La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35042/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva la retrodatazione dei termini di custodia cautelare per una presunta contestazione a catena. Il caso riguardava una seconda ordinanza di custodia per associazione mafiosa, emessa dopo che la prima era stata annullata per carenza di indizi. La Corte ha stabilito che la richiesta di retrodatazione non poteva essere accolta, poiché le nuove prove decisive erano emerse solo successivamente e, in ogni caso, il termine di fase non era ancora scaduto al momento della seconda ordinanza, rendendo la questione inammissibile in sede di riesame.
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