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Giurisprudenza Civile

Indennità di esproprio: la valutazione del CTU

Un ente pubblico ha impugnato in Cassazione la determinazione dell’indennità di esproprio, lamentando vizi procedurali nella consulenza tecnica (CTU) e un’errata valutazione dell’immobile. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che le critiche al merito tecnico della perizia non sono ammissibili in sede di legittimità e che eventuali vizi procedurali erano stati sanati. Di conseguenza, anche il ricorso incidentale della controparte, volto a ridiscutere i criteri di calcolo dell’indennità, è stato dichiarato inefficace.

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Litisconsorzio necessario: Cassazione e rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello per violazione delle norme sul litisconsorzio necessario. In una causa per la divisione di un’eredità, era stata proposta una domanda riconvenzionale di usucapione senza notificarla a tutti i comproprietari, rimasti contumaci. La Suprema Corte ha stabilito che tale omissione vizia l’intero processo, poiché la domanda di usucapione deve essere decisa in contraddittorio con tutti gli interessati. Di conseguenza, il procedimento è stato rinviato al Tribunale di primo grado per essere celebrato nuovamente con la corretta integrazione del contraddittorio.

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Contributo di solidarietà: calcolo su tutta la pensione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1396/2025, ha stabilito che il contributo di solidarietà introdotto per il quinquennio 2012-2017 deve essere calcolato sull’intero importo delle pensioni erogate dai fondi speciali soppressi (come quello dei telefonici), e non solo sulla parte che eccede il trattamento del regime generale. La Corte ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, chiarendo che la finalità della norma era riequilibrare i fondi pensionistici, giustificando così il prelievo sull’intera prestazione maturata nel regime speciale.

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Procedimento disciplinare: da quando decorre il termine?

La Corte di Cassazione chiarisce il dies a quo per l’avvio del procedimento disciplinare a carico di un dipendente pubblico. Un agente di polizia municipale, sanzionato per un presunto conflitto di interessi, ha visto il suo ricorso respinto. La Corte ha stabilito che il termine per la contestazione non decorre da una generica notizia di stampa, ma dalla ricezione di una segnalazione dettagliata e “qualificata” da parte dell’organo competente. Viene inoltre confermata la legittimità dello spostamento del dipendente, qualificato come mera riassegnazione interna e non come trasferimento.

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Durata irragionevole processo e sospensione: il calcolo

La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo della durata irragionevole del processo per ottenere un’equa riparazione (Legge Pinto), il periodo in cui il giudizio è sospeso non deve essere conteggiato. Il Ministero della Giustizia aveva contestato un risarcimento che includeva un lungo periodo di sospensione. La Corte ha accolto il ricorso, chiarendo che la normativa esclude esplicitamente tale periodo e che eventuali danni derivanti dal ritardo del processo pregiudiziale devono essere oggetto di una domanda separata.

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Diritto di cronaca: quando la notizia non è diffamazione

Un professionista ha citato in giudizio una società editrice per un articolo ritenuto diffamatorio. Dopo una condanna iniziale al risarcimento, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, ritenendo l’articolo un legittimo esercizio del diritto di cronaca perché basato su notizie vere. La Corte di Cassazione ha confermato questa visione, rigettando il ricorso del professionista e stabilendo che la motivazione della corte territoriale, seppur sintetica, era sufficiente e che non vi era stata alcuna diffamazione.

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Patto di non concorrenza: modifica e validità

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla legittimità di una modifica al patto di non concorrenza in un contratto di agenzia. Un istituto di credito, dopo aver receduto dal patto, aveva subordinato l’erogazione di benefici economici aggiuntivi al rispetto di un nuovo, seppur diverso, obbligo di non concorrenza. La Corte ha rigettato il ricorso dell’agente, stabilendo che tale operazione non costituisce una clausola vessatoria o una violazione di legge, ma una legittima rimodulazione degli obblighi contrattuali, conforme ai principi di buona fede e correttezza, e in linea con la consolidata giurisprudenza.

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Mediazione obbligatoria polizza fideiussoria: no

Una società di costruzioni si oppone a un decreto ingiuntivo basato su una polizza fideiussoria, eccependo il mancato esperimento della mediazione obbligatoria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la controversia su una polizza fideiussoria non rientra tra i ‘contratti assicurativi, bancari e finanziari’ per cui è prevista la mediazione obbligatoria, rendendo l’eccezione infondata. La polizza fideiussoria ha funzione di garanzia, non assicurativa.

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Contributo di solidarietà: illegittimo se da casse private

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cassa di previdenza privata, confermando l’illegittimità del contributo di solidarietà imposto a un suo iscritto. La Corte ha ribadito che, in base all’art. 23 della Costituzione, solo una legge statale può introdurre prestazioni patrimoniali obbligatorie, e le casse non hanno questo potere. È stato inoltre confermato il termine di prescrizione decennale per la restituzione delle somme illegittimamente trattenute.

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Decreto ingiuntivo fallimento: quando è opponibile?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’opponibilità di un decreto ingiuntivo al fallimento dipende da un momento preciso: l’emissione del decreto di esecutorietà da parte del giudice. Se questo provvedimento interviene dopo la dichiarazione di fallimento, il credito non può essere ammesso al passivo sulla base del solo decreto ingiuntivo, anche se non opposto. La Corte ha però chiarito che le spese della procedura esecutiva già avviata e le domande subordinate di ammissione al chirografo devono essere comunque esaminate.

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Licenziamento oggettivo: nesso causale e rinvio

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo nonostante l’azienda avesse proceduto a nuove assunzioni. La sentenza chiarisce che, se le nuove assunzioni riguardano personale con contratti e mansioni diverse, non viene automaticamente interrotto il nesso di causalità tra la crisi aziendale e il recesso. Viene inoltre delineata l’ampia discrezionalità del giudice di rinvio nel riesaminare i fatti quando una precedente decisione è stata annullata per vizi di motivazione.

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Litispendenza e continenza: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di presunta litispendenza tra due cause. La prima, in appello, conteneva una domanda subordinata per qualificare un debito come chirografario. La seconda, un nuovo giudizio, chiedeva lo stesso accertamento e in più la quantificazione del debito secondo un piano concordatario. La Corte ha escluso la litispendenza, qualificando il rapporto come continenza, poiché le domande non erano identiche ma connesse. Di conseguenza, ha stabilito che il secondo giudizio non andava cancellato ma sospeso in attesa della definizione del primo.

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Prescrizione ripetizione indebito: quando decorre?

Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per recuperare i costi iniziali (up-front) pagati per un finanziamento stipulato nel 2004, sostenendo che non fossero dovuti. L’istituto ha eccepito la prescrizione del diritto. La Corte di Cassazione ha confermato che per la prescrizione ripetizione indebito di costi pagati all’inizio del rapporto, il termine decennale decorre dalla data del pagamento effettivo e non dalla fine del piano di ammortamento. Poiché i costi erano stati versati al momento dell’erogazione, l’azione del cliente è stata considerata prescritta e il suo ricorso inammissibile.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: i motivi di ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori contro una sentenza della Corte d’Appello che confermava un decreto ingiuntivo. L’opposizione a decreto ingiuntivo era basata su presunte carenze probatorie della banca, sulla mancata sottoscrizione di tutte le pagine del contratto e sulla richiesta di una CTU contabile. La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi, sottolineando che le contestazioni devono essere specifiche e non generiche, che la firma sull’ultima pagina vale per l’intero contratto e che la richiesta di CTU, se esplorativa, viene legittimamente negata. I ricorrenti sono stati anche condannati per lite temeraria.

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Decadenza ricorso braccianti agricoli: termini impugnazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un lavoratore agricolo, confermando la decadenza del suo diritto a impugnare la cancellazione dagli elenchi professionali. La sentenza chiarisce che il termine per il ricorso decorre dalla data di effettiva conoscenza del provvedimento, comunicata dall’Istituto Previdenziale insieme alla richiesta di restituzione delle prestazioni, e non dalla successiva pubblicazione online. La tardività del ricorso amministrativo ha comportato la decadenza anche dall’azione giudiziaria. Si tratta di un’importante pronuncia sulla decadenza ricorso braccianti agricoli.

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Prescrizione perequazione pensione: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2369/2025, ha confermato che il diritto a ottenere specifici incrementi sulla pensione, come la perequazione automatica, è soggetto alla prescrizione decennale. Il caso riguardava la richiesta di un pensionato di ricalcolare il proprio assegno in base a un beneficio abolito da decenni. La Corte ha distinto il diritto alla pensione, che è imprescrittibile, dai singoli ratei o maggiorazioni, che si prescrivono se non richiesti entro dieci anni.

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NASpI e lavoro autonomo: obbligo di comunicazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che chi percepisce l’indennità NASpI e svolge un’attività di lavoro autonomo preesistente deve comunicare il reddito presunto all’ente previdenziale entro 30 giorni dalla domanda. L’omissione o il ritardo in questa comunicazione comporta la decadenza dal diritto al sussidio. Questa ordinanza chiarisce che l’obbligo di comunicazione, finalizzato a verificare lo stato di bisogno effettivo, si applica non solo alle nuove attività ma anche a quelle già in essere al momento della richiesta della NASpI.

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Cessione del credito: chi prova l'esistenza del debito?

Un istituto di credito, in qualità di cessionario di alcuni crediti derivanti da fatture, ha agito contro il consorzio debitore per ottenerne il pagamento. Il consorzio ha contestato l’esistenza stessa dei crediti. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ribadito due principi fondamentali in materia di cessione del credito: l’onere di provare l’esistenza del credito grava sempre sul cessionario (la banca) e il silenzio del debitore ceduto alla notifica della cessione non costituisce riconoscimento del debito. Di conseguenza, il ricorso della banca è stato dichiarato inammissibile.

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Intermediazione finanziaria: obblighi della banca

La Corte di Cassazione conferma la responsabilità di un istituto di credito per le perdite subite da un cliente su obbligazioni di un emittente fallito. La sentenza ribadisce i doveri informativi e l’obbligo di autorizzazione specifica per operazioni di intermediazione finanziaria effettuate in contropartita diretta, considerate fuori mercato.

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Iscrizione Gestione Separata: obbligo per ingegneri

La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di iscrizione alla gestione separata per un ingegnere, già iscritto alla gestione coltivatori diretti. La Corte ha stabilito che l’iscrizione è dovuta per l’attività libero professionale. Inoltre, ha cassato la decisione di merito sulla prescrizione dei contributi, affermando che il giudice deve applicare d’ufficio le norme sulla sospensione dei termini introdotte a seguito di eventi sismici, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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