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Giurisprudenza Civile

Comodato non provato: no a rilascio e usucapione
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha respinto sia la domanda del proprietario per il rilascio di un immobile basata su un comodato non provato, sia la domanda riconvenzionale dell'occupante per l'acquisto tramite usucapione. L'ordinanza sottolinea come la mancanza di prova del contratto di comodato impedisca di agire per la sua risoluzione, e allo stesso tempo, l'assenza di prova di un possesso utile ai fini dell'usucapione ne preclude il riconoscimento. I ricorsi di entrambe le parti sono stati rigettati per motivi procedurali e di merito, confermando la situazione di stallo giuridico.
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Spese condominiali proprietario: chi paga? Cassazione
Un condominio ha citato in giudizio un ex promissario acquirente per spese condominiali maturate dopo la risoluzione del contratto di acquisto. La Corte di Cassazione ha stabilito che per le spese condominiali, il proprietario effettivo è l'unico obbligato al pagamento, non chi appare tale. La mancata trascrizione della sentenza di risoluzione è irrilevante, poiché il principio dell'apparenza del diritto non si applica nei rapporti tra condominio e condomini.
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Omologazione autovelox: la Cassazione fa chiarezza
Un automobilista contesta una multa per eccesso di velocità sostenendo la mancanza di omologazione dell'apparecchio. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: per la validità delle multe da autovelox, è indispensabile la specifica "omologazione autovelox" ministeriale, non essendo sufficiente la semplice "approvazione". La sentenza impugnata viene annullata con rinvio.
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Opponibilità simulazione: Cassazione sul subacquirente
Un immobile viene venduto con un contratto simulato per sottrarlo ai creditori. L'acquirente fittizio lo rivende a un terzo. La Cassazione conferma l'opponibilità della simulazione, ritenendo il subacquirente in malafede sulla base di prove presuntive. La Corte chiarisce che la semplice conoscenza della simulazione è sufficiente a integrare la malafede. Tuttavia, stabilisce che il debito risarcitorio che ne deriva si divide tra gli eredi del subacquirente 'pro quota' e non in via solidale.
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Falso in Procura: Sospeso Avvocato dalla Cassazione
Un avvocato è stato sospeso per un anno e sei mesi per aver alterato la data su una procura del cliente al fine di utilizzarla in nuovi procedimenti legali. Il ricorso del legale, basato sulla presunta assenza di un intento fraudolento, è stato respinto. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione, sottolineando che un falso in procura costituisce una grave violazione disciplinare, indipendentemente dal consenso del cliente, poiché lede l'integrità e la credibilità dell'intera professione forense.
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Legittimazione attiva creditore: credito contestato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 26518/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla legittimazione attiva creditore per la richiesta di liquidazione giudiziale. Un credito semplicemente contestato o 'sub iudice' non è sufficiente. Il giudice deve effettuare una valutazione sommaria ed incidentale per verificare l'effettiva esistenza del credito, non potendo basarsi sulla mera pendenza di un'altra causa. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva aperto la liquidazione basandosi solo sulla contestazione del credito.
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Prescrizione decennale sanzioni: la Cassazione decide
Una cittadina si opponeva al pagamento di sanzioni amministrative, sostenendo che il diritto di riscossione fosse estinto per il decorso di cinque anni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, una volta che il debito è confermato da una sentenza definitiva, il termine applicabile diventa la prescrizione decennale sanzioni. La decisione del giudice, infatti, sostituisce l'atto amministrativo originario, dando vita a un nuovo titolo con un termine di prescrizione più lungo.
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Principio di equivalenza negli appalti: la Cassazione
La Corte di Cassazione, Sezioni Unite, ha stabilito che l'interpretazione estensiva delle clausole di un bando di gara da parte del giudice amministrativo, applicando il principio di equivalenza anche ai requisiti di capacità tecnica, non costituisce un eccesso di potere giurisdizionale. Il caso riguardava un appalto pubblico in cui una società era stata ammessa sulla base di una "fornitura di punta" ritenuta analoga, ma non identica, a quella richiesta. La Cassazione ha ritenuto che tale valutazione rientri nella normale attività interpretativa del giudice amministrativo, finalizzata a garantire la massima concorrenza (favor partecipationis), e non in una sostituzione indebita alla Pubblica Amministrazione. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.
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Liberazione fideiussore: l’onere della prova in banca
La Corte di Cassazione ha stabilito che per la liberazione fideiussore ai sensi dell'art. 1956 c.c., spetta al garante dimostrare la malafede della banca nel concedere ulteriore credito al debitore principale. Il semplice fatto che il garante sia uscito dalla compagine sociale della società debitrice non è sufficiente. L'ordinanza chiarisce inoltre l'inammissibilità delle eccezioni di nullità per violazione di norme antitrust se sollevate tardivamente e senza una rituale allegazione dei fatti nel corso del giudizio di merito.
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Inquadramento dipendente pubblico: anzianità non basta
Un dipendente pubblico, trasferito dal Ministero della Giustizia a un'Azienda Sanitaria Locale, ha richiesto un inquadramento in una fascia economica superiore basandosi sull'anzianità di servizio maturata. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'inquadramento del dipendente pubblico si fonda sul 'maturato economico' per garantire lo stesso livello retributivo, e non sull'anzianità, la quale non comporta un'automatica progressione di carriera.
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Inquadramento dipendente pubblico: no a fascia alta
La Corte di Cassazione ha stabilito che, nel passaggio di un dipendente da un'amministrazione pubblica a un'altra, il corretto inquadramento dipendente pubblico non garantisce l'accesso a una fascia retributiva superiore basata unicamente sull'anzianità di servizio maturata. La normativa mira a proteggere il trattamento economico già percepito, anche tramite un assegno 'ad personam', ma le progressioni economiche nel nuovo comparto seguono le regole specifiche del contratto di destinazione, spesso basate su criteri selettivi e non sulla mera anzianità.
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Improcedibilità ricorso per cassazione: i termini
Un'Azienda Sanitaria Locale ha impugnato una sentenza della Corte d'Appello sfavorevole in una causa di lavoro. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità del ricorso per cassazione perché depositato oltre il termine perentorio di 20 giorni dalla notifica, ribadendo che tale vizio procedurale deve essere rilevato d'ufficio dal giudice.
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Responsabilità aggravata: quando è inammissibile?
Una società immobiliare, pur vincitrice in appello, ricorre in Cassazione per ottenere il risarcimento per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. a carico della controparte. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo due principi fondamentali: la valutazione sulla mala fede o colpa grave è un apprezzamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità, e la richiesta di condanna per responsabilità aggravata è incompatibile con la decisione del giudice di merito di compensare le spese di lite.
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Stato di insolvenza: i criteri per la valutazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro la sua liquidazione giudiziale. Viene confermato che, per la valutazione dello stato di insolvenza, non è sufficiente la mera contestazione di un credito, se altri elementi dimostrano l'incapacità strutturale dell'impresa di adempiere alle proprie obbligazioni.
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Rinnovazione notifica: Cassazione fissa le regole
La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha disposto la rinnovazione della notifica di un ricorso. Il caso nasce da una disputa immobiliare tra vicini. La Corte ha rilevato un vizio nella notifica postale a due delle parti, la cui consegna era fallita per irreperibilità. Secondo la Corte, per perfezionare la notifica in tali casi, è indispensabile produrre l'avviso di avvenuto deposito (C.A.D.), cosa che non era avvenuta. Di conseguenza, il procedimento è stato sospeso in attesa che la notifica venga correttamente eseguita.
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Società in house: stipendi e blocco della spesa
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società in house che aveva bloccato gli aumenti stipendiali previsti dal contratto collettivo, giustificandosi con i limiti di spesa pubblica. La Corte ha stabilito che i rapporti di lavoro in tali società sono di natura privatistica e che la riduzione dei costi del personale deve avvenire tramite la contrattazione di secondo livello, non con decisioni unilaterali, anche se sollecitate dall'ente pubblico controllante.
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Iscrizione ipotecaria: guida alla giurisdizione
Un contribuente ha impugnato un'iscrizione ipotecaria basata sia su debiti tributari che contributivi. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando un principio fondamentale: la giurisdizione per l'impugnazione dipende dalla natura del credito sottostante. Pertanto, per i debiti tributari è competente il giudice tributario, mentre per i contributi previdenziali è competente il giudice del lavoro. La sentenza chiarisce la necessità di adire il giudice corretto per evitare declaratorie di inammissibilità o difetto di giurisdizione.
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Risarcimento del danno: onere di allegazione preciso
La Corte di Cassazione chiarisce che per ottenere il risarcimento del danno da ridotto godimento di un immobile, non è sufficiente una richiesta generica. Il proprietario deve allegare fin dall'inizio i fatti specifici che dimostrano il pregiudizio subito, come la perdita di guadagni da un'attività commerciale. In un caso di infiltrazioni in un condominio, la Corte ha annullato la condanna al risarcimento per mancati introiti di un'attività di affittacamere perché tale circostanza non era stata specificamente dedotta nella domanda iniziale, ribadendo l'importanza dell'onere di allegazione per la corretta definizione del processo.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide
Una società aveva impugnato in Cassazione una sentenza sfavorevole in una controversia bancaria. Durante il processo, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando la società a rinunciare al ricorso. La Corte ha quindi dichiarato l'estinzione del giudizio, compensando le spese legali come pattuito.
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Prescrizione Sentenza: come opporsi dopo 10 anni
Un creditore avvia un pignoramento sulla base di una sentenza del 2009, divenuta definitiva nello stesso anno. Il debitore si oppone eccependo la prescrizione decennale del diritto. Il Tribunale di Brescia accoglie l'opposizione, confermando che la prescrizione della sentenza si era compiuta nel 2019 e annullando il diritto del creditore di procedere per la sorte capitale. Tuttavia, condanna il debitore al pagamento dell'imposta di registro, versata di recente dal creditore, in quanto tale credito non era prescritto.
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