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Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide
Un contribuente ha contestato un estratto di ruolo per la mancata notifica delle cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione, applicando una nuova normativa, ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La sentenza stabilisce che l'impugnazione estratto di ruolo è consentita solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale. Inoltre, chiarisce che una precedente sentenza favorevole contro l'agente di riscossione non vincola l'Agenzia delle Entrate se questa non era parte del giudizio.
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Operazioni inesistenti: Cassazione nega detrazione IVA
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società contro un avviso di accertamento dell'Amministrazione Finanziaria che negava la detrazione IVA per l'anno 2009. Il caso riguarda l'acquisto di quote di emissione CO2 da fornitori fittizi (missing traders) in un contesto di frode carosello, configurando operazioni inesistenti dal punto di vista soggettivo. La Corte ha confermato che, a fronte di solidi indizi forniti dall'Amministrazione sulla consapevolezza della frode da parte della società acquirente, spetta a quest'ultima dimostrare di aver agito con la massima diligenza e in buona fede, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Definizione agevolata: rinvio della causa in Cassazione
Un contribuente, durante un ricorso in Cassazione per un diniego di una precedente sanatoria, ha presentato una nuova istanza di definizione agevolata ai sensi della L. 197/2022. La Corte Suprema, in un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, in attesa del perfezionamento del piano di pagamento rateale, subordinando l'estinzione del giudizio al versamento integrale delle somme.
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Errore revocatorio: i limiti secondo la Cassazione
Una società alberghiera ha richiesto la revocazione di una sentenza della Corte di Cassazione, sostenendo un errore di fatto riguardo la conoscenza da parte di un Comune dello stato di inagibilità di un immobile ai fini della riduzione dell'imposta. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore revocatorio si applica solo a un errore di percezione (una svista) e non a un errore di giudizio su un punto che è stato oggetto di dibattito e decisione nel precedente grado di giudizio.
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Ruolo straordinario: quando è illegittimo? Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20428/2024, ha stabilito che l'iscrizione a ruolo straordinario non è legittima se basata unicamente sullo stato di liquidazione e sulla difficoltà economica di una società. Per giustificare questa misura eccezionale, l'Agenzia delle Entrate deve provare un 'fondato pericolo per la riscossione', come l'occultamento di beni, non essendo sufficiente la mera richiesta di concordato preventivo. L'annullamento, anche parziale, dell'atto impositivo presupposto fa venir meno la base giuridica per la riscossione straordinaria.
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Definizione Agevolata: estinzione del giudizio
Una società aveva impugnato un avviso di accertamento per una detrazione IVA non riconosciuta. Durante il giudizio in Cassazione, ha aderito alla definizione agevolata prevista dalla legge. La Corte ha dichiarato estinto il procedimento, stabilendo che tale adesione equivale a una rinuncia inequivocabile al ricorso, rendendo superflua una successiva dichiarazione formale.
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Certificazione contratti: perché non vincola il Fisco
Una società si è vista riqualificare i propri contratti di appalto in somministrazione di manodopera dall'Agenzia delle Entrate, nonostante la presenza di una certificazione ai sensi della Legge Biagi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale: la certificazione dei contratti non è vincolante per il giudice tributario, il quale mantiene pieni poteri di qualificare autonomamente il rapporto ai fini fiscali. La certificazione costituisce un semplice elemento di prova, ma non preclude l'accertamento del Fisco sulla reale natura economica dell'operazione.
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Diritto di difesa: udienza negata, sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza tributaria perché il giudice di secondo grado ha negato l'udienza di discussione, anche da remoto, richiesta da una società. La decisione, presa solo sulla base degli atti durante l'emergenza Covid, viola il diritto di difesa, un principio fondamentale del processo.
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Accertamento induttivo e fatture false: la sentenza
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore contro un accertamento induttivo dell'Agenzia delle Entrate. La sentenza conferma che, in presenza di contabilità inattendibile e fatture per operazioni inesistenti, l'amministrazione finanziaria può legittimamente ricostruire il reddito con metodo induttivo, basandosi anche su presunzioni. È stato inoltre ribadito che l'IVA esposta su una fattura falsa è sempre dovuta dall'emittente per neutralizzare il rischio di frode fiscale.
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Esenzione IVA chirurgia plastica: la prova sanitaria
Un chirurgo plastico si è opposto a degli avvisi di accertamento che negavano l'esenzione IVA per i suoi interventi. Dopo un lungo contenzioso, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia Fiscale, confermando che l'onere di provare la finalità terapeutica, e non meramente estetica, per ottenere l'esenzione IVA chirurgia plastica spetta al professionista. In questo caso, il medico ha fornito prove sufficienti, come le cartelle mediche, per dimostrare la natura sanitaria delle prestazioni, vincendo la causa.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara la cessazione della materia del contendere in una controversia fiscale a seguito dell'annullamento in autotutela dell'avviso di liquidazione da parte dell'Agenzia delle Entrate. La lite verteva sulla riqualificazione di un'operazione societaria complessa in una cessione di rami d'azienda. Le spese legali sono state interamente compensate tra le parti a causa dei mutamenti normativi e giurisprudenziali intervenuti durante il giudizio.
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Sospensione rimborso IVA: la prova dei carichi pendenti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20401/2024, ha chiarito le regole sulla sospensione del rimborso IVA. Nel caso esaminato, una società finanziaria, cessionaria di un credito IVA, si è vista negare il rimborso a causa di debiti fiscali della società cedente. La Corte ha stabilito che l'Amministrazione Finanziaria può legittimamente sospendere il pagamento sulla base di un 'estratto di ruolo', senza necessità di provare in giudizio la notifica degli atti sottostanti. Inoltre, ha confermato che l'ente impositore può contestare l'esistenza stessa del credito per la prima volta anche in fase di rinvio, poiché nel giudizio da rimborso il contribuente è attore sostanziale.
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Raddoppio termini accertamento: la decisione Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20400/2024, ha affrontato il tema del raddoppio termini accertamento in presenza di reati fiscali. La Corte ha confermato la legittimità dell'estensione dei termini per IRES e IVA anche in caso di denuncia penale tardiva, ma ha annullato l'accertamento ai fini IRAP. La motivazione risiede nel fatto che il raddoppio è previsto solo per violazioni che costituiscono reato, categoria a cui non appartengono quelle relative all'IRAP. La sentenza ha inoltre esaminato la deducibilità dei costi per operazioni soggettivamente inesistenti.
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Accertamento induttivo: la Cassazione sui costi
Un imprenditore individuale è stato oggetto di un accertamento induttivo a causa di una vasta discrepanza tra il reddito dichiarato e le fatture emesse, risultate per operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'operato dell'Agenzia delle Entrate, validando sia il metodo di calcolo del reddito (presumendo una ripartizione al 50% del vantaggio fiscale) sia l'obbligo di versare l'intera IVA indicata sulle fatture fittizie, respingendo il ricorso del contribuente.
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Errore di fatto revocazione: la Cassazione corregge sé stessa
Una società ottiene la revocazione di un'ordinanza della Corte di Cassazione a causa di un errore di fatto revocazione. La Corte aveva erroneamente omesso la condanna alle spese legali, credendo che la società non si fosse costituita in giudizio. Riconosciuta la svista, la Cassazione ha revocato la precedente decisione limitatamente alle spese e ha condannato l'Amministrazione Finanziaria a pagare i costi di entrambi i procedimenti.
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Motivazione apparente: sentenza tributaria annullata
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale in materia di IVA su contratti di leasing nautico. La decisione è stata cassata per motivazione apparente, in quanto il ragionamento dei giudici di secondo grado è risultato contraddittorio e incomprensibile, non distinguendo tra i diversi rilievi mossi dall'Amministrazione Finanziaria e non considerando il formarsi di un giudicato parziale sulle parti della sentenza di primo grado non appellate.
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Diniego rimborso credito IVA: motivazione e cessionario
Una società finanziaria, cessionaria di un credito d'imposta da una società fallita, si è vista negare il rimborso dall'Agenzia delle Entrate. La motivazione del diniego era l'esistenza di un controcredito erariale, derivante da un accertamento divenuto definitivo nei confronti della società cedente. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di diniego rimborso credito IVA, la motivazione dell'Agenzia può essere sintetica, a differenza degli atti impositivi. Inoltre, ha chiarito che l'amministrazione non ha l'obbligo di notificare al cessionario gli atti di accertamento emessi nei confronti del cedente, poiché il rapporto tributario principale rimane in capo a quest'ultimo.
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Rendita catastale impianti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul calcolo della rendita catastale impianti per una centrale geotermica. In un contenzioso tra l'Agenzia delle Entrate e una società energetica, la Corte ha stabilito che per i periodi d'imposta antecedenti al 1° gennaio 2016, componenti essenziali come pozzi, vapordotti, alternatori e trasformatori devono essere inclusi nella stima del valore catastale. La sentenza chiarisce che la normativa successiva (Legge 208/2015), che esclude i cosiddetti "imbullonati", non ha efficacia retroattiva.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione tributaria regionale per vizio di motivazione apparente. Il caso riguardava un accertamento fiscale a carico di un commerciante per incongruenze nella gestione del magazzino. La Corte ha stabilito che i giudici di merito non possono rigettare un accertamento definendo i calcoli dell'Agenzia delle Entrate genericamente 'astrusi e complicati', senza analizzarli nel dettaglio. Inoltre, ha riaffermato che nell'accertamento analitico-presuntivo, l'onere di provare la correttezza dei dati dichiarati grava sul contribuente e non sull'amministrazione finanziaria.
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Termine impugnazione compenso CTU: 30 giorni, non 20
Un consulente tecnico d'ufficio ha impugnato il decreto di liquidazione del proprio compenso ritenendolo errato. La Commissione Tributaria aveva dichiarato l'opposizione tardiva, applicando un termine di 20 giorni. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che il corretto termine impugnazione compenso CTU è di 30 giorni, in linea con le norme sul rito sommario di cognizione introdotte nel 2011.
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