LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Rimborso spese legali amministratore: no se pre-2015
Un ex Sindaco, assolto da accuse penali relative al suo mandato, ha chiesto il rimborso delle spese legali al Comune. La Corte di Cassazione ha negato tale diritto, chiarendo che per i fatti antecedenti alla legge del 2015, non esiste un principio generale di rimborso spese legali amministratore. La Corte ha distinto la posizione del funzionario onorario da quella del dipendente pubblico e ha escluso che le spese legali, pur in caso di assoluzione, derivino direttamente dall'esecuzione del mandato.
Continua »
Onere della prova: chi deve provare il vizio del bene?
Un agricoltore ha citato in giudizio il fornitore di teli di plastica, sostenendo che un difetto avesse causato la maturazione tardiva del suo raccolto di angurie. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che nell'azione di garanzia per vizi, l'onere della prova della preesistenza del difetto grava sul compratore. Il caso distingue nettamente tra garanzia per vizi e azione di inadempimento, confermando che l'acquirente professionale non può beneficiare delle tutele previste per i consumatori.
Continua »
Giudicato esterno: come annulla una sentenza
Un'azienda industriale ha citato in giudizio il suo fornitore idrico per danni a seguito della sospensione del servizio per presunta morosità. Sebbene la Corte d'Appello avesse inizialmente dato ragione al fornitore, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione in virtù del principio del giudicato esterno. Una sentenza separata e definitiva aveva già stabilito che il fornitore non era riuscito a provare l'esistenza del debito, rendendo di fatto illegittima la sospensione. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Fideiussione Omnibus: quando la nullità va eccepita
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17073/2024, ha rigettato il ricorso di un garante in un caso di fideiussione omnibus. La Corte ha chiarito che la nullità del contratto per violazione della normativa antitrust (schema ABI) non può essere eccepita per la prima volta in appello se i fatti a suo fondamento non sono stati allegati e provati in primo grado. Inoltre, è stato ribadito che spetta al garante l'onere di provare i presupposti per la liberazione dall'obbligazione ai sensi dell'art. 1956 c.c.
Continua »
Autoliquidazione premi INAIL: no al rimborso
Una società di servizi portuali ha richiesto il rimborso di premi assicurativi versati in eccesso tra il 2007 e il 2014, a causa di un errore nella base di calcolo. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che gli errori commessi dal datore di lavoro nell'autoliquidazione premi INAIL non danno diritto alla restituzione per gli anni passati. La Corte ha inoltre giudicato inammissibili le argomentazioni basate su fatti nuovi, non sollevati nei precedenti gradi di giudizio.
Continua »
Azione revocatoria: inammissibile il ricorso generico
Una società debitrice vende un immobile e i creditori agiscono con un'azione revocatoria per rendere la vendita inefficace nei loro confronti. Dopo la conferma in Appello, la società ricorre in Cassazione. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile perché formulato in modo generico e non conforme ai rigidi requisiti procedurali, senza entrare nel merito della questione.
Continua »
Compensi professionali: onere della prova del contratto
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un professionista che richiedeva compensi professionali a una società committente. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il professionista non ha fornito prova sufficiente di un incarico diretto, essendo il suo lavoro inquadrato in un più ampio contratto di appalto tra la committente e un'altra società di ingegneria. La sentenza sottolinea come una clausola che permette la fatturazione diretta non costituisca, da sola, prova di un rapporto contrattuale autonomo.
Continua »
Doppia conforme: quando il ricorso in Cassazione è out
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna al risarcimento danni per la sospensione di lavori edili. La decisione si fonda principalmente sulla regola della "doppia conforme", secondo cui non è possibile un riesame dei fatti quando due sentenze di merito giungono alla stessa conclusione basandosi sulle medesime ragioni fattuali. L'ordinanza ribadisce i rigorosi limiti del giudizio di legittimità, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito.
Continua »
Distrazione spese: diritto al compenso integrale
La Corte di Cassazione ha stabilito che la 'distrazione delle spese' a favore dell'avvocato non riduce il suo diritto a ricevere l'intero compenso dal proprio cliente. Il tribunale di merito aveva erroneamente detratto l'importo oggetto di distrazione dal totale dovuto, senza verificare se fosse stato effettivamente incassato. La Suprema Corte ha cassato la decisione, affermando che il rapporto tra avvocato e cliente rimane autonomo e il professionista può richiedere l'intera somma pattuita, a meno che non abbia già ricevuto pagamento dalla parte soccombente.
Continua »
Tutela consumatore: limiti all’opposizione post vendita
La Cassazione analizza la tutela del consumatore in un'esecuzione immobiliare. Una moglie, co-proprietaria ma estranea al debito del marito, si oppone all'esecuzione basata su un decreto ingiuntivo non opposto, lamentando clausole abusive. La Corte rigetta il ricorso, affermando che, sebbene il giudice dell'esecuzione possa verificare d'ufficio le clausole abusive, tale potere cessa con la vendita del bene all'asta. L'aggiudicazione del bene è intangibile per vizi precedenti non sollevati tempestivamente.
Continua »
Giurisdizione giudice ordinario per rette RSA non pagate
Una cooperativa sociale ha richiesto il pagamento delle rette di una RSA al figlio di un degente. A seguito di un conflitto tra tribunali, la Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia riguarda un'obbligazione di natura privatistica e non un atto della pubblica amministrazione.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è giustificata?
Una lavoratrice ha ottenuto una condanna al pagamento di una somma di denaro ma ha visto respinte le sue principali domande, come il riconoscimento del lavoro subordinato. A causa di questa vittoria parziale, la Corte d'Appello ha disposto la compensazione delle spese legali tra le parti. La Corte di Cassazione ha confermato tale decisione, specificando che il rigetto di domande significative giustifica la compensazione, anche se la controparte è rimasta assente dal giudizio. La chiave è la valutazione complessiva dell'esito della lite, non il mero accoglimento di una singola richiesta.
Continua »
Canone aggiuntivo idroelettrico: legittima la pretesa
Una società energetica ha impugnato la delibera regionale che imponeva il pagamento di un canone aggiuntivo idroelettrico e la fornitura gratuita di energia per la prosecuzione temporanea dell'esercizio di impianti idroelettrici con concessione scaduta. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità di tali imposizioni. La Corte ha stabilito che il canone non è retroattivo, in quanto l'obbligo sorge dalla legge, e rappresenta il giusto corrispettivo per l'uso di beni pubblici. Anche la cessione gratuita di energia è stata ritenuta legittima, qualificata come prestazione patrimoniale imposta con finalità solidaristiche, conforme alla Costituzione.
Continua »
Concessione amministrativa: estinzione per legge?
Una società, titolare di una concessione amministrativa perpetua per servizi di cremazione dal 1884, si è vista ingiungere da un Comune la cessazione delle attività a seguito di una legge del 2001 che ha qualificato la cremazione come servizio pubblico locale. Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione, ritenendo la concessione estinta per effetto del mutato quadro normativo. La società ha fatto ricorso in Cassazione per eccesso di potere giurisdizionale, sostenendo che i giudici avessero creato una nuova norma retroattiva. Le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso, stabilendo che il Consiglio di Stato ha correttamente esercitato la sua funzione interpretativa della legge, senza invadere la sfera del legislatore. L'interpretazione di una norma, anche se con effetti estintivi su un rapporto, non costituisce eccesso di potere, ma rientra nell'attività giurisdizionale.
Continua »
Concorrenza sleale: quando lo storno è illecito?
La Cassazione chiarisce i limiti della concorrenza sleale. Un'agenzia assicurativa accusava la sua ex preponente di storno di dipendenti e sviamento di clientela. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che per configurare l'illecito non basta assumere ex dipendenti, ma è necessario provare l'intento specifico di danneggiare l'organizzazione aziendale del concorrente.
Continua »
Obbligo di repêchage: i limiti secondo la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17036/2024, ha chiarito i limiti dell'obbligo di repêchage a carico del datore di lavoro. Nel caso esaminato, due autisti licenziati per giustificato motivo oggettivo a seguito della perdita di un appalto non sono stati ricollocati in mansioni inferiori (addetti mensa) perché privi del bagaglio professionale necessario. La Corte ha stabilito che l'obbligo di repêchage non si estende fino a imporre al datore di lavoro di fornire una specifica e nuova formazione per rendere il lavoratore idoneo a mansioni diverse e inferiori. Il licenziamento è stato quindi ritenuto legittimo, confermando che la ricollocazione è possibile solo per posizioni compatibili con le competenze già possedute dal dipendente al momento del recesso.
Continua »
Estinzione del giudizio: la Cassazione e le spese legali
Un raggruppamento d'imprese impugna la sua esclusione da una gara d'appalto. In Cassazione, rinuncia al ricorso. La Corte dichiara l'estinzione del giudizio e condanna il ricorrente al pagamento delle spese legali a favore del Ministero e del consorzio controinteressato, chiarendo che la richiesta di condanna alle spese non necessita di mandato speciale.
Continua »
Licenziamento per recidiva: quando è legittimo?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento per recidiva di un lavoratore, nonostante l'ultima sanzione disciplinare fosse meno grave delle precedenti. La decisione si basa sulla valutazione complessiva della condotta del dipendente, sulla gravità del reiterato inadempimento e sulla conseguente rottura del vincolo fiduciario, ritenendo che la scelta di una sanzione più lieve in un'occasione non precluda il successivo licenziamento di fronte a una nuova infrazione.
Continua »
Correzione errore materiale: l’avvocato errato in atto
Un ente previdenziale ha richiesto la correzione di un errore materiale in una precedente ordinanza della Corte di Cassazione, poiché il nome del proprio avvocato era stato indicato in modo errato. La Corte, dopo aver verificato gli atti di causa e constatato l'effettiva svista, ha accolto la richiesta. La decisione sottolinea l'importanza della procedura di correzione errore materiale per garantire l'accuratezza formale dei provvedimenti giudiziari.
Continua »
Indennità per lavoro in turni: come si calcola?
La Cassazione ha stabilito che l'indennità per lavoro in turni, pur confermata in cifra fissa, deve essere ricalcolata sul minimo tabellare aggiornato da ogni rinnovo contrattuale. Rigettato il ricorso di un'azienda che voleva 'congelare' l'importo al valore del 2007, confermando il diritto dei lavoratori a percepire le differenze retributive dovute.
Continua »