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Giurisprudenza Tributaria

Errore di fatto: la Cassazione e la revocazione
Una società cooperativa ha richiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione in materia fiscale, adducendo un errore di fatto. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo la netta distinzione tra l'errore di fatto, che consiste in una svista percettiva su dati processuali, e l'errore di diritto o di giudizio, che riguarda l'interpretazione di norme o la valutazione delle prove. La decisione sottolinea che un presunto errore nella valutazione del principio di autosufficienza del ricorso rientra in quest'ultima categoria e non può quindi fondare una richiesta di revocazione.
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Disconoscimento copie: come contestare una notifica
Un contribuente ha impugnato un'intimazione di pagamento, sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle esattoriali originali. Di fronte alle fotocopie delle relate di notifica prodotte dall'Agente di Riscossione, il contribuente le ha contestate. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il disconoscimento copie deve essere specifico e circostanziato, non generico. Una contestazione vaga come "impugno e contesto" è inefficace per invalidare la prova documentale prodotta in copia.
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Accertamento bancario: onere della prova del contribuente
Un professionista ha contestato un accertamento bancario sostenendo che i versamenti sul suo conto personale fossero contributi elettorali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che spetta al contribuente l'onere di fornire una prova analitica e rigorosa della provenienza non imponibile delle somme accreditate. In assenza di tale prova, i versamenti sono legittimamente considerati ricavi professionali non dichiarati.
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Alternatività IVA/Registro: la Cassazione decide
Una società ha acquistato immobili da una procedura fallimentare, ritenendo di dover pagare l'imposta di registro in misura fissa. L'Agenzia delle Entrate ha invece liquidato l'imposta in misura proporzionale. La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha chiarito il principio di alternatività IVA/Registro, specificando che per le cessioni di fabbricati non strumentali esenti IVA (art. 10, n. 8-bis, D.P.R. 633/72) l'imposta di registro è proporzionale, mentre è fissa solo per le cessioni di fabbricati strumentali (n. 8-ter). La Corte ha quindi accolto il ricorso dell'Agenzia, cassando la precedente sentenza e rinviando la causa per un nuovo esame.
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Accertamento con adesione: quando è inattaccabile?
Una società di trasporto aereo, dopo aver firmato un accertamento con adesione per ridurre un debito fiscale milionario, ha citato in giudizio l'Agenzia fiscale per danni, sostenendo che l'accordo fosse viziato da pressioni indebite. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la validità dell'accordo. La Corte ha stabilito che, essendo stato negoziato con l'assistenza di professionisti e avendo portato vantaggi concreti (come lo sblocco di rimborsi IVA), l'accordo non poteva essere considerato frutto di coercizione.
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Accertamento Sintetico: Prova Contraria e Redditometro
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, confermando che l'accertamento sintetico basato sul 'redditometro' costituisce una presunzione relativa. Il contribuente può superarla fornendo idonea documentazione che giustifichi la spesa. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare nel merito le prove, ma di verificare la corretta applicazione della legge, rendendo inammissibile il tentativo dell'Agenzia di ottenere una nuova valutazione dei fatti.
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Accertamento sintetico: prova del finanziamento al socio
Un contribuente ha ricevuto fondi dalla sua società, sostenendo che si trattasse della restituzione di un prestito per giustificare spese superiori al reddito dichiarato nell'ambito di un accertamento sintetico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della corte d'appello, stabilendo che il contribuente deve provare non solo la ricezione dei fondi, ma anche l'esistenza del prestito originario alla società. In assenza di tale prova, l'accertamento è stato ritenuto legittimo.
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Società non operative: disapplicazione negata
Una società immobiliare chiede la disapplicazione della normativa sulle società non operative per il 2013, adducendo l'impossibilità di utilizzare il suo unico immobile a causa della mancata autorizzazione regionale. La Cassazione accoglie il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, stabilendo che l'inattività prolungata e la mancata autorizzazione amministrativa non costituiscono 'circostanze oggettive' sufficienti a giustificare la disapplicazione, ma rientrano nel normale rischio d'impresa.
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Cumulo incentivi fotovoltaico: no dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito il divieto di cumulo incentivi fotovoltaico tra la detassazione per investimenti ambientali, nota come 'Tremonti Ambiente', e le tariffe incentivanti del 'Conto Energia' (specificamente il III, IV e V). Annullando la decisione di una Commissione tributaria regionale che aveva ammesso la cumulabilità, la Corte ha affermato che la normativa successiva (D.L. 124/2019) ha chiarito in modo definitivo la non compatibilità dei due benefici. Le imprese che hanno erroneamente cumulato gli incentivi hanno avuto la possibilità di regolarizzare la propria posizione, scegliendo di mantenere il beneficio più vantaggioso a fronte della rinuncia all'altro.
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Diniego autotutela: quando è impugnabile? La Cassazione
L'ordinanza analizza il caso di un contribuente che, truffato dal proprio commercialista, ha pagato sanzioni fiscali e poi richiesto il rimborso in autotutela. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diniego di autotutela non può essere usato per contestare la fondatezza di una pretesa tributaria ormai definitiva. L'impugnazione è ammessa solo per vizi di legittimità del rifiuto stesso, legati a un interesse pubblico generale, e non per l'interesse privato del contribuente, che avrebbe dovuto seguire altre procedure specifiche.
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Nota di accredito IVA: quando è legittima? Cassazione
Un consorzio turistico emetteva note di accredito IVA a favore dei consorziati dopo aver ricevuto un contributo pubblico. L'Agenzia fiscale contestava l'operazione. La Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia, chiarendo che per la legittimità della nota di accredito IVA è necessario provare il nesso diretto tra l'operazione originaria e la variazione, cosa che il giudice di merito non aveva verificato.
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Ricorso per revocazione: errore della corte di merito
La Corte di Cassazione chiarisce la procedura del ricorso per revocazione. Una società contribuente, dopo aver perso un appello su un avviso di accertamento, ha proposto sia ricorso per cassazione sia ricorso per revocazione. La corte tributaria regionale ha accolto la revocazione, ma l'Agenzia delle Entrate ha impugnato tale decisione. La Cassazione ha stabilito che la corte di merito ha errato, saltando la fase preliminare (rescindente) che verifica l'esistenza dell'errore di fatto e passando direttamente a riesaminare il merito della causa (fase rescissoria). Di conseguenza, ha cassato la sentenza di revocazione, rinviando la causa per un corretto esame procedurale.
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Società di comodo: lavori di ristrutturazione bastano?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18581/2024, ha stabilito che un'impresa non è considerata una società di comodo se può dimostrare che i bassi ricavi sono dovuti a situazioni oggettive, come importanti lavori di ristrutturazione. La Corte ha chiarito che non è obbligatorio presentare un interpello preventivo per far valere tali ragioni in sede giudiziaria. La prova di un'impossibilità oggettiva a produrre reddito, dovuta a interventi strutturali necessari per la sicurezza, è sufficiente per vincere la presunzione legale di non operatività.
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Società non operative: quando è legittimo il diniego?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18578/2024, ha stabilito che la prolungata inattività di una società, anche se originata da un diniego di autorizzazione amministrativa, può configurarsi come una scelta imprenditoriale soggettiva e non come una causa oggettiva che giustifichi la disapplicazione della disciplina sulle società non operative. Sebbene il diniego all'interpello sia un atto impugnabile, la sua legittimità dipende da una rigorosa prova di circostanze che rendono impossibile il conseguimento di ricavi, distinguendo il normale rischio d'impresa da eventi straordinari.
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Onere della prova: chi paga se la dichiarazione è errata
Una società contesta una cartella di pagamento per IVA non versata, sostenendo che l'Amministrazione Finanziaria dovesse provare il debito. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in caso di controllo automatizzato, l'onere della prova grava sul contribuente, il quale deve dimostrare, producendo la propria dichiarazione, l'inesistenza del debito o l'errore commesso.
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Accertamento sintetico: i redditi del coniuge
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18576/2024, interviene sul tema dell'accertamento sintetico. Un contribuente aveva giustificato maggiori spese con i redditi della moglie, ma la Corte ha stabilito che non è sufficiente la mera disponibilità economica del coniuge. È necessario fornire prova concreta del passaggio di denaro, ad esempio tramite bonifici o estratti di conti cointestati, per dimostrare che quelle somme sono state effettivamente utilizzate per coprire le spese contestate. La semplice somma dei redditi familiari non costituisce una prova valida.
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Investimenti ambientali: calcolo e benefici fiscali
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18572/2024, ha stabilito un principio fondamentale per il calcolo delle agevolazioni fiscali sugli investimenti ambientali (c.d. Tremonti Ambiente). Il caso riguardava una società manifatturiera che aveva calcolato l'incentivo basandosi solo sul costo aggiuntivo per l'acquisto di macchinari eco-sostenibili. L'Amministrazione Finanziaria sosteneva che da tale costo dovessero essere sottratti i futuri vantaggi economici, come i risparmi di spesa e l'aumento di produttività. La Cassazione ha dato ragione all'Amministrazione, affermando che la normativa nazionale deve essere interpretata alla luce della disciplina europea sugli aiuti di Stato. Pertanto, il costo agevolabile per gli investimenti ambientali deve essere calcolato al netto dei benefici operativi che ne derivano, annullando la decisione precedente e rinviando la causa per un nuovo esame.
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Società di comodo: il diniego è legittimo se inattiva
Una società immobiliare, rimasta inattiva per anni a seguito del diniego di un'autorizzazione amministrativa, si è vista respingere la richiesta di disapplicazione della normativa sulle società di comodo. La Corte di Cassazione ha stabilito che la prolungata inattività non costituisce una 'circostanza oggettiva' che giustifica l'esenzione dal regime fiscale penalizzante, ma rappresenta una scelta imprenditoriale soggettiva. Di conseguenza, il diniego dell'Agenzia Fiscale è stato ritenuto legittimo.
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Onere della prova: fatture false e presunzioni fiscali
Una società ha impugnato un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA basato sull'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che l'Amministrazione Finanziaria può basare il proprio accertamento su presunzioni gravi, precise e concordanti, invertendo così l'onere della prova a carico del contribuente, il quale deve dimostrare l'effettiva esistenza delle operazioni contestate.
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Agevolazioni fiscali edilizia: la convenzione dopo l’atto
Un contribuente si è visto negare un rimborso fiscale relativo all'acquisto di un terreno edificabile. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che per le agevolazioni fiscali edilizia non è necessaria la stipula della convenzione di lottizzazione prima dell'atto di acquisto. Il requisito fondamentale è che l'edificazione avvenga entro i cinque anni successivi, in linea con la finalità della norma di ridurre i costi iniziali per l'acquirente.
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