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Giurisprudenza Civile

Giudicato decreto ingiuntivo: blocca nuove azioni?
Un ex amministratore di condominio, forte di un decreto ingiuntivo passato in giudicato per il rimborso di somme anticipate, si è opposto a una successiva richiesta del condominio di restituire un presunto avanzo di cassa. La Corte di Cassazione ha dato ragione all'amministratore, stabilendo che il giudicato decreto ingiuntivo copre l'intero rapporto di dare e avere, precludendo azioni successive basate sugli stessi fatti contabili, poiché le due pretese sono legalmente incompatibili.
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Compenso avvocati pubblici: il CCNL prevale sempre
La Corte di Cassazione, con la sentenza 21520/2024, ha negato il diritto al compenso professionale a tre avvocati dipendenti di un'azienda ospedaliera per le cause con spese compensate. La Corte ha stabilito la prevalenza del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) sugli accordi individuali. Poiché il CCNL di settore prevedeva il pagamento degli onorari solo in caso di recupero delle spese dalla controparte, le clausole dei contratti individuali che estendevano tale diritto anche ai casi di compensazione sono state dichiarate nulle. Questa decisione riafferma il principio di inderogabilità della contrattazione collettiva nel pubblico impiego per quanto riguarda il compenso avvocati pubblici.
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Contratto a progetto: quando è nullo e si converte?
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto a progetto per mancanza di un progetto specifico, che di fatto coincideva con l'attività ordinaria dell'azienda. La Corte ha ribadito che tale vizio comporta la conversione del rapporto in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato sin dall'inizio. È stato inoltre confermato il corretto inquadramento del lavoratore a un livello superiore sulla base delle mansioni specialistiche effettivamente svolte, a prescindere dall'assenza di compiti direttivi.
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Ricostruzione di carriera: sì al servizio integrale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21518/2024, ha rigettato il ricorso del Ministero, confermando il diritto di una docente alla piena valutazione del servizio pre-ruolo ai fini della ricostruzione di carriera. La Corte ha ribadito che la normativa nazionale (art. 485, D.Lgs. 297/1994) va disapplicata se crea una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, in violazione del diritto europeo.
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Responsabilità della banca per illeciti del dipendente
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un istituto di credito a risarcire un cliente per oltre un milione di euro, a causa di operazioni fraudolente compiute da un proprio dipendente. L'ordinanza ribadisce la piena responsabilità della banca quando l'illecito del dipendente è reso possibile dalle mansioni a lui affidate (nesso di occasionalità necessaria). La Corte ha inoltre chiarito che la pendenza di un giudizio su una querela di falso non obbliga alla sospensione del processo principale, essendo una facoltà del giudice.
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IVA agevolata auto: obblighi e risoluzione contratto
Un acquirente cita in giudizio un concessionario per la risoluzione del contratto, lamentando la mancata rottamazione del suo vecchio veicolo, necessaria per l'applicazione dell'IVA agevolata acquisto auto. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'obbligo di rottamazione non ricade automaticamente sul venditore, a meno che non sia specificamente pattuito. Inoltre, ha chiarito che un tale inadempimento non sarebbe comunque abbastanza grave da giustificare la risoluzione del contratto, potendo al massimo dar luogo a un risarcimento del danno.
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Collegamento negoziale: nullità a cascata dei contratti
La Corte di Cassazione conferma la nullità di un contratto di vendita immobiliare in quanto strettamente collegato a un precedente atto di divisione, a sua volta dichiarato nullo. L'ordinanza chiarisce che quando due negozi giuridici sono uniti da un nesso funzionale, l'invalidità del primo si estende inevitabilmente al secondo. Nel caso di specie, la vendita non avrebbe potuto esistere senza la divisione che ne costituiva il presupposto logico e giuridico, determinando un effetto a cascata. La Corte ha ritenuto che la valutazione del giudice di merito sul collegamento negoziale, se ben motivata, è insindacabile in sede di legittimità.
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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio
Una lunga controversia su diritti di servitù e proprietà di un terrazzo, giunta fino in Cassazione dopo vari gradi di giudizio, si conclude con la rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti. La Corte Suprema, prendendo atto dell'accettazione della controparte, dichiara l'estinzione del giudizio senza pronunciarsi sulle spese, come previsto dal codice di procedura civile.
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Patrocinio a spese dello Stato: spese legali allo Stato
La Corte di Cassazione corregge un'ordinanza per errore materiale. Una parte ammessa al patrocinio a spese dello Stato aveva ottenuto la condanna della controparte al pagamento delle spese legali. L'ordinanza originale le liquidava a suo favore, ma la Corte chiarisce che, per legge, le spese devono essere versate direttamente allo Stato. L'errore viene quindi corretto d'ufficio.
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Divisione ereditaria: le regole processuali vincenti
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di divisione ereditaria in cui un erede contestava sia le modalità procedurali della decisione d'appello sia la ripartizione delle quote. La Corte ha respinto il ricorso, sottolineando che la scelta del rito processuale è discrezionale del giudice e che l'ordinanza che stabilisce le quote, se non impugnata, diventa vincolante, precludendo successive contestazioni sulla loro formazione. Anche la valutazione sulla comoda divisibilità di un immobile è stata ritenuta un giudizio di fatto, non sindacabile in sede di legittimità.
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Responsabilità amministratori non esecutivi: la Cassazione
Un ex amministratore di un istituto di credito contesta una pesante sanzione irrogata dall'Autorità di Vigilanza per carenze gestionali. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, consolidando il principio della responsabilità amministratori non esecutivi. Secondo la Corte, anche in assenza di deleghe specifiche, questi soggetti hanno un dovere attivo di informazione e monitoraggio sulla gestione aziendale. L'ordinanza sottolinea che spetta all'amministratore dimostrare di aver agito con diligenza, e non all'autorità provare la sua colpa.
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Legittimazione amministratore condominio: il caso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21506/2024, ha stabilito la piena legittimazione dell'amministratore di condominio ad agire in giudizio per la tutela di una servitù di passaggio, anche senza un mandato unanime di tutti i condomini. Il caso riguardava una disputa tra condomini per un diritto di passaggio. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva negato l'esistenza della servitù per omesso esame di un documento decisivo (l'atto di lottizzazione originario), confermando invece la piena legittimazione amministratore condominio per tali azioni.
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Motivazione apparente: servitù di passaggio annullata
Un proprietario terriero contesta l'esistenza di una servitù di passaggio a favore dei vicini. La Corte d'Appello riconosce il diritto dei vicini, ma con un ragionamento confuso e contraddittorio, mescolando usucapione, accordi contrattuali e destinazione del padre di famiglia. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione a causa di una motivazione apparente, ritenendo impossibile comprendere l'iter logico-giuridico seguito dai giudici di secondo grado e rinviando il caso per un nuovo esame.
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Buono pasto turno notturno: sì dalla Cassazione
Un'infermiera ha ottenuto il riconoscimento del diritto al buono pasto per i turni notturni svolti tra il 2001 e il 2008. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto al buono pasto turno notturno sorge quando l'orario di lavoro supera le sei ore, poiché ciò genera la necessità di una pausa per il recupero psicofisico, indipendentemente dalla fascia oraria. La "particolare articolazione dell'orario" prevista dal CCNL Sanità va interpretata in relazione alla durata della prestazione e non a specifici orari di pranzo o cena.
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Illecito permanente: quando scatta il termine CONSOB?
La Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di illecito permanente come le carenze in materia di antiriciclaggio, il termine di 180 giorni per la contestazione da parte dell'Autorità di vigilanza non decorre dalla prima acquisizione di documenti, ma dalla cessazione della condotta illecita. La sentenza ribalta una decisione della Corte d'Appello, che aveva annullato una sanzione per tardività, sottolineando che la natura continuativa della violazione sposta in avanti il momento dell'accertamento definitivo.
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Competenza Demanio Idrico: quando decide il Tribunale?
Una società ha rivendicato l'usucapione di un'area appartenente al demanio idrico, sostenendo che avesse perso la sua funzione pubblica. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere non è del giudice ordinario, ma del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche, poiché la controversia richiede un accertamento tecnico sulla natura demaniale del bene. La decisione chiarisce il riparto di giurisdizione in materia di competenza demanio idrico.
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Detrazione IVA immobili: le regole della Cassazione
Una società si vede negare la detrazione IVA immobili su quattro acquisti. La Cassazione interviene, rigettando il ricorso principale della società e accogliendo parzialmente quello dell'Agenzia delle Entrate. L'ordinanza chiarisce la differenza tra beni strumentali (esenti IVA) e beni in costruzione (soggetti a IVA), e sottolinea l'errore del giudice di merito che non ha valutato la contestata inesistenza di una delle operazioni.
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Correzione errore materiale: l’intervento della Corte
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 21493/2024, ha disposto la correzione errore materiale di un suo precedente provvedimento. L'errore consisteva nell'errata indicazione del cognome di una delle parti. La Corte ha accolto l'istanza e, esercitando il proprio potere officioso, ha ordinato la sostituzione del cognome errato con quello corretto in tutte le parti dell'ordinanza originaria, senza disporre sulle spese.
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Giurisdizione Giudice Ordinario: il caso del dirigente
Un dipendente pubblico si opponeva alla revoca del suo incarico dirigenziale. La Corte di Cassazione ha chiarito che la giurisdizione del giudice ordinario è competente per tali controversie nel pubblico impiego privatizzato. La Corte ha stabilito che la statuizione sulla giurisdizione del giudice di primo grado, sebbene non specificamente appellata, non era passata in giudicato, poiché l'impugnazione complessiva della sentenza ne implicava la contestazione. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per una nuova valutazione nel merito.
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Prescrizione contratto preliminare: decorrenza e obblighi
La Corte di Cassazione chiarisce la decorrenza della prescrizione del contratto preliminare. La mancata consegna di documenti da parte del venditore è un'obbligazione, non una condizione sospensiva che posticipa l'inizio del termine decennale per agire in giudizio. La sentenza sottolinea che il promissario acquirente deve attivarsi per tutelare i propri diritti entro dieci anni dalla stipula del preliminare, altrimenti il diritto all'esecuzione specifica del contratto si estingue.
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