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Giurisprudenza Civile

Errore di Fatto: Quando non si può chiedere la revoca
Un contribuente ha richiesto la revoca di un'ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto per la mancata valutazione di una memoria e per l'errata condanna alle spese. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo la distinzione tra errore di fatto, che è una svista percettiva, ed errore di diritto, che è un errore di giudizio. Poiché le questioni sollevate implicavano valutazioni giuridiche e non mere sviste, la richiesta di revocazione è stata dichiarata inammissibile.
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Indennità per vincolo espropriativo: guida completa
La Cassazione chiarisce che l'indennità per vincolo espropriativo reiterato spetta al proprietario senza la necessità di una prova specifica del danno. Il pregiudizio è considerato automatico. L'ente attuatore, se indicato come finanziatore, è tenuto al pagamento, non l'autorità che ha formalmente disposto il vincolo.
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Contratto di appalto: prevale l’accordo tra le parti
Una società di costruzioni ha impugnato una sentenza che le negava un pagamento, sostenendo la nullità del contratto di appalto perché difforme dalle regole di un finanziamento pubblico. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, affermando che il contratto firmato tra le parti ha forza di legge e prevale, non essendo stata dimostrata alcuna causa di nullità. L'impresa ha quindi diritto solo al compenso pattuito e non all'intero importo del contributo pubblico.
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Distrazione delle spese: rimedi per l’omessa pronuncia
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7409/2024, chiarisce che l'omessa pronuncia del giudice sulla richiesta di distrazione delle spese processuali a favore dell'avvocato costituisce un errore materiale. Pertanto, il rimedio corretto non è l'impugnazione, ma la procedura di correzione dell'errore materiale. Nel caso di specie, un avvocato, curatore di un'eredità giacente, aveva ottenuto una vittoria processuale ma la Corte aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in suo favore. L'ordinanza in esame accoglie l'istanza di correzione, modificando la precedente decisione per includere la clausola di distrazione, garantendo così al legale un rapido titolo esecutivo.
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Risarcimento volo cancellato: Cassazione rinvia
In un caso riguardante la richiesta di risarcimento per un volo cancellato e ritardato, la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza interlocutoria. Invece di decidere nel merito, ha rinviato la causa a una pubblica udienza. La decisione è motivata dalla complessità delle questioni sollevate dalla compagnia aerea, che includono vizi procedurali (ultra ed extra petita), l'onere della prova per il danno morale e la corretta applicazione del Regolamento Europeo 261/04 sulla compensazione pecuniaria.
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Responsabilità amministratore srl: risarcimento socio
La sentenza analizza un caso di responsabilità amministratore srl per gravi omissioni fiscali. Un socio ha citato in giudizio l'amministratore di una s.r.l.s., poi cancellata, per i danni derivanti da avvisi di accertamento notificati sia alla società che a lui personalmente, a causa della mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi. La Corte d'Appello di Ancona ha parzialmente riformato la decisione di primo grado, condannando l'amministratore a risarcire il socio per il danno diretto subito (l'accertamento fiscale personale basato sulla presunzione di utili non dichiarati), riconoscendo il nesso causale diretto tra la condotta omissiva dell'amministratore e il pregiudizio personale del socio.
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Diritto alla provvigione: spetta se l’immobile cambia?
Un'agenzia immobiliare ha richiesto la provvigione per la vendita di un immobile, che però era stato modificato (da due unità a una) tra la visita e l'acquisto. La Corte d'Appello aveva negato il compenso, ma la Cassazione ha annullato la decisione. Secondo la Suprema Corte, il diritto alla provvigione sussiste se l'intervento del mediatore è stato un antecedente necessario alla conclusione dell'affare, anche in caso di variazioni dell'immobile, e la confessione degli acquirenti non può essere ignorata.
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Certificato di agibilità: obbligo del locatore
Un locatore ha citato in giudizio un conduttore, gestore di una pensione, per il mancato pagamento dei canoni. Il conduttore aveva sospeso i pagamenti a causa della mancanza del certificato di agibilità. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito, stabilendo che la consegna di un immobile provvisto dei permessi necessari per l'uso pattuito, incluso il certificato di agibilità, è un'obbligazione primaria del locatore. L'assenza di tale certificato costituisce un grave inadempimento che giustifica la sospensione del pagamento del canone da parte del conduttore, anche se l'immobile è materialmente utilizzato.
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Riconoscimento debito: la prova nelle bollette luce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7387/2024, ha stabilito che il pagamento di un acconto su una fattura contestata costituisce un riconoscimento del debito, anche se implicito. Inoltre, ha ribadito che i consumi registrati dal contatore godono di una presunzione di veridicità: spetta al cliente dimostrare, con prove concrete, un eventuale malfunzionamento o un'anomalia nei consumi. Una contestazione generica delle bollette non è sufficiente a invertire l'onere della prova, che resta a carico del consumatore.
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Competenza tabellare: il rinvio alla sezione corretta
Una società di trasporti ha citato in giudizio un'altra azienda per il pagamento di proventi derivanti da un sistema di tariffazione integrata. Dopo le decisioni di primo e secondo grado, il caso è giunto in Cassazione. Con un'ordinanza interlocutoria, la Corte non ha deciso nel merito, ma ha affrontato la questione della competenza tabellare, stabilendo che la materia rientrava nella giurisdizione della Prima Sezione Civile e ha disposto la trasmissione degli atti a quest'ultima per la trattazione.
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Competenza tabellare: concessione servizio pubblico
Un'associazione che fornisce un servizio di trasporto per persone con disabilità ha citato in giudizio un Comune per ottenere il pagamento delle rette. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con un'ordinanza interlocutoria, non ha deciso il merito della controversia, ma ha affrontato la questione della competenza tabellare. Ha stabilito che, trattandosi di una concessione di servizio pubblico, la materia rientra nella competenza della Prima Sezione Civile e non della Terza, disponendo la trasmissione degli atti.
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Copia sentenza in Cassazione: il rischio inammissibilità
Una società finanziaria ricorre in Cassazione per un risarcimento danni contro una compagnia telefonica. La Corte Suprema, tuttavia, non decide nel merito e sospende il giudizio. La ragione è un vizio di forma potenzialmente fatale: la copia della sentenza impugnata, depositata telematicamente, era priva del 'glifo di deposito' e degli altri identificativi, mettendo a serio rischio di inammissibilità l'intero ricorso. La Corte ha rinviato il caso in attesa di una decisione a sezioni unite su questo specifico tema procedurale.
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Risarcimento danno idrico: la Cassazione decide
Un cittadino cita in giudizio una società di fornitura idrica per una prolungata interruzione del servizio. Dopo una prima vittoria, la Corte d'Appello nega il risarcimento per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ribalta la decisione, stabilendo che il danno non patrimoniale derivante dalla mancanza di un bene essenziale come l'acqua può essere provato anche tramite presunzioni. L'ordinanza chiarisce i criteri per ottenere il risarcimento danno idrico, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Spese di lite contumace: chi paga se non fai appello?
Un creditore ottiene la revoca di una vendita immobiliare. L'acquirente appella la decisione. Gli eredi del venditore, non partecipando all'appello (rimanendo contumaci), vengono comunque condannati in solido a pagare le spese legali. La Corte di Cassazione ha annullato tale condanna, stabilendo che le spese di lite del contumace non sono dovute se questi non ha causato la prosecuzione del giudizio, applicando il principio di causazione.
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Errore riconoscibile: la Cassazione decide sul caso
Un investitore realizza un ingente profitto sfruttando un anomalo crollo di un indice finanziario, causato da un errore di quotazione. La società di trading annulla l'operazione. Mentre le corti di merito discutono sulla riconoscibilità dell'errore da parte dell'investitore, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, sospende la decisione sul merito per rimettere alle Sezioni Unite la questione preliminare sulla giurisdizione, dato che il contratto prevedeva la competenza di un tribunale estero. La risoluzione del caso dipende ora dalla decisione sulla giurisdizione.
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Cessione del credito volo: valida senza finanziamento
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una compagnia aerea contro una società specializzata nel recupero crediti per compensazioni da ritardo aereo. L'ordinanza conferma che la cessione del credito da parte dei passeggeri a tale società è una valida compravendita e non un'attività di finanziamento soggetta ad autorizzazioni speciali. La Corte ha stabilito che la qualificazione del contratto come 'acquisto a fini di recupero' lo esclude dall'ambito di applicazione della normativa bancaria, anche se il prezzo pagato al passeggero è corrisposto solo dopo l'effettiva riscossione dalla compagnia aerea.
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Retribuzione accessoria: no risarcimento senza criteri
Un segretario comunale ha citato in giudizio un Comune per ottenere un risarcimento del danno, sostenendo che l'ente non avesse attivato le procedure per riconoscergli la retribuzione accessoria legata a incarichi aggiuntivi. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione favorevole al dipendente, chiarendo che la concessione della retribuzione accessoria (sia di posizione che di risultato) è una facoltà discrezionale della Pubblica Amministrazione, vincolata alle risorse di bilancio, e non un diritto soggettivo del lavoratore. Di conseguenza, la mancata adozione dei criteri di determinazione non costituisce un inadempimento contrattuale risarcibile.
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Legittimazione ad agire: Riscossione e Crediti INPS
L'Agente della Riscossione ha impugnato una sentenza che dichiarava prescritti alcuni crediti previdenziali. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 7372/2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il motivo fondamentale è la carenza di legittimazione ad agire dell'agente: solo l'ente impositore (in questo caso l'Ente Previdenziale) è titolare del diritto e può quindi discutere nel merito della pretesa, inclusa l'eccezione di prescrizione. L'agente è un mero esattore e non può sostituirsi al creditore.
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Rinuncia al ricorso: estinzione senza spese in Cassazione
Un'azienda pubblica, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro alcuni dipendenti per differenze retributive, ha deciso di rinunciare all'impugnazione. I dipendenti hanno accettato la rinuncia. La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il processo, chiarendo che, in virtù dell'accettazione, il ricorrente non è stato condannato al pagamento delle spese legali. Inoltre, la Corte ha specificato che in caso di rinuncia non è dovuto il versamento del cosiddetto 'doppio contributo unificato'.
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Agevolazione contributiva: i limiti secondo la Cassazione
Una società cooperativa ha richiesto l'applicazione di una agevolazione contributiva per un aumento dei costi previdenziali. La Corte di Cassazione ha negato il beneficio, stabilendo che l'agevolazione spetta solo quando l'aumento dei contributi è l'effetto diretto della riforma del 1995 e del relativo decreto attuativo. Non si applica se l'aggravio deriva da altre normative successive che modificano il bilanciamento contributivo.
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