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Giurisprudenza Civile

Cessazione materia del contendere: effetti in Cassazione
Una controversia giunta in Corte di Cassazione si conclude con un accordo tra le parti. La Corte chiarisce il principio della cessazione della materia del contendere in sede di legittimità: tale pronuncia determina la perdita automatica di efficacia della sentenza impugnata, senza necessità di una cassazione formale, e non comporta il raddoppio del contributo unificato. Le spese del giudizio vengono compensate.
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Spese processuali appello: quando non si pagano?
Una cittadina impugna una sentenza solo contro un ente per le spese legali. Un'altra parte, l'agente di riscossione, si costituisce in giudizio pur non essendo oggetto del gravame. La Cassazione stabilisce che in questi casi non sono dovute le spese processuali in appello a chi si costituisce inutilmente, poiché la notifica vale come mera 'litis denuntiatio' e non come una chiamata in causa.
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Prescrizione ipoteca: la Cassazione al bivio decisivo
Un terzo proprietario di un immobile ipotecato si è rivolto alla Corte di Cassazione, sostenendo l'estinzione della procedura esecutiva e della garanzia reale. L'appellante ha eccepito la prescrizione dell'ipoteca per il decorso del termine ventennale, ritenendo non validamente interrotto. La Suprema Corte, rilevando un contrasto interpretativo all'interno della propria giurisprudenza sulla possibilità di interrompere tale termine, ha disposto il rinvio della causa alla pubblica udienza, sospendendo la decisione finale.
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Giudicato esterno in locazione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di servizi che chiedeva la restituzione di alcuni immobili. La Corte ha confermato la decisione d'appello, basandosi sull'autorità di un precedente giudicato esterno che aveva già qualificato il rapporto tra la società e gli occupanti come un contratto di locazione. Di conseguenza, non sussistendo un'occupazione senza titolo, la domanda di restituzione è stata respinta.
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Devoluzione immobile allo Stato: termini per opporsi
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni privati contro l'Agenzia del Demanio riguardo una devoluzione immobile allo Stato avvenuta nel 1997. La Corte ha stabilito che ogni vizio procedurale doveva essere contestato tramite opposizione agli atti esecutivi entro i termini di legge. Non essendo stato fatto, il rapporto giuridico si è consolidato e non può essere riaperto, neanche a seguito di successive declaratorie di incostituzionalità.
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Estinzione del giudizio: la rinuncia dopo la conciliazione
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio di legittimità. La decisione segue una richiesta congiunta delle parti, motivata da un accordo transattivo raggiunto in precedenza e dal successivo decesso della ricorrente. La Corte interpreta la richiesta come una formale rinuncia al ricorso, procedendo alla compensazione delle spese legali. Questa ordinanza sottolinea l'importanza della cessazione della materia del contendere nell'economia processuale.
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Competenza sezioni impresa: esclusa per società di fatto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30540/2025, ha respinto un ricorso per regolamento di competenza, chiarendo i limiti della giurisdizione delle sezioni specializzate in materia di impresa. Sebbene la competenza si debba valutare sulla base della domanda dell'attore e non nel merito, la Suprema Corte ha stabilito che la competenza delle sezioni impresa non si estende alle controversie tra società di persone, come una società di fatto che eserciti un controllo su una s.n.c. Tale competenza è infatti limitata per legge principalmente alle società di capitali.
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Clausola foro competente: modifica e validità
Una società contesta la competenza territoriale di un tribunale basandosi su una clausola foro competente contenuta in un vecchio contratto di conto corrente. Tuttavia, contratti di affidamento successivi ne prevedevano una diversa ed esclusiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che le pattuizioni successive, se chiare, modificano validamente la clausola originaria, respingendo il ricorso della società e confermando la competenza del foro indicato nei contratti più recenti.
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Eccezione di incompetenza: oneri per il convenuto
La Corte di Cassazione si pronuncia sull'onere del convenuto nel sollevare un'eccezione di incompetenza. In un caso riguardante la nullità di acquisto di azioni bancarie, la Corte ha stabilito che se l'attore indica un criterio di competenza specifico (come il foro della sezione specializzata imprese), il convenuto deve contestare solo quel criterio. Il ricorso degli investitori è stato dichiarato inammissibile, confermando la decisione del tribunale di primo grado.
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Correzione errore materiale: quando è inammissibile?
Un avvocato chiede la correzione errore materiale per l'omessa liquidazione del compenso per patrocinio a spese dello Stato. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, specificando che tale procedura non può sanare omissioni decisionali ma solo discrepanze formali, e che la competenza per la liquidazione spetta ad altro giudice.
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Revoca amministratore srl: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di revoca di un amministratore di Srl per gravi irregolarità gestionali costituisce un'azione autonoma e non è subordinata all'esercizio di un'azione di responsabilità. Nel caso esaminato, ex amministratori sono stati condannati per mala gestio a seguito della stipula di un contratto di affitto d'azienda dannoso per la società. La Corte ha confermato la decisione, ritenendo corretta la liquidazione equitativa del danno futuro e respingendo l'idea che la revoca sia unicamente una misura cautelare.
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Eredità e sovraindebitamento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che un erede che accetta l'eredità con beneficio d'inventario non può accedere alle procedure di sovraindebitamento per ristrutturare i debiti del defunto. La ragione è che, grazie al beneficio d'inventario, l'erede non si trova personalmente in uno stato di crisi o insolvenza, requisito essenziale per avviare tale procedura. Il caso riguarda la compatibilità tra eredità e sovraindebitamento.
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Danno da occupazione illegittima: la Cassazione conferma
I nuovi proprietari di appartamenti in un condominio hanno citato in giudizio l'erede del precedente proprietario terriero per l'occupazione abusiva di terreni adiacenti. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la procedura di esproprio aveva validamente trasferito la proprietà e che il danno da occupazione illegittima è presunto. Ha inoltre affermato la responsabilità solidale dell'erede, anche per il periodo in cui l'occupazione è stata materialmente condotta da una società terza.
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Eccezione di inadempimento: Cassazione chiarisce
In un caso relativo a un preliminare di vendita immobiliare, una società costruttrice si opponeva alla richiesta di pagamento del doppio della caparra, sollevando una eccezione di inadempimento per cause a lei non imputabili. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che un convenuto può legittimamente difendersi contestando la fondatezza della domanda avversaria tramite una mera eccezione, senza essere obbligato a proporre una domanda riconvenzionale di risoluzione. La sentenza d'appello è stata cassata per 'motivazione apparente' e il caso rinviato per un nuovo esame.
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Omessa pronuncia: la Cassazione cassa la sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello per un vizio di omessa pronuncia. I giudici di merito non avevano esaminato le eccezioni sollevate da un subappaltatore riguardo l'accettazione dei lavori, la decadenza e la prescrizione del diritto dell'impresa costruttrice a contestare vizi e difformità. La Cassazione ha ritenuto tali eccezioni decisive e ha rinviato la causa alla Corte d'Appello per una nuova valutazione che tenga conto di questi punti fondamentali.
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Ricorso per cassazione: i requisiti di ammissibilità
Una società contribuente, dopo aver vinto una causa contro l'Agenzia delle Entrate, ha impugnato la decisione del giudice d'appello lamentando una liquidazione delle spese legali ritenuta troppo bassa. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile perché generico e non conforme al principio di autosufficienza. La Corte ha stabilito che il ricorrente non aveva specificato in modo adeguato le ragioni della presunta erroneità del calcolo, né fornito le prove delle attività svolte che giustificassero un compenso maggiore.
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Vizi costruzione immobile: notifica e responsabilità
La Corte di Cassazione conferma la condanna di due società per gravi vizi di costruzione in un immobile. La sentenza chiarisce che un errore nel nome della società in una notifica non la invalida se il destinatario è comunque identificabile. Inoltre, la società che acquista un edificio al rustico e lo completa per poi venderlo, assume la responsabilità per tutti i difetti, anche quelli preesistenti. Rigettati quindi i ricorsi delle società costruttrici basati su presunti vizi procedurali e sull'errata attribuzione di responsabilità.
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Quietanza di pagamento: limiti e valore probatorio
Un proprietario immobiliare contesta una richiesta di pagamento per lavori di finitura esibendo una ricevuta generica. La Corte di Cassazione stabilisce che una quietanza di pagamento attesta l'estinzione solo del debito specifico a cui si riferisce e non di obbligazioni diverse e successive. La pretesa dell'impresa è stata accolta poiché la quietanza riguardava precedenti lavori di ricostruzione e non le finiture extra oggetto della causa.
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Accesso Fondo vittime mafia: la Cassazione decide
Il caso riguarda il diritto degli eredi dei familiari di una vittima di mafia di accedere al Fondo di Solidarietà. La loro richiesta era stata respinta perché i loro danti causa non si erano costituiti parte civile nel processo penale. La Corte di Cassazione, riconoscendo l'importanza della questione e il rischio di una disparità di trattamento, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione di principio sull'interpretazione delle norme relative all'accesso Fondo vittime mafia.
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Attività agricola previdenziale: quando è esclusa?
Una società di costruzioni ha contestato la sua riclassificazione dal settore agricolo a quello terziario ai fini contributivi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che l'attività prevalente di taglio di alberi per la rivendita a terzi non rientra nell'ambito dell'attività agricola previdenziale, ma appartiene al settore dei servizi. La Corte ha sottolineato i vizi procedurali del ricorso, come il difetto di autosufficienza e la genericità delle censure.
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