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Giurisprudenza Civile

Fondo garanzia TFR: no pagamento se l’azienda è salva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16917/2024, ha stabilito che il Fondo di garanzia TFR gestito dall'INPS non è tenuto a intervenire se, in caso di cessione di ramo d'azienda, il rapporto di lavoro prosegue con un'impresa acquirente che risulta solvibile al momento della cessazione definitiva del rapporto. Secondo la Corte, un accordo sindacale che lasci il TFR a carico dell'azienda cedente, successivamente divenuta insolvente, non è opponibile all'INPS. Il requisito fondamentale per l'intervento del Fondo è l'insolvenza del datore di lavoro al momento in cui il credito per il TFR diventa esigibile, cioè alla fine del rapporto di lavoro.
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Iscrizione Cassa Geometri: sì, anche con lavoro occasionale
Un geometra, iscritto all'Albo ma lavoratore dipendente, si era opposto all'iscrizione e al pagamento dei contributi alla Cassa di previdenza, sostenendo di svolgere l'attività professionale solo occasionalmente. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sola iscrizione all'Albo professionale è condizione sufficiente per far scattare l'obbligo di iscrizione alla Cassa Geometri e il versamento dei contributi minimi. La natura occasionale dell'attività e l'assenza di reddito professionale sono irrilevanti ai fini di tale obbligo.
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Spese legali medico: quando l’azienda sanitaria paga?
Un medico chiedeva il rimborso delle spese legali alla propria azienda sanitaria per una causa di responsabilità. La Cassazione ha negato il diritto, applicando il principio di irretroattività delle norme. La copertura prevista da un CCNL non si applica se l'evento contestato è avvenuto prima della sua entrata in vigore. L'analisi chiarisce i limiti della manleva per le spese legali del medico.
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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16905/2024, ha stabilito che il calcolo del premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio non è stato modificato dalla riforma del D.Lgs. 423/2001. La Corte ha chiarito che tale premio, data la sua natura speciale, continua a basarsi su parametri fissi stabiliti da decreti ministeriali e non sulla retribuzione effettivamente corrisposta ai soci. La decisione accoglie il ricorso di una cooperativa, affermando il principio secondo cui una legge generale successiva non abroga una legge speciale precedente.
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Domanda nuova in appello: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che specificare in appello la non retroattività di un re-inquadramento contributivo non costituisce una domanda nuova in appello, se il tema era già parte della contestazione originaria. La Corte ha annullato la decisione d'appello che aveva dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda contro una pretesa dell'ente previdenziale, rinviando la causa per un nuovo esame nel merito.
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Onere della prova: come provare i danni subiti
In un caso di fornitura alimentare difettosa, la Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere il risarcimento dei danni, l'acquirente deve rispettare un rigoroso onere della prova. Non è sufficiente dimostrare la spesa potenziale per beni sostitutivi o consulenze legali, ma è necessario provare l'effettivo esborso economico. La sentenza annulla parzialmente la decisione precedente e rinvia il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione delle prove fornite.
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Rinuncia ricorso cassazione: no contributo unificato
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione di un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti in una causa immobiliare. Il punto chiave della decisione è che la rinuncia al ricorso in Cassazione non comporta l'obbligo di versare il doppio del contributo unificato, poiché tale misura sanzionatoria si applica solo in caso di rigetto o inammissibilità e non può essere estesa per analogia.
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Prescrizione rimborso ritenute: quando inizia a correre?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16889/2024, ha stabilito un principio cruciale in tema di prescrizione del rimborso ritenute fiscali versate in eccesso dal datore di lavoro. Il caso riguardava la richiesta degli eredi di un lavoratore per la restituzione di somme trattenute erroneamente su un fondo pensione. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione decennale per l'azione del lavoratore contro il datore di lavoro decorre dal momento in cui è stata effettuata la trattenuta illegittima e non da quando il datore di lavoro ottiene a sua volta il rimborso dall'Agenzia delle Entrate. La Suprema Corte ha rigettato la tesi della Corte d'Appello che inquadrava la fattispecie nella 'negotiorum gestio', affermando invece che si tratta di un'azione di inesatto adempimento di un'obbligazione derivante dal rapporto di lavoro.
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Ricorso inammissibile: gli oneri di specificità
Un istituto di credito ha impugnato una decisione della Corte d'Appello relativa alla costituzione di una rendita vitalizia per un ex dipendente a causa di contributi omessi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per mancata specificità. L'istituto di credito non ha trascritto nel ricorso documenti cruciali, come una precedente sentenza passata in giudicato e relazioni tecniche, impedendo così alla Corte di valutare nel merito i motivi di doglianza. La decisione sottolinea la fondamentale importanza del principio di autosufficienza nei ricorsi di legittimità.
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Appalto non genuino: chi prova la simulazione?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16885/2024, ha rigettato il ricorso di una lavoratrice che contestava la genuinità di un contratto di appalto. La Corte ha ribadito che l'onere di provare che si tratta di un appalto non genuino grava interamente sul lavoratore. Inoltre, ha precisato che il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato per ottenere un nuovo esame dei fatti, ma solo per contestare errori di diritto. La decisione sottolinea anche che il mancato accoglimento di istanze istruttorie non costituisce vizio di omessa pronuncia.
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Diritto di difesa fallimento: quando si sana il vizio?
Una società dichiarata fallita lamentava la violazione del diritto di difesa a causa di una notifica tardiva. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha stabilito che il vizio procedurale del primo grado è stato sanato dalla piena possibilità di difendersi in sede di reclamo. L'analisi del diritto di difesa fallimento ha chiarito che, se la notifica non è inesistente, il giudice d'appello deve decidere nel merito, convertendo la nullità in motivo d'impugnazione.
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Legittimazione passiva INPS: chi paga la clausola oro?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16878/2024, ha chiarito la ripartizione delle responsabilità tra l'Ente Previdenziale Nazionale e i fondi pensione integrativi. Nel caso di specie, un gruppo di pensionati di un ex istituto di credito chiedeva l'adeguamento della pensione secondo la cosiddetta 'clausola oro' del vecchio statuto aziendale. La Corte ha stabilito la mancanza di legittimazione passiva INPS per tale richiesta, affermando che l'Ente è responsabile solo per la perequazione della quota base della pensione, mentre l'adeguamento aggiuntivo, più favorevole, resta a carico del fondo pensione complementare. La sentenza impugnata è stata quindi cassata con rinvio.
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Concordato in continuità: la gestione degli asset
Un'ordinanza della Cassazione affronta il tema del concordato in continuità quando il piano prevede la vendita di beni non essenziali. Il caso riguarda una società che si oppone alla nomina di un liquidatore giudiziale imposta dal tribunale. La Corte, riconoscendo la rilevanza della questione, ha rinviato la causa a pubblica udienza per definire le regole sulla liquidazione degli asset in questo contesto.
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Risarcimento docenti precari: la Cassazione decide
Un docente civile, impiegato per circa vent'anni presso un istituto militare con contratti a termine rinnovati sistematicamente, ha citato in giudizio il Ministero della Difesa. La Corte di Cassazione, conformandosi a una pronuncia della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ha stabilito che la successione di contratti configura un abuso e viola la normativa comunitaria. Pur essendo esclusa la conversione del contratto in tempo indeterminato nel pubblico impiego, la Corte ha sancito il diritto del lavoratore al risarcimento del danno, annullando la sentenza d'appello e rinviando il caso per la quantificazione dell'indennizzo.
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Clausola risolutiva espressa: prevale sul recesso?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un curatore fallimentare, pur avendo esercitato il recesso da un contratto di affitto d'azienda, può legittimamente eccepire l'inadempimento della controparte avvalendosi di una clausola risolutiva espressa. Tale eccezione, se fondata, prevale sul recesso e fa venir meno il diritto all'indennizzo della controparte. La Corte ha cassato la decisione del tribunale che aveva erroneamente escluso questa possibilità, non tenendo conto che l'eccezione di risoluzione era stata sollevata nel corso del giudizio di merito. L'uso della clausola risolutiva espressa non richiede un atto stragiudiziale preventivo e può essere manifestato anche in via di difesa processuale.
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Restituzione contributi INPS: quando scatta la prescrizione
Un lavoratore ha richiesto la riliquidazione della pensione e la restituzione dei contributi INPS versati ma non utilizzati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione dei giudici di merito. È stato stabilito che il diritto alla restituzione dei contributi si prescrive in dieci anni. Il termine non decorre dalla data di liquidazione della pensione, ma dal momento in cui il lavoratore ha avuto conoscenza dell'inutilizzabilità dei versamenti, in questo caso a seguito di una comunicazione dell'ente previdenziale.
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Fondo Garanzia INPS: liquidazione non basta
Un ex dipendente di una società cooperativa posta in liquidazione ha richiesto il pagamento delle ultime tre mensilità al Fondo di Garanzia INPS. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che la procedura di scioglimento e liquidazione di una cooperativa per cause diverse dall'insolvenza (come previsto dall'art. 2545-septiesdecies c.c.) non è equiparabile a una procedura concorsuale. Pertanto, non sussiste il presupposto dello stato di insolvenza necessario per l'intervento del Fondo Garanzia INPS.
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Estinzione del giudizio: niente doppio contributo
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito di una rinuncia al ricorso accettata dalla controparte. La decisione chiarisce un punto fondamentale: in caso di estinzione del giudizio, non è dovuto il versamento del doppio contributo unificato, poiché tale sanzione ha natura eccezionale e si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione, non potendo essere estesa ad altre ipotesi.
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Contratto sanità accreditata: no a pagamenti extra
Una struttura sanitaria ha richiesto un pagamento extra a un'azienda sanitaria locale, basato su "economie di macroarea". La Corte di Appello ha respinto la richiesta, chiarendo un punto fondamentale: sebbene un contratto sanità accreditata possa essere firmato retroattivamente, qualsiasi pagamento aggiuntivo deve essere esplicitamente previsto nel testo scritto del contratto. In assenza di tale clausola, la pretesa è infondata.
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Giurisdizione contributi consortili: decide il G.O.
Un ente governativo per le risorse idriche ha contestato una cartella di pagamento emessa da un consorzio di bonifica per quote consortili. La Corte di Cassazione, dirimendo la questione sulla giurisdizione per i contributi consortili, ha stabilito la competenza del giudice ordinario e non di quello tributario. La decisione si fonda sulla natura contrattuale delle somme dovute, derivanti da una specifica convenzione per l'utilizzo delle infrastrutture consortili, escludendone quindi la natura di tributo imposto unilateralmente.
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