La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43182/2024, ha stabilito importanti principi in materia di associazione mafiosa e concorso in reati fiscali. La Corte ha rigettato i ricorsi di un presunto affiliato e di un consulente, confermando le loro condanne. È stato chiarito che la prova della partecipazione ininterrotta a un'associazione mafiosa può essere desunta anche da condotte antecedenti e successive al periodo contestato. Inoltre, per il concorso nel reato di emissione di fatture false, è sufficiente il dolo eventuale, ovvero la consapevolezza di contribuire a un'attività illecita, senza la necessità di condividerne lo scopo specifico di evasione fiscale.
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