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Giurisprudenza Civile

Credito di regresso: quando si ammette al passivo?
Una società, coobbligata per un debito tributario di un'altra società poi fallita, ha chiesto di ammettere al passivo il proprio potenziale credito di regresso. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che il diritto di regresso sorge solo con il pagamento integrale del debito. Fino a quel momento, il credito è inesistente e non può essere ammesso al passivo, neppure con riserva, in quanto non costituisce un credito condizionato.
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Cessione del credito: sì all’azione diretta ex art. 149
Una società di noleggio, cessionaria del credito per risarcimento danni da sinistro stradale, agiva con azione diretta ex art. 149 Codice Assicurazioni. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per un vizio procedurale, la Cassazione ha enunciato il principio di diritto secondo cui la cessione del credito per risarcimento danni stradali legittima il cessionario ad utilizzare tale azione. La Corte ha stabilito che l'azione non ha carattere personale e si trasferisce insieme al credito.
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Perdita di chance: onere della prova per il risarcimento
Un dipendente ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria per non essere stato selezionato per un incarico direttivo, nonostante ritenesse di avere un curriculum migliore del candidato prescelto. La selezione era stata giudicata illegittima per difetto di motivazione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di risarcimento per perdita di chance, chiarendo che non è sufficiente dimostrare l'illegittimità della procedura. Il ricorrente ha l'onere di provare la concreta e significativa probabilità che avrebbe avuto di ottenere l'incarico, tenendo conto di tutti i criteri di valutazione dell'ente, non solo della comparazione dei curricula. Poiché tale prova non è stata fornita, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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Cancellazione società: i crediti non si estinguono
Una contribuente ha impugnato un avviso di accertamento basato sulla presunta sopravvenienza attiva derivante dalla cancellazione di una società sua creditrice. La Corte di Cassazione ha stabilito che la cancellazione società dal registro delle imprese non comporta l'estinzione automatica dei crediti, i quali si trasferiscono ai soci. Di conseguenza, non si genera alcun reddito tassabile per il debitore. La Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza e rinviando il caso alla commissione tributaria regionale.
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Conflitto di interessi: l’amico di tennis va escluso
La Corte di Cassazione ha confermato l'annullamento di una procedura di selezione interna a un ente pubblico a causa di un conflitto di interessi. Un rapporto di frequentazione abituale (nella specie, giocare a tennis) tra il presidente della commissione e il candidato vincitore è stato ritenuto sufficiente a ledere il principio di imparzialità. La Corte ha però negato il risarcimento al dipendente escluso, poiché la sua richiesta di danno da perdita di chance era stata formulata in modo generico e non specificamente provata.
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Lettera interruttiva prescrizione: quando è valida?
Una società ha citato in giudizio il proprio istituto di credito per addebiti illegittimi. La banca ha eccepito la prescrizione, ma la Corte d'Appello ha stabilito che la lettera interruttiva della prescrizione inviata dalla società era valida, pur non specificando l'importo esatto, poiché manifestava chiaramente la volontà di recuperare le somme. La Corte ha inoltre confermato la nullità di clausole di interesse indeterminate e ribadito che spetta alla banca provare le condizioni contrattuali. L'appello della banca è stato respinto, mentre quello incidentale della società è stato accolto, con un conseguente aumento della somma da restituire.
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Estinzione del processo per inattività delle parti
La Corte d'Appello di Ancona ha dichiarato l'estinzione del processo in una causa di appello riguardante l'invalidità di una delibera assembleare. La decisione è scaturita dalla ripetuta omissione delle parti nel depositare le memorie scritte, condotta equiparata alla mancata comparizione, che ha portato alla cancellazione della causa dal ruolo per inattività.
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Sequestro conservativo: quando si può ottenere?
Il Tribunale ha concesso un sequestro conservativo a favore di una società creditrice. La decisione si basa sulla prova del credito (fumus boni iuris) tramite fatture, e sul rischio di insolvenza del debitore (periculum in mora), desunto da un bilancio negativo e dalle dimissioni dell'amministratore.
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Rinuncia servitù di passaggio: è sempre valida?
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso complesso riguardante la validità della rinuncia alla servitù di passaggio. Il caso nasce dalla divisione di un fondo tra due fratelli, con un atto che escludeva future servitù. Successivamente, uno dei proprietari ha richiesto una servitù coattiva per accedere con mezzi meccanici, lamentando un'interclusione relativa. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, ritenendo valida la rinuncia in caso di accesso solo 'scomodo' e non 'impossibile'. La Cassazione ha ritenuto la questione di tale rilevanza da meritare una trattazione approfondita.
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Prelazione agraria: diritto esteso all’intero fondo
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di prelazione agraria di un coltivatore confinante sull'intero fondo venduto, anche sulle parti non boschive. La Corte ha stabilito che il taglio della legna è coltivazione e che, in caso di complesso unitario, la prelazione non può essere frazionata per non pregiudicare la gestione aziendale.
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Termine di grazia sfratto: quando è inammissibile?
Un locatore ha avviato uno sfratto per morosità contro i conduttori di un immobile locato per uso deposito. I conduttori si sono opposti, sostenendo che l'uso fosse in realtà abitativo e chiedendo un termine di grazia per sanare il debito. I tribunali di merito hanno respinto la richiesta, e la Corte di Cassazione ha confermato la decisione. La sentenza chiarisce che il termine di grazia è un beneficio esclusivo delle locazioni abitative; pertanto, se la natura residenziale del contratto non viene provata fin da subito, la richiesta di sanatoria non può essere accolta.
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Utilizzabilità CTU: la Cassazione fa chiarezza
In un caso di danni immobiliari, la Cassazione ha chiarito la questione sull'utilizzabilità CTU proveniente da un processo successivamente annullato per un vizio di notifica. La Corte ha stabilito che la perizia non è automaticamente inutilizzabile nel nuovo giudizio. Può essere validamente considerata come prova se viene correttamente acquisita e se alle parti è garantita la possibilità di discuterne e contestarne i contenuti, nel rispetto del principio del contraddittorio. La sentenza di appello, che l'aveva esclusa a priori, è stata cassata con rinvio.
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Prelazione agraria: tutti i requisiti per il confinante
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8338/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di prelazione agraria. Il caso riguardava la richiesta di riscatto di un fondo agricolo da parte del proprietario confinante. La Corte ha chiarito che, per esercitare validamente il diritto di prelazione, il proprietario del fondo confinante non solo deve essere un coltivatore diretto, ma deve anche soddisfare tutte le altre condizioni previste dall'art. 8 della legge n. 590 del 1965, originariamente dettate per l'affittuario. La sentenza di merito, che aveva erroneamente escluso la necessità di tali requisiti, è stata cassata con rinvio.
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Vincolo conformativo: no prelazione agraria su aree verdi
Dei proprietari terrieri hanno cercato di esercitare il diritto di prelazione agraria su un fondo confinante, ma la loro richiesta è stata respinta poiché il terreno era designato come "verde pubblico" nel piano urbanistico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che tale destinazione costituisce un vincolo conformativo, una restrizione urbanistica generale e senza scadenza che priva il terreno della sua natura agricola, impedendo così l'esercizio della prelazione.
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Concorso di colpa: quando l’appello è inammissibile
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 8360/2024, ha respinto il ricorso di un motociclista che contestava una sentenza d'appello per aver stabilito un concorso di colpa al 50% in un incidente stradale. La Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili, sottolineando che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme. Il ricorso è stato giudicato come un tentativo di rilettura delle prove, non consentito in sede di legittimità.
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Opposizione decreto ingiuntivo avvocato: vale il ricorso
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8325/2024, ha stabilito che l'opposizione a decreto ingiuntivo avvocato per compensi misti (giudiziali e stragiudiziali) può essere proposta anche con ricorso sommario ex art. 702-bis c.p.c. In tal caso, la tempestività dell'opposizione si valuta dalla data di deposito del ricorso, non dalla sua notifica, sanando l'errore sul rito e garantendo il diritto di difesa del cliente. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva dichiarato tardiva l'opposizione.
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Legittimazione del locatore: chi può agire in giudizio?
Un'inquilina ha contestato la legittimazione di un nuovo soggetto che si presentava come locatore a seguito di una semplice "rettifica" del contratto originale. La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione della Corte d'Appello sulla legittimazione del locatore era solo apparente e illogica. Una mera comunicazione non è sufficiente per trasferire la posizione di locatore, essendo necessaria una cessione del contratto accettata dall'inquilino. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Produzione documenti in appello: ecco quando è lecita
Una cittadina si oppone a una sanzione stradale, ma il suo ricorso viene dichiarato tardivo. In appello, il Tribunale rifiuta di considerare la prova di spedizione postale, applicando il divieto di nuove prove. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, chiarendo che la produzione documenti in appello è sempre ammessa se serve a dimostrare la regolarità e la tempestività degli atti processuali, distinguendola dalle prove sul merito della causa.
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Contestazione generica: inammissibile se manca prova
La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un debitore contro un'azione revocatoria. Anche in caso di presunta contestazione generica da parte del creditore, il motivo di appello fallisce se le allegazioni del debitore (in questo caso, su usura e violenza morale) sono ritenute dal giudice di merito incomplete e non provate. La Corte sottolinea che quando una sentenza si basa su più ragioni autonome, è necessario impugnarle tutte efficacemente.
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Azione revocatoria notifica: la Cassazione decide
Una banca agisce con azione revocatoria contro una donazione immobiliare tra madre (garante) e figlio, per tutelare il proprio credito. I debitori contestano la validità della notifica dell'atto introduttivo e, in appello, la nullità della fideiussione. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Viene stabilito che ai fini della validità dell'azione revocatoria notifica, prevale la dimora effettiva sulla residenza anagrafica e che l'eccezione di nullità della fideiussione, sollevata tardivamente, è inammissibile.
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