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Giurisprudenza Civile

Posizione organizzativa: no al rinnovo automatico
Una dipendente pubblica si era vista negare il rinnovo di una posizione organizzativa. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16139/2024, ha ribaltato la decisione di merito, stabilendo che la mancata riconferma di una posizione organizzativa rientra nella discrezionalità dell'ente pubblico e non costituisce demansionamento. La decisione si fonda sul principio del 'giudicato esterno', poiché una precedente sentenza tra le stesse parti aveva già definito la natura non permanente di tale incarico. La Corte ha invece confermato la condanna dell'ente per aver assegnato un'indennità di produttività inferiore in modo discriminatorio.
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Mansioni superiori: quando non spetta la retribuzione
Un funzionario pubblico ha richiesto una retribuzione superiore per aver svolto mansioni superiori di rappresentanza legale per la sua amministrazione. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando la richiesta. Il motivo è la mancata dimostrazione della prevalenza di tali mansioni superiori, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, rispetto ai compiti ordinari. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mirava a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
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Mansioni superiori indennità: quando non spetta?
Un dipendente pubblico ha svolto mansioni superiori di tipo dirigenziale, ma la Corte di Cassazione ha negato il suo diritto all'indennità di risultato. La sentenza chiarisce che tale componente retributiva è legata al raggiungimento di obiettivi formali e predeterminati, assenti nello svolgimento di fatto. La Corte ha inoltre specificato che l'impugnazione sul diritto a una somma permette al giudice di riesaminare l'intero calcolo, confermando che la corretta quantificazione della retribuzione per mansioni superiori indennità spetta alla diretta determinazione giudiziale.
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Mansioni superiori: retribuzione per non dirigenti
Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce il diritto alla retribuzione per mansioni superiori nel pubblico impiego. Un dipendente non dirigente, che di fatto svolgeva compiti manageriali, ha visto riconosciuto il proprio diritto al trattamento economico superiore. La Corte ha stabilito che le norme restrittive previste per le sostituzioni tra dirigenti non si applicano quando è un funzionario non qualificato come tale a svolgere le funzioni più elevate, applicandosi invece l'art. 52 del D.Lgs. 165/2001.
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Supervalutazione servizio estero: blocco stipendi ok
Una docente ha richiesto la ricostruzione della propria carriera tenendo conto della supervalutazione del servizio estero. Il Ministero si è opposto per l'annualità 2013, invocando il blocco degli scatti stipendiali. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del Ministero, stabilendo che il blocco normativo aveva effetti puramente economici e non poteva impedire la progressione giuridica della carriera, confermando così il diritto alla supervalutazione del servizio estero ai fini dell'anzianità.
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Sentenza Giudice di Pace: appello o ricorso?
Un istituto di credito proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza del giudice di pace che lo condannava al rimborso di un'imposta di registro di circa 200 euro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che per una sentenza del giudice di pace di così modesto valore, decisa secondo equità, l'unico rimedio esperibile non è il ricorso diretto in Cassazione, ma l'appello a "critica vincolata" per specifici motivi di diritto.
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Vittime del dovere: la giurisdizione è del giudice ordinario
Un funzionario di polizia ha richiesto i benefici per le vittime del dovere, ma è sorto un conflitto di giurisdizione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza spetta al giudice ordinario, trattandosi di un diritto soggettivo di natura assistenziale e non di un interesse legittimo.
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Buoni postali fruttiferi: tassi variabili e diritti
Un risparmiatore sottoscrive dei buoni postali fruttiferi nel 1985. Un successivo decreto del 1986 abbassa i tassi di interesse. La Corte di Cassazione ha confermato che i nuovi tassi, più bassi, sono applicabili, poiché la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale è sufficiente a rendere la modifica efficace, integrando il contratto originale. Di conseguenza, il rimborso calcolato dall'istituto finanziario è stato ritenuto corretto.
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Diniego di giurisdizione: i limiti del ricorso in Cassazione
Un funzionario pubblico, condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale derivante da una transazione seguita a un lodo arbitrale sfavorevole, ha proposto ricorso in Cassazione per diniego di giurisdizione. Sosteneva che i giudici contabili si fossero rifiutati di esaminare la nullità del lodo. Le Sezioni Unite hanno dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione della Corte dei Conti sulla questione del lodo rientrava nel merito della causa (error in iudicando) e non costituiva un rifiuto di esercitare la giurisdizione. La Corte ha quindi confermato che il suo sindacato è limitato alle sole questioni di giurisdizione e non può estendersi a presunti errori di valutazione del giudice speciale.
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Appello sentenza giudice di pace: quando è inammissibile
Una banca ha impugnato una sentenza del Giudice di Pace relativa a un rimborso di 217,50 euro per l'imposta di registro. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che per le cause di valore così basso, decise secondo equità, il rimedio corretto non è il ricorso diretto in Cassazione, ma un appello con motivi limitati. La decisione chiarisce le regole procedurali per l'appello a una sentenza del giudice di pace.
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Giurisdizione riscossione contributi: decide il G.O.
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 16125 del 2024, ha stabilito che la giurisdizione sulla riscossione dei contributi di un consorzio di difesa agricolo, ente di natura privata, spetta al giudice ordinario e non alla Corte dei Conti. Anche se la riscossione avviene tramite 'ruolo', secondo la Corte la natura privata del credito e dell'ente prevale, escludendo la competenza della giurisdizione contabile.
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Arbitrato estero societario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza la decisione sulla validità di una clausola di arbitrato estero societario. La questione, sorta da un ricorso contro il riconoscimento di un lodo svizzero, riguarda la compatibilità di tale clausola, inserita nello statuto di una S.p.A. italiana, con le norme imperative dell'ordinamento italiano. Data la complessità, il valore nomofilattico e l'assenza di precedenti specifici, la Corte ha ritenuto opportuno un approfondimento in pubblica udienza.
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Patto leonino: motivazione contraddittoria, sentenza nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che, pur negando l'esistenza di una società di fatto tra le parti, aveva paradossalmente dichiarato nullo il loro accordo per violazione del divieto di patto leonino. La Suprema Corte ha censurato la motivazione come irrimediabilmente contraddittoria, poiché il divieto di patto leonino presuppone l'esistenza di un vincolo societario. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Finanziamento soci e prescrizione: la Cassazione chiarisce
Un socio, dopo aver pagato personalmente i debiti di due società, ha chiesto il rimborso agli altri soci. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16122/2024, ha stabilito che l'azione per la restituzione di un finanziamento soci si prescrive in dieci anni e non nel termine breve di cinque anni. Quest'ultimo, infatti, si applica solo agli obblighi derivanti direttamente dal contratto sociale o da delibere societarie, e non a un prestito che, sebbene erogato da un socio, resta un rapporto autonomo. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente applicato la prescrizione quinquennale, rinviando la causa per un nuovo esame.
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Inammissibilità ricorso cassazione: analisi ordinanza
Un cliente ha presentato ricorso contro una banca e una società di cartolarizzazione per presunte irregolarità in contratti bancari. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso, sottolineando che i motivi presentati erano generici, sollevati per la prima volta in quella sede, o non centravano la reale motivazione giuridica (ratio decidendi) della sentenza precedente. Il caso ribadisce i rigorosi requisiti di specificità per i ricorsi, rendendo cruciale la discussione sulla inammissibilità ricorso cassazione.
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Accordo transattivo: Cassazione rinvia la causa
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria, accogliendo la richiesta congiunta delle parti di rinviare la causa. La decisione è motivata dalla necessità di consentire il perfezionamento di un più ampio accordo transattivo che coinvolge anche i soci delle due società in lite, favorendo così una soluzione extragiudiziale della controversia.
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Fideiussione ABI nulla: la Cassazione chiarisce i limiti
Una società e il suo garante hanno contestato un debito bancario, sostenendo la nullità di una fideiussione basata sullo schema ABI anticoncorrenziale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio chiave: la "Fideiussione ABI nulla" comporta una nullità solo parziale, limitata alle clausole illecite, senza invalidare l'intero contratto. Inoltre, ha chiarito che l'eccezione di decadenza del creditore non può essere sollevata per la prima volta in appello, in quanto costituisce una domanda nuova.
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Clausola compromissoria preliminare: valida e autonoma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16118/2024, ha stabilito la piena validità ed efficacia di una clausola compromissoria preliminare anche se non espressamente riportata nel successivo contratto definitivo. Il caso riguardava una compravendita di quote societarie in cui il venditore contestava la validità di un lodo arbitrale, sostenendo che la clausola arbitrale, presente solo nel contratto preliminare, fosse stata superata dal definitivo. La Corte ha rigettato il ricorso, riaffermando il principio consolidato dell'autonomia della clausola compromissoria, la quale costituisce un negozio giuridico a sé stante con effetti processuali, la cui validità va valutata indipendentemente dal contratto a cui si riferisce. La sua mancata riproduzione non ne implica, quindi, una tacita rinuncia.
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Impugnazione lodo arbitrale: limiti e inammissibilità
Una società committente ha impugnato un lodo arbitrale che la condannava al pagamento di somme a favore di un'impresa appaltatrice, lamentando vizi di motivazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'impugnazione lodo arbitrale è un rimedio a critica limitata che non permette un riesame del merito, ma solo la verifica di specifici vizi di legge.
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Condanna solidale spese: quando è illegittima?
Un'impresa in fallimento agiva contro tre persone per la restituzione di somme di valore molto diverso. Nonostante la condanna in primo grado e in appello al pagamento solidale delle spese legali, la Corte di Cassazione ha annullato tale decisione. Il principio affermato è che la condanna solidale spese è illegittima quando vi è un'enorme divergenza nel valore delle domande contro i singoli convenuti, poiché l'interesse comune non copre l'intera controversia, rendendo la condanna sproporzionata per chi è chiamato a rispondere per un importo minore.
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