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Giurisprudenza Tributaria

Frode carosello: onere della prova e conoscibilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19318/2024, chiarisce l'onere della prova in materia di frode carosello. Per negare la detrazione IVA al cessionario, non è necessario che l'Amministrazione Finanziaria provi la sua partecipazione attiva alla frode ('conoscenza'), ma è sufficiente dimostrare che, usando l'ordinaria diligenza, avrebbe potuto esserne a conoscenza ('conoscibilità'). La sentenza di merito è stata cassata per aver richiesto una prova più gravosa, errando nell'applicazione dei principi sulla ripartizione dell'onere probatorio.
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Definizione agevolata: estinzione processo tributario
Una società sportiva, dopo aver ricevuto un avviso di accertamento per deduzioni fiscali contestate, ha intrapreso un lungo percorso giudiziario. Giunta in Cassazione, la controversia è stata risolta grazie alla definizione agevolata prevista dalla L. 197/2022. La Corte Suprema, prendendo atto della richiesta congiunta delle parti, ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessata materia del contendere, stabilendo che le spese legali restino a carico di chi le ha sostenute.
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Onere della prova: cosa fare se perdi i documenti?
La Cassazione analizza l'onere della prova a carico di un'azienda del settore rottami che aveva subito il furto di documenti fiscali. L'ordinanza chiarisce che il solo furto non basta per giustificare costi non documentati. Inoltre, cassa la sentenza di merito per motivazione apparente, poiché basata su soggetti e fatti estranei alla contestazione, rimandando il caso al giudice di secondo grado.
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Comunicazione ENEA tardiva: salvo il bonus energetico
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19309/2024, ha stabilito che la comunicazione ENEA tardiva per interventi di risparmio energetico non comporta la perdita del diritto alla detrazione fiscale. Secondo la Corte, il termine di 90 giorni non è perentorio, in quanto la sua finalità è statistica e non di controllo fiscale. La decadenza dal beneficio non è prevista da alcuna norma espressa e non può essere desunta in via interpretativa. Di conseguenza, il contribuente che ha inviato la comunicazione oltre i termini previsti ha comunque diritto al bonus, a patto di poter dimostrare l'effettiva realizzazione e il pagamento degli interventi.
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Operazioni soggettivamente inesistenti: prova e oneri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19307/2024, ha cassato una sentenza che negava la detrazione IVA per operazioni soggettivamente inesistenti. La Corte ha chiarito che l'onere della prova spetta all'Amministrazione Finanziaria, la quale deve dimostrare non solo la fittizietà del fornitore, ma anche la consapevolezza della frode da parte dell'acquirente. Non è sufficiente basarsi su mere discrasie tra gli interlocutori commerciali e gli amministratori risultanti dal Registro delle Imprese.
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Onere della prova: notifica cartella esattoriale
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un Agente della Riscossione, confermando che l'onere della prova della corretta notifica di una cartella di pagamento spetta all'ente stesso. L'ordinanza stabilisce che un semplice 'estratto di ruolo' non costituisce prova valida, in quanto documento di parte. Il ricorso è stato inoltre dichiarato inammissibile per difetto di 'autosufficienza', non avendo l'ente trascritto gli atti di notifica necessari a consentire la verifica della Corte.
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Motivazione apparente: quando la sentenza è nulla
Una contribuente ha impugnato una cartella di pagamento sostenendo la mancata notifica dell'avviso di accertamento presupposto. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello per vizio di motivazione apparente, poiché i giudici di secondo grado avevano ignorato le specifiche contestazioni della contribuente sulla prova della notifica, limitandosi a una conclusione generica e assertiva. La Suprema Corte ha ribadito che una motivazione è apparente quando non permette di comprendere l'iter logico seguito dal giudice, violando così il diritto a una decisione giustificata.
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Agevolazioni sisma Abruzzo: stop alla Cassazione
Una società ha contestato un avviso di accertamento fiscale, chiedendo di beneficiare della riduzione d'imposta prevista per le aree colpite dal terremoto del 2009. Le corti di merito hanno negato il beneficio, sostenendo che non si applicasse alle imposte accertate successivamente. La Corte di Cassazione, rilevando una questione pendente dinanzi alla Corte di Giustizia Europea sulla compatibilità di queste agevolazioni sisma Abruzzo con il diritto UE in materia di IVA, ha sospeso il procedimento in attesa della decisione europea.
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Indennità supplementare tassabile: la Cassazione decide
Un ex dirigente, dopo un licenziamento illegittimo, ha ricevuto un'indennità supplementare prevista dal CCNL di categoria. Sostenendo che si trattasse di un risarcimento per danno non patrimoniale e quindi esentasse, ha chiesto il rimborso delle imposte trattenute. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19302/2024, ha stabilito che l'indennità supplementare è tassabile. La Corte ha chiarito che tale somma ha natura reddituale, in quanto mira a risarcire la perdita del posto di lavoro e del relativo reddito (lucro cessante), e non un danno emergente di natura non reddituale. La sua fonte convenzionale e la sua quantificazione predeterminata ne confermano l'assoggettabilità a IRPEF.
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Revocazione sentenza: giudice astenuto, caso rinviato
La Corte di Cassazione ha disposto il rinvio di un ricorso per revocazione di una propria precedente sentenza. La decisione è stata presa per garantire l'imparzialità del giudizio, poiché uno dei magistrati del collegio giudicante aveva già partecipato alla stesura del provvedimento oggetto di revocazione. Il caso di origine riguarda un accertamento fiscale per imposta di successione.
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Accertamento con adesione socio: non vincola il singolo
Un socio di una società di persone rifiuta gli effetti dell'accertamento con adesione definito dalla società. La Corte di Cassazione stabilisce che la scelta della società non vincola il singolo socio, il quale può contestare l'avviso di accertamento. Il diniego del Fisco a un nuovo contraddittorio non invalida l'atto, poiché il socio conserva il pieno diritto di difesa in sede giudiziaria. La Corte annulla la decisione d'appello e rinvia per l'esame nel merito.
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Estinzione del giudizio per definizione agevolata
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia tra l'Agenzia delle Entrate e un contribuente relativa a un accertamento sintetico. Sebbene il dibattito iniziale vertesse sull'efficacia di uno 'scudo fiscale' per giustificare le spese, la lite si è conclusa prima di una decisione nel merito. Il contribuente ha aderito a una definizione agevolata, pagando l'importo dovuto. Visto che nessuna delle parti ha richiesto la prosecuzione del processo entro i termini, la Corte ha sancito la cessazione della materia del contendere, portando all'estinzione del giudizio.
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Costi soggettivamente inesistenti: come dedurli
Un imprenditore ha dedotto costi per lavori edili documentati da fatture soggettivamente inesistenti, in quanto emesse da un soggetto diverso da chi ha eseguito la prestazione. L'Agenzia delle Entrate ha contestato la deduzione. La Corte di Cassazione ha dato ragione al contribuente, stabilendo che i costi soggettivamente inesistenti sono deducibili ai fini delle imposte dirette se effettivi e inerenti all'attività. Per l'IVA, ha ribadito che spetta all'Amministrazione provare la consapevolezza della frode da parte del contribuente, prova che in questo caso mancava. Il ricorso dell'Agenzia è stato quindi respinto.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario riguardante la deducibilità di costi per IRES, IRAP e IVA. La controversia, giunta in Cassazione dopo un ricorso dell'Agenzia delle Entrate, si è conclusa anticipatamente perché la società contribuente ha aderito con successo alla definizione agevolata prevista dalla legge, sanando la pendenza e rendendo superflua una pronuncia nel merito.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un contenzioso fiscale in materia di IRES. La società contribuente aveva aderito alla definizione agevolata, pagando l'importo dovuto. Poiché nessuna delle parti ha richiesto la trattazione della causa entro i termini di legge, il processo si è estinto per cessazione della materia del contendere.
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Presunzione accertamento bancario: vale per tutti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19288/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di accertamento bancario. Ha chiarito che la presunzione legale secondo cui i versamenti su conto corrente costituiscono reddito imponibile non si applica solo a imprenditori e lavoratori autonomi, ma si estende a tutti i contribuenti. La Commissione Tributaria Regionale aveva erroneamente escluso l'applicazione di tale presunzione per un contribuente non imprenditore. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, ribadendo che spetta al contribuente l'onere di dimostrare l'origine non imponibile delle somme accreditate, rafforzando così gli strumenti a disposizione dell'Agenzia delle Entrate per contrastare l'evasione fiscale.
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Accertamento sintetico: la Cassazione fa chiarezza
Una contribuente ha contestato un accertamento sintetico per l'IRPEF 2007, sostenendo la decadenza dei termini, la mancanza di un contraddittorio preventivo e un'errata inversione dell'onere della prova. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che in caso di dichiarazione omessa il termine di accertamento è di cinque anni. Ha inoltre stabilito che il "redditometro" crea una presunzione legale, ponendo a carico del contribuente l'onere di dimostrare la provenienza non imponibile delle somme, e che per i tributi non armonizzati del 2007 non era obbligatorio il contraddittorio preventivo.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale pluriennale. Una società, dopo aver impugnato diversi avvisi di accertamento e percorso tutti i gradi di giudizio, ha presentato un'istanza per cessazione della materia del contendere ai sensi del D.L. n. 119/2018, avendo saldato il debito tributario. La Corte, rilevando il pagamento e la mancata richiesta di trattazione da parte di entrambe le parti entro il termine previsto, ha dichiarato estinto il processo, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19284/2024, ha rigettato il ricorso di un Centro Trasmissione Dati (CTD) confermando la sua responsabilità solidale con il bookmaker estero per il pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte ha stabilito che l'imposta è dovuta per le scommesse raccolte in Italia, anche in assenza di concessione, e ha chiarito che una precedente sentenza della Corte Costituzionale non si applicava all'anno d'imposta 2011. L'appello del socio accomandatario è stato dichiarato inammissibile per carenza di legittimazione.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale pluriennale. La decisione si basa sulla cessazione della materia del contendere, avvenuta dopo che la società contribuente ha saldato il debito e nessuna delle parti ha richiesto la trattazione della causa entro i termini previsti. Questo caso evidenzia come il pagamento e l'inattività processuale possano portare alla chiusura definitiva di un contenzioso, con spese legali a carico di ciascuna parte.
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