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Giurisprudenza Civile

Indennità zone disagiate: no a medici del 118

Un medico del servizio 118 ha richiesto l’indennità zone disagiate, tipicamente concessa ai medici di base. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che il Contratto Collettivo Nazionale (ACN) limita questo beneficio ai soli medici di assistenza primaria. La sentenza sottolinea che gli accordi regionali non possono estendere benefici oltre quanto stabilito dal contratto nazionale, riaffermando la rigida gerarchia delle fonti nella contrattazione collettiva.

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Onere prova lavoratore agricolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5404/2025, ha rigettato il ricorso di un lavoratore agricolo contro l’ente previdenziale. Il caso riguardava la mancata iscrizione negli elenchi dei lavoratori agricoli. La Corte ha stabilito che l’onere della prova lavoratore agricolo ricade interamente su quest’ultimo, che deve dimostrare l’effettiva esistenza del rapporto di lavoro, non potendosi limitare a contestare la legittimità dell’atto amministrativo di cancellazione.

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Assegno Nucleo Familiare: onere della prova non discrimina

Un cittadino straniero si è visto negare l’Assegno Nucleo Familiare. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, non per ragioni discriminatorie, ma perché il richiedente non ha mai dichiarato i propri redditi familiari nel corso della causa. La Corte ha chiarito che l’obbligo di dimostrare i requisiti economici vale per tutti, italiani e stranieri, e non costituisce una discriminazione. La mancanza di questa informazione fondamentale ha reso impossibile valutare la domanda.

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Interessi usurari: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due clienti contro un istituto bancario in materia di interessi usurari e presunta erronea indicazione dell’ISC in due contratti di mutuo. La Corte ha stabilito che i ricorrenti non hanno adeguatamente contestato la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva già accertato che i tassi di mora pattuiti erano inferiori alla soglia di usura. Questa decisione sottolinea l’importanza del principio di autosufficienza del ricorso, secondo cui le censure devono essere specifiche e non generiche.

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Contributi minimi professionisti: obbligo e iscrizione

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’iscrizione all’albo professionale è una condizione sufficiente per far scattare l’obbligo di iscrizione alla Cassa di previdenza e il versamento dei contributi minimi. La sentenza chiarisce che la natura occasionale dell’attività o l’assenza di reddito sono irrilevanti. Il caso riguardava un geometra, anche lavoratore dipendente, che si opponeva alla richiesta di pagamento della Cassa di categoria. La Corte ha accolto il ricorso della Cassa, riformando la decisione della Corte d’Appello e affermando la legittimità della pretesa contributiva basata sulla semplice iscrizione all’albo.

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Usucapione PA: quando un Comune può usucapire?

Un Comune, dopo aver occupato per decenni un terreno di proprietà dello Stato e avervi costruito una scuola, ha chiesto di esserne dichiarato proprietario per usucapione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo un punto fondamentale sull’usucapione PA: se l’occupazione iniziale avviene sulla base di un atto amministrativo, si configura come mera detenzione e non come possesso. In assenza di un atto formale di ‘interversione del possesso’, ovvero un’azione che manifesti inequivocabilmente l’intenzione di possedere il bene come proprio contro la volontà del titolare, non possono maturare i termini per l’usucapione. La Corte ha inoltre confermato la condanna del Comune al risarcimento dei danni per l’occupazione illegittima.

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Pensione spettacolo: il massimale si applica ancora

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5409/2025, ha stabilito che per la pensione spettacolo, il calcolo della cosiddetta “quota B” deve ancora rispettare il massimale di retribuzione giornaliera previsto da una legge del 1971. La Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale contro un lavoratore, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva ritenuto superato tale limite. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione.

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Mutuo a tasso agevolato: l'autonomia contrattuale

Un mutuatario ha contestato l’applicazione di un tasso di interesse superiore a quello previsto inizialmente in un mutuo a tasso agevolato. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la normativa sui tassi minimi agevolati non limita l’autonomia contrattuale delle parti, le quali possono liberamente accordarsi per un tasso più elevato.

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Qualifica di dirigente: la decisione della Cassazione

Un lavoratore ha citato in giudizio la sua azienda per ottenere il riconoscimento della qualifica di dirigente, ma la sua richiesta è stata respinta sia in primo grado che in appello. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso finale, confermando che la distinzione tra un quadro di alto livello e un dirigente deve basarsi su un’analisi trifasica fondata sul contratto collettivo, e non su una definizione astratta. La valutazione dei fatti compiuta dai giudici di merito, che ha riscontrato un’autonomia decisionale limitata del lavoratore, è stata considerata insindacabile in sede di legittimità.

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Garanzia fideiussoria appalti: quando scade?

Un Comune ha escusso una garanzia fideiussoria a seguito della risoluzione per inadempimento di un contratto d’appalto. La Corte d’Appello ha ritenuto la garanzia estinta per mancato collaudo entro sei mesi. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla necessità del collaudo in caso di grave inadempimento dell’appaltatore, ha rimesso la questione alla pubblica udienza per la sua rilevanza nomofilattica. La decisione finale chiarirà se, in tali casi, la garanzia fideiussoria appalti si estingua o meno.

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Assegni familiari: prova del reddito è essenziale

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un lavoratore per la concessione degli assegni familiari. La decisione si fonda su un vizio procedurale cruciale: il ricorrente non aveva mai allegato, ovvero dichiarato nei suoi atti iniziali, i fatti relativi al reddito del suo nucleo familiare. Secondo la Corte, la mancata allegazione dei fatti è un difetto insanabile che precede e invalida qualsiasi tentativo di prova. Pertanto, la richiesta di rinvio alla Corte di Giustizia Europea per presunta discriminazione è stata ritenuta irrilevante, poiché l’onere di allegare e provare i requisiti reddituali è identico per cittadini italiani ed extracomunitari.

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Somministrazione irregolare: quando scatta il lavoro fisso

La Corte di Cassazione ha stabilito che si configura una somministrazione irregolare quando un lavoratore svolge mansioni diverse o superiori a quelle indicate nel contratto di fornitura. In tal caso, il lavoratore ha diritto alla costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con l’azienda utilizzatrice, anche se la contestazione riguarda formalmente solo il contratto di lavoro individuale e non quello commerciale tra agenzia e utilizzatore.

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Contratto autonomo di garanzia: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di costruzioni, confermando che una polizza, sebbene denominata ‘fideiussoria’, deve essere qualificata come contratto autonomo di garanzia quando la sua funzione è quella di assicurare una rapida soddisfazione del creditore, specialmente nel contesto di appalti pubblici. La Corte ha stabilito che la volontà effettiva delle parti e il contesto normativo prevalgono sul nome formale (‘nomen iuris’) dato al contratto. I motivi procedurali sollevati dalla ricorrente sono stati dichiarati inammissibili in quanto questioni di fatto già coperte da un precedente lodo arbitrale e da decisioni conformi dei giudici di merito.

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Doppia conforme: limiti al ricorso per cassazione

Una ex insegnante ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro una decisione che confermava il suo obbligo di restituire stipendi percepiti in eccesso. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in base al principio della “doppia conforme”, poiché sia il tribunale di primo grado che la corte d’appello avevano raggiunto la stessa conclusione sui fatti. La decisione sottolinea come questa regola limiti la possibilità di contestare una sentenza per vizi di motivazione quando le decisioni dei giudici di merito sono allineate.

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Pensione lavoratori spettacolo: il tetto massimo vale

La Corte di Cassazione ha stabilito che per il calcolo della “quota B” della pensione lavoratori spettacolo, si deve ancora applicare il limite massimo di retribuzione pensionabile previsto da una norma del 1971. La Corte ha così accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ribaltando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva escluso tale limite. Il caso riguardava la pensione di un lavoratore dello spettacolo, con decorrenza dal 2018, per la quale era sorta una controversia sul metodo di calcolo della quota retributiva maturata dopo il 1992.

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Prescrizione appalti pubblici: quando decorre?

Una società di costruzioni ha agito contro un Ministero per ritardi nel collaudo di opere pubbliche. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la prescrizione dei crediti dell’appaltatore decorre dalla scadenza del termine previsto per il collaudo. L’inerzia della P.A. costituisce un inadempimento istantaneo e non un illecito permanente, fissando un chiaro ‘dies a quo’ per la decorrenza della prescrizione appalti pubblici.

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Vittime del dovere: lo status è imprescrittibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5426/2025, ha stabilito un principio fondamentale per le Vittime del dovere. Il ricorso del Ministero dell’Interno è stato respinto, confermando che la condizione di vittima del dovere è uno status giuridico imprescrittibile. Di conseguenza, l’azione per ottenerne il riconoscimento non è soggetta a limiti di tempo. Tuttavia, i singoli benefici economici che derivano da tale status, come gli assegni vitalizi, sono soggetti alla prescrizione ordinaria.

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Incentivi trasferimento lavoratore: quando sono dovuti?

Un lavoratore trasferito dopo una fusione aziendale ha richiesto gli incentivi previsti da un accordo sindacale. La Cassazione ha negato il diritto, stabilendo che gli incentivi per il trasferimento del lavoratore spettano solo se lo spostamento è una conseguenza diretta e imposta dal piano di riorganizzazione, e non quando è frutto di un accordo individuale su richiesta del dipendente verso una sede diversa da quella designata.

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Contributo di solidarietà illegittimo: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una Cassa di previdenza professionale, confermando la decisione dei giudici di merito che avevano ritenuto illegittimo il contributo di solidarietà imposto sulle pensioni dei suoi iscritti. La Corte ha ribadito che l’introduzione di una prestazione patrimoniale imposta è una prerogativa esclusiva del legislatore e non rientra nell’autonomia gestionale degli enti previdenziali privatizzati.

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Trasferimento lavoratore: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del trasferimento di un lavoratore in un altro comune, disposto dall’azienda per assegnargli una qualifica superiore precedentemente riconosciuta da un tribunale. Il ricorso del dipendente, che lamentava l’illegittimità del provvedimento, è stato respinto. La Corte ha ritenuto che il trasferimento del lavoratore fosse giustificato da comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive, in quanto nella sede di destinazione si era creata una posizione vacante corrispondente al nuovo livello, mentre non ve ne erano nella sede di origine. Anche il ricorso incidentale dell’azienda è stato rigettato.

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