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Procedura Civile

Giudizio di rinvio: poteri del giudice e giudicato
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel giudizio di rinvio, il giudice deve esaminare anche le eccezioni sollevate nelle fasi precedenti e non decise perché 'assorbite', anche se non vengono formalmente riproposte. Nel caso specifico, un secondo licenziamento, mai impugnato, ha impedito la reintegra del lavoratore nonostante l'illegittimità del primo, poiché la relativa eccezione, sollevata in primo grado, non era coperta da giudicato.
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Accettazione eredità: possesso e presunzioni legali
La Corte di Cassazione ha confermato che la ripetuta presenza del chiamato all'eredità presso un immobile ereditario, dove riceve personalmente atti e raccomandate, costituisce una presunzione grave, precisa e concordante del possesso del bene. Tale possesso, se non seguito dalla redazione dell'inventario nei termini di legge, comporta l'accettazione eredità pura e semplice, ai sensi dell'art. 485 c.c. La sentenza chiarisce che il possesso rilevante non richiede l'esercizio di veri e propri diritti di proprietà, ma una mera relazione materiale con la cosa.
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Sospensione processo civile: quando è illegittima?
Un fratello intenta una causa per la restituzione di un immobile concesso in comodato alla sorella. Quest'ultima si oppone, eccependo la pendenza di una causa di divisione ereditaria che, a suo dire, incide sulla proprietà del bene. Il Tribunale sospende il primo giudizio. La Corte di Cassazione annulla l'ordinanza, affermando il principio secondo cui la sospensione processo civile ex art. 295 c.p.c. è illegittima se la causa pregiudiziale pende dinanzi allo stesso ufficio giudiziario, dovendosi in tal caso procedere alla riunione dei procedimenti.
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Deposito telematico ricorso: errore e improcedibilità
La Corte di Cassazione ha dichiarato improcedibile un ricorso presentato da un gruppo di lavoratori contro una società di telecomunicazioni. Sebbene notificato prima del 1° gennaio 2023, il ricorso è stato depositato in formato cartaceo dopo tale data, violando l'obbligo del deposito telematico ricorso introdotto dalla Riforma Cartabia. La Corte ha stabilito che l'errore nell'interpretazione della nuova normativa processuale non giustifica una rimessione in termini, rendendo l'appello irricevibile a prescindere dal merito della controversia.
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Autosufficienza del ricorso: appello inammissibile
Un conduttore di un immobile commerciale ha impugnato in Cassazione la sentenza che lo condannava al pagamento di canoni arretrati. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per violazione del principio di autosufficienza del ricorso, non avendo il ricorrente specificato dove reperire gli atti processuali a fondamento delle sue censure, rendendo impossibile la valutazione della Corte.
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Delibera telecamere: annullate multe per semaforo
Un automobilista contesta una serie di multe per passaggio con semaforo rosso, rilevate da un dispositivo automatico. La Corte di Cassazione ha annullato le sanzioni, stabilendo che per l'installazione di tali telecamere nei centri abitati è indispensabile una specifica e preventiva delibera della Giunta comunale che individui esattamente l'incrocio. Un generico piano programmatico per la sicurezza stradale non è ritenuto sufficiente a legittimare le multe.
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Compenso avvocato: come si calcola il valore causa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21888/2024, ha stabilito un principio fondamentale per la liquidazione del compenso dell'avvocato nei giudizi di divisione. Se nel corso della causa viene contestata la divisibilità dell'intera massa patrimoniale, il valore della controversia su cui calcolare l'onorario è quello dell'intero patrimonio, e non quello della singola quota del cliente. La Corte ha accolto il ricorso degli avvocati, cassando la decisione precedente che aveva liquidato un compenso inferiore basandosi solo sul valore della quota assegnata, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova determinazione.
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Inadempimento locatrice: non si può sospendere il canone
La Corte di Cassazione ha stabilito l'inammissibilità del ricorso di un conduttore che aveva sospeso il pagamento del canone per la mancanza del certificato di agibilità dell'immobile. Poiché il conduttore ha continuato a utilizzare il bene per lo scopo pattuito (laboratorio di analisi), la sua sospensione del pagamento è stata considerata un grave inadempimento e contraria a buona fede, legittimando la risoluzione del contratto a suo sfavore. La Corte ha sottolineato la necessità di valutare comparativamente la gravità dei rispettivi inadempimenti.
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Eccezioni nuove in appello: quando sono ammesse?
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del divieto di eccezioni nuove in appello nel rito del lavoro. In un caso di differenze retributive, la Corte ha stabilito che la contestazione di un errore di calcolo del giudice non costituisce un'eccezione nuova inammissibile, ma una mera difesa. La sentenza d'appello, che aveva dichiarato l'inammissibilità del gravame, è stata cassata con rinvio.
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Indennità di reperibilità: la valutazione dei fatti
La Corte di Cassazione conferma il diritto all'indennità di reperibilità per alcuni comandanti di navi che, pur terminato il turno, dovevano rimanere disponibili fino all'arrivo dell'equipaggio successivo. L'ordinanza chiarisce che la valutazione sull'esistenza di un obbligo di disponibilità si basa sull'analisi dei fatti e delle prove, una competenza esclusiva dei giudici di merito e non sindacabile in sede di legittimità se l'appello contesta la ricostruzione fattuale invece di un errore di diritto.
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Indennità di esazione: spetta anche senza incasso?
Un capotreno ha richiesto il pagamento di un'indennità di esazione per ogni sanzione emessa a bordo treno, indipendentemente dall'effettivo incasso. L'azienda si opponeva, sostenendo che il compenso fosse legato alla riscossione. La Corte di Cassazione ha dato ragione al lavoratore, stabilendo che, in base al contratto collettivo aziendale, il diritto all'indennità matura con la semplice emissione del verbale di accertamento.
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Lavoro subordinato: quando il ricorso è inammissibile
Una lavoratrice di call center, dopo una vittoria in primo grado per il riconoscimento del lavoro subordinato, ha visto la sua domanda rigettata in appello. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il suo successivo ricorso, sottolineando che il suo ruolo non è riesaminare i fatti, ma solo verificare specifici vizi di legittimità, come l'omesso esame di un fatto storico decisivo.
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Inammissibilità ricorso cassazione: ecco perché
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso principale e di quello incidentale in una controversia relativa alla restituzione di un terreno e al risarcimento danni. La decisione evidenzia l'importanza del rispetto dei requisiti di specificità dei motivi di ricorso, pena l'impossibilità per la Corte di esaminare il merito della questione. L'inammissibilità del ricorso in Cassazione è stata pronunciata per entrambi gli appelli a causa di vizi formali e della genericità delle censure sollevate.
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Ripartizione spese condominiali: la Cassazione decide
Una condomina impugna due delibere condominiali relative all'addebito di una spesa personale e alla ripartizione delle spese. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21865/2024, ha accolto parzialmente il ricorso. Ha stabilito che la ripartizione spese condominiali per il riscaldamento deve distinguere tra costi di consumo e costi fissi di conservazione dell'impianto, cassando la decisione che si basava solo sui consumi effettivi. Ha invece respinto le censure sulla discrezionalità dell'assemblea nel rimborsare danni e sull'addebito personale, ritenuto inammissibile per genericità del motivo.
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Contratto di patrocinio: la procura vale come incarico?
Un cliente ha impugnato una decisione che lo condannava a pagare le parcelle del proprio legale, sostenendo di avergli conferito solo una procura alle liti e non un formale contratto di patrocinio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che l'esercizio concreto dell'attività difensiva da parte dell'avvocato, sulla base della procura ricevuta, costituisce accettazione dell'incarico, perfezionando così il contratto di patrocinio e facendo sorgere il diritto al compenso.
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Opposizione atti esecutivi tardiva: cosa succede?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21859/2024, ha ribadito un principio fondamentale nelle procedure esecutive: l'opposizione agli atti esecutivi tardiva, presentata oltre il termine perentorio di 20 giorni, è sempre inammissibile. Questa regola vale a prescindere dalla gravità dei vizi formali denunciati dal debitore, come la presunta irregolarità della procura al difensore o il ritardo nella trascrizione del pignoramento. La Corte ha accolto il ricorso incidentale del creditore, cassando la sentenza di merito e dichiarando inammissibile l'opposizione originaria del debitore, confermando la necessità di certezza e celerità nei processi esecutivi.
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Decadenza convenzionale: limiti e validità del termine
In un caso di cessione d'azienda tra padre e figlio, una clausola prevedeva un termine di sei mesi per agire in giudizio per il recupero del prezzo. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del padre, che aveva agito tardivamente, stabilendo che la valutazione sulla congruità del termine di una decadenza convenzionale è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità se la motivazione è priva di vizi logici o giuridici.
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Opposizione atti esecutivi: l’errore sulla data
Una creditrice proponeva opposizione contro un'ordinanza del giudice dell'esecuzione. Il Tribunale la dichiarava inammissibile per tardività, basandosi su un'errata data di deposito. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, rilevando l'errore materiale del giudice e stabilendo che l'opposizione atti esecutivi era stata notificata nei termini. La sentenza è stata annullata con rinvio per la decisione nel merito.
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Errore di fatto: quando la Cassazione non revoca
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la distinzione tra errore di fatto ed errore di diritto. I ricorrenti sostenevano che una precedente sentenza si basasse su un 'errore di fatto' circa la loro posizione processuale. La Corte ha stabilito che la valutazione della 'soccombenza' è una questione di diritto, non un errore di percezione fattuale, precludendo così il rimedio della revocazione. È stata invece accolta un'istanza di correzione di errore materiale per un vizio di compilazione nell'intestazione della precedente sentenza.
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Actio negatoria non riproposta in appello: le regole
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21854/2024, ha stabilito che se la domanda di accertamento negativo della servitù (actio negatoria) viene respinta in primo grado, è necessario impugnare specificamente tale rigetto in appello. Non è sufficiente contestare solo l'accoglimento della domanda riconvenzionale avversaria di usucapione. In mancanza di un motivo di appello specifico, la decisione sul rigetto dell'actio negatoria passa in giudicato, diventando definitiva e non più modificabile, anche se la domanda riconvenzionale viene successivamente respinta in sede di rinvio.
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