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Giurisprudenza Civile

Adeguamento borsa specializzandi: la Cassazione nega
Un gruppo di medici specializzandi aveva richiesto un adeguamento economico della propria borsa di studio. Dopo un parziale accoglimento nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. Sulla base di un consolidato orientamento, la Corte ha stabilito che una serie di interventi normativi ha legittimamente bloccato l'adeguamento borsa specializzandi per il periodo tra il 1992 e il 2005, respingendo così in via definitiva le pretese economiche dei medici.
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Remunerazione medici specializzandi: Cassazione chiarisce
Un medico specializzando ha richiesto un risarcimento per la mancata remunerazione durante la sua formazione negli anni '80, basandosi su direttive europee. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la remunerazione medici specializzandi è dovuta solo per i corsi esplicitamente elencati in tali direttive. Il medico, specializzatosi in cardiologia e diabetologia, non ha potuto beneficiare del risarcimento poiché i suoi corsi non figuravano negli elenchi e non ha fornito prova della loro equivalenza.
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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale in tema di spese processuali. A seguito della rinuncia al ricorso da parte di un imprenditore contro una dichiarazione di fallimento, la Corte ha dichiarato estinto il giudizio. La decisione sottolinea che l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia, poiché tale misura sanzionatoria è prevista solo per rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione, e non può essere interpretata estensivamente.
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Imposta ipotecaria: estinzione del giudizio
La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un giudizio riguardante l'applicazione dell'imposta ipotecaria su un immobile in costruzione. La controversia vedeva contrapposti un notaio e l'Agenzia delle Entrate sulla natura della tassazione (fissa o proporzionale). Prima della decisione di merito, il ricorrente ha aderito a una definizione agevolata della controversia, rinunciando al ricorso. Di conseguenza, la Corte ha preso atto dell'accordo e ha dichiarato l'estinzione del procedimento, compensando integralmente le spese di lite.
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Compenso aggiuntivo segretario: quando è dovuto?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2276/2024, ha stabilito che il compenso aggiuntivo per un segretario comunale che svolge mansioni extra non è un diritto automatico. Per ottenerlo, sono necessarie due condizioni cumulative: una specifica decisione dell'ente locale di erogare il compenso e la comprovata disponibilità di risorse finanziarie. La retribuzione di posizione è infatti considerata 'onnicomprensiva', coprendo già un'ampia gamma di compiti. La richiesta di un segretario è stata quindi respinta in quanto mancavano questi presupposti fondamentali.
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Punteggio servizio militare: la decisione spetta al Giudice Ordinario
Un membro del personale scolastico ATA ha richiesto il pieno riconoscimento del punteggio per il servizio militare nelle graduatorie. La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 2277/2024, ha risolto la questione di giurisdizione, stabilendo che la competenza a decidere spetta al Giudice Ordinario e non a quello Amministrativo. La decisione si fonda sul fatto che il ricorrente fa valere un diritto soggettivo derivante dalla legge, chiedendo la disapplicazione dell'atto amministrativo che lo limita, anziché il suo annullamento.
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Indennizzo medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso riguardante l'indennizzo per i medici specializzandi che hanno frequentato corsi di formazione dopo il 1982 senza ricevere un'adeguata remunerazione, a causa del tardivo recepimento di direttive europee da parte dello Stato italiano. La Corte ha stabilito principi chiari per il calcolo del risarcimento: l'indennità spetta a partire dal 1° gennaio 1983, anche per i corsi iniziati prima; la quantificazione deve basarsi sui criteri della L. 370/1999 e, in quanto debito di valuta, non è soggetta a rivalutazione monetaria automatica. La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio alla Corte d'Appello per un nuovo calcolo basato su questi principi.
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Titolarità del diritto: Cassazione e merito del caso
Una società in amministrazione straordinaria si opponeva all'ammissione di un credito bancario garantito. Il Tribunale ammetteva il credito basandosi su un precedente giudicato interno alla procedura (endofallimentare). La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la titolarità del diritto è una questione di merito fondamentale che il giudice può e deve sempre valutare, anche d'ufficio, superando i limiti del giudicato endofallimentare. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo esame.
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Indennità di amministrazione: esclusa dalla tredicesima
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2266/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni dipendenti del Ministero della Giustizia. I ricorrenti chiedevano l'inclusione della loro indennità di amministrazione nel calcolo della tredicesima mensilità e della quota A della pensione. La Corte ha confermato l'orientamento consolidato secondo cui tale indennità, per legge e contratto, è corrisposta per dodici mensilità e non rientra nella base di calcolo della tredicesima. Analogamente, ai fini pensionistici, concorre solo alla formazione della 'quota B' e non della 'quota A', a causa del principio di tassatività delle componenti della base pensionabile.
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Specializzazioni mediche equipollenti: no risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 2254/2024, ha negato il diritto al risarcimento a un medico per la mancata retribuzione durante la scuola di specializzazione in Diabetologia. Il motivo risiede nel fatto che tale corso non era incluso negli elenchi delle direttive europee. La Corte ha chiarito che il concetto di 'specializzazioni mediche equipollenti' non è automatico e l'onere di dimostrare tale equivalenza spetta al medico che richiede il risarcimento, confermando un orientamento ormai consolidato.
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Procura speciale: la Cassazione rinvia alle Sezioni Unite
In una controversia su canoni demaniali, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio per una questione preliminare. L'ordinanza interlocutoria evidenzia un dubbio sulla validità della procura speciale dell'avvocato, rilasciata in data e luogo diversi rispetto al ricorso. Data la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, la Corte ha rinviato la causa in attesa di una pronuncia risolutiva delle Sezioni Unite, che dovrà fare chiarezza su questo importante aspetto procedurale.
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Condotta colposa danneggiato: esonero responsabilità
Un cittadino cade a causa di un marciapiede dissestato e cita in giudizio il proprietario dell'area e il Comune. Inizialmente condannati in solido, la Corte d'Appello ribalta la decisione. La sentenza stabilisce che la condotta colposa del danneggiato, che non ha prestato attenzione a un pericolo palese e visibile, interrompe il nesso causale e libera da responsabilità sia il proprietario che l'ente pubblico. Il dissesto era così evidente che una minima prudenza avrebbe evitato l'incidente.
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Licenziamento per insubordinazione: sentenza chiave
Un dipendente del settore sanitario, dopo aver ricevuto una comunicazione di sospensione via PEC, ha continuato a presentarsi al lavoro, sostenendo un malfunzionamento della sua casella di posta elettronica. La Corte d'Appello ha confermato la legittimità del successivo licenziamento per insubordinazione, ritenendo la condotta del lavoratore una grave e volontaria violazione degli obblighi contrattuali. La sentenza sottolinea come la presunzione di conoscenza legata alla PEC e il comportamento ostruzionistico del dipendente abbiano irrimediabilmente leso il vincolo fiduciario con il datore di lavoro.
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Riunione per connessione: quando è obbligatoria?
La Corte di Cassazione ha ordinato la riunione per connessione di due procedimenti. Il caso riguarda un ricorso contro una sentenza della Corte d'Appello, strettamente collegato a un altro ricorso pendente. La Corte ha ritenuto la riunione necessaria per evitare decisioni contraddittorie e per ragioni di economia processuale, dato che l'esito di un ricorso potrebbe rendere nullo l'oggetto dell'altro.
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Scorrimento graduatoria: quando è un diritto? Cass.
Due dipendenti pubbliche, risultate idonee in una selezione per progressione di carriera, hanno richiesto l'assunzione tramite scorrimento graduatoria per posti resisi vacanti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, stabilendo che la mera idoneità e l'intenzione dell'amministrazione di coprire i posti non sono sufficienti a creare un diritto all'assunzione. Lo scorrimento graduatoria, equiparato a una nuova assunzione, necessita sempre di una specifica e formale autorizzazione.
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Ricorso per cassazione: l’iter processuale in esame
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, prende atto del ricorso per cassazione presentato da un cittadino contro una sentenza del Tribunale di Roma. L'appello è rivolto nei confronti dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione e altri uffici governativi. Il provvedimento ha natura puramente procedurale e non decide nel merito della controversia, che si basa su sette motivi di ricorso.
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Canone concessorio: quando non è dovuto dalle telco
Una società di telecomunicazioni si opponeva alla richiesta di pagamento di un canone concessorio avanzata da un ente locale per l'occupazione di suolo pubblico. I giudici di primo e secondo grado avevano stabilito che il canone fosse dovuto solo fino all'entrata in vigore di una nuova normativa di settore nel 2003. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, non ha deciso nel merito ma ha trasferito il caso alla Prima Sezione Civile, ritenuta tabellarmente più competente per la specifica materia del canone concessorio, al fine di assicurare una trattazione specialistica della complessa questione normativa.
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Contratti pubblica amministrazione: forma e validità
Una struttura sanitaria ha richiesto il pagamento per prestazioni fornite a un'ASL senza un accordo formale. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso a pubblica udienza per decidere sulla necessità della forma scritta nei contratti pubblica amministrazione e sui criteri per quantificare l'indennizzo per ingiustificato arricchimento, data la rilevanza delle questioni.
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Scorrimento graduatoria: nessun diritto senza autorizzazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di dipendenti pubblici che chiedevano l'inquadramento in un'area superiore tramite lo scorrimento della graduatoria. La Corte ha stabilito che, in assenza di una completa autorizzazione governativa per tutti i posti banditi e a causa di una modifica normativa successiva (ius superveniens), i candidati idonei non avevano maturato un diritto quesito all'assunzione, rendendo legittimo il diniego dell'Amministrazione.
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Progressione verticale: senza autorizzazione è illegittima
Una dipendente pubblica ha richiesto la riclassificazione a una qualifica superiore basandosi su una selezione interna per 920 posti, di cui solo 460 erano stati autorizzati. La Corte di Cassazione ha respinto la sua richiesta, affermando che senza la necessaria autorizzazione per i posti aggiuntivi, non sorge alcun diritto acquisito alla progressione verticale, specialmente dopo che una nuova legge ha modificato le regole. La Corte ha quindi confermato che la riclassificazione era stata correttamente negata.
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