LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Prescrizione conto corrente: quando si applica?
Una società citava in giudizio la propria banca per l'applicazione di clausole illegittime sul conto corrente. I giudici di merito accoglievano la domanda di ricalcolo del saldo, ma respingevano l'eccezione di prescrizione sollevata dalla banca. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ribaltato la decisione, stabilendo che la banca ha sempre interesse a sollevare l'eccezione di prescrizione conto corrente, anche quando la domanda del cliente è limitata al solo accertamento del saldo. Questo perché la prescrizione del diritto alla restituzione di singoli addebiti incide direttamente sulla corretta quantificazione del saldo finale.
Continua »
Motivazione apparente: annullata sentenza per rinvio a CTU
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello per motivazione apparente. La corte territoriale aveva riformato una decisione di primo grado basandosi su una CTU, ma senza specificare a quale dei diversi elaborati peritali facesse riferimento, rendendo incomprensibile il proprio ragionamento. La Corte ha colto l'occasione per ribadire l'inammissibilità della domanda di ripetizione dell'indebito su conto corrente ancora aperto in assenza di prova di rimesse solutorie.
Continua »
Esecuzione del mandato: onere della prova del creditore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16107/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di contratto di mandato. Un professionista aveva richiesto il pagamento del suo compenso per un'attività di mediazione immobiliare, ma la sua domanda è stata rigettata. La Suprema Corte ha confermato che, per avere diritto al corrispettivo, non è sufficiente provare l'esistenza del contratto (il titolo), ma è necessario dimostrare anche l'effettiva esecuzione del mandato. Questo onere della prova ricade interamente sul mandatario che agisce per il pagamento.
Continua »
Nullità fideiussione: preclusioni probatorie decisive
Alcuni garanti hanno impugnato una sentenza in Cassazione, sostenendo la nullità fideiussione omnibus per violazione di norme antitrust. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello. Il motivo principale risiede nella tardiva produzione delle prove a sostegno della nullità, presentate solo in fase di appello. La Corte ha ribadito che, sebbene la nullità sia rilevabile d'ufficio, i fatti e le prove a suo fondamento devono essere introdotti nel rispetto delle preclusioni del primo grado di giudizio. Altri motivi, come la liberazione del fideiussore, sono stati dichiarati inammissibili in quanto richiedevano un riesame del merito non consentito in sede di legittimità.
Continua »
Diritto di recesso swap: no se manca l’effetto sorpresa
La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto di recesso per un contratto swap stipulato fuori sede non è applicabile quando l'operazione rientra in un piano finanziario complesso e negoziato, escludendo così l'effetto sorpresa per l'investitore. Il caso riguardava un contratto IRS stipulato da una società con una banca per coprire il rischio di un finanziamento, dopo lunghe trattative. La Corte ha cassato la precedente decisione che aveva dichiarato la nullità del contratto, rinviando alla Corte d'Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.
Continua »
Nullità notifica sentenza: quando è incerta la firma
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che aveva dichiarato inammissibile un gravame per tardività. La Corte ha stabilito il principio della nullità notifica sentenza quando l'avviso di ricevimento presenta una firma illeggibile, non apposta nello spazio corretto e senza alcuna annotazione da parte dell'agente postale. Tale situazione crea un'incertezza assoluta sulla persona che ha effettivamente ricevuto l'atto, invalidando la notifica e riaprendo i termini per l'impugnazione. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
Continua »
Procura alle liti illeggibile: le regole della Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un ente pubblico, confermando la nullità della sua opposizione a un decreto ingiuntivo. La causa della nullità risiede nella procura alle liti, la cui firma era illeggibile e priva dell'indicazione del nome del legale rappresentante che l'aveva conferita. La Corte ha stabilito che la notorietà pubblica della carica non è sufficiente a sanare il vizio, ribadendo la necessità di identificare con certezza il soggetto che firma l'atto per garantire la validità della procura stessa.
Continua »
Contratto di appalto: risoluzione e vizi dell’opera
Una società committente ricorre in Cassazione contro la condanna al pagamento del saldo per un impianto fotovoltaico, lamentando vizi e ritardi. La Corte rigetta il ricorso, chiarendo i limiti per la risoluzione del contratto di appalto e per l'eccezione di inadempimento, ritenuta contraria a buona fede se le mancanze sono di modesta rilevanza rispetto al credito.
Continua »
Domanda riconvenzionale: quando viene assorbita?
Una società ottica licenzia una dirigente per concorrenza. La lavoratrice impugna il licenziamento, ma il suo ricorso viene rigettato. La Corte di Cassazione conferma la decisione, chiarendo che la domanda riconvenzionale subordinata della società è correttamente assorbita dal rigetto della domanda principale. Inoltre, dichiara inammissibile il ricorso della lavoratrice sulla tempestività della sanzione, ribadendo che la Cassazione non può riesaminare i fatti.
Continua »
Errore revocatorio: i limiti dell’impugnazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un lavoratore, chiarendo la distinzione tra errore revocatorio e omessa pronuncia. Il caso riguardava un licenziamento disciplinare e una successiva domanda di nullità del licenziamento, che la corte d'appello aveva prima dichiarato inammissibile per tardività e poi comunque respinto nel merito. La Cassazione ha stabilito che non sussiste errore revocatorio quando il giudice, pur dichiarando inammissibile una domanda, la esamina e la rigetta, dimostrando di non averla affatto ignorata.
Continua »
Presunzione parti comuni: il cortile è condominiale?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16084/2024, ha rigettato il ricorso di alcuni proprietari che rivendicavano la proprietà esclusiva di un cortile. La Corte ha confermato la validità della presunzione parti comuni, stabilendo che quando un'area, come un cortile, serve oggettivamente più unità immobiliari, si presume comune. L'onere di provare il contrario spetta a chi ne rivendica la proprietà esclusiva, tramite un titolo che escluda espressamente la comunione, non essendo sufficiente il mero silenzio degli atti.
Continua »
Alloggio portiere: servitù e limiti alla proprietà
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16083/2024, ha stabilito che la clausola di un regolamento condominiale che destina un'unità immobiliare privata ad alloggio portiere in uso perpetuo costituisce una servitù atipica e non un diritto d'uso soggetto al limite temporale di 30 anni. Tale vincolo, se trascritto, è opponibile ai successivi acquirenti e non svuota il diritto di proprietà, poiché il proprietario può rientrare nel pieno godimento del bene se il servizio di portierato cessa.
Continua »
Inquadramento dipendente pubblico: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16082/2024, ha stabilito i principi per il corretto inquadramento del dipendente pubblico in caso di mobilità tra amministrazioni diverse. Il caso riguardava un lavoratore trasferito da un Comune a un'Agenzia Fiscale, al quale era stata assegnata una qualifica inferiore. La Corte ha rigettato il ricorso dell'amministrazione, confermando che il passaggio diretto è assimilabile a una cessione del contratto e deve garantire la conservazione della qualifica e del trattamento economico acquisiti, evitando ogni forma di dequalificazione.
Continua »
Equa riparazione fallimento: quando scade il termine?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16081/2024, stabilisce un principio fondamentale in materia di equa riparazione fallimento. Viene chiarito che il termine semestrale per richiedere l'indennizzo per l'irragionevole durata di una procedura fallimentare decorre dalla data in cui il decreto di chiusura del fallimento diventa definitivo, e non dal momento in cui un singolo creditore viene integralmente soddisfatto tramite un piano di riparto parziale. La Corte ha accolto il ricorso dei creditori, cassando la decisione della Corte di Appello che aveva erroneamente identificato il dies a quo nel pagamento del credito.
Continua »
Danno temuto: la prova del pericolo deve essere attuale
Una proprietaria ha citato in giudizio i vicini per un danno temuto derivante da canne fumarie, sfiati e immissioni di odori nella sua soffitta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per l'azione di danno temuto è necessario dimostrare un pericolo concreto e attuale, non essendo sufficiente una mera potenzialità di danno o la violazione di normative. La Corte ha sottolineato che l'onere della prova grava interamente su chi lamenta il pericolo.
Continua »
Integrazione del contraddittorio: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che aveva dichiarato inammissibile un appello per mancata integrazione del contraddittorio. La Suprema Corte ha chiarito che l'ordine di integrazione era illegittimo, poiché rivolto alla curatela di un fallimento che risultava già chiuso da oltre due anni. È stato inoltre affermato il principio per cui è ammissibile produrre in Cassazione i documenti che provano la nullità della sentenza impugnata, anche se non depositati nei gradi precedenti, quando questi rivelano un vizio radicale del procedimento, come l'errata identificazione di un soggetto processuale necessario.
Continua »
Responsabilità solidale appalto: surroga e regresso
Una società committente, costretta a versare i contributi INPS per un subappaltatore a causa della responsabilità solidale appalto, ha il diritto di recuperare l'intera somma versata. La Corte di Cassazione chiarisce che in questo caso si applica la surrogazione legale totale e non l'azione di regresso parziale, poiché la responsabilità del committente ha natura di garanzia rispetto all'obbligazione principale del subappaltatore-datore di lavoro.
Continua »
Vizi occulti immobile: quando scatta la garanzia?
La Corte di Cassazione conferma la condanna dei venditori per vizi occulti in un immobile. L'ordinanza chiarisce che il termine di otto giorni per la denuncia dei difetti non decorre dalla semplice manifestazione del problema, ma dal momento in cui l'acquirente ha una conoscenza piena e oggettiva della causa, spesso a seguito di una perizia tecnica. In questo caso, l'acquirente aveva scoperto infiltrazioni d'acqua e aveva ottenuto una riduzione del prezzo, decisione ora definitiva.
Continua »
Onere della prova mutuo: la motivazione contraddittoria
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che condannava una ex nuora a restituire una somma di denaro, asseritamente ricevuta a titolo di mutuo dal suocero per l'acquisto di un'auto. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d'appello illogica e contraddittoria, in quanto aveva ritenuto provato il mutuo per un veicolo ma non per un secondo, basandosi sulle medesime testimonianze. Questo caso ribadisce il rigoroso onere della prova mutuo a carico di chi chiede la restituzione.
Continua »
Prescrizione crediti lavoro: quando inizia a decorrere?
Un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento di mansioni superiori. L'azienda ha contestato la richiesta di differenze retributive eccependo la prescrizione. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la prescrizione crediti lavoro inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto. Questa decisione si fonda sulla mancanza di un regime di stabilità reale del posto di lavoro dopo le riforme del 2012, che potrebbe indurre nel lavoratore un timore di ritorsione da parte del datore.
Continua »