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Giurisprudenza Civile

Opposizione atti esecutivi: no a contestazioni tardive
Una società debitrice ha presentato opposizione agli atti esecutivi contro un decreto di trasferimento, lamentando che l'immobile venduto all'asta fosse diverso da quello originariamente pignorato a seguito di una riduzione del pignoramento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che ogni presunta irregolarità relativa alla riduzione del pignoramento o all'ordinanza di vendita doveva essere contestata tempestivamente con un'apposita opposizione e non dopo l'emissione del decreto di trasferimento. La Corte ha inoltre ribadito che il "prezzo giusto" per la sospensione della vendita è quello raggiunto tramite una procedura regolare, non il valore di mercato.
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Ordine di esibizione bancario: onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due clienti contro un istituto di credito, confermando che l'onere della prova spetta al correntista. Un ordine di esibizione bancario per ottenere la documentazione può essere concesso solo se il cliente ha già richiesto i documenti alla banca ai sensi dell'art. 119 T.U.B. e quest'ultima non li ha forniti senza giustificato motivo. L'istanza al giudice non può essere uno strumento per eludere il proprio onere probatorio.
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Mansioni superiori: quando spetta la qualifica?
Un lavoratore ha richiesto il riconoscimento delle mansioni superiori di livello dirigenziale, ma la sua domanda è stata respinta. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che, in base al regolamento aziendale applicabile, era necessario non solo svolgere compiti di alto livello, ma anche essere formalmente preposto alla direzione di un ufficio. Poiché il lavoratore non ricopriva tale ruolo, il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile, in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità.
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Improcedibilità del ricorso: l’onere del deposito
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso in una causa tra vicini per il mancato deposito della relazione di notificazione della sentenza impugnata. L'ordinanza sottolinea come questo adempimento formale sia un requisito indispensabile, la cui omissione rende inevitabile la sanzione processuale, anche se nel ricorso si dà atto dell'avvenuta notifica. La decisione ribadisce il rigore richiesto negli adempimenti per l'accesso al giudizio di legittimità.
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Giudicato esterno: vincolante per il trattamento economico
Una collaboratrice linguistica ha citato in giudizio un'università per ottenere differenze retributive basandosi su una precedente sentenza passata in giudicato. I tribunali di merito avevano respinto la richiesta, ritenendo che una nuova legge avesse superato il precedente giudicato. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che il giudicato esterno formatosi su un rapporto di durata è vincolante anche per il futuro, a meno che non intervengano fatti o norme *successive* alla sua formazione. Poiché la legge in questione era preesistente alla formazione del giudicato, quest'ultimo mantiene la sua piena efficacia.
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Incarico extraistituzionale: obbligo autorizzazione
Un infermiere del servizio sanitario pubblico è stato licenziato per aver svolto un incarico extraistituzionale come presidente di una cooperativa senza autorizzazione, oltre che per un'assenza ingiustificata e un debito orario. La Corte di Cassazione ha confermato il licenziamento, stabilendo che anche se l'attività in cooperativa non rientra nell'incompatibilità assoluta, essa richiede sempre una preventiva autorizzazione formale da parte dell'amministrazione. La mancata richiesta costituisce un grave illecito disciplinare.
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Principio dell’apparenza: appello inammissibile
Un debitore ha impugnato con appello ordinario una decisione che il giudice di primo grado aveva qualificato come opposizione agli atti esecutivi. La Corte d'Appello ha dichiarato l'impugnazione inammissibile, poiché per tale tipo di decisione è previsto solo il ricorso straordinario in Cassazione. La Suprema Corte ha confermato la decisione, ribadendo l'importanza del principio dell'apparenza: il mezzo di impugnazione corretto è determinato dalla qualificazione data dal primo giudice, anche se errata.
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Distanze tra costruzioni: Stato vs Regione, chi vince?
Un costruttore edifica un immobile violando le distanze legali, invocando una norma regionale. La Corte di Cassazione interviene, confermando che la normativa statale sulle distanze tra costruzioni prevale. Le deroghe regionali sono ammesse solo se inserite in piani urbanistici complessi e non per singoli interventi edilizi. Di conseguenza, l'ordine di arretramento della costruzione è stato confermato.
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Contratto di franchising: obblighi e buona fede
Una società affiliata ha risolto unilateralmente il proprio contratto di franchising, accusando l'affiliante di concorrenza sleale per l'apertura di nuovi punti vendita. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, ritenendo illegittima la risoluzione dell'affiliato e configurandola come un grave inadempimento. La sentenza chiarisce i limiti dell'obbligo di buona fede in assenza di una clausola di esclusiva territoriale, sottolineando l'importanza della chiara pattuizione contrattuale.
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Scorrimento graduatoria: chi decide? Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9829/2024, ha stabilito che le controversie relative allo scorrimento graduatoria nei concorsi pubblici rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che, una volta conclusa la procedura concorsuale, la pretesa del candidato idoneo all'assunzione costituisce un diritto soggettivo, poiché l'amministrazione agisce con la capacità di un datore di lavoro privato e non esercita più un potere autoritativo. Di conseguenza, è stato annullato il verdetto della Corte d'Appello che aveva erroneamente declinato la giurisdizione in favore del giudice amministrativo.
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Mansioni superiori: qualifica di inviato speciale
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello, riconoscendo le mansioni superiori di 'inviato speciale' a una giornalista, nonostante la mancanza di una nomina scritta. La Suprema Corte ha stabilito che lo svolgimento effettivo delle mansioni prevale sui requisiti formali. Il ricorso dell'azienda radiotelevisiva, basato sulla necessità di un atto scritto e sulla natura del programma televisivo, è stato respinto. La sentenza sottolinea che l'interpretazione dei requisiti contrattuali, come il periodo di 'biennio solare', rientra nella competenza del giudice di merito se logicamente motivata.
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Distanze tra costruzioni: la Cassazione e la CTU
In un caso di violazione delle distanze tra costruzioni, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito che condannava un proprietario alla riduzione in pristino del proprio terrazzo. La Corte ha stabilito che i giudici d'appello hanno errato nel qualificare l'opera come 'nuova costruzione' senza un'adeguata motivazione e discostandosi immotivatamente dalle conclusioni della Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU), che aveva escluso un aumento di volume. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
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Revocazione tardiva: quando il deposito è decisivo
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nei procedimenti speciali come quelli fallimentari, la domanda di revocazione è da considerarsi tardiva se l'atto non viene depositato in cancelleria entro il termine di legge, anche se notificato tempestivamente. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un imprenditore, confermando che la forma del rito originario (ricorso) prevale, rendendo il momento del deposito, e non quello della notifica, il fattore determinante per la tempestività dell'impugnazione.
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Indennità terapia intensiva: non per gli autisti
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità di terapia intensiva non spetta all'autista di ambulanza, anche se svolge compiti di supporto al personale medico. Con l'ordinanza n. 9781/2024, la Suprema Corte ha chiarito che tale emolumento è strettamente legato all'assegnazione stabile e formale a specifiche unità operative (come rianimazione o terapie intensive), come previsto dalla contrattazione collettiva. Viene così ribaltata la decisione dei giudici di merito, che avevano riconosciuto il diritto del lavoratore basandosi sulle mansioni di fatto svolte e sul principio di equa retribuzione. La Corte ha invece affermato il primato della fonte contrattuale collettiva nella determinazione dei trattamenti economici nel pubblico impiego, escludendo estensioni analogiche per mansioni non esplicitamente contemplate.
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Personale Ambasciate: Leggi Speciali per Licenziamento
Una dipendente di un'ambasciata italiana, licenziata per un presunto schema di 'legalizzazioni rapide', ha impugnato il provvedimento sostenendo l'errata applicazione delle norme disciplinari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che al personale delle ambasciate assunto localmente si applica la disciplina speciale prevista dal d.P.R. 18/1967 e non le norme generali sul pubblico impiego, confermando la legittimità del licenziamento.
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Travisamento della prova: i rimedi secondo la Cassazione
Le Sezioni Unite della Cassazione chiariscono i confini del vizio di travisamento della prova. In un caso relativo a notifiche fiscali, la Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso basato su un presunto errore di valutazione documentale. La sentenza stabilisce che una mera svista del giudice su un fatto probatorio non è appellabile in Cassazione, ma va contestata con la revocazione (art. 395 c.p.c.). Il ricorso è ammesso solo se l'errore riguarda un atto processuale o un punto controverso tra le parti, configurando un error in procedendo.
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Lavoro subordinato convivente: quando è retribuito?
La Corte di Cassazione ha confermato che l'attività lavorativa svolta da una donna per l'impresa del proprio compagno costituisce un rapporto di lavoro subordinato convivente. Nonostante il legame affettivo, la natura continuativa, stabile e assorbente delle mansioni, essenziali per l'attività commerciale, ha prevalso sulla presunzione di gratuità, giustificando il diritto alla retribuzione.
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Mantenimento trattamento economico nel pubblico impiego
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'Amministrazione pubblica, confermando il diritto di una dipendente, trasferita da un ente partecipato tramite una procedura speciale di reclutamento, al mantenimento del trattamento economico complessivo goduto in precedenza. La decisione si fonda sull'interpretazione del termine 'corrispondente' usato dal legislatore, che impone un'equiparazione non solo della retribuzione base ma dell'intero assetto economico, respingendo la tesi restrittiva dell'Amministrazione.
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Interposizione illecita: quando il contratto è nullo
Un lavoratore, formalmente assunto come apprendista da un'impresa individuale, ha lavorato di fatto per una grande società di servizi. I tribunali hanno riconosciuto questa situazione come un caso di interposizione illecita di manodopera, dichiarando nullo il contratto di apprendistato e stabilendo un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con la società utilizzatrice. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, dichiarando inammissibile il ricorso della società e consolidando la tutela del lavoratore.
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Onere della prova: incentivo negato per prove generiche
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva un incentivo economico. La decisione si fonda sulla violazione dell'onere della prova da parte della lavoratrice, le cui richieste sono state ritenute troppo generiche. La Corte ha chiarito che la tardiva costituzione in giudizio dell'ente pubblico non impediva a quest'ultimo di contestare i fatti, trattandosi di 'mere difese' non soggette a preclusioni.
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