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Giurisprudenza Civile

Responsabilità organizzatore gara: il caso del ciclista
Un ciclista amatoriale subisce gravissime lesioni a causa di una botola metallica non a livello del manto stradale durante una competizione. La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dell'organizzatore della gara, stabilendo che la mancata segnalazione di un'insidia del genere non rientra nel 'rischio consentito' accettato dall'atleta. La pronuncia chiarisce che l'organizzatore ha un preciso dovere di garantire la sicurezza del percorso. Viene inoltre dichiarato inammissibile per tardività il ricorso di un ente pubblico coinvolto.
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Procura speciale: quando il ricorso è inammissibile
Una società ferroviaria ricorre in Cassazione per una condanna legata a danni da lavori di alta velocità. Il ricorso, presentato tramite un procuratore con procura speciale, viene dichiarato inammissibile perché l'atto notarile che conferiva i poteri non è stato depositato in giudizio. La Corte ribadisce che la semplice menzione degli estremi dell'atto non è sufficiente per la validità della rappresentanza.
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Responsabilità processuale aggravata: quando chiederla
La Corte di Cassazione chiarisce che la domanda di risarcimento per responsabilità processuale aggravata, derivante da un pignoramento immobiliare illegittimo, deve essere proposta nello stesso giudizio di opposizione all'esecuzione. La richiesta non può essere avanzata in un separato e successivo processo, neanche per i danni maturati dopo la sentenza di primo grado. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, confermando il principio di concentrazione processuale.
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Borse medici specializzandi: Cassazione alle Sezioni Unite
Un gruppo di medici specializzandi ha fatto ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento del diritto all'adeguamento della loro remunerazione per i periodi di specializzazione antecedenti all'anno accademico 2006-2007. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul caso. Il motivo è che una questione di massima di particolare importanza, relativa all'indicizzazione triennale delle borse medici specializzandi per il periodo 1994-1997, è già stata rimessa alle Sezioni Unite. La Corte ha quindi ritenuto opportuno attendere la pronuncia del suo massimo organo per garantire uniformità giurisprudenziale.
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Risarcimento pubblico impiego: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al risarcimento per un gruppo di lavoratori del pubblico impiego assunti con una serie di contratti di somministrazione illegittimi. Pur negando la conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato, la Corte ha stabilito che l'abuso contrattuale genera un danno presunto, da liquidare con un'indennità onnicomprensiva basata sui principi validi per il settore privato. La sentenza chiarisce i criteri per il risarcimento nel pubblico impiego in caso di precariato illegittimo.
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Benefici vittime criminalità: l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13074/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina per i benefici per superstiti di vittime di criminalità organizzata. La Corte ha ribadito che spetta al richiedente l'onere della prova circa la propria estraneità ad ambienti criminali e che il ricorso deve confrontarsi specificamente con la ratio decidendi della sentenza impugnata, pena l'inammissibilità.
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Lite temeraria: no risarcimento se spese compensate
Una società ottiene un decreto ingiuntivo per due fatture, una pagata dopo l'emissione e l'altra non ancora esigibile. In primo grado, il creditore viene condannato per lite temeraria. La Cassazione, confermando la decisione d'appello, stabilisce un principio fondamentale: se il giudice compensa le spese legali per soccombenza reciproca, non può esserci condanna per lite temeraria ai sensi dell'art. 96 c.p.c., poiché la compensazione stessa è un indice dell'assenza di temerarietà.
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Diffamazione a mezzo stampa: articolo oscuro, no reato
Un alto dirigente pubblico ha citato in giudizio un gruppo editoriale per diffamazione a mezzo stampa, sostenendo che un articolo insinuasse uno scambio di favori illeciti. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione d'appello secondo cui l'articolo era troppo oscuro, criptico e illogico per avere una reale capacità lesiva della reputazione, annullando così l'accusa di diffamazione.
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Prescrizione diffamazione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13052/2024, ha rigettato il ricorso di un avvocato condannato per diffamazione ai danni di un magistrato. Il caso verteva su accuse di frequentazioni con malavitosi. La Suprema Corte ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione diffamazione: quando il fatto illecito è anche reato, il termine di prescrizione per l'azione civile di risarcimento non decorre dalla data del fatto, ma dalla data in cui la sentenza penale di assoluzione (che non preclude l'azione civile) è diventata irrevocabile.
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Licenziamento in amministrazione giudiziaria: la guida
Una società in amministrazione giudiziaria licenzia un dirigente per soppressione del posto di lavoro. La Corte di Cassazione conferma l'illegittimità del licenziamento, in quanto l'azienda aveva assunto nuovo personale con le stesse mansioni. La sentenza chiarisce inoltre che la competenza a giudicare su questi casi spetta al giudice del lavoro e non al giudice penale.
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Riclassificazione INPS: quando non è retroattiva
La Corte di Cassazione ha stabilito che la riclassificazione INPS di un'azienda da un settore a un altro non ha effetto retroattivo. La decisione protegge la posizione previdenziale di una lavoratrice, confermando che i diritti maturati prima della variazione restano validi, a meno che l'inquadramento iniziale non fosse basato su dichiarazioni false del datore di lavoro. Il ricorso dell'INPS è stato respinto.
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Dies a quo e prescrizione: rimborso premi indebiti
La Cassazione ha stabilito che il 'dies a quo', ovvero il termine iniziale per la prescrizione del diritto al rimborso di premi previdenziali versati in eccesso a causa di un errato inquadramento, decorre da ogni singolo pagamento e non dal successivo atto di riclassificazione dell'ente. La richiesta di rimborso è stata quindi respinta per intervenuta prescrizione.
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Cumulo retribuzione pensione: i limiti del decreto
Un ex dipendente pubblico ha lavorato part-time dopo il pensionamento, chiedendo il ricalcolo della pensione. La Cassazione ha negato tale possibilità, stabilendo che in caso di cumulo retribuzione pensione, i contributi successivi danno diritto solo a un supplemento e non a una riliquidazione totale. La Corte ha disapplicato un decreto ministeriale che prevedeva diversamente, poiché eccedeva la sua delega legislativa e contrastava con la legge.
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NCC Venezia: Cassazione annulla sanzioni discriminatorie
Una società di noleggio con conducente (NCC) è stata multata dal Comune di Venezia per aver operato nel centro storico con un'autorizzazione rilasciata da un altro Comune. La Corte di Cassazione ha annullato le sanzioni, giudicando l'ordinanza comunale illegittima e discriminatoria. La Corte ha stabilito che limitare l'accesso agli operatori NCC a Venezia in base alla provenienza della licenza viola i principi di concorrenza e costituisce un eccesso di potere, disapplicando la norma locale.
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Quadro RR: la mancata compilazione non è dolo
Un professionista ometteva la compilazione del Quadro RR nella dichiarazione dei redditi. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13079/2024, ha stabilito che tale omissione non costituisce automaticamente un occultamento doloso del debito contributivo. Per sospendere la prescrizione, l'ente previdenziale deve provare l'intento fraudolento con elementi ulteriori rispetto alla mera mancata compilazione. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che si basava su questo automatismo, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Licenza NCC: illegittima la ZTL discriminatoria
Una società di Noleggio Con Conducente (NCC) veniva sanzionata per aver operato con un motoscafo nella Zona a Traffico Limitato (ZTL) del Comune di Venezia, pur essendo titolare di una licenza rilasciata da un altro Comune. La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione, ritenendo l'ordinanza comunale che imponeva tali restrizioni illegittima per eccesso di potere. La Corte ha stabilito che il regolamento creava una discriminazione ingiustificata tra gli operatori locali e quelli esterni, violando i principi di libera concorrenza. Di conseguenza, l'ordinanza è stata disapplicata e l'illecito è venuto meno.
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Denuncia calunniosa: quando scatta il risarcimento?
Un imprenditore ha chiesto il risarcimento a una società appaltante per i danni subiti a seguito di una denuncia per false dichiarazioni in una gara d'appalto, dalla quale era stato poi prosciolto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per ottenere un risarcimento per denuncia calunniosa, non basta l'assoluzione, ma è necessario dimostrare il dolo, ovvero la consapevolezza del denunciante dell'innocenza dell'accusato. La denuncia, in assenza di tale prova, è considerata un atto legittimo e non una fonte di responsabilità.
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Responsabilità del vettore: prova del furto incerta
Una banca ha citato in giudizio una società di corrieri per la scomparsa del contenuto di due plichi contenenti valuta. I plichi sono stati ritrovati vuoti presso un hub della società convenuta. La Corte di Cassazione ha rigettato la domanda della banca, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La ragione principale del rigetto è stata la mancata prova da parte della banca su dove, quando e da chi fosse stato commesso il furto. Questa incertezza ha reso impossibile attribuire la responsabilità del vettore alla società di corrieri.
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Onere della prova dell’agente: no a richieste generiche
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13021/2024, ha rigettato il ricorso di una società agente contro la sua preponente. La Corte ha stabilito che l'agente ha l'onere della prova di specificare dettagliatamente i fatti alla base delle sue pretese economiche. Le domande generiche per il pagamento di provvigioni, non supportate da allegazioni precise sugli affari conclusi, sono inammissibili. Anche le richieste di esibizione documentale e CTU non possono essere utilizzate per sopperire a tale carenza probatoria, avendo carattere meramente esplorativo.
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Exceptio non adimpleti contractus: quando non si applica
Una conduttrice sospendeva il pagamento del canone a causa di gravi vizi dell'immobile, noti fin dall'inizio del rapporto e per i quali aveva pattuito di eseguire le riparazioni. La Cassazione ha negato l'applicabilità dell'exceptio non adimpleti contractus, ritenendo più grave l'inadempimento della conduttrice che, pur continuando a godere dell'immobile, aveva interrotto totalmente i pagamenti. La Corte ha confermato la risoluzione del contratto a suo carico.
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