Una dipendente pubblica, trasferita tramite mobilità volontaria da un'università a un'agenzia statale, ha contestato il calcolo del suo nuovo stipendio. I giudici di merito avevano ritenuto corretto il calcolo dell'amministrazione di destinazione, che includeva una specifica indennità interna per dimostrare l'assenza di un peggioramento economico. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della lavoratrice, stabilendo che il confronto tra la vecchia e la nuova retribuzione, ai fini della determinazione dell'assegno ad personam, deve avvenire tra voci omogenee. Non è corretto utilizzare un'indennità accessoria prevista solo nel nuovo ente per neutralizzare una diminuzione della retribuzione base. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.
Continua »