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Giurisprudenza Civile

Azione di responsabilità curatore: la Cassazione chiarisce
Una società fallita, tramite il suo curatore, ha intentato un'azione di responsabilità contro ex amministratori e sindaci. I tribunali di merito l'hanno rigettata, qualificandola come sola azione sociale e quindi prescritta. La Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che l'azione di responsabilità del curatore, ex art. 146 l. fall., cumula in sé sia l'azione sociale sia quella dei creditori. In assenza di una specificazione, si presume che il curatore le eserciti entrambe, con diverse decorrenze per la prescrizione, imponendo una nuova valutazione del caso.
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Calcolo TFR: MBO inclusi anche se incerti
Un lavoratore ha ottenuto l'inclusione dei bonus MBO (Management by Objective) nel suo calcolo TFR. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che i pagamenti erogati per diversi anni consecutivi, anche se legati a obiettivi aziendali incerti, non hanno natura 'occasionale' e devono quindi essere computati nella base di calcolo del trattamento di fine rapporto.
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Reiterazione illegittima contratti: i limiti per enti
Un lavoratore agricolo ha contestato la reiterazione illegittima contratti a termine da parte di un ente pubblico. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d'appello, stabilendo che un ente pubblico non economico non può essere considerato imprenditore agricolo e non beneficia delle deroghe sui limiti di durata dei contratti a termine se non per attività strettamente stagionali, il cui onere della prova spetta al datore di lavoro.
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Lavoro socialmente utile: quando è subordinato?
Una lavoratrice, formalmente inquadrata in un progetto di lavoro socialmente utile, ha chiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato con un ente provinciale. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto l'acquisizione degli atti del processo per valutare i presunti errori procedurali della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva rigettato la domanda della lavoratrice, ma la sua decisione è stata contestata perché basata su fatti di una causa diversa e per non aver esaminato prove decisive che dimostravano lo svolgimento di mansioni impiegatizie anziché quelle previste dal progetto.
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Leasing traslativo: cosa succede in caso di fallimento?
Una società di leasing ha richiesto il pagamento di canoni insoluti a un'azienda fallita, per un contratto di leasing risolto prima della dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, confermando l'applicazione dell'art. 1526 c.c. per il leasing traslativo. Secondo la Corte, la società concedente deve restituire i canoni riscossi e ha diritto solo a un equo compenso per l'uso del bene, una pretesa che deve essere formulata correttamente includendo la stima del valore del bene recuperato.
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Responsabilità solidale ATI: la firma della capogruppo
La Corte di Cassazione ha stabilito che i membri di un'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) non sono responsabili per i debiti di un conto corrente se il contratto è stato firmato solo dall'impresa capogruppo. La semplice intestazione del conto a tutte le imprese non è sufficiente a stabilire una responsabilità solidale ATI in assenza della firma di tutti i soci. Il potere di rappresentanza della capogruppo è limitato al rapporto con la stazione appaltante e non si estende automaticamente a contratti bancari con terzi.
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Donazione indiretta e calcolo della legittima: la Cassazione
Una nipote ha agito in giudizio per la lesione della sua quota di legittima, sostenendo che due compravendite immobiliari effettuate dai nonni a favore della cugina e del di lei marito costituissero in realtà una donazione indiretta. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14211/2024, ha accolto parzialmente il ricorso, stabilendo due principi fondamentali. Primo, ai fini del calcolo della quota di riserva, devono essere considerate tutte le donazioni effettuate dal defunto, incluse quelle a favore di non coeredi, attraverso l'operazione di riunione fittizia. Secondo, il valore dei beni donati e di quelli relitti deve essere stimato al momento dell'apertura della successione, tenendo conto di tutte le loro caratteristiche, inclusa la potenziale capacità edificatoria. La Corte ha quindi cassato la sentenza d'appello che aveva escluso dal calcolo la donazione al non coerede e aveva valutato i beni in modo errato.
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Valutazione degli indizi: limiti del giudice di merito
Una società installatrice di saune, ritenuta responsabile per un incendio, ha impugnato la sentenza basata su prove indiziarie. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la valutazione degli indizi compiuta dal giudice di merito non è sindacabile in sede di legittimità, a meno che non vi sia un vizio logico nel metodo di valutazione stesso. La mera possibilità di un'interpretazione alternativa dei fatti non è sufficiente per annullare la decisione.
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Accollo di mutuo: l’interpretazione del contratto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14197/2024, ha rigettato il ricorso di una società costruttrice in un caso di accollo di mutuo. La Corte ha stabilito che l'interpretazione del contratto deve basarsi sul dato letterale e che il ricorso per cassazione deve dimostrare una specifica violazione delle norme ermeneutiche, non limitarsi a proporre una diversa ricostruzione dei fatti. Sono stati respinti anche i motivi relativi all'indeterminatezza degli interessi e alla mancata ammissione di una C.T.U.
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Onere della prova e contestazione: ricorso inammissibile
Una società ha citato in giudizio un'amministrazione comunale per il pagamento di lavori, in subordine per ingiustificato arricchimento. Il Comune ha contestato l'effettiva esecuzione delle opere. La Corte d'Appello ha respinto la domanda perché la società non ha adempiuto al proprio onere della prova. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando la mancata specificità dei motivi di ricorso, in particolare per quanto riguarda la presunta contestazione e le istanze istruttorie.
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Concordato preventivo: termine perentorio e riesame
Una società in liquidazione, dopo aver presentato domanda di concordato preventivo, non rispettava il termine per depositare dei chiarimenti richiesti dal Tribunale. La Corte d'Appello confermava la dichiarazione di fallimento, ritenendo il termine perentorio e la domanda inammissibile. La Corte di Cassazione ha cassato la decisione, stabilendo che il giudice d'appello, nonostante il ritardo nel deposito delle integrazioni, ha l'obbligo di esaminare nel merito l'ammissibilità della proposta di concordato preventivo originaria. Il ritardo è irrilevante se le integrazioni richieste non erano necessarie.
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Omessa pronuncia spese: non è un errore materiale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 17835/2025, ha chiarito che la totale omessa pronuncia sulle spese di lite contro una parte del processo non costituisce un errore materiale sanabile con la procedura di correzione. Si tratta, invece, di un vizio della sentenza che deve essere fatto valere esclusivamente tramite un'impugnazione formale. Di conseguenza, il provvedimento del Tribunale che aveva corretto la propria omissione è stato annullato.
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Bancarotta fraudolenta dissipativa: quando è reato
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per bancarotta fraudolenta dissipativa a carico degli amministratori di una società cooperativa che avevano concesso finanziamenti senza adeguate garanzie. La sentenza chiarisce che il reato si configura come 'di pericolo concreto', pertanto la successiva parziale restituzione delle somme non esclude la responsabilità penale. Per i sindaci, il reato è stato riqualificato in bancarotta semplice per omesso controllo, data la mancanza di prova del dolo fraudolento.
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Bancarotta fraudolenta distrattiva: dolo e prova
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un amministratore di fatto condannato per bancarotta fraudolenta distrattiva. La sentenza chiarisce che per configurare il reato è sufficiente il dolo generico, ovvero la consapevolezza di distrarre i beni dalla loro funzione di garanzia per i creditori, risultando irrilevante la convinzione dell'imputato di aver estinto tutte le obbligazioni sociali. La dichiarazione di fallimento è considerata una condizione obiettiva di punibilità, esterna alla volontà dell'agente.
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Indennità di frequenza: spese legali per ritardo Ente
Un cittadino ha citato in giudizio un ente previdenziale per il mancato pagamento dell'indennità di frequenza a favore del figlio minore, nonostante il diritto fosse stato accertato. Poiché l'ente ha pagato solo dopo l'inizio della causa, il Tribunale ha dichiarato cessata la materia del contendere, condannando però l'ente al pagamento delle spese legali per il ritardo, applicando il principio di soccombenza virtuale.
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Arricchimento senza causa: i limiti della sussidiarietà
Una figlia agisce per arricchimento senza causa contro chi aveva incassato assegni della madre defunta. La Corte di Cassazione dichiara la domanda inammissibile, ribadendo che tale azione ha natura sussidiaria e non può essere utilizzata quando esiste un'altra azione specifica, come quella di ripetizione dell'indebito, anche se basata su un rapporto contrattuale nullo. La scelta dell'azione sbagliata preclude la possibilità di ricorrere a quella generale per l'arricchimento.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14185/2024, ha risolto un conflitto di competenza tra un tribunale ordinario e una sezione specializzata in materia di imprese. Il caso riguardava un'opposizione a un decreto ingiuntivo basata sulla presunta nullità di una fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Corte ha stabilito che la competenza del Tribunale delle Imprese sussiste solo quando la nullità è fatta valere con un'azione principale, e non come semplice eccezione difensiva. Di conseguenza, ha dichiarato la competenza del tribunale ordinario per la causa in esame, in cui non era stata proposta una specifica azione di nullità per violazione delle norme sulla competenza fideiussione antitrust.
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Rinnovazione notifica: errore e sanatoria in Cassazione
Un cittadino ha impugnato in Cassazione una sentenza della Corte d'Appello sfavorevole in materia di benefici per le vittime di criminalità. Tuttavia, il ricorso è stato notificato all'Avvocatura Distrettuale anziché all'Avvocatura Generale dello Stato. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha dichiarato la notifica nulla ma sanabile, ordinando la sua rinnovazione (rinnovazione notifica) all'ufficio corretto e rinviando la causa a nuovo ruolo, senza decidere nel merito.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
Un lavoratore ricorre in Cassazione contro un fondo pensione per differenze pensionistiche. Le parti raggiungono un accordo transattivo, portando la Corte a dichiarare la cessazione materia del contendere. L'ordinanza chiarisce anche l'estinzione del giudizio per altre parti a seguito di rinuncia al ricorso.
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Rinuncia agli atti avvocato: validità e poteri
Una società ha contestato l'estinzione di un processo basata su una rinuncia agli atti effettuata da uno solo dei suoi due avvocati. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in caso di difesa con più legali, ciascun avvocato ha pieni poteri di rappresentanza per compiere atti come la rinuncia agli atti, a meno che il mandato non preveda diversamente. La Corte ha anche chiarito che il decesso di uno dei due difensori non causa l'interruzione del giudizio.
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