La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14917/2024, ha stabilito che lo scorrimento delle graduatorie nel pubblico impiego non costituisce un diritto soggettivo per i candidati idonei. Il caso riguardava due dipendenti pubblici risultati idonei in una procedura di progressione verticale, i quali chiedevano l'assunzione tramite scorrimento. La Corte ha accolto il ricorso dell'Amministrazione, affermando che la sopravvenuta normativa (D.Lgs. 150/2009), che impone il concorso pubblico per tali progressioni, prevale e impedisce l'utilizzo di graduatorie derivanti da procedure interamente interne, anche se bandite in precedenza.
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