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Giurisprudenza Civile

Compensazione spese legali: no se ingiustificata
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20630/2024, ha stabilito che la compensazione spese legali è illegittima se applicata senza congrua motivazione nei confronti del litisconsorte necessario. Nel caso specifico, l'aggiudicatario di un immobile in una procedura esecutiva, coinvolto suo malgrado nel giudizio di appello, ha ottenuto l'annullamento della decisione che compensava le spese. La Suprema Corte ha riaffermato che, in base al principio di causalità, i costi del processo devono gravare su chi ha dato origine alla controversia.
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Azione Revocatoria: credito litigioso è sufficiente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20629/2024, ha confermato che per l'esercizio dell'azione revocatoria è sufficiente un credito anche solo potenziale o litigioso. Nel caso esaminato, una ex amministratrice di una banca aveva conferito le sue partecipazioni societarie in nuove società familiari. La banca, pur avendo solo un potenziale credito risarcitorio nei suoi confronti, ha agito con successo in revocatoria. La Corte ha ribadito che non è necessaria la certezza, liquidità ed esigibilità del credito, bastando una ragionevole aspettativa, e ha negato la necessità di sospendere il giudizio in attesa dell'accertamento del credito stesso.
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Contratto preliminare inadempimento: caparra e termini
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20625/2024, ha stabilito che la mancata consegna della certificazione di conformità urbanistica entro il termine pattuito per il rogito costituisce un grave contratto preliminare inadempimento. Tale mancanza legittima il promissario acquirente a recedere dal contratto e a richiedere la restituzione del doppio della caparra versata. La Corte ha chiarito che le normative speciali sulla destinazione d'uso non eliminano la necessità dell'atto amministrativo formale che attesti la piena regolarità dell'immobile, confermando la decisione dei giudici di merito.
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Danno da immissioni: risarcimento senza danno biologico
Dei cittadini hanno citato in giudizio un'azienda per le intollerabili emissioni maleodoranti provenienti dal suo impianto di compostaggio. La Corte d'Appello aveva negato il risarcimento, ritenendo non provato un danno alla salute. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il **danno da immissioni** è risarcibile anche quando lede il diritto al normale svolgimento della vita familiare e alla piena esplicazione delle abitudini quotidiane, senza la necessità di un danno biologico documentato. La prova di tale pregiudizio può essere fornita anche tramite presunzioni. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Indennizzo statale: No se il reato non è provato
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei genitori di un giovane trovato morto, che chiedevano un indennizzo statale basato sulla Direttiva 2004/80/CE. La richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio perché mancava il presupposto fondamentale: l'accertamento di un 'reato intenzionale violento', dato che il procedimento penale era stato archiviato per infondatezza della notizia di reato. La Cassazione ha confermato l'inammissibilità, sottolineando anche che la direttiva non era applicabile ai fatti, avvenuti nel 2003.
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Compenso avvocato subentrante: divisione delle spese
Analisi di un'ordinanza della Cassazione sul compenso dell'avvocato subentrante. La Corte chiarisce che il legale che incassa l'intera somma delle spese liquidate in sentenza deve versare la quota spettante al collega precedente per l'attività svolta, anche se non c'è un rapporto diretto.
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Subappalto trasporto: chi paga il sub-vettore?
Una società di trasporti, agendo come sub-vettore, ha consegnato della merce ma il destinatario finale si è rifiutato di pagare, avendo già saldato il corrispettivo al vettore principale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del sub-vettore, chiarendo che nel subappalto trasporto, chi esegue materialmente la consegna non può pretendere il pagamento dal destinatario, con cui non ha un legame contrattuale. L'accettazione della merce non crea un'obbligazione diretta verso il sub-vettore.
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Diritto buono pasto: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un'azienda sanitaria contro la sentenza che riconosceva il diritto buono pasto a un infermiere per i turni notturni. La decisione sottolinea l'importanza del rispetto dei requisiti formali e del principio di specificità nell'atto di ricorso, rendendo definitiva la decisione di merito favorevole al lavoratore.
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Effetto interruttivo permanente: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'effetto interruttivo permanente della prescrizione, generato dall'intervento in una procedura esecutiva, non viene meno per il creditore intervenuto se la procedura si estingue solo parzialmente per mancata rinnovazione della trascrizione del pignoramento su alcuni beni, un'incombenza non a suo carico. Anche se il creditore rimane insoddisfatto, il suo diritto di agire non si prescrive, poiché l'interruzione permanente perdura finché la procedura, anche se solo su una parte dei beni, giunge a una conclusione non imputabile a inerzia del creditore stesso.
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Decreti ministeriali usura: obbligo del giudice
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per usura, ma la sua richiesta è stata respinta nei primi due gradi di giudizio perché non aveva prodotto i decreti ministeriali che stabiliscono i tassi soglia. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che i decreti ministeriali usura sono fonti normative che il giudice deve conoscere e applicare d'ufficio, in base al principio 'iura novit curia'. Pertanto, l'onere della prova non ricade sulla parte che denuncia l'usura.
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Onere della prova e delibera non prodotta in giudizio
La Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione dell'onere della prova in un caso tra un laboratorio di analisi e una ASL. Sebbene una delibera amministrativa impeditiva del pagamento non fosse stata prodotta in giudizio, la sua esistenza e il suo contenuto, non essendo stati contestati, sono stati ritenuti provati. La Corte ha stabilito che spettava al laboratorio, che ne chiedeva la disapplicazione, produrre il documento per dimostrare che fosse una mera reiterazione di un atto precedente annullato. In assenza di tale prova, il ricorso è stato respinto.
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Istanza di ricusazione: non sospende il processo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20607/2024, ha stabilito che la mera presentazione di un'istanza di ricusazione non comporta la sospensione automatica del processo. Il caso nasce dall'opposizione a un decreto ingiuntivo, nel cui ambito il debitore aveva ricusato il giudice. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che il giudice adito deve prima valutare l'ammissibilità dell'istanza per prevenire abusi processuali. Il ricorso è stato quindi giudicato un tentativo dilatorio, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese e a un risarcimento per lite temeraria.
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Buono pasto turno notturno: diritto confermato
Un'azienda sanitaria ha contestato la decisione di concedere il buono pasto ai suoi infermieri per i turni notturni superiori alle sei ore. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il diritto al buono pasto per turno notturno è intrinsecamente legato al superamento del limite di sei ore di lavoro giornaliero, che fa scattare il diritto a una pausa. Questo beneficio, di natura assistenziale e non retributiva, spetta a prescindere dall'orario (diurno o notturno) in cui viene svolta la prestazione lavorativa.
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Concordato Preventivo Appalti: Pagamenti Sospesi
Analisi dell'ordinanza della Cassazione sul tema del concordato preventivo appalti. La Corte ha stabilito che la stazione appaltante può legittimamente sospendere i pagamenti all'appaltatore in concordato se questo non fornisce prova di aver pagato i subappaltatori, come previsto dalla normativa sui contratti pubblici. Il meccanismo di sospensione, a differenza del fallimento, resta compatibile con la procedura di concordato.
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Buono pasto turno notturno: diritto anche senza CCNL
Un infermiere ha rivendicato il diritto ai buoni pasto per i turni notturni svolti tra il 2002 e il 2008. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello a favore del lavoratore, dichiarando inammissibile il ricorso dell'Azienda Sanitaria. La sentenza sottolinea che il diritto al buono pasto turno notturno non deriva solo dalla durata dell'orario, ma dalla sua specifica articolazione che impedisce di consumare il pasto a casa.
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Nullità delibera condominiale: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20601/2024, ha chiarito un punto fondamentale in materia di nullità della delibera condominiale. Un nuovo proprietario si era opposto a un decreto ingiuntivo per spese condominiali maturate prima del suo acquisto. Mentre i giudici di merito avevano considerato la delibera nulla, la Suprema Corte ha stabilito che un'errata ripartizione delle spese costituisce un vizio di annullabilità, non di nullità. Di conseguenza, la delibera doveva essere impugnata nel termine di 30 giorni, cosa non avvenuta. La Corte ha inoltre precisato che la contestazione della validità della delibera, in sede di opposizione a decreto ingiuntivo, va sollevata nell'atto introduttivo.
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Onere della prova lavoro: ricorso inammissibile
Un lavoratore ha fatto ricorso in Cassazione dopo che i giudici di merito avevano respinto le sue richieste di differenze retributive, straordinari e TFR. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la centralità dell'onere della prova lavoro. La decisione si fonda sul principio della "ragione più liquida", per cui il rigetto nel merito per mancanza di prove assorbe le questioni preliminari, e sulla genericità delle censure mosse dal ricorrente, che non hanno scalfito le valutazioni dei giudici precedenti.
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Risarcimento contratti a termine: sì ai danni nel pubblico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero dell'Istruzione, confermando il diritto al risarcimento per l'abuso di contratti a termine a due docenti. La Suprema Corte ha ribadito che, sebbene nel pubblico impiego sia vietata la conversione del rapporto in tempo indeterminato, l'illegittima reiterazione dei contratti a termine dà comunque diritto a un'indennità risarcitoria per il lavoratore.
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Buono pasto notturno: diritto se il turno è lungo
La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto al buono pasto notturno sussiste per i dipendenti del comparto sanità il cui turno di lavoro superi le sei ore. La 'particolare articolazione dell'orario' che fonda il diritto non è legata a fasce orarie specifiche, ma alla necessità di una pausa. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che negava il buono pasto a un'infermiera per i turni notturni.
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Accordo transattivo: come estingue il processo
Una controversia tra un'usufruttuaria e un condominio riguardo al pagamento di spese straordinarie giunge in Cassazione. Le parti, tuttavia, stipulano un accordo transattivo, portando la Corte a dichiarare la cessazione della materia del contendere. Questa decisione priva di efficacia la sentenza d'appello precedentemente emessa, risolvendo definitivamente la lite attraverso la volontà negoziale delle parti stesse.
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