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Giurisprudenza Civile

Onere della prova: la fattura non basta in giudizio

Una società ha agito in giudizio contro un’altra per ottenere il rimborso dei costi di un dipendente che, sebbene formalmente assunto dalla prima, avrebbe lavorato esclusivamente per la seconda. La richiesta, basata principalmente su fatture, è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo che l’attore non ha soddisfatto l’onere della prova, poiché la fattura, se contestata, non è di per sé sufficiente a dimostrare il fondamento del credito.

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Limite ragionevolezza straordinario: la Cassazione decide

Un dipendente con funzioni direttive ha citato in giudizio la sua azienda, un’importante società automobilistica, per ottenere il pagamento del lavoro straordinario svolto in modo continuativo, sostenendo che l’indennità forfettaria percepita fosse inadeguata. La Corte d’Appello aveva respinto la richiesta, ma la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione. È stato stabilito il principio secondo cui, anche per il personale direttivo senza limiti di orario formali, esiste un ‘limite ragionevolezza straordinario’ a tutela della salute. Superato tale limite, al lavoratore spetta un compenso. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Cessione banche venete: chi risponde dei debiti?

Un’azienda aveva citato in giudizio una banca per rapporti di conto corrente e mutuo, chiusi prima della liquidazione coatta dell’istituto. Con la successiva cessione banche venete, il contenzioso è passato alla banca acquirente? La Cassazione ha stabilito che i debiti derivanti da rapporti bancari già estinti al momento della cessione non vengono trasferiti alla banca cessionaria, ma restano in capo alla banca in liquidazione. Pertanto, la banca acquirente non è parte del processo.

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Nullità del contratto: vendita senza permessi edili

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità del contratto di compravendita di un immobile privo delle autorizzazioni urbanistiche. Anche se nel rogito erano menzionate le domande di sanatoria, la mancata allegazione delle stesse, come richiesto dalla legge, ha reso l’atto invalido. Di conseguenza, il credito del venditore per il prezzo residuo è stato ritenuto inesistente nell’ambito del fallimento dell’acquirente. La Corte ha ribadito che la nullità per vizi urbanistici è di tipo ‘testuale’ e non ammette deroghe alle formalità prescritte.

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Contributo di solidarietà: illegittimo se non c'è legge

La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata su una pensione, poiché tale prelievo, essendo una prestazione patrimoniale, è soggetto alla riserva di legge prevista dall’Art. 23 della Costituzione e non può essere introdotto da un regolamento interno. La Corte ha inoltre confermato che il diritto del pensionato alla restituzione delle somme trattenute si prescrive in dieci anni, non in cinque.

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Retribuzione pensionabile: guida alla mobilità

Un lavoratore in mobilità aveva ottenuto la riliquidazione della pensione basata sulla retribuzione dei 12 mesi precedenti. L’Ente Previdenziale ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la base di calcolo per la retribuzione pensionabile deve essere quella utilizzata per l’integrazione salariale straordinaria, che esclude emolumenti non ordinari come gli straordinari. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Gestione separata avvocati: no sanzioni pre-2011

Una professionista legale ha contestato l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per i redditi professionali del 2010. La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo contributivo, respingendo le eccezioni sulla prescrizione. Tuttavia, accogliendo un motivo di ricorso, ha annullato completamente le sanzioni applicate, in linea con una precedente sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto l’incertezza normativa esistente prima del 2011.

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Concordato Fallimentare: Quando è valido l'accordo

La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un concordato fallimentare approvato nonostante l’assenza di una perizia di stima. La Corte ha stabilito che gli accordi privati tra la società proponente e i creditori ipotecari, che accettavano un soddisfacimento parziale, sono legittimi, soprattutto a fronte di un’approvazione unanime della proposta. È stato inoltre respinto il ricorso basato su un presunto abuso del diritto, in quanto la valutazione di convenienza economica del concordato rispetto alla liquidazione è un’analisi di merito non sindacabile in sede di legittimità.

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Termine reclamo stato passivo: la Cassazione decide

L’appello di un professionista contro la sua esclusione da uno stato passivo è stato respinto perché tardivo. La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di 10 giorni per il reclamo sullo stato passivo decorre dalla semplice comunicazione del provvedimento da parte del liquidatore, non da una notifica formale, data la natura semplificata delle procedure di sovraindebitamento.

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Incarico dirigenziale illegittimo: revoca e limiti

Un funzionario, idoneo in una graduatoria scaduta, ottiene un incarico dirigenziale illegittimo basato su una norma poi dichiarata incostituzionale. La Cassazione conferma la legittimità della revoca dell’incarico, in quanto nullo fin dall’origine, e nega il diritto allo scorrimento della graduatoria per via di un precedente giudicato amministrativo.

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Distrazione delle spese: la Cassazione corregge l'errore

La Corte di Cassazione ha corretto un proprio decreto che, nel condannare un Comune al pagamento delle spese legali in un caso di pubblico impiego, aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in favore degli avvocati della parte vittoriosa, nonostante la loro esplicita richiesta. Riconoscendo l’errore come puramente materiale, la Corte ha integrato il provvedimento, assicurando che le somme liquidate vengano pagate direttamente ai difensori che ne avevano fatto istanza.

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Servitù di elettrodotto: indennizzo sempre dovuto

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di costituzione di una servitù di elettrodotto coattiva, l’indennizzo per il proprietario del fondo è sempre dovuto e costituisce un elemento essenziale dell’atto. La Corte ha chiarito che il diritto all’indennizzo non può essere negato solo perché il proprietario non ha riproposto esplicitamente la domanda in appello, in quanto tale richiesta è da considerarsi implicita nella stessa domanda di costituzione della servitù avanzata dalla società elettrica. La sentenza impugnata, che aveva negato l’indennizzo per motivi procedurali, è stata quindi cassata con rinvio.

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Contratto distrattivo: nullità e frode ai creditori

La Corte di Cassazione esamina il caso di un contratto di locazione ritenuto parte di un’operazione di distrazione patrimoniale ai danni di una società poi finita in amministrazione straordinaria. Pur correggendo la motivazione del giudice di merito, la Corte rigetta il ricorso, chiarendo che un contratto distrattivo, se integra il reato di bancarotta fraudolenta, è nullo per violazione di norme imperative. Tuttavia, la decisione si fonda sulla non censurabilità dell’accertamento di fatto del tribunale, che aveva escluso il collegamento funzionale tra il contratto e le precedenti operazioni societarie distrattive.

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Distrazione delle spese legali: errore materiale

La Corte di Cassazione ha corretto un proprio decreto per errore materiale, accogliendo la richiesta di distrazione delle spese legali in favore dei difensori della parte vittoriosa. L’ordinanza chiarisce che l’omessa indicazione della distrazione, se ritualmente richiesta, costituisce un errore da rettificare con l’apposita procedura.

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Responsabilità intermediario finanziario per la vendita

Un investitore ha citato in giudizio la sua banca, sostenendo di essere stato indebitamente influenzato a vendere le sue azioni. La Corte di Cassazione ha respinto il suo ricorso, chiarendo che i principali doveri informativi della banca si applicano al momento dell’acquisto, non della vendita. L’appello dell’investitore è stato considerato un tentativo di riesaminare i fatti, non consentito in sede di legittimità. La sentenza sottolinea la distinzione tra la consulenza di una banca e la decisione autonoma di un cliente, definendo i confini della responsabilità intermediario finanziario. L’appello incidentale della banca per la restituzione delle somme versate è stato invece accolto.

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Rimborso iscrizione albo: no per il biologo SSN

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13653/2025, ha negato il diritto al rimborso dell’iscrizione all’albo a una biologa dipendente del Servizio Sanitario Nazionale in regime di esclusività. A differenza di altre professioni, come quella forense, la possibilità per il biologo di svolgere attività libero-professionale ‘intra moenia’ rende l’iscrizione un vantaggio anche per il singolo professionista, non solo per il datore di lavoro pubblico. Di conseguenza, il costo non deve essere necessariamente sostenuto dall’ente.

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Rinuncia al ricorso: niente contributo unificato

L’ordinanza analizza il caso di un ex presidente del collegio sindacale di una società di credito che, dopo essere stato sanzionato dall’autorità di vigilanza finanziaria, ha presentato ricorso in Cassazione. La questione centrale è la rinuncia al ricorso, accettata dalla controparte. La Corte Suprema ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese e chiarendo un principio fondamentale: in caso di rinuncia, non è dovuto il pagamento del doppio del contributo unificato, poiché tale obbligo si applica solo in casi tassativi come rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

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Onere della prova agente: onere e prova del danno

Un’ordinanza della Cassazione ha chiarito l’onere della prova per un agente che chiedeva un risarcimento danni e la restituzione di storni provvigionali. Il ricorso è stato respinto perché l’agente non ha fornito una prova analitica e concreta del danno subito. Inoltre, la Corte ha confermato la validità dei termini contrattuali per la contestazione degli estratti conto, sottolineando che l’inerzia dell’agente non può essere sanata in sede giudiziaria.

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Competenza territoriale: casa non è dipendenza aziendale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che l’abitazione di un dipendente che lavora da remoto non costituisce automaticamente una “dipendenza aziendale”. Di conseguenza, per le controversie di lavoro, la competenza territoriale non può essere radicata nel luogo di residenza del lavoratore solo perché vi svolge la sua prestazione, ma si deve fare riferimento ai criteri ordinari come la sede dell’azienda o il luogo di stipula del contratto. La decisione chiarisce che per qualificare l’abitazione come dipendenza aziendale è necessario un collegamento funzionale significativo con l’organizzazione dell’impresa, non essendo sufficiente la mera disponibilità di strumenti come un computer.

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Legittimazione degli eredi: prova e ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato da alcuni soggetti qualificatisi come eredi di un avvocato. La decisione si fonda sulla mancata prova della loro effettiva qualità di eredi, essendosi limitati a produrre un certificato di stato di famiglia, ritenuto insufficiente. La Corte sottolinea che la legittimazione degli eredi a proseguire un giudizio richiede la prova documentale dell’accettazione dell’eredità, non essendo sufficiente la mera qualifica di ‘chiamati all’eredità’.

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