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Giurisprudenza Civile

Patto di prova: validità e specificità delle mansioni
Un lavoratore ha impugnato il licenziamento durante il periodo di prova, sostenendo la nullità del patto di prova per genericità. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che per mansioni intellettuali non è necessaria una descrizione dettagliata e che il rinvio al contratto collettivo è sufficiente. Decisiva la mancata trascrizione delle clausole contrattuali nel ricorso.
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Soccombenza reciproca: chi paga le spese legali?
Un proprietario di immobile ha richiesto la rimozione del muro di un vicino (domanda principale) e, in subordine, l'ampliamento di una servitù (domanda subordinata). I giudici hanno respinto la prima richiesta ma accolto la seconda. A causa di questa soccombenza reciproca, la Corte di Cassazione ha confermato che l'attore, nonostante una vittoria parziale, è stato correttamente condannato a pagare la maggior parte delle spese legali, poiché le due domande erano autonome e non collegate.
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Arbitrato irrituale: i limiti all’impugnazione del lodo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21994/2024, ha rigettato il ricorso contro una sentenza che confermava la validità di un lodo derivante da un arbitrato irrituale. Il caso riguardava una controversia nata da un contratto di associazione in partecipazione per la gestione di una farmacia. La Corte ha ribadito che il lodo irrituale, avendo natura contrattuale, può essere impugnato solo per vizi della volontà (come l'errore di fatto) e non per errori di diritto o per una errata valutazione delle prove da parte degli arbitri. La decisione sottolinea la stabilità e la quasi inoppugnabilità delle decisioni prese in sede di arbitrato irrituale.
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Condono canoni demaniali: vale anche se hai già pagato
Una società concessionaria di beni demaniali aveva pagato i canoni richiesti dall'amministrazione, ma con riserva di ripetizione, avviando poi una causa per la restituzione. In seguito, è intervenuta una legge che ha introdotto un condono. La Corte di Cassazione ha stabilito che il condono sui canoni demaniali si applica anche a chi ha già saldato il debito, purché il pagamento sia avvenuto con riserva e vi sia una lite pendente. La somma da versare per la definizione agevolata (il 30%) va calcolata sull'importo originariamente contestato, considerando quanto già versato, per non penalizzare i contribuenti più diligenti.
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Distanze tra costruzioni: Cassazione chiarisce
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito relativa a una controversia sulle distanze tra costruzioni. Il caso riguardava la presunta violazione delle distanze legali, la mancata realizzazione di un giunto tecnico antisismico e i danni a un immobile. La Suprema Corte ha accolto i ricorsi della società costruttrice, ravvisando errori nell'applicazione della normativa urbanistica e antisismica e un vizio di motivazione apparente riguardo alla liquidazione del danno, rinviando il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Compenso patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione
Un avvocato, ammesso al patrocinio a spese dello Stato, ha contestato la discrepanza tra le spese legali che la parte soccombente è stata condannata a pagare allo Stato e l'importo, inferiore, che lo Stato ha poi liquidato a lui. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che nel processo civile il compenso patrocinio a spese dello Stato per il difensore può legittimamente essere inferiore alla somma recuperata dalla parte soccombente, in quanto tale meccanismo serve a finanziare il sistema di accesso alla giustizia.
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Relazione attestatore: il ruolo critico del professionista
Una società in liquidazione ha visto respinto il proprio ricorso alla Corte di Cassazione. Il caso verteva sull'inadeguatezza della relazione attestatore presentata a supporto di una domanda di concordato preventivo. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che il professionista non può limitarsi ad accettare acriticamente le perizie di altri esperti, in questo caso sulla stima di beni immobili, ma deve svolgere una verifica autonoma e critica. L'assenza di tale vaglio rende la relazione inidonea a informare correttamente i creditori, minando la regolarità dell'intera procedura.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
Un lavoratore, dopo aver impugnato in Cassazione una sentenza a lui sfavorevole della Corte d'Appello, decideva di effettuare una rinuncia al ricorso. La società controricorrente accettava tale rinuncia. La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, dichiara estinto il processo, stabilendo che, data l'accettazione della controparte, non vi è luogo a provvedere sulle spese. Soprattutto, chiarisce che l'obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica in caso di rinuncia, poiché tale misura ha natura sanzionatoria e va interpretata restrittivamente solo ai casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Espulsione illegittima: la sanatoria blocca il decreto
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'espulsione è illegittima se disposta mentre è ancora in corso una procedura di emersione del lavoro irregolare (sanatoria). La Corte ha chiarito che il semplice invio di un 'preavviso di rigetto' non conclude il procedimento amministrativo e, pertanto, non fa venir meno la sospensione del potere di espulsione prevista dalla legge. Di conseguenza, la sentenza che convalidava l'espulsione è stata annullata e il caso rinviato al Giudice di pace.
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Effetto preclusivo del giudicato e licenziamento
Un lavoratore, dopo aver ottenuto una sentenza definitiva che dichiarava illegittimo il suo licenziamento ma senza ordinare la reintegra, ha avviato una seconda causa per ottenerla. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che l'effetto preclusivo del giudicato copre non solo le questioni decise, ma anche quelle che si sarebbero potute decidere nel primo processo. Pertanto, la domanda di reintegra, essendo una conseguenza legale del licenziamento illegittimo, non poteva essere proposta in un nuovo e separato giudizio.
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Rimborso spese legali amministratore: il caso in Cassazione
Un consigliere comunale, assolto da accuse penali, ha richiesto il rimborso delle spese legali al proprio Comune. La Corte d'Appello ha negato il rimborso, non ravvisando un collegamento tra i reati contestati e le funzioni pubbliche. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema del rimborso spese legali, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione chiarificatrice.
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Protezione speciale: UNILAV basta per l’integrazione
Un cittadino del Ghana si è visto negare la protezione speciale perché il Tribunale riteneva insufficiente la prova della sua integrazione in Italia. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che le comunicazioni di assunzione (UNILAV), anche per lavori a termine, e un contratto di locazione sono prove sufficienti dello sforzo di integrazione, non potendo il giudice ignorarle o ritenerle irrilevanti solo per la mancanza di buste paga.
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Provvedimento inesistente: si può impugnare? Cassazione
Una società finanziaria ha impugnato la decisione di un Tribunale che aveva dichiarato inammissibile il suo reclamo. Il reclamo era diretto contro un decreto di un giudice delegato che aveva rigettato una domanda di insinuazione tardiva al passivo fallimentare. La Corte di Cassazione ha stabilito che un provvedimento giudiziario giuridicamente inesistente, come quello emesso dal giudice delegato in violazione delle norme procedurali, può essere contestato attraverso i rimedi specifici previsti dalla legge di riferimento, in questo caso il reclamo fallimentare. La Corte ha quindi annullato la decisione del Tribunale, affermando che il rimedio utilizzato era corretto per far dichiarare il provvedimento inesistente.
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Provvedimento abnorme: quale rimedio impugnatorio?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società creditrice, stabilendo che un provvedimento abnorme del giudice delegato, che dichiara inammissibile una domanda di insinuazione tardiva in un fallimento, deve essere contestato tramite reclamo al tribunale fallimentare e non con appello. L'errata scelta del mezzo di impugnazione ne determina l'inammissibilità, confermando che anche un atto legalmente inesistente deve essere contestato seguendo le procedure specifiche previste dalla legge.
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Giurisdizione materia amministrativa: multa e giudice
Una cittadina svizzera contesta una multa stradale ricevuta in Italia, eccependo il difetto di giurisdizione del giudice italiano. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione in materia amministrativa del giudice italiano, poiché la riscossione di una sanzione derivante dall'esercizio di un potere pubblico esula dal campo di applicazione della Convenzione di Lugano. La competenza si determina quindi secondo la legge nazionale, ovvero nel luogo dove è stata commessa l'infrazione.
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Compenso funzionario: riduzione legittima se non c’è contratto
Un funzionario onorario si oppone alla riduzione del suo compenso disposta da una legge regionale. La Cassazione respinge il ricorso, specificando che, in assenza di un rapporto contrattuale e sinallagmatico, la natura indennitaria del compenso del funzionario permette al legislatore di ridurlo per esigenze di contenimento della spesa pubblica. La questione di legittimità costituzionale viene ritenuta inammissibile e infondata.
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Contrattazione collettiva: l’ultra-attività degli accordi
Una lavoratrice di un ente di riscossione ha ottenuto il riconoscimento di un elemento retributivo previsto dal CCNL bancario, grazie all'applicazione di un accordo aziendale che legava i due trattamenti economici. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'ente, confermando la decisione dei giudici di merito. La sentenza sottolinea l'importanza dei requisiti formali del ricorso e il principio dell'ultra-attività nella contrattazione collettiva, secondo cui un accordo può continuare a produrre effetti se così stabilito da patti successivi.
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Rimborso spese legali: il diritto del funzionario
Un ex funzionario pubblico, assolto in un giudizio di responsabilità erariale, ha citato in giudizio l'Amministrazione per ottenere il rimborso delle spese legali sostenute. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito due principi fondamentali: il diritto al rimborso spese legali si estende anche alla fase istruttoria, se l'assistenza legale era concretamente necessaria, e la liquidazione non può scendere al di sotto dei minimi tariffari inderogabili all'epoca vigenti.
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CTU discrezionale: no se la prova è già solida
La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito di negare una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) per determinare i confini di un'area demaniale. La richiesta è stata respinta perché le prove esistenti, incluse testimonianze e verbali, erano già state ritenute sufficienti e convincenti. La sentenza ribadisce la natura di CTU discrezionale, sottolineando che il suo diniego non necessita di motivazione esplicita se la sufficienza delle altre prove emerge dal contesto generale della decisione. Viene inoltre applicato il principio della "doppia conforme", che limita l'impugnazione per vizi di motivazione in Cassazione.
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Ordinanza interlocutoria: il rinvio della Cassazione
La Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un ricorso. La causa è la mancanza agli atti della prova di comunicazione dell'ordinanza di appello, documento essenziale per procedere. La Corte ha quindi disposto l'acquisizione d'ufficio dell'atto mancante e rinviato la causa a nuovo ruolo.
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