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Giurisprudenza Penale

Ricettazione denaro: quando il possesso è reato
La Cassazione conferma il sequestro di una cospicua somma di denaro, ritenendo configurabile il reato di ricettazione denaro anche in assenza di prova diretta della provenienza delittuosa. La detenzione ingiustificata di contanti e altri indizi sono sufficienti a integrare il fumus commissi delicti. Irrilevante l'eventuale illegittimità della perquisizione domiciliare.
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Violazione DASPO: quando è reato di pericolo concreto?
La Corte di Cassazione ha annullato l'assoluzione di un gruppo di soggetti per violazione DASPO, chiarendo che il reato si configura come di pericolo concreto. Per la condanna, non è necessario che avvenga un contatto effettivo con la tifoseria avversaria, ma è sufficiente accertare la concreta possibilità che tale incontro potesse verificarsi, creando un rischio per l'ordine pubblico. La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio per un nuovo esame.
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Ricusazione del giudice: la Cassazione sui fatti simili
Un imputato ha chiesto la ricusazione del giudice dell'udienza preliminare, sostenendo che lo stesso giudice lo avesse già rinviato a giudizio per reati identici, ma relativi ad annualità diverse. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la 'ricusazione del giudice' non è ammissibile in questi casi. Fatti storici distinti, sebbene simili nella natura del reato, non compromettono l'imparzialità del magistrato, a meno che nel precedente giudizio non sia stato espresso un convincimento specifico sui fatti del nuovo procedimento.
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Interesse ad impugnare: quando il PM non può ricorrere
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un provvedimento abnorme del GIP. La decisione si fonda sulla mancanza di un concreto e attuale interesse ad impugnare, poiché l'appello mirava a correggere un mero errore formale senza che vi fosse un reale pregiudizio per l'accusa. La Corte sottolinea che l'interesse a ricorrere deve essere utilitaristico e non basato sulla sola esigenza di ripristinare la corretta applicazione della legge processuale.
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Sequestro preventivo: inammissibile ricorso generico
Il Pubblico Ministero ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione che negava il sequestro preventivo di cinque macachi, nell'ambito di un'indagine per maltrattamento e uccisione di animali. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per genericità, poiché il P.M. non ha contestato in modo specifico le motivazioni del tribunale riguardo all'assenza di dolo, alla mancanza degli elementi del reato di maltrattamento e all'insussistenza di un pericolo attuale, dato che gli animali erano già stati trasferiti all'estero sotto supervisione. La sentenza ribadisce i rigorosi requisiti di specificità per l'impugnazione di misure cautelari reali.
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Delega di funzioni: Cassazione annulla archiviazione
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di archiviazione per particolare tenuità del fatto emessa nei confronti dell'amministratore di una grande società, accusato di lesioni colpose per un infortunio sul lavoro. La Corte ha ritenuto la motivazione del giudice 'apparente', in quanto non aveva adeguatamente considerato né le prove della difesa sulla durata effettiva della malattia della lavoratrice, né la documentazione relativa alla delega di funzioni in materia di sicurezza, elemento cruciale per individuare il reale responsabile.
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Esigenze cautelari: gravità dei fatti e prognosi
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina. La sentenza sottolinea come le esigenze cautelari debbano essere valutate considerando la notevole gravità dei fatti e la personalità dell'indagato, elementi che possono prevalere su circostanze quali l'incensuratezza o il tempo trascorso dal reato.
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Confisca per contrabbando: motivazione necessaria
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di confisca di ingenti somme di denaro, ritenute profitto di contrabbando. La sentenza stabilisce che, anche in caso di archiviazione del reato per prescrizione, la confisca per contrabbando richiede una motivazione specifica e concreta che dimostri il legame causale diretto tra il denaro sequestrato e l'attività illecita, non essendo sufficiente la sola mancata prova della provenienza lecita del bene.
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Condono edilizio: no a nuove opere in aree vincolate
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro un ordine di demolizione. La sentenza ribadisce che il condono edilizio non si applica alle "nuove opere" realizzate in aree soggette a vincolo paesaggistico, ambientale e idrogeologico. La sanatoria è possibile solo per interventi minori, indipendentemente dal fatto che il vincolo sia di natura assoluta o relativa.
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Lottizzazione abusiva: confisca anche con prescrizione
La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di alcuni cittadini contro la confisca dei loro terreni per il reato di lottizzazione abusiva. Anche se il reato era stato dichiarato prescritto, la Corte ha confermato che la confisca è legittima quando la sussistenza del fatto-reato, nei suoi elementi oggettivi e soggettivi, è stata accertata in un giudizio che ha garantito il pieno contraddittorio. La decisione si è basata su prove documentali ritenute sufficienti a dimostrare l'illegittima trasformazione urbanistica del fondo agricolo.
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False dichiarazioni reddito cittadinanza: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37397/2025, si è pronunciata sul reato di false dichiarazioni per il reddito di cittadinanza. Il caso riguardava un beneficiario che, dopo l'introduzione di nuovi requisiti (assenza di misure cautelari), aveva presentato una falsa autocertificazione richiesta dall'INPS per proseguire l'erogazione. La Corte ha stabilito che tale condotta integra il reato più grave previsto dall'art. 7, comma 1, del D.L. 4/2019, e non la fattispecie meno grave, poiché la dichiarazione è finalizzata a ottenere indebitamente la prosecuzione del beneficio. Per un'altra ricorrente, invece, l'azione penale è stata dichiarata improcedibile per decorso dei termini processuali.
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Giudice dell’esecuzione penale: competenza su ipoteca
Una società finanziaria, titolare di un credito ipotecario su un immobile, ha contestato la confisca penale del bene. La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha stabilito che la giurisdizione per decidere sull'efficacia della confisca nei confronti dei diritti dei terzi creditori spetta al giudice dell'esecuzione penale e non al giudice civile. La Corte ha chiarito che tale valutazione rientra nell'attività di 'conoscere dell'esecuzione di un provvedimento', annullando la decisione della Corte d'Appello che aveva negato la propria giurisdizione.
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Fatture inesistenti: quando la difesa non regge
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un socio di maggioranza di una S.r.l. per l'utilizzo di fatture inesistenti nella dichiarazione dei redditi. Il ricorso dell'imputato, basato su presunte irregolarità procedurali come la tardiva iscrizione nel registro degli indagati e l'inutilizzabilità di intercettazioni provenienti da un altro procedimento, è stato integralmente respinto. La Corte ha ribadito la validità delle prove e la gravità del contesto fraudolento, escludendo la particolare tenuità del fatto.
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Legittimo affidamento: abuso edilizio e sequestro
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza di dissequestro di un complesso turistico, evidenziando come il giudice di merito non avesse adeguatamente motivato in merito alla regolarità edilizia delle opere e al legittimo affidamento dell'indagato. La sentenza sottolinea che una motivazione carente o meramente apparente equivale a una violazione di legge, soprattutto quando non affronta le specifiche contestazioni dell'accusa riguardo la datazione degli abusi e le incongruenze nelle pratiche di condono.
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Amministratore di fatto: la responsabilità penale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un amministratore di fatto condannato per reati fiscali. La sentenza conferma che la gestione effettiva della società, anche senza una carica formale, comporta piena responsabilità penale. L'affidamento a un professionista non esonera dal dolo di evasione, provato dal comportamento successivo come il mancato pagamento delle imposte.
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Omesso versamento IVA: condanna valida senza accusa?
Un'imprenditrice, inizialmente accusata di dichiarazione infedele per aver indicato elementi passivi fittizi, è stata condannata per omesso versamento IVA. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, stabilendo che la riqualificazione del reato è legittima quando tutti gli elementi della fattispecie per cui si è condannati erano già contenuti nell'atto di accusa originario. Secondo la Corte, il diritto di difesa non è stato leso, in quanto l'imputata ha avuto modo di difendersi pienamente sul fatto del mancato pagamento, adducendo anche una crisi di liquidità, ritenuta però non sufficiente a escludere la colpevolezza.
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Guida in stato di ebbrezza monopattino: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la guida in stato di ebbrezza di un monopattino elettrico costituisce reato. Un conducente, condannato per aver guidato un monopattino da ubriaco e aver causato un incidente, aveva presentato ricorso sostenendo che il monopattino non fosse un veicolo. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che la legge n. 160/2019 equipara i monopattini ai velocipedi (biciclette), i quali sono a tutti gli effetti veicoli secondo il Codice della Strada. Di conseguenza, anche a chi guida un monopattino si applicano le norme penali sulla guida in stato di ebbrezza.
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Ricorso patteggiamento: i limiti dell’art. 448 c.p.p.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento presentato per assenza di motivazione. La sentenza sottolinea che, ai sensi dell'art. 448, comma 2-bis, c.p.p., i motivi di ricorso sono tassativi e tra questi non rientra il semplice difetto di motivazione sulla qualificazione giuridica del fatto, ma solo l'effettiva erronea qualificazione.
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Confisca e prescrizione: no alla retroattività
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per reati tributari, dichiarandoli estinti per prescrizione. Di conseguenza, ha revocato la confisca per equivalente, chiarendo che per i reati commessi prima dell'introduzione dell'art. 578-bis c.p.p. nel 2018, la confisca non può essere mantenuta. La decisione si fonda sul principio di irretroattività della legge e degli orientamenti giurisprudenziali sfavorevoli, garantendo la certezza del diritto.
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Concorso detenzione stupefacenti: il progetto di vita
La Corte di Cassazione conferma la custodia in carcere per una donna accusata di concorso in detenzione di stupefacenti. La sentenza chiarisce che la condivisione di un appartamento, di uno stile di vita lussuoso senza redditi leciti e la consapevolezza dell'attività di spaccio del coniuge integrano il reato di concorso, superando la mera connivenza non punibile. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile poiché le prove indicavano un progetto di vita comune basato sui profitti illeciti.
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