La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un soggetto che chiedeva di applicare l'istituto della continuazione tra reati per un omicidio e la sua partecipazione a un'associazione mafiosa. La Corte ha stabilito che, per riconoscere un unico disegno criminoso, il reato successivo deve essere stato programmato, almeno nelle sue linee essenziali, fin dall'inizio. In questo caso, l'omicidio è stato ritenuto un atto estemporaneo, motivato da una vendetta personale e non finalizzato a rafforzare l'associazione, escludendo così la continuazione.
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