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Giurisprudenza Tributaria

Accertamento induttivo: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un accertamento induttivo puro nei confronti di una società le cui scritture contabili presentavano irregolarità gravi, numerose e ripetute. La decisione si fonda sulla complessiva inattendibilità della contabilità, evidenziata da anomalie come una cassa contanti sproporzionata, un indice di ricarico irragionevolmente basso e l'omessa esibizione di documenti. Secondo la Corte, il concorso di tali elementi giustifica l'abbandono dei dati contabili e il ricorso a presunzioni basate su dati statistici esterni.
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Presunzione distribuzione utili: la Cassazione conferma
Il caso analizza una controversia tra una socia di una S.r.l. e l'Agenzia delle Entrate riguardo un avviso di accertamento. L'ordinanza della Corte di Cassazione conferma la legittimità della presunzione di distribuzione utili ai soci in società a ristretta base partecipativa. Secondo la Corte, una volta accertati maggiori redditi in capo alla società, questi si presumono distribuiti pro quota ai soci, a cui spetta l'onere di fornire la prova contraria, dimostrando che tali utili sono stati accantonati o reinvestiti. La Corte ha ritenuto il ricorso della contribuente infondato, ribadendo un principio consolidato in materia fiscale.
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Notifica ex legale rappresentante: quando è nulla?
La Cassazione ha confermato la nullità di un estratto di ruolo notificato a un ex legale rappresentante per un debito tributario della società liquidata. La notifica ex legale rappresentante non è sufficiente per imputare personalmente il debito, essendo necessario un accertamento specifico sulla sua responsabilità personale, che nel caso di specie mancava.
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Cessione di un edificio: no riqualificazione fiscale
L'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la cessione di un edificio, anche se vetusto e destinato alla demolizione, non può essere riqualificata dall'Agenzia delle Entrate come una cessione di terreno edificabile. La Corte ha rigettato il ricorso dell'amministrazione finanziaria, confermando che esiste una netta distinzione fiscale tra la vendita di un immobile costruito e quella di un'area fabbricabile. Nel caso di specie, la controversia si è conclusa per uno dei contribuenti a seguito di definizione agevolata, mentre per l'altro il ricorso del Fisco è stato respinto nel merito.
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Agevolazioni fiscali ONLUS: quando iniziano?
Una fondazione, trasformatasi in ONLUS a fine 2009, si è vista negare il rimborso IRES e IRAP per l'intero anno. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso per revocazione, stabilendo che le agevolazioni fiscali ONLUS decorrono dalla data della domanda di iscrizione all'anagrafe e non hanno effetto retroattivo sull'intero periodo d'imposta. La Corte ha distinto tra nuove trasformazioni e l'adeguamento statutario di enti preesistenti, per i quali vigevano regole diverse.
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Termine impugnazione: la legge del primo grado decide
La Cassazione ha chiarito che il termine impugnazione applicabile è quello vigente all'inizio del giudizio di primo grado. Un appello dell'Amministrazione Finanziaria, erroneamente dichiarato tardivo applicando una legge successiva, è stato ritenuto tempestivo, ripristinando il principio 'tempus regit actum'.
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Cessazione materia del contendere: accordo e fine lite
Una società impugnava un avviso di accertamento per frode IVA. Durante il ricorso in Cassazione, le parti hanno raggiunto una transazione fiscale nell'ambito di un accordo di ristrutturazione dei debiti, poi omologato dal Tribunale. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato la cessazione materia del contendere, ponendo fine al giudizio per il venir meno dell'interesse delle parti a una decisione nel merito.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
La Cassazione dichiara estinto un processo tributario a seguito della definizione agevolata della controversia da parte del contribuente. L'Amministrazione Finanziaria aveva contestato il valore di un immobile, ma l'adesione della società alla procedura di sanatoria ha interrotto il giudizio, facendo cessare la materia del contendere e lasciando le spese a carico di chi le ha anticipate.
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Errore di fatto: quando non è motivo di revocazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore di fatto. La Corte ha chiarito che la contestazione relativa alla valutazione giuridica degli atti processuali da parte del giudice non costituisce un errore di fatto percettivo, ma un errore di giudizio, che non può essere corretto con lo strumento della revocazione. Il caso riguardava un contribuente che contestava una cartella di pagamento, lamentando la mancata notifica degli avvisi di accertamento presupposti.
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Accertamento bancario: onere della prova del contribuente
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26014/2024, ha ribadito i principi in materia di accertamento bancario. Un avviso di accertamento basato sui versamenti in conto corrente è legittimo se indica gli elementi essenziali per la difesa del contribuente. La presunzione legale che tali versamenti costituiscano reddito imponibile sposta l'onere della prova interamente sul contribuente, che deve fornire una giustificazione analitica e specifica per ogni movimentazione contestata.
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Accise e base imponibile IVA: quando sono escluse
La Corte di Cassazione ha stabilito che le accise sull'energia elettrica non rientrano nella base imponibile IVA se non viene provata la loro effettiva rivalsa sul consumatore finale. Il caso riguardava una società di gestione aeroportuale che addebitava un importo forfettario per servizi comprensivi di energia a terzi. L'Agenzia delle Entrate contestava la mancata inclusione delle accise nella base imponibile IVA. La Corte ha dato ragione alla società, sottolineando che, in assenza di un addebito specifico o di un meccanismo che colleghi chiaramente il corrispettivo al costo dell'accisa, quest'ultima non può essere assoggettata a IVA, in quanto non è stata trasferita sul cliente finale.
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Accise base imponibile IVA: quando sono escluse?
Una società di gestione aeroportuale forniva servizi, inclusa l'energia elettrica, ai propri locatari a fronte di un corrispettivo forfetario. L'Amministrazione Finanziaria ha contestato la mancata inclusione delle accise sull'energia nella base imponibile IVA. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'Ufficio, stabilendo un principio chiave: le accise entrano nella base imponibile IVA solo se l'Amministrazione Finanziaria prova che il fornitore le ha effettivamente addebitate (rivalsa) al consumatore finale. Poiché la rivalsa è facoltativa e in questo caso non è stata dimostrata, le accise restano escluse.
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Riassunzione processo: no estinzione se il giudice agisce
Una società si è vista dichiarare estinto un processo tributario per tardiva riassunzione, nonostante il giudice avesse fissato d'ufficio una nuova udienza entro i termini. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che l'iniziativa del giudice, unita alla partecipazione della parte all'udienza, è sufficiente a impedire l'estinzione del giudizio. Questo principio, che privilegia la sostanza sulla forma, è cruciale per la riassunzione processo, specialmente in ambito tributario.
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Esenzione COSAP per cassonetti: la Cassazione decide
Una società di gestione dei rifiuti ha contestato avvisi di pagamento per il canone di occupazione suolo pubblico (COSAP) relativo ai cassonetti, invocando un'esenzione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'esenzione COSAP è strettamente legata alla condizione della devoluzione gratuita dei beni al comune alla fine del rapporto, requisito che non è stato soddisfatto in questo caso. La Corte ha ribadito che il canone è dovuto indipendentemente dalla natura del rapporto, sia esso appalto o concessione.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla la sentenza
Una società estrattiva ha impugnato un avviso di pagamento per contributi fiscali. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado che confermava il debito, rilevando un vizio di motivazione apparente. La decisione impugnata si basava su documenti (schede statistiche) che, in realtà, non erano mai stati prodotti in giudizio. Questo errore di percezione ha reso la motivazione solo fittizia, violando il principio per cui il giudice deve decidere unicamente sulle prove proposte dalle parti.
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Estinzione del giudizio: no al doppio contributo
Una società aveva impugnato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale. Successivamente, ha rinunciato al ricorso con l'adesione della controparte, un ente regionale. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese. La Corte ha inoltre chiarito che, in caso di rinuncia al ricorso, non si applica il raddoppio del contributo unificato, fornendo un'importante precisazione sulle conseguenze procedurali ed economiche di tale atto.
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Servitù padre di famiglia: stop al canone su suolo
Un cittadino si oppone al pagamento del canone per l'occupazione di suolo pubblico (COSAP) per strutture preesistenti alla cessione dell'area al Comune. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che la presenza di opere visibili e permanenti al momento della divisione dei fondi costituisce una servitù per destinazione del padre di famiglia, esonerando dal pagamento del canone. La Corte chiarisce che l'onere di provare che l'area è stata acquisita libera da pesi grava sull'Ente pubblico.
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Contributi attività estrattiva: natura e legittimità
Una società operante nel settore estrattivo ha contestato la legittimità dei contributi regionali, qualificandoli come tributi incostituzionali. La Corte di Cassazione, richiamando la giurisprudenza della Corte Costituzionale, ha confermato che tali versamenti non hanno natura fiscale, bensì di indennizzo per compensare l'impatto ambientale e sociale dell'attività di cava. Tuttavia, a seguito di una sopravvenuta dichiarazione di parziale incostituzionalità di una delle norme regionali, la Corte ha cassato la precedente sentenza, rinviando il caso per una nuova valutazione dei fatti.
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Querela di falso: firma falsa sull’avviso di ricevimento
Una società ha presentato una querela di falso contestando la firma apposta sull'avviso di ricevimento di un atto di accertamento. Il tribunale di primo grado aveva dichiarato la domanda inammissibile, ritenendo che l'impugnazione dell'atto avesse sanato qualsiasi vizio. La Corte d'Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo la querela. Ha chiarito che, quando la querela di falso è proposta in via principale, il giudice non deve valutare la rilevanza del documento, ma solo accertarne la veridicità. Una perizia ha confermato la falsità della firma, portando all'accoglimento dell'appello e alla dichiarazione di falsità del documento.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
Un professionista, dopo aver impugnato due avvisi di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione, ha aderito a una definizione agevolata, saldando il proprio debito. A seguito del pagamento integrale, confermato dall'Amministrazione Finanziaria, il contribuente ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, stabilendo che ogni parte sostenesse le proprie spese legali.
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