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Giurisprudenza Civile

Usucapione terreno: il possesso vince la proprietà
Una società immobiliare perde la proprietà di alcuni terreni a seguito di una causa per usucapione terreno. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, riconoscendo che un soggetto privato aveva esercitato per oltre vent'anni un possesso pacifico, pubblico e ininterrotto, realizzando e gestendo un impianto sportivo. I ricorsi della società, basati sulla presunta carenza di legittimazione ad agire dell'attrice e su una errata valutazione delle prove, sono stati respinti, consolidando l'acquisto della proprietà a titolo originario da parte della posseditrice.
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Onere della prova datore di lavoro: chi deve provare?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7454/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di onere della prova del datore di lavoro. In un caso riguardante il mancato pagamento di retribuzioni di risultato, un'azienda sanitaria pubblica sosteneva l'impossibilità di produrre la documentazione necessaria a causa del tempo trascorso. La Corte ha respinto il ricorso, affermando che spetta sempre al datore di lavoro (debitore) dimostrare di aver adempiuto correttamente alla propria obbligazione retributiva. La perdita o l'indisponibilità dei documenti non inverte l'onere della prova a carico del lavoratore.
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Onere della prova: investitore perde causa contro banca
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che rigettava la richiesta di risarcimento di un investitore contro un istituto di credito. Il caso sottolinea l'importanza dell'onere della prova: non è sufficiente una contestazione generica, ma l'investitore deve allegare specificamente gli inadempimenti della banca e provare il nesso causale con il danno subito. La Corte ha distinto tra la determinatezza della domanda (ammissibilità) e la sua fondatezza nel merito (prova), chiarendo che la prima non implica la seconda.
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Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?
Una società di gestione idrica, dopo due sentenze sfavorevoli riguardo la restituzione di somme per il servizio di depurazione, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, decide per la rinuncia al ricorso. La Corte Suprema dichiara estinto il giudizio e condanna la società rinunciante al pagamento delle spese legali, chiarendo che la rinuncia è efficace anche senza l'accettazione della controparte e che non comporta il raddoppio del contributo unificato.
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Possesso di buona fede e migliorie: stop indennità
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7445/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di possesso di buona fede. Se un contratto di compravendita viene risolto, l'acquirente non ha diritto all'indennità per i miglioramenti apportati all'immobile dopo la notifica della domanda giudiziale di risoluzione. Da quel momento, infatti, il suo possesso cessa di essere considerato in buona fede, trasformandolo in un mero custode del bene in attesa di restituzione.
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Prescrizione credito professionale: quando decorre?
Un avvocato ha richiesto il pagamento dei suoi compensi per un'attività svolta in un giudizio amministrativo, ma il cliente ha eccepito la prescrizione. La Corte di Cassazione ha chiarito che la prescrizione del credito professionale non decorre dalla scadenza del termine di inattività processuale, ma dal momento in cui il giudice dichiara formalmente l'estinzione del processo con un decreto. Fino a quel momento, il rapporto professionale non può considerarsi concluso.
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Concessione traslativa: chi paga l’esproprio?
In un caso di esproprio per pubblica utilità, la Corte di Cassazione ha stabilito che, nel contesto di una concessione traslativa regolata da leggi speciali per la ricostruzione post-sismica, l'unico soggetto responsabile per il pagamento dell'indennità è il concessionario e non l'ente pubblico concedente. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva erroneamente dichiarato la responsabilità solidale di entrambi, specificando inoltre che il calcolo dell'indennità deve seguire criteri riduttivi previsti da una legge speciale e non il pieno valore di mercato del bene.
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Rinuncia ricorso Cassazione: niente doppio contributo
Una società di fornitura idrica, dopo aver presentato ricorso in Cassazione, ha deciso di ritirarlo. La Corte Suprema ha dichiarato estinto il procedimento. La decisione chiarisce un punto fondamentale: in caso di rinuncia ricorso Cassazione, il ricorrente non è tenuto a pagare il doppio del contributo unificato. Questa sanzione, spiega la Corte, si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell'appello, essendo una misura eccezionale non estendibile per analogia.
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Nullità contratto bancario: la forma scritta è sacra
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito il principio fondamentale della nullità del contratto bancario in assenza della forma scritta. Il caso riguardava la richiesta di nullità di diversi conti correnti e contratti accessori da parte di una società e dei suoi soci contro un istituto di credito. La Corte ha stabilito che la mancanza della forma scritta comporta la nullità totale del rapporto, escludendo la possibilità di applicare meccanismi sostitutivi per il calcolo degli interessi. Di conseguenza, le parti sono tenute alla restituzione reciproca delle somme: il cliente deve restituire il capitale ricevuto con gli interessi legali, e la banca deve restituire tutti gli interessi percepiti. La Corte ha inoltre chiarito che anche i contratti accessori, come i conti per l'anticipo su fatture, richiedono una specifica pattuizione scritta che ne determini le condizioni economiche, non essendo sufficiente un mero collegamento funzionale a un contratto principale.
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Amministratore di sostegno: la volontà del beneficiario
La Corte di Cassazione conferma la sostituzione di un amministratore di sostegno familiare con un professionista esterno. La decisione si basa sulla volontà espressa dalla persona beneficiaria, affetta da patologia psichiatrica, che lamentava un rapporto difficile con il fratello amministratore. Il provvedimento sottolinea come la volontà del beneficiario sia un elemento cruciale da considerare per il suo benessere, prevalendo sulla mera gestione patrimoniale.
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Contratti Swap Nullità: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una banca, confermando la nullità di alcuni contratti swap stipulati con un'azienda. La decisione si fonda sulla violazione degli obblighi informativi, la non qualifica dell'azienda come "operatore qualificato", e la nullità strutturale dei contratti per mancanza di una causa meritevole di tutela, in quanto presentati come di copertura ma in realtà speculativi e privi di trasparenza sui costi e rischi (mark to market).
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Usucapione post esproprio: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7432/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di usucapione post esproprio. Il caso riguardava alcuni cittadini che rivendicavano la proprietà per usucapione di immobili già oggetto di un decreto di esproprio da parte di un ente pubblico. La Suprema Corte, allineandosi a una precedente pronuncia delle Sezioni Unite, ha chiarito che il decreto di esproprio, una volta emesso e notificato, è di per sé sufficiente a trasformare il possesso del precedente proprietario in mera detenzione. Di conseguenza, viene a mancare l'elemento soggettivo del possesso (l'animus possidendi), requisito indispensabile per l'usucapione, rendendo la domanda infondata. La Corte ha precisato che l'inerzia dell'ente pubblico nel prendere materialmente possesso del bene non rileva ai fini della configurabilità di un possesso utile all'usucapione.
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Ricorso per cassazione: inammissibile se prolisso
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia di diritto immobiliare. La decisione non entra nel merito della lite tra condomini, ma si fonda su un vizio di forma: il ricorso per cassazione, di 56 pagine, è stato giudicato caotico, prolisso e privo della necessaria esposizione sommaria dei fatti, violando così i requisiti dell'art. 366 c.p.c. e rendendo impossibile per la Corte comprendere la vicenda processuale.
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Consulenza tecnica d’ufficio: limiti e poteri del CTU
La Cassazione esamina un caso di contratti derivati, chiarendo i limiti di una consulenza tecnica d'ufficio (CTU). L'ordinanza rigetta il ricorso di un istituto di credito contro una condanna basata sulla CTU, affermando che in materia contabile il CTU può acquisire documenti non prodotti in causa. L'eccezione di nullità della CTU deve essere sollevata tempestivamente dal difensore, non bastando le osservazioni del consulente di parte. La Corte accoglie parzialmente il ricorso incidentale della società cliente, rinviando al giudice d'appello la valutazione su una domanda di nullità per costi occulti non esaminata in precedenza.
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Iura novit curia: Il Giudice deve applicare la legge
In una causa tra vicini per violazione delle distanze legali, la Corte di Cassazione ha affermato un principio fondamentale: in base al principio 'iura novit curia', il giudice ha il dovere di individuare e applicare le norme giuridiche pertinenti, inclusi i regolamenti edilizi locali, anche se non specificamente indicate dalla parte che agisce in giudizio. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente ritenuto 'nuova' e quindi inammissibile la domanda basata su tali regolamenti, rinviando il caso per un nuovo esame nel merito.
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Immobili da costruire: la tutela salta se l’opera è finita
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7411/2024, ha stabilito che la nullità del contratto preliminare per la mancata consegna della polizza fideiussoria, prevista a tutela degli acquirenti di immobili da costruire, non può essere fatta valere se l'immobile è stato completato al momento della domanda giudiziale. Questa specifica protezione è limitata alla fase di costruzione, per garantire l'acquirente dal rischio di insolvenza del costruttore prima della fine dei lavori.
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Rinuncia al ricorso e spese legali: la decisione
Una lavoratrice, dopo aver impugnato in Cassazione un decreto del Tribunale relativo all'ammissione al passivo fallimentare, ha effettuato una rinuncia al ricorso. Nonostante la richiesta di compensazione delle spese, la Corte di Cassazione, accogliendo l'istanza della controparte, ha dichiarato estinto il processo e ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese legali, applicando il principio di causalità.
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Rinuncia ricorso Cassazione: effetti sull’incidentale
Una società di gestione idrica rinuncia al proprio ricorso principale in Cassazione in una causa relativa a rimborsi per il servizio di depurazione. La Corte Suprema dichiara estinto il ricorso principale ma procede all'analisi del ricorso incidentale presentato da un'altra società, rigettandolo. La decisione chiarisce che la rinuncia al ricorso in Cassazione non annulla l'efficacia di un ricorso incidentale, il quale deve essere comunque esaminato nel merito.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7425/2024, ha dichiarato l'estinzione del giudizio in una controversia riguardante una servitù coattiva di passaggio ferroviario. La decisione è seguita a un accordo transattivo tra le parti e alla rinuncia alle domande da parte della società ricorrente. Di conseguenza, il processo si è concluso senza una sentenza di merito, e le spese legali sono state integralmente compensate tra i contendenti, evidenziando come la volontà delle parti possa porre fine a una lite anche nella fase di legittimità.
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Opponibilità cessione crediti: la Cassazione decide
Una società di factoring si è vista negare l'opponibilità di una cessione di crediti nei confronti del fallimento di un'impresa cliente. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7415/2024, ha riformato la decisione di merito, accogliendo quasi tutti i motivi di ricorso. L'ordinanza chiarisce punti fondamentali sull'opponibilità cessione crediti, stabilendo che un timbro postale può conferire data certa anche se apposto sul retro di un documento e che, per l'opponibilità, è sufficiente la prova del pagamento parziale del corrispettivo, non necessariamente riferito a specifici crediti. La causa è stata rinviata alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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