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Giurisprudenza Civile

Diffamazione a mezzo stampa e verità della notizia
Un gruppo editoriale pubblica un articolo che collega un magistrato a una grave inchiesta per corruzione, pur specificando la sua "posizione defilata". La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione a mezzo stampa, stabilendo che creare un collegamento suggestivo con fatti a cui una persona è totalmente estranea viola il requisito della verità della notizia, anche se i singoli elementi sono veri. L'omissione di informazioni cruciali, come il fatto che il magistrato non fosse indagato, è risultata decisiva per la condanna.
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Eccezione di pagamento: quando rilevarla d’ufficio
Una società subappaltatrice si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di fatture. Dopo la condanna nei primi due gradi, ricorreva in Cassazione lamentando, tra le altre cose, la mancata considerazione di un pagamento già effettuato, sebbene l'eccezione fosse stata sollevata tardivamente. La Corte di Cassazione ha accolto questo motivo, stabilendo che l'eccezione di pagamento, poiché estingue il diritto di credito, può essere rilevata dal giudice anche d'ufficio e in qualsiasi momento, persino in appello, a patto che sia provata. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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Riserve oneri sicurezza: quando iscriverle per non decadere
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13152/2024, ha rigettato il ricorso di un'impresa edile, confermando che le riserve oneri sicurezza in un appalto pubblico devono essere iscritte tempestivamente nei documenti contabili. Anche se di carattere generale, questi costi non possono essere reclamati solo al conto finale. La Corte ha ribadito che l'onere di provare la tempestività della riserva spetta all'appaltatore, pena la decadenza dal diritto al compenso.
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Contributo sisma: prevale il catasto o la realtà?
Due fratelli richiedevano un contributo sisma per la ricostruzione, sostenendo che il loro immobile, pur risultando catastalmente unito ad un altro, fosse di fatto già diviso al momento del terremoto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il loro ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva legittimamente dato maggior peso a una vecchia dichiarazione del proprietario originario che attestava l'unicità dell'immobile, rispetto a dichiarazioni più recenti. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione delle prove spetta al giudice di merito e che il contributo sisma è legato alla consistenza dell'immobile al momento dell'evento calamitoso, non a successive divisioni o ai singoli proprietari.
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Responsabilità professionale del direttore lavori: analisi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13157/2024, ha confermato la responsabilità professionale del direttore dei lavori per i danni derivanti da abusi edilizi, anche se le varianti erano state richieste dal committente. La Corte ha chiarito che la successiva sanatoria dell'abuso non modifica la natura della domanda di risarcimento, ma ne riduce solo l'importo. È stato inoltre escluso il concorso di colpa del committente, poiché il professionista ha il preciso dovere contrattuale di informarlo sulla necessità di ottenere i permessi.
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Risoluzione contratto: che succede se entrambi sbagliano?
Una recente ordinanza della Cassazione affronta il caso di una richiesta di risoluzione contratto da parte di due società turistiche in conflitto. Entrambe si accusavano a vicenda di inadempimento. La Corte ha confermato la decisione di merito che ha dichiarato il contratto risolto per mutuo dissenso, non potendo attribuire la colpa a nessuna delle parti. La sentenza chiarisce il principio della "cristallizzazione dell'inadempimento", secondo cui gli eventi successivi all'avvio della causa sono irrilevanti.
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Diffamazione a mezzo stampa: la Cassazione decide
Un medico ha citato in giudizio un quotidiano per diffamazione, a causa di articoli che riportavano inesattezze su una sua radiazione e una condanna penale. Dopo un lungo iter processuale, la Corte di Cassazione ha stabilito che la liceità di un articolo va valutata sulla base dei fatti noti al momento della pubblicazione, non di eventi successivi. In tema di diffamazione a mezzo stampa, un'inesattezza è diffamatoria solo se rende la narrazione significativamente più offensiva rispetto alla verità. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Danni da cose in custodia: la prova del nesso causale
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di un proprietario immobiliare condannato per danni da infiltrazioni. Il caso verteva sulla responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.). La Corte ha stabilito che le censure relative a presunte omissioni o errori nella consulenza tecnica d'ufficio (CTU) sono inammissibili se non viene dimostrata la loro decisività ai fini del giudizio. Inoltre, ha ribadito che l'accertamento del nesso causale, basato sul criterio del "più probabile che non" e adeguatamente motivato dai giudici di merito, non è sindacabile in sede di legittimità, confermando la condanna basata su una ripartizione di responsabilità tra le parti.
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Commissione conto corrente: quando è dovuta per legge?
La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di una commissione conto corrente richiesta da un ente postale a un'agenzia di riscossione per la gestione dei versamenti ICI. L'ordinanza chiarisce che l'obbligo di aprire un conto corrente, imposto dalla legge, non implica la gratuità del servizio. La Corte ha rigettato il ricorso principale dell'agenzia, confermando il diritto dell'ente postale a un corrispettivo, ma ha accolto in parte il ricorso incidentale dell'ente postale, rinviando alla Corte d'Appello la valutazione su un periodo specifico per cui non erano previsti obblighi di pubblicizzazione delle tariffe.
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Lavoro intermittente: no pensione in salvaguardia
La Corte di Cassazione ha stabilito che un lavoratore autorizzato alla prosecuzione volontaria dei contributi prima della riforma pensionistica del 2011 non può beneficiare della clausola di salvaguardia se, successivamente, ha stipulato un contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato. Secondo la Corte, questo tipo di contratto rientra tra le attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato che precludono l'accesso al beneficio, indipendentemente dalla continuità dei versamenti contributivi.
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Allegazione dei danni: onere della prova e risarcimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13127/2024, ha rigettato la richiesta di risarcimento di un proprietario immobiliare contro i vicini per la mancata esecuzione di una precedente sentenza. La Corte ha sottolineato che una generica allegazione dei danni non è sufficiente per ottenere un risarcimento. È necessario che la parte che agisce in giudizio specifichi fin dall'inizio, in modo dettagliato, la natura e l'entità dei danni subiti, non potendo integrare tali elementi per la prima volta in appello. La mancanza di una specifica allegazione dei danni impedisce la valutazione della domanda e la sua eventuale liquidazione.
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Vendita in blocco: quando salta la prelazione?
Un'ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti del diritto di prelazione dell'inquilino. Il caso riguarda un conduttore che si è visto negare il diritto di riscatto su un immobile commerciale venduto a terzi. La Corte ha confermato che la vendita in blocco dell'intero edificio, inteso come unicum, esclude la prelazione. Inoltre, una scrittura privata che estendeva la locazione, ma priva di data certa anteriore alla vendita, è stata ritenuta inopponibile al nuovo acquirente, rendendo irrilevante l'estensione del rapporto locatizio ai fini della prelazione.
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Remunerazione medici specializzandi: la Cassazione
Un gruppo di medici specializzandi ha citato in giudizio diversi Ministeri e la Presidenza del Consiglio per ottenere il riconoscimento di una adeguata remunerazione per il periodo di specializzazione. La richiesta si fonda sull'applicazione di normative che prevedevano un incremento del compenso, attuato con ritardo. Dopo le decisioni dei tribunali di merito, che hanno sollevato questioni sulla legittimazione passiva dei singoli Ministeri, la Corte di Cassazione è chiamata a pronunciarsi sulla vicenda.
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Onere della prova: il locatore deve provare il canone
La Corte di Cassazione interviene su un caso di locazione commerciale, stabilendo che l'onere della prova sull'ammontare del canone grava sempre sul locatore. Le sole fatture, anche se non contestate stragiudizialmente dal conduttore, non sono sufficienti a dimostrare un accordo per un canone superiore a quello pattuito nel contratto. La Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, ma ha colto l'occasione per ribadire questo fondamentale principio in tema di prova del credito.
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Responsabilità organizzatore gara: il caso del ciclista
Un ciclista amatoriale subisce gravissime lesioni a causa di una botola metallica non a livello del manto stradale durante una competizione. La Corte di Cassazione conferma la responsabilità dell'organizzatore della gara, stabilendo che la mancata segnalazione di un'insidia del genere non rientra nel 'rischio consentito' accettato dall'atleta. La pronuncia chiarisce che l'organizzatore ha un preciso dovere di garantire la sicurezza del percorso. Viene inoltre dichiarato inammissibile per tardività il ricorso di un ente pubblico coinvolto.
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Procura speciale: quando il ricorso è inammissibile
Una società ferroviaria ricorre in Cassazione per una condanna legata a danni da lavori di alta velocità. Il ricorso, presentato tramite un procuratore con procura speciale, viene dichiarato inammissibile perché l'atto notarile che conferiva i poteri non è stato depositato in giudizio. La Corte ribadisce che la semplice menzione degli estremi dell'atto non è sufficiente per la validità della rappresentanza.
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Responsabilità processuale aggravata: quando chiederla
La Corte di Cassazione chiarisce che la domanda di risarcimento per responsabilità processuale aggravata, derivante da un pignoramento immobiliare illegittimo, deve essere proposta nello stesso giudizio di opposizione all'esecuzione. La richiesta non può essere avanzata in un separato e successivo processo, neanche per i danni maturati dopo la sentenza di primo grado. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile, confermando il principio di concentrazione processuale.
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Borse medici specializzandi: Cassazione alle Sezioni Unite
Un gruppo di medici specializzandi ha fatto ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento del diritto all'adeguamento della loro remunerazione per i periodi di specializzazione antecedenti all'anno accademico 2006-2007. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul caso. Il motivo è che una questione di massima di particolare importanza, relativa all'indicizzazione triennale delle borse medici specializzandi per il periodo 1994-1997, è già stata rimessa alle Sezioni Unite. La Corte ha quindi ritenuto opportuno attendere la pronuncia del suo massimo organo per garantire uniformità giurisprudenziale.
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Risarcimento pubblico impiego: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al risarcimento per un gruppo di lavoratori del pubblico impiego assunti con una serie di contratti di somministrazione illegittimi. Pur negando la conversione del rapporto in un contratto a tempo indeterminato, la Corte ha stabilito che l'abuso contrattuale genera un danno presunto, da liquidare con un'indennità onnicomprensiva basata sui principi validi per il settore privato. La sentenza chiarisce i criteri per il risarcimento nel pubblico impiego in caso di precariato illegittimo.
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Benefici vittime criminalità: l’onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13074/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina per i benefici per superstiti di vittime di criminalità organizzata. La Corte ha ribadito che spetta al richiedente l'onere della prova circa la propria estraneità ad ambienti criminali e che il ricorso deve confrontarsi specificamente con la ratio decidendi della sentenza impugnata, pena l'inammissibilità.
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