Un individuo condannato per due reati di estorsione, commessi a distanza di due anni l'uno dall'altro, ha richiesto il riconoscimento della continuazione reato. Il Tribunale di Roma ha respinto la richiesta e la Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo la Suprema Corte, il significativo intervallo temporale tra i due episodi criminali è un elemento sufficiente a escludere l'esistenza di una 'volizione unitaria', ovvero di un unico piano criminoso premeditato, rendendo logica la decisione del giudice dell'esecuzione.
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