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Giurisprudenza Tributaria

Definizione agevolata: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario riguardante la deducibilità di costi per IRES, IRAP e IVA. La controversia, giunta in Cassazione dopo un ricorso dell'Agenzia delle Entrate, si è conclusa anticipatamente perché la società contribuente ha aderito con successo alla definizione agevolata prevista dalla legge, sanando la pendenza e rendendo superflua una pronuncia nel merito.
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Definizione agevolata: estinzione del processo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione di un contenzioso fiscale in materia di IRES. La società contribuente aveva aderito alla definizione agevolata, pagando l'importo dovuto. Poiché nessuna delle parti ha richiesto la trattazione della causa entro i termini di legge, il processo si è estinto per cessazione della materia del contendere.
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Presunzione accertamento bancario: vale per tutti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19288/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di accertamento bancario. Ha chiarito che la presunzione legale secondo cui i versamenti su conto corrente costituiscono reddito imponibile non si applica solo a imprenditori e lavoratori autonomi, ma si estende a tutti i contribuenti. La Commissione Tributaria Regionale aveva erroneamente escluso l'applicazione di tale presunzione per un contribuente non imprenditore. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, ribadendo che spetta al contribuente l'onere di dimostrare l'origine non imponibile delle somme accreditate, rafforzando così gli strumenti a disposizione dell'Agenzia delle Entrate per contrastare l'evasione fiscale.
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Accertamento sintetico: la Cassazione fa chiarezza
Una contribuente ha contestato un accertamento sintetico per l'IRPEF 2007, sostenendo la decadenza dei termini, la mancanza di un contraddittorio preventivo e un'errata inversione dell'onere della prova. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che in caso di dichiarazione omessa il termine di accertamento è di cinque anni. Ha inoltre stabilito che il "redditometro" crea una presunzione legale, ponendo a carico del contribuente l'onere di dimostrare la provenienza non imponibile delle somme, e che per i tributi non armonizzati del 2007 non era obbligatorio il contraddittorio preventivo.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale pluriennale. Una società, dopo aver impugnato diversi avvisi di accertamento e percorso tutti i gradi di giudizio, ha presentato un'istanza per cessazione della materia del contendere ai sensi del D.L. n. 119/2018, avendo saldato il debito tributario. La Corte, rilevando il pagamento e la mancata richiesta di trattazione da parte di entrambe le parti entro il termine previsto, ha dichiarato estinto il processo, con spese a carico di chi le ha anticipate.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19284/2024, ha rigettato il ricorso di un Centro Trasmissione Dati (CTD) confermando la sua responsabilità solidale con il bookmaker estero per il pagamento dell'imposta unica scommesse. La Corte ha stabilito che l'imposta è dovuta per le scommesse raccolte in Italia, anche in assenza di concessione, e ha chiarito che una precedente sentenza della Corte Costituzionale non si applicava all'anno d'imposta 2011. L'appello del socio accomandatario è stato dichiarato inammissibile per carenza di legittimazione.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia fiscale pluriennale. La decisione si basa sulla cessazione della materia del contendere, avvenuta dopo che la società contribuente ha saldato il debito e nessuna delle parti ha richiesto la trattazione della causa entro i termini previsti. Questo caso evidenzia come il pagamento e l'inattività processuale possano portare alla chiusura definitiva di un contenzioso, con spese legali a carico di ciascuna parte.
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Accertamento studi di settore: la grave incongruenza
Una società ha impugnato un avviso di accertamento basato sugli studi di settore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, specificando che l'accertamento studi di settore richiede una 'grave incongruenza' tra il dichiarato e il presunto. Una volta dimostrata tale incongruenza, spetta al contribuente fornire la prova contraria per giustificare lo scostamento, senza che l'Agenzia delle Entrate debba fornire ulteriori elementi presuntivi.
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Scostamento studi di settore: quando è grave?
Un imprenditore del settore carrozzeria ha impugnato un accertamento fiscale basato sugli studi di settore, contestando la gravità di uno scostamento del 14%. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la valutazione dello scostamento studi di settore non dipende da soglie fisse, ma dall'analisi complessiva della gestione aziendale, che nel caso specifico risultava palesemente antieconomica. La sentenza conferma che anche una motivazione sintetica del giudice di merito è valida se permette di comprendere il ragionamento logico seguito.
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Presunzione accertamento bancario anche per privati
Con l'ordinanza n. 19278/2024, la Cassazione chiarisce che la presunzione legale di maggior reddito derivante da accertamento bancario sui versamenti si applica a tutti i contribuenti, inclusi i privati non imprenditori. A seguito di un avviso di accertamento per IRPEF, IRAP e IVA, basato su indagini bancarie, una Commissione Tributaria Regionale aveva escluso tale presunzione per un contribuente non imprenditore. La Suprema Corte ha cassato la sentenza, ribadendo che l'art. 32 del d.P.R. 600/1973 ha portata generale. Spetta quindi al contribuente, anche se privato, fornire la prova analitica che i versamenti sul proprio conto non costituiscono reddito imponibile.
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Plusvalenza immobiliare: limiti all’accertamento
In un caso di accertamento fiscale per plusvalenza immobiliare, la Cassazione ha annullato la decisione di merito. L'Agenzia delle Entrate aveva ricalcolato il guadagno sulla base del valore di mercato del terreno, non sul prezzo dichiarato. La Corte ha stabilito che il Fisco deve provare l'effettivo maggior incasso da parte del venditore e non può sostituire automaticamente il prezzo pattuito con il valore normale del bene. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Utili extracontabili: presunzione di distribuzione ai soci
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19272/2024, ha rigettato il ricorso di un socio di una S.r.l. a ristretta base partecipativa. La Corte ha confermato il principio secondo cui gli utili extracontabili accertati in capo alla società si presumono distribuiti ai soci. È stato inoltre stabilito che a tali utili non si applica la tassazione parziale, ma l'imposizione sull'intero importo.
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Deducibilità perdite su crediti: la prova spetta a te
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19267/2024, ha stabilito che per la deducibilità perdite su crediti, fuori dai casi di procedure concorsuali, il contribuente deve fornire elementi certi e precisi che dimostrino l'inesigibilità del credito e le azioni intraprese per il recupero. La sola iscrizione a bilancio della perdita non è sufficiente. La Corte ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, ribadendo il rigoroso onere probatorio a carico dell'impresa.
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Imposta Unica Scommesse: CTD e bookmaker estero
La Corte di Cassazione ha confermato l'applicazione dell'imposta unica scommesse a un centro trasmissione dati operante per un bookmaker estero senza concessione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la normativa non è in contrasto con il diritto UE, che le sanzioni sono legittime per l'annualità 2014 data l'assenza di incertezza normativa, e che l'imposta non è un tributo equivalente all'IVA.
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Estinzione del giudizio tributario: un caso risolto
Un lungo contenzioso tributario tra l'Agenzia delle Entrate e un istituto di credito cooperativo, relativo a esenzioni fiscali per l'annualità 1985, si è concluso con l'estinzione del giudizio tributario. La Corte di Cassazione ha dichiarato la fine del processo non decidendo nel merito, ma prendendo atto della riuscita adesione della banca a una procedura di definizione agevolata, che ha sanato la pendenza e reso superflua la prosecuzione della causa.
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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide
Due società di scommesse estere hanno contestato un avviso di accertamento relativo all'imposta unica scommesse per l'attività svolta in Italia nel 2007 tramite un agente locale. La Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso, stabilendo che i bookmaker stranieri, anche se privi di concessione italiana, sono soggetti passivi d'imposta per le scommesse raccolte sul territorio nazionale. La Corte ha precisato che la parziale incostituzionalità della norma sulla responsabilità solidale dell'agente locale per gli anni antecedenti al 2011 non elimina la responsabilità principale del bookmaker.
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Definizione agevolata: estinzione giudizio fiscale
Una lunga controversia fiscale tra un istituto di credito e l'Amministrazione Finanziaria, iniziata con un accertamento per l'anno 1988, si è conclusa con l'estinzione del giudizio. La Corte di Cassazione ha dichiarato la fine del processo dopo che la banca ha aderito alla definizione agevolata prevista da una normativa del 2018, presentando la documentazione necessaria e dimostrando che non erano dovuti ulteriori importi. La Corte ha ritenuto irrilevante la richiesta di rinvio dell'Agenzia Fiscale, confermando l'efficacia della procedura di definizione per chiudere il contenzioso.
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Ricorso inammissibile: quando l’appello è nullo
Una contribuente presenta ricorso contro un accertamento fiscale per redditi da locazione non dichiarati, basato su dichiarazioni di terzi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni della ricorrente erano dirette contro gli avvisi di accertamento originali e non contro la sentenza della corte d'appello, commettendo un errore procedurale fatale.
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Costi operazioni inesistenti: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 19245/2024, ha rigettato il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria, confermando la deducibilità dei costi per operazioni inesistenti dal punto di vista soggettivo. Il caso riguardava un imprenditore a cui era stata contestata la deduzione di costi per lavori edili fatturati da una società, ma eseguiti da un'altra. La Corte ha stabilito che se i costi sono effettivi, inerenti all'attività d'impresa e provati, sono deducibili ai fini delle imposte dirette. Per la detrazione IVA, invece, spetta all'Amministrazione Finanziaria dimostrare la consapevolezza del contribuente di partecipare a una frode, prova che nel caso di specie non è stata fornita.
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Notifica cartella pagamento: i vizi la rendono nulla
Un agente della riscossione ha impugnato una sentenza che annullava un'intimazione di pagamento a causa di una notifica della cartella di pagamento viziata. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la notifica era nulla a causa della sua palese ambiguità e dell'omissione della raccomandata informativa, ribadendo la necessità di un rigore formale in questi procedimenti.
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