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Giurisprudenza Civile

Indennità risarcitoria: limiti e tutele adeguate
Un lavoratore, licenziato per un fatto poi risultato non provato, ha ottenuto la reintegrazione e un'indennità risarcitoria di 12 mensilità. Ritenendo la somma insufficiente, ha sollevato una questione di costituzionalità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il sistema di tutele contro i licenziamenti illegittimi, pur con dei limiti sull'indennità risarcitoria, è nel suo complesso adeguato e sufficientemente dissuasivo, rientrando nelle scelte discrezionali del legislatore.
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Onere prova trasferimento d’azienda: il ricorso respinto
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un lavoratore che impugnava il proprio licenziamento collettivo, sostenendo un presunto trasferimento d'azienda non dimostrato. La Suprema Corte ha ribadito che l'onere della prova del trasferimento d'azienda grava sul lavoratore che lo invoca per far valere i propri diritti nei confronti della presunta società cessionaria. La mancanza di prove concrete ha reso il ricorso infondato.
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Prescrizione contributi gestione separata: la Cassazione
La Corte di Cassazione interviene sulla prescrizione dei contributi gestione separata. Una professionista si opponeva a una richiesta di pagamento dell'ente previdenziale per diverse annualità. La Corte d'Appello aveva dichiarato il credito prescritto. La Cassazione ha parzialmente riformato la decisione, stabilendo che le proroghe legali per il versamento dei contributi spostano in avanti anche il 'dies a quo', ovvero il giorno da cui inizia a decorrere la prescrizione quinquennale. Di conseguenza, i contributi per il 2009 e 2010 non erano prescritti, a differenza di quelli per il 2011.
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Foro competente lavoro: la scelta del lavoratore
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nelle controversie di lavoro, il lavoratore ha il diritto di scegliere il foro competente tra quelli alternativi previsti dalla legge. Nel caso specifico, un lavoratore ha correttamente citato in giudizio un'azienda presso il tribunale della città in cui quest'ultima aveva sede, nonostante la prestazione lavorativa si fosse svolta in un'altra provincia. La Suprema Corte ha annullato la decisione del Tribunale di primo grado, che si era dichiarato incompetente, riaffermando che la scelta del foro competente lavoro tra quelli previsti dall'art. 413 c.p.c. spetta al lavoratore.
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Compensazione spese legali: la Cassazione decide
Un'amministratrice vinceva in appello su una questione di competenza, ma la corte disponeva la compensazione spese legali adducendo la novità della questione. La Corte di Cassazione ha annullato tale statuizione, ritenendo la motivazione contraddittoria, in quanto la decisione di merito si basava su giurisprudenza consolidata. È stato quindi riaffermato il principio della soccombenza, condannando la parte originariamente attrice al pagamento di tutte le spese.
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Legittimazione ad impugnare: chi può contestare?
La Cassazione chiarisce la legittimazione ad impugnare di un convenuto. Un Comune, condannato per danni ambientali, non può appellare la declaratoria di inammissibilità della chiamata in causa di terzi responsabili, se la chiamata è stata effettuata da altri convenuti e il Comune non ha proposto domande proprie contro i terzi.
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Appello improcedibile per mancato deposito note scritte
La Corte d'Appello di Firenze dichiara un appello improcedibile a causa del mancato deposito delle note scritte da parte di entrambe le parti. La decisione sottolinea come l'inerzia processuale, specialmente se reiterata dall'appellante, porti alla chiusura del procedimento secondo l'art. 348 c.p.c.
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Sospensiva sentenza lavoro: l’inammissibilità
La Corte di Appello di Firenze ha dichiarato inammissibile una richiesta di sospensiva della sentenza lavoro di primo grado. La sentenza impugnata aveva solo ridotto l'importo di una sanzione amministrativa per utilizzo illecito di manodopera, senza annullarla. La Corte ha chiarito che tale sentenza non costituisce una "sentenza di condanna" e non sostituisce l'originario titolo esecutivo amministrativo (l'ordinanza ingiunzione), che rimane l'atto da cui scaturisce l'obbligo di pagamento. Pertanto, la richiesta di sospensione non poteva essere accolta.
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Diffamazione a mezzo stampa: critica e verità dei fatti
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di diffamazione a mezzo stampa, confermando la condanna di due giornalisti per le affermazioni contenute in un loro libro. La vicenda riguardava presunti legami tra un ex sindaco e un imprenditore locale. La Corte ha stabilito che, sia nell'esercizio del diritto di cronaca che in quello di critica, il presupposto fondamentale è la veridicità dei fatti. Poiché i giornalisti non hanno provato la verità delle loro insinuazioni, la Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la libertà di stampa non può basarsi sull'alterazione della realtà fattuale.
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Licenziamento per giusta causa: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un responsabile commerciale, confermando il suo licenziamento per giusta causa. Il lavoratore era stato licenziato per aver sistematicamente e senza autorizzazione ridotto i prezzi di vendita a favore di un unico cliente, causando un ingente danno economico all'azienda. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorso mirassero a un riesame del merito, non consentito in sede di legittimità, e ha confermato la validità della procedura disciplinare e la sussistenza della condotta infedele.
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Rinuncia al ricorso: come estingue il processo
Una complessa vicenda legale riguardante un risarcimento danni, cessioni di credito e un fallimento societario si conclude inaspettatamente davanti alla Corte di Cassazione. Le parti raggiungono un accordo stragiudiziale, portando alla rinuncia al ricorso da parte della società ricorrente. La Corte, prendendo atto della rinuncia formalmente perfetta, dichiara l'estinzione del processo, chiudendo definitivamente la controversia senza una pronuncia nel merito e compensando le spese.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: ecco i motivi
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso presentato da due garanti contro una banca. La decisione non entra nel merito della validità di un mutuo e delle relative fideiussioni, ma si fonda esclusivamente su vizi procedurali. La Corte ha stabilito che il ricorso era carente dei requisiti di specificità e autosufficienza, rendendo inevitabile una pronuncia di inammissibilità del ricorso in Cassazione.
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Prescrizione danno ambientale: quando inizia a decorrere
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 33288/2024, ha chiarito un punto cruciale in materia di prescrizione per danno ambientale. Il caso riguardava la richiesta di risarcimento avanzata dai proprietari di un terreno contro una società di raffinazione, ex locataria, per inquinamento. La Corte ha stabilito che il termine di prescrizione non decorre dalla data della perizia tecnica che accerta il danno, ma dal momento precedente in cui i proprietari hanno ricevuto una comunicazione ufficiale dal Comune che li informava della presenza di inquinanti e della necessità di ulteriori verifiche. Questa comunicazione è stata ritenuta sufficiente a generare una consapevolezza del pregiudizio, dando il via al decorso della prescrizione. La Suprema Corte ha inoltre confermato la validità dell'appello incidentale con cui la società aveva riproposto l'eccezione di prescrizione, precedentemente respinta in primo grado.
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Privilegio tassa automobilistica: sì alla Regione
Una Regione si opponeva allo stato passivo fallimentare di un imprenditore, chiedendo il riconoscimento del privilegio tassa automobilistica per un credito da bollo auto non pagato. Il Tribunale aveva negato il privilegio, interpretando restrittivamente la norma. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la norma sui privilegi per la finanza locale va interpretata estensivamente e include anche i tributi regionali, garantendo così alla Regione la prelazione nel recupero del credito.
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Motivi d’appello: la Cassazione sulla specificità
La Corte di Cassazione conferma l'inammissibilità di un ricorso presentato da un'Azienda Sanitaria, poiché i motivi d'appello erano una mera ripetizione delle difese di primo grado. La decisione sottolinea la necessità di una critica specifica e motivata della sentenza impugnata, come richiesto dall'art. 342 c.p.c., e non un semplice riproporre le stesse argomentazioni già respinte.
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Acquisizione sanante: come si calcola l’indennizzo?
In un caso di occupazione illegittima di un terreno da parte di un Comune, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sull'acquisizione sanante. Se il valore del bene è diminuito nel tempo, il risarcimento per il periodo di occupazione abusiva deve essere calcolato sul valore che l'immobile aveva in quel periodo (quando era più alto), e non sul valore inferiore al momento del decreto finale. Questa decisione garantisce un'equa compensazione al proprietario, impedendo all'ente pubblico di beneficiare del proprio ritardo.
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Onere della prova: Cassazione e prove in appalto
Una società fornitrice di barriere stradali ha citato in giudizio una società concessionaria autostradale per fatture non pagate. I tribunali di merito e la Corte di Cassazione hanno respinto la richiesta. La questione centrale era l'onere della prova: il fornitore non è riuscito a dimostrare il suo diritto a pagamenti aggiuntivi, poiché il committente ha provato di aver saldato interamente il contratto e che le forniture extra erano state ordinate da una società diversa. La Cassazione ha confermato che il giudice può rifiutare prove irrilevanti e che il ricorso non può essere utilizzato per riesaminare i fatti.
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Penale per ritardo appalto: sì al cumulo con danni
Una società di costruzioni ha contestato l'applicazione di una penale per ritardo appalto dopo la risoluzione del contratto per inadempimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando il principio giurisprudenziale secondo cui la penale per il ritardo è cumulabile con il risarcimento del danno derivante dalla risoluzione. Inoltre, ha ribadito che la valutazione sull'eccessività della penale e la sua eventuale riduzione rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito e non sono sindacabili in sede di legittimità se la motivazione è congrua.
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Risarcimento danni appalto: quando spetta sempre
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'impresa ha diritto al risarcimento danni in un appalto per l'illegittima sospensione dei lavori, anche qualora la stessa impresa si sia successivamente rifiutata di riprenderli, causando la risoluzione del contratto. La Corte ha chiarito che l'inadempimento successivo dell'appaltatore non annulla il diritto al risarcimento per i danni già subiti a causa del comportamento della stazione appaltante.
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Ordinanza interlocutoria: la decisione procedurale
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria in una controversia tra due privati e un noto istituto bancario. Il provvedimento non decide il merito della questione, ma regola lo svolgimento del processo. L'analisi si concentra sulla natura e la funzione di questo tipo di atto giudiziario.
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