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Giurisprudenza Civile

Liquidazione spese processuali: i minimi inderogabili
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli eredi di un pensionato contro la decisione della Corte d'Appello che aveva liquidato le spese legali in un importo irrisorio (€ 600,00). La Suprema Corte ha ribadito che la liquidazione spese processuali deve rispettare i minimi tariffari stabiliti dalla legge (D.M. 55/2014), che non possono essere ridotti oltre il 50% dei valori medi, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova e corretta determinazione.
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Onere di allegazione: quando i fatti non sono provati
Un lavoratore, autista soccorritore, ha richiesto il riconoscimento di mansioni superiori. La sua domanda è stata respinta in tutti i gradi di giudizio. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la violazione dell'onere di allegazione: il lavoratore non aveva descritto in modo specifico e dettagliato le attività svolte. Di conseguenza, il principio di non contestazione non poteva applicarsi e i fatti non potevano considerarsi provati, precludendo l'analisi della richiesta.
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Condanna in solido spese legali: la Cassazione decide
Un contribuente ottiene l'annullamento di una cartella per difetto di notifica. La Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, stabilisce il principio della condanna in solido spese legali a carico sia dell'ente impositore che dell'agente della riscossione. L'interesse del creditore ad avere due debitori prevale sulla ricerca del singolo responsabile dell'errore.
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Cessione crediti in blocco: prova e oneri del cessionario
In un caso di azione revocatoria, un credito viene trasferito a una società veicolo tramite una cessione crediti in blocco. La Corte di Cassazione stabilisce che la mera pubblicazione dell'avviso di cessione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del credito se il debitore la contesta. Il cessionario ha l'onere di fornire prova documentale che lo specifico credito rientri nell'operazione di cessione per poter agire in giudizio.
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Legittimazione attiva cessionario: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28335/2025, ha rigettato il ricorso di una società immobiliare dichiarata in liquidazione giudiziale. La Corte ha stabilito che la legittimazione attiva del cessionario di un credito si considera provata se il debitore non la contesta nel primo grado di giudizio, ma anzi la riconosce implicitamente attraverso comportamenti processuali. Tale principio di non contestazione prevale, rendendo tardiva la successiva eccezione in appello.
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Azione revocatoria: il credito da lavoro è anteriore
Un lavoratore agisce con un'azione revocatoria contro gli ex datori di lavoro che avevano donato i loro immobili ai figli. La Cassazione chiarisce che il credito del lavoratore, derivante da differenze retributive, sorge durante il rapporto di lavoro e non con la sentenza che lo accerta. Pertanto, il credito è anteriore alle donazioni, rendendo sufficiente la prova della consapevolezza del debitore di arrecare pregiudizio (scientia damni) per dichiarare l'inefficacia dell'atto.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
Una società immobiliare ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza che ne dichiarava l'apertura della liquidazione giudiziale. Tuttavia, nelle more del giudizio, la stessa sentenza è stata revocata e tale revoca è divenuta definitiva. La Suprema Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, applicando il principio della cessazione materia del contendere, poiché la società aveva già ottenuto il risultato desiderato.
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Esenzione contributiva ASD: quando non si applica
Un'associazione sportiva dilettantistica (ASD) che gestiva centri estivi si è vista negare l'esenzione contributiva per i suoi collaboratori. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che l'esenzione contributiva ASD è applicabile solo per il diretto esercizio di attività sportive dilettantistiche. Poiché le mansioni principali dei collaboratori erano animazione, intrattenimento e custodia dei bambini, e non istruzione sportiva, l'associazione è stata tenuta al versamento dei contributi previdenziali e assicurativi.
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Lavoro tra familiari: onere della prova rigoroso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre fratelli che chiedevano il riconoscimento di un rapporto di lavoro agricolo e le relative indennità di disoccupazione. L'ordinanza sottolinea che, in caso di lavoro tra familiari, spetta al lavoratore fornire una prova "precisa e rigorosa" del vincolo di subordinazione e dell'onerosità della prestazione. La mancanza di convivenza non è sufficiente a invertire l'onere della prova. Il ricorso è stato respinto anche per motivi procedurali, inclusa l'impossibilità di rivalutare le prove in sede di legittimità.
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Azione revocatoria e vendita dell’unico immobile
La Corte di Cassazione conferma la revoca di una vendita immobiliare. L'operazione, riguardante gli unici beni dei debitori, è stata ritenuta inefficace perché compiuta dopo l'insorgere del debito e con la consapevolezza, presunta, di ledere le ragioni del creditore. L'azione revocatoria è stata accolta, poiché i debitori non hanno provato di avere un patrimonio residuo sufficiente a garantire il credito.
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Rimborso spese forfettarie agli enti pubblici: la Cassazione
Una società ha contestato la condanna al pagamento del rimborso spese forfettarie a favore dell'avvocatura interna di un ente pubblico, sostenendo che tale voce di costo sia esclusiva dei liberi professionisti. La Corte d'Appello aveva invece riconosciuto il diritto dell'ente. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di particolare importanza e meritevole di approfondimento, rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione definitiva, senza ancora pronunciarsi nel merito.
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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato
Un istituto di credito propone un regolamento di competenza avverso un'ordinanza di sospensione di un giudizio. Successivamente, la stessa parte presenta una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, prendendo atto della rinuncia, dichiara l'estinzione del giudizio e chiarisce un importante principio: in caso di rinuncia al ricorso, non si applica la sanzione del pagamento del cosiddetto "doppio contributo unificato", poiché questa misura è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'impugnazione.
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Correzione errore materiale: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione interviene d'ufficio per la correzione errore materiale in un decreto che indicava una data errata per la trascrizione di una domanda giudiziale. L'ordinanza stabilisce la sostituzione della data sbagliata (12 settembre 2012) con quella corretta (1° agosto 2013), basandosi sulla documentazione in atti, senza disporre sulle spese.
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Segnalazione operazioni sospette: errore percettivo
Una società di gestione di una casa da gioco e un suo esponente, sanzionati per omessa segnalazione operazioni sospette, hanno presentato ricorso per revocazione contro una decisione della Cassazione, lamentando un errore percettivo. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che la sua precedente valutazione era un giudizio di diritto e non una svista sui fatti. La decisione sottolinea che gli indici di anomalia sono strumenti guida non tassativi, e la valutazione del giudice di merito, se ben motivata, non è sindacabile per un presunto errore di percezione dei motivi di ricorso.
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Possesso esclusivo: varco in recinzione e usucapione
La Corte di Cassazione ha stabilito che la presenza di un'apertura in una recinzione non è un dettaglio trascurabile in una causa di usucapione. Se tale varco permette l'accesso al legittimo proprietario, può mancare il requisito del possesso esclusivo, necessario per l'acquisto del bene. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva concesso l'usucapione, rinviando il caso per una nuova valutazione che tenga conto di questo elemento cruciale.
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Contratto d’opera e onere della prova: il caso
Una società cooperativa ha richiesto il pagamento per lavori di estirpazione di vigneti, ma il committente ha negato di averle mai conferito l'incarico. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, sottolineando che non era stato adempiuto l'onere della prova circa la titolarità del rapporto contrattuale. Chi agisce in giudizio per un pagamento deve dimostrare non solo che il lavoro è stato fatto, ma che è stato fatto in esecuzione di un contratto stipulato proprio con lei.
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Sospensione processo civile: quando non è necessaria
Una parte avviava una causa civile per ottenere il ripristino di un immobile con pozzo e la tutela di una servitù di passaggio, di cui si affermava comproprietaria. Il tribunale di primo grado disponeva la sospensione del processo civile in attesa della definizione di un procedimento penale a carico della controparte per fatti connessi. La Corte di Cassazione ha annullato tale sospensione, chiarendo che non sussiste un rapporto di pregiudizialità quando le pretese sono diverse: risarcitoria in sede penale e di accertamento di diritti reali in sede civile. La diversità degli obiettivi processuali esclude la necessità della sospensione del processo civile.
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Responsabilità P.A. per erosione: la Cassazione decide
La Cassazione conferma la condanna di una Regione e un Comune per i danni da erosione costiera subiti da un privato. La responsabilità P.A. non deriva dalla custodia diretta del mare (art. 2051 c.c.), ma dalla colpa per omessa vigilanza (art. 2043 c.c.) sull'operato dei concessionari balneari che hanno alterato le correnti marine. Anche il fatto illecito del terzo non esclude la colpa dell'ente pubblico.
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Usucapione servitù passaggio: tolleranza e parentela
La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che ha riconosciuto l'usucapione di una servitù di passaggio tra parenti. La Corte ha stabilito che, sebbene l'uso del passaggio fosse inizialmente tollerato per via dei legami familiari, la situazione è cambiata quando sono sorti dei dissidi. Da quel momento, il possesso è diventato avverso e idoneo a far maturare l'usucapione, poiché esercitato per oltre vent'anni. La pronuncia chiarisce che l'opposizione del proprietario, anziché interrompere il possesso, può in realtà qualificarlo come utile all'usucapione, trasformando la mera tolleranza in possesso pieno. Viene inoltre confermata la natura 'apparente' della servitù, data la presenza di una corte e una scala esterna, opere visibili e permanenti destinate al suo esercizio.
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Incarico professionale ausiliario: chi paga?
La Corte di Cassazione chiarisce la ripartizione delle responsabilità economiche in un incarico professionale ausiliario. Due architetti, incaricati della direzione lavori da un Comune, avevano sub-affidato compiti di contabilità a un geometra. La Corte ha stabilito che, avendo gli architetti ricevuto dal Comune un compenso comprensivo anche di tali mansioni, spetta a loro retribuire il geometra. La sentenza analizza l'interpretazione del contratto e gli accordi speciali, respingendo quasi tutti i motivi di ricorso degli architetti, ma accogliendo quello relativo alle spese legali verso un terzo chiamato in causa solo per conoscenza.
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