LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Procedura Civile

Danno da diffamazione: la presunzione per i familiari
In un caso di diffamazione a mezzo stampa contro un politico deceduto, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sul danno da diffamazione. La Corte ha chiarito che il pregiudizio morale e reputazionale subito dai parenti stretti, come un fratello, si presume (presunzione 'iuris tantum'). Le corti inferiori avevano negato il risarcimento al fratello del defunto, ritenendo non provato un danno concreto. La Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che spetta al diffamatore dimostrare l'assenza di un legame affettivo, e non al familiare provarne l'esistenza. Fattori come la distanza geografica non sono sufficienti a escludere il diritto al risarcimento.
Continua »
Domanda nuova in appello: il divieto di modifica
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del principio 'iura novit curia' in appello. Una richiesta di risarcimento basata su un titolo giuridico nuovo, che presuppone fatti non allegati in primo grado, costituisce una domanda nuova inammissibile. Nel caso specifico, un'utente di servizi telefonici, non titolare del contratto, non può in appello fondare la sua pretesa sull'esistenza di un contratto di mandato con il titolare se non lo aveva dedotto nel giudizio di primo grado.
Continua »
Distrazione delle spese: come correggere l’errore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20261/2024, ha chiarito che l'omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese costituisce un errore materiale. In un caso in cui una precedente sentenza aveva dimenticato di attribuire le spese legali direttamente all'avvocato della parte vittoriosa, che ne aveva fatto richiesta, la Corte ha accolto l'istanza di correzione. È stato stabilito che il rimedio corretto non è l'impugnazione, ma la procedura di correzione dell'errore materiale, più rapida ed efficiente, in linea con il principio della ragionevole durata del processo.
Continua »
Allegazione difensiva: la perizia vale come atto
La Cassazione stabilisce che una perizia tecnica allegata a un atto processuale non è mera produzione documentale, ma costituisce una valida allegazione difensiva. La Corte ha cassato la sentenza d'appello per difetto di motivazione, poiché non aveva considerato la perizia per valutare la specificità delle contestazioni su un contratto di leasing. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
Continua »
Ricorso inammissibile: requisiti secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un'azienda sanitaria contro la sentenza che riconosceva il diritto ai buoni pasto a un infermiere per i turni notturni. La decisione si fonda su vizi procedurali: il ricorso mancava di specificità e criticava la motivazione in modo non conforme alla legge, limitandosi a citare un'altra sentenza favorevole anziché contestare puntualmente la decisione impugnata.
Continua »
Onere della prova: il danno va sempre dimostrato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20257/2024, ha respinto il ricorso di una società fornitrice di gas contro un cliente industriale. Nonostante fosse stato accertato l'inadempimento del cliente, che aveva ritirato meno gas del pattuito, la richiesta di risarcimento è stata negata. La Corte ha sottolineato che spetta al danneggiato l'onere della prova del danno effettivo, che non può essere presunto. Il fornitore non è riuscito a dimostrare di aver acquistato il gas in eccesso e di averlo poi rivenduto in perdita, rendendo la sua richiesta risarcitoria infondata.
Continua »
Inammissibilità ricorso Cassazione: limiti al riesame
La Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di una società produttrice di energia contro una società di distribuzione. I motivi, incentrati su presunto abuso di posizione dominante e errata valutazione contrattuale, sono stati respinti in quanto miravano a un riesame del merito, precluso in sede di legittimità, confermando le decisioni dei gradi precedenti.
Continua »
Risarcimento danno edificatorio: la motivazione è chiave
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito in un caso di risarcimento danno edificatorio, criticando la motivazione confusa e incomprensibile. Il caso riguardava una richiesta di danni per la demolizione di un'opera edilizia, ordinata a seguito di un'azione possessoria poi rivelatasi infondata. La Suprema Corte ha stabilito che il giudice d'appello non ha spiegato adeguatamente perché i diritti edificatori fossero andati definitivamente persi, rimandando il caso per una nuova e più chiara valutazione del nesso causale tra la demolizione e il danno effettivo.
Continua »
Onere della prova: responsabilità amministratore negata
Una società creditrice ha agito in giudizio contro l'amministratore di una società debitrice, sostenendo che avesse causato l'insolvenza di quest'ultima. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'onere della prova grava sul creditore, il quale deve dimostrare le specifiche condotte illecite dell'amministratore e non può limitarsi a un'allegazione generica sul declino patrimoniale della società.
Continua »
Ricostruzione consumi per manomissione: i criteri
Un'impresa alberghiera contesta la ricostruzione consumi effettuata da una società elettrica dopo la scoperta di un allaccio abusivo. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando la validità del criterio di calcolo basato sulla 'potenza tecnicamente prelevabile' e rigettando la richiesta di una nuova valutazione dei fatti.
Continua »
Comodato familiare: quando non puoi riavere la casa
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari che chiedevano la restituzione di un immobile concesso in comodato. La Corte ha stabilito che, anche in assenza di contratto scritto, la destinazione a casa familiare (cd. comodato familiare) si può provare tramite presunzioni, come la lunga durata dell'utilizzo, il matrimonio degli occupanti e le spese di ristrutturazione sostenute. Tale destinazione impedisce al proprietario di recedere liberamente dal contratto, se persistono le esigenze abitative della famiglia.
Continua »
Buono pasto turno notturno: la Cassazione decide
Un'infermiera ha richiesto i buoni pasto per i suoi turni notturni svolti tra il 2002 e il 2008. La Corte d'Appello le ha dato ragione, interpretando gli accordi collettivi e aziendali. L'azienda sanitaria ha fatto ricorso in Cassazione, ma la Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile per vizi di forma. La decisione conferma il diritto al buono pasto per il turno notturno in base alla specifica articolazione oraria, consolidando la sentenza di secondo grado.
Continua »
Opposizione a precetto: quando è parzialmente nullo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20238/2024, chiarisce un principio fondamentale in materia di esecuzione forzata. Se un creditore intima il pagamento di una somma superiore a quella effettivamente dovuta, l'opposizione a precetto non comporta la nullità totale dell'atto, ma solo una sua riduzione. L'intimazione rimane valida per l'importo corretto. Il caso analizzato nasce da un lungo contenzioso relativo a un appalto di opere pubbliche, dove il creditore aveva richiesto somme per interessi moratori non riconosciuti da una precedente sentenza passata in giudicato.
Continua »
Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio in un caso riguardante un contratto d'opera professionale. Il ricorrente, un avvocato, aveva impugnato una decisione della Corte d'Appello. Tuttavia, prima della decisione finale, ha presentato un atto di rinuncia al ricorso. Le controparti hanno accettato la rinuncia, concordando anche sulla compensazione delle spese legali. Di conseguenza, la Suprema Corte ha formalizzato la fine del processo, senza pronunciarsi nel merito e senza disporre sul pagamento delle spese.
Continua »
Rinuncia al ricorso: niente doppia tassa in Cassazione
Una contribuente impugnava un avviso di accertamento IMU. Dopo aver presentato ricorso in Cassazione, le parti raggiungevano una conciliazione. La ricorrente procedeva quindi alla rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che in caso di rinuncia non è dovuto l'ulteriore versamento del contributo unificato, poiché tale misura si applica solo in caso di rigetto o inammissibilità dell'impugnazione.
Continua »
Clausola risolutiva espressa e buona fede: il caso
Una società immobiliare ha citato in giudizio una promissaria acquirente per la risoluzione di un contratto preliminare, invocando una clausola risolutiva espressa per la mancata stipula del rogito. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha respinto il ricorso. Ha stabilito che, anche in presenza di una clausola risolutiva espressa, il giudice deve valutare il comportamento delle parti secondo il principio di buona fede. La risoluzione non è automatica se la condotta della parte inadempiente, nel contesto generale del rapporto, appare conforme a tale principio.
Continua »
Inquadramento superiore: stop a promozioni automatiche
Un operaio agricolo di una Regione aveva ottenuto in primo e secondo grado il riconoscimento di un inquadramento superiore per le mansioni svolte. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che al rapporto di lavoro si applica la disciplina del pubblico impiego. Di conseguenza, lo svolgimento di mansioni superiori non comporta il diritto automatico alla promozione, ma solo a differenze retributive. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.
Continua »
Clausola di giurisdizione: rinvio alle Sezioni Unite
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato alle Sezioni Unite la decisione su una controversia relativa a una clausola di giurisdizione in un contratto di leasing nautico tra una società italiana e una banca francese. Il caso verte sulla validità della clausola che designa un foro francese esclusivo, contestata dalla società italiana per vizi di forma e consenso. La Corte d'Appello aveva confermato la giurisdizione francese, ma la questione, per sua natura, è stata ritenuta di competenza delle Sezioni Unite.
Continua »
Accettazione tacita opera: la Cassazione decide
Un condominio si opponeva al pagamento di lavori di ristrutturazione lamentando vizi. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la presa in consegna dell'immobile senza formale collaudo, unita a ritardi nei pagamenti da parte del committente, configura una accettazione tacita opera. Tale accettazione rende legittima la richiesta di pagamento dell'appaltatore, nonostante la mancata verifica formale.
Continua »
Opposizione all’esecuzione: la competenza in Cassazione
Una debitrice ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza che rigettava la sua opposizione all'esecuzione promossa da un istituto di credito. La Corte Suprema, con ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha stabilito che la materia dell'opposizione all'esecuzione rientra nella competenza di una specifica sezione interna. Di conseguenza, ha ordinato il rinvio della causa a nuovo ruolo e la sua trasmissione alla sezione tabellarmente competente per la trattazione.
Continua »