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Giurisprudenza Penale

Convalida DASPO: i criteri della Cassazione
Un uomo, identificato durante scontri tra tifoserie dopo una partita di calcio, è stato destinatario di un provvedimento di DASPO con obbligo di comparizione. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato la misura. L'uomo ha proposto ricorso in Cassazione, che ha rigettato tutte le doglianze. La Suprema Corte ha chiarito che per la convalida DASPO, il giudice può implicitamente rigettare le memorie difensive attraverso la motivazione complessiva, e che la misura di prevenzione è autonoma rispetto a eventuali procedimenti penali. La pericolosità del soggetto può essere desunta dalla sua condotta e dai precedenti specifici.
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Ordine di demolizione: quando è inammissibile il ricorso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una proprietaria contro un ordine di demolizione per un abuso edilizio. La sentenza chiarisce che il tempo trascorso non crea un legittimo affidamento e che l'onere di provare la possibilità di sanatoria spetta al privato. Viene ribadito che l'ordine di demolizione è una sanzione amministrativa non soggetta a prescrizione e deve essere eseguito anche se reati per opere successive sullo stesso immobile sono prescritti.
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Ricorso straordinario per errore di fatto: i limiti
Un imputato, condannato per rifiuto di sottoporsi all'alcoltest, ha presentato un ricorso straordinario per errore di fatto, sostenendo che la Corte di Cassazione avesse ignorato i suoi motivi di appello. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'omessa disamina di una doglianza costituisce un errore di motivazione o al massimo un errore valutativo, non un errore di fatto percettivo, unico presupposto per l'ammissibilità di tale rimedio straordinario.
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Ricorso cassazione sequestro preventivo: i limiti
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31819/2024, dichiara inammissibile un ricorso per cassazione sequestro preventivo presentato da un Pubblico Ministero. Il ricorso contestava la valutazione dei fatti (come la titolarità dei terreni) da parte del Tribunale del Riesame, che aveva annullato un sequestro per reati ambientali e paesaggistici. La Corte ribadisce che il ricorso in sede di legittimità è ammesso solo per violazione di legge e non per ottenere un nuovo esame del merito della vicenda.
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Lottizzazione abusiva: acquisto e sequestro immobile
La Cassazione rigetta i ricorsi di acquirenti di immobili derivanti da una lottizzazione abusiva, confermando il sequestro preventivo. La Corte ha stabilito che, nonostante l'acquisto tramite notaio, gli acquirenti non possono essere considerati in buona fede a causa di evidenti profili di colpa. Gli atti stessi indicavano la natura turistica del complesso, incompatibile con la vendita di singole unità residenziali, elemento che avrebbe dovuto insospettire un acquirente diligente. Il sequestro è legittimo per impedire l'aggravio del carico urbanistico.
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Rinuncia al ricorso: inammissibilità e spese a carico
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso relativo a un sequestro preventivo di un impianto di recupero rifiuti. Gli appellanti, terzi interessati, hanno contestato il provvedimento, ma hanno poi presentato una rinuncia al ricorso prima dell'udienza. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende, poiché l'inammissibilità derivava da un loro atto volontario.
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Memoria difensiva DASPO: il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un tifoso contro la convalida di un DASPO di cinque anni. Il ricorrente sosteneva che il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) non avesse considerato la sua memoria difensiva DASPO, depositata tempestivamente. La Corte ha stabilito che, sebbene non menzionata esplicitamente, la memoria era stata di fatto valutata, poiché le argomentazioni del G.I.P. sulla pericolosità della condotta (lancio di un fumogeno) rispondevano implicitamente ai punti sollevati dalla difesa. Il ricorso è stato quindi rigettato per manifesta infondatezza.
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Legittimazione ad impugnare il sequestro: chi decide?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un legale rappresentante contro il sequestro di beni societari. La ragione fondamentale è la carenza di legittimazione ad impugnare a titolo personale, poiché solo la società, in qualità di proprietaria dei beni, possiede l'interesse concreto e attuale per chiederne la restituzione. Il ricorso era inoltre privo di elementi nuovi in grado di superare il precedente giudicato cautelare.
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Termine difesa DASPO: la Cassazione annulla convalida
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di convalida di un DASPO con obbligo di presentazione, poiché emessa prima della scadenza del termine di 48 ore a disposizione dell'interessato per presentare le proprie difese. La sentenza ribadisce che il rispetto del termine difesa DASPO è un requisito fondamentale per la salvaguardia del diritto al contraddittorio, e la sua violazione comporta la nullità del provvedimento di convalida.
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Errore di fatto: i limiti del ricorso straordinario
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31813/2024, dichiara inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto. La Corte chiarisce che la contestazione sulla valutazione del nesso tra una somma di denaro confiscata e un'attività illecita non costituisce un errore di fatto percettivo, ma un vizio di motivazione, ovvero un errore di giudizio non impugnabile con questo strumento.
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Sequestro preventivo: la Cassazione e la gestione rifiuti
Una struttura sanitaria viene sottoposta a sequestro preventivo per reati ambientali legati alla gestione dei rifiuti. L'amministratore ricorre in Cassazione, lamentando la sproporzione della misura e la mancanza di fondamento giuridico, soprattutto dopo l'annullamento del reato più grave. La Suprema Corte respinge il ricorso, confermando il sequestro. La sentenza chiarisce che nel giudizio di legittimità non si possono riesaminare questioni di merito e che non è possibile introdurre nuove eccezioni. La decisione sottolinea come il 'fumus boni iuris' per i reati ambientali residui fosse sufficiente a giustificare il sequestro dell'intera azienda, poiché la condotta illecita ne permeava la gestione complessiva.
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Convalida DASPO: legittimo il procedimento cartolare
Un soggetto, già in stato di detenzione, impugnava un provvedimento di DASPO, lamentando la violazione del diritto di difesa per i termini ristretti e l'incostituzionalità della procedura di convalida. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la procedura di convalida DASPO, pur essendo esclusivamente cartolare e con termini brevi, garantisce adeguatamente il diritto di difesa e risponde a legittime esigenze di celerità e sicurezza pubblica.
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Effetto estensivo impugnazione: limiti e condizioni
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una donna che chiedeva l'estensione della prescrizione del reato, ottenuta dal coniuge coimputato in seguito a impugnazione, per bloccare un ordine di demolizione. La Corte ha ribadito che l'effetto estensivo dell'impugnazione non opera se la sentenza di condanna del coimputato non appellante è diventata definitiva prima del maturare della causa estintiva, come la prescrizione. In questo caso, la condanna della donna era passata in giudicato anni prima che la prescrizione fosse maturata.
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Beni culturali: la presunzione di proprietà statale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una donna contro il sequestro di una scultura del XVI secolo da lei ereditata. La sentenza ribadisce il principio fondamentale della presunzione di proprietà statale per i beni culturali, specificando che il privato ha l'onere di fornire una prova rigorosa della legittima provenienza del bene, acquisito prima delle leggi di tutela del 1909, per poterne rivendicare la proprietà.
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Ingiusta detenzione: negato risarcimento per colpa
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di negare la riparazione per ingiusta detenzione a un individuo, sebbene assolto. La Corte ha ritenuto che la sua condotta, caratterizzata da frequentazioni assidue con noti criminali, integrasse una colpa grave che ha contribuito a causare l'errore giudiziario che ha portato alla sua carcerazione preventiva. Questa sentenza distingue nettamente tra l'assoluzione penale e i presupposti per ottenere l'indennizzo.
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Ordine di demolizione: quando è valido senza appello
Un soggetto ricorre contro un ordine di demolizione per un abuso edilizio, sostenendo di non essere il proprietario del manufatto e che l'ordine, assente nel dispositivo letto in udienza, fosse stato aggiunto illegittimamente in seguito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'ordine di demolizione si applica a chi ha la materiale disponibilità del bene, non solo al proprietario. Inoltre, la mancata impugnazione della sentenza, seppur viziata, l'ha resa definitiva e irrevocabile, sanando di fatto il vizio procedurale.
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Pene accessorie: escluse con patteggiamento sotto 2 anni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43702/2024, ha annullato l'applicazione delle pene accessorie a un imputato condannato per bancarotta fraudolenta a seguito di patteggiamento. La pena principale, fissata in meno di due anni, esclude per legge l'applicazione di sanzioni accessorie, in quanto la norma premiale del codice di procedura penale (art. 445 c.p.p.) prevale sulla disciplina specifica della legge fallimentare.
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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità
Un soggetto propone un ricorso straordinario per errore di fatto alla Corte di Cassazione. Successivamente, presenta una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso. La Corte, prendendo atto della rinuncia, dichiara il ricorso inammissibile e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende. La decisione sottolinea come la rinuncia all'impugnazione comporti conseguenze procedurali ed economiche previste dalla legge.
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Pene accessorie patteggiamento: no se la pena < 2 anni
Un amministratore, condannato per bancarotta fraudolenta con patteggiamento a una pena inferiore ai due anni, ha ottenuto l'annullamento delle pene accessorie fallimentari. La Cassazione ha confermato che, in questi casi, le pene accessorie patteggiamento non sono applicabili, poiché la norma premiale del codice di procedura penale prevale su quella della legge fallimentare. La decisione elimina direttamente le sanzioni illegittimamente inflitte.
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Crediti inesistenti: il consulente è responsabile?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un consulente del lavoro contro un sequestro per equivalente. L'indagato era accusato di concorso nel reato di indebita compensazione di crediti inesistenti, derivanti da fittizi corsi di formazione aziendale. La Corte ha confermato che le prove, in particolare le intercettazioni telefoniche che dimostravano il suo attivo coinvolgimento nella creazione di documentazione falsa per coprire la frode, erano sufficienti a giustificare la misura cautelare, non potendo il professionista nascondersi dietro un ruolo di mero esecutore.
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