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Giurisprudenza Civile

Istanza di ricusazione: non sospende il processo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20607/2024, ha stabilito che la mera presentazione di un'istanza di ricusazione non comporta la sospensione automatica del processo. Il caso nasce dall'opposizione a un decreto ingiuntivo, nel cui ambito il debitore aveva ricusato il giudice. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che il giudice adito deve prima valutare l'ammissibilità dell'istanza per prevenire abusi processuali. Il ricorso è stato quindi giudicato un tentativo dilatorio, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese e a un risarcimento per lite temeraria.
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Buono pasto turno notturno: diritto confermato
Un'azienda sanitaria ha contestato la decisione di concedere il buono pasto ai suoi infermieri per i turni notturni superiori alle sei ore. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il diritto al buono pasto per turno notturno è intrinsecamente legato al superamento del limite di sei ore di lavoro giornaliero, che fa scattare il diritto a una pausa. Questo beneficio, di natura assistenziale e non retributiva, spetta a prescindere dall'orario (diurno o notturno) in cui viene svolta la prestazione lavorativa.
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Concordato Preventivo Appalti: Pagamenti Sospesi
Analisi dell'ordinanza della Cassazione sul tema del concordato preventivo appalti. La Corte ha stabilito che la stazione appaltante può legittimamente sospendere i pagamenti all'appaltatore in concordato se questo non fornisce prova di aver pagato i subappaltatori, come previsto dalla normativa sui contratti pubblici. Il meccanismo di sospensione, a differenza del fallimento, resta compatibile con la procedura di concordato.
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Buono pasto turno notturno: diritto anche senza CCNL
Un infermiere ha rivendicato il diritto ai buoni pasto per i turni notturni svolti tra il 2002 e il 2008. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello a favore del lavoratore, dichiarando inammissibile il ricorso dell'Azienda Sanitaria. La sentenza sottolinea che il diritto al buono pasto turno notturno non deriva solo dalla durata dell'orario, ma dalla sua specifica articolazione che impedisce di consumare il pasto a casa.
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Nullità delibera condominiale: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20601/2024, ha chiarito un punto fondamentale in materia di nullità della delibera condominiale. Un nuovo proprietario si era opposto a un decreto ingiuntivo per spese condominiali maturate prima del suo acquisto. Mentre i giudici di merito avevano considerato la delibera nulla, la Suprema Corte ha stabilito che un'errata ripartizione delle spese costituisce un vizio di annullabilità, non di nullità. Di conseguenza, la delibera doveva essere impugnata nel termine di 30 giorni, cosa non avvenuta. La Corte ha inoltre precisato che la contestazione della validità della delibera, in sede di opposizione a decreto ingiuntivo, va sollevata nell'atto introduttivo.
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Onere della prova lavoro: ricorso inammissibile
Un lavoratore ha fatto ricorso in Cassazione dopo che i giudici di merito avevano respinto le sue richieste di differenze retributive, straordinari e TFR. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la centralità dell'onere della prova lavoro. La decisione si fonda sul principio della "ragione più liquida", per cui il rigetto nel merito per mancanza di prove assorbe le questioni preliminari, e sulla genericità delle censure mosse dal ricorrente, che non hanno scalfito le valutazioni dei giudici precedenti.
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Risarcimento contratti a termine: sì ai danni nel pubblico
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero dell'Istruzione, confermando il diritto al risarcimento per l'abuso di contratti a termine a due docenti. La Suprema Corte ha ribadito che, sebbene nel pubblico impiego sia vietata la conversione del rapporto in tempo indeterminato, l'illegittima reiterazione dei contratti a termine dà comunque diritto a un'indennità risarcitoria per il lavoratore.
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Buono pasto notturno: diritto se il turno è lungo
La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto al buono pasto notturno sussiste per i dipendenti del comparto sanità il cui turno di lavoro superi le sei ore. La 'particolare articolazione dell'orario' che fonda il diritto non è legata a fasce orarie specifiche, ma alla necessità di una pausa. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che negava il buono pasto a un'infermiera per i turni notturni.
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Accordo transattivo: come estingue il processo
Una controversia tra un'usufruttuaria e un condominio riguardo al pagamento di spese straordinarie giunge in Cassazione. Le parti, tuttavia, stipulano un accordo transattivo, portando la Corte a dichiarare la cessazione della materia del contendere. Questa decisione priva di efficacia la sentenza d'appello precedentemente emessa, risolvendo definitivamente la lite attraverso la volontà negoziale delle parti stesse.
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Buono pasto turno notturno: il diritto alla mensa vale
Un infermiere ha rivendicato il diritto ai buoni pasto per i turni notturni svolti tra il 2002 e il 2008. Dopo il rigetto nei primi due gradi di giudizio, basato su un accordo aziendale che limitava il beneficio alle ore diurne, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. La Suprema Corte ha stabilito che il diritto al buono pasto per il turno notturno sorge quando l'orario di lavoro supera le sei ore, essendo legato alla pausa obbligatoria, e non può essere limitato da accordi locali in contrasto con il contratto collettivo nazionale.
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Soccombenza reciproca: motivazione obbligatoria
Una società vinceva in appello in una causa per danni da trasporto, ma il giudice compensava le spese legali. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che la soccombenza reciproca deve essere sempre chiaramente motivata, pena la nullità della sentenza. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione sulle spese processuali.
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Risarcimento Danno: limiti al dovere di mitigazione
Una docente, a cui era stata negata l'assunzione in ruolo nel 1991, ha agito per ottenere il risarcimento del danno. La Corte d'Appello aveva limitato il risarcimento, sostenendo che la docente non avesse usato l'ordinaria diligenza per mitigare il danno, non avendo cercato supplenze in province lontane dalla sua residenza. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il dovere di mitigazione del danno non può imporre al danneggiato comportamenti gravosi o che comportino notevoli sacrifici personali e familiari, soprattutto a fronte di risultati incerti. La valutazione della condotta del danneggiato deve essere effettuata 'ex ante', cioè in base alle informazioni disponibili al momento, e non 'ex post', con il senno di poi.
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Errore materiale sentenza: quando non invalida la decisione
Un'associazione di imprese si è opposta a un'ingiunzione di pagamento. L'appello è stato dichiarato inammissibile per tardività. L'associazione ha impugnato la decisione in Cassazione, lamentando un errore materiale sentenza, ovvero la data di deliberazione anteriore a quella dell'udienza finale. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che si presume un semplice errore materiale quando la data di pubblicazione è successiva all'udienza, senza ledere il diritto di difesa.
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Blocco contratti PA: valido per dipendenti privati?
Un gruppo di dipendenti comunali, il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo di diritto privato (CCNL Edili), ha richiesto il riconoscimento di aumenti retributivi. La Corte d'Appello ha respinto la richiesta, applicando il blocco contratti PA in vigore per il pubblico impiego, sostenendo la prevalenza della natura pubblica del datore di lavoro. I lavoratori hanno fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, ritenendo la questione di particolare importanza e non ancora risolta in giurisprudenza, ha emesso un'ordinanza interlocutoria con cui rinvia il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza quindi pronunciarsi sul merito della controversia.
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Blocco contrattazione pubblica: si applica a CCNL privati?
La Corte di Cassazione affronta un caso cruciale riguardante l'applicabilità del blocco contrattazione pubblica a dipendenti di un ente locale assunti con un contratto collettivo del settore privato (CCNL Edilizia). I lavoratori chiedevano l'adeguamento salariale negato dall'ente in virtù delle norme sul contenimento della spesa pubblica. Riconoscendo la novità e la rilevanza della questione, mai affrontata prima in questi termini, la Suprema Corte ha deciso di non pronunciarsi immediatamente, disponendo il rinvio della causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.
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Errore materiale contratto: quando è escluso?
Un ente previdenziale vende degli appartamenti sostenendo, in seguito, che due autorimesse siano state incluse per errore come parti comuni condominiali. I tribunali di primo e secondo grado danno torto all'ente, ritenendo la volontà contrattuale chiara. La Corte di Cassazione conferma la decisione, dichiarando inammissibile il ricorso dell'ente. La Corte stabilisce che non si tratta di un errore materiale contratto, ma di una questione di interpretazione dei fatti, non rivalutabile in sede di legittimità, soprattutto in presenza di una 'doppia conforme'.
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Blocco contrattazione pubblica: vale per i CCNL privati?
La Corte di Cassazione esamina se il blocco della contrattazione pubblica, imposto per il triennio 2010-2012, si estenda anche ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo di diritto privato. Ritenendo la questione di particolare importanza e non ancora risolta, l'ordinanza interlocutoria rinvia la causa a una pubblica udienza per una decisione più approfondita, che sarà assunta con sentenza.
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Dies a quo appello: quando decorre il termine?
Un fideiussore si opponeva a un decreto ingiuntivo, ma la sua opposizione veniva dichiarata improcedibile. L'appello successivo veniva ritenuto tardivo. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che il dies a quo appello per le sentenze emesse ai sensi dell'art. 281 sexies c.p.c. decorre dalla data della pronuncia in udienza, che equivale a pubblicazione, e non dalla successiva data di inserimento nel registro cronologico da parte del cancelliere. L'assenza degli avvocati al momento della lettura è irrilevante.
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Decadenza impugnazione contratto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20579/2024, ha confermato la decadenza dall'impugnazione del contratto per un lavoratore in somministrazione. L'impugnazione tempestiva dell'ultimo contratto non salva dalla decadenza per i contratti precedenti, se non contestati nei termini di legge. La Corte ha stabilito che l'eccezione di decadenza, anche se formulata genericamente citando le norme, è valida se il fatto generatore (il decorso del tempo) è desumibile dagli atti.
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Stabilizzazione precari scuola: esclude i danni?
Una docente, dopo anni di contratti a termine, ha ottenuto la stabilizzazione. Nonostante ciò, ha richiesto un risarcimento per l'abuso subito. La Corte di Cassazione ha stabilito che la stabilizzazione dei precari scuola è di per sé una sanzione adeguata e sufficiente, escludendo quindi il diritto a un ulteriore risarcimento economico, salvo prova di danni specifici. La Corte ha confermato che l'assunzione a tempo indeterminato sana l'illegittimità pregressa.
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