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Giurisprudenza Civile

Correzione errore materiale: notifica e contraddittorio

Un istituto di credito ha richiesto alla Corte di Cassazione la correzione di un errore materiale in una precedente ordinanza, omettendo però di notificare l’istanza alla controparte. La Corte, applicando un principio giurisprudenziale consolidato, non ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Ha invece convertito la procedura in una correzione d’ufficio, ordinando alla parte ricorrente di notificare l’atto entro 30 giorni al fine di instaurare correttamente il contraddittorio, ovvero il diritto di difesa della controparte. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo in attesa dell’adempimento.

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Azienda ereditaria: come si divide tra coeredi?

La Corte di Cassazione chiarisce i criteri di divisione di un’azienda ereditaria. Se dopo l’apertura della successione solo alcuni coeredi gestiscono e incrementano il valore dell’impresa, il loro apporto non va a beneficio degli altri eredi. La valutazione della quota spettante all’erede non gestionario deve basarsi sul valore dell’azienda al momento della morte del de cuius, e non al momento della divisione. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per non aver distinto tra il patrimonio ereditato e gli incrementi successivi dovuti alla gestione di parte degli eredi.

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Patto di non concorrenza: requisiti del corrispettivo

Un istituto bancario ha citato in giudizio un ex dipendente per la violazione del patto di non concorrenza. I tribunali di merito avevano dichiarato nullo il patto, ritenendo che il corrispettivo, legato alla durata del rapporto di lavoro, fosse indeterminato. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che la determinatezza (la possibilità di calcolare il compenso) e la congruità (la sua adeguatezza rispetto al sacrificio richiesto) sono due requisiti distinti e devono essere valutati separatamente. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Foro societario: quando si applica per le quote S.r.l.?

La Corte di Cassazione stabilisce che la competenza territoriale per una controversia tra soci, relativa all’esercizio del diritto di prelazione e all’interpretazione delle clausole statutarie, spetta esclusivamente al tribunale del luogo in cui la società ha la sede legale. Questo principio, noto come foro societario, prevale sui fori generali (come quello di residenza del convenuto) quando la disputa non riguarda un semplice contratto di compravendita, ma attiene direttamente al rapporto sociale e alle norme interne della società.

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Locazione Consorzi Industriali: quando è lecita?

La Corte di Cassazione ha confermato che la locazione consorzi industriali di loro immobili è legittima, anche se le leggi regionali promuovono il leasing. Un contratto di locazione ordinaria non è automaticamente nullo. La Corte ha inoltre ribadito che spetta all’inquilino l’onere di provare i requisiti per ottenere riduzioni del canone, come la qualifica di impresa artigiana.

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Circonvenzione di incapace: la prova prima di tutto

La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso di presunta circonvenzione di incapace in una compravendita immobiliare. La domanda, proposta originariamente dalla madre del venditore, viene rigettata in tutti i gradi di giudizio. La Corte suprema conferma che, per invalidare un contratto, è necessario fornire prove concrete della manipolazione psicologica e non è possibile affidarsi a una consulenza tecnica (CTU) per sopperire alla carenza probatoria. Il ricorso viene respinto sottolineando l’importanza dell’onere della prova a carico di chi agisce in giudizio.

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Responsabilità mediatore: obbligo di informazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9395/2025, ha ribadito la responsabilità del mediatore immobiliare che omette di informare l’acquirente della presenza di un’ipoteca sull’immobile. Anche se l’acquirente ottiene il doppio della caparra dal venditore inadempiente, il mediatore è comunque tenuto a restituire la provvigione percepita, in quanto il suo inadempimento ha reso l’affare non concluso. La Corte ha inoltre corretto un errore nel calcolo dell’importo da restituire, limitandolo alla sola provvigione effettivamente versata.

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Giurisdizione contratti internazionali: il caso licenza

La Corte di Cassazione ha stabilito la mancanza di giurisdizione del giudice italiano in una controversia su un contratto di licenza di fabbricazione tra una società italiana e una algerina. La decisione si fonda sul criterio del luogo di esecuzione della prestazione caratteristica. La Corte ha identificato tale prestazione nel trasferimento del know-how e nella concessione del diritto di produrre e commercializzare i beni nel territorio algerino, localizzando quindi la giurisdizione in Algeria. Questo caso chiarisce come si determina la giurisdizione nei contratti internazionali.

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Integrazione contraddittorio: Cassazione ordina

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha disposto l’integrazione del contraddittorio nei confronti di due litisconsorti non costituiti nel giudizio. La decisione è motivata dalla presenza di una questione di particolare importanza giuridica, che richiede un apprezzamento nomofilattico. La causa è stata rimessa alla pubblica udienza per la discussione dopo che gli appellanti avranno notificato l’atto alle parti mancanti.

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Gravità dell'inadempimento: valutazione del giudice

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello che aveva dichiarato la risoluzione di un contratto preliminare di compravendita immobiliare. Il motivo è la mancata esplicita valutazione della gravità dell’inadempimento, un requisito fondamentale secondo l’art. 1455 c.c. La Corte ha stabilito che il giudice non può desumere implicitamente la gravità dall’accoglimento di una domanda, ma deve motivare specificamente perché l’inadempimento non è di scarsa importanza, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Statuto cassa previdenziale: la sua natura negoziale

Un professionista ha contestato il metodo di calcolo della sua pensione. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che lo statuto di una cassa previdenziale privatizzata ha natura negoziale e non di legge. L’impugnazione per errata interpretazione deve basarsi sulla violazione dei canoni di ermeneutica contrattuale.

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Contributo di solidarietà: la Cassazione lo boccia

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una cassa previdenziale, confermando che il contributo di solidarietà applicato sulla pensione di una professionista era illegittimo. La Corte ha ribadito che solo una legge dello Stato, e non una delibera autonoma dell’ente, può imporre un prelievo di natura patrimoniale. È stato inoltre confermato il diritto al rimborso entro il termine di prescrizione di dieci anni.

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Doppia conforme e ricorso per cassazione inammissibile

Una società costruttrice ha perso una causa per la rivendicazione di un terreno perché sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno accertato, sulla base di una perizia (CTU), che l’area era stata inglobata nella sede stradale pubblica. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile applicando il principio della “doppia conforme”, che impedisce un terzo esame dei fatti quando due giudici di merito giungono alla stessa conclusione. La Corte ha inoltre respinto le censure sulla motivazione della sentenza d’appello e sulla presunta omessa pronuncia, chiarendo che la questione centrale era la mancanza di legittimazione passiva del convenuto, dato che la controversia andava mossa contro il Comune, effettivo gestore del bene pubblico.

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Errore di fatto: quando la Cassazione non sbaglia

Un docente, licenziato per assenza ingiustificata, ha chiesto la revocazione di una sentenza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto. A suo dire, la Corte aveva frainteso il suo motivo di ricorso, centrato sulla tardiva notifica della convocazione disciplinare. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che non si trattava di un errore di fatto, bensì di una precisa interpretazione giuridica. La Corte aveva infatti valutato che, nonostante la tardività, il lavoratore avrebbe dovuto attivarsi per esercitare il proprio diritto di difesa, cosa che non ha fatto. La decisione distingue nettamente tra errore percettivo sui fatti (revocabile) ed errore interpretativo sul diritto (non revocabile).

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Spese stragiudiziali: quando sono risarcibili?

A seguito di un sinistro stradale, una automobilista contesta l’importo offerto dall’assicurazione a titolo di spese stragiudiziali, ritenendolo insufficiente. La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: le spese stragiudiziali costituiscono un danno emergente e, come tali, il loro rimborso è subordinato alla prova rigorosa della loro utilità, congruità e dell’effettivo esborso da parte del danneggiato.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia dopo transazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio a seguito di una rinuncia al ricorso. Le ricorrenti, figlie di un imprenditore fallito, avevano impugnato una sentenza che revocava un atto di compravendita immobiliare a loro favore. Prima dell’udienza, hanno raggiunto una transazione con la curatela fallimentare, rinunciando di conseguenza al ricorso. La Corte ha preso atto della rinuncia e ha dichiarato l’estinzione del giudizio, senza pronunciarsi sulle spese poiché la controparte non si era costituita.

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Capitale finanziato: la Cassazione sui reati bancari

Un importante istituto di credito popolare e i suoi dirigenti sono stati processati per aver creato un sistema di capitale finanziato, concedendo prestiti ai soci per l’acquisto delle azioni della banca stessa. Questa pratica ha portato a condanne per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. La Corte di Cassazione, con questa sentenza, interviene su diversi ricorsi, annullando alcune condanne per intervenuta prescrizione, confermandone altre e rinviando alla Corte d’Appello per la rideterminazione di alcune pene. La decisione chiarisce aspetti fondamentali sulla struttura dei reati finanziari, sulla valutazione delle prove e sull’obbligo di rinnovazione del dibattimento in appello.

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Indennizzo irragionevole durata: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di indennizzo per irragionevole durata di un processo (Legge Pinto). L’ordinanza dichiara inammissibile il ricorso principale a seguito di una rinuncia irrevocabile degli appellanti. Accoglie, invece, il ricorso incidentale del Ministero, stabilendo principi chiave: l’indennizzo per gli eredi va calcolato separatamente per il periodo di vita del defunto e per quello successivo al loro intervento. Inoltre, si presume l’assenza di danno per le parti che non si sono costituite nel giudizio presupposto. La Corte ha cassato la decisione precedente e rinviato il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Competenza territoriale multa: la Cassazione decide

Un cittadino si oppone a un’intimazione di pagamento per multe stradali mai notificate. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, stabilisce che la competenza territoriale multa spetta al Giudice di Pace del luogo dove è stata commessa la violazione e non a quello di residenza del presunto trasgressore, poiché si tratta di un’opposizione che contesta il merito della sanzione.

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Conferma testamento nullo: si applica a vizi volontà

La Corte di Cassazione chiarisce che la conferma di un testamento nullo, prevista dall’art. 590 c.c., si applica anche ai casi di annullabilità per vizi della volontà, come l’incapacità di intendere e volere del testatore. La Corte ha cassato la decisione di merito che escludeva tale possibilità, distinguendo nettamente questa ipotesi da quella di un testamento con sottoscrizione apocrifa, dove manca del tutto la riconducibilità dell’atto al defunto. Il caso riguardava una disputa tra un erede universale e un legatario, dove l’erede, pur contestando il testamento per incapacità, aveva compiuto atti che potevano essere interpretati come una conferma testamento nullo.

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