LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Termine ricorso cassazione concordato: 30 giorni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17995/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da un'agenzia governativa contro una società in concordato preventivo. La decisione si fonda sulla tardività del ricorso, depositato oltre il termine perentorio di trenta giorni. La Corte ha ribadito che, in materia di concordato, il termine per il ricorso per cassazione decorre dalla comunicazione del decreto della Corte d'Appello e non è soggetto a sospensione feriale, sottolineando l'esigenza di celerità che caratterizza le procedure concorsuali.
Continua »
Consulenza tecnica di parte: la Cassazione chiarisce
Una società in liquidazione ha citato in giudizio un istituto bancario per usura su un contratto di conto corrente. Dopo la reiezione in appello, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha stabilito che un giudice può legittimamente fondare la propria decisione su una consulenza tecnica di parte (CTP), in quanto costituisce un'allegazione difensiva a contenuto tecnico. Ha inoltre ribadito l'irrilevanza dell'usura sopravvenuta e qualificato il ricorso come un tentativo inammissibile di riesaminare il merito dei fatti.
Continua »
Licenziamento collettivo ente pubblico: la Cassazione rinvia
Un'azienda pubblica per la promozione turistica, in liquidazione, avvia una procedura di licenziamento collettivo. Gli ex dipendenti impugnano i licenziamenti, sostenendo che l'ente, per sua natura, non avrebbe potuto applicare la normativa prevista per le imprese private. La Corte d'Appello dà ragione all'ente sulla sua natura 'economica', ma rileva un vizio di procedura per un dirigente. La Corte di Cassazione, investita della questione da entrambe le parti, ritiene la definizione della natura giuridica dell'ente un punto di diritto di particolare rilevanza e, con ordinanza interlocutoria, rinvia la causa alla pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza ancora decidere nel merito.
Continua »
Concordato preventivo e fallimento: cosa succede?
Una società alimentare, dopo la revoca dell'omologazione del suo concordato preventivo, ricorre in Cassazione. Tuttavia, nelle more del giudizio, viene dichiarata fallita con sentenza definitiva. La Suprema Corte dichiara l'improcedibilità del ricorso, affermando che il rapporto tra concordato preventivo e fallimento è di assorbimento: la successiva dichiarazione di fallimento assorbe l'intera controversia sulla crisi d'impresa, rendendo impossibile proseguire il giudizio separato sul concordato.
Continua »
Diritto di uso esclusivo: la Cassazione nega validità
La Cassazione, con sent. 17991/2024, ha stabilito che il diritto di uso esclusivo su una corte condominiale non può essere creato come diritto reale atipico. Un "patto speciale" in una compravendita successiva non può validamente "concentrare" tale diritto su una sola unità, privandone altre che ne avevano titolo in base all'atto costitutivo del condominio. La pattuizione è stata dichiarata illegittima, accogliendo il ricorso della condomina esclusa.
Continua »
Legge straniera applicabile e regime patrimoniale
La Corte di Cassazione chiarisce come determinare la legge straniera applicabile al regime patrimoniale di coniugi con diverse nazionalità e residenza all'estero. In un caso riguardante un acquisto immobiliare in Italia, la Corte ha applicato la legge dello Stato della Virginia (USA), luogo di prevalente vita matrimoniale, escludendo il regime di comunione legale dei beni poiché non previsto da tale ordinamento per gli acquisti in costanza di matrimonio, ma solo in sede di divorzio.
Continua »
Dolus causam dans: annullamento per contachilometri
Una società venditrice di auto usate è stata citata in giudizio da una concessionaria acquirente per l'annullamento di due contratti di compravendita a causa della manomissione dei contachilometri. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha cassato la sentenza d'appello per motivazione contraddittoria, chiarendo la fondamentale distinzione tra dolus causam dans, che determina l'annullamento del contratto poiché il raggiro è stato essenziale per il consenso, e dolus incidens, che porta solo al risarcimento del danno perché il contratto sarebbe stato comunque concluso, ma a condizioni diverse. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
Continua »
Deposito telematico: la data che conta è la ricevuta
La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla tempestività del deposito telematico. Un ricorso, inizialmente dichiarato inammissibile perché ritenuto tardivo, è stato giudicato tempestivo. La Corte ha chiarito che la data che fa fede non è quella di registrazione dell'atto da parte della cancelleria, ma il momento in cui viene generata la ricevuta di avvenuta consegna (RdAC) dal sistema di posta elettronica certificata del Ministero della Giustizia. Questa decisione protegge il cittadino da ritardi non imputabili a lui.
Continua »
Pagamento in contanti: risoluzione contratto slot
Un gestore di un locale risolve un contratto con una società installatrice di slot machine a causa dei pagamenti ricevuti in contanti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 17985/2024, ha confermato la decisione, stabilendo che il divieto di pagamento in contanti nel settore dei giochi è una norma imperativa che si applica a tutta la filiera, giustificando la risoluzione del contratto per inadempimento.
Continua »
Impugnazione delibera: la prova della notifica
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17984/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di impugnazione di delibera condominiale. In caso di contestazione, spetta al condominio, in qualità di mittente, fornire la prova certa dell'avvenuta consegna della raccomandata contenente il verbale al condomino assente. La semplice tracciatura online che riporta una dicitura ambigua non è sufficiente a far scattare la presunzione di conoscenza e, di conseguenza, il termine per l'impugnazione. La Corte ha accolto il ricorso di un condomino, cassando la decisione di merito che aveva ritenuto tardiva la sua opposizione basandosi su una prova di notifica inadeguata.
Continua »
Legittimazione passiva equa riparazione: chi paga?
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17982/2024, interviene su un caso di 'Pinto su Pinto', ovvero una richiesta di equa riparazione per il ritardo nell'esecuzione di un precedente indennizzo. La Corte chiarisce la questione della legittimazione passiva equa riparazione, stabilendo che la responsabilità per il ritardo va ripartita: il Ministero della Giustizia risponde per la fase ordinaria, mentre il Ministero dell'Economia per la fase del giudizio amministrativo di ottemperanza. Viene quindi accolto il motivo sulla carenza di legittimazione passiva del solo Ministero della Giustizia per la seconda fase del processo.
Continua »
Istanza di prelievo: obbligo per l’indennizzo
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una cittadina che chiedeva un indennizzo per l'irragionevole durata di un processo amministrativo. La domanda era stata respinta perché non era stata presentata l'istanza di prelievo. La Corte ha confermato che tale istanza non è una mera formalità, ma un rimedio preventivo obbligatorio ed efficace, la cui omissione preclude il diritto all'equa riparazione, in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale.
Continua »
Eccezione nuova in appello: limiti e inammissibilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17979/2024, ha ribadito i rigidi limiti alla proposizione di un'eccezione nuova in appello. Nel caso esaminato, alcuni fideiussori avevano sollevato la questione della nullità del contratto per violazione della normativa antitrust solo nelle memorie finali del giudizio di secondo grado. La Corte ha dichiarato tale eccezione inammissibile, chiarendo che le comparse conclusionali servono solo a illustrare domande e difese già ritualmente introdotte. Anche il potere del giudice di rilevare d'ufficio la nullità presuppone che i fatti costitutivi della stessa siano già stati allegati tempestivamente nel corso del processo. La decisione sottolinea l'importanza di una strategia difensiva completa fin dal primo grado di giudizio.
Continua »
Legittimazione passiva Pinto: chi paga il ritardo?
Un cittadino ha richiesto un indennizzo per il ritardo nell'esecuzione di una precedente condanna "Pinto", che ha incluso un giudizio di ottemperanza. Il Ministero della Giustizia ha eccepito il proprio difetto di legittimazione passiva Pinto per i ritardi della giustizia amministrativa. La Cassazione ha accolto il motivo, stabilendo che la responsabilità per tali ritardi ricade sul Ministero dell'Economia e ha rinviato la causa per integrare il contraddittorio.
Continua »
Estinzione del giudizio per rinuncia in Cassazione
Una controversia condominiale per il rimborso di spese urgenti sul tetto, giunta fino in Cassazione, si conclude con l'estinzione del giudizio. La parte che aveva proposto ricorso vi ha rinunciato e la controparte ha accettato tale rinuncia. La Suprema Corte, prendendo atto dell'accordo, ha dichiarato estinto il processo, chiarendo che in questi casi non si procede a una condanna sulle spese legali né si applica il raddoppio del contributo unificato a carico del rinunciante.
Continua »
Installazione condizionatori: il diritto del condomino
Una condomina, titolare di un'attività commerciale, ha impugnato una delibera che le negava l'autorizzazione a mantenere dei condizionatori installati nel cortile comune. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17975/2024, ha accolto il suo ricorso. Ha stabilito che l'installazione condizionatori sulle parti comuni è un diritto del singolo condomino, esercitabile senza autorizzazione assembleare, a patto che non alteri la destinazione del bene e non impedisca agli altri di farne parimenti uso. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per verificare se l'installazione leda il decoro architettonico o il godimento del bene comune.
Continua »
Onere della prova del danno: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17974/2024, ha rigettato il ricorso di un committente che chiedeva un cospicuo risarcimento per la mancata fornitura di una porta blindata. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: l'inadempimento contrattuale non basta per ottenere il risarcimento. Chi si ritiene danneggiato ha l'onere della prova del danno, ovvero deve dimostrare non solo che il danno esiste (an debeatur), ma anche fornire tutti gli elementi possibili per quantificarlo. Solo se la quantificazione è impossibile o molto difficile, il giudice può intervenire in via equitativa. In questo caso, il committente non ha fornito prove sufficienti sull'esistenza stessa del danno, rendendo la sua richiesta infondata.
Continua »
Opposizione stato passivo: onere della prova del creditore
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un professionista la cui richiesta di compenso in un fallimento era stata parzialmente respinta. La decisione si fonda su un principio procedurale cruciale: nell'opposizione allo stato passivo, il creditore ha l'onere di indicare specificamente tutti i documenti a sostegno della sua tesi, anche se già depositati nella fase precedente. La mancata indicazione di un documento chiave (una procura alle liti) è stata fatale, confermando la decisione del giudice che aveva ritenuto l'accordo originario sui compensi superato (novato).
Continua »
Notifica telematica nulla: quando è sanabile l’errore
La Cassazione stabilisce che una notifica telematica nulla, a causa dell'invio di un allegato sbagliato, è considerata sanabile e non inesistente. Se il messaggio PEC contiene gli elementi essenziali per identificare l'impugnazione e la controparte si costituisce e si difende nel merito, il vizio si sana, garantendo il principio di strumentalità delle forme processuali.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è illegittima?
Un lavoratore vince una causa per differenze retributive. La società datrice di lavoro perde anche in appello, ma la Corte territoriale dispone la compensazione delle spese legali. La Cassazione interviene, cassando la sentenza d'appello su questo punto. Viene ribadito che la compensazione spese legali è un'eccezione applicabile solo in casi tassativi e gravi, come la novità della questione o un mutamento giurisprudenziale, e non può basarsi su motivazioni generiche come la "particolarità della controversia".
Continua »