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Giurisprudenza Civile

Errore materiale sentenza: quando non invalida la decisione
Un'associazione di imprese si è opposta a un'ingiunzione di pagamento. L'appello è stato dichiarato inammissibile per tardività. L'associazione ha impugnato la decisione in Cassazione, lamentando un errore materiale sentenza, ovvero la data di deliberazione anteriore a quella dell'udienza finale. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che si presume un semplice errore materiale quando la data di pubblicazione è successiva all'udienza, senza ledere il diritto di difesa.
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Blocco contratti PA: valido per dipendenti privati?
Un gruppo di dipendenti comunali, il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo di diritto privato (CCNL Edili), ha richiesto il riconoscimento di aumenti retributivi. La Corte d'Appello ha respinto la richiesta, applicando il blocco contratti PA in vigore per il pubblico impiego, sostenendo la prevalenza della natura pubblica del datore di lavoro. I lavoratori hanno fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, ritenendo la questione di particolare importanza e non ancora risolta in giurisprudenza, ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui rinvia il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza quindi pronunciarsi sul merito della controversia.
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Blocco contrattazione pubblica: si applica a CCNL privati?
La Corte di Cassazione affronta un caso cruciale riguardante l'applicabilità del blocco contrattazione pubblica a dipendenti di un ente locale assunti con un contratto collettivo del settore privato (CCNL Edilizia). I lavoratori chiedevano l'adeguamento salariale negato dall'ente in virtù delle norme sul contenimento della spesa pubblica. Riconoscendo la novità e la rilevanza della questione, mai affrontata prima in questi termini, la Suprema Corte ha deciso di non pronunciarsi immediatamente, disponendo il rinvio della causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.
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Errore materiale contratto: quando è escluso?
Un ente previdenziale vende degli appartamenti sostenendo, in seguito, che due autorimesse siano state incluse per errore come parti comuni condominiali. I tribunali di primo e secondo grado danno torto all'ente, ritenendo la volontà contrattuale chiara. La Corte di Cassazione conferma la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso dell'ente. La Corte stabilisce che non si tratta di un errore materiale contratto, ma di una questione di interpretazione dei fatti, non rivalutabile in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una 'doppia conforme'.
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Blocco contrattazione pubblica: vale per i CCNL privati?
La Corte di Cassazione esamina se il blocco della contrattazione pubblica, imposto per il triennio 2010-2012, si estenda anche ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo di diritto privato. Ritenendo la questione di particolare importanza e non ancora risolta, l'ordinanza interlocutoria rinvia la causa a una pubblica udienza per una decisione più approfondita, che sarà assunta con sentenza.
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Dies a quo appello: quando decorre il termine?
Un fideiussore si opponeva a un decreto ingiuntivo, ma la sua opposizione veniva dichiarata improcedibile. L'appello successivo veniva ritenuto tardivo. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che il dies a quo appello per le sentenze emesse ai sensi dell'art. 281 sexies c.p.c. decorre dalla data della pronuncia in udienza, che equivale a pubblicazione, e non dalla successiva data di inserimento nel registro cronologico da parte del cancelliere. L'assenza degli avvocati al momento della lettura è irrilevante.
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Decadenza impugnazione contratto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20579/2024, ha confermato la decadenza dall'impugnazione del contratto per un lavoratore in somministrazione. L'impugnazione tempestiva dell'ultimo contratto non salva dalla decadenza per i contratti precedenti, se non contestati nei termini di legge. La Corte ha stabilito che l'eccezione di decadenza, anche se formulata genericamente citando le norme, è valida se il fatto generatore (il decorso del tempo) è desumibile dagli atti.
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Stabilizzazione precari scuola: esclude i danni?
Una docente, dopo anni di contratti a termine, ha ottenuto la stabilizzazione. Nonostante ciò, ha richiesto un risarcimento per l'abuso subito. La Corte di Cassazione ha stabilito che la stabilizzazione dei precari scuola è di per sé una sanzione adeguata e sufficiente, escludendo quindi il diritto a un ulteriore risarcimento economico, salvo prova di danni specifici. La Corte ha confermato che l'assunzione a tempo indeterminato sana l'illegittimità pregressa.
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Ricorso tardivo in Cassazione: i termini perentori
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile l'appello di un istituto di credito contro una decisione fallimentare. Il motivo è un ricorso tardivo in Cassazione, presentato oltre il termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione via PEC del provvedimento. La Corte ha verificato autonomamente la data della notifica, stabilendo un importante principio sulla prova della tempestività dell'impugnazione.
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Revocatoria ordinaria: la conoscenza della crisi
Una società fallita aveva ottenuto finanziamenti garantiti da ipoteca nell'ambito di un piano di risanamento. Il curatore ha agito in revocatoria ordinaria, sostenendo che gli istituti di credito fossero a conoscenza dello stato di insolvenza. La Cassazione ha cassato la decisione di merito, ritenendo che il giudice non avesse considerato un fatto decisivo: la mancata iniezione di liquidità da parte dei soci, sostituita da un'operazione contabile, era un elemento noto alle banche fin dall'inizio e cruciale per dimostrare la loro consapevolezza della crisi (scientia decoctionis), rendendo l'ipoteca potenzialmente inefficace.
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Delibere condominiali nulle: la Cassazione decide
Una società costruttrice, esonerata dal pagamento delle spese condominiali per le unità invendute in base al regolamento, impugna una delibera che le addebita tali costi. La Corte di Cassazione, richiamando un principio delle Sezioni Unite, stabilisce che non si tratta di delibere condominiali nulle, bensì annullabili. La delibera, infatti, non mirava a modificare permanentemente i criteri di ripartizione, ma rappresentava una loro erronea applicazione al caso specifico. Di conseguenza, l'impugnazione, avvenuta oltre il termine di 30 giorni, è stata respinta come tardiva.
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Errore di fatto: quando non si può revocare la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20566/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, chiarendo la netta distinzione tra errore di fatto e errore di giudizio. La Corte ha stabilito che un presunto errore del giudice su punti già discussi nel processo o sulla valutazione delle prove costituisce un errore di giudizio, non un errore di fatto idoneo a giustificare la revocazione della decisione.
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Domanda trasversale: termini e condizioni di validità
Un acquirente immobiliare ricorre in Cassazione contro un'azione revocatoria promossa nei suoi confronti dagli eredi del venditore tramite una domanda trasversale. L'acquirente sostiene la tardività della domanda. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che l'onere di dimostrare la tardività spetta a chi la eccepisce, specificando ogni dettaglio procedurale. Inoltre, la Corte ha ribadito il principio del giudicato interno: se la questione della tardività non viene sollevata in appello, non può più essere discussa in Cassazione.
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Ipoteca su beni futuri: quando è valida?
La Corte di Cassazione analizza la validità di un'ipoteca su beni futuri, specificamente un immobile in costruzione. La Corte ha stabilito che l'ipoteca diventa efficace nel momento in cui l'immobile viene ad esistenza, ovvero quando acquisisce una sua identità specifica, anche se non del tutto completato. La valutazione di tale 'venuta ad esistenza' è una questione di fatto riservata al giudice di merito. La sentenza affronta anche importanti questioni procedurali, come la decorrenza dei termini per l'impugnazione in caso di correzione di errore materiale della sentenza e la condanna alle spese per la parte intervenuta solo in appello.
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Licenziamento collettivo: fungibilità e onere prova
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di un licenziamento collettivo, stabilendo che la valutazione della fungibilità delle mansioni deve considerare l'intero bagaglio professionale del lavoratore, non solo l'ultima posizione ricoperta. La Corte ha rigettato il ricorso di un'azienda che non aveva correttamente comparato la dipendente licenziata con altri colleghi in posizioni fungibili e con punteggio inferiore.
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Superficie utile: contano anche i locali separati
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini dell'agevolazione 'prima casa', nel calcolo della superficie utile si devono includere anche i locali fisicamente separati dall'abitazione principale (es. lavanderia, sgombero) se sono funzionalmente serventi ad essa. Il criterio determinante è la loro potenziale utilizzabilità per le esigenze della vita quotidiana, non il collegamento strutturale.
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Ipoteca giudiziale: quando si cancella per pagamenti
La Corte di Cassazione conferma la cancellazione di un'ipoteca giudiziale iscritta da un'ex coniuge a garanzia dell'assegno di mantenimento. Sebbene la sentenza di separazione costituisca un titolo valido, l'iscrizione è illegittima se il debitore ha sempre pagato regolarmente e non sussiste un concreto pericolo di inadempimento. La Corte ha ritenuto che l'iscrizione in assenza di tale rischio costituisca un abuso del diritto, sanzionabile per responsabilità aggravata.
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Errore di fatto: limiti della revocazione in Cassazione
Una lavoratrice ha richiesto la revocazione di un'ordinanza della Corte di Cassazione, sostenendo un errore di fatto nella valutazione delle prove relative a un rapporto di lavoro subordinato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che gli presunti errori su punti già decisi costituiscono errori di giudizio e non il specifico "errore di fatto" richiesto dalla legge per la revocazione.
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Lettere di patronage: la garanzia dello Stato estero
La Cassazione ha confermato la condanna di due enti pubblici di uno Stato estero a risarcire un'agenzia di credito italiana. Le dichiarazioni rilasciate dagli enti, definite 'lettere di patronage', sono state interpretate non come mere rassicurazioni, ma come vere e proprie garanzie vincolanti per i debiti di una società pubblica locale, obbligando gli enti al pagamento.
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Ricorso inammissibile: le conseguenze dell’abuso
L'appello di un debitore contro una procedura di esecuzione forzata è stato respinto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della sua stesura confusa ed eccessivamente prolissa, in violazione delle norme procedurali. Questa decisione su un ricorso inammissibile ha comportato la condanna del ricorrente per abuso del processo giudiziario, sottolineando l'importanza della chiarezza e della sinteticità negli atti legali.
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