La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36150/2024, ha annullato una decisione che negava la riparazione per ingiusta detenzione a una donna assolta dall'accusa di spaccio. La Corte ha stabilito che la valutazione della 'colpa' dell'imputato non deve basarsi sulla prospettiva del giudice della cautela, ma sui fatti come accertati dalla sentenza definitiva di assoluzione. In questo caso, le dichiarazioni inizialmente ambigue dell'imputata non potevano essere considerate colpose, poiché la sentenza assolutoria ne aveva chiarito la reale natura (acquisto per uso personale), escludendo così un comportamento doloso o gravemente colposo che avesse dato causa alla detenzione.
Continua »