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Giurisprudenza Civile

Sanzione conservativa: quando il CCNL salva il posto
La Cassazione conferma l'illegittimità di un licenziamento disciplinare, ritenendo la condotta del lavoratore punibile con una sanzione conservativa prevista dal CCNL. Il dipendente, rappresentante sindacale, era entrato in azienda fuori orario, ma senza violenza o danni. La Corte ha applicato la tutela reintegratoria attenuata basandosi sulle clausole del contratto collettivo.
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Insussistenza del fatto: reintegra e licenziamento
Un supermercato ha licenziato un dipendente per aver prelevato merce scaduta. I tribunali, fino alla Cassazione, hanno dichiarato il licenziamento illegittimo per insussistenza del fatto, poiché il bene non aveva valore economico e la condotta era inoffensiva. La Corte ha confermato la reintegrazione del lavoratore, chiarendo che l'insussistenza del fatto si configura anche quando l'atto, pur accaduto, è privo della necessaria illiceità per giustificare la massima sanzione.
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Legittimazione attiva società consortile: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27694/2024, ha stabilito che la legittimazione attiva a far valere i diritti derivanti da un contratto di appalto pubblico spetta alla società consortile che lo ha materialmente sottoscritto, e non al Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) mai costituito che si era aggiudicato la gara. Il caso riguardava una società consortile, creata da tre imprese dopo l'aggiudicazione, che aveva firmato e gestito il contratto. Quando l'ente pubblico ha risolto il contratto a seguito del fallimento di una delle imprese originarie, le corti di merito avevano negato alla società consortile il diritto di agire in giudizio. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la parte contrattuale è quella che firma l'accordo, conferendo così piena legittimazione attiva alla società consortile.
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Revoca contributo pubblico: i poteri del giudice
Un'associazione sportiva perde un finanziamento per non aver completato un progetto turistico. La Cassazione conferma la legittimità della revoca del contributo pubblico, chiarendo che il giudice civile può valutare ogni forma di inadempimento, non solo quelle indicate nell'atto iniziale di revoca.
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Rinuncia agli interessi: quando è valida in giudizio?
In un caso riguardante la risoluzione di un contratto preliminare, la Cassazione ha chiarito i requisiti per una valida rinuncia agli interessi. Dopo una transazione sul capitale, era sorta una controversia sulla rinuncia agli interessi maturati. La Corte ha stabilito che la rinuncia deve essere inequivocabile e non può essere desunta da espressioni ambigue come "ulteriori interessi", soprattutto se la pretesa viene successivamente confermata in giudizio. La sentenza d'appello, che aveva erroneamente dichiarato la rinuncia, è stata annullata con rinvio.
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Riserve Appalti Pubblici: Inammissibile Ricorso Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società costruttrice in materia di riserve appalti pubblici. La Corte ha stabilito che i motivi del ricorso, pur formalmente presentati come violazioni di legge, costituivano in realtà una richiesta di riesaminare i fatti di causa, compito che non rientra nelle competenze della Suprema Corte. La decisione conferma la risoluzione del contratto d'appalto disposta dalla stazione appaltante e ribadisce i limiti del giudizio di legittimità.
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Onere della prova: chi deve dimostrare l’adempimento?
Una società di ingegneria ha citato in giudizio un ente pubblico per il mancato pagamento di alcuni studi di fattibilità. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, sottolineando che l'onere della prova dell'avvenuto adempimento contrattuale grava su chi richiede il pagamento. Poiché la società non ha mai depositato in giudizio gli studi realizzati, non ha potuto dimostrare il proprio diritto al compenso, rendendo la sua domanda infondata.
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Notifica Telematica Appello: Salva Anche Senza .eml
Un appello era stato dichiarato improcedibile perché la prova della notifica telematica era stata depositata solo in formato PDF anziché con i file originali. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il vizio è sanato se la controparte si costituisce in giudizio senza contestare la conformità dell'atto. La sentenza sottolinea il principio della strumentalità delle forme, secondo cui la sostanza prevale sulla forma se l'atto ha raggiunto il suo scopo. La questione centrale riguarda la corretta prova della notifica telematica appello.
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Indennità di occupazione: come contestare la stima
Un'Amministrazione Provinciale ha impugnato la decisione della Corte d'Appello che liquidava una cospicua indennità di occupazione temporanea in favore di alcuni proprietari terrieri. La stima, basata su una consulenza tecnica, è stata ritenuta eccessiva. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che le critiche alla valutazione del consulente, per essere valide in sede di legittimità, devono essere state sollevate e documentate adeguatamente nel giudizio di merito, non potendo la Cassazione riesaminare i fatti.
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Modifica retroattiva contratto P.A.: Cassazione rinvia
Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un ente regionale per il mancato pagamento di prestazioni mediche. L'ente si è difeso sostenendo di aver legittimamente ridotto con un atto successivo il budget di spesa annuale, rendendo le prestazioni 'extra budget'. La Corte d'Appello ha dato ragione all'ente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di eccezionale importanza, in particolare se sia legittima una modifica retroattiva del contratto da parte della P.A. per servizi già resi. Per questo motivo, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Danno da ritardata notifica: quando è coperto da giudicato
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per danno da ritardata notifica di un decreto di esproprio, stabilendo che la questione era già coperta da giudicato. Le sentenze precedenti avevano già liquidato l'indennità comprensiva di interessi e rivalutazione, assorbendo di fatto ogni pretesa risarcitoria per il ritardo. Pertanto, tentare di riaprire il caso sulla base di un presunto errore di fatto del giudice è stato ritenuto inammissibile.
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Eredità con beneficio di inventario: rimborso coerede
Un coerede, dopo aver accettato l'eredità con beneficio di inventario, paga i debiti ereditari con denaro proprio e agisce per il rimborso nei confronti degli altri coeredi. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, stabilisce che il coerede ha diritto di agire in un autonomo giudizio per l'accertamento del proprio credito, a prescindere dall'insufficienza del patrimonio ereditario. Tale diritto al rimborso sorge dalla surrogazione legale nei diritti dei creditori soddisfatti e non è subordinato alla procedura di liquidazione concorsuale dell'eredità.
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Compenso professionale: quando è dovuto anche senza accordo
Una società nega il compenso professionale a un consulente, sostenendo fosse dovuto solo in caso di transazione. La Cassazione chiarisce che se il contratto lega la parcella all'incasso delle somme, questa è dovuta anche se il risultato è ottenuto tramite una sentenza, confermando la validità della clausola.
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Procura speciale cassazione: inammissibile il ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da una lavoratrice contro la sua ex società datrice di lavoro. Il ricorso era stato sottoscritto personalmente dalla parte, senza l'assistenza di un avvocato abilitato e senza la necessaria procura speciale cassazione. La Corte ha ribadito che la procura speciale è un requisito di ammissibilità non sanabile, che deve preesistere al deposito del ricorso, confermando la rigidità delle norme procedurali per l'accesso al giudizio di legittimità.
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Conguagli regolatori: Cassazione rinvia alle Sezioni Unite
In una disputa tra una società idrica e un utente, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria sospendendo il giudizio. La questione centrale riguarda la legittimità dei conguagli regolatori, ovvero addebiti retroattivi in bolletta. Riconoscendo l'importanza e la complessità della materia, la Corte ha deciso di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite, già investite di un caso analogo, per garantire un'interpretazione uniforme della legge.
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Pubblica udienza: quando la Cassazione rinvia la causa
Una cliente contesta la parcella di un avvocato. Dopo una sconfitta in primo grado e un appello dichiarato inammissibile, il caso arriva in Cassazione. La Suprema Corte, ritenendo complesse le questioni sollevate, non decide subito ma rinvia la causa a una pubblica udienza per un'analisi più approfondita, sospendendo di fatto il giudizio.
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Gestione Separata avvocati: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso di una professionista contro l'ente previdenziale in merito ai contributi per la Gestione Separata avvocati relativi all'anno 2009. La Corte ha rigettato il motivo relativo alla prescrizione e all'abitualità dell'attività, confermando l'obbligo contributivo. Tuttavia, ha accolto il ricorso riguardo le sanzioni, annullandole in applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità delle sanzioni per i periodi anteriori all'entrata in vigore della legge interpretativa del 2011.
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Donazione modale: risoluzione per inadempimento
La Corte di Cassazione conferma la risoluzione di una donazione modale di €185.000 a causa del mancato adempimento, da parte dei donatari, dell'onere di assistenza a vita verso i donanti. La sentenza chiarisce che l'obbligo contrattuale deve essere rispettato secondo le modalità pattuite e che accordi verbali successivi non possono modificare un contratto che richiede la forma scritta. Inoltre, viene ribadita la corretta procedura per eccepire l'incompetenza territoriale del giudice.
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Translatio iudicii: la Cassazione chiarisce il caso
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di trasferimento di un procedimento per incompetenza territoriale (translatio iudicii), la domanda di concordato preventivo già presentata si trasferisce con l'intero fascicolo. Il tribunale dichiarato competente non può quindi dichiarare immediatamente il fallimento, ma deve prima esaminare la domanda di concordato pendente, poiché questa preclude temporaneamente la dichiarazione di fallimento. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio.
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Improcedibilità del ricorso: l’onere della prova
Un caso di scioglimento di comunione ereditaria approda in Cassazione, ma viene fermato da un vizio procedurale. La Suprema Corte dichiara l'improcedibilità del ricorso perché il ricorrente, pur avendo dichiarato la notifica della sentenza d'appello, non ha depositato la relativa prova (relata di notifica). Questa omissione, secondo la Corte, è un errore insanabile che impedisce al giudizio di proseguire, confermando il rigido onere probatorio a carico di chi impugna.
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