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Giurisprudenza Civile

Clausola sociale: diritto all’assunzione garantito
Una società che subentra in un appalto di servizi di call center si rifiutava di assumere il personale della precedente azienda, sostenendo la mancanza dei presupposti per l'applicazione della clausola sociale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, ribadendo che la clausola sociale configura un vero e proprio diritto soggettivo dei lavoratori all'assunzione, finalizzato a garantire la stabilità occupazionale. La Corte ha ritenuto che i lavoratori avessero adeguatamente provato i requisiti richiesti, quali l'impiego continuativo ed esclusivo nell'appalto.
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Responsabilità del notaio per mancata verifica
Un notaio è stato ritenuto responsabile per negligenza professionale per non aver adeguatamente indagato sull'atto di provenienza di un immobile, che si è rivelato trasferire quote consortili anziché la proprietà diretta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del notaio, confermando che la responsabilità del notaio include una verifica approfondita dei titoli, specialmente se ambigui, e l'obbligo di informare le parti dei rischi. La Corte ha ribadito che l'interpretazione contrattuale dei giudici di merito è un accertamento di fatto, raramente sindacabile in sede di legittimità.
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Donazione informale e usucapione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9566/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usucapione. Il caso riguarda un coltivatore che sosteneva di aver acquisito per usucapione un terreno agricolo a seguito di una donazione informale (orale) da parte della proprietaria. I giudici di merito avevano respinto la domanda, ritenendo nulla la donazione e insufficiente a fondare il possesso. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che, sebbene una donazione informale di un immobile sia nulla e non trasferisca la proprietà, la consegna del bene (traditio) che ne consegue può costituire un atto idoneo a trasformare la detenzione in possesso. Questo atto, proveniente da un terzo, legittima l'inizio del decorso del tempo necessario per l'usucapione, a prescindere dalla validità del titolo. La Corte ha quindi rinviato il caso per una nuova valutazione delle prove testimoniali relative alla donazione.
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Diritto di precedenza: obblighi del datore di lavoro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9538/2024, ha stabilito principi chiave sul diritto di precedenza nei contratti stagionali. Due lavoratori, dopo una serie di contratti a termine, avevano chiesto la conversione del rapporto in tempo indeterminato. La Corte ha chiarito che spetta al datore di lavoro provare che le mansioni erano esclusivamente stagionali. Inoltre, ha affermato che la mancata indicazione del diritto di precedenza nel contratto non causa la conversione automatica, ma rende il datore di lavoro responsabile per il risarcimento del danno se assume altri lavoratori, non potendo eccepire il mancato esercizio del diritto da parte del dipendente.
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Carenze sistemiche e asilo: la Cassazione decide
Un cittadino straniero ha impugnato il suo trasferimento in Slovenia, previsto dal Regolamento Dublino, denunciando carenze sistemiche nel sistema di accoglienza di quel paese. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 9535/2024, ha stabilito che il giudice di merito non può limitarsi a definire un paese 'sicuro' ma ha l'obbligo di esaminare concretamente le prove fornite dal ricorrente riguardo tali deficienze. La Corte ha quindi cassato la decisione precedente, che aveva ignorato la documentazione presentata, e ha rinviato il caso per un nuovo esame.
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Leasing e inadempimento: responsabilità del concedente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9577/2024, ha stabilito che la società di leasing non può pretendere i canoni dall'utilizzatore se ha pagato il fornitore pur sapendo che il bene (un'auto estera) era inutilizzabile per la mancanza dei documenti di immatricolazione. Questo caso di leasing e inadempimento del fornitore evidenzia la responsabilità condivisa e l'obbligo di buona fede che lega concedente e utilizzatore.
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Istanze istruttorie: la mancata reiterazione non è rinuncia
In un caso di restituzione di somme per una compravendita immobiliare non conclusa, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata reiterazione delle istanze istruttorie in un'udienza d'appello non costituisce una rinuncia implicita. La Corte ha accolto il ricorso degli eredi del venditore, cassando la sentenza d'appello e rinviando il caso per una nuova valutazione delle prove che erano state erroneamente ritenute abbandonate.
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Competenza cautelare: la scelta del foro vincola
La Corte di Cassazione stabilisce che, nel rito del lavoro, la scelta del foro per un'azione cautelare ante causam, se confermata dal giudice, determina in via definitiva la competenza territoriale anche per il successivo giudizio di merito. La decisione si basa sui principi di autoresponsabilità processuale e affidamento, impedendo alla parte di avviare il merito presso un tribunale diverso, anche se astrattamente competente. Questo principio rafforza il legame tra la fase di urgenza e quella ordinaria, garantendo coerenza al sistema processuale.
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Responsabilità professionale ingegnere: il nesso causale
Una cliente ha citato in giudizio il proprio ingegnere per responsabilità professionale, accusandolo di non aver portato a termine una pratica di condono edilizio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto cruciale della decisione è la mancanza di prova del nesso di causalità: la cliente non è riuscita a dimostrare con certezza che, anche con un operato impeccabile del professionista, avrebbe ottenuto la sanatoria. La Corte ha sottolineato che la mera possibilità di successo non è sufficiente a fondare la responsabilità professionale dell'ingegnere.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della ricorrente. La decisione si fonda sull'articolo 390 del codice di procedura civile. Poiché la controparte non si è costituita nel giudizio di legittimità, la Corte non ha provveduto alla liquidazione delle spese processuali. Questo caso evidenzia come la rinuncia al ricorso ponga fine al contenzioso.
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Calcolo TFR unitario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di trasferimento di un dipendente da un'amministrazione statale a un ente pubblico non statale, il rapporto di lavoro deve considerarsi unico e continuo. Di conseguenza, il calcolo del TFR deve essere unitario e non può essere frazionato in due periodi distinti con metodi di calcolo differenti. La Corte ha rigettato il ricorso di un ente di ricerca che pretendeva la restituzione di una somma ritenuta erroneamente corrisposta a una dipendente, confermando che la normativa sul trasferimento garantisce il mantenimento dell'anzianità di servizio maturata per tutte le finalità, inclusa la liquidazione del trattamento di fine rapporto.
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Marchio notorio: la valutazione della prova in Cassazione
Una holding, titolare di un marchio notorio costituito da una lettera stilizzata, si opponeva alla registrazione di un marchio simile da parte di un'altra società. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Essi avevano stabilito che l'uso isolato del segno, e quindi la sua autonoma capacità distintiva, non era stato sufficientemente provato, rendendo infondata la richiesta di tutela per marchio notorio.
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Appalto non genuino: quando si ha somministrazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una grande società committente, confermando la decisione della Corte d'Appello che aveva riconosciuto l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato diretto con un lavoratore, formalmente dipendente di una ditta appaltatrice. La Suprema Corte ha ribadito che si configura un appalto non genuino quando l'appaltatore non ha una reale autonomia organizzativa e il personale è di fatto diretto e controllato dal committente, trasformando l'appalto in una somministrazione illecita di manodopera.
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Giudicato esterno: limiti a nuova domanda risarcitoria
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un lavoratore che chiedeva un ulteriore risarcimento per un licenziamento nullo. La Corte ha stabilito che il giudicato esterno, formatosi su una precedente sentenza che aveva già rigettato la domanda per il periodo in questione, preclude la possibilità di avviare una nuova causa per lo stesso titolo.
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Marchio debole: limiti alla tutela e rischio confusione
Una società, titolare del marchio denominativo "STRADA", si è opposta alla registrazione di un marchio complesso "STRADA NUOVA" con un elemento grafico per prodotti simili. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che un marchio debole, a causa della sua natura generica, gode di una tutela limitata. Le aggiunte nel secondo marchio (una nuova parola e un disegno) sono state ritenute sufficienti a scongiurare il rischio di confusione per il consumatore, ribadendo che la valutazione sulla confondibilità è un giudizio di fatto riservato ai giudici di merito.
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TFR pubblico: diritto alla liquidazione immediata
La Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente pubblico ha diritto alla liquidazione immediata del TFR maturato durante un contratto a tempo determinato, anche se questo è immediatamente seguito da un'assunzione a tempo indeterminato presso lo stesso ente. La Corte ha respinto la tesi dell'ente previdenziale secondo cui il TFR pubblico sarebbe indivisibile e legato alla continuità del rapporto assicurativo, ribadendo invece che il diritto sorge con la cessazione giuridica di ogni singolo rapporto di lavoro, in linea con la disciplina del settore privato.
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Consulenza tecnica d’ufficio: quando è inammissibile
Una società titolare di un brevetto per un sistema di monitoraggio video ha perso in primo e secondo grado una causa volta a farne dichiarare la validità e la contraffazione da parte di un'azienda concorrente. I giudici di merito, basandosi su una consulenza tecnica d'ufficio (CTU), hanno dichiarato nullo il brevetto per mancanza di novità e altezza inventiva. La società ha fatto ricorso in Cassazione, lamentando il mancato rinnovo della CTU e l'errata valutazione tecnica. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo i limiti del proprio sindacato sulle valutazioni di merito e sul recepimento delle conclusioni del consulente tecnico.
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Onere della prova: Ente nega pagamenti? Deve provarlo
Una società organizzatrice di eventi musicali si è vista negare delle maggiorazioni economiche da un ente di gestione dei diritti d'autore. L'ente sosteneva che gli eventi non avessero il carattere spettacolare richiesto dal proprio regolamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'onere della prova spetta all'ente che nega il pagamento. Non è sufficiente una mera dichiarazione per giustificare il diniego per tutti i concerti, ma è necessario fornire prove concrete per ciascuno di essi, ribadendo un principio fondamentale sull'onere della prova.
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Competenza territoriale: domicilio e residenza
Una società e un collaboratore disputano su quale sia il tribunale competente. Il collaboratore, residente in provincia di Mantova ma attivo in tutto il Nord Italia, sostiene che il suo rapporto di lavoro fosse di agenzia. La Corte di Cassazione stabilisce che per tali controversie la competenza territoriale è determinata dal domicilio del lavoratore. Data la forte presunzione di coincidenza tra domicilio e residenza, e in assenza di prove contrarie, il Tribunale di Mantova viene dichiarato competente.
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Interposizione fittizia: quando l’appalto è nullo
La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, riconoscendo una interposizione fittizia di manodopera in un appalto di servizi di trasporto. La Corte ha stabilito che, a causa del controllo diretto e pervasivo esercitato dalla società committente sul lavoratore della ditta appaltatrice, si era instaurato un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato. La sentenza chiarisce anche che il termine di prescrizione per i crediti retributivi decorre dalla cessazione del rapporto, data l'assenza di un regime di stabilità reale.
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