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Giurisprudenza Civile

Onere della prova: Cassazione su restituzione somme
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso degli eredi di un lavoratore, condannati a restituire una somma percepita dal loro dante causa. La Corte ribadisce che la valutazione circa l'assolvimento dell'onere della prova, basata anche su presunzioni, è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere oggetto di una nuova valutazione in sede di legittimità, a meno che non si denunci un'errata assegnazione di tale onere.
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Gestione Separata: obblighi per avvocati e sanzioni
La Corte di Cassazione ha stabilito che un avvocato iscritto all'albo è tenuto all'iscrizione alla Gestione Separata previdenziale, anche con redditi inferiori a 5.000 euro, poiché l'iscrizione all'albo presume l'abitualità dell'esercizio professionale. Tuttavia, la Corte ha annullato le sanzioni per la mancata iscrizione relativa a periodi antecedenti a un chiarimento normativo, in virtù di una sentenza della Corte Costituzionale che ha tutelato il legittimo affidamento del professionista.
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Recesso per giusta causa agente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma la legittimità del recesso per giusta causa agente di commercio a fronte del mancato pagamento di provvigioni e, soprattutto, dei contributi previdenziali da parte della società preponente. L'ordinanza chiarisce che anche un singolo inadempimento, se inserito in un contesto più ampio di mancanze, può minare il rapporto fiduciario e giustificare la risoluzione immediata del contratto.
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Calcolo TFR: indennità estero, la Cassazione decide
La Corte di Cassazione interviene sul caso di un ex dipendente di banca riguardo al calcolo TFR per il periodo di lavoro svolto all'estero. La Corte cassa con rinvio la sentenza di secondo grado, accogliendo un motivo di ricorso della banca per difetto di motivazione e un motivo del lavoratore sull'inclusione del 'contributo alloggio' nella base di calcolo TFR. Viene ribadita la distinzione tra base imponibile fiscale e previdenziale per i redditi esteri.
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Inquadramento superiore: quando è negato al lavoratore
Un lavoratore del settore ferroviario, inquadrato nel livello C, ha richiesto il riconoscimento dell'inquadramento superiore (livello B) sostenendo che le sue mansioni di 'traghettatore' fossero equivalenti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, respingendo il ricorso. La motivazione principale si fonda sulla netta differenza di responsabilità tra le mansioni svolte dal lavoratore (movimentazione di convogli vuoti in ambito locale) e quelle previste per il livello superiore, che implicano la conduzione di treni con passeggeri o merci sull'intera rete nazionale. L'assenza di un grado di responsabilità più elevato è stata determinante per negare l'inquadramento superiore.
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Lavoro subordinato: la prova della subordinazione
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che negava la qualificazione di un rapporto di lavoro subordinato per una gestrice di un'attività turistica. In assenza di prove concrete sull'esercizio del potere direttivo e di controllo da parte del titolare, come orari fissi o direttive specifiche, il rapporto è stato considerato di collaborazione autonoma. La Suprema Corte ribadisce che la valutazione dei fatti spetta ai giudici di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se la motivazione è adeguata.
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Tempo di viaggio: quando è orario di lavoro retribuito
La Cassazione stabilisce che il tempo di viaggio dei tecnici dal deposito aziendale al primo cliente rientra nell'orario di lavoro retribuito. Una clausola contrattuale che introduce una franchigia non retribuita è nulla e il giudice deve quantificare il dovuto anche se la prova dell'esatto ammontare non è fornita dal lavoratore.
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Prescrizione ratei pensione: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16768/2024, ha chiarito le regole di applicazione della prescrizione ratei pensione in caso di cambio normativo. Il caso riguardava la richiesta di arretrati di una pensione di reversibilità, dove si scontravano il vecchio termine decennale e il nuovo termine quinquennale introdotto nel 2011. La Corte ha stabilito che la Corte d'Appello ha errato nel non applicare correttamente l'art. 252 disp. att. c.p.c., il quale prevede che il nuovo termine più breve decorre dall'entrata in vigore della nuova legge, ma senza superare la durata complessiva del termine precedente. La sentenza è stata cassata con rinvio.
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Mansioni superiori: la Cassazione fa chiarezza
Un autista soccorritore di un ente pubblico ha rivendicato le differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 16766/2024, ha accolto il ricorso, cassando la decisione del Tribunale. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra la domanda di superiore inquadramento (preclusa nel pubblico impiego) e quella per il pagamento delle differenze retributive per le mansioni superiori effettivamente svolte, che invece è un diritto del lavoratore. La causa è stata rinviata al Tribunale per una nuova valutazione basata sul cosiddetto "giudizio trifasico".
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Atto di appello: i requisiti di ammissibilità
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di inammissibilità di un atto di appello in una causa di lavoro. La Corte ha chiarito che, per essere valido, l'atto di appello non richiede formule sacramentali o un 'progetto alternativo di sentenza', ma deve individuare chiaramente le parti della sentenza contestate e fornire specifiche argomentazioni critiche, senza essere una mera ripetizione delle difese di primo grado. La valutazione della Corte d'Appello, che aveva ritenuto l'atto confuso e generico, è stata giudicata non coerente con i principi di diritto.
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Atto di appello: i requisiti di ammissibilità
Un lavoratore si è visto dichiarare inammissibile l'appello per presunti vizi formali. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo i requisiti di ammissibilità dell'atto di appello. La Suprema Corte ha specificato che non sono richieste formule sacramentali, ma è essenziale individuare chiaramente i punti contestati della sentenza di primo grado e fornire argomentazioni specifiche per confutarli, garantendo così il diritto di difesa.
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Ripetibilità somme indebite: l’errore palese nel calcolo
La Corte di Cassazione ha stabilito che la ripetibilità somme indebite versate a titolo di pensione è legittima quando l'errore di calcolo è palese e riconoscibile. In questo caso, la clamorosa discrepanza tra l'ultima retribuzione e l'importo della pensione escludeva la buona fede del pensionato, il quale aveva omesso di segnalare l'anomalia, approfittando dell'errore. La Corte ha quindi rigettato il ricorso del pensionato, confermando l'obbligo di restituzione.
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Delibera condominiale nulla: quando è impugnabile?
La Corte di Cassazione chiarisce i confini tra delibera condominiale nulla e annullabile. Una società ha impugnato una delibera che ripartiva i costi per il rifacimento di un solaio e delle strutture portanti di una cantina, applicando erroneamente i criteri di legge. La Corte ha stabilito che la delibera è nulla, e quindi impugnabile senza limiti di tempo, perché l'assemblea ha agito al di fuori delle proprie attribuzioni, decidendo su materie non di sua competenza come la ripartizione delle spese per strutture portanti comuni secondo criteri errati e l'accertamento di responsabilità per danni.
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Interruzione prescrizione raccomandata: la Cassazione
Un ente previdenziale ha richiesto la restituzione di indennità di disoccupazione non dovute. Il debitore sosteneva la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha affermato che per l'interruzione prescrizione raccomandata è sufficiente la prova della spedizione per far scattare la presunzione di conoscenza in capo al destinatario. Spetta a quest'ultimo dimostrare di non aver potuto ricevere l'atto senza sua colpa. La sentenza è stata annullata con rinvio.
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Commissioni conti obbligatori: la Cassazione decide
Un ente pubblico di riscossione ha contestato le commissioni applicate da un operatore postale nazionale sui conti correnti, la cui apertura è imposta per legge per la raccolta di un tributo comunale sugli immobili. L'ente sosteneva l'illegittimità delle commissioni per vari motivi, tra cui una presunta rinuncia e il contrasto con il diritto dell'Unione Europea. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando il diritto dell'operatore postale di applicare le **commissioni su conti correnti obbligatori**, previa adeguata comunicazione. Ha inoltre chiarito che l'eventuale squilibrio economico che ne deriva deve essere risolto tramite la rinegoziazione del contratto di concessione tra l'ente di riscossione e l'ente locale impositore.
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Prescrizione responsabilità solidale: vale per tutti
A seguito di un incidente mortale in un condominio, la Cassazione ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione e responsabilità solidale. La Corte ha stabilito che l'atto di costituzione di parte civile nel processo penale a carico di un solo coobbligato (l'amministratore) interrompe la prescrizione anche per gli altri responsabili (i condomini), in virtù del vincolo di solidarietà che li lega a causa dell'unico fatto dannoso.
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Responsabilità intermediario: il caso del danno negato
Un'azienda di abbigliamento ha citato in giudizio il proprio intermediario assicurativo a seguito del diniego di indennizzo da parte della compagnia. La Corte di Cassazione ha analizzato la responsabilità dell'intermediario assicurativo per non aver garantito una corretta informativa alla compagnia, affrontando anche questioni procedurali sulla validità di una CTU contabile e sul corretto calcolo del risarcimento del danno, che deve tenere conto del premio maggiorato che l'assicurato avrebbe dovuto pagare.
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Qualificazione del contratto: appalto o opera?
Una società committente si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di prestazioni di progettazione, lamentando una errata qualificazione del contratto come prestazione d'opera anziché appalto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la distinzione è una valutazione di fatto riservata ai giudici di merito e che anche una società di capitali può svolgere prestazioni intellettuali. L'appello è stato considerato un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo esame dei fatti.
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Vizi strutturali appalto: la responsabilità del costruttore
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un costruttore per vizi strutturali nella realizzazione di un tetto. L'ordinanza chiarisce che il richiamo alla consulenza tecnica d'ufficio (CTU) costituisce motivazione sufficiente e che la richiesta di risarcimento per difetti gravi, avanzata sin dal primo grado, non costituisce una domanda nuova in appello. L'analisi si concentra sulla distinzione tra vizi strutturali e variazioni progettuali, confermando la responsabilità dell'appaltatore per i primi.
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Interpretazione contratto appalto: la Cassazione decide
Una società appaltatrice ricorre in Cassazione dopo la condanna al pagamento di una penale per ritardo nella consegna di lavori di ristrutturazione. La Corte rigetta il ricorso, confermando la corretta interpretazione del contratto d'appalto da parte dei giudici di merito, che avevano ritenuto valide le scadenze separate per le diverse aree del cantiere. Viene inoltre stabilito che le variazioni richieste dal committente non erano abbastanza significative da annullare la penale.
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