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Giurisprudenza Tributaria

Compensi CTU e IVA: quando si applica l’imposta
Un medico, dipendente pubblico e Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU), ha ricevuto un avviso di accertamento per IVA non versata sui compensi. La Corte di Cassazione ha stabilito che, sebbene i compensi del CTU in ambito penale siano di norma esclusi da IVA, la titolarità di una partita IVA per altre attività professionali inverte la regola. In questo caso, i compensi CTU e IVA diventano un binomio inscindibile, e spetta al contribuente dimostrare di non aver svolto altre attività per evitare l'imposta.
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Esenzione IVA chiropratico: la Cassazione cambia rotta
Un professionista chiropratico si è visto negare l'esenzione IVA per le sue prestazioni. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18363/2024, ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale: l'esenzione IVA per il chiropratico è possibile anche in assenza di un regolamento attuativo che disciplini la professione. Ciò che conta è la qualifica professionale adeguata a garantire un alto livello di cura, in linea con i principi del diritto dell'Unione Europea.
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Esenzione IVA chiropratico: sì anche senza decreti
Un professionista chiropratico si è visto negare il diritto all'esenzione IVA in quanto la sua professione, sebbene riconosciuta dalla legge, mancava dei decreti attuativi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, stabilendo un principio fondamentale: per l'esenzione IVA chiropratico, ciò che conta è la natura sanitaria della prestazione e l'adeguata qualifica del professionista, non la presenza di regolamenti attuativi. La Corte ha quindi annullato la decisione precedente, riconoscendo il diritto del chiropratico all'esenzione.
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Esenzione IVA chiropratico: sì anche senza albo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18359/2024, ha stabilito che le prestazioni sanitarie svolte da un chiropratico beneficiano dell'esenzione IVA anche in assenza di un albo professionale e dei decreti attuativi. La Corte, allineandosi alla giurisprudenza europea, ha chiarito che l'esenzione non dipende dalla formale regolamentazione della professione, ma dalla natura della prestazione come cura alla persona e dalla comprovata qualifica professionale del prestatore. Di conseguenza, è stato accolto il ricorso di una società di chiropratica contro l'accertamento dell'Agenzia delle Entrate, affermando che il giudice di merito deve valutare la sussistenza di un adeguato livello di formazione e qualità del servizio per concedere l'esenzione IVA chiropratico.
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Legittimazione ex amministratore per rimborso IVA
Una società, sebbene cancellata dal registro delle imprese, ha richiesto un rimborso IVA agendo tramite il suo ex legale rappresentante. La Corte di Cassazione, di fronte a un contrasto giurisprudenziale sulla legittimazione ex amministratore in questi casi, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Invece di decidere, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per approfondire la questione e risolvere l'incertezza legale.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18358/2024, ha rigettato il ricorso di una società di scommesse e di un bookmaker estero, confermando la loro responsabilità solidale per il pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte ha stabilito che la tassazione si applica a tutte le scommesse raccolte sul territorio italiano, anche da operatori privi di concessione, senza violare i principi del diritto dell'Unione Europea.
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Notifica nulla: quando l’atto del Fisco è annullato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18352/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di notifica nulla degli atti tributari. Nel caso di specie, un avviso di accertamento per evasione dell'imposta sulle scommesse è stato notificato in modo irregolare. Sebbene il contribuente abbia impugnato l'atto, sanando così il vizio dal punto di vista processuale, la Corte ha confermato che tale sanatoria non impedisce la decadenza del potere impositivo dell'Amministrazione finanziaria, il cui termine era già scaduto al momento dell'impugnazione. Di conseguenza, l'accertamento è stato definitivamente annullato.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
Una società del settore dei metalli preziosi ha impugnato un avviso di accertamento IVA. Il ricorso è stato respinto sia in primo che in secondo grado. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello per motivazione apparente, poiché i giudici di secondo grado si erano limitati a condividere la decisione precedente senza analizzare criticamente i motivi specifici dell'appello, violando l'obbligo di fornire una giustificazione effettiva e autonoma.
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Imposta unica scommesse: CTD responsabile in solido
Un gestore di un centro trasmissione dati (CTD) che raccoglieva scommesse per un bookmaker estero è stato ritenuto responsabile per il pagamento della imposta unica scommesse. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando il principio della responsabilità solidale tra il gestore del CTD e il bookmaker. La Corte ha ribadito che l'imposta si applica a tutte le scommesse raccolte in Italia, indipendentemente dalla sede dell'operatore, basandosi su una giurisprudenza ormai consolidata.
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Responsabilità amministratore di fatto: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18341/2024, ha stabilito che la responsabilità dell'amministratore di fatto per le sanzioni fiscali è personale quando la società è una mera 'cartiera', creata al solo scopo di commettere illeciti. In questi casi, non si applica il principio generale che attribuisce la responsabilità esclusivamente all'ente. La Corte ha rigettato i ricorsi degli amministratori di fatto di una società coinvolta in una frode carosello, confermando che lo schermo societario non può essere usato per eludere le conseguenze sanzionatorie personali.
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Reverse charge oro: Cassazione chiarisce i criteri
La Cassazione ha stabilito che per l'applicazione del reverse charge oro, è decisivo il livello di purezza del metallo (superiore a 325 millesimi) e la sua destinazione a un processo di trasformazione, non al consumo immediato. La Corte ha cassato la decisione di merito che si era basata solo sull'attività commerciale del contribuente, omettendo di verificare le caratteristiche oggettive dei beni ceduti.
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Definizione agevolata coobbligato: effetti estesi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18339/2024, ha dichiarato l'estinzione del giudizio in un caso di accertamento IVA a carico di un'associazione sportiva e del suo legale rappresentante. La controversia è stata risolta grazie alla definizione agevolata richiesta dall'associazione. La Corte ha chiarito che gli effetti di tale definizione si estendono automaticamente al coobbligato solidale, estinguendo di conseguenza anche il procedimento a suo carico. Questa decisione conferma un importante principio di estensione dei benefici della pace fiscale.
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Esenzione IVA servizi finanziari: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18338/2024, ha rigettato il ricorso di un istituto di credito contro un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate. La controversia riguardava la corretta applicazione dell'esenzione IVA per servizi finanziari forniti a una società di gestione del risparmio. La Corte ha confermato che i servizi, inclusi quelli di 'back office', non rientravano nel regime di esenzione, in quanto qualificabili come attività di banca depositaria imponibile ai fini IVA, respingendo inoltre le censure sulla presunta 'motivazione apparente' della sentenza d'appello.
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Responsabilità rappresentante associazione e sanzioni
L'Agenzia delle Entrate ha impugnato una sentenza che escludeva la responsabilità del legale rappresentante di un'associazione sportiva per sanzioni fiscali. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la responsabilità del rappresentante di un'associazione non riconosciuta è presunta. Spetta a quest'ultimo, e non all'ente impositore, l'onere di provare la propria estraneità alle decisioni che hanno generato l'illecito tributario. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Reverse charge oro: la Cassazione chiarisce i criteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18335/2024, ha chiarito i presupposti per l'applicazione del regime IVA del 'reverse charge oro'. La Corte ha stabilito che, per l'applicazione di questo regime, sono decisivi la purezza del metallo (pari o superiore a 325 millesimi) e la sua destinazione a un processo di trasformazione, non all'immediato consumo. Non è invece rilevante che il cessionario svolga esclusivamente attività di lavorazione industriale. La sentenza di merito è stata cassata per non aver indagato sulle caratteristiche dei beni ceduti.
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Motivazione apparente: sentenza nulla senza spiegazioni
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di una Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente. La commissione aveva condannato l'Amministrazione finanziaria al pagamento delle spese legali affermando una "evidente inesistenza della notifica" dell'avviso di accertamento, senza però spiegare le ragioni giuridiche di tale affermazione. La Suprema Corte ha ritenuto che tale motivazione, pur esistendo graficamente, non rendesse comprensibile il percorso logico-giuridico seguito, configurando un vizio procedurale che ha portato alla cassazione con rinvio della decisione.
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Oro da investimento: IVA e produzione in outsourcing
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18333/2024, ha stabilito che un'azienda è considerata 'produttrice' di oro da investimento, con diritto alla detrazione totale dell'IVA, anche se esternalizza la trasformazione materiale del metallo. L'elemento decisivo è che l'azienda mantenga il controllo del processo e, soprattutto, apponga il proprio marchio di identificazione legale sul prodotto finito, assumendosene così la piena responsabilità legale ed imprenditoriale.
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Motivazione cartella pagamento: quando basta il rinvio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18330/2024, ha stabilito che la motivazione della cartella di pagamento emessa a seguito di controllo automatizzato è sufficiente se rinvia alla dichiarazione del contribuente. Poiché la pretesa si basa sui dati forniti dal contribuente stesso, non sono necessari ulteriori dettagli sui presupposti di fatto e di diritto, essendo questi già noti all'interessato. Il ricorso del contribuente, che lamentava una motivazione insufficiente, è stato quindi rigettato.
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Improcedibilità ricorso: Cassazione chiarisce regole
Con l'ordinanza n. 18328/2024, la Cassazione ha stabilito che l'improcedibilità del ricorso tributario non scatta se il contribuente si costituisce in giudizio prima della scadenza dei 90 giorni per la mediazione. Il giudice deve solo posticipare l'udienza. Inoltre, ha confermato la legittimazione passiva congiunta dell'ente impositore e dell'agente di riscossione nelle controversie che toccano il merito della pretesa fiscale.
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Reverse charge oro: quando si applica e chi prova
La Cassazione chiarisce i presupposti per l'applicazione del regime del reverse charge oro. L'ordinanza stabilisce che l'onere di provare la destinazione del materiale alla fusione, e non al consumo finale, spetta al contribuente. Nel caso di specie, una orefice non ha fornito tale prova, vedendosi negare il beneficio fiscale.
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