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Giurisprudenza Civile

Indennità mansioni superiori: calcolo e prescrizione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni dipendenti scolastici che svolgevano mansioni superiori. È stato confermato che l'indennità mansioni superiori va calcolata sottraendo l'intero trattamento retributivo goduto dal dipendente dallo stipendio iniziale della qualifica superiore. Inoltre, la prescrizione quinquennale per i crediti retributivi decorre in costanza di rapporto di lavoro, data la stabilità del pubblico impiego.
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Retribuzione posizione variabile: Cassazione e requisiti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di una dirigente medica contro un'Azienda Sanitaria Locale. La controversia riguardava la riduzione della retribuzione di posizione variabile e la successiva compensazione con la retribuzione di risultato. La Corte ha stabilito che la retribuzione di posizione variabile non costituisce un diritto acquisito fino alla definitiva graduazione delle funzioni da parte dell'ente, specialmente in seguito a una riorganizzazione. Inoltre, ha confermato la legittimità della 'compensazione impropria', ovvero un mero conguaglio contabile tra dare e avere all'interno dello stesso rapporto di lavoro, che non richiede i rigidi requisiti della compensazione legale.
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Indennità funzioni superiori: la guida al calcolo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28922/2025, interviene sul calcolo dell'indennità funzioni superiori per il personale amministrativo della scuola. Mentre conferma la legittimità del metodo di calcolo che considera l'intera retribuzione del dipendente, stabilisce un principio fondamentale: la 'posizione economica' maturata, pur riducendo l'importo dell'indennità differenziale, deve comunque essere corrisposta. La Corte ha accolto il ricorso su questo punto, impedendo che un elemento retributivo autonomo venga di fatto azzerato, e ha cassato con rinvio la sentenza d'appello.
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Inquadramento lavoratore trasferito: cosa conta?
Una lavoratrice del settore sanitario, trasferita dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale, ha richiesto un inquadramento in una fascia economica superiore basandosi sull'intera anzianità di servizio maturata. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che nell'inquadramento del lavoratore trasferito prevale la salvaguardia del trattamento economico già percepito (il cosiddetto 'maturato economico'), anche tramite un assegno 'ad personam', piuttosto che il riconoscimento automatico dell'anzianità pregressa ai fini della progressione di carriera nel nuovo ente. L'anzianità di servizio viene comunque riconosciuta per altri fini, come quelli previdenziali e giuridici.
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Accesso illecito dati: licenziamento proporzionato
Una dipendente di un'azienda ospedaliera è stata licenziata per aver effettuato un accesso illecito ai dati sanitari dei propri vicini di casa per ragioni personali. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, ritenendo la condotta una violazione talmente grave del vincolo fiduciario da rendere proporzionata la massima sanzione disciplinare, anche in considerazione della natura sensibile delle informazioni consultate.
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Dispensa dal servizio docente: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della dispensa dal servizio di una docente dopo due valutazioni negative consecutive del suo anno di prova. La sentenza chiarisce che le violazioni procedurali di decreti ministeriali, considerati direttive amministrative e non leggi, non rendono automaticamente illegittimo il provvedimento. Inoltre, viene ribadito che la contestazione del mancato apprezzamento delle prove deve colpire il nucleo centrale della decisione del giudice di merito e non può limitarsi a riproporre istanze istruttorie.
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Mansioni superiori scuola: come si calcola la paga?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni assistenti amministrativi che svolgevano mansioni superiori scuola. La Corte ha confermato che, in base alla legge n. 228/2012, l'indennità per tali mansioni si calcola sottraendo l'intero stipendio dell'assistente (inclusa l'anzianità) dallo stipendio iniziale della qualifica superiore. Di conseguenza, l'indennità diminuisce con l'aumentare dell'anzianità del dipendente, potendo anche azzerarsi, un meccanismo ritenuto legittimo.
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Canone demaniale: giurisdizione e nuove eccezioni
Una società balneare contesta l'aumento del canone demaniale. La Cassazione respinge il ricorso dell'Agenzia del Demanio, confermando la giurisdizione del giudice ordinario e l'inammissibilità di nuove questioni sollevate solo in appello. La Corte chiarisce la distinzione tra mere difese e nuove eccezioni.
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Canone demaniale: calcolo e pertinenze commerciali
La Corte di Cassazione conferma la legittimità del calcolo del canone demaniale basato su valori OMI commerciali per un'area ristorante-bar all'interno di uno stabilimento balneare. Il ricorso della società concessionaria è stato respinto perché i motivi sono stati giudicati inammissibili, in quanto miravano a un riesame dei fatti o erano stati formulati in modo proceduralmente errato, mescolando diverse censure.
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Onere della prova: chi prova i versamenti in conto?
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul riparto dell'onere della prova in una controversia tra un correntista e una banca. Il caso riguardava la richiesta di restituzione di somme versate per coprire una presunta scopertura di conto, che il cliente sosteneva fosse stata generata da mancate registrazioni di versamenti da parte dell'istituto. La Suprema Corte ha stabilito un principio chiaro: spetta al cliente dimostrare di aver effettuato il versamento, ma una volta fornita tale prova, grava sulla banca l'onere della prova di aver correttamente utilizzato o accreditato tali somme. L'appello della banca è stato respinto.
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Occupazione senza titolo: la P.A. può agire via ruolo
Una cittadina si opponeva a un'ingiunzione di pagamento per l'occupazione senza titolo di un'area demaniale. La Corte d'Appello le dava ragione, ritenendo necessario un preventivo titolo esecutivo giudiziale. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la normativa speciale (L. 311/2004) consente all'Amministrazione di determinare e riscuotere l'indennità direttamente tramite iscrizione a ruolo, dopo due richieste di pagamento, senza bisogno di una precedente sentenza.
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Mutuo solutorio: la Cassazione conferma la validità
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società e dei suoi garanti che contestavano la validità di un mutuo solutorio, ovvero un prestito finalizzato a coprire un debito preesistente con lo stesso istituto di credito. La Corte ha confermato la piena legittimità di tale contratto, specificando che si perfeziona con la messa a disposizione giuridica della somma, anche se questa viene immediatamente utilizzata per estinguere il debito precedente. È stata inoltre ribadita la validità della normativa post-2000 in materia di anatocismo bancario.
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Notifica persona giuridica: quando è valida senza avviso
Una società contesta una cartella di pagamento, lamentando la nullità della notifica dell'atto presupposto. La Cassazione chiarisce che la notifica persona giuridica, se consegnata a un dipendente presso la sede, è valida anche senza l'invio della raccomandata informativa, poiché la consegna si considera avvenuta direttamente al destinatario.
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Ricorso per cassazione inammissibile: i requisiti
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un debitore contro la sentenza che aveva ritenuto inefficaci alcuni suoi atti di disposizione patrimoniale. La decisione si fonda sulla genericità e aspecificità dei motivi di ricorso, che miravano a un riesame del merito della causa, non consentito in sede di legittimità. La Suprema Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione inammissibile non permette di entrare nel vivo della controversia se non vengono rispettati precisi requisiti formali.
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Azione revocatoria e simulazione: i limiti del cumulo
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28867/2025, interviene su un caso complesso riguardante la tutela di un creditore di fronte a una catena di vendite immobiliari. La Corte ha stabilito un importante principio: l'azione revocatoria non può essere esercitata "a cascata" contro un atto di disposizione del subacquirente (cioè, chi ha comprato da chi ha comprato dal debitore). Tale azione è esperibile solo contro gli atti del debitore originario. Tuttavia, la Corte ha chiarito che l'azione di simulazione è completamente autonoma e può essere proposta indipendentemente dall'esito della revocatoria, cassando la decisione della Corte d'Appello che le aveva erroneamente collegate.
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Mutuo solutorio: legittimo per la Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di alcuni debitori che contestavano la validità di un contratto di mutuo solutorio, stipulato per ripianare debiti pregressi di società a loro collegate. La Corte ha stabilito che tale contratto è pienamente legittimo anche se la somma erogata non viene materialmente consegnata ma solo accreditata su un conto corrente e immediatamente utilizzata per estinguere le passività verso la banca stessa. L'accredito, infatti, è sufficiente a integrare la 'disponibilità giuridica' della somma, perfezionando così il contratto.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Un operatore di telecomunicazioni contesta un canone di locazione a un Comune. Dopo aver perso in appello, presenta ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima della decisione, presenta una dichiarazione di rinuncia al ricorso, accettata dal Comune con accordo sulle spese. La Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio.
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Ripetizione indebito: interessi e oneri fiscali
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una società fornitrice di energia a rimborsare a un'azienda cliente le somme indebitamente pagate a titolo di addizionale provinciale sull'accisa. Con questa ordinanza, la Corte ha rigettato il ricorso della fornitrice, stabilendo che l'azione di ripetizione indebito era fondata a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma impositiva. Inoltre, ha chiarito che il tasso di interesse maggiorato, previsto dall'art. 1284 c.c., si applica anche a obbligazioni non contrattuali come quella derivante da un pagamento non dovuto.
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Azione revocatoria: la prova della scientia damni
Un ente comunale ha intentato un'azione revocatoria per diversi atti di disposizione patrimoniale compiuti da un suo debitore. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ribadendo che, per gli atti successivi al sorgere del credito, il creditore deve dimostrare la consapevolezza del terzo acquirente (scientia damni) del pregiudizio arrecato. La Corte ha precisato che la valutazione di tale consapevolezza, se adeguatamente motivata dai giudici di merito, non è sindacabile in sede di legittimità.
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Danni da animali: chi paga se il cane è di un altro?
Il proprietario di un gregge, danneggiato dall'attacco di un cane pastore, cita in giudizio il proprietario dell'animale. Quest'ultimo tenta di trasferire la colpa al proprio dipendente, custode di fatto del cane. La Corte di Cassazione, confermando le sentenze precedenti, stabilisce che la responsabilità per i danni da animali ricade su chi ne trae un'utilità, non sul mero custode. Il ricorso viene dichiarato inammissibile.
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