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Giurisprudenza Tributaria

Fatture false: l’onere della prova del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26326/2024, ha rigettato il ricorso di una società che aveva detratto l'IVA da fatture false emesse da società "cartiere". La Corte ha ribadito che, di fronte a un quadro indiziario fornito dall'Amministrazione Finanziaria che dimostra la natura fittizia dei fornitori, l'onere della prova si sposta sul contribuente. Quest'ultimo deve dimostrare la propria buona fede non solo con verifiche formali, ma provando di aver usato la massima diligenza per accertare l'effettiva operatività del fornitore, specialmente in caso di rapporti commerciali duraturi.
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Costi sponsorizzazione fittizia: quando sono indeducibili
Un imprenditore ha dedotto costi per una sponsorizzazione a un'associazione sportiva. Il Fisco ha contestato l'operazione come fittizia. La Cassazione ha confermato l'indeducibilità dei costi di sponsorizzazione fittizia, rigettando i motivi del contribuente sulla delega di firma, sulla motivazione dell'accertamento (anche se il verbale di verifica non era allegato) e sulla valutazione delle prove, ritenendola di competenza del giudice di merito.
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Perequazione edilizia: tassabile il terreno a verde
Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a un terreno inserito in un piano di perequazione edilizia e destinato a verde pubblico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che in un regime di perequazione, il potenziale edificatorio (indice perequativo) è una qualità intrinseca del terreno stesso, che ne determina la tassabilità. La destinazione a verde pubblico può incidere sulla valutazione del valore venale, ma non esclude l'imponibilità del bene.
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Perequazione urbanistica: Tassabilità IMU e verde
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26316/2024, ha stabilito che un terreno inserito in un piano di perequazione urbanistica è soggetto a IMU come area edificabile anche se destinato a verde pubblico. La decisione si fonda sul principio che l'attribuzione di un indice edificatorio perequativo conferisce al terreno una potenzialità economica tassabile, indipendentemente dalla sua specifica destinazione. La Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la legittimità dell'avviso di accertamento del Comune.
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Estinzione giudizio tributario: serve pagamento totale
Un contribuente ha richiesto l'estinzione del processo tributario dopo aver aderito a una procedura di definizione agevolata. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 26305/2024, ha stabilito che la sola domanda di rottamazione non è sufficiente. Per ottenere l'estinzione del giudizio tributario è necessario dimostrare il pagamento integrale di tutte le somme dovute e depositare un atto formale di rinuncia al ricorso. La causa è stata quindi rinviata per consentire al contribuente di adempiere a tali requisiti.
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Scomputo Ritenute d’Acconto: la Cassazione decide
Una società si è vista negare il diritto allo scomputo ritenute d'acconto per l'anno 2009, poiché l'Agenzia delle Entrate riteneva che la deduzione dovesse avvenire secondo il principio di competenza economica. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, stabilendo che per lo scomputo delle ritenute si applica la regola specifica dell'art. 22 TUIR, basata sul momento in cui la ritenuta è stata operata (principio di cassa), e non il principio generale di competenza economica (art. 109 TUIR) che riguarda i componenti di reddito. La sentenza è stata annullata con rinvio per una nuova valutazione.
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Occupazione suolo pubblico: onere della prova del Comune
Una municipalità richiede il pagamento del canone per l'occupazione di suolo pubblico (COSAP). La cittadina si oppone, sostenendo che l'area appartiene al demanio marittimo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che spetta al Comune l'onere di provare la propria titolarità sull'area per poter legittimamente richiedere il canone. Un verbale di accertamento della polizia locale, pur provando l'occupazione, non è sufficiente a dimostrare la proprietà comunale del suolo.
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Contributo attività estrattiva: tassa o indennizzo?
Una regione ha richiesto il pagamento di un contributo per attività estrattiva a una società del settore. Il tribunale di primo grado aveva annullato la richiesta, qualificando il contributo come un "tributo di scopo" e lamentando la mancanza di motivazione riguardo alle opere pubbliche da finanziare. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, chiarendo che il contributo in questione non è una tassa, ma un indennizzo destinato a compensare la comunità per i danni ambientali. Di conseguenza, l'atto impositivo non richiede la stessa motivazione di un tributo di scopo. Il caso è stato rinviato a un nuovo giudice per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Notifica nulla: la conoscenza dell’atto sana il vizio
Un contribuente ha impugnato un'intimazione di pagamento sostenendo la mancata notifica degli atti presupposti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la notifica nulla è sanata quando il destinatario acquisisce piena conoscenza dell'atto e può esercitare il suo diritto di difesa. L'impugnazione stessa dimostra l'avvenuta conoscenza e sana il vizio con efficacia retroattiva.
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Deducibilità dei costi: la prova spetta al contribuente
Una società cooperativa si è vista negare la deducibilità di un costo e revocare le agevolazioni fiscali per mutualità prevalente. L'Amministrazione Finanziaria ha contestato la realtà di un'operazione sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, come pagamenti anomali e l'irreperibilità del fornitore. La Corte di Cassazione ha confermato che, in presenza di tali presunzioni, l'onere della prova si sposta sul contribuente, che deve dimostrare in modo inequivocabile l'effettività del costo sostenuto. Non avendo fornito prove adeguate, il ricorso della cooperativa è stato respinto.
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Indagini bancarie: quando i conti di terzi contano
Un professionista ha contestato un accertamento fiscale basato su indagini bancarie estese ai conti dei familiari. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che in presenza di sufficienti indizi, come il legame familiare e la sproporzione reddituale del titolare del conto, il Fisco può legittimamente presumere che le somme appartengano al contribuente accertato. La Corte ha inoltre ribadito la validità della delega di firma al funzionario che sottoscrive l'atto, anche se non allegata.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio tributario
Un'associazione sportiva ha impugnato un avviso di accertamento per la TARI. Dopo una complessa vicenda processuale, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo e hanno presentato una nota congiunta di rinuncia al ricorso per Cassazione. La Corte Suprema ha dichiarato estinto il giudizio, compensando integralmente le spese di lite e chiarendo che in caso di rinuncia non è dovuto il doppio del contributo unificato.
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Ammortamento spese ricerca: la Cassazione decide
Una società ha contestato un avviso di accertamento relativo all'ammortamento delle spese di ricerca e sviluppo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito i corretti criteri fiscali per l'ammortamento spese ricerca, distinguendoli da quelli per la pubblicità. Ha inoltre ribadito che il giudice d'appello non può decidere su questioni non incluse nei motivi di gravame, annullando la sentenza precedente per aver ecceduto i limiti della domanda.
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Presunzione distribuzione utili: non serve accertamento
Una società a responsabilità limitata in liquidazione ha ricevuto due avvisi di accertamento: uno per maggiori ricavi e l'altro per omesse ritenute su utili che si applica la presunzione di distribuzione utili ai soci. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'accertamento per le omesse ritenute è legittimo anche se quello sul reddito societario non è ancora definitivo. La Corte chiarisce che il rapporto tra i due atti è di pregiudizialità logico-giuridica, che può giustificare una sospensione del processo ma non l'invalidità dell'atto. Inoltre, ha affermato che il deposito tardivo di una procura alle liti preesistente è una mera irregolarità sanabile.
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Omessa pronuncia e credito d’imposta inesistente
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza per omessa pronuncia. Un contribuente, beneficiando di una sospensione fiscale per eventi sismici, aveva erroneamente compilato la dichiarazione generando un credito inesistente. Il giudice d'appello si era limitato a confermare il diritto alla sospensione, ignorando il motivo specifico sollevato dall'Agenzia delle Entrate riguardo l'errore di compilazione. La Cassazione ha stabilito che il giudice deve pronunciarsi su tutti i motivi di appello, cassando la decisione con rinvio.
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Litisconsorzio necessario nelle società di persone
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha affrontato un caso di accertamento fiscale nei confronti di una società di persone e dei suoi soci. L'Agenzia delle Entrate aveva proposto ricorso per cassazione notificandolo solo a uno dei soci. La Corte ha rilevato un difetto procedurale, affermando il principio del litisconsorzio necessario: quando si contesta il reddito di una società di persone, sia la società che tutti i soci devono obbligatoriamente partecipare al giudizio. Di conseguenza, ha ordinato l'integrazione del contraddittorio, sospendendo la decisione nel merito.
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Giudicato penale tributario: l’impatto sulla lite
L'Agenzia delle Entrate contesta l'annullamento di un accertamento fiscale basato unicamente su una sentenza di assoluzione penale. La Corte di Cassazione, rilevando la complessità della questione sul giudicato penale tributario e l'impatto di recenti riforme legislative, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza emettere un verdetto finale.
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Definizione agevolata estingue processo tributario
Un professionista, odontoiatra, impugnava un avviso di accertamento per l'anno 2005. Durante il giudizio in Cassazione, il contribuente ha aderito alla definizione agevolata prevista dal D.L. n. 193/2016. Avendo pagato le somme dovute, la Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, confermando l'efficacia di tale strumento per chiudere le liti fiscali.
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Debiti società cancellata: chi paga? La Cassazione
L'Agenzia delle Entrate ha notificato un avviso di accertamento al socio unico per i debiti di una società cancellata. La Cassazione ha stabilito che i creditori non devono provare che il socio abbia ricevuto beni dalla liquidazione. La responsabilità per i debiti della società cancellata si trasferisce al socio, che ha l'onere di provare di non aver ricevuto nulla per limitare la sua responsabilità. La sentenza di secondo grado è stata cassata con rinvio.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio tributario in un caso riguardante la deducibilità di costi pubblicitari. La decisione è stata presa a seguito dell'adesione del contribuente alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. L'ordinanza stabilisce che, in tali circostanze, il processo si estingue e le spese legali restano a carico di chi le ha anticipate, senza applicare sanzioni per lite temeraria.
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