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Giurisprudenza Civile

Licenziamento per giusta causa: firma su ordini falsi
Un dipendente, licenziato per aver firmato buoni di prelievo per merce mai consegnata, ha impugnato il provvedimento sostenendo di aver seguito una prassi aziendale imposta dai superiori. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa, dichiarando il ricorso inammissibile. Secondo la Corte, il lavoratore aveva un ruolo consapevole e strategico nel sistema illecito, condotta che ha irrimediabilmente leso il vincolo fiduciario con l'azienda.
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Sostituzione contatore energia: onere della prova
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una cliente contro una società fornitrice di energia, confermando la legittimità di una bolletta contestata a seguito della sostituzione del contatore. La decisione si basa sulla valutazione delle prove, tra cui una consulenza tecnica, che ha dimostrato la coerenza dei consumi fatturati con quelli storici dell'utenza. La Corte ha ritenuto infondati i motivi di ricorso della consumatrice, sia procedurali che di merito, chiarendo i principi sull'onere della prova in caso di sostituzione contatore energia.
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Vendita a corpo: quando il prezzo non cambia?
Una società immobiliare vende un immobile a un ente universitario. Nonostante la superficie finale risulti superiore alla tolleranza del 3% pattuita, la Cassazione nega il diritto a un supplemento di prezzo. La decisione si fonda sull'interpretazione del contratto come una vendita a corpo, dove il comportamento delle parti ha dimostrato la volontà di mantenere fisso il corrispettivo, rinunciando a future pretese.
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Contratti a termine agricoli: limiti e stagionalità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20383/2024, ha accolto il ricorso di un lavoratore contro un ente pubblico agricolo, stabilendo principi chiari sui contratti a termine nel settore. La Corte ha precisato che un ente pubblico non economico non è un imprenditore agricolo e che la deroga ai limiti di durata dei contratti a termine è applicabile solo per attività genuinamente stagionali, il cui onere della prova spetta al datore di lavoro. Di conseguenza, è stata cassata la sentenza d'appello che giustificava la reiterazione dei contratti sulla base della generica natura agricola dell'attività.
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Pignoramento presso terzi: la prova della compensazione
Un ente creditore avvia un pignoramento presso terzi per recuperare un credito. Il terzo pignorato si oppone, sostenendo di aver estinto il proprio debito tramite compensazione. La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso, sottolineando che la prova dell'esistenza del controcredito per la compensazione spetta al terzo e non può basarsi su documenti contabili unilaterali come il bilancio.
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Termine ordinanza ingiunzione: Cassazione cambia rotta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20376/2024, ha stabilito un importante principio in materia di sanzioni stradali. Modificando il proprio precedente orientamento, ha affermato che il termine ordinanza ingiunzione prefettizia deve essere di 120 giorni anche per le violazioni che non ammettono il pagamento in misura ridotta, come la guida con patente sospesa. La Corte ha applicato per analogia l'art. 204 del Codice della Strada per garantire la certezza del diritto e il diritto di difesa del cittadino, annullando un'ordinanza emessa oltre tale scadenza.
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Liquidazione spese processuali: no a importi forfettari
Un cittadino ha contestato l'importo delle spese legali liquidato in suo favore in un giudizio d'appello. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la liquidazione spese processuali deve essere sempre dettagliata per singole fasi e non può scendere al di sotto dei minimi tariffari previsti dalla legge, a meno di una specifica e adeguata motivazione. La sentenza impugnata, che aveva stabilito un importo forfettario e inferiore ai minimi, è stata annullata con rinvio per una nuova e corretta determinazione dei compensi.
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Opposizione agli atti esecutivi: i termini per agire
La Corte di Cassazione chiarisce i termini perentori per l'opposizione agli atti esecutivi. In un caso di pignoramento immobiliare, i debitori hanno contestato il decreto di trasferimento lamentando un prezzo di vendita irrisorio e irregolarità nello sgombero. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che tali vizi procedurali devono essere contestati entro termini brevi e non possono invalidare il trasferimento già avvenuto. Le irregolarità dello sgombero, inoltre, non sono vizi opponibili con questo strumento processuale.
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Indennità aggiuntiva: sì anche per opere private
Una società energetica ha espropriato un terreno agricolo affittato per la costruzione di un gasdotto, un'opera privata di pubblica utilità. Il coltivatore diretto ha richiesto l'indennità aggiuntiva prevista dall'art. 42 D.P.R. 327/2001, che la società ha negato invocando l'art. 36. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che l'indennità aggiuntiva spetta al coltivatore anche in caso di opere private di pubblica utilità, poiché è un compenso autonomo finalizzato a tutelare l'attività agricola e non rientra nelle deroghe previste per la sola indennità di esproprio.
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Derogabilità art. 2112 c.c.: la Cassazione decide
Un gruppo di dirigenti medici, esclusi da un trasferimento d'azienda a seguito di una procedura di amministrazione straordinaria, ha fatto ricorso in Cassazione. La Corte ha annullato la precedente sentenza d'appello, la quale aveva erroneamente ritenuto non contestata la questione sulla derogabilità art. 2112 c.c. La Cassazione ha stabilito che la Corte d'Appello ha commesso un errore di omessa pronuncia, non decidendo nel merito la questione centrale della controversia, e ha rinviato il caso per un nuovo esame.
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Opposizione atti esecutivi: l’errore inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato sull'opposizione agli atti esecutivi per contestare la pignorabilità di crediti. La Corte chiarisce che tale questione va sollevata esclusivamente con l'opposizione all'esecuzione (art. 615 c.p.c.) prima della conclusione del processo esecutivo, rendendo l'uso dell'art. 617 c.p.c. un errore procedurale fatale.
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Ricorso straordinario cassazione: quando è inammissibile
Una condomina impugnava una delibera assembleare relativa a una polizza di tutela legale. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della condomina. Quest'ultima ha tentato di impugnare la stessa decisione della Cassazione tramite un ricorso straordinario cassazione ex art. 111 Cost. La Suprema Corte, con l'ordinanza in esame, ha ribadito l'inammissibilità di tale strumento, chiarendo che non può essere utilizzato per contestare le pronunce della Cassazione per presunti errori di diritto, ma solo contro provvedimenti decisori e definitivi dei giudici di merito per i quali non sia previsto altro mezzo di impugnazione.
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Impugnazione multa autovelox: i motivi di ricorso
Una società proponeva l'impugnazione di una multa autovelox, sollevando diverse questioni, tra cui l'omessa indicazione della data di taratura, vizi di notifica e l'errata determinazione della sanzione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato tutti i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti. In particolare, ha ribadito che spetta al sanzionato contestare il malfunzionamento del dispositivo, non essendo necessaria l'indicazione della data di taratura sul verbale. Ha inoltre negato la legittimazione ad impugnare verbali non ancora notificati e confermato la decisione del giudice di merito sulla non applicabilità del cumulo giuridico e sulla determinazione della sanzione, ritenendo la minima differenza di importo non rilevante.
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Spese legali PA: quando non sono dovute dall’opponente
Un automobilista si oppone a una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox. La Corte di Cassazione, pur rigettando i motivi relativi alla validità dell'accertamento, accoglie il ricorso sulla questione delle spese legali PA. Viene stabilito che se la Pubblica Amministrazione si difende in giudizio con un proprio funzionario, non ha diritto al rimborso degli onorari di avvocato, ma solo delle spese vive documentate.
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Responsabilità impresa autotrasporto: sanzione unica
Una società di autotrasporti è stata multata per numerose violazioni dei tempi di guida e riposo commesse da diversi suoi autisti. La Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sulla responsabilità impresa autotrasporto: la sanzione per il difetto organizzativo dell'azienda deve essere considerata unitaria, basata sul numero di autisti coinvolti e non sulla somma di ogni singola infrazione. La Corte ha stabilito che la responsabilità diretta dell'impresa per la cattiva organizzazione del lavoro è un illecito unico, distinto dalle singole violazioni dei conducenti, per le quali l'impresa risponde in solido.
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Privilegio credito pubblico: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20362/2024, ha stabilito che il privilegio del credito pubblico, derivante da finanziamenti agevolati, sussiste anche se non esplicitamente menzionato nel contratto. Il caso riguardava una società in concordato preventivo che contestava la natura privilegiata del credito vantato da un ente gestore di fondi pubblici. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando l'orientamento consolidato secondo cui il privilegio si applica a tutti gli interventi di sostegno pubblico rientranti nel D.Lgs. n. 123/1998, estendendosi oltre le sole ipotesi di revoca del beneficio per illeciti.
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Qualificazione della domanda: apparenza e termini ricorso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso perché tardivo. La controversia, nata da un'opposizione a un precetto, era stata definita dal giudice di merito come 'opposizione all'esecuzione'. Tale qualificazione della domanda, in base al principio di apparenza, imponeva di non applicare la sospensione feriale dei termini, rendendo il ricorso depositato fuori tempo massimo.
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Indennizzo durata irragionevole: il calcolo corretto
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennizzo per l'irragionevole durata di un processo fallimentare va calcolato sul credito residuo, non su quello originario, se nel frattempo sono intervenuti pagamenti parziali significativi (ad esempio, dal Fondo di Garanzia INPS). Questa decisione, che riforma una precedente pronuncia della Corte d'Appello, mira a evitare il rischio di una sovra-compensazione, allineando l'indennizzo all'effettivo pregiudizio subito dal creditore. La Suprema Corte ha quindi accolto il ricorso del Ministero della Giustizia e rideterminato gli importi dovuti ai creditori in base a questo principio.
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Lavoro giornalistico subordinato: iscrizione all’Albo
La Corte di Cassazione chiarisce che l'obbligo di versare i contributi all'ente previdenziale di categoria per un lavoro giornalistico subordinato richiede la formale iscrizione del lavoratore all'Albo professionale. In un caso contro un'azienda radiotelevisiva, la Corte ha escluso l'obbligo per un collaboratore non iscritto, pur riconoscendo la protezione generale del lavoro di fatto. Ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso dell'azienda che mirava a un riesame delle prove sulla natura subordinata del rapporto per altri collaboratori.
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Domanda risarcitoria: an e quantum nel processo civile
Un professionista, curatore fallimentare, veniva diffamato da un vice direttore di banca. Nonostante l'accertamento del carattere diffamatorio della condotta, la domanda risarcitoria è stata respinta per mancata prova del danno. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha confermato la decisione, chiarendo la relazione tra la richiesta di condanna generica (an debeatur) e quella specifica (quantum debeatur), e ribadendo che l'onere di provare il danno subito spetta sempre al danneggiato.
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