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Giurisprudenza Civile

Indennizzo esproprio: escluso il valore dell’opera pubblica
Un proprietario ha richiesto un maggior indennizzo per un'espropriazione, sostenendo che dovesse includere il valore di un impianto sportivo pubblico costruito sul suo terreno. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che l'indennizzo esproprio per acquisizione sanante (art. 42 bis) si calcola solo sul valore del terreno, escludendo qualsiasi plusvalore derivante dall'opera pubblica per evitare un ingiusto arricchimento. La Corte ha inoltre confermato che la classificazione urbanistica legale prevale sulla cosiddetta "edificabilità di fatto".
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Immissioni rumorose: Comune paga per feste in piazza
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un Comune per le immissioni rumorose prodotte da eventi estivi in una piazza. La sentenza chiarisce che l'interesse pubblico non può sacrificare il diritto alla quiete dei residenti oltre la soglia della normale tollerabilità, che va valutata caso per caso. Ai cittadini è stato riconosciuto un risarcimento per il danno subito, derivante dall'impossibilità di godere appieno della propria abitazione.
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Indennità di esproprio: l’ente può opporsi?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18674/2024, ha stabilito che anche l'ente pubblico espropriante ha il diritto di contestare l'importo dell'indennità di esproprio se lo ritiene eccessivo. La decisione si basa sul principio del 'giusto indennizzo' che tutela sia il privato che la pubblica amministrazione. La Corte ha inoltre ribadito che un giudice civile non può disapplicare un decreto di esproprio in una causa contro l'ente che lo ha emesso. Il ricorso dei proprietari è stato respinto.
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Estinzione processo Cassazione: no doppio contributo
Una professionista legale aveva impugnato in Cassazione il rigetto della sua richiesta di ammissione di un credito professionale al passivo di un fallimento. Prima della decisione, la ricorrente ha rinunciato al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato l'estinzione del processo Cassazione, chiarendo che in questo caso non si applica l'obbligo di versamento del cosiddetto 'doppio contributo unificato', previsto per le impugnazioni respinte o dichiarate inammissibili.
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Indennità di occupazione: fino a quando è dovuta?
Una società concessionaria autostradale ha impugnato in Cassazione il calcolo dell'indennità di esproprio e di occupazione. Il nodo centrale era la durata dell'indennità di occupazione. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che il calcolo della Corte d'Appello era corretto: l'indennità è dovuta fino al momento del deposito della somma di esproprio, e non fino alla data del successivo decreto. La Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché basato su un'errata comprensione della decisione precedente.
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Riscatto agrario: la CTU può acquisire documenti?
Una famiglia di agricoltori esercita il riscatto agrario nei confronti dell'acquirente di alcuni terreni. L'acquirente contesta la loro capacità lavorativa. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) può legittimamente acquisire d'ufficio documenti, come quelli dell'INPS sulla composizione del nucleo familiare, per rispondere ai quesiti posti dal giudice, senza che ciò costituisca una violazione delle preclusioni istruttorie. La Corte ha inoltre ribadito che la prova della capacità lavorativa non si limita a certificazioni, ma deriva da una valutazione complessiva del materiale probatorio.
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Acquisizione sanante: come si calcola l’indennizzo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18669/2024, ha respinto il ricorso di un privato contro un Comune in un caso di acquisizione sanante. La Corte ha stabilito che, per calcolare l'indennizzo, il valore del bene va determinato alla data del decreto di acquisizione e non al momento della precedente occupazione. Inoltre, ha confermato che l'uso dei Valori Agricoli Medi (VAM) è un parametro legittimo per determinare il valore venale di un terreno non edificabile, quando non esistono altre possibilità legali di utilizzo.
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Ricorso inammissibile: i limiti del riesame di merito
L'appello di un comune contro l'importo di un indennizzo per acquisizione sanante è stato dichiarato ricorso inammissibile dalla Corte di Cassazione. La Corte ha stabilito che contestare la valutazione fattuale di un perito (CTU) in sede di legittimità costituisce una richiesta impropria di riesame del merito, estranea alle sue funzioni.
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Domicilio Digitale: appello tardivo se notificato via PEC
Un istituto di credito ha visto il proprio ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile per tardività. La Corte ha stabilito che la notifica della sentenza d'appello via PEC al domicilio digitale dell'avvocato è pienamente valida per far decorrere il termine breve di 60 giorni per l'impugnazione. La vicenda originava da una truffa su polizze vita, in cui la banca era stata condannata a risarcire una compagnia assicurativa per aver erroneamente accreditato le somme liquidate su un conto non appartenente ai beneficiari.
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Bancarotta documentale: il dolo specifico va provato
Un liquidatore di una S.r.l. era stato condannato per bancarotta fraudolenta documentale per aver sottratto le scritture contabili. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna con rinvio, stabilendo che la corte di merito non aveva adeguatamente provato il dolo specifico, ovvero l'intenzione mirata di recare pregiudizio ai creditori. La sola sparizione dei documenti e l'ammontare del passivo non sono sufficienti a dimostrare l'intento fraudolento, distinguendo così il reato dalla meno grave ipotesi di bancarotta semplice.
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Fondo di Garanzia TFR: il diritto al pagamento
Una lavoratrice, non pagata dal suo ex datore di lavoro insolvente, si rivolge al Fondo di Garanzia per ottenere il TFR. L'ente nega il pagamento eccependo la prescrizione del diritto. Il Tribunale di Torino accoglie il ricorso della lavoratrice, condannando il Fondo al pagamento. La decisione sottolinea come le azioni esecutive contro il datore di lavoro interrompano la prescrizione e come una documentazione completa sia cruciale per l'accoglimento della domanda per il Fondo di Garanzia TFR.
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Spese giudizio divisione: chi paga in caso di pignoramento?
Una sentenza del Tribunale di Torino chiarisce la ripartizione delle spese nel giudizio di divisione di un immobile cointestato, scaturito da un pignoramento a carico di uno solo dei comproprietari. Il provvedimento stabilisce un doppio criterio: il debitore, per il principio di soccombenza, deve rimborsare integralmente le spese legali ai creditori che hanno agito. Le spese funzionali alla divisione (es. CTU), invece, vengono poste a carico della massa e ripartite tra tutti i comproprietari in base alle rispettive quote, poiché rispondono a un interesse comune.
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Licenziamento per giusta causa: lite tra colleghi
Il Tribunale di Torino ha confermato il licenziamento per giusta causa di un lavoratore che ha aggredito fisicamente un collega durante una lite per l'uso di un carrello elevatore. La violenza sul lavoro è stata ritenuta una grave violazione degli obblighi contrattuali, tale da ledere irrimediabilmente il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.
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Responsabilità intermediario finanziario: il caso
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di presunta appropriazione indebita da parte di un promotore finanziario ai danni di due risparmiatori. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dei risparmiatori, confermando la decisione d'appello che negava la responsabilità dell'intermediario finanziario. La decisione si fonda sulla mancata prova della dazione di somme di denaro in contanti al promotore, ritenendo questo elemento assorbente rispetto alla valutazione del nesso di occasionalità tra l'operato del promotore e l'illecito. In assenza di prove documentali certe, le dichiarazioni confessorie del promotore e altri elementi indiziari non sono stati ritenuti sufficienti per affermare la responsabilità della banca.
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Motivazione apparente: Cassazione e onere della prova
Una società ha citato in giudizio una banca per i danni derivanti da una segnalazione illegittima alla Centrale Rischi. La Corte d'Appello ha respinto la domanda per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, ravvisando una motivazione apparente, poiché i giudici di merito non avevano concretamente esaminato i documenti probatori offerti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Compensatio lucri cum damno: la Cassazione chiarisce
Un azionista di minoranza, danneggiato dalla mancata offerta pubblica di acquisto, aveva accettato (prestato acquiescenza) l'importo del risarcimento stabilito in primo grado. In appello, le società convenute hanno ottenuto che da tale importo venissero detratti i dividendi percepiti dall'azionista, in applicazione del principio di compensatio lucri cum damno. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che l'applicazione di tale principio impone una riconsiderazione globale del danno effettivo, non una mera sottrazione dal valore a cui la parte danneggiata aveva prestato acquiescenza.
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Risarcimento danno debito di valore: la Cassazione
Una società, danneggiata da un'esondazione nel 1992, ha ottenuto una condanna al risarcimento del danno da parte di un Ministero. La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso della società che lamentava la mancata rivalutazione e l'assenza di interessi dalla data del fatto. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che quando il risarcimento danno debito di valore viene liquidato "all'attualità", tale importo già comprende la rivalutazione. Gli interessi compensativi, inoltre, non sono automatici ma devono essere provati dal danneggiato. Infine, l'omessa pronuncia sulle spese di consulenza doveva essere contestata con un rimedio specifico e non con il ricorso per cassazione.
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Giurisdizione concorsi pubblici: la parola alla Cassazione
Un professionista impugna gli atti di una selezione pubblica indetta da un'Azienda Sanitaria per il conferimento di incarichi a tempo determinato, lamentando un'errata valutazione dei titoli. A seguito di un conflitto tra giudice ordinario e amministrativo, la Corte di Cassazione, con ordinanza n. 18653/2024, ha risolto la questione sulla giurisdizione concorsi pubblici. La Corte ha stabilito che la competenza spetta al giudice amministrativo, poiché la procedura, caratterizzata da un bando, una valutazione comparativa dei candidati da parte di una commissione e la formazione di una graduatoria di merito, costituisce una vera e propria procedura concorsuale. L'elemento decisivo è la presenza di una discrezionalità amministrativa nella valutazione, in particolare del colloquio, che esula dalla mera verifica di requisiti e rientra nella sfera di competenza della giustizia amministrativa.
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Giurisdizione ordini professionali: la Cassazione decide
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno chiarito la divisione di competenza in materia di giurisdizione ordini professionali. Analizzando un caso relativo all'Ordine dei Biologi, la Corte ha stabilito che la contestazione del decreto ministeriale di scioglimento di un organo direttivo spetta al giudice amministrativo (TAR). Invece, le controversie sulla validità delle successive operazioni elettorali sono di competenza della Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), un organo di giurisdizione speciale. La decisione sottolinea la distinzione tra l'esercizio del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione e la gestione delle procedure elettorali interne all'ordine.
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Giurisdizione Corte dei Conti: il caso del danno erariale
Una società di trasporto pubblico ha citato in giudizio l'agente della riscossione per il mancato incasso di una sanzione. La questione centrale riguarda la giurisdizione: tribunale ordinario o Corte dei Conti? Le Sezioni Unite della Cassazione, di fronte a una complessa 'ri-qualificazione' della domanda da parte della stessa Corte dei Conti, hanno ritenuto necessario un ulteriore approfondimento. Pertanto, l'ordinanza rinvia la causa a una nuova udienza pubblica per dirimere la questione sulla giurisdizione Corte dei Conti in casi di azioni risarcitorie da parte di società in house.
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