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Giurisprudenza Civile

Abuso contratto a termine: quando scatta la decadenza?
La Cassazione stabilisce che, in una successione di contratti a tempo determinato, il termine per l'impugnazione decorre dalla fine dell'ultimo rapporto. Questa decisione consente di valutare l'intera sequenza contrattuale per accertare l'eventuale abuso contratto a termine e la sua trasformazione in un rapporto a tempo indeterminato, offrendo maggiore tutela al lavoratore.
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Piccola colonia: la prova del rapporto di lavoro
Una lavoratrice agricola si vede negare l'indennità di disoccupazione dopo che i giudici non riconoscono l'esistenza di un rapporto di piccola colonia. La Corte di Cassazione conferma la decisione, sottolineando che la prova del rapporto deve essere solida e convincente. L'assenza di elementi sufficienti a dimostrare la compartecipazione stagionale tipica della piccola colonia ha portato al rigetto del ricorso.
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Interpretazione contratto agenzia: oneri in Cassazione
La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sull'interpretazione di un contratto di agenzia. La Corte chiarisce che per contestare la lettura di una clausola non basta proporre un'interpretazione alternativa, ma è obbligatorio indicare specificamente quali canoni ermeneutici siano stati violati dal giudice di merito. La mancata specificità su questo punto rende il motivo di ricorso inammissibile.
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Motivazione Apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per motivazione apparente. La corte territoriale aveva accolto l'appello dei debitori basandosi unicamente sul difetto di legittimazione della società cessionaria del credito, intervenuta in causa, senza esaminare il merito della controversia. La Cassazione ha stabilito che il giudice deve sempre decidere nel merito, anche se l'intervenuto non prova la sua titolarità, poiché la parte originaria resta in giudizio.
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Retribuzione feriale: quali indennità includere?
Una società di trasporti è stata condannata a includere diverse indennità (trasferta, diaria, percorrenza) nel calcolo della retribuzione feriale dei suoi dipendenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'azienda, confermando il principio, derivante dal diritto europeo, secondo cui la paga durante le ferie deve essere complessiva e non deve dissuadere il lavoratore dal godere del proprio diritto al riposo.
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Contratto a termine nullo: quando è illegittimo?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13271/2024, ha rigettato il ricorso di un istituto di credito, confermando la nullità di un contratto a termine per genericità della causale. La Corte ha ribadito che la giustificazione per l'assunzione a tempo determinato, come un generico 'incremento di attività', deve essere specifica e dettagliata per essere valida. La nullità della clausola comporta la conversione del rapporto di lavoro in tempo indeterminato, e gli obblighi si trasferiscono al datore di lavoro cessionario in caso di trasferimento d'azienda.
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Azione revocatoria: la prova del terzo acquirente
La Corte di Cassazione esamina un caso di azione revocatoria su una vendita immobiliare stipulata tramite un contratto preliminare per persona da nominare. La venditrice, gravata da debiti, aveva promesso in vendita al marito la propria quota di un immobile, il quale ha poi nominato una terza persona come acquirente definitivo. La Corte chiarisce i criteri per valutare la consapevolezza del pregiudizio ai creditori da parte del terzo acquirente, soprattutto quando il credito sorge dopo il preliminare ma prima del rogito, annullando la decisione d'appello e specificando la corretta sequenza di valutazione degli stati soggettivi delle parti coinvolte.
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Ricorso inammissibile: onere della prova e motivi
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da un lavoratore che chiedeva il riconoscimento di mansioni superiori e il pagamento di lavoro straordinario. La decisione si fonda su vizi procedurali, ribadendo che la Corte Suprema non può riesaminare i fatti o le prove, ma solo questioni di diritto. Viene sottolineato come l'onere della prova gravi interamente sul lavoratore e come i motivi di ricorso debbano essere specifici e non generiche critiche alle sentenze precedenti.
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Ricusazione giudice: no incompatibilità per proposta
La Corte di Cassazione ha respinto un'istanza di ricusazione giudice. La parte ricorrente sosteneva che il magistrato, avendo redatto la proposta di definizione accelerata del giudizio, non potesse far parte del collegio giudicante. Citando una recente sentenza delle Sezioni Unite, la Corte ha stabilito che tale attività non costituisce motivo di incompatibilità, poiché la proposta non è una decisione definitiva e non pregiudica l'imparzialità del giudice.
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Prescrizione buonuscita: 5 anni per la richiesta
Un ex dipendente pubblico, passato a un nuovo impiego statale, ha richiesto la buonuscita dopo oltre cinque anni dalla cessazione del primo rapporto. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione d'appello, stabilendo che la prescrizione buonuscita è quinquennale e decorre dalla data di fine del rapporto di lavoro, non da un successivo atto amministrativo. La richiesta tardiva ha comportato la perdita del diritto.
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Quietanza di pagamento: valore e prova contraria
Un venditore, dopo aver rilasciato una quietanza di pagamento a saldo in un atto notarile per la cessione di un'azienda, ha citato in giudizio l'acquirente per ottenere il pagamento di somme residue. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13258/2024, ha rigettato il ricorso del venditore, confermando che la quietanza ha valore di confessione stragiudiziale. La Corte ha chiarito che, sebbene tale confessione possa essere superata da una confessione giudiziale di segno opposto da parte del debitore, la valutazione del materiale probatorio nel suo complesso spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se priva di vizi logici.
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Termini processuali: opposizioni e sospensioni feriali
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una cartella esattoriale perché presentato fuori tempo massimo. La decisione ribadisce che per le cause di opposizione all'esecuzione, i termini processuali non sono soggetti alla sospensione feriale, un principio che si estende a ogni fase del giudizio, inclusa quella di legittimità. Anche considerando la sospensione straordinaria per l'emergenza sanitaria, il ricorso è risultato tardivo.
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Adeguamento retributivo: onere della prova in ambasciata
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una ex dipendente di un'ambasciata che chiedeva un adeguamento retributivo per aver svolto mansioni superiori di traduttrice-interprete. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che la lavoratrice non ha fornito prove sufficienti e specifiche sulla prevalenza delle mansioni superiori rispetto a quelle contrattuali. L'ordinanza ribadisce che l'onere della prova grava interamente sul lavoratore che avanza tali pretese.
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Prescrizione del credito: notifica nulla non si sana
Un contribuente contesta un debito per prescrizione del credito, sostenendo che la notifica della cartella di pagamento era irregolare. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che un'intimazione di pagamento successiva, anche se regolarmente notificata, non può sanare il vizio della notifica originaria. Il giudice di merito deve quindi verificare la regolarità della prima notifica per decidere sulla prescrizione.
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Cessione ramo d’azienda: quando la prova è valida?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due risparmiatori, chiarendo il funzionamento della cessione ramo d'azienda nel settore bancario. La decisione sottolinea che la mancata contestazione specifica della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nel primo grado di giudizio rende il trasferimento di rapporti giuridici efficace nei confronti dei clienti, consolidando la posizione della banca cessionaria.
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Inammissibilità appello: i requisiti del ricorso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato l'inammissibilità dell'appello presentato dall'erede di una presunta vittima del dovere. La Corte d'Appello aveva già respinto l'impugnazione in quanto si limitava a riproporre le argomentazioni del primo grado senza criticare specificamente la sentenza. La Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che il ricorso non rispettava i principi di specificità e autosufficienza, non avendo riportato integralmente i contenuti della sentenza impugnata e delle censure mosse, rendendo impossibile per la Corte la valutazione del presunto errore procedurale.
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Responsabilità datore di lavoro e azione di regresso
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un'azienda e del suo legale rappresentante a rimborsare l'INAIL per un infortunio sul lavoro. L'ordinanza chiarisce che la responsabilità del datore di lavoro, già accertata in sede penale, fonda l'azione di regresso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti, compito non spettante alla Corte di legittimità, ribadendo i limiti del giudizio in Cassazione.
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Stabilizzazione precari: non sana l’abuso dei termini
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13292/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di pubblico impiego. Anche se un lavoratore precario ottiene la stabilizzazione, questa non cancella il suo diritto al risarcimento per l'abuso subito a causa della reiterazione di contratti a termine. La Corte ha chiarito che la stabilizzazione precari ottenuta tramite una procedura concorsuale non costituisce una misura riparatoria idonea, poiché rappresenta solo una mera 'chance' di assunzione e non un effetto diretto e immediato della condotta illecita del datore di lavoro pubblico. La sentenza di merito che aveva negato il risarcimento è stata quindi cassata con rinvio.
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Pensione lavoratori spettacolo: il calcolo corretto
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13266/2024, ha stabilito un importante principio sul calcolo della pensione lavoratori spettacolo. Il caso riguardava una costumista a cui era stata applicata retroattivamente la classificazione in un gruppo contributivo sfavorevole. La Corte ha chiarito che la suddivisione in gruppi A e B, introdotta dal D.Lgs. 182/97, non è retroattiva. Pertanto, per i periodi lavorativi antecedenti al 1997, si applicano le vecchie regole, mentre il criterio della prevalenza per l'inquadramento definitivo si applica solo ai periodi successivi alla riforma. La sentenza è stata cassata con rinvio per un nuovo calcolo.
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Giurisdizione servizio idrico: chi decide sulle bollette?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13246/2024, ha chiarito la questione sulla giurisdizione del servizio idrico. Un utente ha citato in giudizio la società fornitrice per aver ricevuto acqua non potabile, chiedendo un risarcimento e la riduzione del canone. La società ha eccepito il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, sostenendo la competenza di quello amministrativo. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la controversia riguarda un rapporto contrattuale privatistico tra utente e gestore, e non le scelte discrezionali della pubblica amministrazione. Pertanto, la giurisdizione spetta al giudice ordinario.
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