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Giurisprudenza Civile

Contratto a progetto: quando diventa lavoro subordinato
Una società di comunicazioni si è vista riqualificare i contratti a progetto dei suoi collaboratori in rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato a causa della genericità dei progetti indicati. L'Ente Previdenziale aveva richiesto il pagamento dei contributi omessi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione della Corte d'Appello, stabilendo che un contratto a progetto privo di uno specifico e definito obiettivo, che si limita a ricalcare l'oggetto sociale dell'azienda, è nullo e si converte automaticamente in un contratto di lavoro subordinato. Tale principio, ha chiarito la Corte, era già applicabile anche prima della riforma del lavoro del 2012. Inoltre, è stato ribadito che una precedente sentenza favorevole all'azienda, ottenuta contro l'Ispettorato del Lavoro, non ha alcuna efficacia vincolante nei confronti dell'Ente Previdenziale, in quanto quest'ultimo non era parte di quel giudizio.
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Contributi coadiuvante familiare: quali redditi?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali di un coadiuvante familiare deve includere la totalità dei redditi d'impresa, compresi quelli percepiti dal coadiuvante stesso per la partecipazione in altre società. L'imprenditore titolare è l'unico obbligato al versamento verso l'ente previdenziale, ma ha diritto di rivalsa nei confronti del familiare. La sentenza chiarisce un punto cruciale sui contributi coadiuvante familiare, estendendo l'obbligo a tutti i redditi d'impresa percepiti dal nucleo.
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Rottamazione-quater: ricorso inammissibile
Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione un avviso di addebito per contributi previdenziali, ha aderito alla rottamazione-quater. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione risiede nella sopravvenuta carenza d'interesse alla decisione, poiché l'adesione alla definizione agevolata manifesta la volontà di risolvere il debito, rendendo superflua una pronuncia nel merito da parte della Corte.
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Inquadramento previdenziale: conta l’attività svolta
Una cooperativa sociale, operante di fatto nel settore edile, ha contestato il suo inquadramento previdenziale richiesto dagli enti preposti. La Corte di Cassazione ha confermato che, ai fini contributivi, l'inquadramento previdenziale si basa sull'attività effettivamente svolta e non sulla forma giuridica dell'impresa. Tuttavia, la Corte ha annullato la sentenza d'appello per non aver deciso su domande subordinate relative al calcolo del debito e delle sanzioni, rinviando il caso per un nuovo esame su questi specifici punti.
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Simulazione assoluta: trasferimento tra coniugi nullo
La Corte di Appello di Firenze conferma la sentenza di primo grado che dichiara la simulazione assoluta di un trasferimento immobiliare tra coniugi. L'atto, privo di corrispettivo e giustificato da un patto fiduciario mai provato, era stato posto in essere dal marito, fideiussore di una società indebitata, al solo scopo di sottrarre il bene alla garanzia dei creditori. La Corte ha ritenuto prevalenti le prove presuntive (tempistica, rapporto di parentela, assenza di pagamento) rispetto alle difese degli appellanti.
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Azione revocatoria: vendita immobile tra coniugi
La Corte d'Appello di Firenze ha rigettato l'appello di due coniugi, confermando l'inefficacia della vendita della quota di un immobile dal marito alla moglie. La sentenza stabilisce che l'azione revocatoria è esperibile anche in presenza di un credito litigioso. La Corte ha ritenuto che la vendita avesse creato un pregiudizio concreto per i creditori (eventus damni) e che entrambi i coniugi fossero consapevoli di tale pregiudizio (scientia damni), data la situazione di difficoltà finanziaria delle società garantite dal marito e lo stretto rapporto familiare.
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Responsabilità ente successore: i limiti del debito
La Corte di Cassazione ha stabilito i limiti della responsabilità di un Ministero per i debiti previdenziali di un'associazione soppressa le cui funzioni ha assorbito. La responsabilità dell'ente successore non è illimitata (ultra vires), ma circoscritta al valore dei beni ricevuti, includendo sia l'attivo netto della liquidazione sia le risorse strumentali trasferite. L'appello del Ministero è stato respinto perché, pur contestando la tesi della successione universale, non ha scalfito la seconda autonoma motivazione della sentenza d'appello, basata sull'art. 31 c.c., che fonda la responsabilità nei limiti di quanto ricevuto.
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Jus postulandi: ricorso inammissibile se manca procura
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Ente di Riscossione contro due contribuenti. La decisione non si è basata sulla prescrizione delle cartelle esattoriali, ma su un vizio procedurale: la carenza di 'jus postulandi'. L'Ente, infatti, si era avvalso di un avvocato privato senza dimostrare i presupposti necessari per derogare alla rappresentanza legale dell'Avvocatura Generale dello Stato, rendendo la procura invalida.
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Sospensione esecutività sentenza: analisi ordinanza
La Corte d'Appello di Firenze ha concesso una parziale sospensione dell'esecutività di una sentenza di primo grado. La decisione si fonda sulla probabile fondatezza dell'appello (fumus boni iuris), in particolare sull'eccezione di 'ne bis in idem', poiché parte del debito era già stata oggetto di una precedente sentenza definitiva. La sospensione riguarda il capitale, alcuni interessi e una parte del risarcimento, mentre è stata negata per altre voci di credito.
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Sospensione provvisoria esecuzione: quando si ottiene
La Corte d'Appello di Firenze ha concesso la sospensione provvisoria esecuzione di una sentenza di primo grado. La decisione si fonda sui presupposti introdotti dalla Riforma Cartabia: la valutazione preliminare di non manifesta infondatezza dell'appello e la presenza di un concreto rischio di danno grave e irreparabile per l'appellante. Quest'ultimo è stato dimostrato dalla precaria situazione finanziaria della controparte e da una procedura esecutiva già in corso a suo carico, elementi indicativi di scarsa solvibilità.
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Dichiarazione di emersione: termini non fungibili
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 610/2024, ha respinto il ricorso di un'azienda di trasporti contro una cartella esattoriale per contributi non versati. Il caso verteva sulla tardività di una dichiarazione di emersione di lavoratori irregolari. La Corte ha stabilito che i diversi termini previsti dalla legge per le varie procedure di regolarizzazione non sono intercambiabili, anche se producono effetti simili. Ogni procedura ha presupposti e scadenze specifiche che devono essere rispettate. L'ordinanza chiarisce anche i limiti per l'acquisizione di prove d'ufficio in appello e le regole sul litisconsorzio necessario nelle opposizioni a cartella esattoriale.
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Ricorso inammissibile: le conseguenze sull’appello
Un ente previdenziale ha impugnato una sentenza che aveva ridotto una sanzione per evasione contributiva a semplice omissione nei confronti di un'autorità di regolamentazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il ricorrente non ha contestato adeguatamente la ratio decidendi della decisione d'appello. Di conseguenza, anche il ricorso incidentale presentato dall'autorità è stato dichiarato inefficace, evidenziando l'importanza dei requisiti formali nell'impugnazione.
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Inquadramento previdenziale consorzi: la Cassazione
Un consorzio di installatori ha contestato la sua riclassificazione da parte dell'ente previdenziale dal settore artigiano a quello commerciale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per l'inquadramento previdenziale dei consorzi come artigiani, questi devono essere composti esclusivamente da imprese artigiane. La Corte ha sottolineato che la legislazione regionale, che può ammettere una composizione mista per altri fini, non può derogare alla normativa nazionale in materia di previdenza sociale.
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Prescrizione lavoro: Cassazione conferma la sospensione
Una società di trasporti ha impugnato una sentenza che riconosceva ad alcuni ex dipendenti il diritto a scatti di anzianità maturati anche durante l'apprendistato. In Cassazione, la società ha rinunciato ai motivi principali, contestando solo l'applicabilità della prescrizione. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, affermando un principio fondamentale sulla prescrizione lavoro: le riforme del 2012 e 2015, riducendo la stabilità del posto di lavoro, giustificano la sospensione dei termini di prescrizione per i crediti retributivi durante il rapporto, a causa del timore di ritorsioni del dipendente.
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Patrocinio Ente Riscossione: quando il ricorso è nullo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato dall'Ente di Riscossione per un vizio di rappresentanza legale. La decisione si fonda sul mancato rispetto di un protocollo che affida il patrocinio Ente Riscossione all'Avvocatura dello Stato, salvo specifiche eccezioni. L'assenza di tali eccezioni ha reso invalida la nomina di un avvocato privato, portando all'inammissibilità del ricorso.
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Ipoteca su immobile abusivo: la Cassazione dubita
Una società creditrice deteneva un'ipoteca su un terreno. Successivamente, i debitori vi hanno costruito un edificio abusivo, portando all'acquisizione gratuita del bene da parte del Comune. I tribunali di merito hanno ritenuto che tale acquisizione estinguesse l'ipoteca. Le Sezioni Unite della Cassazione, tuttavia, hanno sospeso il giudizio, sollevando una questione di legittimità costituzionale. Il dubbio riguarda la compatibilità di una norma che cancella la garanzia di un creditore incolpevole, senza indennizzo, con i principi di ragionevolezza, del diritto di azione e della tutela della proprietà, con particolare riferimento all'ipoteca su immobile abusivo. La parola passa ora alla Corte Costituzionale.
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Periodo di comporto: ferie per evitare il licenziamento
Un lavoratore è stato licenziato per superamento del periodo di comporto. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità del licenziamento, stabilendo che i giorni di ferie richiesti e concessi al termine della malattia interrompono il conteggio dei giorni di assenza, salvando così il posto di lavoro. La condotta dell'azienda, che ha riconsiderato quei giorni come malattia a distanza di tempo, è stata giudicata contraria a buona fede.
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Prescrizione esposizione amianto: quando inizia?
Un lavoratore esposto per anni all'amianto ha richiesto la rivalutazione dei contributi. L'ente previdenziale ha eccepito la prescrizione del diritto, sostenendo che il termine decennale decorresse dalla data di pensionamento. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 578/2024, ha ribaltato la decisione di secondo grado, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione esposizione amianto: il termine non decorre automaticamente dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la concreta consapevolezza di essere stato esposto al rischio. Tale consapevolezza deve essere accertata dal giudice di merito e non può essere presunta.
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Prescrizione rivalutazione amianto: quando decorre?
Un pensionato ha richiesto la rivalutazione dei contributi per esposizione ad amianto. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, considerando il diritto prescritto per decorrenza di dieci anni dalla data del pensionamento. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che la prescrizione rivalutazione amianto decorre non dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza dell'esposizione. L'onere di provare tale momento spetta all'ente previdenziale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Società in house: quando sussiste il controllo analogo
La Corte di Cassazione ha confermato la giurisdizione della Corte dei Conti sull'amministratore di una società interamente partecipata da un'Azienda Sanitaria. La decisione si fonda sulla qualificazione della società come 'società in house', affermando che il requisito del 'controllo analogo' da parte dell'ente pubblico sussisteva già nello statuto originario, ben prima di modifiche successive che lo hanno solo specificato. Di conseguenza, l'amministratore risponde del danno erariale davanti al giudice contabile.
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