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Giurisprudenza Civile

Rimborso spese mezzo proprio: quando spetta?
Una società di trasporti ha richiesto a un suo autista di iniziare il lavoro da una sede diversa e più lontana da quella pattuita, imponendogli di fatto l'uso del proprio veicolo. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto del lavoratore al rimborso spese mezzo proprio, stabilendo che un accordo aziendale forfettario, inteso a compensare il tempo di viaggio extra, non esclude il rimborso previsto dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) per l'utilizzo del veicolo privato nell'interesse aziendale.
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Proposta di concordato: il limite invalicabile
La Corte di Cassazione, con ordinanza del 12 marzo 2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia fallimentare. Una proposta di concordato è inammissibile se offre ai creditori privilegiati un pagamento inferiore a quanto otterrebbero dalla liquidazione dei beni. La Corte ha chiarito che la stima del ricavato dalla liquidazione, effettuata da un perito, costituisce un parametro vincolante e non meramente indicativo per garantire la tutela minima dei creditori.
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Compensazione pecuniaria volo: diritto anche senza attesa
La Corte di Cassazione stabilisce che la compensazione pecuniaria per un volo in ritardo di oltre tre ore spetta al passeggero a prescindere dal luogo in cui ha atteso la nuova partenza. Anche se informato del ritardo e rimasto in hotel, il passeggero ha diritto al risarcimento perché il danno consiste nella perdita di tempo, un pregiudizio oggettivo. La Corte ha inoltre corretto la decisione del giudice d'appello sulla compensazione delle spese legali, affermando che non possono essere usate come strumento punitivo contro la parte vincitrice.
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Diritto di critica e diffamazione: il caso del prof
Un professore universitario, autore di un libro, viene citato in giudizio per diffamazione da due colleghi a causa di frasi contenute nella prefazione, ritenute lesive della loro reputazione. Le frasi denunciavano presunti conflitti di interesse legati ai familiari dei due docenti e a una casa editrice. Mentre la Corte d'Appello aveva condannato l'autore, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, affermando la prevalenza del diritto di critica. Secondo la Suprema Corte, le affermazioni, sebbene aspre, rientravano in un più ampio e legittimo dibattito sullo stato del sistema universitario, basandosi su un nucleo di fatti veritieri.
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Iscrizione a ruolo appello: errore e inammissibilità
Una cittadina otteneva in primo grado il rimborso di somme versate per il permesso di soggiorno. Le Amministrazioni soccombenti proponevano appello, ma a causa di un errore nell'iscrizione a ruolo, depositando atti relativi a un altro procedimento, il gravame è stato dichiarato improcedibile dalla Corte di Cassazione. La decisione sottolinea che un errore nell'iscrizione a ruolo appello è un vizio insanabile che porta alla declaratoria di inammissibilità, assorbendo ogni altra questione di merito.
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Compensazione crediti: quando manca la reciprocità?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6456/2024, ha rigettato il ricorso di un Comune che intendeva estinguere un debito verso l'Amministrazione Statale tramite la compensazione con un credito vantato verso una società terza. La Suprema Corte ha ribadito che la compensazione crediti richiede il requisito essenziale della reciprocità, ovvero le parti devono essere reciprocamente debitore e creditore. L'assenza di tale condizione impedisce l'operatività dell'istituto, confermando la decisione della Corte d'Appello.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia del ricorrente, un ex amministratore locale condannato a pagare personalmente per lavori commissionati senza seguire le norme. L'accettazione della rinuncia da parte dei resistenti ha chiuso definitivamente la vicenda processuale.
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Responsabilità amministratori locali: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6432/2024, ha chiarito i limiti della responsabilità amministratori locali per i debiti contratti dall'ente. Un professionista aveva citato in giudizio i membri di una giunta provinciale per il mancato pagamento di prestazioni extra-contrattuali. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità personale degli amministratori non sussiste se la loro delibera si limita ad approvare un progetto e a stanziare fondi nell'ambito di una convenzione preesistente, senza estendere l'obbligazione a nuove prestazioni non coperte finanziariamente.
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Risoluzione implicita del contratto: è ammissibile?
La Corte d'Appello di Ancona ha esaminato un caso di risoluzione implicita del contratto. Nonostante la richiesta formale di risoluzione fosse stata presentata solo nelle conclusioni, la Corte ha ritenuto che fosse implicitamente contenuta nell'atto introduttivo, che già lamentava l'inadempimento di un accordo. Citando la giurisprudenza della Cassazione, l'ordinanza stabilisce che la volontà di sciogliere un contratto può essere desunta da altre richieste incompatibili con la sua prosecuzione. Di conseguenza, la Corte ha sospeso l'esecutività della sentenza di primo grado e ha fissato i termini per il prosieguo del giudizio.
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Animus Spoliandi: custodia e spoglio del possesso
Un soggetto, nominato custode di un'area sotto sequestro penale, ha bloccato un passaggio utilizzato dai vicini, sostenendo di agire per dovere. La Corte d'Appello ha confermato la condanna per spoglio, chiarendo che l'intenzione di privare altri del possesso (animus spoliandi) è implicita nell'atto stesso di bloccare un accesso di cui si conosce l'uso altrui, a prescindere dalle motivazioni personali del custode. L'appello è stato quindi respinto, confermando l'ordine di ripristino del passaggio.
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Sanzione disciplinare: quando è legittima? Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una dipendente contro una sanzione disciplinare (sospensione dal servizio) irrogata per aver rimborsato un buono postale palesemente contraffatto. La Corte ha confermato la decisione di merito, sottolineando come la mancata contestazione specifica dei fatti da parte della lavoratrice e la sua ammissione di disattenzione durante l'indagine interna fossero elementi sufficienti a fondare la legittimità del provvedimento. La sentenza ribadisce l'importanza del principio di non contestazione nel processo del lavoro.
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Legittimazione processuale fallito: quando agire?
Una società, dichiarata fallita durante un giudizio di appello, ha tentato di proseguire autonomamente la causa. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che la legittimazione processuale del fallito è un'ipotesi eccezionale, ammessa solo in caso di totale e comprovata inerzia da parte del curatore fallimentare. Nel caso di specie, la semplice richiesta di documentazione da parte del curatore per valutare la convenienza della causa è stata ritenuta un'azione sufficiente a escludere l'inerzia, privando così la società fallita della capacità di stare in giudizio.
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Mancata comunicazione udienza: rinvio della Cassazione
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha disposto il rinvio di una causa a una nuova udienza a causa di un vizio procedurale. Nello specifico, è stata accertata la mancata comunicazione dell'avviso di udienza al difensore dei ricorrenti, atto indispensabile per garantire il corretto svolgimento del contraddittorio. Il procedimento nasce da un ricorso contro una sentenza della Corte d'Appello che aveva confermato l'inefficacia di alcuni atti di compravendita immobiliare, ritenuti lesivi per un istituto di credito.
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Compensazione spese legali: inammissibilità e costi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6424/2024, ha stabilito un importante principio sulla compensazione spese legali. Un appello era stato dichiarato inammissibile per negligenza dell'appellante, ma il giudice di secondo grado aveva erroneamente compensato le spese. La Suprema Corte ha cassato la decisione, affermando che la negligenza processuale che porta all'inammissibilità non può mai giustificare la compensazione, condannando la parte soccombente al pagamento di tutti i costi.
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Inquadramento pubblico impiego: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un dipendente del Corpo Forestale transitato dall'amministrazione statale a quella regionale siciliana, il quale contestava il suo inquadramento. La Corte ha stabilito che la classificazione deve avvenire sulla base della normativa vigente al momento del trasferimento, escludendo l'applicazione di leggi successive più favorevoli. È stato inoltre confermato che l'inquadramento corretto si basa sul contenuto professionale delle mansioni e non su tabelle di equiparazione non ancora esistenti.
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Inammissibilità ricorso cassazione: motivi nuovi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro la sentenza che riteneva illegittimo un licenziamento per giustificato motivo oggettivo. L'inammissibilità del ricorso cassazione è stata motivata dalla presentazione di questioni non sollevate nei precedenti gradi di giudizio e dalla condotta contraddittoria della ricorrente, che aveva accettato e utilizzato gli strumenti del rito processuale che poi ha contestato. La decisione conferma la condanna della società al pagamento di un'indennità risarcitoria al lavoratore.
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Danno non patrimoniale: la prova è sempre necessaria
Una comproprietaria di un immobile venduto all'asta chiedeva il risarcimento per il danno non patrimoniale, sostenendo che condotte penalmente rilevanti di terzi avessero causato la vendita a un prezzo vile. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ribadendo un principio fondamentale: il danno non patrimoniale non è mai presunto (in re ipsa), neanche se deriva da un reato. La vittima ha sempre l'onere di allegare e dimostrare concretamente il pregiudizio subito, non essendo sufficiente la sola lesione di un diritto.
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Prelazione testamentaria: il valore del ‘desiderio’
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della prelazione testamentaria. Il caso riguarda una clausola in un testamento che esprimeva il 'desiderio' del defunto che gli eredi si preferissero a vicenda in caso di vendita dei beni ereditati. I giudici di merito avevano interpretato tale espressione come un mero auspicio morale. La Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, se il testamento prevede una sanzione specifica (in questo caso, la riduzione alla sola quota di legittima) per chi non rispetta tale 'desiderio', questo si trasforma in un obbligo giuridico vincolante, configurando una vera e propria prelazione testamentaria.
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Pagamento subvettore: l’obbligo del destinatario
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le condizioni per il pagamento del subvettore. Se il destinatario accetta la merce, è tenuto a pagare il corrispettivo del trasporto al vettore che ha effettuato la consegna, anche in assenza di un rapporto contrattuale diretto. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente richiesto al subvettore una prova ulteriore, affermando che l'accettazione della consegna è l'atto che fa sorgere l'obbligo di pagamento.
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Mansioni superiori pubblico impiego: no promozione
Un dipendente di un'agenzia regionale, pur svolgendo mansioni di livello superiore, non ha ottenuto la promozione automatica. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che nel caso di mansioni superiori pubblico impiego, al lavoratore spettano solo le differenze di stipendio per il periodo lavorato e non l'inquadramento definitivo nel livello superiore, come previsto dal D.Lgs. 165/2001.
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