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Giurisprudenza Civile

Diritto di recesso socio: quando si perde il diritto?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto di recesso del socio è precluso quando, pur non votando la delibera finale di fusione, ha concorso alla realizzazione dell'intera operazione complessa. Nel caso specifico, alcuni soci di una holding in crisi avevano prima approvato atti fondamentali per un piano di salvataggio, come un aumento di capitale, per poi tentare di recedere dopo la delibera di fusione. La Corte ha ritenuto che il loro contributo causale all'operazione complessiva, inscindibile e programmata sin dall'inizio, escludesse la possibilità di esercitare il recesso, qualificando il loro comportamento come contrario a buona fede.
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Eccezione di incompetenza: i requisiti di validità
La Corte di Cassazione stabilisce che l'eccezione di incompetenza territoriale, in cause relative a diritti di obbligazione come l'azione revocatoria, deve contestare tutti i fori alternativi previsti dalla legge. Se l'eccezione è incompleta, viene dichiarata inammissibile e la competenza resta al giudice originariamente adito. Nel caso specifico, i convenuti avevano contestato solo alcuni dei fori possibili, rendendo la loro eccezione inefficace.
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Eredità transnazionale: la scissione e i debiti
In un complesso caso di eredità transnazionale di un cittadino britannico con beni mobili nel Regno Unito e immobili in Italia, la Corte di Cassazione interviene nuovamente. La Corte accoglie parzialmente i ricorsi, cassando la sentenza d'appello. Afferma che il giudice di merito ha errato nel negare l'istruttoria per provare la capienza del patrimonio mobiliare per un legato e ha commesso un errore nella doppia imputazione di alcuni debiti. Il caso viene rinviato per un nuovo esame su questi punti specifici e sulla cancellazione di una trascrizione.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia al ricorso
Una società alimentare ha presentato ricorso per regolamento di competenza contro una decisione della Corte d'Appello relativa a un contratto di franchising. Prima dell'udienza, la società ha rinunciato al ricorso e la controparte ha accettato. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando che in caso di accettazione della rinuncia non si provvede sulle spese di lite.
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Legittimazione agente riscossione: appello inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un agente della riscossione contro una sentenza che aveva dichiarato prescritti alcuni crediti previdenziali. La decisione si fonda sul principio della carenza di legittimazione dell'agente riscossione a contestare il merito della pretesa, come la prescrizione del debito. Tale facoltà, secondo la Corte, spetta esclusivamente all'ente impositore (es. INPS, INAIL), in quanto unico titolare del diritto di credito.
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Garanzia fondo PMI: il diritto di surroga del garante
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'ente gestore del fondo di garanzia per le PMI, che paga una parte del debito di un'impresa poi fallita, non è un coobbligato solidale ma un garante con un'obbligazione autonoma verso la banca finanziatrice. Di conseguenza, ha diritto di surrogarsi nei diritti del creditore e di insinuare il proprio credito nel fallimento, anche se il creditore originario non è stato integralmente soddisfatto. L'ordinanza chiarisce che la garanzia fondo PMI ha natura pubblicistica e non soggiace alle regole sulla duplicazione dei crediti previste per i coobbligati.
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Danno endofamiliare: risarcimento e prova presuntiva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24719/2025, si è pronunciata su un caso di danno endofamiliare richiesto da un figlio nei confronti del padre assente. Ribaltando la decisione della Corte d'Appello, ha stabilito che il danno derivante dalla violazione dei doveri genitoriali, pur non essendo 'in re ipsa', può essere provato tramite presunzioni. La prolungata e consapevole assenza di un genitore è un fatto notorio sufficiente a far presumere un'alterazione pregiudizievole nella vita del figlio, semplificando così l'onere della prova per la vittima.
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Soggettività giuridica: azione contro ospedale nullo
La Corte di Cassazione conferma che una causa per risarcimento danni da colpa medica non può essere intentata contro un presidio ospedaliero, in quanto mera articolazione organizzativa priva di soggettività giuridica. L'azione va diretta contro l'Azienda Sanitaria di riferimento. La Corte ha chiarito che, se la causa è avviata contro un'entità inesistente legalmente (un 'non-soggetto'), la domanda è inammissibile e non è possibile sanare il vizio integrando il contraddittorio con l'ente corretto.
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Illecito disciplinare magistrato: la sanzione resta?
Un magistrato, mentre ricopriva la carica di sindaco, è stato sanzionato disciplinarmente per aver commesso un fatto qualificabile come abuso d'ufficio. Successivamente, la legge ha abrogato il reato di abuso d'ufficio. Il magistrato ha quindi impugnato la sanzione, sostenendo che dovesse essere annullata in applicazione del principio della legge più favorevole (favor rei). La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'illecito disciplinare del magistrato è autonomo rispetto al reato. Le sanzioni disciplinari non hanno natura penale ma servono a tutelare il prestigio e l'onorabilità della magistratura. Di conseguenza, il principio del 'favor rei' non si applica e la sanzione disciplinare resta valida nonostante l'abrogazione del reato.
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Giudicato esterno e indennizzo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudicato esterno formatosi in una causa di risarcimento danni per sangue infetto è vincolante anche nel successivo giudizio per l'indennizzo previsto dalla legge 210/1992. La pronuncia chiarisce che l'accertamento definitivo sul momento in cui la vittima ha avuto conoscenza della patologia e del nesso causale, compiuto in un processo, non può essere rimesso in discussione in un altro procedimento tra le stesse parti, anche se con finalità diverse. Di conseguenza, la Corte d'Appello dovrà riesaminare la questione della decadenza basandosi su tale accertamento ormai definitivo.
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Competenza e-commerce: il foro del venditore prevale
Una società produttrice di tessuti ha citato in giudizio un'altra azienda per contraffazione del proprio marchio e concorrenza sleale, realizzate tramite vendite online. Il punto cruciale della controversia era la determinazione della corretta competenza territoriale e-commerce. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per gli illeciti commessi su internet, il foro competente è quello del luogo in cui ha origine l'attività illecita (la sede dell'inserzionista), e non il luogo di consegna del prodotto. Questa decisione mira a garantire la prevedibilità del giudice e a contrastare il fenomeno del 'forum shopping'.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha risolto un conflitto di giurisdizione sorto in un giudizio di opposizione a pignoramento. La Corte ha stabilito che la domanda di nullità di una garanzia per violazione di norme antitrust deve essere trattata dalla Sezione Specializzata in materia di Impresa, mentre tutte le altre questioni relative all'opposizione all'esecuzione restano di competenza del giudice ordinario. Questa decisione chiarisce i limiti della 'vis actrattiva' del tribunale specializzato, affermando la necessità di separare le cause quando non sussiste un legame di pregiudizialità tecnica. Viene quindi delineato un doppio binario per la gestione della competenza in caso di fideiussione antitrust.
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Rendiconto del curatore: quando non viene approvato
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ex curatore fallimentare la cui gestione era stata contestata. L'ordinanza conferma che per la mancata approvazione del rendiconto del curatore è sufficiente la dimostrazione di un 'danno potenziale' al patrimonio, non essendo necessaria la prova di un danno effettivo e già concretizzato. La Corte ha ritenuto che la negligenza nella scelta dei professionisti per la bonifica di un'area contaminata costituisse una grave violazione dei doveri di diligenza, giustificando il rigetto del rendiconto.
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Competenza sezioni specializzate: la vis attractiva
Un risparmiatore ha citato in giudizio una banca e la sua società di revisione per gravi perdite finanziarie. La Corte di Cassazione ha stabilito la competenza sezioni specializzate in materia di impresa, anche se la domanda contro la società di revisione era subordinata. La Corte ha affermato che la competenza funzionale e inderogabile della sezione specializzata attrae a sé l'intera causa, prevalendo anche sul foro del consumatore, in applicazione del principio della "vis attractiva".
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Fideiussione specifica: nullità e onere della prova
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante che chiedeva la nullità di una fideiussione specifica, sostenendo fosse conforme a un modello anticoncorrenziale. La Corte ha distinto questo caso dalle fideiussioni omnibus, affermando che per la fideiussione specifica spetta al garante provare l'esistenza di un'intesa illecita a monte, prova che non è stata fornita.
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Firma ordinanza Cassazione: solo il Presidente firma?
Un cittadino ha promosso un'azione di nullità contro un'ordinanza della Corte di Cassazione, sostenendo la sua invalidità per la mancata firma del giudice relatore. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che, a differenza della sentenza, per la validità della firma dell'ordinanza Cassazione è sufficiente la sola sottoscrizione del Presidente, come previsto dal codice di procedura civile. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato per lite temeraria.
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Regolamento di Competenza: limiti e inammissibilità
Un'azienda e i suoi garanti citano in giudizio una banca per nullità di contratti bancari e di fideiussioni per violazione della normativa antitrust. Il caso, passato dal Tribunale ordinario alla Sezione specializzata per le imprese, genera un conflitto di giurisdizione. La Corte di Cassazione interviene dichiarando inammissibile il regolamento di competenza, chiarendo i rigidi presupposti per sollevare un conflitto tra giudici, in particolare in relazione alla connessione tra cause di diversa materia.
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Ricorso inammissibile: come evitare l’errore fatale
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi di appello erano confusi e mescolavano diverse censure. La sentenza sottolinea l'importanza della specificità dei motivi di ricorso per evitare sanzioni pecuniarie. Il caso riguardava una controversia bancaria su un conto corrente e un mutuo.
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Legittimazione socio unico: la Cassazione decide
Un socio unico di S.r.l. impugnava un avviso fiscale notificato alla società dopo il sequestro delle sue quote e la nomina di un nuovo amministratore. La Cassazione ha negato la legittimazione socio unico, accogliendo il ricorso dell'Agenzia delle Entrate. La sentenza è stata cassata senza rinvio perché l'azione non poteva essere proposta in origine, stabilendo che il socio non può sostituirsi all'organo amministrativo nei rapporti con terzi.
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Interesse ad agire: quando è inammissibile il ricorso
Una creditrice, già in possesso di un'ordinanza di assegnazione, ha agito contro un istituto di credito per ottenere un nuovo assegno circolare dopo la prescrizione del primo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per mancanza di un concreto e specifico interesse ad agire, ribadendo che possedere un titolo esecutivo preclude di norma un'ulteriore azione giudiziaria se non si dimostra un'utilità aggiuntiva e non già offerta dal titolo in proprio possesso.
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