LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Risarcimento medici specializzandi: la Cassazione decide
Un medico, iscritto a una scuola di specializzazione prima del 1982 senza percepire retribuzione, ha citato in giudizio lo Stato per la tardiva attuazione delle direttive comunitarie. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18427/2024, ha accolto il ricorso. Basandosi sulla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE e delle Sezioni Unite, ha stabilito che il diritto al risarcimento per i medici specializzandi spetta anche agli iscritti prima del 1982, ma limitatamente al periodo formativo successivo al 1° gennaio 1983, data di scadenza per l'attuazione della direttiva.
Continua »
Responsabilità del socio unico: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un ex dirigente contro il socio unico di una società estinta. Il caso verteva sulla mancata attuazione di un accordo transattivo e sulla conseguente richiesta di risarcimento per la responsabilità del socio unico. La Corte ha rigettato il ricorso per motivi procedurali, sottolineando la necessità di formulare con precisione i motivi di cassazione, specialmente in materia di interpretazione contrattuale e vizi di motivazione.
Continua »
Errore di fatto: quando il ricorso è inammissibile
Un paziente ha contestato un trattamento odontoiatrico. La Corte d'Appello ha liquidato un danno basandosi su un certo numero di denti trattati. Il paziente ha proposto ricorso in Cassazione lamentando un errore di fatto nel conteggio dei denti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'errore di fatto va contestato con l'istituto della revocazione davanti alla stessa corte che ha emesso la sentenza, e non con un ricorso per cassazione, che valuta solo errori di diritto.
Continua »
Prescrizione danno direttive: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18408/2024, ha stabilito che la prescrizione del danno da tardiva attuazione di direttive comunitarie è di cinque anni a partire dal 1° gennaio 2012, data di entrata in vigore della L. 183/11. Questa nuova norma si applica anche ai diritti sorti in precedenza ma non ancora prescritti. Nel caso di specie, un medico che aveva interrotto la prescrizione decennale nel 2008, si è visto applicare il nuovo termine quinquennale a decorrere dal 2012, con la conseguenza che il suo diritto si è estinto il 1° gennaio 2017, prima dell'instaurazione del giudizio.
Continua »
Errore revocatorio: quando è inammissibile? Analisi
Una società ha richiesto la revocazione di un'ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore revocatorio riguardo la data di inizio del rapporto con un amministratore. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l'errore di fatto deve essere una svista percettiva, evidente "ictu oculi" e decisiva ai fini del giudizio, condizioni non riscontrate nel caso di specie, dove l'errore lamentato era frutto di una valutazione e comunque non decisivo.
Continua »
Retribuzione festività: no alla compensazione in banca ore
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una cooperativa sociale al pagamento della retribuzione festività a favore dei suoi dipendenti. È stato stabilito che la specifica disciplina dell'art. 59 del CCNL Cooperative Sociali per le festività è incompatibile con il sistema generale della 'banca ore' previsto dall'art. 52, non potendo quest'ultimo sostituire il diritto al pagamento o al riposo compensativo.
Continua »
Qualificazione rapporto di lavoro: gli indici decisivi
Una collaboratrice, dopo il periodo di praticantato, prosegue l'attività presso uno studio professionale. La Corte d'Appello riconosce la natura subordinata del rapporto basandosi su indici quali orario fisso e potere direttivo del datore, condannando quest'ultimo al pagamento delle differenze retributive. La Corte di Cassazione conferma la decisione, respingendo il ricorso del datore di lavoro e ribadendo che la valutazione degli elementi di fatto per la qualificazione rapporto di lavoro spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e coerente.
Continua »
Indennità di condotta: quando spetta al macchinista?
Un macchinista ha richiesto che l'indennità di condotta fosse estesa anche alle attività accessorie e complementari svolte prima e dopo la guida effettiva del treno. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in base ai contratti collettivi, l'indennità spetta esclusivamente per il tempo trascorso nella guida del treno. Le attività accessorie sono considerate una diversa tipologia di lavoro, con una diversa quantificazione dell'indennità, a meno che non vengano assorbite in un periodo di 'condotta continuativa' senza interruzioni significative.
Continua »
Giustificato motivo oggettivo: l’onere della prova
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società di trasporti contro la sentenza che aveva ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente per giustificato motivo oggettivo. La decisione si fonda sul fatto che la soppressione del posto di lavoro addotta come motivazione non era effettiva, in quanto le mansioni del lavoratore erano già state modificate da anni. La Corte ha ribadito che il datore di lavoro ha l'onere di provare la veridicità e l'attualità del motivo del recesso e che la Cassazione non può riesaminare nel merito le prove.
Continua »
Risarcimento medici specializzandi: Cassazione conferma
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici per il risarcimento del danno da tardiva attuazione di direttive UE, confermando la prescrizione decennale del diritto. La Corte ha inoltre condannato i ricorrenti per lite temeraria, data la consolidata giurisprudenza contraria. La questione del risarcimento medici specializzandi è quindi ormai definita dalla giurisprudenza di legittimità.
Continua »
Appalto illecito: Cassazione su onere della prova
Un gruppo di lavoratori ha contestato un contratto di servizi di pulizia ferroviaria, sostenendo si trattasse di un appalto illecito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei gradi inferiori. La Corte ha ribadito di non poter riesaminare le prove e ha chiarito che un appalto è legittimo quando l'appaltatore mantiene un'effettiva autonomia organizzativa e gestionale sul proprio personale, anche in presenza di un coordinamento con l'azienda committente.
Continua »
Contributi amministratori locali: obbligo del Comune
La Corte di Cassazione ha confermato l'obbligo per un Comune di versare i contributi previdenziali alla cassa forense per un avvocato che ricopriva la carica di Presidente del Consiglio Comunale. La sentenza chiarisce che l'art. 86 del TUEL si applica anche ai lavoratori autonomi, non solo ai dipendenti, garantendo così il sostegno necessario per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive. La Corte ha rigettato il ricorso del Comune, stabilendo che la norma tutela il diritto di dedicarsi alla carica pubblica senza subire pregiudizi previdenziali, estendendo i benefici dei contributi amministratori locali anche ai professionisti.
Continua »
Risarcimento specializzandi: Cassazione e prescrizione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 18394/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano il risarcimento del danno per la tardiva attuazione di direttive comunitarie. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, secondo cui il diritto al risarcimento specializzandi si prescrive in dieci anni, con decorrenza dal 27 ottobre 1999. I ricorrenti sono stati inoltre condannati per lite temeraria.
Continua »
Appalto di manodopera: quando è lecito e quando no
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore che contestava un presunto appalto di manodopera illecito. Il caso riguardava un addetto alla pulizia dei vagoni ferroviari, formalmente dipendente di una società di servizi ma operante presso una grande azienda di trasporti. La Corte ha stabilito che, per configurare un'interposizione fittizia, non è sufficiente un mero coordinamento, ma è necessaria la prova che il committente eserciti un potere direttivo, organizzativo e disciplinare diretto sui dipendenti dell'appaltatore, prova che in questo caso non è emersa.
Continua »
Compensazione e ritenute fiscali: quando sono dovute?
Un professionista si oppone al versamento delle ritenute fiscali da parte della sua cassa previdenziale su ratei pensionistici non pagati, ma usati in compensazione. La Cassazione chiarisce che la compensazione e ritenute fiscali sono collegate: la ritenuta è dovuta anche su somme non materialmente versate.
Continua »
Indennità di riposo: la Cassazione conferma il danno
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda di trasporti, confermando la condanna al risarcimento del danno a favore di un autista per la sistematica violazione del diritto ai riposi giornalieri e settimanali. La Suprema Corte ha ribadito che, una volta provata la violazione, il danno da usura psicofisica si presume e spetta al datore di lavoro dimostrare di aver concesso un adeguato ristoro, che non può essere frazionato o tardivo. La mancata concessione del riposo, configurandosi come indennità di riposo non goduta, costituisce una lesione di un diritto costituzionalmente garantito.
Continua »
Sanzioni Cassa Professionale: quando sono dovute?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un professionista, pur essendo dipendente pubblico e non iscritto alla cassa di categoria, è tenuto al versamento del contributo integrativo e delle relative sanzioni cassa professionale se svolge attività libero-professionale. L'appello del professionista, basato su presunta buona fede e vizi procedurali, è stato respinto per inammissibilità, in quanto le contestazioni non sono state formulate secondo i principi di specificità e autosufficienza del ricorso.
Continua »
Progressione verticale: quando si applica il blocco?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18385/2024, ha stabilito che in caso di progressione verticale nel pubblico impiego, le norme applicabili al trattamento economico sono quelle in vigore al momento della stipula del contratto, non quelle del bando di concorso. Di conseguenza, il blocco degli aumenti stipendiali introdotto da una legge successiva al bando (ius superveniens) è legittimo e prevale sulle condizioni originarie, in quanto la progressione si considera 'disposta' solo con la formalizzazione del nuovo inquadramento.
Continua »
Comunicazione sentenza PEC: la ricevuta fa fede
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in tema di comunicazione di una sentenza tramite PEC, l'unica prova idonea a dimostrare l'avvenuta notifica è la ricevuta di accettazione e consegna generata dal sistema. Un'attestazione della cancelleria che affermi il contrario non ha valore legale se contraddetta da una ricevuta di mancata consegna. Di conseguenza, se la comunicazione sentenza PEC fallisce e non viene effettuato il successivo deposito in cancelleria, il termine per impugnare non inizia a decorrere.
Continua »
Difensore d’ufficio genitore insolvente: paga lo Stato?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 18383/2024, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo al mancato pagamento da parte dello Stato dei compensi al difensore d'ufficio di un genitore insolvente in un procedimento di adottabilità. La Corte ravvisa una irragionevole disparità di trattamento rispetto al difensore dell'imputato insolvente nel processo penale e a quello del genitore irreperibile, per il quale la Corte Costituzionale ha già stabilito il diritto al compenso a carico dell'Erario. Il caso è stato quindi rimesso alla Consulta per una decisione.
Continua »