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Giurisprudenza Civile

Illecito permanente: quando scatta il termine CONSOB?
La Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di illecito permanente come le carenze in materia di antiriciclaggio, il termine di 180 giorni per la contestazione da parte dell'Autorità di vigilanza non decorre dalla prima acquisizione di documenti, ma dalla cessazione della condotta illecita. La sentenza ribalta una decisione della Corte d'Appello, che aveva annullato una sanzione per tardività, sottolineando che la natura continuativa della violazione sposta in avanti il momento dell'accertamento definitivo.
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Competenza Demanio Idrico: quando decide il Tribunale?
Una società ha rivendicato l'usucapione di un'area appartenente al demanio idrico, sostenendo che avesse perso la sua funzione pubblica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere non è del giudice ordinario, ma del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, poiché la controversia richiede un accertamento tecnico sulla natura demaniale del bene. La decisione chiarisce il riparto di giurisdizione in materia di competenza demanio idrico.
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Detrazione IVA immobili: le regole della Cassazione
Una società si vede negare la detrazione IVA immobili su quattro acquisti. La Cassazione interviene, rigettando il ricorso principale della società e accogliendo parzialmente quello dell'Agenzia delle Entrate. L'ordinanza chiarisce la differenza tra beni strumentali (esenti IVA) e beni in costruzione (soggetti a IVA), e sottolinea l'errore del giudice di merito che non ha valutato la contestata inesistenza di una delle operazioni.
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Correzione errore materiale: l’intervento della Corte
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 21493/2024, ha disposto la correzione errore materiale di un suo precedente provvedimento. L'errore consisteva nell'errata indicazione del cognome di una delle parti. La Corte ha accolto l'istanza e, esercitando il proprio potere officioso, ha ordinato la sostituzione del cognome errato con quello corretto in tutte le parti dell'ordinanza originaria, senza disporre sulle spese.
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Giurisdizione Giudice Ordinario: il caso del dirigente
Un dipendente pubblico si opponeva alla revoca del suo incarico dirigenziale. La Corte di Cassazione ha chiarito che la giurisdizione del giudice ordinario è competente per tali controversie nel pubblico impiego privatizzato. La Corte ha stabilito che la statuizione sulla giurisdizione del giudice di primo grado, sebbene non specificamente appellata, non era passata in giudicato, poiché l'impugnazione complessiva della sentenza ne implicava la contestazione. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per una nuova valutazione nel merito.
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Prescrizione contratto preliminare: decorrenza e obblighi
La Corte di Cassazione chiarisce la decorrenza della prescrizione del contratto preliminare. La mancata consegna di documenti da parte del venditore è un'obbligazione, non una condizione sospensiva che posticipa l'inizio del termine decennale per agire in giudizio. La sentenza sottolinea che il promissario acquirente deve attivarsi per tutelare i propri diritti entro dieci anni dalla stipula del preliminare, altrimenti il diritto all'esecuzione specifica del contratto si estingue.
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Contratto a progetto: quando è legittimo? La Cassazione
Un lavoratore ha contestato la legittimità di una serie di contratti a progetto, chiedendone la conversione in un rapporto di lavoro subordinato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la validità del contratto a progetto. La Corte ha stabilito che, per essere valido, un progetto deve specificare un risultato finale chiaro e identificabile, distinto dalla mera messa a disposizione di energie lavorative, anche se rientra nell'ambito dell'attività generale dell'impresa.
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Doppia notifica PEC: quale termine per l’appello?
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di una doppia notifica PEC di una sentenza, stabilendo un principio fondamentale per il calcolo dei termini di impugnazione. Quando una prima notifica via PEC è valida e regolare, una seconda notifica successiva è giuridicamente irrilevante e non sposta il termine per proporre appello. La Corte ha rigettato il ricorso di un'azienda sanitaria che, ricevute due notifiche in giorni consecutivi, aveva fatto affidamento sulla seconda per calcolare i termini, vedendosi dichiarare l'appello inammissibile per tardività.
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Distrazione spese legali: Cassazione corregge l’errore
La Corte di Cassazione interviene per correggere un proprio errore materiale in un'ordinanza. La precedente decisione aveva condannato un Ministero al pagamento delle spese legali, omettendo però di disporre la distrazione delle spese in favore degli avvocati della parte vittoriosa, che si erano dichiarati antistatari. Con la nuova ordinanza, la Corte accoglie il ricorso e integra il dispositivo, stabilendo che le somme dovute siano liquidate direttamente ai legali.
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Bene pertinenziale: il trasferimento senza menzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21487/2024, ha chiarito che il trasferimento di un bene pertinenziale, come una corte a servizio di un'autorimessa, avviene congiuntamente al bene principale anche se non esplicitamente menzionato con i suoi dati catastali nell'atto. È sufficiente che la volontà delle parti di trasferire anche la pertinenza sia desumibile in modo inequivocabile, ad esempio tramite il richiamo (per relationem) ai precedenti titoli di acquisto. La Corte ha rigettato il ricorso di un soggetto che aveva ceduto a un Comune parte di una corte comune, ledendo i diritti di comproprietà e servitù di parcheggio di altri proprietari, confermando che tali diritti erano stati validamente trasferiti insieme all'unità immobiliare principale.
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Servitù padre di famiglia: il dovere del giudice
Una controversia su una servitù di passaggio di condutture. La Cassazione cassa la sentenza di merito che negava la servitù per mancata trascrizione. La Corte Suprema stabilisce che il giudice avrebbe dovuto verificare se si trattasse di una servitù per destinazione del padre di famiglia, che si costituisce in base allo stato di fatto visibile lasciato dall'originario unico proprietario, a prescindere dalla trascrizione.
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Responsabilità contrattuale: i rischi del fornitore
La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla responsabilità contrattuale di più soggetti coinvolti nella fornitura di un impianto di cogenerazione risultato difettoso. La vicenda vedeva un consulente, una società venditrice e un installatore condannati a risarcire i danni agli acquirenti. La Corte ha confermato la decisione di merito, distinguendo le colpe: l'installatore per non aver rilasciato il certificato di conformità, il venditore per aver garantito l'uso di un combustibile che causava guasti, e il consulente per aver fornito pareri tecnici errati e un business plan inattendibile. La sentenza ribadisce l'autonomia delle singole obbligazioni e la piena responsabilità di ogni professionista.
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Diritto buoni pasto: quando spetta al lavoratore?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto ai buoni pasto per i dipendenti del settore Sanità matura per ogni turno lavorativo superiore alle sei ore, indipendentemente dalla fascia oraria. La sentenza chiarisce che tale diritto è intrinsecamente legato al diritto alla pausa, previsto dalla legge per il recupero psicofisico del lavoratore, e non alla possibilità materiale di pranzare fuori dall'ambiente di lavoro. L'azienda sanitaria è stata condannata a fornire i buoni pasto e a risarcire il danno alla dipendente.
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Calcolo TFR incarico dirigenziale: la Cassazione
Un funzionario comunale con incarico dirigenziale a tempo determinato ha chiesto il ricalcolo del TFR basato sullo stipendio più alto. La Cassazione ha negato, confermando che si tratta di rapporti di lavoro separati e che il calcolo TFR deve essere distinto per i due periodi, senza unificazione.
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Ricorso cassazione spese: quando è ammissibile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21478/2024, chiarisce un importante principio processuale. Un provvedimento di giurisdizione volontaria, come la nomina di un amministratore per un bene in comunione, non è di per sé ricorribile in Cassazione perché privo di carattere decisorio e definitivo. Tuttavia, il ricorso per cassazione spese è ammissibile se volto a contestare esclusivamente la statuizione sulla condanna al pagamento delle spese legali, in quanto quest'ultima ha natura decisoria e definitiva, incidendo su un diritto soggettivo.
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Tollerabilità immissioni: i limiti del DPCM non bastano
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21479/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di tollerabilità immissioni rumorose tra privati. Il caso riguardava le lamentele di alcuni residenti per i rumori provenienti da un impianto sportivo. La Corte ha chiarito che il superamento dei limiti di decibel previsti dalla normativa amministrativa (DPCM) non è l'unico criterio da considerare. Nei rapporti tra vicini, il giudice deve applicare l'art. 844 del codice civile, valutando la 'normale tollerabilità' in base al contesto specifico, alla rumorosità di fondo e alle abitudini locali. La decisione della Corte d'Appello, che si era basata unicamente sui parametri amministrativi, è stata quindi annullata con rinvio.
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Calcolo TFS servizio non di ruolo: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo TFS servizio non di ruolo, il periodo lavorativo prestato da un infermiere in convenzione presso un policlinico universitario deve essere incluso nel computo totale, anche se precedente all'assunzione a tempo indeterminato presso la ASL. La decisione si fonda sul principio di automatismo delle prestazioni previdenziali, respingendo il ricorso dell'Ente Previdenziale.
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Lavoro subordinato: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un datore di lavoro contro una sanzione per l'impiego di un lavoratore irregolare. La decisione si fonda sull'applicazione della regola della "doppia conforme", che impedisce un nuovo esame dei fatti quando due sentenze di merito sono concordi, e sottolinea come la valutazione delle prove per qualificare un rapporto come lavoro subordinato spetti esclusivamente ai giudici di merito, senza possibilità di riesame in sede di legittimità se la motivazione è coerente.
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Canna fumaria condominio: il rifiuto è risarcibile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21483/2024, ha stabilito che il condominio può essere tenuto a risarcire il danno se, oltre al diniego dell'assemblea, l'amministratore rifiuta di consegnare le chiavi per l'accesso a una parte comune, impedendo di fatto l'installazione di una canna fumaria. Se l'uso della parte comune è legittimo ai sensi dell'art. 1102 c.c., l'ostruzionismo attivo e non solo il voto contrario può configurare un illecito dannoso. La questione è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Impossibilità sopravvenuta: contratto risolto
Un dirigente amministrativo di un'azienda sanitaria ha visto il suo contratto risolto a seguito della soppressione dell'ente per cui lavorava, a causa di una riorganizzazione regionale. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della risoluzione, qualificandola come un caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione, escludendo il diritto al risarcimento del danno.
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