La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di assoluzione per il reato di abuso d'ufficio a carico di un amministratore di società. Il caso riguardava la proroga di una concessione demaniale marittima ottenuta tramite un atto pubblico. La Corte ha ritenuto viziata la motivazione del giudice d'appello, che aveva definito l'atto contemporaneamente come 'meramente ricognitivo' e connotato da 'ampi margini di discrezionalità', una contraddizione logica. La decisione sottolinea che, anche dopo la riforma del 2020, l'abuso d'ufficio sussiste se vengono violate norme specifiche, e non solo principi generali, richiedendo un nuovo esame del caso.
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