LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Risoluzione concordato preventivo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione concordato preventivo di una società per inadempimento. La Corte ha stabilito che la mancata soddisfazione dei creditori, dovuta a una liquidità inferiore alle attese, giustifica la risoluzione a prescindere da una colpa specifica del debitore, poiché la funzione primaria del concordato è tutelare i creditori.
Continua »
Conguagli regolatori: la Cassazione rinvia la decisione
Una società fornitrice del servizio idrico ha richiesto a un utente il pagamento di conguagli regolatori per consumi risalenti a diversi anni prima. Il Tribunale ha ritenuto illegittima tale richiesta retroattiva. La Corte di Cassazione, investita del caso, ha sospeso la decisione (rinvio a nuovo ruolo), ritenendo necessario attendere la pronuncia delle Sezioni Unite su una questione analoga e di fondamentale importanza.
Continua »
Prescrizione cartella esattoriale: si può sempre agire
Un automobilista si oppone a un'intimazione di pagamento per una multa stradale, sostenendo l'avvenuta prescrizione del credito. I giudici di merito respingono la sua richiesta perché non aveva impugnato la cartella di pagamento originaria. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione, ha stabilito un principio fondamentale: la prescrizione della cartella esattoriale può essere fatta valere in qualsiasi momento con un'opposizione all'esecuzione, in quanto estingue il diritto stesso del creditore a procedere alla riscossione.
Continua »
Assegno senza luogo di emissione: quando è nullo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18151/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un creditore che agiva sulla base di un assegno senza luogo di emissione. I giudici hanno confermato la nullità del titolo come strumento esecutivo, ribadendo che tale requisito essenziale non può essere desunto indirettamente da altri elementi, come la sede della banca trattaria. L'assegno, seppur nullo, conserva il valore di promessa di pagamento, ma spetta al creditore l'onere di provare il rapporto sottostante che giustifica la pretesa.
Continua »
Servitù coattiva: quando la motivazione è apparente
Una disputa su un confine immobiliare approda in Cassazione. La Corte chiarisce la differenza tra azione di regolamento di confini e accertamento contrattuale, rigettando le doglianze sulla proprietà. Tuttavia, accoglie il ricorso in tema di servitù coattiva, cassando la decisione d'appello per 'motivazione apparente', in quanto il giudice non aveva spiegato adeguatamente le ragioni del rigetto della domanda di passaggio, specie in relazione all'accesso per persone con disabilità.
Continua »
Inammissibilità sopravvenuta: ricorso perso?
Un professionista ricorre in Cassazione per il mancato pagamento dei suoi compensi da parte di una società fallita. Durante il giudizio, dichiara di aver perso interesse alla causa. La Corte dichiara l'inammissibilità sopravvenuta del ricorso e compensa le spese legali tra le parti, escludendo il pagamento del doppio contributo unificato.
Continua »
Ricorso inammissibile: prova tardiva dell’identità
La Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della violazione del principio di autosufficienza e della tardiva produzione di documenti. L'avvocato ricorrente non ha provato tempestivamente l'identità della persona che rappresentava, portando alla reiezione delle sue domande. L'ordinanza sottolinea anche la diversità dei codici fiscali come elemento cruciale.
Continua »
Prova cessione credito: oneri del cessionario
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 18144/2024, ha rigettato il ricorso di alcuni garanti che si opponevano a un decreto ingiuntivo. Pur dichiarando inammissibile la costituzione in giudizio della società cessionaria del credito per mancata prova della titolarità dello specifico credito, la Corte ha respinto i motivi di ricorso dei garanti. È stato sottolineato che la questione sulla nullità delle fideiussioni per violazione della normativa antitrust non poteva essere sollevata per la prima volta in Cassazione. La decisione ribadisce l'importanza della corretta prova cessione credito e il principio di autosufficienza dei motivi di ricorso.
Continua »
Prova fallibilità: bilancio non depositato è valido?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la prova della fallibilità di un'impresa non si basa esclusivamente sui bilanci depositati. Con l'ordinanza n. 18141/2024, ha chiarito che un imprenditore può dimostrare di non superare le soglie di fallibilità anche attraverso documenti contabili interni, come un bilancio di verifica, sebbene non depositato al registro delle imprese. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva escluso tale prova a priori, imponendo ai giudici di merito una valutazione complessiva di tutta la documentazione prodotta per accertarne la veridicità.
Continua »
Notifica nulla: quando si converte in motivo d’appello
La Corte di Cassazione chiarisce che la nullità di una sentenza, dovuta alla mancata notifica dell'atto introduttivo a una delle parti, si converte in motivo di impugnazione. Se l'appello non viene proposto entro i termini decorrenti dalla notifica (anche se contestata) della sentenza, la parte perde il diritto di far valere il vizio. Il caso riguardava un liquidatore condannato personalmente senza essere stato citato in proprio, che ha visto il suo appello dichiarato inammissibile per tardività, decisione confermata dalla Suprema Corte perché la notifica nulla non era stata eccepita tempestivamente.
Continua »
Contratto di finanziamento: proposta e accettazione
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un garante in un contratto di finanziamento. Una differenza tra la richiesta iniziale e l'importo erogato è vista come controproposta accettata tacitamente con l'esecuzione. La Corte non può rivalutare nel merito l'interpretazione dei documenti, confermando la posizione di coobbligato del ricorrente.
Continua »
Carenza di interesse: ricorso inammissibile
Un avvocato ricorre in Cassazione contro la riduzione del compenso liquidato a un CTU. Durante il giudizio, una sentenza definitiva nel merito pone le spese a carico della parte soccombente, che rimborsa l'avvocato. La Cassazione dichiara quindi il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché il ricorrente ha già ottenuto quanto richiesto, rendendo inutile una pronuncia nel merito.
Continua »
Compenso amministratore giudiziario: no se c’è revoca
Un amministratore giudiziario, a cui era stato revocato l'incarico per condotte illegittime, ha richiesto un cospicuo saldo per la sua attività. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: il diritto al compenso dell'amministratore giudiziario è strettamente legato al corretto e fedele svolgimento dell'incarico. Poiché l'amministratore aveva agito in violazione dei suoi doveri, gli acconti già percepiti sono stati ritenuti sufficienti, escludendo qualsiasi ulteriore liquidazione.
Continua »
Collegamento negoziale: l’onere della prova in giudizio
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un consumatore che chiedeva la risoluzione di un contratto di finanziamento, sostenendo che fosse legato a un contratto di noleggio auto poi interrotto. La Corte ha stabilito che, per far valere il collegamento negoziale, non è sufficiente disconoscere il contratto di finanziamento per l'acquisto presentato dalla banca, ma è necessario provare attivamente, tramite la produzione del contratto di noleggio, il legame funzionale tra i due accordi. In assenza di tale prova, la domanda è stata respinta.
Continua »
Conguagli regolatori idrici: rinvio alle Sezioni Unite
In un caso riguardante i conguagli regolatori per il servizio idrico, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. A fronte di un ricorso presentato da una società di gestione idrica contro la decisione di un Tribunale che aveva annullato una fattura per consumi pregressi, la Corte ha deciso di sospendere il giudizio. La questione sulla legittimità di tali addebiti retroattivi e sulla giurisdizione competente è stata ritenuta di tale importanza da richiedere un pronunciamento delle Sezioni Unite, atteso in un caso analogo.
Continua »
Risarcimento unico per vittime di mafia: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che le vittime di un reato di tipo mafioso, commesso in concorso da più persone condannate in processi separati, hanno diritto a un risarcimento unico dal Fondo di solidarietà. Anche in presenza di più sentenze di condanna con liquidazione di provvisionali, se il fatto dannoso è unico, la prestazione risarcitoria non può essere duplicata. Il Fondo, intervenendo con funzione solidaristica, è tenuto a erogare una sola somma, corrispondente all'importo più elevato tra quelli liquidati, evitando un ingiustificato arricchimento della vittima. L'obbligazione dei colpevoli è infatti solidale ai sensi dell'art. 2055 c.c., il che implica un'unica prestazione dovuta.
Continua »
Compenso professionista delegato: la riduzione del 60%
La Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale di ridurre del 60% il compenso del professionista delegato in un'esecuzione immobiliare. La Corte ha ritenuto che la valutazione sulla semplicità dell'attività spetti al giudice di merito, purché la motivazione rispetti il 'minimo costituzionale' e non sia meramente apparente.
Continua »
Credito consortile: la Cassazione sulla prova nel fallimento
La Corte di Cassazione chiarisce la natura del credito consortile derivante da premi e ristorni. In caso di fallimento, il socio deve provare non solo il rapporto, ma anche l'esistenza di un attivo di gestione, presupposto per la distribuzione. La sola documentazione contabile interna è insufficiente come prova. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Clausola penale leasing: gli oneri del creditore
Una società di leasing, dopo aver risolto due contratti per inadempimento, ha chiesto l'ammissione al passivo del fallimento dell'utilizzatore per i canoni scaduti. La Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la domanda di insinuazione basata su una clausola penale leasing è inammissibile se il creditore non indica la somma ricavata dalla riallocazione del bene o non allega una stima attendibile del suo valore di mercato. Questa omissione impedisce al giudice di valutare l'eventuale eccessività della penale, rendendo la domanda incompleta.
Continua »
Prova del credito bancario: l’estratto conto in giudizio
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di recupero crediti, confermando che la prova del credito bancario in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo non può basarsi sul solo estratto di saldaconto. Quest'ultimo è valido solo per la fase monitoria. La Corte ha inoltre ribadito l'inammissibilità di documenti prodotti tardivamente in primo grado e in appello, sanzionando la ricorrente per lite temeraria data l'infondatezza dei motivi del ricorso.
Continua »