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Giurisprudenza Civile

Accettazione tacita amministratore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione conferma che l'accettazione tacita amministratore è valida se desunta da comportamenti concludenti, come la partecipazione a un'assemblea. Viene affermata la responsabilità dell'amministratore per 'culpa in vigilando' a causa del ritardato avvio della procedura fallimentare, con conseguente condanna al risarcimento del danno liquidato in via equitativa.
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Correzione errore materiale: spese legali dimenticate
La Corte di Cassazione interviene per la correzione di un errore materiale in una propria precedente ordinanza. Il provvedimento originale, pur accogliendo il ricorso di una cittadina contro l'Amministrazione Finanziaria, aveva omesso di liquidare le spese legali del giudizio di legittimità. La Corte ha stabilito che tale omissione costituisce un errore materiale emendabile, in quanto semplice svista e non contrasto con la motivazione, disponendo l'integrazione della decisione con la quantificazione delle spese dovute.
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Responsabilità amministratori: prova e onere probatorio
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni amministratori condannati per mala gestio. La decisione conferma che la prova della responsabilità degli amministratori può basarsi su gravi e ingiustificate anomalie contabili, come l'azzeramento di poste di bilancio e la mancata consegna dei libri sociali, senza che ciò costituisca un'inversione dell'onere della prova. Il principio della "doppia conforme" ha inoltre precluso il riesame dei fatti.
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Credito prededucibile: limiti nel concordato
Un consorzio edile richiedeva il pagamento prioritario (credito prededucibile) da una grande società di costruzioni in amministrazione straordinaria. Il credito era sorto mentre la società si trovava in concordato "in bianco". La Corte di Cassazione ha stabilito che un credito può essere considerato prededucibile solo se gli atti del debitore sono trasparenti e finalizzati a preservare il patrimonio per tutti i creditori. Poiché tale prova mancava, la Corte ha annullato la decisione del tribunale inferiore che aveva concesso la prededuzione, riaffermando la necessità di un controllo rigoroso per evitare abusi della procedura.
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Licenziamento disciplinare: onere della prova del datore
La Cassazione conferma l'illegittimità di un licenziamento disciplinare per presunto uso improprio di carte carburante. La Corte ha stabilito che la valutazione delle prove è di competenza dei giudici di merito e che l'onere della prova della condotta contestata grava interamente sul datore di lavoro, il quale non ha fornito prove sufficienti a sostegno dell'accusa.
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Prova nuova indispensabile: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8551/2024, ha cassato una sentenza d'appello che negava l'ammissione di documenti in un'azione revocatoria fallimentare. La Corte ha stabilito che una prova nuova indispensabile può essere ammessa in appello anche se la parte è incorsa in preclusioni nel primo grado di giudizio, poiché il criterio di indispensabilità prevale ai fini dell'accertamento della verità fattuale, a prescindere dalla negligenza della parte.
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Ordini di investimento: la ratifica per fatti concludenti
Un'investitrice ha citato in giudizio un istituto di credito in merito a degli acquisti di obbligazioni argentine, sostenendo che gli ordini di investimento fossero nulli. La Corte d'Appello, ribaltando la decisione di primo grado, ha dato ragione alla banca, affermando che tali ordini non necessitano della forma scritta e possono essere ratificati tramite comportamenti concludenti, come l'incasso delle cedole. La Corte di Cassazione ha confermato questa linea, respingendo il ricorso dell'investitrice e sottolineando che le contestazioni generiche sulla violazione degli obblighi informativi sono inammissibili.
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Danno doloso e RCA: l’assicurazione paga sempre?
Un venditore viene investito intenzionalmente dopo un'aggressione verbale. La Corte d'Appello conferma che il danno doloso è coperto da assicurazione RCA per tutelare la vittima e aumenta il risarcimento per danno morale, riconoscendo la gravità della condotta violenta dell'investitore.
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Litisconsorzio necessario: causa nulla senza eredi
Una causa intentata da un'erede designata contro un notaio per lo smarrimento di un testamento olografo è stata dichiarata nulla. La Corte d'Appello ha stabilito che la mancata citazione in giudizio degli eredi legittimi costituisce un vizio insanabile per violazione del litisconsorzio necessario, ordinando la riassunzione del processo in primo grado con l'integrazione del contraddittorio.
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Responsabilità professionale ingegnere: il caso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari contro un ingegnere, il cui progetto inesatto aveva causato problemi autorizzativi e una denuncia penale. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava il risarcimento per mancanza di una prova specifica e rigorosa dei danni subiti. Il caso sottolinea l'importanza dell'onere della prova nella responsabilità professionale ingegnere, anche a fronte di un errore accertato.
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Ricorso inammissibile: requisiti di forma e sostanza
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in un caso di revocatoria di un fondo patrimoniale. La decisione sottolinea la violazione dei requisiti formali, in particolare la mancata esposizione sommaria dei fatti e il mancato rispetto del principio di autosufficienza, impedendo alla Corte di esaminare il merito della questione.
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Ricorso inammissibile: principio di autosufficienza
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in una controversia su una fornitura commerciale. La decisione si fonda sulla violazione del principio di autosufficienza, poiché il ricorrente non ha adeguatamente riportato gli atti e i documenti essenziali, impedendo alla Corte di valutare il merito della questione. Viene inoltre ribadito il divieto per la Cassazione di riesaminare i fatti e l'applicazione della regola della 'doppia conforme'.
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Domanda di manleva: riproponibile se rigettata in rito
La Corte di Cassazione chiarisce un importante principio processuale: se una domanda di manleva viene rigettata per motivi puramente procedurali (pronuncia 'in rito'), come la tardività, ciò non preclude la possibilità di riproporla in un nuovo e separato giudizio. La decisione si fonda sulla distinzione tra giudicato formale, che si limita al singolo processo, e giudicato sostanziale, che decide il merito del diritto e impedisce future azioni. In questo caso, relativo a un contenzioso tra vettore e sub-vettore a seguito di un furto, la Corte ha stabilito che la prima dichiarazione di inammissibilità non aveva deciso sul diritto alla manleva, lasciando la porta aperta per una nuova azione legale.
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Prescrizione danno notaio: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di risarcimento danni contro un notaio per aver rogato e trascritto un atto di compravendita 'a non domino' (da chi non è proprietario) si prescrive in cinque anni. Il termine di prescrizione decorre non dalla cancellazione della formalità, ma dal momento in cui l'atto viene trascritto nei registri immobiliari. La Corte ha chiarito che la trascrizione di un atto inefficace non costituisce un illecito permanente, ma un illecito istantaneo, i cui effetti pregiudizievoli si esauriscono con il compimento dell'atto stesso.
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Danno da prodotto difettoso: la qualifica spetta al giudice
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8532/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di danno da prodotto difettoso. Anche se l'acquirente non specifica la norma di legge esatta nella sua richiesta di risarcimento contro il produttore, è compito del giudice qualificare giuridicamente i fatti presentati. La Corte ha chiarito che l'azione per ottenere il rimborso dei costi di sostituzione del bene difettoso rientra nella responsabilità extracontrattuale generale (art. 2043 c.c.), distinguendola dalla specifica disciplina sul danno da prodotto difettoso, che copre solo i danni a persone o altre cose.
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Intervento del terzo: quando è ammissibile nel processo
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'intervento del terzo in un processo civile è ammissibile anche dopo la scadenza dei termini per la proposizione di nuove domande per le parti originarie. Il caso riguardava dei creditori che erano intervenuti in una causa tra un acquirente e i venditori di un immobile per chiedere la revoca della vendita, ritenuta fraudolenta. La Corte ha rigettato il ricorso dell'acquirente, confermando che il terzo interveniente ha il diritto di proporre la propria domanda, pur dovendo accettare lo stato del processo al momento del suo ingresso.
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Mutatio libelli: l’intervento dell’assicuratore
Un'ordinanza della Cassazione affronta il tema della mutatio libelli nel contesto di una causa per risarcimento danni da furto di merci. A seguito del fallimento della società danneggiata, la compagnia assicurativa, già intervenuta nel processo, riassume la causa chiedendo la condanna diretta a proprio favore. La Corte suprema rigetta il ricorso della società responsabile, stabilendo che l'intervento dell'assicuratore in surroga è autonomo e la modifica della domanda non costituisce una mutatio libelli vietata, consolidando i diritti procedurali della compagnia.
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Responsabilità professionale notaio: il nesso causale
Una contribuente ha citato in giudizio un notaio per un'errata valutazione di un immobile in una dichiarazione di successione, sostenendo che ciò avesse causato un pesante accertamento fiscale per plusvalenza dopo la vendita del bene. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità professionale del notaio è esclusa. Il danno non derivava direttamente dall'errore del professionista, ma dalla successiva e autonoma omissione della contribuente, che non aveva dichiarato la plusvalenza nella propria dichiarazione dei redditi, interrompendo così il nesso causale.
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Lucro cessante immobile: la prova presuntiva basta
Una società proprietaria di un immobile ha citato in giudizio il condominio per i danni derivanti da infiltrazioni che hanno reso i locali inutilizzabili, chiedendo il risarcimento sia per i costi di ripristino sia per il lucro cessante dovuto alla mancata locazione. La Corte d'Appello aveva negato il risarcimento per il lucro cessante, ritenendo non fosse stata fornita una prova diretta. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che la prova del mancato guadagno può essere fornita anche in via presuntiva, deducendola dalla totale inagibilità del bene, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Ricorso inammissibile: il principio di autosufficienza
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in un caso di revocatoria fallimentare. La decisione si fonda sulla violazione del principio di autosufficienza del ricorso e sull'applicazione della regola della "doppia conforme", che si verifica quando due corti di merito giungono alla stessa conclusione. La Corte ha sottolineato che il ricorso non conteneva gli elementi necessari per essere esaminato nel merito, confermando così la condanna al pagamento emessa nei gradi precedenti.
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