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Giurisprudenza Civile

Revoca pensione: onere della prova e dolo del lavoratore
Una lavoratrice si è vista revocare la pensione di vecchiaia dopo che l'ente previdenziale ha accertato la natura fittizia del suo rapporto di lavoro agricolo. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, confermando che l'onere della prova sul rapporto di lavoro ricade sul lavoratore se contestato. In caso di revoca pensione per condotta dolosa, è stato stabilito l'obbligo di restituire tutti i ratei pensionistici percepiti.
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Litisconsorzio processuale: appello nullo senza tutti
Un soggetto, sostenendo di essere un compratore fittizio in una vendita di caffè, ricorre in Cassazione. La Corte, prima di esaminare il merito, rileva la mancata notifica del ricorso a una delle parti originarie e ordina l'integrazione del contraddittorio, sottolineando l'importanza del litisconsorzio processuale.
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Licenziamento collettivo: limiti geografici e reintegra
La Corte di Cassazione conferma l'illegittimità di un licenziamento collettivo in cui l'azienda aveva limitato la scelta dei lavoratori da licenziare a una sola sede geografica. Secondo la Corte, senza specifiche e comprovate esigenze tecnico-produttive, la platea dei lavoratori da considerare deve estendersi a tutto il complesso aziendale. La violazione dei criteri di scelta comporta la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.
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Responsabilità solidale: costruttore e direttore lavori
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i contorni della responsabilità solidale tra l'impresa costruttrice e il direttore dei lavori per vizi di costruzione. A seguito della richiesta di risarcimento da parte di acquirenti di villette per difetti di insonorizzazione, la Corte ha stabilito che il committente può rivalersi per l'intero importo su uno solo dei responsabili, anche se l'altro è fallito. Viene inoltre affrontata la corretta interpretazione delle clausole assicurative professionali.
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Errore in procedendo: Cassazione e riesame degli atti
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per un errore in procedendo, chiarendo che il giudice di legittimità può esaminare direttamente gli atti di causa per verificare la corretta interpretazione di un motivo di gravame. Nel caso specifico, la corte d'appello aveva erroneamente ritenuto formato un giudicato interno sulla superficie di un terreno espropriato, senza considerare che i proprietari avevano contestato tale estensione nel loro atto di appello. La Suprema Corte ha cassato la decisione, rinviando il caso per una nuova valutazione che tenga conto della corretta superficie del terreno e della reale portata dell'impugnazione.
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Agevolazioni contributive: no a finte assunzioni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8786/2024, ha negato il diritto alle agevolazioni contributive a un'azienda che aveva assunto lavoratori licenziati da un'altra società ad essa collegata da stretti vincoli familiari. L'operazione è stata ritenuta una ristrutturazione fittizia, finalizzata a eludere la normativa e ottenere indebitamente i benefici, poiché mancava un reale incremento occupazionale e i lavoratori non erano stati genuinamente espulsi dal mercato del lavoro.
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Caparra confirmatoria e recesso: guida alla sentenza
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di inadempimento di un contratto preliminare di vendita immobiliare. La società venditrice non ha rispettato il termine di consegna, neanche dopo una proroga. La Corte ha confermato il diritto della parte acquirente di ottenere il doppio della caparra confirmatoria, qualificando la sua azione come legittimo esercizio del diritto di recesso. È stato stabilito che anche la violazione di un termine non essenziale può costituire un inadempimento grave, giustificando la richiesta di caparra confirmatoria e recesso.
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Assegno circolare prescritto: quando perdi il diritto
La Corte di Cassazione ha stabilito che il beneficiario di un assegno circolare prescritto, ovvero non incassato entro tre anni, perde definitivamente il diritto di chiederne il pagamento alla banca emittente. Nel caso di specie, gli eredi di un creditore, che aveva ricevuto l'assegno in seguito a un'ordinanza di assegnazione, si sono visti rigettare la richiesta di pagamento. La Corte ha chiarito che la prescrizione estingue l'obbligazione cartolare e che, avendo già un titolo esecutivo (l'ordinanza di assegnazione), i ricorrenti non avevano interesse ad avviare una nuova causa di cognizione.
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Compenso difensore d’ufficio: no a riduzioni
Un avvocato, difensore d'ufficio di un assistito insolvente, si opponeva alla riduzione del suo compenso operata da un tribunale. La Corte di Cassazione ha stabilito che al compenso del difensore d'ufficio non si applica la riduzione del 50% prevista per il gratuito patrocinio. Inoltre, ha chiarito che il giudice che liquida le somme a carico dello Stato non è vincolato dall'importo precedentemente fissato in un decreto ingiuntivo contro il cliente, poiché tale decreto serve solo a dimostrare l'infruttuoso tentativo di recupero del credito.
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Risoluzione contratto appalto e danni: le regole
Una società ottiene la risoluzione di un contratto di appalto pubblico a causa di illegittime e prolungate sospensioni dei lavori da parte della stazione appaltante. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8765/2024, chiarisce che in caso di risoluzione del contratto, che ha effetto retroattivo, non si applicano le norme speciali sul risarcimento del danno da sospensione (D.M. 145/2000). Il danno deve essere provato secondo le regole generali e il mancato utile può essere liquidato in via equitativa, ad esempio nella misura del 10% del valore dell'appalto.
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Firma mancante sentenza: la Cassazione chiarisce
Una società ha impugnato una decisione sostenendo la sua inesistenza a causa della firma mancante del giudice estensore, giustificata da un decreto di emergenza ormai scaduto. La Corte di Cassazione ha rigettato l'istanza, sia per motivi procedurali sia nel merito. Ha chiarito che l'erroneo riferimento normativo non inficiava la validità della sentenza, poiché l'impedimento reale (la pandemia) era oggettivo e riconoscibile, legittimando così la sottoscrizione del solo presidente come previsto dal codice di procedura civile.
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Spezzoni Insegnamento: Priorità e Limiti Didattici
Un docente di ruolo ha citato in giudizio la sua scuola per non avergli assegnato degli spezzoni di insegnamento, chiedendo il relativo compenso. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'assegnazione delle ore residue deve seguire criteri di priorità che favoriscono il completamento dell'orario d'obbligo di altri docenti. Inoltre, ha confermato la legittimità della decisione del Dirigente Scolastico, che può negare l'assegnazione di ore eccedenti per prevalenti esigenze didattiche, come evitare di sovraccaricare un singolo docente con troppe classi.
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Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che riconosceva a un lavoratore differenze retributive per straordinari e trasferte. Il motivo principale è la presenza di una 'motivazione apparente', ovvero un ragionamento giudiziario troppo astratto e non ancorato alle prove specifiche del caso. La causa è stata rinviata a un nuovo giudice d'appello per una valutazione più concreta. È stata invece confermata la decisione sulla compensazione delle spese legali per un erede che aveva rinunciato all'eredità.
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Cessazione materia del contendere: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a seguito di un accordo transattivo tra le parti. La vicenda, nata da una complessa serie di vendite immobiliari e una successiva operazione di sale and lease-back, si conclude con la cessazione della materia del contendere. La Suprema Corte ha ordinato la cancellazione della trascrizione della domanda giudiziale, stabilendo che in questi casi non si applica il raddoppio del contributo unificato.
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Responsabilità Notaio: la Cassazione sul nesso causale
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8778/2024, ha chiarito i contorni della responsabilità del notaio in una complessa truffa immobiliare. Un immobile è stato venduto due volte tramite una procura falsa. La Suprema Corte ha stabilito che la grave negligenza dei notai nell'identificare le parti costituisce la causa esclusiva del danno, interrompendo il nesso causale rispetto alla condotta dei successivi acquirenti. La fattispecie è stata ricondotta all'ipotesi di rappresentanza senza potere (falsus procurator) e non di nullità, con importanti conseguenze sulla responsabilità dei soggetti coinvolti.
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Gratuità degli incarichi: stop ai compensi in enti locali
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8754/2024, ha respinto il ricorso di alcuni ex amministratori di un consorzio intercomunale che richiedevano il pagamento dei loro compensi. La Corte ha stabilito che la normativa introdotta nel 2010 ha sancito il principio della gratuità degli incarichi per gli amministratori di forme associative di enti locali, con l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica. Questa regola speciale prevale su altre norme che prevedono una semplice riduzione dei compensi. La Corte ha anche chiarito importanti aspetti procedurali, come la validità della notifica dell'atto di impugnazione al difensore di un ente estintosi durante il processo, in applicazione del principio di ultrattività del mandato.
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Estinzione del giudizio: notifica errata e conseguenze
La Corte di Cassazione ha confermato l'estinzione del giudizio in un caso di usucapione di servitù di passaggio. I ricorrenti non avevano ottemperato all'ordine del giudice di notificare l'atto di citazione agli eredi di due parti decedute, notificandolo invece al curatore speciale degli scomparsi. La Corte ha ribadito che il curatore rappresenta la persona scomparsa e non i suoi eredi, rendendo la notifica inefficace e giustificando l'estinzione del giudizio per inattività processuale.
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Sgravi contributivi: onere della prova per l’impresa
Un'impresa agricola si è vista revocare gli sgravi contributivi a seguito di un accertamento che ha riscontrato violazioni retributive e contributive. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8792/2024, ha rigettato il ricorso dell'impresa, stabilendo principi chiave: l'onere di provare il diritto ai benefici spetta al datore di lavoro e i verbali ispettivi hanno una forte valenza probatoria. La Corte ha inoltre confermato la distinzione tra semplice omissione ed evasione contributiva, applicando il regime sanzionatorio più severo data la mancata indicazione delle corrette retribuzioni nelle denunce.
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Contraddittorio e nullità: la Cassazione decide
Una struttura sanitaria privata si opponeva alla riduzione dei pagamenti da parte di un'ASL. La Corte d'Appello, di sua iniziativa, dichiarava nullo il contratto tra le parti per difetto di forma scritta. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il giudice, prima di decidere su una questione di nullità rilevata d'ufficio, deve obbligatoriamente stimolare il dibattito tra le parti, garantendo il principio del contraddittorio.
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Obbligazione propter rem: l’acquirente paga i costi?
Un cittadino ha acquistato una casa da una cooperativa in un'area PEEP. Il Comune ha successivamente richiesto un pagamento a saldo per i costi del suolo, sostenendo che si trattasse di una 'obbligazione propter rem'. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta del Comune, stabilendo che tale obbligo si trasferisce ai successivi acquirenti solo se la convenzione originaria tra Comune e costruttore lo prevede esplicitamente. In assenza di tale clausola, l'acquirente non è responsabile del pagamento.
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