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Giurisprudenza Tributaria

Esenzione IMU culto: non serve l’intesa con lo Stato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21184/2024, ha stabilito che l'esenzione IMU per gli immobili destinati al culto non può essere subordinata all'esistenza di una formale intesa tra la confessione religiosa e lo Stato Italiano. La Corte ha accolto il ricorso di un'organizzazione religiosa contro un Comune, annullando la decisione di merito che negava il beneficio fiscale proprio per l'assenza di tale accordo. Il principio affermato si fonda sulla non discriminazione e sulla libertà di culto, sancendo che richiedere un'intesa per concedere agevolazioni fiscali è incostituzionale. La causa è stata rinviata al giudice di secondo grado per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Sospensione processo tributario: il caso rottamazione
Una società di costruzioni e i suoi soci, destinatari di accertamenti fiscali, vedono il loro contenzioso in Cassazione subire una svolta. A seguito dell'adesione della società alla 'rottamazione quater', la Corte ha disposto la sospensione del processo tributario per tutte le parti coinvolte, senza separare le posizioni, rinviando la causa a nuovo ruolo in attesa della definizione agevolata.
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Cumulo giuridico sanzioni: Cassazione e motivazione
Una società balneare ha contestato un accertamento TARI per più annualità, lamentando la mancata concessione di riduzioni per attività stagionale e l'errata applicazione delle sanzioni. La Corte di Cassazione ha confermato la debenza del tributo, ritenendo sufficiente la motivazione dei giudici di merito, ma ha annullato la sentenza riguardo le sanzioni. È stata riscontrata una totale mancanza di motivazione sulla mancata applicazione del cumulo giuridico, principio che prevede una sanzione unica aumentata per violazioni ripetute, rinviando il caso a un nuovo esame su questo specifico punto.
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Dichiarazioni di terzi: la loro validità probatoria
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21183/2024, ha stabilito che le dichiarazioni di terzi, come quelle dei clienti di un professionista, costituiscono validi elementi indiziari in un accertamento fiscale, anche se non trovano riscontro diretto nella contabilità parallela ("in nero") scoperta. La Corte ha chiarito che il giudice di merito deve valutare tali dichiarazioni nel complesso degli elementi raccolti dall'Amministrazione Finanziaria, senza poterle scartare a priori. La scoperta di una contabilità occulta, infatti, rafforza il quadro indiziario e non ne esaurisce la portata probatoria.
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Cessione d’azienda: debiti TFR e imposta di registro
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21179/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di cessione d'azienda e imposta di registro. L'Agenzia delle Entrate aveva cercato di aumentare la base imponibile includendo i debiti per TFR, ferie e tredicesime accollati dall'acquirente. La Corte ha rigettato tale interpretazione, chiarendo che queste passività, essendo 'inerenti' all'attività d'impresa, non costituiscono parte del prezzo ma concorrono a determinare il valore netto dell'azienda. Di conseguenza, devono essere scomputate e non aggiunte alla base imponibile.
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Sanzioni tributarie soci: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21177/2024, ha stabilito un principio di diritto rivoluzionario in materia di sanzioni tributarie soci. Contrariamente al precedente orientamento, la Corte ha affermato che, a seguito dell'estinzione di una società di capitali, i soci rispondono delle sanzioni tributarie secondo quanto previsto dall'art. 2495 c.c., ovvero nei limiti di quanto riscosso in base al bilancio finale di liquidazione. Il caso riguardava un avviso di accertamento per imposta unica sulle scommesse notificato agli ex soci di una società cancellata. La Suprema Corte ha ritenuto che il principio di personalità della sanzione non impedisce la sua trasmissibilità ai soci, in quanto si tratta di un fenomeno successorio patrimoniale volto a tutelare i creditori, incluso l'Erario, da manovre elusive.
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Valutazione ramo d’azienda: il marchio conta sempre
La Cassazione ha stabilito che nella valutazione di un ramo d'azienda ai fini fiscali, il valore del marchio è un asset fondamentale, anche se l'impresa ha registrato perdite. L'Agenzia delle Entrate può legittimamente basare la rettifica del valore dichiarato su stime che considerano il potenziale del brand e utilizzare dati comparativi non recenti per gli immobili se il mercato è stazionario. Il ricorso dell'azienda è stato respinto.
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Abitazione principale IMU: la prova della dimora abituale
Un contribuente si è visto negare l'esenzione fiscale sull'immobile di proprietà, nonostante la residenza anagrafica. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21178/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo che per definire un'abitazione principale IMU non è sufficiente la sola registrazione anagrafica. È onere del contribuente dimostrare di avere anche la propria 'dimora abituale', ovvero il centro effettivo dei propri interessi e della propria vita, presso quell'immobile.
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Utili presunti: soci e deduzione forfettaria dei costi
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una socia di una Srl a cui erano stati attribuiti utili presunti non dichiarati dalla società. La Corte ha stabilito che, a fronte di ricavi accertati presuntivamente dall'Agenzia delle Entrate tramite indagini bancarie, è legittimo riconoscere una deduzione forfettaria dei costi di produzione, anche in assenza di prove documentali specifiche. Questa decisione, basata su un precedente intervento della Corte Costituzionale, riequilibra l'onere della prova a carico del contribuente e rigetta il ricorso dell'amministrazione finanziaria.
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Associazione sportiva dilettantistica: i requisiti
Una associazione sportiva dilettantistica e i suoi soci hanno impugnato avvisi di accertamento che negavano il loro status non commerciale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che per godere delle agevolazioni fiscali non bastano i requisiti formali, come l'affiliazione al CONI, ma è indispensabile una reale partecipazione democratica dei soci alla vita associativa. L'assenza di tale partecipazione e la natura commerciale delle attività svolte hanno giustificato la riqualificazione dell'ente e la perdita dei benefici.
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Utili extracontabili: costi presunti e onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Agenzia delle Entrate in un caso di accertamento di utili extracontabili a carico di una socia di una s.r.l. a ristretta base. La Corte ha stabilito che, a fronte di ricavi accertati presuntivamente, è legittimo riconoscere anche una percentuale di costi presunti, in linea con una recente sentenza della Corte Costituzionale. Inoltre, ha chiarito che la sospensione del giudizio del socio in attesa della definizione di quello della società non è obbligatoria.
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Estinzione giudizio tributario per rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei contribuenti, accettata dall'Agenzia delle Entrate. La decisione chiarisce un punto fondamentale: in caso di rinuncia, non è dovuto il versamento del doppio del contributo unificato, poiché questa è una misura sanzionatoria applicabile solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso. Le spese legali sono state interamente compensate tra le parti, come da loro espressa richiesta.
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Valutazione ramo d’azienda: il marchio vince
In un caso di cessione di un ramo d'azienda, l'Agenzia delle Entrate ha rettificato il valore dichiarato basandosi sul potenziale del marchio, nonostante le perdite operative della società. La Corte di Cassazione ha confermato questo approccio, stabilendo che nella valutazione del ramo d'azienda, il valore del marchio, in quanto componente dell'avviamento, può essere determinato autonomamente e prevalere sulla redditività storica. La Corte ha respinto il ricorso della società, ritenendo la motivazione della sentenza d'appello sufficiente e logica e la valutazione dell'Agenzia legittima.
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Società a ristretta base: notifiche e oneri probatori
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito importanti aspetti fiscali riguardanti la società a ristretta base partecipativa. La Corte ha stabilito la validità della notifica degli avvisi di accertamento a mezzo posta e ha confermato che l'obbligo di motivazione verso i soci è soddisfatto anche con il semplice rinvio all'atto impositivo della società. Inoltre, ha ribadito che spetta ai soci l'onere di provare la mancata distribuzione degli utili accertati in capo alla società.
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Rationes decidendi: appello inammissibile se parziale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile l'appello dell'Agenzia delle Dogane in un caso di dazi antidumping. La sentenza di merito si fondava su due distinte 'rationes decidendi' (mancata allegazione di documenti e violazione del contraddittorio). L'Agenzia non le ha impugnate entrambe, rendendo il ricorso inammissibile poiché la motivazione non contestata era sufficiente a sorreggere la decisione. Anche il ricorso incidentale della società è stato dichiarato inammissibile.
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Utili extracontabili: onere della prova del socio
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21158 del 2024, ha stabilito che in una società a ristretta base sociale, la presunzione di distribuzione degli utili extracontabili ai soci non può essere superata semplicemente dimostrando la propria estraneità alla gestione o l'esistenza di conflitti interni. Il socio ha l'onere di provare che i maggiori ricavi non sono stati realizzati, che sono stati reinvestiti o accantonati, oppure che un altro soggetto se ne è appropriato. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto sufficiente la prova del dissidio tra soci, specificando che tale prova deve essere rigorosa e non basata su circostanze successive all'anno d'imposta contestato.
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Definizione agevolata: estingue il giudizio tributario
La Corte di Cassazione dichiara estinto un giudizio relativo a imposte ipocatastali su una compravendita immobiliare. La controversia, inizialmente incentrata sul principio di alternatività IVA/Registro, si è conclusa non con una decisione nel merito, ma a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata. Tale adesione, secondo la Corte, implica una rinuncia inequivocabile al ricorso, determinando la cessazione della materia del contendere e la compensazione delle spese legali.
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Rimborso accise energia: la Cassazione apre al consumatore
Un consumatore finale di energia elettrica ha richiesto il rimborso di addizionali provinciali, non dovute secondo il diritto UE, pagate al proprio fornitore. A causa dell'insolvenza di quest'ultimo, l'azione è stata intentata direttamente contro l'Amministrazione finanziaria. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che l'azione del consumatore finale è soggetta alla prescrizione ordinaria di dieci anni, non al termine di decadenza biennale. La sentenza afferma il diritto al rimborso accise energia direttamente dallo Stato quando il recupero dal fornitore è impossibile o eccessivamente difficile, anche per una impossibilità di natura giuridica derivante dalla mancata attuazione di una direttiva UE.
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Iscrizione ipotecaria: l’obbligo di preavviso
Un contribuente contesta un'iscrizione ipotecaria per mancato preavviso e vizi di notifica delle cartelle sottostanti. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che l'iscrizione ipotecaria è nulla se non preceduta da una comunicazione che conceda al debitore 30 giorni per pagare o presentare osservazioni. La Corte annulla anche parte della sentenza di merito per 'motivazione apparente' sulla prova delle notifiche, rinviando il caso a un nuovo giudizio.
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Costi da reato: la Cassazione rinvia per nuova legge
Un gruppo bancario ha contestato un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate che negava la deducibilità di ingenti costi, qualificandoli come "costi da reato". La controversia è giunta in Cassazione, la quale, anziché decidere nel merito, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. La Corte ha sospeso il giudizio a causa dell'entrata in vigore di una nuova legge (ius superveniens) che modifica le sanzioni fiscali, assegnando alle parti e al Pubblico Ministero un termine per presentare osservazioni sulla sua applicabilità al caso.
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