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Giurisprudenza Civile

Compenso consulente tecnico e gratuito patrocinio
Un biologo forense, consulente per una parte ammessa al gratuito patrocinio, ha contestato la liquidazione del suo onorario, calcolata dal tribunale sulla base delle tariffe professionali. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che il compenso del consulente tecnico di parte deve essere determinato secondo le tariffe giudiziarie previste dal D.M. 115/2002, equiparandolo così al trattamento del consulente d'ufficio per garantire coerenza e uniformità nel sistema del patrocinio a spese dello Stato.
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Contributo permesso soggiorno: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul controverso contributo per il permesso di soggiorno, confermando la sua natura discriminatoria. L'ordinanza stabilisce che il costo sproporzionato imposto ai cittadini stranieri viola il diritto dell'Unione Europea. La Corte ha cassato con rinvio la sentenza d'appello, non per la sussistenza della discriminazione, ma per il criterio di calcolo del rimborso. Ha statuito che il rimborso deve essere quantificato sulla base delle tariffe più eque introdotte con il D.M. del 2017, applicandolo retroattivamente per sanare l'illegittimità passata.
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Giudicato penale: limiti nel giudizio amministrativo
Un'associazione contesta un'ordinanza di demolizione per cambio d'uso a luogo di culto, forte di una precedente assoluzione penale. La Cassazione chiarisce i limiti del giudicato penale nel processo amministrativo, dichiarando inammissibile il ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato, poiché l'errata valutazione del giudicato costituisce un errore di giudizio e non un eccesso di potere giurisdizionale.
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Riduzione penale eccessiva: il potere del giudice
Una società affiliata a una catena di supermercati ha citato in giudizio la società concedente a seguito di perdite gestionali, contestando l'efficacia di una clausola penale. Dopo la soccombenza nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso limitatamente alla questione della riduzione penale eccessiva. La Corte ha stabilito che il giudice d'appello ha errato nel ritenere formatesi il giudicato sulla questione, chiarendo che il giudice ha il potere e il dovere di valutare l'eccessività della penale, anche d'ufficio, quando la parte ne abbia allegato i presupposti fattuali. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione sul punto.
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Giudicato interno: appello inammissibile, ecco perché
Un dipendente pubblico impugna una sentenza del Consiglio di Stato che si era pronunciato sulla giurisdizione basandosi su due distinte motivazioni. L'appello contesta solo una delle due motivazioni. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile applicando il principio del giudicato interno: la motivazione non impugnata è diventata definitiva e da sola è sufficiente a sorreggere la decisione, rendendo inutile l'esame del motivo di ricorso.
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Onere della prova: estratti conto non sono l’unica prova
Una società cita in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente pagate. La Corte d'Appello respinge la domanda per la mancanza dell'estratto conto finale. La Cassazione cassa la sentenza, affermando che l'onere della prova può essere assolto anche con altri mezzi documentali, poiché gli estratti conto non costituiscono l'unica prova possibile per ricostruire i movimenti del rapporto.
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Indennità di esproprio: criteri speciali per sisma
La Corte di Cassazione ha stabilito che per calcolare l'indennità di esproprio relativa a opere di ricostruzione post-sismica, si deve applicare un criterio riduttivo speciale previsto da una legge del 1981, e non il generale valore di mercato. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva erroneamente dichiarato inammissibile il motivo di gravame del consorzio costruttore, ritenendolo invece specifico e fondato. La decisione chiarisce che criteri di indennizzo inferiori al valore di mercato sono legittimi in presenza di obiettivi di utilità pubblica, come le misure di riforma economica o giustizia sociale.
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Acquisizione sanante: no all’indennizzo sull’opera
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 6972/2024, ha stabilito un principio chiave in materia di espropriazione. Nel calcolo dell'indennizzo dovuto per una acquisizione sanante (art. 42-bis d.P.R. 327/2001), non deve essere incluso il valore dell'opera pubblica che l'ente ha già realizzato sul terreno. Il caso riguardava un Comune che, dopo l'annullamento di una procedura espropriativa, aveva acquisito i terreni su cui aveva già costruito un impianto sportivo. Gli eredi del proprietario chiedevano un indennizzo comprensivo del valore dell'impianto. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'indennizzo compensa la perdita del terreno e non può portare a un ingiustificato arricchimento del privato con il valore di un bene creato con fondi pubblici.
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Errore di calcolo del saldo: Cassazione e CTU
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d'Appello a causa di un grave errore di calcolo del saldo di diversi conti bancari. La corte di secondo grado aveva erroneamente determinato un credito a favore del cliente, mentre la perizia tecnica (CTU) dimostrava in realtà un debito. La Cassazione ha evidenziato il mancato esame dei fatti decisivi emersi dalla CTU, rinviando il caso per una nuova valutazione.
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Limiti della giurisdizione: il no della Cassazione
La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro una decisione della Corte dei Conti in materia pensionistica. La sentenza ribadisce il principio secondo cui il sindacato della Cassazione per motivi di giurisdizione è limitato alla violazione dei cosiddetti 'limiti esterni', ovvero quando il giudice speciale invade la competenza di un'altra magistratura. Non è invece possibile contestare presunti errori di valutazione o di procedura ('in iudicando' o 'in procedendo') commessi dal giudice speciale nell'ambito della propria materia, in quanto questi rientrano nei 'limiti interni' della sua giurisdizione.
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Rinuncia al ricorso: quando si evitano sanzioni?
Una società di servizi idrici, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per la restituzione di canoni di depurazione non dovuti, presenta ricorso in Cassazione. Successivamente, decide per la rinuncia al ricorso. La Corte Suprema dichiara estinto il giudizio, condannando la società al pagamento delle spese legali ma escludendo il raddoppio del contributo unificato. La decisione chiarisce che tale sanzione non si applica in caso di rinuncia, ma solo in caso di rigetto o inammissibilità dell'impugnazione.
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Responsabilità personale: quando l’amministratore paga
Un condominio ha citato in giudizio un individuo per lavori edili non autorizzati. L'individuo si è difeso sostenendo che la responsabilità fosse di una società. I tribunali, tuttavia, hanno affermato la sua responsabilità personale basandosi sul suo comportamento, come la presentazione di denunce di inizio attività a proprio nome e la partecipazione personale alle assemblee. La Corte di Cassazione ha confermato questa linea, stabilendo che le azioni concrete di un individuo possono fondare una responsabilità personale diretta, superando la formale schermatura societaria.
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Vincolo espropriativo: no indennizzo se danno da norme
Un proprietario terriero ha richiesto un indennizzo per la reiterazione di un vincolo espropriativo sul suo suolo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l'indennizzo non è dovuto se il pregiudizio lamentato (in questo caso, l'impossibilità di edificare) non deriva direttamente dal vincolo espropriativo, ma dalle prescrizioni generali e permanenti del piano urbanistico (vincoli conformativi), che non danno diritto a compenso.
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Protezione sussidiaria per violenza domestica: Cassazione
Una cittadina nigeriana, vittima di violenza domestica, ha richiesto la protezione sussidiaria. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale che negava tale protezione, criticando la mancata indagine sulla situazione delle donne in Nigeria e la violazione dei principi stabiliti in un precedente rinvio. La Corte ha riaffermato che la violenza di genere può costituire 'danno grave' ai fini della protezione sussidiaria, ordinando un nuovo esame del caso.
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Indennità di esproprio: la procedura determina la legge
Dei proprietari terrieri contestano l'importo della loro indennità di esproprio, sostenendo l'applicazione di una legge errata. La Corte di Cassazione ha respinto il loro ricorso, stabilendo che per il calcolo dell'indennità di esproprio, il fattore decisivo è la specifica procedura legislativa avviata dalla Pubblica Amministrazione. In questo caso, si trattava di quella per la ricostruzione post-sismica, che rinviava correttamente a una legge specifica per la valutazione, nonostante l'ubicazione dell'immobile.
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Onere della prova: Cassazione e conti correnti
Una società ha citato in giudizio una banca per l'applicazione di interessi anatocistici. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6982/2024, ha respinto il ricorso della banca, consolidando importanti principi sull'onere della prova. In particolare, ha stabilito che nell'azione di ripetizione del cliente, in caso di documentazione incompleta, si può partire dal primo saldo a debito non contestato. La Corte ha chiarito le regole probatorie e il decorso della prescrizione, offrendo una guida fondamentale per le controversie bancarie.
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Qualificazione del contratto: Franchising o Agenzia?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6971/2024, ha esaminato un caso sulla corretta qualificazione del contratto tra una società di telecomunicazioni e un suo partner commerciale. Il contratto, denominato 'franchising', era stato ritenuto un 'contratto misto' con elementi di agenzia dai giudici di merito. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili sia il ricorso principale che quello incidentale, poiché entrambi miravano a una rivalutazione dei fatti e del contenuto contrattuale, compito che non spetta al giudice di legittimità. La decisione sottolinea che la qualificazione del contratto è una questione di merito, insindacabile in Cassazione se non per violazione dei canoni legali di interpretazione.
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Rimborso canone depurazione: la Cassazione decide
Due utenti ottengono la conferma del loro diritto al rimborso del canone di depurazione per un servizio idrico non erogato. La società fornitrice, dopo aver perso in primo e secondo grado, rinuncia al ricorso in Cassazione alla luce di una giurisprudenza consolidata che conferma il diritto al rimborso.
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Rinuncia al ricorso: no al doppio contributo unificato
La Cassazione chiarisce che la rinuncia al ricorso principale ne causa l'estinzione, escludendo il doppio contributo per il rinunciante. Tuttavia, il ricorso incidentale adesivo viene rigettato, con condanna al versamento del contributo aggiuntivo per il ricorrente incidentale.
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Accreditamento SSN: l’autocertificazione non basta
Un cessionario di crediti ha citato in giudizio un'Azienda Sanitaria Locale (ASL) per ottenere il pagamento di prestazioni di laboratorio specialistiche. I tribunali di merito e la Corte di Cassazione hanno respinto la richiesta. La ragione è che, sebbene sia stata prodotta un'autocertificazione, questo documento non era sufficiente a dimostrare che il laboratorio avesse lo specifico accreditamento SSN per quelle particolari prestazioni nel periodo in cui sono state eseguite. La Suprema Corte ha quindi confermato che la prova del diritto al rimborso richiede non solo la produzione di un documento, ma che il suo contenuto sia idoneo e completo.
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