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Giurisprudenza Civile

Prelazione agraria: scelta tra più confinanti
In un caso di prelazione agraria, un coltivatore ha citato in giudizio l'acquirente di un terreno confinante per esercitare il diritto di riscatto, sostenendo di non essere stato informato della vendita. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in presenza di più confinanti aventi diritto, il giudice deve scegliere il soggetto più idoneo a realizzare un accorpamento funzionale dei terreni. È stato inoltre chiarito che l'acquirente non necessita di una domanda riconvenzionale per difendere la propria posizione, essendo sufficiente dimostrare il possesso dei requisiti di legge per innescare una valutazione comparativa da parte del giudice.
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Abuso del diritto di voto: no se il bilancio è irregolare
In una S.r.l. con due soci paritetici, anche amministratori, il voto contrario di un socio all'approvazione del bilancio non costituisce abuso del diritto di voto se la proposta non è stata preventivamente approvata dall'organo amministrativo nel suo complesso. La Corte di Cassazione ha stabilito che il rispetto della procedura, che attribuisce la paternità del progetto di bilancio all'intero organo gestorio, è un requisito fondamentale, e la sua violazione giustifica il dissenso del socio, a prescindere da obiezioni sul merito del documento contabile.
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Principio di non contestazione e danni: la Cassazione
Un fornitore di vernici, dopo aver vinto in primo grado contro un rivenditore che lo accusava di violazione dell'esclusiva, si è visto condannare in appello al pieno risarcimento richiesto. La Corte d'Appello aveva erroneamente applicato il principio di non contestazione, ritenendo che il fornitore non avesse contestato l'ammontare dei danni. La Cassazione ha annullato la sentenza, chiarendo che le contestazioni sul 'quantum' del danno sono mere difese e non devono essere riproposte esplicitamente in appello dall'appellato vittorioso. Il principio di non contestazione non opera per la quantificazione dei danni, che richiede sempre una valutazione del giudice.
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Responsabilità del tesoriere: l’obbligo di diligenza
Un ente comunale ha citato in giudizio il proprio istituto di credito tesoriere per aver eseguito un pagamento in modo errato, basandosi su istruzioni che contenevano un IBAN sbagliato. La Corte di Cassazione ha stabilito la responsabilità del tesoriere, affermando che, nonostante l'errore dell'ente, la banca avrebbe dovuto rilevare l'incongruenza palese tra due mandati di pagamento destinati a beneficiari diversi e chiedere chiarimenti. Non facendolo, ha violato il proprio dovere di diligenza professionale, con conseguente annullamento della precedente decisione di appello.
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Amministratore di fatto: quando vincola la società?
Una società alberghiera ha citato in giudizio il suo fornitore di servizi IT per un presunto malfunzionamento di un canale televisivo privato. La Corte d'Appello ha respinto la richiesta, ritenendo che l'amministratore di fatto della società avesse accettato il servizio senza riserve firmando un verbale di consegna. La società, inoltre, aveva continuato a pagare per tre anni senza contestazioni scritte. La Corte di Cassazione ha confermato questa decisione, consolidando i principi sulla figura dell'amministratore di fatto e stabilendo che la sua accettazione dell'opera è sufficiente a vincolare la società, senza necessità di una ratifica formale.
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Eccezione di incompetenza: come formularla bene
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7873/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in una causa relativa a un patto fiduciario per quote societarie. La decisione si fonda principalmente su vizi procedurali, tra cui una scorretta formulazione dell'eccezione di incompetenza territoriale, che non contestava tutti i fori alternativi previsti dalla legge. La Corte ha ribadito che tali eccezioni devono essere complete e specifiche e che il ricorso per cassazione non può mirare a un riesame dei fatti.
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Onere probatorio bollette: chi prova il consumo?
In un caso riguardante una bolletta elettrica contestata da una società alberghiera, la Corte di Cassazione ha stabilito che l'onere probatorio spetta al fornitore. Se l'utente contesta i consumi, è la società energetica a dover dimostrare il perfetto funzionamento del contatore. La rimozione del contatore, che impedisce una verifica tecnica, gioca a sfavore del fornitore. Di conseguenza, il ricorso delle società energetiche è stato dichiarato inammissibile.
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Giudizio di rinvio: i limiti del giudice
In una controversia su una locazione abitativa, la Corte di Cassazione chiarisce i poteri del giudice nel giudizio di rinvio. La Corte ha rigettato il ricorso di un'inquilina, stabilendo che il giudice di rinvio non può riesaminare questioni coperte da giudicato, formatosi a seguito di una precedente dichiarazione di inammissibilità di un motivo di ricorso. Il mandato del giudice è strettamente limitato ai punti specifici indicati dalla Cassazione per il nuovo esame.
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Decadenza garanzia vizi appalto: la Cassazione decide
Un committente ha richiesto l'ammissione al passivo fallimentare di un'impresa costruttrice per vizi dell'opera e per un credito ceduto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La richiesta di risarcimento per i difetti è stata respinta a causa della tardiva denuncia, integrando la decadenza garanzia vizi appalto. Anche la pretesa derivante dalla cessione del credito è stata rigettata per carenza di prova sia del credito stesso che dell'atto di cessione.
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Litisconsorte necessario: il terzo pignorato è parte
Una società tecnologica si opponeva a un pignoramento presso terzi avviato dall'Agenzia delle Entrate. La Corte di Cassazione, rilevando d'ufficio un vizio procedurale, ha annullato le sentenze di merito. Il motivo è la mancata partecipazione al giudizio del terzo pignorato (le banche), considerato litisconsorte necessario. Il processo dovrà ricominciare da capo con la corretta inclusione di tutte le parti.
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Modifica domanda giudiziale: quando è ammissibile?
Una controversia immobiliare su lavori di sbancamento e deflusso delle acque si trasforma in un caso di procedura civile. La questione centrale riguarda la possibilità per l'attore di introdurre una domanda di usucapione in risposta alla difesa del convenuto. L'ordinanza interlocutoria analizza i limiti della modifica domanda giudiziale ex art. 183 c.p.c., rimettendo la decisione alle Sezioni Unite della Cassazione per chiarire se una domanda nuova, consequenziale alla difesa avversaria, possa essere considerata una modifica ammissibile.
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Motivo di ricorso: perché la Cassazione lo boccia
Un'agenzia di promozione ha citato in giudizio una società sportiva per inadempimento contrattuale. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso dell'agenzia per mancanza di specificità e cumulo improprio delle censure, confermando la decisione d'appello che negava il risarcimento del danno per carenza di prova. La sentenza sottolinea il rigore formale necessario per redigere un valido motivo di ricorso.
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Collegamento negoziale: non estingue la fideiussione
Un fideiussore, garante per un finanziamento ponte concesso a una società immobiliare, sosteneva che la sua garanzia personale si fosse estinta a seguito di un successivo e più ampio finanziamento erogato da un pool di banche e garantito da un'ipoteca. Il garante invocava l'esistenza di un collegamento negoziale tra i due finanziamenti, finalizzati allo stesso progetto immobiliare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. Ha stabilito che l'accertamento del collegamento negoziale è una valutazione di fatto e che, in ogni caso, una garanzia reale può coesistere con una personale per lo stesso credito, senza che la prima estingua automaticamente la seconda.
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Fideiussione antitrust: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7834/2024, ha rigettato il ricorso di un istituto di credito contro la decisione della Corte d'Appello che aveva dichiarato la nullità di una clausola in un contratto di fideiussione. Il caso riguarda una garanzia stipulata sulla base di uno schema ABI, dichiarato anticoncorrenziale dalla Banca d'Italia. La Suprema Corte ha confermato che la tutela contro le pratiche anticoncorrenziali si estende a tutti i soggetti del mercato, non solo ai consumatori. Ha inoltre stabilito che la nullità della clausola che deroga all'art. 1957 c.c. opera anche per i contratti stipulati prima dell'accertamento formale dell'intesa, se questa era già in atto. Questa decisione rafforza la tutela del garante in caso di fideiussione antitrust.
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Responsabilità distributore energia: quando è esclusa?
Un agricoltore subisce un'interruzione di corrente per 90 giorni e fa causa alla società di distribuzione. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, escludendo la responsabilità del distributore di energia. La Corte chiarisce che il furto di cavi costituisce caso fortuito e che l'assenza di un contratto diretto è una difesa proponibile anche in appello.
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Delibera consiliare: vincoli per i soci cooperatori
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7875/2024, ha stabilito che una delibera consiliare di una società cooperativa non può imporre ulteriori obblighi di pagamento ai soci, se tale potere non è espressamente previsto dallo statuto. Il caso riguardava la richiesta di un pagamento aggiuntivo a un socio per la partecipazione a una fiera, basata su una delibera successiva al contratto originario già saldato. La Corte ha ritenuto tale delibera inefficace, in quanto esulava dai poteri degli amministratori, confermando che l'unica fonte dell'obbligazione era il contratto iniziale.
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Cessione in blocco: onere della prova del credito
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7866/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società veicolo. La società, subentrata in un credito tramite una cessione in blocco, non ha fornito la prova specifica che il credito oggetto della causa fosse effettivamente compreso nel portafoglio trasferito. Secondo la Corte, la sola pubblicazione dell'avviso di cessione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a soddisfare l'onere probatorio sulla titolarità del singolo credito.
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Cessazione materia del contendere: accordo e sentenza
Un dipendente, dopo aver ottenuto in appello il riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, si è visto opporre un ricorso per cassazione dalla banca datrice di lavoro. Tuttavia, prima della discussione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo. La Corte di Cassazione, prendendo atto della conciliazione, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, annullando di fatto gli effetti della sentenza d'appello e compensando le spese legali come pattuito tra le parti.
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Onere della prova: Cassazione su interpretazione
Una società ha contestato il pagamento di royalties su un secondo impianto, sostenendone l'autonomia. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando le decisioni di merito che ritenevano non assolto l'onere della prova riguardo tale autonomia. La Corte ha ribadito che l'interpretazione del contratto e la valutazione delle prove spettano al giudice di merito, se logicamente motivate.
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Onere della prova caduta scala: la Cassazione decide
Una cittadina cita in giudizio un'azienda sanitaria per i danni subiti a seguito di una caduta da una scala priva di corrimano. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: l'onere della prova del nesso causale grava sul danneggiato. Non è sufficiente dimostrare di essere caduti *sulla* scala, ma è necessario provare che la caduta sia stata *causata* da una sua anomalia o condizione intrinseca, adempiendo così all'onere della prova richiesto dall'art. 2051 c.c. per la responsabilità da cose in custodia.
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