LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Cessazione materia del contendere: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da alcuni fideiussori contro una banca. A seguito di un accordo transattivo tra tutte le parti coinvolte, è venuto meno l'interesse a proseguire il giudizio, portando alla cessazione della materia del contendere e alla conseguente chiusura del procedimento senza una decisione nel merito.
Continua »
Liquidazione controllata: danno biologico incluso
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28484/2025, ha stabilito che le somme ricevute a titolo di risarcimento per danno biologico devono essere incluse nell'attivo della liquidazione controllata. La Corte ha rigettato la richiesta di un debitore di escludere tale importo, negando la possibilità di applicare per analogia la norma prevista per la liquidazione giudiziale (art. 146 CCII), che esclude i diritti strettamente personali. La decisione si fonda sulla specificità dell'art. 268 CCII, che elenca tassativamente i beni esclusi dalla liquidazione controllata senza menzionare tale categoria, riflettendo una scelta consapevole del legislatore e non una lacuna normativa.
Continua »
Continenza di cause: sospensione del processo
Una società agricola ha avviato un procedimento per l'affrancazione di un immobile. Il Tribunale ha erroneamente dichiarato la litispendenza, dato che una causa simile era già pendente in appello. La Corte di Cassazione ha corretto la decisione, qualificando la situazione come 'continenza di cause'. Invece di cancellare il nuovo procedimento, ha stabilito che deve essere sospeso ai sensi dell'art. 295 c.p.c., in attesa della definizione del primo, al fine di prevenire giudicati contraddittori.
Continua »
Motivazione apparente: Cassazione annulla sentenza
La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso proposto da un istituto bancario contro una sentenza di Corte d'Appello che confermava la revoca di rimesse per oltre 2,6 milioni di euro. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il primo motivo, relativo alla presunta ignoranza dello stato di insolvenza del debitore, ma ha accolto il secondo. Quest'ultimo denunciava una motivazione apparente da parte del giudice d'appello riguardo all'esistenza di un fido assegni, un fatto decisivo per determinare l'importo revocabile. La Corte ha cassato la sentenza per questo vizio, rinviando il caso per un nuovo esame.
Continua »
Migliorie su immobile altrui: spetta l’indennità?
Un uomo apporta migliorie sull'immobile di proprietà della compagna. La Cassazione nega l'indennità, chiarendo che il convivente non è possessore ma detentore qualificato e non ha quindi diritto al rimborso previsto dall'art. 1150 c.c. per le migliorie su immobile altrui. La sua posizione deriva da un rapporto di natura familiare e non da un potere di fatto sul bene assimilabile alla proprietà.
Continua »
Termine scadente di sabato: la proroga in appello
La Corte di Cassazione ha chiarito che, se il termine per impugnare una sentenza scade di sabato, esso è automaticamente prorogato al primo giorno non festivo successivo. In un caso riguardante un contratto preliminare, la Corte d'Appello aveva dichiarato un appello inammissibile perché la parte non aveva provato la data di comunicazione della sentenza di primo grado. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, anche ipotizzando la data più sfavorevole per l'appellante, il termine scadente di sabato avrebbe comunque beneficiato della proroga legale, rendendo l'appello tempestivo e l'onere della prova irrilevante a tal fine.
Continua »
Eccesso di potere giurisdizionale: limiti Cassazione
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso di una compagnia telefonica contro una sanzione antitrust confermata dal Consiglio di Stato. La sentenza ribadisce che un'errata interpretazione del diritto, anche europeo, non costituisce eccesso di potere giurisdizionale, unico motivo per cui la Cassazione può rivedere le decisioni della giustizia amministrativa, consolidando così la netta separazione tra le giurisdizioni.
Continua »
Giurisdizione canone edilizia residenziale: chi decide?
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie relative alla determinazione del canone di locazione per alloggi di edilizia residenziale pubblica. Anche se l'inquilino chiede la disapplicazione di un regolamento regionale, la natura del rapporto è contrattuale e la lite riguarda un diritto soggettivo di natura patrimoniale, non l'esercizio di un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione. La questione sulla giurisdizione del canone di edilizia residenziale viene così risolta a favore del tribunale civile.
Continua »
Chiamata in garanzia: la notifica in appello è d’obbligo
Una residente cita in giudizio un condominio per i danni subiti a causa di una caduta. Il condominio effettua una chiamata in garanzia nei confronti dell'impresa costruttrice. Dopo il rigetto in primo grado, la danneggiata appella la sentenza notificando l'atto solo al condominio. La Cassazione chiarisce che la chiamata in garanzia determina l'inscindibilità della causa, rendendo obbligatoria la notifica dell'appello anche al terzo garante, pena la nullità del procedimento. La sentenza d'appello è stata quindi cassata con rinvio.
Continua »
Responsabilità avvocato: la scelta strategica errata
La Corte di Cassazione ha affermato la responsabilità dell'avvocato che, per tutelare la quota di legittima di un erede, ha intrapreso un'azione cautelare basandosi su un orientamento giurisprudenziale obsoleto, invece di utilizzare il rimedio corretto e consolidato dell'azione di riduzione. La Corte ha stabilito che ignorare il 'diritto vivente' costituisce colpa professionale, ribaltando la decisione della Corte d'Appello che aveva assolto il legale.
Continua »
Rinuncia al ricorso: conseguenze sulle spese legali
La Corte di Cassazione dichiara estinto un giudizio per regolamento di competenza a seguito della rinuncia al ricorso da parte della ricorrente. Nonostante l'estinzione, la parte che ha rinunciato viene condannata a pagare le spese legali alla controparte, poiché la rinuncia è avvenuta dopo la fissazione dell'udienza. La decisione chiarisce che la tempistica della rinuncia è cruciale per determinare l'addebito delle spese processuali.
Continua »
Cessione del credito: il diritto al risarcimento è escluso
Una società che acquista un credito deteriorato non acquisisce automaticamente il diritto di agire per il risarcimento dei danni contro un terzo, come un notaio, la cui negligenza ha compromesso la garanzia del credito stesso. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito che il diritto al risarcimento nasce da un contratto distinto (quello d'opera professionale con il notaio) e non è un accessorio del credito ceduto. Pertanto, in assenza di una specifica pattuizione, tale diritto rimane in capo al creditore originario. La decisione esplora anche i limiti del giudicato implicito sulla legittimazione ad agire, confermando che tale questione, se non decisa espressamente, può essere riesaminata in appello.
Continua »
Estinzione del processo: rinuncia e spese in Cassazione
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze della rinuncia al ricorso. La controversia, nata per la tutela possessoria di un terreno ad uso civico, si conclude con l'estinzione del processo. La Corte stabilisce che, data l'adesione della controparte alla rinuncia, non si procede alla statuizione sulle spese di lite e viene escluso l'obbligo del doppio contributo unificato.
Continua »
Giurisdizione TFS: il Giudice Amministrativo decide
Un poliziotto in pensione ha richiesto il ricalcolo del suo trattamento di fine servizio (TFS). A seguito di un conflitto tra il Giudice Amministrativo e la Corte dei Conti, la Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione TFS del giudice amministrativo. La decisione si fonda sul principio che il TFS è un diritto patrimoniale legato al rapporto di lavoro in regime di diritto pubblico, e non una questione pensionistica di competenza della Corte dei Conti.
Continua »
Giurisdizione Corte dei conti: pensioni e risarcimento
Un pensionato, ex dipendente pubblico, ha citato in giudizio l'ente previdenziale per il mancato pagamento di ratei pensionistici e per il risarcimento dei danni. L'ente ha sollevato questione di giurisdizione, sostenendo la competenza della Corte dei conti. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha accolto il ricorso, affermando la giurisdizione esclusiva della Corte dei conti su tutte le controversie relative alle pensioni dei dipendenti pubblici, incluse le pretese di adempimento e le domande di risarcimento danni per ritardo o inadempimento.
Continua »
Onere di allegazione: quando è necessario provarlo?
Un lavoratore ha fatto ricorso per ottenere una retribuzione superiore per le mansioni svolte. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa del mancato assolvimento dell'onere di allegazione. Il ricorrente non ha descritto in modo specifico e dettagliato le attività svolte, rendendo impossibile per il giudice valutare la fondatezza della richiesta, anche a fronte di una mancata contestazione esplicita sul titolo della mansione da parte del datore di lavoro.
Continua »
Responsabilità professionale consulente: il nesso causale
Un'impresa ha citato in giudizio la sua società di consulenza per la perdita di sgravi contributivi, causata da una domanda presentata in modo incompleto. Nonostante l'errore iniziale del consulente, la Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito, escludendo la sua responsabilità professionale. La causa diretta del danno è stata individuata nell'omessa risposta del cliente alla richiesta di integrazione dati da parte dell'INPS, un'azione che solo il cliente poteva compiere accedendo al proprio cassetto previdenziale. Questo comportamento ha interrotto il nesso causale tra l'inadempimento del consulente e il danno finale.
Continua »
Mutuo solutorio: quando è valido anche se estingue debiti
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un creditore che contestava la validità di due finanziamenti concessi a una società poi fallita. Il ricorrente sosteneva la nullità dei contratti, ritenendo che fossero un mero artificio per trasformare debiti pregressi non garantiti in crediti ipotecari, senza un'effettiva erogazione di denaro. La Corte ha stabilito che il cosiddetto mutuo solutorio è valido. Il perfezionamento del contratto avviene con l'accredito della somma sul conto corrente del mutuatario, che ne acquisisce così la disponibilità giuridica. L'immediato utilizzo di tale somma per estinguere un debito preesistente con la stessa banca non inficia la validità del mutuo, ma rappresenta un atto dispositivo successivo e distinto.
Continua »
Assorbimento superminimo: la Cassazione fa chiarezza
Un lavoratore, dopo aver ottenuto un inquadramento superiore, ha citato in giudizio l'azienda per il ricalcolo delle differenze retributive, sostenendo la non assorbibilità dei superminimi precedentemente concessi. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, ha ribadito il principio generale secondo cui l'assorbimento del superminimo è la regola in caso di promozione a qualifica superiore, a meno che non esista uno specifico accordo contrario, la cui prova spetta al lavoratore. La Corte ha inoltre negato il diritto alla retribuzione per un periodo di sospensione, poiché la prestazione era diventata impossibile per la scadenza dei titoli abilitativi del dipendente.
Continua »
Compensazione spese legali: quando è illegittima
Un cittadino ha contestato la decisione di un giudice di disporre la compensazione spese legali in appello. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la compensazione è illegittima se basata su una motivazione manifestamente illogica, come il riferimento a un'incertezza giurisprudenziale già superata da tempo. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione delle spese.
Continua »