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Giurisprudenza Civile

Anatocismo bancario: la Cassazione esamina delibera CICR
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente versate a titolo di interessi anatocistici e commissioni. Le corti di merito hanno respinto la domanda. La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto di particolare rilevanza l'interpretazione della delibera CICR del 9 febbraio 2000 sull'anatocismo bancario. Con ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio della causa a pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza decidere nel merito.
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Sciopero occulto: Malattia di massa è sciopero?
Una massiccia e coordinata assenza per malattia dei vigili urbani durante la notte di Capodanno è stata qualificata come 'sciopero occulto'. La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione a carico delle organizzazioni sindacali, ritenute responsabili di aver promosso un'astensione illegittima in un servizio pubblico essenziale. La decisione si è basata su prove presuntive, come l'anomalo picco statistico di assenze, che ha svelato la natura fittizia delle giustificazioni e il reale intento di protesta.
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Lesione dell’affidamento: risarcimento e giurisdizione
L'ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione affronta il tema della lesione dell'affidamento del privato a seguito dell'annullamento giurisdizionale di un permesso di costruire. Dei cittadini, dopo aver avviato i lavori sulla base di un titolo edilizio poi dichiarato illegittimo, hanno chiesto il risarcimento dei danni al Comune. La Corte ha stabilito che la competenza a decidere su tale richiesta spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. La ragione risiede nel fatto che la causa non verte sull'esercizio del potere pubblico, ma sulla violazione, da parte dell'amministrazione, dei doveri generali di correttezza e buona fede, che hanno indotto il privato a sostenere spese poi rivelatesi inutili.
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Impegno di spesa ente locale: nullo senza copertura
Un gruppo di proprietari immobiliari stipula un accordo con un Comune per locare i propri appartamenti a famiglie bisognose, a fronte della garanzia del pagamento del canone da parte dell'ente. A seguito dell'inadempimento, i proprietari agiscono in giudizio. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del Comune, ha dichiarato la nullità assoluta dell'accordo, poiché privo del fondamentale requisito dell'impegno di spesa ente locale e della relativa attestazione di copertura finanziaria, come imposto dal Testo Unico degli Enti Locali. Di conseguenza, nessuna obbligazione è mai sorta in capo al Comune.
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Notifica sentenza: errore invalida termine breve appello
Un locatore ha impugnato una decisione che lo condannava a restituire canoni di locazione percepiti in eccesso. La Corte d'Appello aveva dichiarato l'impugnazione inammissibile per tardività. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che la notifica sentenza effettuata direttamente alla parte personalmente, e non al suo avvocato, non è idonea a far decorrere il termine breve di 30 giorni per proporre appello.
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Responsabilità datore di lavoro: quando è infortunio?
La Corte di Cassazione conferma la responsabilità del datore di lavoro per l'infortunio di un operaio caduto da un ponteggio. Anche se il lavoratore aveva sganciato la cintura di sicurezza, la Corte ha stabilito che la mancanza di adeguati punti di ancoraggio lo ha costretto a compiere un'azione insicura, rendendo l'azienda pienamente responsabile. La sentenza ribadisce l'ampiezza degli obblighi di sicurezza che gravano sull'impresa.
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Patto di non concorrenza: quando è nullo?
Un'azienda ha richiesto un'ingiunzione contro un ex dipendente per violazione del patto di non concorrenza. Il Tribunale ha dichiarato il patto nullo perché troppo restrittivo e con un compenso inadeguato, compromettendo la capacità reddituale del lavoratore. Accolta solo la richiesta di aggiornare il profilo social.
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Sentenza costitutiva: come ottenere il trasferimento
Un'azienda in fallimento ha citato in giudizio la promissaria acquirente per ottenere una sentenza costitutiva che trasferisse la proprietà di un'azienda, come da contratto preliminare. La convenuta ha eccepito la competenza arbitrale e vizi del bene, ma il Tribunale ha respinto le difese: la prima perché sollevata tardivamente, la seconda per mancanza di prove. Di conseguenza, ha ordinato il trasferimento dell'azienda e il pagamento del saldo prezzo.
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Opposizione all’esecuzione: quando è inammissibile
Un debitore ha presentato opposizione all'esecuzione contro un atto di precetto basato su un decreto ingiuntivo, sostenendo che il contratto sottostante non si fosse mai perfezionato. Il Tribunale di Brescia ha respinto l'opposizione, chiarendo che in sede di opposizione all'esecuzione si possono contestare solo i vizi formali del titolo esecutivo giudiziale e non le questioni di merito, che avrebbero dovuto essere sollevate opponendosi al decreto ingiuntivo stesso.
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Rinnovazione tacita: durata di 4 anni, non 4+4
La Corte di Cassazione chiarisce la durata della rinnovazione tacita per i contratti di locazione stipulati prima della L. 431/1998. In un caso riguardante un contratto del 1996, la Corte ha stabilito che, dopo il primo rinnovo sotto la nuova legge, le successive rinnovazioni tacite hanno una durata di quattro anni e non di 'quattro più quattro'. Il ricorso degli inquilini, che sostenevano il contrario basandosi su un presunto giudicato, è stato dichiarato inammissibile per difetto di autosufficienza e perché la decisione impugnata era conforme alla giurisprudenza consolidata.
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Domanda riconvenzionale opposizione: termini perentori
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13151/2024, chiarisce i termini per la proposizione della domanda riconvenzionale nell'ambito di un'opposizione agli atti esecutivi. Il caso riguardava una complessa vicenda esecutiva per la demolizione di opere su un tetto condominiale, dichiarata infungibile. La Corte ha stabilito che, sebbene la domanda riconvenzionale sia ammissibile in astratto, essa deve essere proposta nel termine perentorio di venti giorni previsto dall'art. 617 c.p.c., a pena di inammissibilità. La presentazione tardiva, avvenuta solo nella fase di merito del giudizio, è stata considerata un errore procedurale fatale.
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Diffamazione a mezzo stampa e verità della notizia
Un gruppo editoriale pubblica un articolo che collega un magistrato a una grave inchiesta per corruzione, pur specificando la sua "posizione defilata". La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione a mezzo stampa, stabilendo che creare un collegamento suggestivo con fatti a cui una persona è totalmente estranea viola il requisito della verità della notizia, anche se i singoli elementi sono veri. L'omissione di informazioni cruciali, come il fatto che il magistrato non fosse indagato, è risultata decisiva per la condanna.
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Eccezione di pagamento: quando rilevarla d’ufficio
Una società subappaltatrice si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di fatture. Dopo la condanna nei primi due gradi, ricorreva in Cassazione lamentando, tra le altre cose, la mancata considerazione di un pagamento già effettuato, sebbene l'eccezione fosse stata sollevata tardivamente. La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo, stabilendo che l'eccezione di pagamento, poiché estingue il diritto di credito, può essere rilevata dal giudice anche d'ufficio e in qualsiasi momento, persino in appello, a patto che sia provata. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Riserve oneri sicurezza: quando iscriverle per non decadere
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13152/2024, ha rigettato il ricorso di un'impresa edile, confermando che le riserve oneri sicurezza in un appalto pubblico devono essere iscritte tempestivamente nei documenti contabili. Anche se di carattere generale, questi costi non possono essere reclamati solo al conto finale. La Corte ha ribadito che l'onere di provare la tempestività della riserva spetta all'appaltatore, pena la decadenza dal diritto al compenso.
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Contributo sisma: prevale il catasto o la realtà?
Due fratelli richiedevano un contributo sisma per la ricostruzione, sostenendo che il loro immobile, pur risultando catastalmente unito ad un altro, fosse di fatto già diviso al momento del terremoto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva legittimamente dato maggior peso a una vecchia dichiarazione del proprietario originario che attestava l'unicità dell'immobile, rispetto a dichiarazioni più recenti. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione delle prove spetta al giudice di merito e che il contributo sisma è legato alla consistenza dell'immobile al momento dell'evento calamitoso, non a successive divisioni o ai singoli proprietari.
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Responsabilità professionale del direttore lavori: analisi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13157/2024, ha confermato la responsabilità professionale del direttore dei lavori per i danni derivanti da abusi edilizi, anche se le varianti erano state richieste dal committente. La Corte ha chiarito che la successiva sanatoria dell'abuso non modifica la natura della domanda di risarcimento, ma ne riduce solo l'importo. È stato inoltre escluso il concorso di colpa del committente, poiché il professionista ha il preciso dovere contrattuale di informarlo sulla necessità di ottenere i permessi.
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Risoluzione contratto: che succede se entrambi sbagliano?
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il caso di una richiesta di risoluzione contratto da parte di due società turistiche in conflitto. Entrambe si accusavano a vicenda di inadempimento. La Corte ha confermato la decisione di merito che ha dichiarato il contratto risolto per mutuo dissenso, non potendo attribuire la colpa a nessuna delle parti. La sentenza chiarisce il principio della "cristallizzazione dell'inadempimento", secondo cui gli eventi successivi all'avvio della causa sono irrilevanti.
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Diffamazione a mezzo stampa: la Cassazione decide
Un medico ha citato in giudizio un quotidiano per diffamazione, a causa di articoli che riportavano inesattezze su una sua radiazione e una condanna penale. Dopo un lungo iter processuale, la Corte di Cassazione ha stabilito che la liceità di un articolo va valutata sulla base dei fatti noti al momento della pubblicazione, non di eventi successivi. In tema di diffamazione a mezzo stampa, un'inesattezza è diffamatoria solo se rende la narrazione significativamente più offensiva rispetto alla verità. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Danni da cose in custodia: la prova del nesso causale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di un proprietario immobiliare condannato per danni da infiltrazioni. Il caso verteva sulla responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.). La Corte ha stabilito che le censure relative a presunte omissioni o errori nella consulenza tecnica d'ufficio (CTU) sono inammissibili se non viene dimostrata la loro decisività ai fini del giudizio. Inoltre, ha ribadito che l'accertamento del nesso causale, basato sul criterio del "più probabile che non" e adeguatamente motivato dai giudici di merito, non è sindacabile in sede di legittimità, confermando la condanna basata su una ripartizione di responsabilità tra le parti.
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Commissione conto corrente: quando è dovuta per legge?
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una commissione conto corrente richiesta da un ente postale a un'agenzia di riscossione per la gestione dei versamenti ICI. L'ordinanza chiarisce che l'obbligo di aprire un conto corrente, imposto dalla legge, non implica la gratuità del servizio. La Corte ha rigettato il ricorso principale dell'agenzia, confermando il diritto dell'ente postale a un corrispettivo, ma ha accolto in parte il ricorso incidentale dell'ente postale, rinviando alla Corte d'Appello la valutazione su un periodo specifico per cui non erano previsti obblighi di pubblicizzazione delle tariffe.
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