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Giurisprudenza Civile

Onere della prova mutuo: non basta la consegna del denaro
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18516/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di onere della prova mutuo. Un individuo aveva ricevuto una somma di denaro da un istituto finanziario, ma ne contestava la natura di prestito, sostenendo facesse parte di un accordo più complesso. Le corti di merito gli avevano dato torto. La Suprema Corte ha invece cassato la decisione, affermando che chi agisce per la restituzione di una somma deve provare non solo l'avvenuta consegna del denaro, ma anche il titolo giuridico che fonda l'obbligo di restituzione. La semplice ammissione di aver ricevuto la somma da parte del convenuto non è sufficiente a invertire l'onere della prova.
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Estratti conto mancanti: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18514/2024, ha stabilito un importante principio in materia di contenzioso bancario. In un caso in cui un correntista chiedeva la restituzione di somme indebitamente pagate, ma non era in grado di produrre tutti i documenti, la Corte ha chiarito che la presenza di estratti conto mancanti non comporta automaticamente il rigetto della domanda. Il giudice di merito deve invece procedere a una ricostruzione del saldo utilizzando la documentazione disponibile e applicando il principio dell'azzeramento del saldo per i periodi non documentati. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per non aver seguito questo criterio.
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Dichiarazione falsa: nullità del contratto immobiliare
La Corte di Cassazione conferma la nullità di una compravendita immobiliare a causa della dichiarazione falsa del venditore. Quest'ultimo aveva attestato che l'immobile fosse stato costruito prima del 1967, mentre in realtà si trattava di una costruzione radicalmente diversa e successiva, edificata senza permesso. La Corte ha stabilito che la veridicità di tale dichiarazione è un requisito essenziale per la validità del contratto, non sanabile da una successiva e peraltro respinta domanda di condono.
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Insinuazione al passivo leasing: oneri del creditore
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società di leasing, confermando la reiezione della sua domanda di insinuazione al passivo leasing. La sentenza ribadisce che, in caso di contratto risolto prima del fallimento dell'utilizzatore, si applica l'art. 1526 c.c. e il creditore ha l'onere di presentare una domanda 'completa', fornendo una stima attendibile del valore del bene restituito per determinare il proprio credito.
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Efficacia esecutiva provvisionale: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la riforma in appello di una sentenza di condanna al pagamento di una provvisionale ne determina la definitiva perdita di efficacia esecutiva. Questo fa sorgere un diritto immediato alla restituzione delle somme versate, anche se una successiva sentenza della Cassazione annulla con rinvio la decisione d'appello. Il titolo esecutivo originario non può 'rivivere', e la parte che aveva pagato conserva il diritto di recuperare quanto versato, mentre l'altra parte dovrà, eventualmente, avviare una nuova azione esecutiva sulla base della nuova decisione favorevole.
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Usura sopravvenuta: la Cassazione conferma i limiti
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per usura sopravvenuta e anatocismo su una linea di credito. Dopo aver perso in primo grado e in appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che i principi sull'usura sopravvenuta, stabiliti dalle Sezioni Unite, si applicano anche alle aperture di credito e che il ricorso di legittimità non può essere utilizzato per chiedere un nuovo esame dei fatti già valutati dai giudici di merito.
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Tasso soglia usura: la Cassazione chiarisce i costi
La Cassazione, con una recente ordinanza, ha respinto il ricorso di alcuni clienti contro un istituto di credito, confermando la validità di due contratti di mutuo. La Corte ha stabilito che la commissione di estinzione anticipata non rientra nel calcolo del tasso soglia usura, in quanto non è una remunerazione per il credito. Ha inoltre dichiarato inammissibili le censure relative al calcolo degli interessi di mora e all'errata indicazione del TAEG, ribadendo i limiti del proprio sindacato di legittimità.
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Appello incidentale non notificato: le conseguenze
In una controversia su un contratto di locazione commerciale, la Corte di Cassazione ha analizzato le conseguenze di un appello incidentale non notificato. Sebbene abbia respinto le difese del conduttore sul merito del pagamento tramite titoli cambiari, ha accolto il suo motivo di ricorso puramente procedurale. La Corte ha stabilito che la mancata notifica dell'appello incidentale ne causa l'improcedibilità, che può essere rilevata d'ufficio, portando alla cassazione della sentenza impugnata con rinvio al giudice d'appello.
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Contratto di agenzia: quando non è lavoro subordinato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18494/2024, ha respinto il ricorso di un lavoratore che chiedeva il riconoscimento del suo rapporto, formalizzato come contratto di agenzia in 'tentata vendita', quale lavoro subordinato. La Corte ha confermato la decisione d'appello, sottolineando che l'assenza di eterodirezione da parte dell'azienda e la presenza di un concreto rischio d'impresa a carico dell'agente sono elementi decisivi per escludere la subordinazione, anche a fronte di un rapporto durato oltre dieci anni.
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Recesso anticipato locazione: onere della prova
Un locatore ha citato in giudizio un conduttore per canoni di locazione non pagati a seguito di un presunto recesso anticipato da un contratto di locazione commerciale. La risoluzione era subordinata a una condizione sospensiva: la completa bonifica dell'immobile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del locatore, chiarendo che, sebbene l'onere di provare l'adempimento della condizione spetti al conduttore, l'esatta portata di tale condizione (ad esempio, se includa la rimozione di rifiuti di precedenti inquilini) deve essere definita chiaramente, specie in presenza di accordi informali. La Corte ha quindi confermato la validità del recesso anticipato locazione esercitato dal conduttore.
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Disconoscimento firma: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un fideiussore contro una società di gestione crediti. Il ricorrente aveva prima contestato la falsità della propria firma sulla fideiussione e, in un secondo momento, la conformità della copia del documento all'originale. La Corte ha stabilito che un disconoscimento firma così contraddittorio, generico e tardivo costituisce una valutazione di fatto riservata al giudice di merito, rendendo il motivo di ricorso inammissibile.
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Prove atipiche: licenziamento legittimo, dice la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento di una dipendente pubblica, accusata di aver ricevuto somme non dovute da alcuni utenti. La decisione si fonda sull'utilizzo di prove atipiche, come le dichiarazioni degli stessi utenti, ritenute valide perché inserite in un quadro probatorio complessivo e discusse nel corso del giudizio, nel rispetto del principio del contraddittorio. La Corte ha stabilito che tali elementi, seppur non formalizzati come testimonianze classiche, possono essere legittimamente valutati dal giudice per accertare i fatti contestati.
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Finanziamento soci: quando è postergato? La Cassazione
Una holding company concedeva un ingente prestito alla sua controllata, successivamente fallita. La società sosteneva che il prestito dovesse essere trattato come un debito ordinario, ma i tribunali hanno dissentito. La Corte di Cassazione ha confermato che un finanziamento soci è postergato rispetto ai crediti degli altri creditori quando viene concesso in una situazione di squilibrio finanziario o quando un conferimento di capitale sarebbe stato più ragionevole, come stabilito dall'analisi fattuale del tribunale di merito. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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Inefficacia contratto locazione: no al canone
Un sublocatore perde il diritto a riscuotere i canoni di sublocazione dopo che il contratto di locazione originario è stato dichiarato inefficace a seguito del fallimento del proprietario. La Cassazione ha stabilito che la sentenza di inefficacia del contratto di locazione, una volta divenuta definitiva, estingue gli obblighi del subconduttore verso il sublocatore, legittimando un nuovo contratto diretto con la curatela fallimentare.
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Risoluzione del contratto: affitto non pagato
La Corte di Cassazione ha confermato la risoluzione del contratto di locazione a uso diverso per grave inadempimento del conduttore, consistito nel mancato pagamento di diversi canoni. La Corte ha ritenuto irrilevanti, ai fini di escludere la gravità, le presunte inadempienze del locatore, come la mancanza del certificato di agibilità, e ha chiarito che la mediazione obbligatoria si considera esperita anche se le parti, dopo il primo incontro, non proseguono la procedura.
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Estinzione processo Cassazione: rinuncia e spese
Un professionista, dopo aver impugnato in Cassazione il diniego di prededuzione per un suo credito professionale in un fallimento, ha rinunciato al ricorso. A seguito dell'accettazione della controparte, la Corte ha dichiarato l'estinzione del processo in Cassazione. La decisione chiarisce che, in caso di estinzione, il ricorrente non è tenuto al pagamento del doppio del contributo unificato.
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Responsabilità professionale avvocato: compenso negato
La richiesta di compenso di un avvocato per attività in procedure concorsuali è stata respinta a causa di grave negligenza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che la presentazione di ricorsi inammissibili costituisce un inadempimento che giustifica il mancato pagamento. L'ordinanza chiarisce i limiti della responsabilità professionale avvocato e le conseguenze di una condotta imperita.
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Qualificazione giuridica credito: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18482/2024, chiarisce un importante principio processuale in materia fallimentare. Il caso riguarda la qualificazione giuridica del credito di una società consorziata verso il consorzio fallito. Sebbene il credito fosse stato ammesso per l'intero importo, il giudice delegato ne aveva modificato la natura giuridica, qualificandolo come finanziamento soci. La Suprema Corte ha stabilito che il creditore, non potendo impugnare un provvedimento economicamente favorevole, ha il diritto di riproporre le proprie tesi sulla natura commerciale del credito nel giudizio di opposizione promosso da altri creditori, senza che si formi alcun giudicato interno sulla qualificazione.
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Inadempimento appalto: come tutelarsi dai vizi
Un committente cita in giudizio un'impresa edile per grave inadempimento appalto, vizi e ritardi nei lavori di ristrutturazione. Il Tribunale di Torino accoglie le richieste, condannando l'impresa (rimasta contumace) al pagamento di una penale per il ritardo, al risarcimento dei danni per i difetti costruttivi, alla restituzione delle somme pagate in eccesso e alla consegna delle certificazioni di conformità.
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Protezione speciale: no alla domanda diretta al Questore
Il Tribunale di Torino ha respinto il ricorso d'urgenza di un cittadino straniero che chiedeva di poter presentare domanda di protezione speciale direttamente al Questore. Secondo l'ordinanza, a seguito della riforma introdotta dalla Legge n. 50/2023, tale richiesta può essere avanzata unicamente all'interno del procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale, escludendo la via diretta alla Questura. Il giudice ha ritenuto insussistente il 'fumus boni iuris', ovvero la parvenza di fondatezza del diritto vantato.
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