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Giurisprudenza Civile

Deposito telematico appello: la data che conta
Una società proponeva appello avverso una sentenza notificando l'atto l'ultimo giorno utile, ma il deposito telematico appello veniva registrato dalla cancelleria due giorni dopo la scadenza. La Cassazione ha confermato l'inammissibilità dell'appello, chiarendo che nei procedimenti soggetti al rito del lavoro, la tempestività è determinata dalla data di deposito dell'atto in cancelleria, non dalla data di notifica.
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Verbale di accertamento: quando non è impugnabile?
La Corte di Cassazione chiarisce che un verbale di accertamento per violazioni ambientali, a differenza delle multe stradali, non è direttamente impugnabile. L'opposizione è ammissibile solo contro la successiva ordinanza-ingiunzione. Nel caso di specie, un cittadino aveva contestato un verbale per trasporto di rifiuti senza formulario, ma la sua azione è stata dichiarata inammissibile perché proposta prematuramente contro un atto non definitivo.
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Indennità di regolarizzazione: quando spetta al lavoratore
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità di regolarizzazione spetta al lavoratore per il solo fatto di aver avviato la procedura sanzionatoria nei confronti di un passeggero senza biglietto, indipendentemente dall'effettivo incasso della somma. La decisione si fonda sull'interpretazione letterale del contratto aziendale, che non collega il diritto all'indennità alla riscossione, a differenza di altre voci retributive variabili. Il ricorso dell'azienda di trasporti è stato quindi respinto.
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Ricorso inammissibile: i requisiti del ricorso
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da alcuni dipendenti contro un'azienda sanitaria. La decisione si fonda su vizi di forma, come la mancata esposizione dei fatti di causa, e su errori di diritto, tra cui l'impossibilità di denunciare in Cassazione la violazione di contratti collettivi regionali. Il ricorso è stato respinto con condanna alle spese.
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Actio Negatoria Servitutis: Demolizione della scala
La Corte di Cassazione conferma la decisione di demolire una scala costruita sulla facciata di un immobile altrui. L'azione legale corretta è l'actio negatoria servitutis, con cui il proprietario chiede di dichiarare l'inesistenza di diritti vantati da terzi sul proprio bene. La Corte ha stabilito che la prova della proprietà può essere fornita con ogni mezzo, anche presuntivo, e ha rigettato la domanda di usucapione del costruttore della scala per mancata prova del possesso 'uti dominus'.
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Compensazione concordato preventivo e canoni locazione
Una società in concordato preventivo chiede il pagamento di canoni di locazione maturati dopo l'inizio della procedura. La banca conduttrice oppone in compensazione i propri crediti, sorti prima del concordato. I giudici di merito accolgono la tesi della banca, ma la Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema della compensazione nel concordato preventivo, ha rimesso la causa in pubblica udienza per una decisione di principio.
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Condono affissioni abusive: solo per manifesti politici
Un'associazione artistica è stata sanzionata per affissioni pubblicitarie non autorizzate. Il suo tentativo di avvalersi del condono affissioni abusive è stato respinto dalla Corte di Cassazione. I giudici hanno stabilito che la sanatoria prevista dalla Legge Finanziaria 2005 si applica esclusivamente ai manifesti di natura politica e non può essere estesa alla pubblicità commerciale, confermando il principio di stretta interpretazione delle norme agevolative.
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Incarichi dirigenza medica: non è un diritto automatico
Un dirigente medico, dopo cinque anni di servizio, rivendicava il diritto a un incarico superiore. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'assegnazione di incarichi dirigenza medica non è automatica. Tale conferimento dipende dalla disponibilità di posti, dalle risorse finanziarie e dal superamento di procedure di selezione, rientrando nella discrezionalità organizzativa dell'Azienda Sanitaria.
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Estinzione del processo: cosa succede con la rinuncia
Un fondo pensione aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza della Corte d'Appello che lo condannava alla riliquidazione della pensione complementare di alcuni ex dipendenti. Durante il giudizio, il fondo ha rinunciato al ricorso e le controparti hanno accettato. La Corte di Cassazione, di conseguenza, ha dichiarato l'estinzione del processo, rendendo definitiva la sentenza di secondo grado e compensando le spese legali tra le parti.
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Rivalsa IVA appalto: senza fattura non c’è diritto
Un appaltatore ha perso in giudizio una causa per il pagamento di lavori edili. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, confermando due principi chiave: l'eccezione di tardiva denuncia dei vizi deve essere sollevata tempestivamente, e il diritto di rivalsa IVA appalto sorge solo con l'emissione di una fattura. Non avendola mai emessa, l'appaltatore non poteva pretendere il pagamento dell'imposta dal committente.
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Carenza di interesse: ricorso inammissibile
Una società concessionaria autostradale chiedeva la demolizione di un manufatto costruito a distanza non regolamentare. Dopo una complessa vicenda processuale, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale del proprietario per sopravvenuta carenza di interesse, poiché la sua posizione era già stata salvaguardata dal rigetto del ricorso principale della società.
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Pagamento diretto subappaltatore: non è un obbligo
Una società di trasporti, subappaltatrice in un'opera pubblica, ha richiesto il pagamento diretto delle proprie prestazioni alla stazione appaltante. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il pagamento diretto subappaltatore previsto dal D.Lgs. 163/2006 è una mera facoltà e non un obbligo per l'ente pubblico, e che la L. 180/2011 non ha modificato tale principio.
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Patto non concorrenza: il mancato pagamento legittima?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21524/2024, chiarisce la validità del patto non concorrenza in un contratto di agenzia. Un agente violava il patto, giustificandosi con il mancato pagamento dell'indennità da parte dell'azienda. La Corte ha stabilito che il mancato pagamento non libera automaticamente l'agente dai suoi obblighi. È necessaria una valutazione comparativa della gravità dei rispettivi inadempimenti, basata sui principi di proporzionalità e buona fede, per stabilire se l'eccezione di inadempimento sia legittima. La sentenza della Corte d'Appello è stata cassata con rinvio.
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Nullità contratto d’appalto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto d'appalto per un'opera pubblica a causa della mancanza delle autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche. La sentenza sottolinea che l'assenza di questi permessi viola norme imperative e rende il contratto insanabilmente nullo, rigettando il ricorso di un'impresa costruttrice che richiedeva il pagamento dei lavori.
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Onere della prova: chi deve dimostrare il diritto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21523/2024, ha rigettato il ricorso di un agente contro una banca, chiarendo l'onere della prova nella restituzione degli anticipi provvigionali. La Corte ha stabilito che spetta alla società preponente dimostrare i fatti che giustificano la restituzione. Inoltre, ha confermato che l'indennità per mancato preavviso si prescrive in dieci anni, avendo natura risarcitoria.
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Giudicato decreto ingiuntivo: blocca nuove azioni?
Un ex amministratore di condominio, forte di un decreto ingiuntivo passato in giudicato per il rimborso di somme anticipate, si è opposto a una successiva richiesta del condominio di restituire un presunto avanzo di cassa. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'amministratore, stabilendo che il giudicato decreto ingiuntivo copre l'intero rapporto di dare e avere, precludendo azioni successive basate sugli stessi fatti contabili, poiché le due pretese sono legalmente incompatibili.
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Compenso avvocati pubblici: il CCNL prevale sempre
La Corte di Cassazione, con la sentenza 21520/2024, ha negato il diritto al compenso professionale a tre avvocati dipendenti di un'azienda ospedaliera per le cause con spese compensate. La Corte ha stabilito la prevalenza del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) sugli accordi individuali. Poiché il CCNL di settore prevedeva il pagamento degli onorari solo in caso di recupero delle spese dalla controparte, le clausole dei contratti individuali che estendevano tale diritto anche ai casi di compensazione sono state dichiarate nulle. Questa decisione riafferma il principio di inderogabilità della contrattazione collettiva nel pubblico impiego per quanto riguarda il compenso avvocati pubblici.
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Contratto a progetto: quando è nullo e si converte?
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto a progetto per mancanza di un progetto specifico, che di fatto coincideva con l'attività ordinaria dell'azienda. La Corte ha ribadito che tale vizio comporta la conversione del rapporto in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dall'inizio. È stato inoltre confermato il corretto inquadramento del lavoratore a un livello superiore sulla base delle mansioni specialistiche effettivamente svolte, a prescindere dall'assenza di compiti direttivi.
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Ricostruzione di carriera: sì al servizio integrale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21518/2024, ha rigettato il ricorso del Ministero, confermando il diritto di una docente alla piena valutazione del servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera. La Corte ha ribadito che la normativa nazionale (art. 485, D.Lgs. 297/1994) va disapplicata se crea una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, in violazione del diritto europeo.
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Responsabilità della banca per illeciti del dipendente
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un istituto di credito a risarcire un cliente per oltre un milione di euro, a causa di operazioni fraudolente compiute da un proprio dipendente. L'ordinanza ribadisce la piena responsabilità della banca quando l'illecito del dipendente è reso possibile dalle mansioni a lui affidate (nesso di occasionalità necessaria). La Corte ha inoltre chiarito che la pendenza di un giudizio su una querela di falso non obbliga alla sospensione del processo principale, essendo una facoltà del giudice.
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