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Giurisprudenza Civile

Condotta antisindacale: sostituire scioperanti è lecito?
La Corte di Cassazione ha confermato che costituisce condotta antisindacale la sostituzione di lavoratori in sciopero con altro personale adibito a mansioni inferiori rispetto al proprio inquadramento. Tale pratica è illegittima perché neutralizza l'efficacia dello sciopero, violando il diritto costituzionale. La Corte ha chiarito che tale sostituzione è ammessa solo se le nuove mansioni sono marginali e accessorie a quelle abituali, condizione non riscontrata nel caso di specie, dove l'impiego dei sostituti era stato significativo.
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Posizione organizzativa: no al demansionamento automatico
La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata riconferma di una posizione organizzativa a un dipendente pubblico non costituisce automaticamente un demansionamento. Sebbene la posizione organizzativa sia un incarico a termine, il datore di lavoro pubblico ha l'obbligo di riassegnare al lavoratore mansioni professionalmente equivalenti alla sua categoria di inquadramento. Nel caso specifico, la Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto demansionanti le nuove mansioni di coordinatore della sicurezza, rinviando il caso per una nuova valutazione dei compiti effettivamente svolti dal dipendente.
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Inquadramento lavorativo: anzianità non basta
Un infermiere, trasferito dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ha richiesto un inquadramento lavorativo in una fascia economica superiore basandosi sulla sua anzianità di servizio pregressa. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la normativa mira a proteggere il livello retributivo già acquisito, non a concedere una promozione automatica. L'anzianità è riconosciuta per fini giuridici e previdenziali, ma la progressione economica nel nuovo comparto è legata a procedure selettive e non al mero decorso del tempo.
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Soccombenza virtuale: obbligo del giudice di decidere
Una società aveva rinunciato a un appello con la dicitura "a spese compensate". La Corte d'Appello, pur dichiarando cessata la materia del contendere, l'ha condannata a pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che il giudice, prima di decidere sulle spese, ha l'obbligo di valutare chi avrebbe avuto ragione nel merito, applicando il principio della soccombenza virtuale.
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Regolamento di competenza tardivo: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per regolamento di competenza perché notificato oltre il termine perentorio di 30 giorni dalla comunicazione della sentenza. L'ordinanza sottolinea che il mancato rispetto dei termini processuali, anche tenendo conto della sospensione feriale, impedisce l'esame nel merito della questione di competenza territoriale sollevata da alcuni fideiussori in una causa contro un intermediario finanziario. La decisione sul regolamento di competenza tardivo conferma la rigidità delle scadenze procedurali.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del processo in Cassazione
Un professore d'orchestra, dopo una serie di contratti a termine con una fondazione lirica, aveva ottenuto in primo grado la conversione del rapporto in tempo indeterminato. La decisione era stata ribaltata in appello. Giunto in Cassazione, il lavoratore ha presentato una rinuncia al ricorso, portando la Suprema Corte a dichiarare l'estinzione del processo. Le spese legali sono state compensate tra le parti a causa dell'esito alterno dei precedenti gradi di giudizio e della complessità della questione giuridica.
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Vincolo espropriativo: sì all’indennizzo per parcheggi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28924/2025, ha chiarito che la destinazione di un'area privata a parcheggio pubblico costituisce un vincolo espropriativo, e non conformativo, quando incide su un singolo bene in una zona già edificata. Tale vincolo svuota di contenuto il diritto di proprietà e, se reiterato, dà diritto a un indennizzo, anche se è prevista la possibilità teorica di una gestione privata tramite convenzione. La Corte ha cassato la decisione di merito che negava l'indennizzo, rinviando per un nuovo esame.
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Comando Pubblico Impiego: non si perde l’incarico
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28902/2025, ha stabilito un principio fondamentale per i dirigenti pubblici: il 'comando pubblico impiego' presso un'altra amministrazione non comporta la perdita automatica dell'incarico originario. La Corte ha chiarito la netta distinzione tra il comando, istituto temporaneo e reversibile, e la mobilità volontaria, che implica un trasferimento definitivo. Di conseguenza, è stata annullata la decisione di un'azienda sanitaria che aveva dichiarato cessato l'incarico di un proprio dirigente solo perché aveva accettato un'assegnazione temporanea presso un'altra struttura.
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Indennità funzioni superiori: come si calcola?
Un gruppo di assistenti amministrativi scolastici ha richiesto il pagamento per mansioni superiori svolte. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che il calcolo dell'indennità funzioni superiori deve includere l'intera retribuzione del dipendente, anzianità compresa, secondo la Legge 228/2012. Questo metodo può ridurre o azzerare l'indennità per il personale con maggiore esperienza, un principio ritenuto legittimo. La Corte ha anche ribadito che la prescrizione per tali crediti decorre in costanza di rapporto di lavoro.
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Canone concessorio: dovuto anche per il trasporto del gas
Una società energetica si opponeva al pagamento di un canone concessorio a un Comune, sostenendo di effettuare solo il trasporto e non la distribuzione di gas, attività prevista dal regolamento comunale. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d'appello, ha stabilito che il canone è sempre dovuto. La motivazione si fonda sulla "ratio legis" della norma istitutiva (art. 27 del Codice della Strada), che identifica il presupposto del pagamento nella mera occupazione del suolo pubblico, a prescindere dalla specifica definizione tecnica dell'attività (trasporto o distribuzione). Pertanto, il canone concessorio non ricognitorio è applicabile anche all'attività di trasporto.
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Onere della prova: chi deve dimostrare l’indebito?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28884/2025, ha stabilito un principio fondamentale sull'onere della prova nella ripetizione dell'indebito. Un'azienda sanitaria aveva trattenuto somme dagli stipendi di alcuni medici, sostenendo fossero pagamenti non dovuti per assistiti deceduti. I medici hanno agito in giudizio per far accertare l'inesistenza del debito. La Corte ha chiarito che l'onere della prova grava sempre su chi afferma l'esistenza dell'indebito e ne chiede la restituzione (in questo caso l'azienda sanitaria), anche quando formalmente è la parte convenuta in giudizio. L'azienda, non avendo fornito tempestivamente le prove del suo credito, ha perso la causa.
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Indennità di espropriazione: la motivazione apparente
Un proprietario contesta l'indennità di espropriazione per un terreno pertinenziale a un'attività commerciale. La Corte d'Appello riduce la stima del perito del 25% citando la perdita del nesso di pertinenzialità. La Corte di Cassazione annulla la decisione, ritenendo la giustificazione una 'motivazione apparente' perché illogica, contraddittoria e priva di un criterio di stima comprensibile, violando il diritto a una decisione trasparente.
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Indennità mansioni superiori: calcolo e prescrizione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni dipendenti scolastici che svolgevano mansioni superiori. È stato confermato che l'indennità mansioni superiori va calcolata sottraendo l'intero trattamento retributivo goduto dal dipendente dallo stipendio iniziale della qualifica superiore. Inoltre, la prescrizione quinquennale per i crediti retributivi decorre in costanza di rapporto di lavoro, data la stabilità del pubblico impiego.
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Retribuzione posizione variabile: Cassazione e requisiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di una dirigente medica contro un'Azienda Sanitaria Locale. La controversia riguardava la riduzione della retribuzione di posizione variabile e la successiva compensazione con la retribuzione di risultato. La Corte ha stabilito che la retribuzione di posizione variabile non costituisce un diritto acquisito fino alla definitiva graduazione delle funzioni da parte dell'ente, specialmente in seguito a una riorganizzazione. Inoltre, ha confermato la legittimità della 'compensazione impropria', ovvero un mero conguaglio contabile tra dare e avere all'interno dello stesso rapporto di lavoro, che non richiede i rigidi requisiti della compensazione legale.
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Indennità funzioni superiori: la guida al calcolo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28922/2025, interviene sul calcolo dell'indennità funzioni superiori per il personale amministrativo della scuola. Mentre conferma la legittimità del metodo di calcolo che considera l'intera retribuzione del dipendente, stabilisce un principio fondamentale: la 'posizione economica' maturata, pur riducendo l'importo dell'indennità differenziale, deve comunque essere corrisposta. La Corte ha accolto il ricorso su questo punto, impedendo che un elemento retributivo autonomo venga di fatto azzerato, e ha cassato con rinvio la sentenza d'appello.
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Inquadramento lavoratore trasferito: cosa conta?
Una lavoratrice del settore sanitario, trasferita dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ha richiesto un inquadramento in una fascia economica superiore basandosi sull'intera anzianità di servizio maturata. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che nell'inquadramento del lavoratore trasferito prevale la salvaguardia del trattamento economico già percepito (il cosiddetto 'maturato economico'), anche tramite un assegno 'ad personam', piuttosto che il riconoscimento automatico dell'anzianità pregressa ai fini della progressione di carriera nel nuovo ente. L'anzianità di servizio viene comunque riconosciuta per altri fini, come quelli previdenziali e giuridici.
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Accesso illecito dati: licenziamento proporzionato
Una dipendente di un'azienda ospedaliera è stata licenziata per aver effettuato un accesso illecito ai dati sanitari dei propri vicini di casa per ragioni personali. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, ritenendo la condotta una violazione talmente grave del vincolo fiduciario da rendere proporzionata la massima sanzione disciplinare, anche in considerazione della natura sensibile delle informazioni consultate.
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Dispensa dal servizio docente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della dispensa dal servizio di una docente dopo due valutazioni negative consecutive del suo anno di prova. La sentenza chiarisce che le violazioni procedurali di decreti ministeriali, considerati direttive amministrative e non leggi, non rendono automaticamente illegittimo il provvedimento. Inoltre, viene ribadito che la contestazione del mancato apprezzamento delle prove deve colpire il nucleo centrale della decisione del giudice di merito e non può limitarsi a riproporre istanze istruttorie.
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Mansioni superiori scuola: come si calcola la paga?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni assistenti amministrativi che svolgevano mansioni superiori scuola. La Corte ha confermato che, in base alla legge n. 228/2012, l'indennità per tali mansioni si calcola sottraendo l'intero stipendio dell'assistente (inclusa l'anzianità) dallo stipendio iniziale della qualifica superiore. Di conseguenza, l'indennità diminuisce con l'aumentare dell'anzianità del dipendente, potendo anche azzerarsi, un meccanismo ritenuto legittimo.
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Canone demaniale: giurisdizione e nuove eccezioni
Una società balneare contesta l'aumento del canone demaniale. La Cassazione respinge il ricorso dell'Agenzia del Demanio, confermando la giurisdizione del giudice ordinario e l'inammissibilità di nuove questioni sollevate solo in appello. La Corte chiarisce la distinzione tra mere difese e nuove eccezioni.
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