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Giurisprudenza Civile

Decorrenza pensione cumulo: quando inizia il diritto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15329/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza pensione cumulo. Un pensionato, iscritto alla Gestione Separata, aveva chiesto il ricalcolo della pensione includendo contributi versati in un'altra gestione. La Corte ha chiarito che il diritto alla pensione unificata non decorre dal momento in cui si maturano i requisiti anagrafici e contributivi, ma dal momento della presentazione della domanda di cumulo. Questo perché solo con tale domanda si forma il montante contributivo unico su cui calcolare l'assegno.
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Regolamento di competenza: appello tardivo è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società edile contro una sentenza d'appello che aveva declinato la competenza del giudice ordinario in favore di un collegio arbitrale. La decisione si fonda sulla tardività del ricorso, che doveva essere proposto con lo specifico strumento del regolamento di competenza entro 30 giorni, termine non rispettato dalla ricorrente.
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Opposizione a decreto ingiuntivo e concordato
Una società ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo per una fornitura commerciale, contestando una minima parte dell'importo richiesto. Durante la causa, la stessa società ha avviato una procedura di concordato preventivo. Il Tribunale ha stabilito che l'opposizione a decreto ingiuntivo deve comunque essere decisa nel merito, revocando il decreto iniziale per l'inesattezza dell'importo e condannando il debitore al pagamento della somma corretta, oltre alle spese legali.
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Decorrenza pensione cumulo: conta la domanda, non i requisiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15327/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza della pensione in caso di cumulo di contributi da gestioni diverse. La Corte ha chiarito che il trattamento pensionistico decorre non dalla data in cui il lavoratore matura i requisiti, ma dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda con cui si esercita la facoltà di computare la contribuzione pregressa. La scelta del lavoratore di unificare i contributi è un atto decisivo che determina l'inizio del diritto alla prestazione.
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Decorrenza pensione gestione separata e cumulo
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di cumulo di contributi tra la Gestione Separata e altre gestioni, la decorrenza della pensione di vecchiaia coincide con la data della domanda di cumulo e non con quella di maturazione dei requisiti. La decisione chiarisce che il montante contributivo finale si forma solo al momento della richiesta, determinando così l'inizio del trattamento pensionistico.
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Decadenza pensione: limiti e applicabilità dei ratei
Una cittadina si è vista negare la pensione indiretta con contributi esteri per superamento del termine triennale. La Cassazione ha chiarito che la decadenza pensione non estingue il diritto alla prestazione in sé, ma solo i ratei maturati oltre il triennio precedente l'azione giudiziaria, cassando la decisione precedente e rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Termine licenziamento: quando decorre la scadenza?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15324/2024, chiarisce un punto fondamentale sul termine licenziamento disciplinare. Un dipendente, licenziato per gravi irregolarità, ha impugnato il provvedimento sostenendo la violazione del termine previsto dalla contrattazione collettiva. La Corte ha stabilito che la scadenza per la comunicazione del licenziamento decorre dalla conclusione delle difese del lavoratore (l'audizione) e non può essere posticipata da adempimenti successivi meramente formali, come il deposito di un indice di documenti già forniti. Di conseguenza, avendo l'azienda comunicato il recesso oltre il termine, il licenziamento è stato dichiarato illegittimo per vizio procedurale, con rinvio alla Corte d'Appello per la determinazione delle conseguenze.
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Decorrenza pensione: conta la domanda, non i requisiti
Un lavoratore, pur avendo maturato i requisiti per la pensione nella Gestione Separata, ha presentato la domanda anni dopo, chiedendo di cumulare anche i contributi versati in un'altra gestione. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, ha stabilito che la decorrenza della pensione in questi casi coincide con la data della domanda di cumulo, e non con quella di maturazione dei requisiti. Questo principio determina anche la decorrenza del successivo supplemento di pensione.
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Scorrimento graduatorie: stop da nuove leggi?
Una dipendente pubblica si era vista riconoscere in primo e secondo grado il diritto alla promozione tramite scorrimento di una graduatoria di un concorso interno del 2007. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso del Ministero. La Corte ha stabilito che lo scorrimento delle graduatorie è precluso se una nuova legge ('ius superveniens'), come il d.lgs. 150/2009, modifica le regole di accesso, vietando le progressioni basate su concorsi interamente riservati. La normativa applicabile è quella vigente al momento della decisione di scorrimento, non quella del bando.
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Estinzione del processo: quando serve una sentenza?
Il Tribunale di Monza dichiara l'estinzione del processo per rinuncia agli atti accettata dalla controparte. La sentenza chiarisce che, in un tribunale monocratico, il provvedimento che dichiara l'estinzione deve avere la forma di sentenza per garantire il diritto di appello delle parti, conformemente a un consolidato orientamento della Corte di Cassazione. Le spese legali sono state integralmente compensate tra le parti costituite.
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Inquadramento dirigenziale: non automatico per avvocato
Un avvocato dipendente di un Comune chiedeva il riconoscimento della qualifica superiore sulla base delle complesse mansioni svolte. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15320/2024, ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'inquadramento dirigenziale non è automatico ma deriva da una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione. L'istituzione di una posizione dirigenziale è un atto di macro-organizzazione che non può essere sostituito dalla valutazione del giudice sulla natura delle attività svolte dal dipendente.
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Ricorso tardivo nel lavoro: la Cassazione decide
Una lavoratrice, impiegata da un ente pubblico come LSU, ha ottenuto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato. L'ente ha presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte lo ha dichiarato inammissibile. Il motivo è un ricorso tardivo, presentato oltre il termine perentorio di sei mesi dalla pubblicazione della sentenza d'appello, evidenziando il rigore dei termini processuali nel diritto del lavoro.
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Lavoratore Socialmente Utile: quando spetta la paga?
Una lavoratrice impiegata per anni come Lavoratore Socialmente Utile ha richiesto le differenze retributive, sostenendo che il suo fosse un rapporto di lavoro subordinato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione d'appello che aveva respinto parte della domanda a causa della genericità delle allegazioni della lavoratrice. La sentenza sottolinea che, per ottenere il riconoscimento del lavoro subordinato, il lavoratore deve fornire prove specifiche e dettagliate dello scostamento dal progetto originario e del suo inserimento nell'organizzazione dell'ente.
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Requisito contributivo: no pensione senza versamenti
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di negare la pensione di vecchiaia anticipata a un consulente del lavoro per il mancato versamento di un'annualità di contributi. La Corte ha stabilito che il completo adempimento del requisito contributivo è una condizione essenziale per il sorgere del diritto alla pensione. La mancanza di un versamento non può essere considerata un semplice ritardo che posticipa la decorrenza, ma un'assenza del presupposto stesso per la prestazione.
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Tempestività contestazione disciplinare: quando è valida?
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento, respingendo l'eccezione del lavoratore sulla tardività della sanzione. La sentenza stabilisce che il principio di tempestività della contestazione disciplinare deve essere interpretato in modo relativo, ammettendo un intervallo di tempo più lungo se giustificato dalla complessità delle indagini necessarie per accertare i fatti, specialmente in aziende di grandi dimensioni. In questo caso, i cinque mesi e mezzo trascorsi tra l'inizio dell'indagine e la contestazione sono stati ritenuti congrui.
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Prelazione agraria: onere della prova e requisiti
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il tema della prelazione agraria, stabilendo che spetta a chi la esercita l'onere di provare in modo rigoroso tutti i requisiti soggettivi richiesti dalla legge, come la coltivazione del fondo da almeno due anni. La Corte ha chiarito che la semplice comunicazione di vendita (denuntiatio) da parte del proprietario non costituisce un'ammissione del diritto del richiedente e non lo esonera dal fornire le prove necessarie.
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Inadempimento preliminare: box auto inutilizzabile
Un acquirente ha chiesto la risoluzione di un contratto preliminare per un appartamento con box auto, lamentando che la rampa di accesso fosse talmente ripida da renderlo inutilizzabile. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, stabilendo che la concreta e sostanziale inutilizzabilità del garage costituisce un inadempimento contratto preliminare di non scarsa importanza. Questo grave inadempimento giustifica la risoluzione del contratto, anche se il costruttore ha pagato una sanzione amministrativa per sanare l'irregolarità formale.
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Perdita di chance: onere della prova nel pubblico impiego
Un gruppo di dipendenti pubblici ha citato in giudizio il proprio Ministero per la mancata attivazione di procedure di progressione di carriera, chiedendo un risarcimento per perdita di chance. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15308/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che spetta al lavoratore dimostrare, anche tramite presunzioni, la sussistenza di una probabilità concreta e non meramente ipotetica di successo. L'esistenza di un danno risarcibile deve essere provata prima di poterne chiedere una valutazione equitativa.
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Ultrattività del mandato: appello valido alla società?
Una società in liquidazione, dopo aver richiesto un rimborso IRAP, veniva cancellata dal registro imprese. L'Agenzia delle Entrate impugnava la sentenza di primo grado notificando l'atto alla società ormai estinta. La Corte d'Appello dichiarava l'appello inammissibile. La Cassazione ha annullato tale decisione, affermando il principio di ultrattività del mandato: poiché il difensore non aveva dichiarato l'estinzione in udienza con lo scopo di interrompere il processo, la notifica presso di lui era valida e l'appello ammissibile.
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Incaricato di pubblico servizio: la qualifica si prova
La Corte di Cassazione ha stabilito che la qualifica di 'incaricato di pubblico servizio' per un lavoratore, come un operatore ecologico, non può essere presunta ma deve essere rigorosamente provata. Nel caso specifico, un'azienda di servizi pubblici aveva interrotto il rapporto di lavoro durante il periodo di prova di un dipendente a causa di una sua interdizione dai pubblici uffici, sostenendo che le sue mansioni rientrassero in tale qualifica. La Suprema Corte ha cassato la decisione di merito, evidenziando che non era stata fornita alcuna prova concreta, basata su fonti normative o contrattuali, che le mansioni del lavoratore andassero oltre compiti meramente manuali ed esecutivi. Pertanto, la qualifica di incaricato di pubblico servizio richiede un accertamento specifico delle attività svolte.
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