Una società energetica ha impugnato la delibera regionale che imponeva il pagamento di un canone aggiuntivo idroelettrico e la fornitura gratuita di energia per la prosecuzione temporanea dell'esercizio di impianti idroelettrici con concessione scaduta. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità di tali imposizioni. La Corte ha stabilito che il canone non è retroattivo, in quanto l'obbligo sorge dalla legge, e rappresenta il giusto corrispettivo per l'uso di beni pubblici. Anche la cessione gratuita di energia è stata ritenuta legittima, qualificata come prestazione patrimoniale imposta con finalità solidaristiche, conforme alla Costituzione.
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