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Giurisprudenza Civile

Decadenza pensione: nuova legge e diritti maturati
Un lavoratore ha richiesto il ricalcolo della propria pensione. L'Ente Previdenziale ha eccepito l'intervenuta decadenza sulla base di una nuova legge. La Corte di Cassazione ha stabilito che il nuovo termine di decadenza pensione si applica anche ai diritti sorti in precedenza, ma la sua decorrenza inizia dalla data di entrata in vigore della nuova normativa. Poiché il ricorso giudiziario è stato presentato tardivamente, la Corte ha cassato la sentenza d'appello, rinviando la causa per una nuova valutazione.
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Impegno del venditore: quando nasce una nuova obbligazione
La Cassazione chiarisce che l'impegno del venditore a eliminare i vizi di un immobile non crea automaticamente una nuova obbligazione. Se il compratore non accetta l'offerta di riparazione, l'unica azione disponibile resta quella di garanzia, soggetta alla prescrizione annuale. L'impegno del venditore, se non accettato, ha solo l'effetto di interrompere la prescrizione, non di trasformarla in decennale. Il ricorso dei compratori è stato rigettato.
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Ricorso per Cassazione: inammissibile se non specifico
Una società in liquidazione ha presentato ricorso per cassazione contro la decisione della Corte d'Appello che revocava un decreto ingiuntivo a suo favore per sgravi contributivi. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché la società non ha rispettato il principio di autosufficienza, omettendo di trascrivere o indicare con precisione gli atti e i documenti essenziali per la valutazione della censura. La decisione sottolinea l'importanza dei requisiti formali per l'accesso al giudizio di legittimità.
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Contratto agente sportivo: validità e norme FIGC
La Corte di Cassazione ha esaminato la validità di un contratto di agente sportivo contestato da una società calcistica. La società sosteneva la nullità dell'accordo per violazione delle norme federali e il mancato avveramento di una condizione per il pagamento della provvigione. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che le presunte violazioni normative dovevano essere sollevate nei gradi di merito e non per la prima volta in Cassazione. Inoltre, la verifica sull'avveramento della condizione contrattuale costituisce un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità, confermando così l'obbligo di pagamento della provvigione.
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Simulazione assoluta: prova con presunzioni
Una società, dopo aver promesso in vendita un immobile a un primo acquirente, lo vende a una terza persona per sottrarlo all'esecuzione forzata. Il promissario acquirente agisce in giudizio e ottiene una sentenza che dichiara la seconda vendita una simulazione assoluta. La Corte di Cassazione conferma la decisione, ribadendo che i terzi danneggiati possono provare la simulazione tramite un insieme di indizi gravi, precisi e concordanti (presunzioni), la cui valutazione di merito, se logica e coerente, è insindacabile in sede di legittimità.
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Lavoratore in CIGS: obbligo di disponibilità e preavviso
Un pilota di elicottero in CIGS è stato licenziato per giusta causa dopo essersi recato in vacanza all'estero senza informare l'azienda, rendendosi così indisponibile a una chiamata di servizio. Tale indisponibilità ha causato la perdita di una commessa. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, sottolineando che il lavoratore in CIGS ha un inderogabile obbligo di disponibilità, la cui violazione, specialmente se causa un danno patrimoniale, costituisce un inadempimento grave che giustifica la risoluzione del rapporto.
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Formazione sicurezza orario lavoro: obbligo anche fuori turno
La Corte di Cassazione ha stabilito che la formazione obbligatoria in materia di sicurezza può essere svolta anche al di fuori del normale orario di lavoro, purché venga retribuita come lavoro straordinario. Un lavoratore si era rifiutato di partecipare a un corso programmato fuori dal suo turno, venendo per questo sospeso senza retribuzione. La Corte ha respinto il suo ricorso, chiarendo che l'espressione 'durante l'orario di lavoro' include qualsiasi prestazione esigibile dal datore, anche straordinaria, e sottolineando il dovere di collaborazione del dipendente per la tutela della sicurezza.
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Ricorso inammissibile: valutazione fatti in Cassazione
Una società impugnava la propria dichiarazione di fallimento, sostenendo l'insussistenza del credito vantato dall'ente creditore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito per una nuova valutazione dei fatti o dell'interpretazione contrattuale, compiti che spettano esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.
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Pagamento a soggetto non legittimato: la diligenza
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un pagamento a soggetto non legittimato, effettuato da un intermediario finanziario a un truffatore in possesso di un documento falso. La Corte ha rigettato il ricorso della società ordinante, stabilendo che l'intermediario ha agito con la dovuta diligenza professionale verificando un solo documento d'identità, il codice fiscale e la password, conformemente alle prassi e alle condizioni contrattuali. La mancata produzione della copia del documento in giudizio non costituisce, di per sé, prova di negligenza.
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Improcedibilità ricorso Cassazione: onere della prova
La Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato l'improcedibilità di un ricorso avverso una sentenza di fallimento. La decisione si fonda su un vizio procedurale: il ricorrente, erede dell'imprenditore defunto, non ha depositato la copia della sentenza d'appello munita della prova della sua notificazione, rendendo impossibile per la Corte verificare la tempestività dell'impugnazione. Questo caso evidenzia come il mancato adempimento di un onere processuale, come l'onere della prova sulla tempestività, possa precludere l'esame nel merito delle questioni sollevate, portando all'improcedibilità del ricorso per cassazione.
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Bonifico domiciliato: la diligenza dell’intermediario
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12801/2024, ha chiarito i limiti della responsabilità dell'intermediario in caso di pagamento di un bonifico domiciliato a un soggetto non legittimato che ha esibito un documento falso. La Corte ha stabilito che la responsabilità è di natura contrattuale e si valuta secondo il criterio della diligenza professionale. L'intermediario non è responsabile se dimostra di aver verificato con la dovuta cura il documento di identità presentato e gli altri elementi di sicurezza (come la password), non essendo tenuto, in assenza di specifiche previsioni normative o contrattuali, a richiedere un secondo documento o a conservarne una copia.
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Indennità di fine rapporto: la diffida è risolutiva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12803/2024, ha chiarito importanti principi in materia di contratto di agenzia. La controversia riguardava la richiesta di un'agente di commercio per l'indennità di fine rapporto, dopo che il contratto si era risolto a seguito di una diffida ad adempiere per il mancato pagamento di provvigioni da parte della società preponente. Le parti avevano raggiunto una transazione solo sulle provvigioni. La Cassazione ha stabilito che la Corte d'Appello ha errato nel ritenere che la transazione sulle provvigioni impedisse di esaminare il diritto alle indennità e nel considerare la diffida ad adempiere inefficace senza un successivo giudizio dichiarativo. La Corte ha ribadito che la diffida produce un effetto risolutivo automatico e che la transazione su una parte del credito non preclude la richiesta per altre voci, come l'indennità di fine rapporto. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Difetto di rappresentanza: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso complesso relativo a un difetto di rappresentanza processuale. La vicenda riguarda un'istanza di fallimento presentata da una società mandataria, la cui procura è stata contestata. La Corte d'Appello aveva revocato il fallimento ritenendo insanabile il vizio dopo la scadenza del termine perentorio. La Cassazione deve ora approfondire le modalità di applicazione dell'art. 182 c.p.c. e i poteri del giudice nel contesto specifico del procedimento prefallimentare, sottolineando la rilevanza della questione.
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Variazione inquadramento Inail: quando decorre?
Una società ha contestato la retroattività di una variazione inquadramento Inail, che comportava un aumento dei premi da versare. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, in assenza di colpa del datore di lavoro, la modifica ha effetto dal mese successivo alla comunicazione. La sentenza ribadisce il principio fondamentale di irretroattività a tutela dell'affidamento delle imprese.
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Licenziamento giusta causa: il caso della doppia conforme
Un ex quadro direttivo di un istituto di credito viene licenziato per irregolarità contabili e prelievi per oltre 700.000 euro. Dopo la conferma della legittimità del licenziamento in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del lavoratore, applicando il principio della "doppia conforme". La decisione sottolinea come il licenziamento per giusta causa sia fondato quando il vincolo fiduciario è irrimediabilmente compromesso.
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Adozione piena: Cassazione salva i legami affettivi
In un caso di adozione piena di minori, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto fondamentale. Pur confermando che l'adozione recide i legami giuridici con la famiglia d'origine, ha chiarito che il giudice può e deve valutare, caso per caso, il preminente interesse del minore a conservare relazioni socio-affettive significative e positive con alcuni parenti. La decisione, emessa a seguito di un intervento della Corte Costituzionale, introduce una flessibilità cruciale, distinguendo tra il piano formale-giuridico e quello affettivo-relazionale, ponendo il benessere psicologico del bambino al centro di ogni valutazione.
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Inefficacia garanzia: requisiti della diffida
Una banca ha finanziato un'impresa con un prestito garantito da un fondo pubblico. Al default dell'impresa, la banca ha chiesto il pagamento al garante, il quale ha contestato la validità della richiesta sostenendo che non rispettava i requisiti formali, causando l'inefficacia garanzia. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del garante. La Corte ha implicitamente confermato la decisione d'appello secondo cui, per evitare la decadenza della garanzia, è sufficiente una chiara manifestazione della volontà di riscuotere il credito, anche se la comunicazione formale manca di alcuni dettagli specifici. Il ricorso è stato respinto per un vizio procedurale, ovvero per non aver contestato correttamente le motivazioni della sentenza precedente.
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Ticket restaurant: spetta solo per lavoro effettivo?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, se previsto da un accordo aziendale, il diritto al ticket restaurant matura solo per le giornate di effettiva prestazione lavorativa. L'ordinanza chiarisce che l'accordo aziendale, sostituendo una precedente indennità di mensa, può legittimamente escludere il buono pasto per ferie, malattia e altri giorni non lavorati, anche se equiparati dal CCNL. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva dato un'interpretazione troppo letterale e frammentaria degli accordi, sottolineando l'importanza di valutare la comune intenzione delle parti e il loro comportamento successivo per una corretta ermeneutica contrattuale.
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Revoca contributo pubblico: quando è legittima?
Un caso riguardante la revoca di un contributo pubblico concesso a un'imprenditrice. Nonostante l'immobile destinato all'attività fosse stato danneggiato da un terremoto, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la legittimità della revoca per la mancata prova della persistenza della forza maggiore fino alla scadenza del termine ultimo per l'avvio dell'attività.
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Pegno su quote societarie: come si calcola l’imposta
La Cassazione chiarisce il calcolo dell'imposta di registro per il pegno su quote societarie. La base imponibile è la somma garantita, poiché le quote di S.r.l. non sono equiparabili a 'titoli' o denaro. La sentenza riforma la decisione d'appello e accoglie il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.
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