LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Incarichi dirigenziali PA: no abuso a termine
La Corte di Cassazione ha stabilito che gli incarichi dirigenziali nella Pubblica Amministrazione, conferiti a funzionari già assunti con contratto a tempo indeterminato, non costituiscono contratti a termine. Di conseguenza, non si applica la disciplina sull'abuso dei contratti a termine e non è dovuto il relativo risarcimento del danno. La Corte ha qualificato tale situazione come una semplice assegnazione di mansioni superiori all'interno di un unico e continuativo rapporto di lavoro permanente.
Continua »
Indebito previdenziale: la dichiarazione falsa e il dolo
La Corte di Cassazione conferma la condanna alla restituzione di somme percepite a titolo di pensione a causa di una falsa dichiarazione sulla data di ripresa dell'attività lavorativa. L'ordinanza stabilisce che una dichiarazione non veritiera all'ente previdenziale integra una presunzione di dolo a carico del pensionato, legittimando la richiesta di rimborso dell'indebito previdenziale. La Corte ha ritenuto irrilevante il ritardo nei controlli da parte dell'ente.
Continua »
Decorrenza pensione: la domanda di computo è decisiva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12882/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza pensione in caso di computo di contributi versati in gestioni diverse. La Corte ha chiarito che, qualora un lavoratore eserciti la facoltà di computare la contribuzione pregressa per ottenere una pensione a carico della Gestione Separata, il trattamento pensionistico decorre dal primo giorno del mese successivo alla data di presentazione della domanda di computo, e non dalla precedente data di maturazione del diritto. Questa decisione ribalta le sentenze di merito che avevano concesso una decorrenza retroattiva, sottolineando la natura opzionale e costitutiva della domanda di computo.
Continua »
Consorzi obbligatori: la responsabilità del Comune
La Cassazione ha stabilito che nei consorzi obbligatori di enti locali, il singolo Comune risponde in solido con il Consorzio per le obbligazioni assunte da quest'ultimo nell'interesse dei consorziati. Il caso riguardava il mancato pagamento di una società per il servizio di gestione rifiuti. La Corte ha applicato per analogia la disciplina dei consorzi privati (art. 2615 c.c.), confermando la condanna solidale del Comune e del Consorzio.
Continua »
Tariffa di depurazione: quando non va pagata?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12887/2024, ha stabilito che la tariffa di depurazione non è dovuta qualora il servizio, pur esistente, non rispetti gli standard di qualità previsti dalla legge. In questi casi, il servizio si considera come non reso. La Corte ha inoltre confermato che il diritto degli utenti al rimborso delle somme indebitamente pagate si prescrive in dieci anni, non in cinque. La decisione estende l'efficacia di una precedente sentenza della Corte Costituzionale a tutti i casi di servizio di depurazione non appropriato.
Continua »
Decadenza pensione: l’azione legale tardiva è nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che riconosceva il requisito sanitario per una pensione di inabilità. La Corte ha stabilito che l'azione legale, intentata dall'erede oltre dieci anni dopo la domanda amministrativa, era inammissibile per intervenuta decadenza del diritto. Anche se il requisito sanitario sussisteva, la tardività dell'azione ha comportato la carenza di interesse ad agire, estinguendo ogni possibile pretesa economica e rendendo inutile l'accertamento tecnico.
Continua »
Appello incidentale: perché è obbligatorio?
Un consorzio, dopo aver venduto un impianto industriale, ha versato una somma all'acquirente per sanare dei vizi, con riserva di ripetizione. Vinta la causa in primo grado per la restituzione della somma, il consorzio ha visto la decisione ribaltata in appello. La Cassazione ha rigettato il ricorso del consorzio, sottolineando l'errore processuale di non aver proposto un appello incidentale su un'eccezione di decadenza respinta dal primo giudice, confermando l'importanza di tale strumento per la parte parzialmente soccombente.
Continua »
Prescrizione lavoro pubblico: decorre durante il rapporto
Una lavoratrice ha citato in giudizio un ente pubblico, sostenendo che una serie di contratti di collaborazione e a tempo determinato costituissero in realtà un unico rapporto di lavoro subordinato. La Corte d'Appello le aveva dato ragione. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha ribaltato la decisione, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione nel lavoro pubblico: ogni contratto è autonomo e il termine di prescrizione quinquennale per i crediti retributivi decorre durante lo svolgimento di ciascun singolo rapporto, non dalla fine dell'intero periodo di collaborazione. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Falsus procurator: i limiti della ratifica del contratto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12843/2024, ha stabilito i rigidi confini per la ratifica di un contratto preliminare di vendita immobiliare stipulato da un falsus procurator, ovvero un rappresentante senza poteri. La Corte ha chiarito che né una procura generica all'avvocato, né una ratifica condizionata, né la semplice immissione in possesso dell'immobile sono sufficienti a sanare il difetto di rappresentanza, specialmente per atti che richiedono la forma scritta. Di conseguenza, ha cassato la sentenza d'appello che aveva disposto il trasferimento dell'immobile.
Continua »
Perdita di chance: no risarcimento se l’assenza è scelta
Un funzionario pubblico chiede il risarcimento per la perdita di chance professionale, non avendo potuto frequentare un corso per mancata autorizzazione alla missione. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, confermando le decisioni di merito. I giudici hanno stabilito che l'autorizzazione non era indispensabile e il dipendente avrebbe potuto partecipare a proprie spese o assentandosi dal servizio, escludendo così una responsabilità risarcibile dell'amministrazione.
Continua »
Accordo verbale: i costi extra non sono dovuti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un fornitore che richiedeva il pagamento di costi extra per trasporto e installazione non esplicitamente inclusi in un accordo verbale. La Corte ha stabilito che i preventivi non firmati dalla controparte sono documenti unilaterali e non costituiscono prova di un'intesa su tali spese aggiuntive. La decisione si fonda sul principio che, in assenza di un contratto scritto, le pattuizioni devono essere provate da chi le rivendica, e la condotta delle parti può essere determinante per l'interpretazione del contratto.
Continua »
Risoluzione del contratto: non basta un piccolo errore
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12842/2024, ha stabilito che non si può chiedere la risoluzione del contratto se l'inadempimento della controparte è di scarsa importanza. Nel caso specifico, un acquirente aveva versato un saldo leggermente inferiore al dovuto per un errore di calcolo sulle imposte. I giudici hanno respinto la richiesta di risoluzione del contratto avanzata dal venditore, evidenziando come quest'ultimo avesse agito contro la buona fede, intentando subito una causa invece di chiedere l'integrazione del pagamento.
Continua »
Responsabilità soci dopo cancellazione: parola alla S.U.
L'Agenzia delle Entrate ha contestato a soci e amministratori di fatto la responsabilità per i debiti fiscali di una società cancellata dal registro imprese. I giudici di merito hanno respinto la pretesa, negando l'applicazione retroattiva di norme specifiche. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso il giudizio e rinviato la questione sulla responsabilità soci alle Sezioni Unite per ottenere un principio di diritto definitivo.
Continua »
Indennità di preavviso agenti: la guida completa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12860/2024, ha affrontato il caso di un'agente di commercio licenziata per un presunto storno di clienti. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito sull'insussistenza della giusta causa, ma ha accolto il ricorso dell'agente riguardo al calcolo dell'indennità di preavviso. È stato stabilito che tale indennità deve essere calcolata su una base diversa rispetto a quella di fine rapporto (ex art. 1751 c.c.), correggendo così un errore della Corte d'Appello e rinviando per la corretta quantificazione.
Continua »
Assunzione art. 110 TUEL: No al limite dei 36 mesi
Un funzionario assunto da un Comune con contratti a termine per alta specializzazione ha chiesto la conversione del rapporto in tempo indeterminato, lamentando il superamento del limite di 36 mesi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per l'assunzione art. 110 TUEL, comma 2, si applica una disciplina speciale che lega la durata del contratto al mandato del Sindaco, derogando così alla normativa generale sul pubblico impiego e prevenendo l'abuso.
Continua »
Pensione lavoratori spettacolo: il calcolo corretto
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12864/2024, ha stabilito un importante principio sul calcolo della pensione lavoratori spettacolo. La Corte ha chiarito che le norme sui gruppi contributivi introdotte nel 1997 non sono retroattive. Pertanto, per determinare il gruppo di appartenenza prevalente ai fini del calcolo della pensione, si deve considerare solo l'anzianità contributiva maturata dopo l'entrata in vigore della riforma, senza applicare retroattivamente le nuove categorie ai periodi precedenti.
Continua »
Ricorso inammissibile: la Cassazione e la doppia conforme
L'appello di una società immobiliare contro una società fornitrice è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. La Corte ha applicato la regola della "doppia conforme", sottolineando che il ricorso mancava di specificità e non dimostrava ragioni di fatto diverse tra le due sentenze di merito. Il caso riguardava una controversia sul pagamento di una fornitura, in cui un presunto accordo transattivo non era stato provato per iscritto. La decisione ribadisce i rigorosi requisiti procedurali per evitare un ricorso inammissibile.
Continua »
Onere della prova agente: come dimostrare il diritto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12865/2024, ha rigettato il ricorso di una società agente, confermando un principio fondamentale: l'onere della prova per il diritto alle provvigioni spetta all'agente stesso. Quest'ultimo deve dimostrare di aver promosso affari andati a buon fine. Nel caso specifico, la richiesta di provvigioni per un anno è stata ritenuta inammissibile per via di un precedente giudicato, mentre per gli altri anni la prova fornita è stata giudicata insufficiente, una valutazione di merito non sindacabile in sede di legittimità.
Continua »
Simulazione vendita: la procura pubblica prevale
Un proprietario impugna la vendita del suo immobile, effettuata dal suo inquilino tramite procura, sostenendo una simulazione vendita per frodarlo. La Cassazione respinge il ricorso, affermando la prevalenza della procura notarile sulla scrittura privata non registrata per tutelare la buona fede del terzo acquirente, escludendo sia la simulazione che il conflitto di interessi.
Continua »
Permesso ZTL scaduto: ricorso respinto in Cassazione
Un conducente, titolare di licenza di noleggio con conducente, ha impugnato dieci multe per accesso in Zona a Traffico Limitato (ZTL). La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il fattore decisivo e assorbente è la scadenza del permesso. La Corte ha chiarito che un permesso ZTL scaduto rende l'accesso illegittimo, indipendentemente da altre licenze possedute o da altre questioni legali sollevate. Viene inoltre affermato che il giudice d'appello può basare la sua decisione su una ricostruzione autonoma dei fatti, purché rimanga nell'ambito della domanda originale.
Continua »