LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Frazionamento del credito: Cassazione attende le SU
Una società cooperativa ha contestato l'abusivo frazionamento del credito per compensi professionali da parte di un avvocato. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema, ha sospeso il giudizio. La Corte attende la decisione delle Sezioni Unite per chiarire se tale pratica comporti l'improponibilità della domanda o solo conseguenze sulle spese processuali.
Continua »
Frazionamento del credito: la Cassazione si interroga
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato alle Sezioni Unite la questione sulle conseguenze del frazionamento del credito. Il caso nasce da un ricorso per il pagamento di compensi professionali, a cui la parte debitrice si è opposta sollevando l'abusivo frazionamento del credito da parte del professionista. Data l'esistenza di un contrasto giurisprudenziale sul tema, la Corte ha ritenuto necessario un intervento chiarificatore per stabilire se tale pratica comporti l'improponibilità della domanda o solo conseguenze sulla ripartizione delle spese processuali.
Continua »
Prova del credito nel fallimento: l’onere del fornitore
Un fornitore di energia si è visto respingere la richiesta di ammissione al passivo fallimentare di una società cliente. La Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo che né le fatture commerciali né un decreto ingiuntivo non definitivo costituiscono adeguata prova del credito nel fallimento. L'onere di dimostrare l'effettiva esecuzione della fornitura ricade interamente sul creditore, specialmente nei confronti del curatore, considerato un terzo estraneo al rapporto contrattuale.
Continua »
Ferie non godute: spetta l’indennità anche senza prove
Una dirigente medico, dopo le dimissioni volontarie, ha chiesto il pagamento dell'indennità per ferie non godute. L'azienda ospedaliera si è opposta, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando il diritto della lavoratrice. La Corte ha stabilito che la prova dell'impossibilità di fruire delle ferie può essere fornita anche tramite testimoni, senza necessità di richieste o dinieghi scritti, e ha ribadito importanti principi procedurali sui motivi di ricorso.
Continua »
Sanzione Disciplinare: Quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica contro una sanzione disciplinare di 14 giorni di sospensione. I motivi, incentrati sulla proporzionalità della sanzione e su vizi di motivazione, sono stati respinti. La Corte ha chiarito che non è possibile sollevare questioni nuove in sede di legittimità né richiedere un riesame dei fatti, confermando la decisione dei giudici di merito.
Continua »
Decadenza azione disciplinare: quando scattano i termini?
Un dipendente pubblico, sanzionato con la sospensione, ha impugnato il provvedimento sostenendo la decadenza dell'azione disciplinare per superamento dei termini. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il termine per contestare l'illecito non decorre dai primi accertamenti ispettivi, ma dal momento in cui l'ufficio competente acquisisce una "notizia di infrazione" completa e dettagliata, idonea a formulare un addebito preciso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Inammissibilità ricorso: i requisiti di specificità
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso di una socia che chiedeva l'ammissione al passivo fallimentare di un credito di 25.000 euro. Il rigetto si fonda sulla carenza di specificità dei motivi di appello, che non hanno criticato puntualmente la ratio decidendi della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che il ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni dei gradi precedenti, ma deve individuare e contestare specifici errori di diritto.
Continua »
Responsabilità collegio sindacale: doveri e oneri
La Corte di Cassazione conferma la sanzione irrogata dall'Organo di Vigilanza a un membro del collegio sindacale di un istituto di credito. La decisione sottolinea la gravità dell'omessa vigilanza attiva, anche su problematiche preesistenti, e ribadisce che la responsabilità del collegio sindacale non è esclusa dalla non vincolatività dei pareri di una banca tutor. L'ordinanza chiarisce che spetta al sindaco sanzionato provare di aver agito senza colpa.
Continua »
Termine decadenziale contributi: la Cassazione decide
Una professionista si è opposta a una richiesta di pagamento di contributi previdenziali. La sua domanda per un versamento ridotto era stata respinta per superamento del termine decadenziale. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione precedente, stabilendo che il termine decadenziale imposto dall'ente previdenziale era illegittimo perché rendeva eccessivamente difficile l'esercizio del diritto della contribuente, violando l'articolo 2965 del Codice Civile. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Cancellazione albo: decorrenza e diritto alla pensione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la decorrenza della cancellazione dall'albo professionale dipende dalla volontà dell'iscritto. Un ente previdenziale non può contestare la data se l'ordine professionale l'ha confermata, anche a distanza di anni, e se i contributi relativi al periodo contestato sono stati regolarmente accettati. La decisione conferma il diritto alla pensione di una professionista.
Continua »
Conguaglio espropriazione: quando non è dovuto
La richiesta di un Comune per un conguaglio espropriazione verso i membri di cooperative edilizie è stata respinta. La Cassazione ha confermato che la pretesa è infondata se l'ente non ha mai effettivamente pagato tale somma al proprietario originario dei terreni. La decisione si basa sul principio del pareggio economico e sull'inammissibilità di un ricorso che non contesta tutte le ragioni autonome della sentenza impugnata.
Continua »
Ricongiunzione contributi: l’accordo è vincolante
Un lavoratore ha contestato il costo della sua ricongiunzione contributi dopo aver accettato la proposta dell'ente previdenziale. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'accettazione genera un accordo di natura pubblicistica vincolante e irrevocabile, che impedisce qualsiasi successiva contestazione dell'onere economico calcolato.
Continua »
Domanda di ricongiunzione: la rinuncia è irrevocabile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14857/2024, ha stabilito che una volta presentata e accettata dall'ente previdenziale una domanda di ricongiunzione dei contributi, il procedimento si considera perfezionato. Una successiva rinuncia da parte del lavoratore è irrilevante e non consente di presentare una nuova domanda al di fuori delle specifiche e restrittive condizioni di legge. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva accolto la seconda istanza della lavoratrice, rigettando la sua domanda originaria.
Continua »
Conguaglio espropriazione: quando il comune non può chiederlo
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Comune che richiedeva un conguaglio espropriazione ai proprietari di immobili. La decisione si fonda su due principi: primo, il Comune non aveva mai sostenuto il costo iniziale che intendeva recuperare; secondo, l'obbligazione si era estinta per confusione. La Corte ha ribadito che, per essere ammissibile, un ricorso deve contestare tutte le ragioni autonome della sentenza impugnata.
Continua »
Vincolo espropriativo: appello inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Comune contro la decisione che lo condannava a pagare un'indennità per l'acquisizione di un terreno privato. La Corte ha stabilito che il vincolo urbanistico imposto per la realizzazione di una strada pubblica aveva natura di vincolo espropriativo. Il ricorso del Comune è stato respinto per motivi procedurali, in quanto generico, non specifico e volto a una non consentita rivalutazione dei fatti.
Continua »
Cessione crediti in blocco: prova e legittimazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14852/2024, si è pronunciata su un caso di azione revocatoria in cui era contestata la legittimazione del creditore, subentrato a seguito di una cessione crediti in blocco. La Corte ha stabilito che la sola pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del singolo credito se questa viene contestata. Tuttavia, ha ritenuto ammissibile la produzione del contratto di cessione in appello per fornire tale prova e ha confermato che la consapevolezza del danno da parte del terzo può essere provata anche tramite presunzioni basate su elementi come i rapporti di parentela.
Continua »
Azione revocatoria: ipoteca su beni del garante
Un istituto di credito ha intentato un'azione revocatoria contro due fideiussori che avevano concesso un'ipoteca sui propri beni a favore di una terza società, sostenendo che tale atto pregiudicasse il recupero del credito. La Corte di Cassazione ha confermato l'inefficacia dell'ipoteca, ribadendo i principi fondamentali dell'azione revocatoria, come la nozione di danno al creditore (eventus damni) e la consapevolezza del debitore (scientia damni). Tuttavia, ha parzialmente accolto il ricorso dei garanti sulla questione delle spese legali, stabilendo che la banca deve rimborsare le spese sostenute dalla garante risultata estranea al rapporto debitorio principale.
Continua »
Conferimento socio cooperativa: diritto al prezzo?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14850/2024, ha stabilito che il diritto del socio di una cooperativa agricola a ricevere un compenso per il conferimento dei propri prodotti non è automatico, ma dipende dalle specifiche previsioni dello statuto e del regolamento interno. Nel caso esaminato, un socio produttore di latte si è visto negare il pagamento a causa delle perdite registrate dalla cooperativa nell'anno di riferimento. La Corte ha chiarito che, sebbene esista un rapporto di scambio distinto dal contratto sociale, le sue modalità, inclusa la remunerazione, sono disciplinate dalle regole della cooperativa. Poiché il regolamento legava il valore definitivo del conferimento socio cooperativa ai risultati di bilancio, la perdita d'esercizio ha legittimamente escluso il diritto del socio al pagamento.
Continua »
Canone Telecomunicazioni Autostrade: Cassazione chiarisce
Una società di telecomunicazioni installava cavi in fibra ottica lungo la rete autostradale in base ad accordi che prevedevano un canone annuo. Con l'entrata in vigore del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (CCE), la società interrompeva i pagamenti, sostenendo che la nuova legge avesse eliminato tale onere. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante il principio generale del CCE volto a rimuovere oneri per favorire la concorrenza, una norma specifica (Art. 94) per le autostrade conferma l'obbligo di pagare un'indennità. Di conseguenza, il canone telecomunicazioni autostrade resta dovuto. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Tempo tuta: quando va pagato? La Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14848/2024, ha stabilito che il tempo impiegato da un lavoratore tra la timbratura del cartellino all'ingresso e il login alla propria postazione, così come il percorso inverso a fine turno, deve essere considerato orario di lavoro effettivo e quindi retribuito. Il caso riguardava alcuni dipendenti di una società di telecomunicazioni. La Corte ha rigettato il ricorso dell'azienda, affermando che questo lasso di tempo, definito 'tempo tuta', rientra nell'orario di lavoro quando le attività preparatorie sono necessarie, obbligatorie e soggette al potere direttivo del datore di lavoro, che decide l'organizzazione della sede e le procedure da seguire.
Continua »