LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Distanze tra costruzioni: la Cassazione e la CTU
In un caso di violazione delle distanze tra costruzioni, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito che condannava un proprietario alla riduzione in pristino del proprio terrazzo. La Corte ha stabilito che i giudici d'appello hanno errato nel qualificare l'opera come 'nuova costruzione' senza un'adeguata motivazione e discostandosi immotivatamente dalle conclusioni della Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU), che aveva escluso un aumento di volume. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.
Continua »
Revocazione tardiva: quando il deposito è decisivo
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nei procedimenti speciali come quelli fallimentari, la domanda di revocazione è da considerarsi tardiva se l'atto non viene depositato in cancelleria entro il termine di legge, anche se notificato tempestivamente. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un imprenditore, confermando che la forma del rito originario (ricorso) prevale, rendendo il momento del deposito, e non quello della notifica, il fattore determinante per la tempestività dell'impugnazione.
Continua »
Indennità terapia intensiva: non per gli autisti
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'indennità di terapia intensiva non spetta all'autista di ambulanza, anche se svolge compiti di supporto al personale medico. Con l'ordinanza n. 9781/2024, la Suprema Corte ha chiarito che tale emolumento è strettamente legato all'assegnazione stabile e formale a specifiche unità operative (come rianimazione o terapie intensive), come previsto dalla contrattazione collettiva. Viene così ribaltata la decisione dei giudici di merito, che avevano riconosciuto il diritto del lavoratore basandosi sulle mansioni di fatto svolte e sul principio di equa retribuzione. La Corte ha invece affermato il primato della fonte contrattuale collettiva nella determinazione dei trattamenti economici nel pubblico impiego, escludendo estensioni analogiche per mansioni non esplicitamente contemplate.
Continua »
Personale Ambasciate: Leggi Speciali per Licenziamento
Una dipendente di un'ambasciata italiana, licenziata per un presunto schema di 'legalizzazioni rapide', ha impugnato il provvedimento sostenendo l'errata applicazione delle norme disciplinari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che al personale delle ambasciate assunto localmente si applica la disciplina speciale prevista dal d.P.R. 18/1967 e non le norme generali sul pubblico impiego, confermando la legittimità del licenziamento.
Continua »
Travisamento della prova: i rimedi secondo la Cassazione
Le Sezioni Unite della Cassazione chiariscono i confini del vizio di travisamento della prova. In un caso relativo a notifiche fiscali, la Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso basato su un presunto errore di valutazione documentale. La sentenza stabilisce che una mera svista del giudice su un fatto probatorio non è appellabile in Cassazione, ma va contestata con la revocazione (art. 395 c.p.c.). Il ricorso è ammesso solo se l'errore riguarda un atto processuale o un punto controverso tra le parti, configurando un error in procedendo.
Continua »
Lavoro subordinato convivente: quando è retribuito?
La Corte di Cassazione ha confermato che l'attività lavorativa svolta da una donna per l'impresa del proprio compagno costituisce un rapporto di lavoro subordinato convivente. Nonostante il legame affettivo, la natura continuativa, stabile e assorbente delle mansioni, essenziali per l'attività commerciale, ha prevalso sulla presunzione di gratuità, giustificando il diritto alla retribuzione.
Continua »
Mantenimento trattamento economico nel pubblico impiego
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'Amministrazione pubblica, confermando il diritto di una dipendente, trasferita da un ente partecipato tramite una procedura speciale di reclutamento, al mantenimento del trattamento economico complessivo goduto in precedenza. La decisione si fonda sull'interpretazione del termine 'corrispondente' usato dal legislatore, che impone un'equiparazione non solo della retribuzione base ma dell'intero assetto economico, respingendo la tesi restrittiva dell'Amministrazione.
Continua »
Interposizione illecita: quando il contratto è nullo
Un lavoratore, formalmente assunto come apprendista da un'impresa individuale, ha lavorato di fatto per una grande società di servizi. I tribunali hanno riconosciuto questa situazione come un caso di interposizione illecita di manodopera, dichiarando nullo il contratto di apprendistato e stabilendo un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con la società utilizzatrice. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, dichiarando inammissibile il ricorso della società e consolidando la tutela del lavoratore.
Continua »
Onere della prova: incentivo negato per prove generiche
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una dipendente pubblica che chiedeva un incentivo economico. La decisione si fonda sulla violazione dell'onere della prova da parte della lavoratrice, le cui richieste sono state ritenute troppo generiche. La Corte ha chiarito che la tardiva costituzione in giudizio dell'ente pubblico non impediva a quest'ultimo di contestare i fatti, trattandosi di 'mere difese' non soggette a preclusioni.
Continua »
Trattamento economico lettori: ricorso inammissibile
Una lettrice di lingua straniera ha presentato ricorso in Cassazione dopo che la Corte d'Appello le ha negato il diritto al trattamento economico di ricercatore confermato per il periodo 2007-2013, diritto che riteneva derivasse da un precedente giudicato. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rilevando che la ricorrente aveva interpretato erroneamente la decisione d'appello e invocato un giudicato basato su una sentenza precedentemente annullata dalla stessa Cassazione. La questione centrale è il complesso quadro normativo sul trattamento economico dei lettori.
Continua »
Fondo patrimoniale: pignorabilità per debiti d’impresa
Un debitore ha contestato un pignoramento immobiliare, sostenendo la protezione del bene in quanto parte di un fondo patrimoniale. Il debito derivava da una fideiussione per un'impresa di famiglia. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l'onere della prova spetta al debitore e ribadendo una nozione ampia di 'bisogni familiari', che include le attività finalizzate a produrre reddito. Di conseguenza, i beni del fondo patrimoniale sono pignorabili per debiti d'impresa se non contratti per scopi puramente speculativi. La Corte ha inoltre chiarito che il creditore può agire contro il garante senza prima escutere i beni ipotecati del debitore principale.
Continua »
Opposizione atti esecutivi: fase sommaria irregolare
La Cassazione chiarisce che se la fase sommaria dell'opposizione atti esecutivi è irregolare per un errore del giudice (es. decreto inaudita altera parte), ciò non causa l'improponibilità del successivo giudizio di merito. L'eventuale reclamo sana il vizio, permettendo alla causa di procedere. La sentenza impugnata che aveva dichiarato l'improponibilità è stata cassata con rinvio.
Continua »
Notifica preavviso revoca assegni: vale a mano?
Un correntista ha citato in giudizio una banca per l'illegittima iscrizione alla Centrale Allarme Interbancaria (CAI), sostenendo che la notifica del preavviso di revoca assegni, avvenuta a mano, fosse invalida. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la legge non esclude forme di comunicazione diverse dalla raccomandata, purché garantiscano l'effettiva conoscenza del destinatario. La consegna a mano è stata ritenuta una modalità valida.
Continua »
Responsabilità erariale: i limiti del sindacato
Un dipendente pubblico, condannato per responsabilità erariale, ricorre in Cassazione lamentando un difetto di giurisdizione della Corte dei Conti. Sostiene di aver svolto mere mansioni esecutive. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, specificando che la valutazione delle mansioni e del grado di colpa del dipendente rientra nel merito della causa, di competenza esclusiva della Corte dei Conti, e non in una questione di giurisdizione.
Continua »
Equa Riparazione: perenzione e durata del processo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9803/2024, ha stabilito che l'equa riparazione per l'irragionevole durata di un processo spetta per l'intera sua estensione, anche qualora il giudizio venga dichiarato estinto per perenzione. La Cassazione ha cassato la decisione della Corte d'Appello che aveva escluso dal calcolo il periodo successivo all'entrata in vigore del codice del processo amministrativo, riaffermando che la perenzione non cancella il diritto al risarcimento per il ritardo già accumulato.
Continua »
Travisamento della prova: la via della revocazione
Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 9785/2024, chiariscono che un errore percettivo del giudice di merito, come la lettura errata di una data di decesso, configura un 'travisamento della prova'. Tale vizio non può essere fatto valere con ricorso per Cassazione, ma deve essere impugnato tramite lo specifico rimedio della revocazione. Nel caso di specie, una cartella di pagamento notificata a un contribuente già deceduto da un anno era stata ritenuta valida a causa di un'evidente svista sulla data del decesso. La Corte ha dichiarato inammissibili i relativi motivi di ricorso, rimettendo gli altri alla Sezione Tributaria.
Continua »
Ripetizione indebito: interessi e onere della prova
Un correntista ha citato in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente addebitate sul conto corrente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9757/2024, ha chiarito due aspetti fondamentali della ripetizione dell'indebito: primo, che gli interessi sulla somma da restituire decorrono non solo dalla domanda giudiziale ma anche da un precedente atto di costituzione in mora; secondo, che spetta al cliente, e non alla banca, l'onere di provare la natura non solutoria dei versamenti effettuati sul conto scoperto ai fini della prescrizione.
Continua »
Motivazione apparente: quando è valida la sentenza?
Una società e i suoi fideiussori si opponevano a un decreto ingiuntivo per un debito su conto corrente, contestando addebiti e l'applicazione di tassi usurari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione d'appello e cogliendo l'occasione per definire i confini del vizio di 'motivazione apparente'. La Corte ha stabilito che la motivazione, seppur sintetica, è valida se permette di comprendere il percorso logico-giuridico seguito dal giudice, respingendo l'idea che la contestazione degli addebiti fosse rilevante dato che il debito pregresso superava già l'importo richiesto.
Continua »
Produzione documentale tardiva: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due correntisti contro un istituto di credito. La decisione si fonda sulla tardiva produzione documentale, avvenuta solo in appello e senza le formalità necessarie a certificarne il tempestivo deposito in primo grado. La Corte ha stabilito che la mancanza della sottoscrizione del cancelliere sull'indice dei documenti e il mancato deposito del fascicolo all'inizio della causa hanno impedito di considerare le prove come validamente acquisite al processo, rendendo la domanda infondata per carenza probatoria.
Continua »
Onere della prova e estratti conto: la Cassazione decide
Una società ha citato in giudizio il proprio istituto di credito per addebiti ritenuti illegittimi su un conto corrente, ma non ha fornito la documentazione completa degli estratti conto. La Corte di Cassazione ha ribadito che l'onere della prova spetta al cliente, che deve produrre tutti i documenti necessari a ricostruire il rapporto. In mancanza di una serie completa di estratti conto, la domanda di restituzione non può essere accolta. L'appello è stato quindi dichiarato inammissibile.
Continua »