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Giurisprudenza Civile

Potere rappresentativo amministratore: limiti e validità
Un'impresa edile ha visto respingere il proprio ricorso dalla Cassazione in una controversia con un condominio. La Corte ha ribadito i limiti del potere rappresentativo dell'amministratore, specificando che non può validamente riconoscere un debito per lavori straordinari senza una specifica autorizzazione assembleare, né pattuire compensi extra non deliberati, agendo al di fuori del suo mandato.
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Revocatoria fallimentare: anomalo il pagamento terzo
Una società creditrice riceve il pagamento da un terzo, su delega del debitore poi fallito. La Cassazione conferma la revocatoria fallimentare di tale pagamento, qualificandolo come 'mezzo anomalo'. Questo sistema viola la par condicio creditorum e inverte l'onere della prova sul creditore, che deve dimostrare di non essere a conoscenza dello stato di insolvenza del debitore per evitare la restituzione delle somme.
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Revocatoria fallimentare e prova della scientia decoctionis
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30260/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società fornitrice contro un'azione di revocatoria fallimentare. La Corte ha confermato che la restituzione di merce (datio in solutum) costituisce un mezzo di pagamento anomalo. In tali casi, la conoscenza dello stato di insolvenza del debitore (scientia decoctionis) da parte del creditore è presunta, e spetta a quest'ultimo dimostrare il contrario. La Corte ha ritenuto sufficienti gli indizi valutati dal giudice di merito (protesti, vicinanza territoriale, pagamenti parziali) per confermare la decisione.
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APE sociale: ok con lavori brevi dopo licenziamento
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30258/2024, ha stabilito che un lavoratore ha diritto all'APE sociale anche se, dopo la perdita del lavoro principale, ha svolto contratti a tempo determinato di durata inferiore a sei mesi. Secondo la Corte, questi brevi periodi lavorativi non interrompono lo stato di disoccupazione necessario per accedere al beneficio. La decisione respinge il ricorso dell'ente previdenziale, chiarendo che i requisiti vanno valutati in riferimento all'ultimo rapporto di lavoro significativo cessato, e non alle successive occupazioni precarie.
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Efficacia riflessa giudicato: limiti e tutele
La Corte di Cassazione stabilisce che una sentenza definitiva tra datore di lavoro e INPS, che nega l'esistenza di un rapporto di lavoro, non ha efficacia riflessa vincolante per il lavoratore. Quest'ultimo, rimasto estraneo a quel giudizio, conserva il suo autonomo diritto di far accertare il rapporto ai fini pensionistici. La Corte chiarisce che i rapporti tra lavoratore, datore e istituto previdenziale sono distinti e bilaterali, non un unico rapporto trilaterale, impedendo così l'estensione automatica del giudicato.
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Fondo di Garanzia INPS: No se l’azienda è ceduta
La Cassazione nega l'accesso al Fondo di Garanzia INPS ai lavoratori di un'azienda ceduta in amministrazione straordinaria. Se il rapporto di lavoro prosegue con un acquirente solvente, quest'ultimo resta coobbligato per i crediti pregressi, nonostante accordi sindacali contrari. L'accordo privato non vincola l'INPS.
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Usura sopravvenuta: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30253/2024, ha affrontato il tema dell'usura sopravvenuta in un contratto di apertura di credito. Ha stabilito che se un tasso d'interesse, legittimo al momento della stipula, supera la soglia di usura in un momento successivo, la clausola contrattuale non diventa né nulla né inefficace. La Corte ha respinto il ricorso dei debitori, confermando che la pretesa della banca di riscuotere gli interessi al tasso originariamente pattuito non viola il principio di buona fede.
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Revocatoria fallimentare: pagamento con beni è anomalo
Un'impresa in crisi finanziaria paga un fornitore vendendogli dei beni (pani di ghisa) il cui valore viene poi compensato con il debito esistente. La Corte di Cassazione ha confermato che questa operazione costituisce un mezzo anomalo di pagamento, soggetto a revocatoria fallimentare, poiché la vendita era funzionalmente diretta a estinguere il debito in modo non ordinario, ledendo la parità di trattamento tra i creditori.
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Improcedibilità ricorso: onere deposito notifica
La Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità di un ricorso a causa del mancato deposito della prova di notifica della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che questo adempimento è un onere inderogabile del ricorrente per dimostrare la tempestività dell'impugnazione, specialmente quando il termine lungo è già scaduto.
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Revocatoria fallimentare del pagamento via delegazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30252/2024, ha confermato la revocatoria fallimentare di un pagamento eseguito da un terzo su delega del debitore, poi fallito. Tale modalità è stata qualificata come 'mezzo anormale di pagamento', facendo scattare la presunzione di conoscenza dello stato di insolvenza (scientia decoctionis) in capo al creditore. Poiché il creditore non è riuscito a fornire prova contraria, l'appello è stato dichiarato inammissibile e la revoca del pagamento confermata.
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Decreto di espulsione: ricorso valido senza deposito
Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione. Il Giudice di Pace ha dichiarato il ricorso inammissibile per mancato deposito dell'atto. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la legge non sanziona con l'inammissibilità il mancato deposito del decreto di espulsione in questo tipo di procedimenti, che devono essere improntati alla massima semplicità. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Legittimazione passiva e avvisi di pagamento nulli
La Corte di Cassazione ha annullato un avviso di pagamento emesso da una società concessionaria per l'occupazione di suolo pubblico. La decisione si fonda sulla mancata prova della legittimazione passiva della società. Quest'ultima non ha dimostrato di aver ricevuto dal Comune l'incarico di accertare anche le entrate patrimoniali, oltre a quelle tributarie. Di conseguenza, l'atto emesso è stato dichiarato nullo per difetto di potere.
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Azione revocatoria credito litigioso: la guida
La Corte di Cassazione ha confermato che un creditore può esercitare l'azione revocatoria anche se il suo credito è ancora oggetto di una causa in corso (credito litigioso). Il caso riguardava un fallimento che ha agito contro la vendita di un immobile effettuata da un suo debitore (a sua volta debitore per oltre 1,6 milioni di euro in un altro giudizio) a una società da lui stesso rappresentata. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della società acquirente, ribadendo che la funzione cautelare dell'azione revocatoria giustifica il suo utilizzo anche per crediti non definitivi, e ha confermato la responsabilità della società acquirente per aver successivamente rivenduto l'immobile a terzi, rendendone impossibile il recupero.
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Giurisdizione estera per liti tra eredi su società
In una controversia tra coeredi riguardante la gestione di partecipazioni societarie ereditate, la Corte di Cassazione ha affermato la giurisdizione estera. La Corte ha stabilito che la natura della lite non era successoria, bensì civile e commerciale, poiché verteva sull'abuso di diritti societari e su operazioni come aumenti di capitale. Di conseguenza, la competenza è stata determinata in base alla Convenzione di Lugano, che indicava i tribunali svizzeri come foro competente, dato il domicilio delle parti convenute e il luogo del presunto danno.
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Giurisdizione elenco ISTAT: chi decide? Cassazione
Una società concessionaria ha contestato la sua inclusione nell'elenco ISTAT delle amministrazioni pubbliche. La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso, ha enunciato un fondamentale principio di diritto sulla giurisdizione elenco ISTAT. La competenza è ripartita: il giudice amministrativo decide sull'annullamento generale dell'iscrizione, mentre la Corte dei conti ha giurisdizione limitatamente all'applicazione delle norme sul contenimento della spesa pubblica. Questa soluzione evita vuoti di tutela e garantisce il rispetto del diritto europeo.
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Correzione errore materiale: spese legali non dovute
La Corte di Cassazione, tramite una procedura di correzione errore materiale, ha annullato la propria precedente condanna al pagamento delle spese legali a carico di una società. La decisione si fonda sul fatto che la controparte, l'Amministrazione Finanziaria, non si era attivamente costituita in giudizio e non aveva svolto alcuna attività difensiva, rendendo così ingiustificata la liquidazione delle spese a suo favore.
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Rimessione Sezioni Unite: rinvio del ricorso
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio a nuovo ruolo di un ricorso. La decisione è motivata dalla pendenza di un'altra causa connessa, per la quale è stata disposta la rimessione alle Sezioni Unite. La Corte ha ritenuto opportuno attendere la pronuncia delle Sezioni Unite su una questione di massima importanza, prima di decidere il caso in esame, al fine di garantire uniformità di giudizio.
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Foro erariale: competenza fissa anche dopo rinuncia
La Corte di Cassazione chiarisce che la competenza del foro erariale, radicata dalla presenza di un'amministrazione statale come convenuta, persiste anche se l'attore rinuncia agli atti contro di essa. La competenza si determina al momento dell'avvio della causa, in base al principio di 'perpetuatio iurisdictionis', e le vicende successive, come la rinuncia, non possono modificarla. La Corte ha quindi respinto il ricorso, confermando la competenza del tribunale specializzato per le cause contro lo Stato.
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Errore di fatto revocatorio: Cassazione e merito
La Cassazione accoglie un ricorso per revocazione, riconoscendo un errore di fatto revocatorio. La Corte aveva precedentemente deciso una causa nel merito, ignorando una questione di fatto assorbita nel giudizio d'appello. Il provvedimento chiarisce che, in tali casi, la causa deve essere rinviata al giudice di merito per decidere la questione non esaminata, e non decisa direttamente in Cassazione.
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Clausola compromissoria: ratifica tacita e validità
Una società fornitrice ha contestato la validità di una clausola compromissoria, sostenendo che il contratto fosse stato firmato da un rappresentante senza poteri (falsus procurator) e che un precedente ordine indicasse la competenza del tribunale ordinario. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'esecuzione del contratto da parte della società costituisce una ratifica tacita dell'intero accordo, inclusa la clausola compromissoria, che quindi prevale e radica la competenza presso un collegio arbitrale.
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