La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 31551/2025, ha stabilito che la cosiddetta 'contabilità in nero', costituita da appunti e documenti extracontabili, rappresenta un elemento indiziario valido per giustificare un accertamento fiscale induttivo. A seguito del rinvenimento di una contabilità parallela, l'Agenzia delle Entrate aveva rideterminato il reddito di un imprenditore individuale. La Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando che tali documenti, se dotati dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, invertono l'onere della prova, obbligando il contribuente a dimostrare l'infondatezza delle pretese del Fisco. Sono state ritenute irrilevanti le argomentazioni relative alla non obbligatorietà del bilancio per le ditte individuali e a una precedente assoluzione in sede penale.
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