Una donna, inizialmente condannata per tentato omicidio del coniuge e del figlio, ha visto il reato riqualificato in lesioni aggravate dalla Corte d'Appello. La Procura ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello, stabilendo che per la configurazione del tentato omicidio è fondamentale la valutazione "ex ante" dell'azione, ovvero la sua idoneità a uccidere al momento del fatto, a prescindere dall'esito effettivo. La natura dell'arma, le zone vitali colpite e l'intervento di terzi sono elementi cruciali che la Corte d'Appello aveva illogicamente trascurato.
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