono deducibili?
La Cassazione ha chiarito il principio di inerenza dei costi, confermando la deducibilità delle spese di una ditta individuale anche se l'operazione con una società collegata appare anti-economica. La Corte ha stabilito che la presenza di valide giustificazioni imprenditoriali, come la fase di avvio dell'attività, prevale sulla mera valutazione di congruità, purché i costi siano effettivamente correlati all'attività d'impresa.
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Assimilazione rifiuti speciali e tassa: la Cassazione
Una società che gestisce un centro commerciale ha contestato la tassa sui rifiuti (TARSU), sostenendo di provvedere autonomamente allo smaltimento dei propri rifiuti speciali. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice di merito deve verificare in via preliminare la legittimità del regolamento comunale che dispone l'assimilazione dei rifiuti speciali a quelli urbani. Tale assimilazione, per essere valida, deve basarsi su criteri sia qualitativi che quantitativi. Se il regolamento risulta illegittimo, va disapplicato, con possibili conseguenze di esenzione o riduzione della tassa per le aree che producono detti rifiuti. L'appello incidentale del Comune è stato respinto.
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Avviso accertamento definitivo: le conseguenze del no
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18750/2024, ha chiarito che un avviso di accertamento definitivo, se non contestato nei termini, rende la pretesa fiscale non più discutibile. Nel caso di specie, alcuni eredi avevano ricevuto un avviso di accertamento per l'imposta di successione ma non lo avevano impugnato. Successivamente, hanno cercato di ottenere una riduzione del 30% prevista da una legge speciale, sostenendo un'adesione tacita basata su alcuni pagamenti. La Suprema Corte ha respinto questa tesi, affermando che la mancata impugnazione ha reso l'accertamento definitivo e che l'adesione richiede una domanda formale e l'accordo dell'ufficio, non potendo desumersi da un comportamento tacito.
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Notifica nulla: le ricerche sono obbligatorie
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18749/2024, ha stabilito che una notifica è nulla se, prima di dichiarare il destinatario 'irreperibile', non vengono effettuate e documentate ricerche approfondite. Nel caso specifico, un contribuente ha impugnato una pretesa fiscale sostenendo di non aver mai ricevuto la cartella originaria. La Corte ha accolto il ricorso, ritenendo invalida la notifica basata su un generico 'indirizzo insufficiente' senza prove di ulteriori indagini, annullando la decisione precedente e rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Permuta e IVA: la Cassazione sul regime fiscale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la cessione di un diritto di superficie da parte di un ente pubblico a una società, in cambio della realizzazione di lavori, costituisce un'operazione di permuta soggetta a IVA. Di conseguenza, in base al principio di alternatività tra permuta e IVA, l'atto è soggetto a imposta di registro in misura fissa e non proporzionale, legittimando la richiesta di rimborso dell'imposta versata in eccesso dalla società.
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Notifica per compiuta giacenza: il calcolo dei termini
La Corte di Cassazione ha chiarito le regole per il calcolo dei termini della notifica per compiuta giacenza. Se il decimo giorno per il perfezionamento della notifica cade in un giorno festivo, il termine è prorogato al primo giorno non festivo successivo. Nel caso di specie, un contribuente aveva impugnato degli avvisi di accertamento, ma il ricorso era stato dichiarato inammissibile per tardività. La Cassazione ha ribaltato la decisione, ritenendo il ricorso tempestivo poiché la notifica si era perfezionata il lunedì successivo alla domenica, giorno in cui scadevano i dieci giorni di giacenza.
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Esenzione imposta successione: valida anche in comunione
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'esenzione imposta successione per il trasferimento di partecipazioni societarie spetta anche quando gli eredi acquisiscono il controllo della società in regime di comunione ereditaria. La sentenza chiarisce che la finalità della norma è favorire il passaggio generazionale dell'impresa, a condizione che i discendenti si impegnino a proseguire l'attività per almeno cinque anni, e non richiede una corrispondenza perfetta tra singoli soci e titolarità delle quote.
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Esenzione TARI rifiuti speciali: la Cassazione decide
Una società produttrice di imballaggi impugnava avvisi di pagamento TARI, sostenendo che alcune aree dello stabilimento producessero solo rifiuti speciali non assimilabili a quelli urbani. La Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che per ottenere l'esenzione TARI rifiuti speciali (per la sola quota variabile) il contribuente deve provare quali aree producono tali rifiuti e il loro corretto smaltimento. I regolamenti comunali che assimilano rifiuti speciali non assimilabili per legge (come gli imballaggi terziari) devono essere disapplicati.
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IVA reverse charge: no detrazione per operazioni fittizie
Una società operante nel settore dei metalli si è vista negare la detrazione dell'IVA a seguito di un accertamento fiscale che ha rivelato l'uso di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti. Nonostante le operazioni fossero soggette al meccanismo dell'IVA reverse charge, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18730/2024, ha stabilito che il diritto alla detrazione non sussiste. La Corte ha chiarito che la neutralità del meccanismo contabile non può sanare l'assenza del presupposto sostanziale, ovvero una reale transazione economica inerente all'attività d'impresa, confermando un orientamento rigoroso contro le frodi fiscali.
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Accertamento sintetico: la prova del contribuente
Un contribuente impugna un accertamento sintetico basato sul possesso di beni-indice come un'imbarcazione. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando che il 'redditometro' crea una presunzione legale. Spetta al contribuente fornire una prova documentata e specifica per superarla, non essendo sufficiente la mera disponibilità di altri redditi. La Corte chiarisce anche che le nuove norme sul redditometro non sono retroattive all'anno d'imposta 2008.
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Errore materiale: la correzione di un’ordinanza
La Corte di Cassazione ha corretto un'ordinanza in cui, per un palese errore materiale, era stato indicato il nome di un soggetto estraneo al giudizio al posto di quello della parte effettivamente coinvolta. L'Agenzia Fiscale aveva presentato istanza per emendare l'atto, che è stata accolta per ripristinare la corretta identità delle parti e garantire la precisione formale del provvedimento, senza pronuncia sulle spese.
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Deducibilità spese sponsorizzazione: la Cassazione decide
Una società che gestisce supermercati locali si è vista contestare la deduzione di costi di sponsorizzazione per una squadra sportiva dilettantistica, ritenuti antieconomici dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'azienda, stabilendo che la legge prevede una presunzione assoluta per la deducibilità spese sponsorizzazione a favore di sport amatoriali, rendendole integralmente deducibili a prescindere da valutazioni di congruità economica.
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Voluntary disclosure e liberalità indirette
Un contribuente, aderendo alla procedura di voluntary disclosure, dichiarava una liberalità indiretta ricevuta da un parente. L'Agenzia delle Entrate emetteva un avviso di accertamento per l'imposta sulle donazioni. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'atto, stabilendo che la dichiarazione resa nella procedura costituisce il presupposto per l'imposizione e che il termine di decadenza per l'accertamento decorre dalla data della dichiarazione stessa, non dal momento in cui è avvenuta la liberalità.
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Tassazione rifiuti speciali: la decisione della Cassazione
Una società che gestisce un centro commerciale ha contestato un avviso di accertamento per la tassa sui rifiuti (TARES), sostenendo di avere diritto a un'esenzione per le aree in cui produce rifiuti speciali che smaltisce autonomamente e per i parcheggi. La Corte di Cassazione ha chiarito che la tassazione rifiuti speciali prevede una struttura duale: l'autonomo smaltimento esenta solo dalla quota variabile del tributo, ma non dalla quota fissa, dovuta per i servizi generali resi alla collettività. Inoltre, ha confermato che i parcheggi sono soggetti a tassazione in quanto aree presuntivamente produttive di rifiuti, e l'onere di provare il contrario spetta al contribuente.
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