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Procedura Civile

Azione revocatoria credito litigioso: la guida
La Corte di Cassazione ha confermato che un creditore può esercitare l'azione revocatoria anche se il suo credito è ancora oggetto di una causa in corso (credito litigioso). Il caso riguardava un fallimento che ha agito contro la vendita di un immobile effettuata da un suo debitore (a sua volta debitore per oltre 1,6 milioni di euro in un altro giudizio) a una società da lui stesso rappresentata. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della società acquirente, ribadendo che la funzione cautelare dell'azione revocatoria giustifica il suo utilizzo anche per crediti non definitivi, e ha confermato la responsabilità della società acquirente per aver successivamente rivenduto l'immobile a terzi, rendendone impossibile il recupero.
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Giurisdizione estera per liti tra eredi su società
In una controversia tra coeredi riguardante la gestione di partecipazioni societarie ereditate, la Corte di Cassazione ha affermato la giurisdizione estera. La Corte ha stabilito che la natura della lite non era successoria, bensì civile e commerciale, poiché verteva sull'abuso di diritti societari e su operazioni come aumenti di capitale. Di conseguenza, la competenza è stata determinata in base alla Convenzione di Lugano, che indicava i tribunali svizzeri come foro competente, dato il domicilio delle parti convenute e il luogo del presunto danno.
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Giurisdizione elenco ISTAT: chi decide? Cassazione
Una società concessionaria ha contestato la sua inclusione nell'elenco ISTAT delle amministrazioni pubbliche. La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso, ha enunciato un fondamentale principio di diritto sulla giurisdizione elenco ISTAT. La competenza è ripartita: il giudice amministrativo decide sull'annullamento generale dell'iscrizione, mentre la Corte dei conti ha giurisdizione limitatamente all'applicazione delle norme sul contenimento della spesa pubblica. Questa soluzione evita vuoti di tutela e garantisce il rispetto del diritto europeo.
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Correzione errore materiale: spese legali non dovute
La Corte di Cassazione, tramite una procedura di correzione errore materiale, ha annullato la propria precedente condanna al pagamento delle spese legali a carico di una società. La decisione si fonda sul fatto che la controparte, l'Amministrazione Finanziaria, non si era attivamente costituita in giudizio e non aveva svolto alcuna attività difensiva, rendendo così ingiustificata la liquidazione delle spese a suo favore.
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Rimessione Sezioni Unite: rinvio del ricorso
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di un ricorso. La decisione è motivata dalla pendenza di un'altra causa connessa, per la quale è stata disposta la rimessione alle Sezioni Unite. La Corte ha ritenuto opportuno attendere la pronuncia delle Sezioni Unite su una questione di massima importanza, prima di decidere il caso in esame, al fine di garantire uniformità di giudizio.
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Foro erariale: competenza fissa anche dopo rinuncia
La Corte di Cassazione chiarisce che la competenza del foro erariale, radicata dalla presenza di un'amministrazione statale come convenuta, persiste anche se l'attore rinuncia agli atti contro di essa. La competenza si determina al momento dell'avvio della causa, in base al principio di 'perpetuatio iurisdictionis', e le vicende successive, come la rinuncia, non possono modificarla. La Corte ha quindi respinto il ricorso, confermando la competenza del tribunale specializzato per le cause contro lo Stato.
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Errore di fatto revocatorio: Cassazione e merito
La Cassazione accoglie un ricorso per revocazione, riconoscendo un errore di fatto revocatorio. La Corte aveva precedentemente deciso una causa nel merito, ignorando una questione di fatto assorbita nel giudizio d'appello. Il provvedimento chiarisce che, in tali casi, la causa deve essere rinviata al giudice di merito per decidere la questione non esaminata, e non decisa direttamente in Cassazione.
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Clausola compromissoria: ratifica tacita e validità
Una società fornitrice ha contestato la validità di una clausola compromissoria, sostenendo che il contratto fosse stato firmato da un rappresentante senza poteri (falsus procurator) e che un precedente ordine indicasse la competenza del tribunale ordinario. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'esecuzione del contratto da parte della società costituisce una ratifica tacita dell'intero accordo, inclusa la clausola compromissoria, che quindi prevale e radica la competenza presso un collegio arbitrale.
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Contratto scritto sanità: obbligatorio per il rimborso
Una struttura sanitaria privata ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria Locale per il pagamento di alcune prestazioni. L'ASL si è opposta sostenendo la mancanza di un accordo formale. La Corte di Cassazione, pur dichiarando estinto il processo per rinuncia, ha condannato la struttura alle spese, ribadendo che un contratto scritto in sanità è un requisito indispensabile (ad substantiam) per la nascita dell'obbligo di pagamento da parte dell'ente pubblico, non essendo sufficiente il solo accreditamento.
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Competenza territoriale crisi impresa: sede legale
Una società sportiva trasferisce la propria sede legale da una città all'altra poche settimane prima di depositare un ricorso per concordato preventivo. Il tribunale della nuova sede, dopo aver inizialmente affermato la propria giurisdizione, dichiara la propria incompetenza a favore del tribunale della sede precedente, applicando la regola che considera il centro degli interessi principali nell'anno antecedente la domanda. La questione, di rilevante importanza nomofilattica sotto il nuovo Codice della Crisi, viene rimessa dalla Corte di Cassazione a una pubblica udienza per una decisione approfondita, data l'assenza di precedenti specifici.
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Ineleggibilità deputato regionale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di ineleggibilità di un deputato regionale a causa della sua precedente carica di presidente in una società di gestione rifiuti, ritenuta soggetta a vigilanza regionale. Il ricorso del politico è stato respinto, stabilendo che la semplice astensione dalle funzioni non è sufficiente a rimuovere la causa di ineleggibilità, essendo necessario un atto formale di dimissioni. La Corte ha chiarito che il potere sostitutivo della Regione sulla società integra il concetto di vigilanza, rendendo irrilevante la sua assenza in elenchi formali. La sentenza ribadisce la distinzione tra ineleggibilità, che impedisce l'elezione, e incompatibilità, che sorge dopo l'elezione.
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Revocazione ordinanza Cassazione: errore di fatto?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per la revocazione di una propria ordinanza. Il ricorrente sosteneva un errore di fatto per l'omesso esame di una memoria difensiva. La Corte ha chiarito che l'omissione non integra un errore di fatto revocatorio se la memoria non introduce elementi fattuali decisivi, ma si limita a riproporre argomentazioni giuridiche. La vicenda trae origine dalla dichiarazione di fallimento di una società, i cui bilanci erano stati depositati solo dopo la sentenza, minandone l'attendibilità.
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Distrazione delle spese: come correggere l’omissione
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'omessa pronuncia sull'istanza di distrazione delle spese legali, avanzata dal difensore, costituisce un errore materiale. Di conseguenza, il rimedio corretto non è l'impugnazione, ma la più rapida procedura di correzione. Nel caso specifico, un avvocato aveva richiesto la distrazione delle spese in suo favore, ma la Corte aveva omesso di disporla nella sentenza. La Suprema Corte ha accolto l'istanza di correzione, integrando la precedente ordinanza e confermando un principio di celerità ed economia processuale.
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Accordi SSN: la forma scritta è un requisito essenziale
Una struttura sanitaria privata ha richiesto il pagamento di prestazioni fornite a un'Azienda Sanitaria Locale. Le corti di merito hanno respinto la richiesta per l'assenza di un contratto scritto. Giunta in Cassazione, la struttura ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il processo, condannando la rinunciante alle spese e confermando, implicitamente, la necessità della forma scritta per gli accordi SSN.
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Prova cessione credito: non basta la Gazzetta Ufficiale
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della prova cessione credito, stabilendo principi chiave. Un garante aveva chiesto la revocazione di una precedente decisione della Suprema Corte, sostenendo che il creditore originario non fosse più titolare del diritto al momento dell'azione legale. La Corte ha dichiarato inammissibile sia l'intervento di un nuovo presunto creditore, per non aver fornito adeguata prova della catena di cessioni, sia il ricorso per revocazione del garante. La decisione chiarisce che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a dimostrare la cessione se questa è contestata, e distingue nettamente l'errore di fatto (valido per la revocazione) dall'errore di giudizio.
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Onere della prova: la diligenza nella ricerca dei documenti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi di alcuni proprietari terrieri che chiedevano la revocazione di una sentenza sfavorevole. Il caso riguardava un'occupazione illegittima da parte di un Comune. La Corte ha stabilito che la scoperta di nuovi documenti non giustifica la revocazione se non si dimostra che l'impossibilità di produrli in precedenza era dovuta a forza maggiore o a colpa della controparte. La negligenza nella ricerca di atti pubblici non è scusabile e l'onere della prova resta a carico di chi agisce in giudizio.
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Clausola di sopravvivenza: Garanzia valida e mutuo nullo
Un garante ha contestato la sua obbligazione dopo l'annullamento del contratto di mutuo principale. I tribunali hanno confermato il suo dovere di garantire la restituzione delle somme erogate, grazie a una specifica clausola di sopravvivenza. Questa clausola ha creato un'obbligazione distinta e autonoma rispetto a quella del mutuo. La Corte di Cassazione ha infine dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione del garante, confermando le decisioni precedenti.
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Estinzione del giudizio: rinuncia e accettazione
Una società di servizi ha impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d'Appello che confermava un lodo arbitrale sfavorevole. Durante il processo, la società ricorrente ha rinunciato al ricorso, anche a seguito della sua dichiarazione di fallimento. La società resistente ha accettato la rinuncia. Sulla base dell'accordo tra le parti, che includeva la compensazione delle spese legali, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente il caso.
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Pensione di vecchiaia in deroga: la Cassazione decide
Una lavoratrice ha richiesto la pensione di vecchiaia in deroga, sostenendo che aver raggiunto il requisito contributivo entro il 1992 la esentasse dai successivi aumenti dell'età pensionabile. La Corte di Cassazione ha respinto questa interpretazione, affermando che la deroga si applica solo al requisito contributivo e non a quello anagrafico. Tuttavia, ha accolto il ricorso della lavoratrice riguardo alla condanna al pagamento delle spese legali, annullandola poiché era stata presentata una valida dichiarazione di basso reddito che ne garantiva l'esonero.
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Riunione dei ricorsi: la decisione della Cassazione
La Corte di Cassazione ha disposto la riunione dei ricorsi in un caso complesso. Un professionista, dopo aver perso una causa per risarcimento danni da presunta calunnia, ha presentato due distinti ricorsi: uno contro la sentenza di merito e l'altro contro la decisione di inammissibilità della sua istanza di revocazione. La Corte, accogliendo la richiesta di una delle parti, ha ordinato la trattazione congiunta dei due procedimenti, sottolineando la stretta connessione tra loro e l'opportunità di evitare decisioni contrastanti.
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