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Procedura Civile

Rinnovazione notifica: ricorso inammissibile
Un'amministrazione pubblica impugna una sentenza sfavorevole in Cassazione, ma notifica l'atto all'avvocato sbagliato. La Corte ordina la rinnovazione notifica, ma la parte non vi adempie. Di conseguenza, la Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, sottolineando la gravità dell'inottemperanza a un ordine del giudice rispetto a un semplice ritardo.
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Domanda Nuova in Appello: Inammissibile e Vincolante
Un lavoratore, indotto a risolvere il proprio rapporto di lavoro da un'errata comunicazione dell'ente previdenziale sulla sua pensione, ha agito per il risarcimento del danno. Dopo il rigetto in primo grado, in appello ha modificato la causa della sua richiesta, sostenendo che l'errore lo avesse portato a negoziare un accordo transattivo meno favorevole. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d'appello, ribadendo che tale modifica costituisce una 'domanda nuova in appello', come tale inammissibile. La Suprema Corte ha sottolineato che, una volta accertata l'inammissibilità per una ragione di rito, qualsiasi ulteriore argomentazione sul merito della causa è irrilevante.
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Rimessione alle Sezioni Unite: quando si sospende?
La Corte di Cassazione ha sospeso un giudizio tra una società di servizi e un cittadino. La decisione, formalizzata con un'ordinanza interlocutoria, è dovuta alla pendenza di un caso connesso per il quale è stata disposta la rimessione alle Sezioni Unite. L'ordinanza stabilisce un rinvio a nuovo ruolo in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino su una questione di diritto fondamentale, al fine di garantire l'uniformità della giurisprudenza.
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Rinvio a nuovo ruolo: attesa delle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione ha ordinato il rinvio a nuovo ruolo di un ricorso tra una società e un privato. La decisione è motivata dalla pendenza di un caso analogo, che è stato rimesso al vaglio delle Sezioni Unite per risolvere una questione di massima importanza. La Corte ha ritenuto opportuno sospendere il giudizio in attesa di tale pronuncia per garantire coerenza giurisprudenziale.
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Preliminare immobile abusivo: quando il giudice nega
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di promissari acquirenti che chiedevano il trasferimento coattivo di un immobile oggetto di un preliminare di vendita. Il problema centrale era la presenza di un abuso edilizio. La Corte ha stabilito che la semplice pendenza di una domanda di sanatoria non è sufficiente a garantire la regolarità urbanistica necessaria per una sentenza ex art. 2932 c.c., specialmente in casi di 'abuso primario' (immobile costruito senza concessione). Pertanto, in assenza della prova del superamento dell'irregolarità, il trasferimento tramite sentenza non può essere disposto, confermando la decisione dei giudici di merito di rigettare la domanda in un caso di preliminare immobile abusivo.
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Perequazione pensione: no al blocco per le integrative
Un ex dipendente ha citato in giudizio un istituto bancario per ottenere l'adeguamento della sua pensione integrativa al costo della vita. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21572/2024, ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il blocco della perequazione pensione, previsto dalla L. 449/1997, si applica esclusivamente alle pensioni pubbliche obbligatorie e non a quelle integrative aziendali, che hanno natura retributiva. La Corte ha rigettato sia il ricorso della banca sia quello incidentale del pensionato relativo alla compensazione delle spese legali, ritenuta giustificata da un pregresso contrasto giurisprudenziale.
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Distrazione delle spese: come correggere l’omissione
La Corte di Cassazione interviene per correggere una propria precedente ordinanza in cui era stata omessa la pronuncia sulla distrazione delle spese legali, nonostante la richiesta esplicita dell'avvocato antistatario. Il ricorso per correzione di errore materiale viene accolto, stabilendo che tale omissione costituisce un errore emendabile con questa procedura. La Corte dispone quindi l'integrazione del dispositivo originale, aggiungendo la clausola di distrazione delle spese a favore del difensore.
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Deposito telematico appello: la data che conta
Una società proponeva appello avverso una sentenza notificando l'atto l'ultimo giorno utile, ma il deposito telematico appello veniva registrato dalla cancelleria due giorni dopo la scadenza. La Cassazione ha confermato l'inammissibilità dell'appello, chiarendo che nei procedimenti soggetti al rito del lavoro, la tempestività è determinata dalla data di deposito dell'atto in cancelleria, non dalla data di notifica.
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Verbale di accertamento: quando non è impugnabile?
La Corte di Cassazione chiarisce che un verbale di accertamento per violazioni ambientali, a differenza delle multe stradali, non è direttamente impugnabile. L'opposizione è ammissibile solo contro la successiva ordinanza-ingiunzione. Nel caso di specie, un cittadino aveva contestato un verbale per trasporto di rifiuti senza formulario, ma la sua azione è stata dichiarata inammissibile perché proposta prematuramente contro un atto non definitivo.
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Ricorso inammissibile: i requisiti del ricorso
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da alcuni dipendenti contro un'azienda sanitaria. La decisione si fonda su vizi di forma, come la mancata esposizione dei fatti di causa, e su errori di diritto, tra cui l'impossibilità di denunciare in Cassazione la violazione di contratti collettivi regionali. Il ricorso è stato respinto con condanna alle spese.
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Actio Negatoria Servitutis: Demolizione della scala
La Corte di Cassazione conferma la decisione di demolire una scala costruita sulla facciata di un immobile altrui. L'azione legale corretta è l'actio negatoria servitutis, con cui il proprietario chiede di dichiarare l'inesistenza di diritti vantati da terzi sul proprio bene. La Corte ha stabilito che la prova della proprietà può essere fornita con ogni mezzo, anche presuntivo, e ha rigettato la domanda di usucapione del costruttore della scala per mancata prova del possesso 'uti dominus'.
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Compensazione concordato preventivo e canoni locazione
Una società in concordato preventivo chiede il pagamento di canoni di locazione maturati dopo l'inizio della procedura. La banca conduttrice oppone in compensazione i propri crediti, sorti prima del concordato. I giudici di merito accolgono la tesi della banca, ma la Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema della compensazione nel concordato preventivo, ha rimesso la causa in pubblica udienza per una decisione di principio.
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Condono affissioni abusive: solo per manifesti politici
Un'associazione artistica è stata sanzionata per affissioni pubblicitarie non autorizzate. Il suo tentativo di avvalersi del condono affissioni abusive è stato respinto dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno stabilito che la sanatoria prevista dalla Legge Finanziaria 2005 si applica esclusivamente ai manifesti di natura politica e non può essere estesa alla pubblicità commerciale, confermando il principio di stretta interpretazione delle norme agevolative.
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Estinzione del processo: cosa succede con la rinuncia
Un fondo pensione aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d'Appello che lo condannava alla riliquidazione della pensione complementare di alcuni ex dipendenti. Durante il giudizio, il fondo ha rinunciato al ricorso e le controparti hanno accettato. La Corte di Cassazione, di conseguenza, ha dichiarato l'estinzione del processo, rendendo definitiva la sentenza di secondo grado e compensando le spese legali tra le parti.
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Rivalsa IVA appalto: senza fattura non c’è diritto
Un appaltatore ha perso in giudizio una causa per il pagamento di lavori edili. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando due principi chiave: l'eccezione di tardiva denuncia dei vizi deve essere sollevata tempestivamente, e il diritto di rivalsa IVA appalto sorge solo con l'emissione di una fattura. Non avendola mai emessa, l'appaltatore non poteva pretendere il pagamento dell'imposta dal committente.
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Carenza di interesse: ricorso inammissibile
Una società concessionaria autostradale chiedeva la demolizione di un manufatto costruito a distanza non regolamentare. Dopo una complessa vicenda processuale, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale del proprietario per sopravvenuta carenza di interesse, poiché la sua posizione era già stata salvaguardata dal rigetto del ricorso principale della società.
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Nullità contratto d’appalto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto d'appalto per un'opera pubblica a causa della mancanza delle autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche. La sentenza sottolinea che l'assenza di questi permessi viola norme imperative e rende il contratto insanabilmente nullo, rigettando il ricorso di un'impresa costruttrice che richiedeva il pagamento dei lavori.
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Onere della prova: chi deve dimostrare il diritto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21523/2024, ha rigettato il ricorso di un agente contro una banca, chiarendo l'onere della prova nella restituzione degli anticipi provvigionali. La Corte ha stabilito che spetta alla società preponente dimostrare i fatti che giustificano la restituzione. Inoltre, ha confermato che l'indennità per mancato preavviso si prescrive in dieci anni, avendo natura risarcitoria.
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Giudicato decreto ingiuntivo: blocca nuove azioni?
Un ex amministratore di condominio, forte di un decreto ingiuntivo passato in giudicato per il rimborso di somme anticipate, si è opposto a una successiva richiesta del condominio di restituire un presunto avanzo di cassa. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'amministratore, stabilendo che il giudicato decreto ingiuntivo copre l'intero rapporto di dare e avere, precludendo azioni successive basate sugli stessi fatti contabili, poiché le due pretese sono legalmente incompatibili.
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Compenso avvocati pubblici: il CCNL prevale sempre
La Corte di Cassazione, con la sentenza 21520/2024, ha negato il diritto al compenso professionale a tre avvocati dipendenti di un'azienda ospedaliera per le cause con spese compensate. La Corte ha stabilito la prevalenza del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) sugli accordi individuali. Poiché il CCNL di settore prevedeva il pagamento degli onorari solo in caso di recupero delle spese dalla controparte, le clausole dei contratti individuali che estendevano tale diritto anche ai casi di compensazione sono state dichiarate nulle. Questa decisione riafferma il principio di inderogabilità della contrattazione collettiva nel pubblico impiego per quanto riguarda il compenso avvocati pubblici.
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