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Giurisprudenza Civile

Eccezione ex art. 1957 c.c.: i termini perentori
Un fideiussore si oppone a un precetto di pagamento, sollevando però tardivamente l'eccezione relativa alla decadenza della banca dal suo diritto per inosservanza del termine previsto dall'art. 1957 c.c. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, qualificando tale difesa come un'eccezione in senso proprio che deve essere proposta 'in limine', ovvero nel primo atto difensivo utile. Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato, con condanna del ricorrente per lite temeraria.
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Lite temeraria datore di lavoro: condanna per difesa
Un ente pubblico ha presentato ricorso in Cassazione dopo essere stato condannato a risarcire una dipendente per demansionamento e per lite temeraria. L'ente aveva tentato di far passare un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per uno stagionale, utilizzando documentazione parziale. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna per lite temeraria del datore di lavoro e chiarendo che l'uso di prove parziali per sostenere una tesi palesemente falsa costituisce colpa grave, giustificando le sanzioni previste dall'art. 96 c.p.c.
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Società di fatto tra coniugi: liquidazione e recesso
La Corte di Cassazione interviene sul caso di una società di fatto tra coniugi per la gestione di una farmacia. La sentenza chiarisce che l'allontanamento di un socio dall'attività non determina automaticamente lo scioglimento della società, ma configura un recesso. Di conseguenza, la liquidazione della sua quota deve essere calcolata al momento della manifestazione formale della volontà di recedere (come la notifica di un atto di citazione) e non al momento dell'abbandono fisico. La Corte ha cassato la decisione precedente per aver confuso lo scioglimento della società con il recesso del singolo socio, incorrendo nel vizio di extra petizione.
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Ricorso inammissibile: Cassazione e motivi eterogenei
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un istituto di credito. La decisione si fonda principalmente sulla scorretta formulazione del motivo di ricorso, che mescolava in modo confuso censure eterogenee, come la violazione di legge e l'omesso esame di un fatto decisivo. La Corte ha inoltre sanzionato pesantemente la ricorrente per lite temeraria, sottolineando l'importanza del principio di autosufficienza e della chiara esposizione dei motivi di impugnazione.
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Obblighi informativi intermediario: la Cassazione vince
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'erede di un investitore, cassando la sentenza d'appello che aveva respinto la richiesta di risarcimento contro una banca. La Corte ha ribadito che gli obblighi informativi dell'intermediario finanziario sussistono anche verso un cliente esperto e con propensione al rischio. L'esperienza passata non è sufficiente a superare la presunzione del nesso causale tra la mancata informazione e il danno subito dal risparmiatore. Spetta alla banca provare di aver fornito informazioni specifiche e adeguate per ogni singola operazione.
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Distrazione delle spese: errore materiale e correzione
La Corte di Cassazione interviene per correggere un proprio precedente provvedimento a causa di un errore materiale. L'ordinanza originaria aveva omesso di disporre la distrazione delle spese legali a favore dei difensori delle parti vittoriose, nonostante questi ne avessero fatto esplicita richiesta. Con la nuova ordinanza, la Corte ha integrato la decisione, stabilendo che le spese liquidate devono essere pagate direttamente agli avvocati che avevano dichiarato di averle anticipate, sanando così l'omissione.
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Ricorso per cassazione: quando è inammissibile
Una docente si è rivolta alla Corte di Cassazione lamentando la mancata pronuncia della Corte d'Appello su una specifica domanda economica, la "clausola di salvaguardia". La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile per due ragioni: in primo luogo, il vizio di omessa pronuncia è stato erroneamente inquadrato come violazione di legge anziché come motivo di nullità della sentenza; in secondo luogo, la Corte ha ritenuto che i giudici d'appello avessero di fatto già deciso sulla domanda, liquidando una somma complessiva che la includeva.
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Errore revocatorio: i limiti del fatto controverso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro una banca, confermando che l'errore revocatorio non può essere invocato per questioni già dibattute e decise in giudizio. Il caso riguardava la presunta omessa considerazione di un versamento in un contenzioso su un conto corrente. La Corte ha ribadito che la revocazione è uno strumento eccezionale, applicabile solo a sviste percettive su fatti non controversi, e non un mezzo per ottenere un nuovo esame del merito su punti già discussi tra le parti.
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Operatore qualificato: quali obblighi per la banca?
Un'investitrice, definitasi operatore qualificato, ha citato in giudizio un intermediario finanziario per le perdite subite nel trading di derivati. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le sentenze di merito. La decisione si fonda sul fatto che la dichiarazione di operatore qualificato esonera la banca da specifici obblighi informativi, dato che il cliente è ritenuto esperto. Inoltre, la possibilità per la cliente di monitorare gli investimenti in tempo reale tramite trading online è stata considerata sufficiente a escludere la responsabilità della banca.
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Estinzione del giudizio: guida alla rinuncia al ricorso
Una società agricola e il suo fideiussore, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa contro un istituto di credito per presunte anomalie bancarie, hanno proposto ricorso in Cassazione. Durante il procedimento, le parti hanno raggiunto una transazione, portando alla rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, specificando che, data l'accettazione della rinuncia da parte della controparte, le spese legali non vengono regolate.
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Carenza di interesse ad agire: avviso di addebito
Una società ha impugnato un verbale ispettivo dell'ente previdenziale ma non il successivo avviso di addebito. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, dichiarando la sopravvenuta carenza di interesse ad agire. La mancata opposizione all'avviso di addebito, atto che consolida la pretesa creditoria, rende inutile la prosecuzione del giudizio sul precedente verbale, poiché l'esito di quest'ultimo non potrebbe più portare alcun vantaggio concreto alla società.
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Azione revocatoria fondo patrimoniale: la Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un'azione revocatoria fondo patrimoniale. La sentenza conferma che la valutazione sulla sufficienza del patrimonio residuo del debitore è un giudizio di fatto non sindacabile in sede di legittimità e che l'eccezione di nullità della fideiussione per violazione di norme antitrust non può essere sollevata per la prima volta in Cassazione se non sono stati allegati i fatti costitutivi nei gradi di merito.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti
Una creditrice, già in possesso di un'ordinanza di assegnazione esecutiva contro un istituto di credito per un assegno circolare, ha intentato una nuova causa per lo stesso credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetti procedurali e per carenza di interesse ad agire, non avendo la ricorrente dimostrato un'utilità giuridica aggiuntiva rispetto al titolo già posseduto. La parte ricorrente è stata inoltre condannata per lite temeraria.
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Copertura assicurativa ODL: quando è valida?
La Cassazione ha stabilito che la copertura assicurativa ODL è operante solo se la nomina dell'amministratore in un ente esterno deriva da una preventiva e chiara 'designazione o richiesta' da parte della società contraente. Un mero interesse successivo non è sufficiente. Inoltre, ha ribadito la nullità delle clausole che assicurano il pagamento di sanzioni amministrative.
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Irrisorietà della pretesa: no indennizzo per lungaggine
La Corte di Appello di Ancona ha respinto una richiesta di indennizzo per l'eccessiva durata di una procedura fallimentare (oltre 10 anni). Sebbene la durata fosse irragionevole, la Corte ha negato il risarcimento a causa dell'irrisorietà della pretesa della società creditrice, un credito chirografario di soli 676,32 euro. La decisione si fonda sul principio 'de minimis non curat praetor', stabilendo che un pregiudizio, per essere indennizzabile, deve superare una soglia minima di gravità, che in questo caso non è stata raggiunta.
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Ricorso inammissibile: i vizi che portano al rigetto
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un debitore e dal suo garante contro una società creditrice. L'appello, basato su tredici motivi, è stato rigettato per gravi vizi procedurali, tra cui la mancanza di autosufficienza, l'errata qualificazione dei vizi denunciati (confondendo questioni di merito con violazioni di legge) e la formulazione di censure cumulative. La Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali e a sanzioni per lite temeraria, ribadendo che il giudizio di legittimità non può riesaminare i fatti già accertati nei gradi precedenti.
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Retribuzione accessoria: no a tagli forfettari
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una Corte d'Appello che aveva ritenuto illegittimo un taglio del 30% sulla retribuzione accessoria di alcuni dirigenti medici. La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene le leggi sul contenimento della spesa pubblica impongano una riduzione dei fondi, un taglio forfettario è illegittimo. La metodologia corretta prevede di bloccare il fondo al livello del 2010 e ridurlo in proporzione al personale cessato, per poi ripartirlo. Il caso è stato rinviato per il corretto ricalcolo.
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Eccezione incompetenza territoriale: guida alla validità
Una società creditrice ottiene un decreto ingiuntivo contro una società debitrice e il suo garante. Il garante si oppone sollevando un'eccezione di incompetenza territoriale basata su una clausola contrattuale. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'eccezione è inammissibile. La clausola sul foro competente non era esclusiva e il garante, nell'opporsi, aveva l'onere di contestare tutti i possibili fori alternativi previsti dalla legge, incluso quello della sede della società debitrice. Non avendolo fatto, la sua eccezione è stata respinta e la competenza del tribunale originariamente adito è stata confermata.
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Fideiussione Omnibus: Cassazione sulla nullità parziale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni garanti che chiedevano la nullità di un contratto di fideiussione. L'ordinanza chiarisce che il provvedimento della Banca d'Italia del 2005 si applica solo alla fideiussione omnibus e non costituisce prova automatica per i contratti successivi. In un'azione 'stand-alone', spetta al garante l'onere di provare l'esistenza di un'intesa anticoncorrenziale, la natura 'omnibus' del contratto e la corrispondenza delle clausole.
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Giurisdizione amministrativa appalti: il caso brevetto
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che rientra nella giurisdizione amministrativa appalti la controversia sull'aggiudicazione di una gara pubblica, anche se la contestazione si fonda sulla violazione di un brevetto. Se un'offerta tecnica propone soluzioni coperte da brevetto altrui senza averne la disponibilità, la questione non riguarda la tutela della proprietà industriale (di competenza del giudice ordinario), ma la mancanza di un requisito essenziale dell'offerta, che spetta al giudice amministrativo valutare ai fini dell'annullamento dell'aggiudicazione.
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