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Giurisprudenza Civile

Scorrimento graduatorie: stop a nomine post-riforma
La Corte di Cassazione ha stabilito che non è possibile procedere allo scorrimento di graduatorie di concorsi interni banditi prima della Riforma Brunetta (D.Lgs. 150/2009) se la decisione di assumere avviene dopo l'entrata in vigore della stessa. Il caso riguardava tre dipendenti ministeriali risultati idonei a una progressione verticale, la cui assunzione tramite scorrimento graduatorie è stata bloccata. La Corte ha chiarito che si applica la legge vigente al momento della decisione di scorrere la graduatoria (ius superveniens), la quale impone concorsi pubblici e limita le riserve interne, rendendo illegittimo lo scorrimento di graduatorie puramente interne.
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Inquadramento superiore: quando non è dovuto?
Un dipendente bancario ha richiesto un inquadramento superiore al livello di Quadro, sostenendo che le sue mansioni lo giustificassero. La Corte d'Appello ha respinto la domanda, e la Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile. La Suprema Corte ha ribadito di non poter riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, e ha ritenuto che la Corte d'Appello avesse motivato adeguatamente la sua scelta, basata sull'assenza di effettivi poteri decisionali e gestionali richiesti per quel livello.
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Qualifica dirigenziale: Cassazione conferma diritto
Un lavoratore ha ottenuto il riconoscimento della qualifica dirigenziale da parte di un istituto di credito. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società, confermando la decisione della Corte d'Appello di rinvio. La sentenza ribadisce i criteri sostanziali per il riconoscimento della qualifica, basati su autonomia e potere decisionale, e chiarisce importanti aspetti procedurali, come la gestione della mancanza del fascicolo d'ufficio in appello.
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Compenso amministratore giudiziario: la decadenza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14906/2024, ha stabilito che la richiesta di compenso dell'amministratore giudiziario di beni sequestrati in ambito penale è soggetta al termine di decadenza di 100 giorni previsto dall'art. 71 del D.P.R. 115/2002. La Corte ha chiarito che tale termine decorre dalla data del dissequestro dei beni, che segna il compimento delle operazioni, e non dalla successiva presentazione del rendiconto finale. Questa decisione sottolinea l'importanza della diligenza nel richiedere il compenso amministratore giudiziario per non incorrere nella perdita del diritto.
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Decorrenza pensione di reversibilità: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14910/2024, ha stabilito che la decorrenza della pensione di reversibilità coincide con la data della domanda amministrativa se la richiesta giudiziale è stata esplicitamente limitata a tale periodo. Un ricorso che lamenta un'omessa pronuncia su una presunta domanda implicita di far partire la prestazione dalla data del decesso è stato dichiarato inammissibile, poiché spetta al ricorrente provare i termini della propria domanda e al giudice di merito interpretarli, senza poter eccedere quanto richiesto (vizio di ultrapetizione).
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Riposo compensativo: non può coincidere con festività
La Cassazione chiarisce che il riposo compensativo per lavoro domenicale è un diritto distinto dal riposo per festività. È illegittimo per il datore di lavoro collocare tale riposo in un giorno festivo, annullando di fatto uno dei due diritti. I lavoratori hanno diritto a un giorno di riposo aggiuntivo.
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Credito postegato: compensazione nel fallimento?
La Corte di Cassazione esamina il caso di soci che chiedono la compensazione del loro credito postergato verso la società fallita con un proprio debito. A causa della novità e della complessità della questione, che contrappone il diritto alla compensazione (art. 56 L.F.) alla norma sulla postergazione dei finanziamenti soci (art. 2467 c.c.), la Corte non decide nel merito ma rinvia la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito. La decisione del Tribunale, che aveva negato la compensazione per il credito postergato, è quindi in attesa di una pronuncia definitiva.
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Opposizione precetto: sospesa esecuzione eccessiva
Un terzo pignorato, che aveva dichiarato un debito di circa 90.000 euro in una procedura esecutiva, ha proposto opposizione a un atto di precetto per un importo quasi triplo. Il Tribunale ha accolto l'istanza di sospensione parziale, affermando che l'obbligo del terzo è limitato a quanto dichiarato in quella specifica procedura. La decisione chiarisce che il creditore non può pretendere somme basate su dichiarazioni rese in altri e distinti procedimenti. La sospensione è stata quindi concessa per l'importo eccedente la dichiarazione originaria.
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Ricorso inammissibile: i limiti del giudizio di merito
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da una Pubblica Amministrazione contro l'erede di un ex dipendente per ferie non godute. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso miravano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, anziché a denunciare reali violazioni di legge. La decisione sottolinea l'importanza di formulare correttamente i motivi del ricorso e di rispettare il giudicato formatosi in precedenza.
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Esclusività pubblico impiego e obblighi di comunicazione
Un dipendente di un ente previdenziale è stato sanzionato per non aver comunicato un incarico esterno. La Cassazione ha confermato la sanzione, ribadendo l'importanza del principio di esclusività pubblico impiego e l'obbligo di preventiva comunicazione per consentire al datore di lavoro di valutare eventuali incompatibilità, a prescindere dalla gratuità dell'incarico.
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Errore materiale: la Cassazione corregge l’ordinanza
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 14895/2024, ha disposto la correzione di un errore materiale presente in un suo precedente provvedimento. L'errore consisteva in una frase palesemente estranea e priva di senso logico inserita nel testo della motivazione. La Corte ha ordinato la sua eliminazione, specificando che tale intervento non modifica in alcun modo né le ragioni di fondo né la decisione finale della causa tra un privato e un ente pubblico.
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Confessione stragiudiziale: la prova di proprietà
La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito in una causa sulla proprietà di tre dipinti di valore. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso, ribadendo che una confessione stragiudiziale contenuta in un documento scritto e non revocata costituisce prova piena della proprietà, precludendo una nuova valutazione dei fatti in sede di legittimità. La sentenza chiarisce anche i limiti del sindacato della Cassazione in presenza di una "doppia conforme" e l'autonomia del giudice civile nella quantificazione del danno rispetto al processo penale.
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Usucapione abbreviata: no se acquisti dal vero proprietario
La Corte di Cassazione stabilisce che l'usucapione abbreviata non è configurabile quando l'acquisto di un immobile avviene dal legittimo proprietario, anche in presenza di una precedente trascrizione di una domanda giudiziale volta a ottenere il trasferimento dello stesso bene. La sentenza che accoglie tale domanda ha efficacia 'ex nunc' (dal momento della decisione), trasferendo la proprietà solo quando diventa definitiva. Di conseguenza, l'acquisto non può essere considerato 'a non domino', requisito essenziale per l'usucapione abbreviata.
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Sanzioni amministrative: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di sanzioni amministrative irrogate da un'autorità di vigilanza bancaria a un ex componente del collegio sindacale di un istituto di credito. Il ricorso, basato sulla presunta irragionevolezza e sproporzione della sanzione, è stato respinto. La Corte ha chiarito che la proporzionalità va valutata in relazione al massimo edittale previsto dalla legge, non al minimo. Inoltre, ha ribadito che l'esito di giudizi separati riguardanti altri soggetti coinvolti non può essere utilizzato come metro di paragone e che la censura per omesso esame di un fatto decisivo richiede l'individuazione di uno specifico fatto storico trascurato dal giudice di merito.
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Frazionamento del credito: Cassazione attende le SU
Una società cooperativa ha contestato l'abusivo frazionamento del credito per compensi professionali da parte di un avvocato. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema, ha sospeso il giudizio. La Corte attende la decisione delle Sezioni Unite per chiarire se tale pratica comporti l'improponibilità della domanda o solo conseguenze sulle spese processuali.
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Frazionamento del credito: la Cassazione si interroga
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato alle Sezioni Unite la questione sulle conseguenze del frazionamento del credito. Il caso nasce da un ricorso per il pagamento di compensi professionali, a cui la parte debitrice si è opposta sollevando l'abusivo frazionamento del credito da parte del professionista. Data l'esistenza di un contrasto giurisprudenziale sul tema, la Corte ha ritenuto necessario un intervento chiarificatore per stabilire se tale pratica comporti l'improponibilità della domanda o solo conseguenze sulla ripartizione delle spese processuali.
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Prova del credito nel fallimento: l’onere del fornitore
Un fornitore di energia si è visto respingere la richiesta di ammissione al passivo fallimentare di una società cliente. La Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo che né le fatture commerciali né un decreto ingiuntivo non definitivo costituiscono adeguata prova del credito nel fallimento. L'onere di dimostrare l'effettiva esecuzione della fornitura ricade interamente sul creditore, specialmente nei confronti del curatore, considerato un terzo estraneo al rapporto contrattuale.
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Ferie non godute: spetta l’indennità anche senza prove
Una dirigente medico, dopo le dimissioni volontarie, ha chiesto il pagamento dell'indennità per ferie non godute. L'azienda ospedaliera si è opposta, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando il diritto della lavoratrice. La Corte ha stabilito che la prova dell'impossibilità di fruire delle ferie può essere fornita anche tramite testimoni, senza necessità di richieste o dinieghi scritti, e ha ribadito importanti principi procedurali sui motivi di ricorso.
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Sanzione Disciplinare: Quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente pubblica contro una sanzione disciplinare di 14 giorni di sospensione. I motivi, incentrati sulla proporzionalità della sanzione e su vizi di motivazione, sono stati respinti. La Corte ha chiarito che non è possibile sollevare questioni nuove in sede di legittimità né richiedere un riesame dei fatti, confermando la decisione dei giudici di merito.
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Decadenza azione disciplinare: quando scattano i termini?
Un dipendente pubblico, sanzionato con la sospensione, ha impugnato il provvedimento sostenendo la decadenza dell'azione disciplinare per superamento dei termini. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il termine per contestare l'illecito non decorre dai primi accertamenti ispettivi, ma dal momento in cui l'ufficio competente acquisisce una "notizia di infrazione" completa e dettagliata, idonea a formulare un addebito preciso. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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