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Procedura Civile

Responsabilità del superiore per omesso controllo
La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due dirigenti, confermando la loro condanna per i danni causati da un dipendente. La sentenza ribadisce la responsabilità del superiore per omesso controllo, specialmente di fronte a palesi e gravi anomalie gestionali, e sottolinea i rigorosi requisiti di ammissibilità del ricorso per cassazione, come il principio di autosufficienza.
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Accesso al fondo altrui: limiti e condizioni in edilizia
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21345/2024, ha chiarito i limiti del diritto di accesso al fondo altrui. Nel caso esaminato, i proprietari di un appartamento al piano terra chiedevano di passare attraverso il sottotetto privato del vicino per accedere al tetto comune. La Corte ha stabilito che tale diritto non include la facoltà di imporre modifiche permanenti alla proprietà altrui, come l'allargamento di una botola. La richiesta di accesso è stata respinta anche perché l'esistente passaggio era troppo piccolo e insicuro, e perché esisteva una soluzione alternativa, sebbene più costosa.
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Rito del lavoro: quando si applica all’esecuzione?
Un contribuente si oppone a un'intimazione di pagamento per cartelle esattoriali relative a sanzioni amministrative e multe. La Corte d'Appello dichiara l'appello inammissibile per tardività, ritenendo errata la forma del ricorso. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, chiarendo che per crediti di natura previdenziale si applica il rito del lavoro. In questo contesto, è sufficiente il tempestivo deposito del ricorso per rispettare i termini, anche se la notifica avviene successivamente. Il rito del lavoro prevale anche in presenza di cause connesse soggette al rito ordinario.
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Soglia minima concordato: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21336/2024, ha confermato che la proposta di concordato preventivo liquidatorio deve garantire inderogabilmente il pagamento di almeno il 20% ai creditori chirografari. La Corte ha rigettato il ricorso di un consorzio la cui proposta, offrendo solo il 14%, era stata dichiarata inammissibile, portando alla dichiarazione di fallimento. È stato chiarito che la soglia minima concordato è un presupposto di ammissibilità della domanda, che non può essere sanato da successive argomentazioni, come la presunta prescrizione di alcuni debiti. La decisione ribadisce la rigidità di tale requisito a tutela dei creditori.
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Danno biologico iure proprio: quando allegare i fatti?
In un caso di responsabilità medica, la Cassazione ha stabilito che la richiesta di risarcimento per danno biologico iure proprio, subìto dai familiari di una vittima, è valida se formulata nell'atto di citazione. Le specifiche patologie, quali fatti secondari a sostegno della prova, possono essere introdotte successivamente, nei termini previsti per le memorie istruttorie. La Corte ha cassato la decisione d'appello che le aveva erroneamente ritenute tardive, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Azione revocatoria: valida contro gli eredi acquirenti
Un istituto di credito ha agito con un'azione revocatoria contro gli eredi di un debitore, i quali, prima della sua morte, avevano acquistato il suo intero patrimonio immobiliare. Nonostante gli eredi avessero rinunciato all'eredità, la Cassazione ha confermato la validità dell'azione, stabilendo che la vendita aveva leso la garanzia patrimoniale generica del creditore. La Corte ha chiarito che anche i creditori con garanzie speciali possono esperire tale azione e che la natura personale del debito originario non è un ostacolo.
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Successore nel processo: onere della prova in appello
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto subentrato nel diritto controverso tra il primo e il secondo grado di giudizio. La decisione si fonda sulla mancata prova documentale della propria qualità di successore nel processo, un onere imprescindibile per poter validamente impugnare la sentenza.
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Deroga distanze legali: nullo l’accordo tra privati
Una società costruttrice ha edificato un immobile violando la distanza minima dal confine, sulla base di un presunto accordo con i vicini. La Corte di Cassazione ha confermato che qualsiasi patto privato che preveda una deroga alle distanze legali è nullo, poiché le norme edilizie tutelano un interesse pubblico inderogabile. La Corte ha tuttavia accolto il ricorso riguardo l'inammissibilità di una nuova domanda di risarcimento danni, introdotta tardivamente nel processo.
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Risoluzione contratto: Cassazione chiarisce recesso
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla risoluzione contratto preliminare per inadempimento. Un promittente venditore, a seguito del mancato pagamento da parte dell'acquirente, aveva agito per il recesso e la ritenzione della caparra. I giudici hanno riqualificato la domanda come risoluzione con clausola penale. La Suprema Corte ha confermato la decisione, chiarendo che quando è presente una caparra, le azioni di recesso e risoluzione sono funzionalmente equivalenti. Ha inoltre stabilito che la diffida ad adempiere inviata dall'avvocato senza procura scritta è valida se seguita dall'atto giudiziario, che funge da ratifica.
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Omessa pronuncia e servitù: la Cassazione decide
In una complessa disputa su una servitù di passaggio in un cortile, la Corte di Cassazione interviene per un vizio di omessa pronuncia. La Corte d'Appello aveva omesso di decidere su una specifica domanda riguardante l'esistenza del diritto di una delle parti. La Cassazione ha cassato la sentenza, rinviando il caso per un nuovo esame del punto tralasciato, chiarendo i limiti del sindacato sulla motivazione e i requisiti per denunciare un errore procedurale.
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Ricorso inammissibile Cassazione: la guida completa
Una condomina ha presentato un secondo ricorso alla Corte di Cassazione riproponendo le stesse doglianze già respinte in una precedente ordinanza. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che le proprie decisioni non sono soggette a un ulteriore ricorso per cassazione, ma solo a rimedi straordinari come la revocazione. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese legali e a una sanzione economica per aver proposto un'impugnazione estranea al sistema processuale.
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Ricorso inammissibile: onere della prova e autosufficienza
Un'infermiera ha fatto ricorso per ottenere i buoni pasto per i turni notturni. La sua richiesta è stata respinta in appello per prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il suo successivo ricorso inammissibile perché non ha adeguatamente provato l'interruzione della prescrizione, violando il principio di autosufficienza del ricorso stesso. La sentenza sottolinea che chi fa valere un'eccezione deve fornirne prova specifica nell'atto di ricorso.
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Autosufficienza del ricorso: Cassazione inammissibile
Un operatore sanitario ha fatto ricorso per ottenere i buoni pasto per i turni notturni. La Corte d'Appello ha respinto la domanda per prescrizione. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la violazione del principio di autosufficienza del ricorso: il ricorrente non aveva trascritto il contenuto essenziale dei documenti che provavano l'interruzione della prescrizione, impedendo alla Corte di valutare il motivo.
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Vendita verbale immobile: possesso o detenzione?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21304/2024, chiarisce un punto fondamentale in materia di usucapione. Nel caso di una vendita verbale immobile, sebbene il contratto sia nullo per vizio di forma, la consegna del bene all'acquirente genera una situazione di possesso e non di mera detenzione. Di conseguenza, l'acquirente non è tenuto a dimostrare un'interversione del possesso per poter usucapire il bene. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva erroneamente richiesto tale prova, rinviando il caso per un nuovo esame basato su questo principio.
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Interpretazione accordi aziendali: il limite in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva l'assunzione sulla base di vecchi accordi aziendali. La Corte ha ribadito che l'interpretazione di tali accordi è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d'Appello) e non può essere contestata in sede di legittimità, a differenza di quanto avviene per i contratti collettivi nazionali.
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Motivazione contraddittoria e usucapione: la Cassazione
Un soggetto ricorre in Cassazione dopo che la sua domanda di usucapione su un immobile è stata respinta. La Corte d'Appello aveva fornito una motivazione contraddittoria, non chiarendo se l'occupazione fosse basata su tolleranza, comodato o locazione. La Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza per vizio di motivazione e rinviando il caso a un nuovo esame, sottolineando l'importanza di una motivazione chiara e coerente.
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Spese di lite incompetenza: chi paga se c’è accordo?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21300/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di spese di lite per incompetenza territoriale. In un caso di opposizione a decreto ingiuntivo, dove le parti si sono accordate sulla competenza di un altro foro, la Corte ha chiarito che il giudice originariamente adito, nel dichiarare la propria incompetenza, non deve pronunciarsi sulle spese legali. Tale decisione spetta unicamente al giudice competente a cui la causa viene trasferita, il quale valuterà l'esito finale dell'intera lite.
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Risarcimento danno permanente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione chiarisce i termini di prescrizione per il risarcimento danno permanente a un immobile. In un caso di infiltrazioni, ha stabilito che la richiesta di risarcimento economico si prescrive 'giorno per giorno' per i danni via via prodotti, a differenza della richiesta di eliminazione della causa del danno. Inoltre, ha ribadito che il giudice non può concedere un risarcimento per un tipo di danno (danno alla coltivazione) mai richiesto dalla parte attrice, cassando la sentenza precedente per violazione del principio del 'chiesto e pronunciato'.
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Riduzione retribuzione: quando l’accordo è illegittimo
La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima la riduzione retribuzione del 15% applicata da una fondazione musicale ai suoi dipendenti tramite un accordo aziendale. La decisione si fonda sulla mancanza di una contestuale e concreta riorganizzazione del lavoro, requisito essenziale previsto dalla legge per derogare ai contratti collettivi. Secondo i giudici, non è sufficiente prevedere una futura riorganizzazione; la modifica delle condizioni lavorative deve essere contestuale al taglio salariale. Anche il ricorso incidentale del lavoratore sulle spese legali è stato respinto.
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Litisconsorte necessario: la banca deve partecipare
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza in materia di opposizione all'esecuzione, poiché il terzo pignorato (un istituto di credito) non aveva partecipato al giudizio. La Corte ha ribadito il principio secondo cui il terzo pignorato è sempre un litisconsorte necessario in queste procedure, e la sua assenza causa una nullità insanabile che travolge l'intero processo, imponendo di ricominciare dal primo grado. Il caso riguardava un'opposizione sollevata da un Ente Comunale contro un pignoramento per un ingente credito risarcitorio.
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