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Giurisprudenza Civile

Contratti agrari: la Cassazione rinvia il caso
Due fratelli hanno citato in giudizio un ente pubblico per vedersi riconosciuto lo status di affittuari di alcuni lotti di terreno in virtù di specifici contratti agrari. Dopo la sconfitta sia in primo grado che in appello, hanno presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, ravvisando la complessità e la novità delle questioni legali sollevate, ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la trattazione del caso a una pubblica udienza, senza decidere nel merito.
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Conciliazione trasferimento azienda: quando è nulla?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9555/2024, ha rigettato il ricorso di una società, confermando la nullità di alcuni accordi di conciliazione stipulati in occasione di un trasferimento d'azienda. La Corte ha ritenuto inammissibili diversi motivi di ricorso per vizi procedurali e ha ribadito che l'interpretazione dei fatti e dei contratti spetta al giudice di merito. La decisione della Corte d'Appello, che aveva ravvisato la nullità degli accordi per assenza di assistenza sindacale, vizio del consenso e mancanza di causa, è stata quindi confermata, stabilendo la responsabilità solidale delle due società coinvolte nel trasferimento.
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Regolarità contributiva in liquidazione: diritto al fondo
Una società editrice in liquidazione coatta amministrativa si è vista negare un contributo pubblico per una presunta irregolarità contributiva. La Corte di Cassazione ha stabilito che lo stato di liquidazione, imponendo uno stop ai pagamenti per legge, soddisfa il requisito della regolarità contributiva. Tuttavia, ha annullato la decisione di merito per non aver valutato il limite dei fondi pubblici disponibili, rimandando la causa per un nuovo esame su questo specifico punto.
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Liquidatore società estinta: chi impugna l’atto?
La Corte di Cassazione ha stabilito che il liquidatore di una società estinta, cancellata dal Registro delle Imprese prima della riforma del 2014, non ha la legittimazione processuale per impugnare una cartella di pagamento notificata successivamente. La cancellazione, secondo la normativa all'epoca vigente, comportava l'immediata estinzione della società e la perdita di ogni potere di rappresentanza in capo al liquidatore. Di conseguenza, l'azione legale intrapresa è viziata da un difetto insanabile che porta alla nullità dell'intero giudizio.
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Regolarità contributiva e fallimento: il caso editoria
Un'azienda editoriale fallita si è vista negare i contributi pubblici a causa della mancata attestazione di regolarità contributiva (DURC). La Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione di fallimento, imponendo per legge il divieto di pagamenti, costituisce una causa di "sospensione legislativa" che non preclude il diritto a ricevere i fondi. La Corte ha quindi confermato che la società aveva diritto al contributo, poiché il requisito della regolarità contributiva si considera soddisfatto in questa specifica circostanza.
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Responsabilità Direttore Lavori: La Cassazione decide
Una società costruttrice cita in giudizio il direttore dei lavori per gravi vizi di umidità in un immobile. La Corte d'Appello esclude la colpa del professionista a causa della forte ingerenza del committente. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione, afferma che la responsabilità del direttore dei lavori non viene meno. È suo dovere impartire le corrette direttive tecniche, vigilare sulla loro esecuzione e, in caso di disaccordo, persino sospendere i lavori. La scelta di un'adeguata impermeabilizzazione rientra pienamente nei suoi compiti professionali, e spetta a lui dimostrare di aver adempiuto diligentemente al proprio incarico. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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TFR pubblico impiego: diritto alla liquidazione immediata
La Corte di Cassazione ha stabilito che un dipendente pubblico ha diritto alla liquidazione immediata del TFR maturato durante un contratto a tempo determinato, anche qualora questo sia seguito, senza interruzioni, da un'assunzione a tempo indeterminato presso lo stesso ente. La sentenza chiarisce che il presupposto per il diritto al TFR pubblico impiego è la cessazione giuridica del singolo rapporto di lavoro, non la continuità dell'iscrizione previdenziale.
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Imprenditore agricolo: quando non basta per evitare il fallimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9582/2024, ha stabilito che la mera iscrizione nel registro delle imprese come imprenditore agricolo non è sufficiente a garantire l'esenzione dal fallimento. È necessaria la prova concreta e continuativa dell'esercizio effettivo dell'attività agricola. Nel caso esaminato, una società, pur avendo modificato il proprio oggetto sociale, aveva affittato tutti i suoi terreni e non svolgeva alcuna attività colturale, venendo quindi considerata un'impresa commerciale e soggetta a fallimento.
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Corrispondenza tra chiesto e pronunciato: limiti al giudice
La Corte di Cassazione ha cassato una sentenza della Corte d'Appello per violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Il giudice di secondo grado aveva liquidato un risarcimento danni superiore alla somma specificamente richiesta dagli appellanti. Il caso riguardava la nullità di una compravendita immobiliare per abusi edilizi. La Cassazione ha ribadito che il giudice non può superare i limiti quantitativi della domanda, specialmente quando questa è formulata in modo preciso e non meramente indicativo.
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Cancellazione avvocato: diritto di difesa in Cassazione
In una causa per la restituzione di somme relative a contributi condominiali, la Corte di Cassazione affronta una questione procedurale cruciale: la cancellazione avvocato del difensore di una delle parti. L'ordinanza stabilisce che, sebbene la cancellazione non interrompa automaticamente il processo, la Corte deve rinviare l'udienza per garantire il diritto di difesa. Questa decisione permette alla parte di nominare un nuovo legale, riaffermando la preminenza del giusto processo.
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Clausola sociale: diritto all’assunzione garantito
Una società che subentra in un appalto di servizi di call center si rifiutava di assumere il personale della precedente azienda, sostenendo la mancanza dei presupposti per l'applicazione della clausola sociale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, ribadendo che la clausola sociale configura un vero e proprio diritto soggettivo dei lavoratori all'assunzione, finalizzato a garantire la stabilità occupazionale. La Corte ha ritenuto che i lavoratori avessero adeguatamente provato i requisiti richiesti, quali l'impiego continuativo ed esclusivo nell'appalto.
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Responsabilità del notaio per mancata verifica
Un notaio è stato ritenuto responsabile per negligenza professionale per non aver adeguatamente indagato sull'atto di provenienza di un immobile, che si è rivelato trasferire quote consortili anziché la proprietà diretta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del notaio, confermando che la responsabilità del notaio include una verifica approfondita dei titoli, specialmente se ambigui, e l'obbligo di informare le parti dei rischi. La Corte ha ribadito che l'interpretazione contrattuale dei giudici di merito è un accertamento di fatto, raramente sindacabile in sede di legittimità.
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Donazione informale e usucapione: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9566/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usucapione. Il caso riguarda un coltivatore che sosteneva di aver acquisito per usucapione un terreno agricolo a seguito di una donazione informale (orale) da parte della proprietaria. I giudici di merito avevano respinto la domanda, ritenendo nulla la donazione e insufficiente a fondare il possesso. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che, sebbene una donazione informale di un immobile sia nulla e non trasferisca la proprietà, la consegna del bene (traditio) che ne consegue può costituire un atto idoneo a trasformare la detenzione in possesso. Questo atto, proveniente da un terzo, legittima l'inizio del decorso del tempo necessario per l'usucapione, a prescindere dalla validità del titolo. La Corte ha quindi rinviato il caso per una nuova valutazione delle prove testimoniali relative alla donazione.
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Diritto di precedenza: obblighi del datore di lavoro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9538/2024, ha stabilito principi chiave sul diritto di precedenza nei contratti stagionali. Due lavoratori, dopo una serie di contratti a termine, avevano chiesto la conversione del rapporto in tempo indeterminato. La Corte ha chiarito che spetta al datore di lavoro provare che le mansioni erano esclusivamente stagionali. Inoltre, ha affermato che la mancata indicazione del diritto di precedenza nel contratto non causa la conversione automatica, ma rende il datore di lavoro responsabile per il risarcimento del danno se assume altri lavoratori, non potendo eccepire il mancato esercizio del diritto da parte del dipendente.
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Carenze sistemiche e asilo: la Cassazione decide
Un cittadino straniero ha impugnato il suo trasferimento in Slovenia, previsto dal Regolamento Dublino, denunciando carenze sistemiche nel sistema di accoglienza di quel paese. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 9535/2024, ha stabilito che il giudice di merito non può limitarsi a definire un paese 'sicuro' ma ha l'obbligo di esaminare concretamente le prove fornite dal ricorrente riguardo tali deficienze. La Corte ha quindi cassato la decisione precedente, che aveva ignorato la documentazione presentata, e ha rinviato il caso per un nuovo esame.
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Leasing e inadempimento: responsabilità del concedente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9577/2024, ha stabilito che la società di leasing non può pretendere i canoni dall'utilizzatore se ha pagato il fornitore pur sapendo che il bene (un'auto estera) era inutilizzabile per la mancanza dei documenti di immatricolazione. Questo caso di leasing e inadempimento del fornitore evidenzia la responsabilità condivisa e l'obbligo di buona fede che lega concedente e utilizzatore.
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Istanze istruttorie: la mancata reiterazione non è rinuncia
In un caso di restituzione di somme per una compravendita immobiliare non conclusa, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata reiterazione delle istanze istruttorie in un'udienza d'appello non costituisce una rinuncia implicita. La Corte ha accolto il ricorso degli eredi del venditore, cassando la sentenza d'appello e rinviando il caso per una nuova valutazione delle prove che erano state erroneamente ritenute abbandonate.
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Competenza cautelare: la scelta del foro vincola
La Corte di Cassazione stabilisce che, nel rito del lavoro, la scelta del foro per un'azione cautelare ante causam, se confermata dal giudice, determina in via definitiva la competenza territoriale anche per il successivo giudizio di merito. La decisione si basa sui principi di autoresponsabilità processuale e affidamento, impedendo alla parte di avviare il merito presso un tribunale diverso, anche se astrattamente competente. Questo principio rafforza il legame tra la fase di urgenza e quella ordinaria, garantendo coerenza al sistema processuale.
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Responsabilità professionale ingegnere: il nesso causale
Una cliente ha citato in giudizio il proprio ingegnere per responsabilità professionale, accusandolo di non aver portato a termine una pratica di condono edilizio. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto cruciale della decisione è la mancanza di prova del nesso di causalità: la cliente non è riuscita a dimostrare con certezza che, anche con un operato impeccabile del professionista, avrebbe ottenuto la sanatoria. La Corte ha sottolineato che la mera possibilità di successo non è sufficiente a fondare la responsabilità professionale dell'ingegnere.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della ricorrente. La decisione si fonda sull'articolo 390 del codice di procedura civile. Poiché la controparte non si è costituita nel giudizio di legittimità, la Corte non ha provveduto alla liquidazione delle spese processuali. Questo caso evidenzia come la rinuncia al ricorso ponga fine al contenzioso.
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