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Giurisprudenza Penale

Estorsione datore di lavoro: annullata condanna
La Cassazione ha annullato la condanna per estorsione di un datore di lavoro. Si contestava la minaccia di licenziamento per far firmare accordi di solidarietà, ma la Corte ha rilevato contraddizioni: la procedura di mobilità era già attiva e l'accordo fu proposto dai sindacati per evitare i licenziamenti, rendendo la minaccia inefficace. Il caso è rinviato per un nuovo esame sull'estorsione del datore di lavoro.
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Liberazione anticipata: motivazione e onere della prova
A un detenuto è stata negata la liberazione anticipata a causa del suo presunto coinvolgimento nel possesso di un cellulare da parte di un altro recluso. La Corte di Cassazione ha annullato il diniego, criticando il giudice di merito per una motivazione insufficiente e per non aver esaminato prove decisive, come i filmati di videosorveglianza richiesti dalla difesa. Il caso è stato rinviato per una nuova e più approfondita valutazione.
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Truffa contrattuale: quando l’inganno supera l’illecito
La Cassazione conferma la condanna per truffa contrattuale a un venditore online che, dopo aver incassato il prezzo, non ha spedito la merce, fornendo false rassicurazioni e rendendosi irreperibile. La Corte distingue nettamente il reato dalla semplice inadempienza civile, sottolineando il ruolo decisivo di artifizi e raggiri posti in essere fin dall'inizio del rapporto.
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Turbativa d’asta: la Cassazione annulla condanna
La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per turbativa d'asta e autoriciclaggio, rinviando il caso alla Corte d'Appello. La decisione si basa sul principio che, per configurare il reato, non è sufficiente presentare un documento falso per essere ammessi a una gara pubblica; è necessario dimostrare che tale artificio abbia concretamente inciso sullo svolgimento e sull'esito della gara stessa, alterando la concorrenza. La condanna per calunnia è stata invece confermata.
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Misure cautelari: il braccialetto non basta sempre
La Corte di Cassazione ha confermato la detenzione in carcere per un'imputata accusata di omicidio e rapina aggravati, rigettando la richiesta di arresti domiciliari con braccialetto elettronico. La decisione si basa sulla valutazione della personalità dell'imputata e sulla persistenza di elevate esigenze cautelari, come il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e di reiterazione del reato. La sentenza ribadisce che per i delitti più gravi, la custodia in carcere è la misura cautelare presunta come più adeguata.
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Pena reato permanente: quando si applica la legge?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condannato per associazione di tipo mafioso che chiedeva la rideterminazione della pena. L'imputato sosteneva l'applicazione di una legge più favorevole, affermando che la sua condotta si era interrotta prima dell'entrata in vigore di una norma più severa. La Corte ha stabilito che la durata del reato permanente, una volta accertata nel processo di cognizione e passata in giudicato, non può essere modificata in fase esecutiva. Pertanto, la pena calcolata sulla base della legge più sfavorevole, in vigore al momento della sentenza di primo grado, è stata ritenuta corretta.
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Opposizione decreto penale: annullata decisione de plano
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza che rigettava un'istanza in sede di esecuzione. Il giudice aveva erroneamente qualificato un atto come mera nomina difensiva, anziché come valida opposizione decreto penale, decidendo de plano senza udienza. La Corte ha stabilito che, in presenza di questioni interpretative sulla volontà dell'imputato, è obbligatorio instaurare il contraddittorio tra le parti.
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Procedimento de plano: quando è nullo secondo Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato un'ordinanza emessa con procedimento de plano da un giudice dell'esecuzione. Il giudice aveva respinto nel merito un'istanza di revoca di una sentenza per abolitio criminis, ma secondo la Suprema Corte, una valutazione così complessa richiedeva un'udienza in contraddittorio e non una decisione sommaria. La violazione delle regole procedurali ha comportato la nullità assoluta del provvedimento.
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Competenza giudice prevenzione: chi decide sui crediti?
La Corte di Cassazione risolve un conflitto di giurisdizione tra il tribunale civile e quello per le misure di prevenzione. Il caso riguarda una società creditrice che vantava un credito nei confronti di un consorzio i cui beni erano stati sottoposti a sequestro di prevenzione. La Suprema Corte ha stabilito che, una volta accertato il credito in sede civile, spetta alla competenza del giudice della prevenzione la valutazione sull'ammissione di tale credito al passivo della procedura, verificando le condizioni di legge. Viene quindi affermata la competenza del Tribunale di Roma, Sezione misure di prevenzione.
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Riabilitazione penale: No con denunce pendenti
La Corte di Cassazione ha confermato il diniego della riabilitazione penale a un soggetto con denunce a carico e residente all'estero. La sentenza stabilisce che il giudice può valutare le pendenze giudiziarie come indice di mancata buona condotta e che spetta al richiedente dimostrare un comportamento regolare nel paese di residenza estera.
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Esigenze cautelari: come si valuta il pericolo?
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di incendio. La Corte ribadisce che la valutazione delle esigenze cautelari, se logicamente motivata dal giudice di merito tenendo conto della personalità, dei precedenti e delle modalità del fatto, non è sindacabile in sede di legittimità. Il pericolo di reiterazione del reato può essere desunto anche da condotte passate.
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Riabilitazione penale: il nuovo processo la blocca?
Un soggetto si è visto negare la riabilitazione penale a causa di un nuovo procedimento pendente per un reato (omicidio colposo) simile a uno per cui era già stato condannato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che la pendenza di un processo è un elemento valido per valutare l'assenza della necessaria "buona condotta", requisito fondamentale per ottenere il beneficio.
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Conflitto di competenza: la Cassazione decide il giudice
La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra i Tribunali di Foggia e Potenza, stabilendo la giurisdizione di quest'ultimo. La decisione si fonda sui criteri di connessione processuale, in particolare sulla partecipazione necessaria di un coimputato già a giudizio a Potenza e sul legame di continuazione con un reato più grave, il peculato, radicato nello stesso foro. La sentenza chiarisce come i legami tra procedimenti prevalgano sul criterio del luogo di commissione del singolo reato.
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Scomputo detenzione estero: la Cassazione decide
Un cittadino chiede lo scomputo della detenzione sofferta all'estero per 52 giorni da una pena italiana. Il tribunale nega, ritenendo l'arresto legato a violazioni locali. La Cassazione annulla la decisione per carenza di motivazione, evidenziando prove contraddittorie (una nota dell'ambasciata collegava l'arresto a un mandato Interpol) e ordina un nuovo giudizio per accertare con certezza il motivo della detenzione all'estero.
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Giudicato cautelare: quando si forma? La Cassazione
La Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sul cosiddetto giudicato cautelare. Con la sentenza n. 23879/2024, ha stabilito che la preclusione alla discussione sulla legittimità di una misura cautelare si forma solo dopo un provvedimento emesso in sede di riesame, e non sulla base della mancata impugnazione dell'ordinanza originaria. Nel caso specifico, sebbene il ricorso dell'imputata fosse fondato, la Corte ha annullato senza rinvio l'ordinanza impugnata poiché nel frattempo era intervenuta una sentenza di condanna definitiva, rendendo la questione sulle misure cautelari superata.
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Bancarotta fraudolenta liquidatore: dolo e obblighi
La Corte di Cassazione conferma la condanna per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale a carico di un liquidatore. La sentenza chiarisce la responsabilità del liquidatore per aver consentito al socio di fatto di distrarre fondi e per aver omesso la tenuta della contabilità, con dolo specifico di pregiudicare i creditori. La parola chiave è bancarotta fraudolenta liquidatore.
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Restituzione termine: l’incompetenza funzionale annulla
La Cassazione annulla l'ordinanza di restituzione termine emessa da un giudice affetto da incompetenza funzionale, dichiarando inammissibile il ricorso tardivo. Il caso riguarda una condanna del Giudice di Pace, per la quale la competenza a decidere sull'istanza spettava alla Cassazione e non al Tribunale, con conseguente annullamento degli atti successivi.
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Ricalcolo pena: Cassazione annulla sentenza per difetto
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che, pur riqualificando un reato in un'ipotesi meno grave, aveva confermato la stessa pena del primo grado. La decisione è stata cassata per totale assenza di motivazione sul ricalcolo pena, violando l'obbligo del giudice di spiegare il percorso logico seguito per determinare la sanzione alla luce della nuova cornice edittale. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.
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Dolo alternativo: Cassazione su tentato omicidio
La Corte di Cassazione conferma la condanna per tentato omicidio plurimo, chiarendo i confini del dolo alternativo. Il caso riguarda un uomo che, dopo aver bloccato un'auto, ha sparato diversi colpi contro gli occupanti mentre tentavano la fuga. La difesa sosteneva l'assenza di volontà omicida, ma la Corte ha ritenuto che l'imputato avesse accettato il rischio di uccidere. Respinte anche le censure sulla recidiva e le attenuanti generiche.
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Guida senza patente: reato se sottoposto a prevenzione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la guida senza patente costituisce reato, e non illecito amministrativo, se commessa da un soggetto sottoposto a misura di prevenzione personale. Questo vale anche se la persona non ha mai conseguito la patente e non solo nei casi in cui le sia stata revocata o negata come conseguenza della misura stessa. La pericolosità sociale del soggetto giustifica la sanzione penale.
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