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Giurisprudenza Tributaria

Imposta unica scommesse: chi paga tra CDT e bookmaker?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11716/2024, ha respinto il ricorso di un bookmaker estero e del suo intermediario italiano (Centro Trasmissione Dati), confermando la loro soggezione all'imposta unica scommesse. La Corte ha stabilito che anche gli operatori privi di concessione statale sono tenuti al pagamento del tributo se raccolgono scommesse sul territorio italiano. Per le annualità successive al 2011, il CDT è obbligato principale e il bookmaker è coobbligato in solido. Questa imposizione, secondo i giudici, non viola il diritto dell'Unione Europea, ma garantisce la parità di trattamento fiscale ed evita vantaggi competitivi indebiti per gli operatori non autorizzati.
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Usufrutto quote societarie: a chi spetta l’utile?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di liquidazione di una società, l'utile tassabile derivante spetta all'usufruttuario e non al nudo proprietario. L'analisi si concentra sulla natura dell'usufrutto quote societarie e definisce l'utile da liquidazione come un frutto civile, attribuendone la titolarità, e il relativo rapporto d'imposta, all'usufruttuario.
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Imposta unica scommesse: chi paga il conto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11837/2024, chiarisce la responsabilità del bookmaker estero nel pagamento dell'imposta unica scommesse per gli anni precedenti al 2011. Anche se la norma che prevedeva la responsabilità dei Centri Trasmissione Dati (CTD) è stata dichiarata incostituzionale per quel periodo, il bookmaker, soggetto principale dell'imposizione, resta obbligato al versamento del tributo. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva liberato la società di scommesse, affermando che l'insussistenza dell'obbligazione del CTD non cancella quella del bookmaker.
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Raddoppio termini accertamento: basta l’obbligo di denuncia
Una Srl e i suoi soci contestavano un avviso di accertamento per redditi non dichiarati. La Cassazione chiarisce che il raddoppio dei termini di accertamento si applica quando il fatto ha rilevanza penale, a prescindere dalla tempestiva presentazione della denuncia. La sola sussistenza dell'obbligo di denuncia è sufficiente. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato gli atti impositivi.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito, in un caso relativo all'anno fiscale 2010, che un operatore di scommesse estero senza concessione italiana è comunque tenuto al pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte ha annullato la decisione di un tribunale regionale che aveva erroneamente escluso la responsabilità del bookmaker, basandosi su una sentenza della Corte Costituzionale che riguardava unicamente i gestori delle ricevitorie (CTD). La Cassazione ha chiarito che l'obbligazione tributaria del bookmaker è autonoma e sussiste in virtù di un rapporto di solidarietà paritetica con la ricevitoria.
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Imposta unica scommesse: La Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'imposta unica scommesse per l'anno 2014, ritenendo un centro di trasmissione dati locale e un bookmaker estero solidalmente responsabili per il suo pagamento. La Corte ha rigettato le doglianze dei contribuenti relative a una presunta incompatibilità con il diritto dell'Unione Europea e a profili di incostituzionalità, allineandosi alla giurisprudenza consolidata. Tuttavia, ha annullato la sentenza d'appello per un vizio procedurale, ovvero per aver omesso di pronunciarsi sul ricorso incidentale dell'Agenzia fiscale riguardante le sanzioni, rinviando la causa per un nuovo esame su questo specifico punto.
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Definizione Agevolata: estinzione del processo
Un contribuente, dopo aver ricevuto un avviso di accertamento per redditi non dichiarati detenuti all'estero, ha impugnato l'atto. Mentre il ricorso era pendente in Cassazione, il contribuente ha aderito con successo a una definizione agevolata, pagando quanto dovuto. La Corte di Cassazione, preso atto del perfezionamento della procedura di condono e della mancanza di istanze di prosecuzione, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, senza pronunciarsi sul merito della controversia fiscale.
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Visto infedele: competenza ufficio e nullità atto
Un professionista è stato ritenuto responsabile per un visto infedele. L'avviso di pagamento è stato emesso dall'ufficio delle entrate del domicilio del cliente. La Corte di Cassazione ha dichiarato nullo l'atto perché la legge assegna la competenza esclusiva alla direzione regionale del domicilio del professionista, non a quella del contribuente assistito. Questa sentenza chiarisce un importante principio sulla competenza in materia di sanzioni per visto infedele.
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Visto di conformità infedele: la competenza territoriale
La Corte di Cassazione ha stabilito che per un visto di conformità infedele, la competenza a irrogare sanzioni al professionista spetta esclusivamente alla Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate del luogo in cui il professionista ha il domicilio fiscale. Un atto emesso da un ufficio diverso, come quello del domicilio del contribuente, è illegittimo e deve essere annullato. La sentenza chiarisce un importante principio di competenza funzionale e territoriale a garanzia del professionista.
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Visto infedele: competenza e nullità dell’atto
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11818/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di visto infedele. Se un professionista appone un visto di conformità errato su una dichiarazione, l'unico ufficio competente a irrogare la sanzione è la Direzione Regionale dell'Agenzia delle Entrate del domicilio fiscale del professionista stesso, non l'ufficio locale del contribuente. Un atto emesso da un ufficio incompetente è nullo, invalidando la pretesa del Fisco.
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Accertamento bancario: presunzioni sui conti correnti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11350/2024, ha rigettato il ricorso di un contribuente contro un accertamento bancario basato su movimentazioni di conti correnti personali e societari. La Corte ha ribadito che la presunzione legale di maggior reddito si applica anche ai conti di terzi se l'Agenzia delle Entrate prova che il contribuente ne aveva l'effettiva disponibilità. L'onere di fornire la prova contraria, dimostrando la natura non imponibile delle somme, spetta interamente al contribuente.
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Sospensione rimborso IVA: motivazione e carichi pendenti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11358/2024, ha stabilito che un provvedimento di sospensione del rimborso IVA è valido anche se cita una norma di legge errata, a condizione che la motivazione indichi chiaramente la ragione sostanziale, come la presenza di carichi pendenti. Ciò che conta è che il contribuente sia messo in condizione di difendersi nel merito, contestando l'esistenza di tali debiti. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato la sospensione per un vizio puramente formale, rinviando la causa per l'esame della sussistenza effettiva dei carichi pendenti.
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Litisconsorzio processo tributario: caso alle Sezioni Unite
Un contribuente ha impugnato un preavviso di fermo amministrativo. In Cassazione, ha lamentato la mancata citazione in appello dell'ente impositore originario. Riconoscendo l'importanza della questione sul litisconsorzio nel processo tributario, la Suprema Corte ha sospeso il giudizio, rimettendo la causa a nuovo ruolo in attesa della decisione delle Sezioni Unite su un tema analogo, ovvero se sia obbligatorio includere sempre tutte le parti del primo grado nel giudizio d'appello.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese compensate
Un contribuente, dopo aver impugnato un avviso di accertamento per redditi non dichiarati, ha presentato una rinuncia al ricorso pendente in Cassazione. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando che la rinuncia produce i suoi effetti senza necessità di accettazione dalla controparte. In virtù della particolarità del caso, le spese legali sono state interamente compensate tra le parti.
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Errore revocatorio: quando non si può revocare
Una società ha richiesto la revoca di un'ordinanza della Corte di Cassazione che confermava un accertamento fiscale, sostenendo un errore di fatto nell'interpretazione di un verbale della Guardia di Finanza. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che una valutazione errata delle prove costituisce un errore di giudizio e non un errore revocatorio, che invece consiste in una svista oggettiva su un fatto processuale decisivo.
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Legittimazione del fallito: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11351/2024, ha stabilito un importante principio sulla legittimazione del fallito in ambito tributario. Il caso riguardava un imprenditore che, dopo essere stato dichiarato fallito, aveva continuato a svolgere attività economica generando nuovi redditi. L'Agenzia delle Entrate gli notificava un avviso di accertamento per questi redditi. La Corte ha chiarito che, per i rapporti d'imposta sorti dopo la dichiarazione di fallimento, il contribuente fallito ha piena legittimazione processuale a impugnare l'atto impositivo, in quanto lo spossessamento dei beni non si estende alle nuove attività personali. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo esame del merito.
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Rottamazione cartelle: estinzione del giudizio fiscale
Una società, coinvolta in un lungo contenzioso con l'Agenzia delle Entrate per un avviso di accertamento, ha aderito alla definizione agevolata, la cosiddetta "Rottamazione cartelle". Avendo presentato rinuncia al giudizio pendente in Cassazione, la Corte ha dichiarato l'estinzione del processo. La decisione chiarisce che tale esito, pur non facendo passare in giudicato la sentenza impugnata, sostituisce la controversia con la nuova disciplina derivante dall'adesione alla sanatoria.
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Rendita catastale: impianti fissi e centrali energia
La Corte di Cassazione ha stabilito che, per il calcolo della rendita catastale di una centrale geotermica nel periodo antecedente al 1° gennaio 2016, devono essere inclusi tutti i componenti essenziali al ciclo produttivo, come pozzi, vapordotti, alternatori e trasformatori. La sentenza chiarisce che tali elementi, anche se non infissi al suolo, contribuiscono a formare un unico bene complesso funzionale alla produzione di energia, la cui valutazione catastale deve riflettere questa unità.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
L'Agenzia delle Entrate ricorreva in Cassazione contro una società per sanzioni relative a costi indeducibili. Durante il giudizio, la società ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. La Corte di Cassazione, verificato il corretto adempimento della procedura, ha dichiarato l'estinzione del procedimento per cessazione della materia del contendere, stabilendo che le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate.
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Agevolazione fiscale terremoto: spetta anche a chi evade?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'agevolazione fiscale terremoto, consistente nella riduzione dell'imposta al 40%, si applica a tutti i contribuenti residenti nell'area del sisma de L'Aquila del 2009, anche a coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi. La Corte ha chiarito che il beneficio è legato al momento in cui è sorto il debito d'imposta (2009) e non alla successiva condotta del contribuente, annullando la pretesa dell'Agenzia delle Entrate che voleva escludere dall'agevolazione chi era stato oggetto di accertamento per omessa dichiarazione.
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