La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per spaccio di eroina. L'imputato, trovato in possesso di 113 dosi, sosteneva fossero per uso personale. La Corte ha confermato che la destinazione stupefacenti allo spaccio può essere provata tramite indizi gravi, precisi e concordanti, come l'ingente quantitativo, le modalità di confezionamento in ovuli e la natura stessa della sostanza. È stato inoltre confermato il diniego delle attenuanti generiche per la gravità del fatto e la condotta dell'imputato.
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