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Giurisprudenza Civile

Colpa grave: la banca non rimborsa il furto carte
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di non rimborsare un cliente per l'uso fraudolento delle sue carte di credito rubate, a causa della sua colpa grave. Il cliente aveva lasciato il portafoglio in una giacca incustodita su una sedia in un luogo affollato. L'ordinanza sottolinea come la negligenza del titolare possa escludere la responsabilità dell'istituto di credito e come i vizi procedurali possano portare all'inammissibilità del ricorso con severe conseguenze economiche.
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Obbligo dichiarativo: anche un titolo falso va dichiarato
Un viaggiatore viene sanzionato per non aver dichiarato alla dogana una cambiale di alto valore, che sostiene essere falsa. La Corte di Cassazione conferma la sanzione, stabilendo che l'obbligo dichiarativo si estende a qualsiasi strumento che appaia negoziabile, indipendentemente dalla sua effettiva validità o falsità. La finalità della norma è preventiva e mira a contrastare il riciclaggio, monitorando tutti i titoli potenzialmente idonei a creare rapporti obbligatori.
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Decreto di espulsione: motivazione nulla, convalida annullata
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di convalida del trattenimento di un cittadino straniero in un CPR. La decisione si fonda sulla motivazione del tutto apparente e generica del provvedimento del Giudice di Pace, che non analizzava le specifiche censure sollevate dalla difesa riguardo all'illegittimità del presupposto decreto di espulsione. La Suprema Corte ha ribadito che qualsiasi limitazione della libertà personale deve essere supportata da una motivazione concreta e specifica, non da formule standardizzate.
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Inammissibilità del ricorso: i limiti del giudizio
La Corte di Cassazione dichiara l'inammissibilità del ricorso di un debitore contro un istituto di credito. La decisione si fonda sulla genericità e novità dei motivi di appello, ribadendo che la Corte non può riesaminare i fatti già accertati nei gradi di merito. Il ricorrente è stato inoltre sanzionato per abuso del processo, evidenziando le gravi conseguenze dell'inammissibilità del ricorso.
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Competenza territoriale agente: decide il domicilio
Un agente ha citato in giudizio la società preponente. È sorto un conflitto sulla competenza territoriale tra il tribunale del domicilio dell'agente e quello della sede della società. La Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale per l'agente è inderogabile e spetta esclusivamente al giudice del luogo in cui l'agente ha il proprio domicilio, anche se il contratto prevedeva diversamente, poiché si tratta di un foro esclusivo a tutela della parte più debole.
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Espropriazione parziale: indennizzo e danno all’immobile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11887/2024, ha stabilito che in caso di espropriazione parziale di un bene unitario (come una villa con giardino), l'indennità dovuta al proprietario deve comprendere non solo il valore dell'area espropriata, ma anche il deprezzamento subito dalla parte residua dell'immobile a causa dell'opera pubblica. La Corte ha chiarito la distinzione tra l'ipotesi di espropriazione parziale (art. 33 T.U. Espropriazione) e quella di danno a proprietà non espropriate (art. 44), affermando la competenza della Corte d'Appello a liquidare l'intero pregiudizio patrimoniale.
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Mancato guadagno: come si calcola il risarcimento?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11885/2024, ha stabilito i criteri per la quantificazione del danno da mancato guadagno in seguito alla revoca illegittima di un incarico di mediazione immobiliare. Il risarcimento non può basarsi su una mera possibilità di profitto (la vendita di tutti gli immobili), ma deve fondarsi su un giudizio di 'alta probabilità', considerando solo le trattative che avevano concrete possibilità di concludersi positivamente. La Corte ha confermato la decisione del giudice di rinvio che aveva liquidato un importo inferiore a quello richiesto, ritenendo che ciò non violi il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato.
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Improcedibilità ricorso cassazione: le conseguenze
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso cassazione presentato da un'associazione sportiva a causa del tardivo deposito dell'atto in cancelleria. L'ordinanza sottolinea come il mancato rispetto del termine perentorio di venti giorni dalla notifica impedisca l'esame nel merito del ricorso, comportando la condanna alle spese e al versamento di un ulteriore contributo unificato.
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Responsabilità cantiere stradale: quando scatta?
Un'impresa edile veniva sanzionata per violazione delle norme sulla sicurezza di un cantiere stradale, a seguito di un incidente in cui un autoarticolato colpiva il cestello di una piattaforma aerea. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la responsabilità cantiere stradale non può essere presunta solo perché è avvenuto un incidente. È necessario un esame approfondito delle specifiche misure di sicurezza adottate e omesse, non potendo il giudice basare la propria decisione su una presunzione semplice e priva di gravità, precisione e concordanza.
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Onere della prova: chi deve dimostrare i fatti?
Una società di trasporti ha citato un'amministrazione regionale per contributi non pagati. La Corte di Cassazione ha chiarito la ripartizione dell'onere della prova: l'azienda deve dimostrare il proprio disavanzo, mentre la Regione deve provare l'indisponibilità dei fondi come fatto impeditivo. La sentenza d'appello è stata cassata per erronea attribuzione di tale onere.
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Appalto integrato: chi paga gli scavi archeologici?
In un caso di appalto integrato per il restauro di un edificio storico, la Cassazione ha stabilito che la responsabilità delle indagini preliminari, comprese quelle archeologiche, ricade sulla stazione appaltante. Tale onere, legato alla redazione del progetto definitivo, non può essere trasferito all'appaltatore. La mancata esecuzione di tali studi ha comportato la condanna dell'ente pubblico al risarcimento dei maggiori costi sostenuti dall'impresa a causa dei ritardi.
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Responsabilità appaltatore: il dies a quo decennale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11906/2024, si è pronunciata sulla responsabilità appaltatore per gravi difetti costruttivi. Il caso riguardava vizi manifestatisi oltre dieci anni dopo il completamento delle opere strutturali. La Corte ha chiarito che il termine decennale di garanzia previsto dall'art. 1669 c.c. decorre dal 'compimento' delle singole opere che hanno causato il difetto, e non dal completamento dell'intero edificio o dalla scoperta della causa del vizio. Di conseguenza, ha accolto il ricorso dell'appaltatore, stabilendo che la sua responsabilità era prescritta.
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Sconto tariffario sanità: valido fino al 2009
Un laboratorio di analisi si oppone a uno sconto tariffario sanità applicato da un'azienda sanitaria per le prestazioni del 2009. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la riduzione dei corrispettivi, prevista dalla Legge Finanziaria 2007, era legittima per l'intero triennio 2007-2009. La Corte ha chiarito che l'interpretazione di precedenti sentenze amministrative da parte del laboratorio era errata, consolidando l'orientamento giurisprudenziale sulla durata triennale dello sconto.
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Estinzione del processo: quando il giudizio si ferma
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del processo a seguito di un'istanza congiunta tra le parti. Un'università, ricorrente, e un suo ex dipendente, controricorrente, hanno manifestato una sopravvenuta carenza di interesse alla prosecuzione del giudizio. La Corte ha equiparato tale istanza a una rinuncia al ricorso accettata, compensando le spese legali e chiarendo che non si applica il raddoppio del contributo unificato in caso di estinzione.
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Trattenimento CPR: nullo senza motivazione specifica
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di convalida di un trattenimento CPR nei confronti di un cittadino straniero. La decisione si fonda sulla motivazione del provvedimento del Giudice di Pace, ritenuta 'apodittica' e quindi inesistente, poiché si limitava a richiamare le norme di legge senza argomentare nel dettaglio le ragioni specifiche del caso. La sentenza ribadisce che ogni limitazione della libertà personale deve essere supportata da una motivazione concreta e puntuale, non generica.
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Polizza tutela legale condominio: è legittima?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la delibera di un'assemblea condominiale che approva la stipula di una polizza tutela legale condominio è pienamente legittima. Questa decisione non viola il diritto del singolo condomino di dissentire da una specifica lite futura, come previsto dall'art. 1132 c.c. Il costo della polizza è una spesa di gestione comune e non una spesa di lite, pertanto tutti i condomini sono tenuti a contribuire pro quota.
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Prescrizione appalti: l’obbligo di denuncia scade
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11893/2024, ha stabilito che l'obbligo di un'impresa costruttrice di depositare la denuncia delle opere in cemento armato, sebbene previsto a tutela di interessi pubblici, è soggetto all'ordinaria prescrizione nei rapporti con la stazione appaltante. Il caso riguardava un Comune che aveva citato in giudizio un'impresa per l'omessa denuncia. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, confermando la decisione d'appello che aveva dichiarato estinto il diritto per intervenuta prescrizione appalti, sottolineando che le richieste generiche di documenti non sono idonee a interrompere i termini.
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Medici specializzandi: Cassazione sul risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 11851/2024, interviene sulla pluriennale controversia relativa al mancato pagamento della remunerazione ai medici specializzandi tra il 1982 e il 1991. La Corte ha esteso il diritto al risarcimento anche ai medici che avevano iniziato la specializzazione prima del 1983, cassando la precedente decisione della Corte d'Appello. Per questi medici, la remunerazione è dovuta a partire dal 1° gennaio 1983 fino alla fine del corso. Viene invece confermata la giurisprudenza consolidata sia sull'importo del risarcimento, fissato sulla base della L. 370/1999, sia sulla natura del debito, qualificato come debito di valuta e non di valore, escludendo quindi la rivalutazione automatica.
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Mutatio libelli: quando la domanda cambia in appello
Un artigiano cita in giudizio un'associazione per un errato consiglio sulla pensione anticipata. Dopo una prima sconfitta, in appello modifica la sua richiesta di risarcimento. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando il ricorso a causa di una 'mutatio libelli', ovvero una modifica inammissibile della domanda, che altera gli elementi oggettivi della pretesa originaria.
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Comporto part-time verticale: no alla riduzione
Un lavoratore con contratto part-time verticale è stato licenziato per superamento del periodo di comporto, calcolato dall'azienda in modo proporzionalmente ridotto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il licenziamento illegittimo. Ha statuito che, in assenza di una specifica previsione del contratto collettivo nazionale, il periodo di comporto per un lavoratore in part-time verticale non può essere ridotto e deve essere uguale a quello di un lavoratore a tempo pieno, in applicazione del principio di non discriminazione.
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