La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un condannato che chiedeva l'applicazione della continuazione tra reati. La decisione si fonda sull'eccessivo lasso di tempo, superiore a undici anni, intercorso tra i diversi illeciti, e sulla diversità dei luoghi e delle modalità di esecuzione. Tali elementi, secondo la Corte, sono incompatibili con l'esistenza di un unico e preordinato disegno criminoso, requisito fondamentale per poter beneficiare del trattamento sanzionatorio più favorevole previsto dalla continuazione.
Continua »