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Giurisprudenza Civile

Variazione inquadramento Inail: quando decorre?
Una società ha contestato la retroattività di una variazione inquadramento Inail, che comportava un aumento dei premi da versare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, in assenza di colpa del datore di lavoro, la modifica ha effetto dal mese successivo alla comunicazione. La sentenza ribadisce il principio fondamentale di irretroattività a tutela dell'affidamento delle imprese.
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Licenziamento giusta causa: il caso della doppia conforme
Un ex quadro direttivo di un istituto di credito viene licenziato per irregolarità contabili e prelievi per oltre 700.000 euro. Dopo la conferma della legittimità del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del lavoratore, applicando il principio della "doppia conforme". La decisione sottolinea come il licenziamento per giusta causa sia fondato quando il vincolo fiduciario è irrimediabilmente compromesso.
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Adozione piena: Cassazione salva i legami affettivi
In un caso di adozione piena di minori, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto fondamentale. Pur confermando che l'adozione recide i legami giuridici con la famiglia d'origine, ha chiarito che il giudice può e deve valutare, caso per caso, il preminente interesse del minore a conservare relazioni socio-affettive significative e positive con alcuni parenti. La decisione, emessa a seguito di un intervento della Corte Costituzionale, introduce una flessibilità cruciale, distinguendo tra il piano formale-giuridico e quello affettivo-relazionale, ponendo il benessere psicologico del bambino al centro di ogni valutazione.
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Inefficacia garanzia: requisiti della diffida
Una banca ha finanziato un'impresa con un prestito garantito da un fondo pubblico. Al default dell'impresa, la banca ha chiesto il pagamento al garante, il quale ha contestato la validità della richiesta sostenendo che non rispettava i requisiti formali, causando l'inefficacia garanzia. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del garante. La Corte ha implicitamente confermato la decisione d'appello secondo cui, per evitare la decadenza della garanzia, è sufficiente una chiara manifestazione della volontà di riscuotere il credito, anche se la comunicazione formale manca di alcuni dettagli specifici. Il ricorso è stato respinto per un vizio procedurale, ovvero per non aver contestato correttamente le motivazioni della sentenza precedente.
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Ticket restaurant: spetta solo per lavoro effettivo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se previsto da un accordo aziendale, il diritto al ticket restaurant matura solo per le giornate di effettiva prestazione lavorativa. L'ordinanza chiarisce che l'accordo aziendale, sostituendo una precedente indennità di mensa, può legittimamente escludere il buono pasto per ferie, malattia e altri giorni non lavorati, anche se equiparati dal CCNL. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva dato un'interpretazione troppo letterale e frammentaria degli accordi, sottolineando l'importanza di valutare la comune intenzione delle parti e il loro comportamento successivo per una corretta ermeneutica contrattuale.
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Revoca contributo pubblico: quando è legittima?
Un caso riguardante la revoca di un contributo pubblico concesso a un'imprenditrice. Nonostante l'immobile destinato all'attività fosse stato danneggiato da un terremoto, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la legittimità della revoca per la mancata prova della persistenza della forza maggiore fino alla scadenza del termine ultimo per l'avvio dell'attività.
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Pegno su quote societarie: come si calcola l’imposta
La Cassazione chiarisce il calcolo dell'imposta di registro per il pegno su quote societarie. La base imponibile è la somma garantita, poiché le quote di S.r.l. non sono equiparabili a 'titoli' o denaro. La sentenza riforma la decisione d'appello e accoglie il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.
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Mantenimento figlio maggiorenne: onere della prova
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che obbligava una madre al mantenimento del figlio maggiorenne, ritenendo che i giudici di merito non avessero correttamente valutato le prove offerte dalla madre circa l'inerzia del figlio nella ricerca di un lavoro. La sentenza ribadisce i principi sull'onere della prova in materia di mantenimento figlio maggiorenne, specificando che il giudice deve esaminare tutte le prove fornite dal genitore che si oppone al versamento dell'assegno.
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Indennità di disoccupazione: stop con i requisiti pensione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11965/2024, ha stabilito che il diritto all'indennità di disoccupazione cessa nel momento in cui il lavoratore matura i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata, a prescindere dalla presentazione della domanda. Di conseguenza, le somme percepite dopo tale data costituiscono un indebito e devono essere restituite all'ente previdenziale. La sentenza chiarisce che la scelta di posticipare la richiesta di pensionamento non consente di prolungare il godimento del sussidio di disoccupazione, poiché le due prestazioni sono incompatibili.
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Inadempimento contrattuale: quando restituire l’acconto
Una società fornitrice, dopo aver ricevuto un cospicuo acconto per una partita di occhiali da produrre all'estero, non ha mai consegnato la merce. La società acquirente ha agito in giudizio per ottenere la risoluzione del contratto e la restituzione della somma. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha rigettato il ricorso della fornitrice, chiarendo i principi sull'inadempimento contrattuale e l'inammissibilità dei motivi di ricorso quando non viene contestata una specifica 'ratio decidendi' della sentenza impugnata.
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Inquadramento contributivo: la Cassazione sulla rettifica
Una società ha contestato una richiesta di pagamento di contributi derivante da una rettifica retroattiva del suo inquadramento contributivo da parte di un ente previdenziale. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell'azienda, ha affermato il principio secondo cui la variazione della classificazione ha effetto solo dal giorno successivo alla comunicazione, e non retroattivamente, salvo che l'errore iniziale sia imputabile al datore di lavoro. La sentenza rafforza il principio di irretroattività a tutela della certezza del diritto per le imprese.
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Distanze tra costruzioni: no alle intercapedini
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di distanze tra costruzioni. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto legittima la costruzione di un garage a 20 cm dal fabbricato del vicino. Secondo i giudici, creare un'intercapedine, per quanto piccola, non equivale a costruire in aderenza e viola le norme sulle distanze legali, in particolare il principio di prevenzione, che mira proprio ad evitare la creazione di spazi dannosi tra edifici. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Decadenza triennale pensione: salvi i diritti futuri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11943/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di decadenza triennale pensione. Un pensionato ha richiesto il ricalcolo del proprio assegno previdenziale. L'ente previdenziale sosteneva che, essendo trascorsi più di tre anni, il diritto fosse completamente estinto (decadenza tombale). La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo che la decadenza triennale si applica unicamente agli arretrati maturati oltre il triennio precedente la domanda giudiziale. Il diritto a ricevere una pensione correttamente calcolata per il futuro rimane invece intatto, in quanto diritto fondamentale e imprescrittibile.
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Decurtazione retribuzione accessoria: no a tagli fissi
Un'azienda sanitaria locale aveva imposto un taglio forfettario del 30% sulla remunerazione variabile dei suoi dirigenti medici, giustificandolo con esigenze di contenimento della spesa. Un dirigente ha contestato tale misura. La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima questa pratica di decurtazione della retribuzione accessoria, stabilendo che la riduzione dei fondi deve basarsi sulla "cristallizzazione" al valore del 2010 e essere proporzionale alla diminuzione del personale, non un taglio percentuale arbitrario. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per un corretto ricalcolo.
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Prescrizione arricchimento senza causa: la Cassazione
Un professionista ha citato in giudizio un Comune per ottenere un indennizzo per arricchimento senza causa relativo a un progetto di urbanizzazione. La Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso e dichiarando la prescrizione del diritto. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione per l'arricchimento senza causa decorre da quando la Pubblica Amministrazione utilizza l'opera, non dalla successiva stipula del contratto d'appalto. Inoltre, un'azione contrattuale non interrompe la prescrizione per quella di arricchimento.
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Lavoro subordinato: quando non è riconosciuto
Una professionista sanitaria ha richiesto il riconoscimento del suo rapporto di collaborazione pluriennale come lavoro subordinato. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11937/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. È stato ribadito che, per qualificare un rapporto come subordinato, è essenziale provare la soggezione del lavoratore al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro, elemento non riscontrato nel caso di specie.
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Decadenza riliquidazione pensione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11944/2024, ha respinto il ricorso di un ente previdenziale, confermando che la decadenza riliquidazione pensione non cancella il diritto all'adeguamento della prestazione già riconosciuta. La Corte ha chiarito che il termine di decadenza si applica solo alle differenze sui ratei maturati prima del triennio antecedente alla domanda giudiziale, salvaguardando il diritto del pensionato a ricevere un trattamento pensionistico corretto per il futuro e per il triennio precedente.
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Competenza personale docente estero: decide Roma
La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra due tribunali, stabilendo la competenza esclusiva del Tribunale di Roma per le controversie relative alla selezione del personale docente estero. La decisione si basa sull'interpretazione dell'art. 27 del D.Lgs. n. 64/2017, che mira a centralizzare questo tipo di contenzioso per garantire uniformità decisionale. La Corte ha chiarito che questa competenza speciale si estende non solo al personale già in servizio all'estero, ma anche a chi partecipa alle procedure di selezione per tali posizioni.
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Liquidazione spese legali: il potere del giudice
Un professionista ha impugnato una decisione della Corte d'Appello relativa alla liquidazione delle spese legali, ritenuta troppo bassa e priva di adeguata motivazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l'ampia discrezionalità del giudice nel determinare i compensi professionali all'interno dei minimi e massimi tariffari. La sentenza chiarisce inoltre che il rimborso forfettario è dovuto anche se non esplicitamente menzionato, mentre le spese vive devono essere provate. Il caso verteva sulla corretta applicazione dei parametri forensi e sulla validità della motivazione della sentenza.
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Aiuto di Stato: condono nullo e violazione del contraddittorio
Un contribuente aderisce a una definizione agevolata per premi assicurativi non versati. Successivamente, una decisione della Commissione Europea qualifica tale agevolazione come un illegittimo Aiuto di Stato. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che negava l'estinzione del debito, chiarendo che il contribuente aveva l'onere di sollevare specifiche eccezioni, come il regolamento 'de minimis', una volta emersa la decisione europea. Il ricorso è stato respinto, confermando la piena esigibilità del credito originario.
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