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Giurisprudenza Civile

Prescrizione risarcimento medici: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30144/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive comunitarie. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato sulla prescrizione del diritto, fissata in dieci anni con decorrenza dal 27 ottobre 1999. Data la palese infondatezza del ricorso, basato su questioni già decise innumerevoli volte, i ricorrenti sono stati condannati anche per lite temeraria. La questione sulla prescrizione del risarcimento medici è quindi definitivamente chiusa.
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Rinuncia al ricorso: spese legali e conseguenze
Un gruppo di medici, dopo aver perso in primo e secondo grado una causa per il risarcimento danni da tardiva attuazione di direttive comunitarie, ha presentato ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima dell'udienza, hanno presentato una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte ha dichiarato estinto il giudizio ma ha condannato i medici a pagare una parte delle spese legali, motivando la decisione con la tardività della rinuncia, che non ha esonerato la controparte dal preparare le proprie difese.
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Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
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Onere della prova: Cassazione su risarcimento danni
Una società commerciale, dopo un incendio nei locali da cui era stata sfrattata, ha richiesto un risarcimento alla propria assicurazione. La richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio a causa della mancata dimostrazione dell'esistenza e del valore dei beni distrutti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, sottolineando l'importanza dell'onere della prova a carico dell'assicurato e la necessità di specificità nei motivi d'appello.
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Risarcimento specializzandi medici: prescrizione decisa
La Cassazione conferma la prescrizione del diritto al risarcimento per specializzandi medici che non ricevettero compenso per la formazione a causa della tardiva attuazione di direttive UE da parte dello Stato. Nonostante un errore procedurale della Corte d'Appello sul calcolo dei termini, la Suprema Corte ha rigettato nel merito la domanda, stabilendo che il termine di prescrizione decennale decorreva dal 27 ottobre 1999.
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Compenso VPO: Indennità per attività extra udienza?
Quattro Vice Procuratori Onorari (VPO) hanno richiesto il pagamento per attività di indagine svolte tra il 2002 e il 2007. La Corte di Cassazione ha stabilito che, prima della riforma del 2008, non esisteva un diritto a uno specifico compenso VPO per tali mansioni, poiché la legge prevedeva un'indennità solo per la partecipazione alle udienze. Tuttavia, la Corte ha accolto il ricorso sul piano procedurale, riconoscendo che la domanda subordinata per ingiustificato arricchimento era stata presentata tempestivamente e deve essere esaminata nel merito dalla Corte d'Appello.
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Prescrizione risarcimento reato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione chiarisce le regole per il calcolo della prescrizione risarcimento reato. In un caso di lesioni, ha stabilito che il giudice civile deve qualificare autonomamente il reato per determinare il termine di prescrizione, senza essere vincolato dalle valutazioni del giudice penale. Si applica il termine di prescrizione in vigore al momento del fatto, non eventuali norme successive più favorevoli. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando che l'azione di risarcimento non era prescritta.
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Esdebitazione incapiente: no per debiti da fallimento
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30108/2025, ha stabilito un importante principio di diritto in materia di esdebitazione incapiente. Sebbene il ricorso sia stato dichiarato inammissibile per motivi procedurali, la Corte ha chiarito che un debitore, già dichiarato fallito sotto la vigenza della vecchia legge fallimentare, non può successivamente accedere al beneficio dell'esdebitazione per il sovraindebitato incapiente (art. 283 CCII) per gli stessi debiti derivanti dalla procedura di fallimento. La Corte ha sottolineato che ogni procedura concorsuale ha il suo specifico e non intercambiabile percorso di esdebitazione.
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Contributo di solidarietà: illegittimo per le Casse
Un professionista ha contestato l'applicazione di un contributo di solidarietà sulla propria pensione da parte della sua Cassa di previdenza. La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità di tale prelievo, ribadendo che solo la legge dello Stato, e non gli enti previdenziali privatizzati, può imporre prestazioni patrimoniali. La Corte ha inoltre chiarito che il diritto al rimborso si prescrive in dieci anni, ma ha specificato che il termine di prescrizione si interrompe solo con la notifica dell'atto giudiziario all'ente e non con il suo semplice deposito in tribunale.
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Contributo solidarietà illegittimo: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato l'illegittimità del contributo di solidarietà imposto da una cassa di previdenza privata sulla pensione di un suo iscritto. La Corte ha ribadito che tali prelievi sono riservati alla legge statale. Ha inoltre chiarito che il diritto alla restituzione si prescrive in dieci anni e che la prescrizione si interrompe solo con la notifica dell'atto giudiziario alla controparte, non con il semplice deposito in tribunale.
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Legittimazione ad causam: socia e società estinta
La Corte di Cassazione ha stabilito che il socio di una società estinta e cancellata dal registro delle imprese è privo di legittimazione ad causam per impugnare un avviso di accertamento indirizzato esclusivamente alla società. La notifica dell'atto al socio non è sufficiente a conferirgli tale legittimazione. La Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, rilevando d'ufficio il difetto originario di legittimazione, poiché la ricorrente non poteva agire in nome e per conto di un ente giuridicamente non più esistente al momento della notifica dell'atto.
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Valutazione consulenza tecnica: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una struttura ospedaliera per presunti danni subiti a seguito di un intervento chirurgico. La Corte d'Appello, dopo aver disposto una nuova perizia, ne ignora le conclusioni e conferma la sentenza di primo grado basandosi sulla consulenza precedente. La Corte di Cassazione interviene, annullando la decisione per vizio di motivazione. L'ordinanza sottolinea che il giudice, di fronte a una valutazione consulenza tecnica divergente, ha l'obbligo di fornire una giustificazione approfondita e comparativa della sua scelta, non potendosi limitare a un'adesione acritica a una delle due perizie.
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Assegno divorzile: indagini fiscali sull’ex coniuge
Una donna ricorre contro la drastica riduzione del suo assegno divorzile. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che il giudice di merito ha errato nel non disporre indagini fiscali sul reddito dell'ex marito, a fronte di prove che ne indicavano una palese sottostima. La Corte ha inoltre censurato la valutazione approssimativa del patrimonio di entrambi i coniugi. Viene invece respinta la richiesta della componente compensativa dell'assegno, poiché la mancata contribuzione della donna alla vita familiare, seppur dovuta a motivi di salute, non ne fa sorgere il diritto. La causa è stata rinviata per un nuovo e più accurato esame economico.
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Qualifica dirigenziale: onere della prova e risarcimento
Un dipendente di un istituto bancario ha agito in giudizio per ottenere il riconoscimento della qualifica dirigenziale, oltre al risarcimento per demansionamento e mobbing. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha respinto il ricorso. La sentenza sottolinea che l'onere della prova per la qualifica dirigenziale grava interamente sul lavoratore, il quale deve fornire una dimostrazione rigorosa e comparativa delle mansioni svolte. Di conseguenza, sono state rigettate anche le domande accessorie di risarcimento.
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Danno capacità lavorativa: prova e risarcimento
Un paziente cita in giudizio un'azienda ospedaliera per un intervento di angioplastica eseguito in ritardo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, si pronuncia sul risarcimento del danno capacità lavorativa. Viene stabilito che la sola perizia medico-legale, che attesta una percentuale di invalidità, non è sufficiente a provare il danno patrimoniale. Il danneggiato ha l'onere di dimostrare concretamente il lavoro svolto in precedenza e la conseguente perdita economica subita. In assenza di tale prova, la richiesta di risarcimento per la perdita di reddito viene respinta.
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Indipendenza economica figlio e casa coniugale
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca dell'assegnazione della casa coniugale al padre, poiché il figlio maggiorenne convivente è stato ritenuto economicamente indipendente dopo aver avviato una propria attività imprenditoriale. La sentenza sottolinea che l'ingresso nel mondo del lavoro è il fattore decisivo per l'indipendenza economica del figlio, a prescindere dal successo dell'attività, facendo venir meno il presupposto per il mantenimento del diritto all'abitazione.
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Impugnazione incidentale tardiva: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una clinica per un intervento chirurgico non riuscito. La clinica chiama in causa il chirurgo. La domanda della paziente viene respinta, ma le spese tra lei e il chirurgo vengono compensate. Il chirurgo propone un'impugnazione incidentale tardiva per ottenere il pagamento delle spese. La Corte d'Appello la dichiara inammissibile. La Cassazione, pur correggendo la motivazione e affermando l'ammissibilità generale dell'impugnazione incidentale tardiva, rigetta il ricorso del chirurgo nel merito.
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Responsabilità scuola sci: onere della prova e terzi
Un'allieva principiante, infortunatasi durante una lezione di sci a causa della collisione con un altro sciatore, ha citato in giudizio la scuola. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che la responsabilità scuola sci è di natura contrattuale. Pertanto, non spetta all'allieva dimostrare la colpa del maestro, ma è la scuola a dover provare che l'incidente è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, non essendo sufficiente dimostrare la mera correttezza della condotta del maestro.
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Autosufficienza ricorso: inammissibile senza atti
Una società ha contestato avvisi di accertamento catastale per carenza di motivazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per violazione del principio di autosufficienza del ricorso, poiché la ricorrente non ha trascritto le parti essenziali degli atti contestati nell'appello. Questa omissione ha impedito alla Corte di verificare il presunto vizio. La Corte ha inoltre inflitto pesanti sanzioni pecuniarie alla società per abuso del processo.
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Giurisdizione giudice ordinario: il caso del comodato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15911/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello amministrativo. Il caso riguardava un contratto di comodato per un immobile, stipulato tra un ente pubblico in liquidazione e un'amministrazione statale. Le Sezioni Unite hanno affermato la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia verte su diritti e obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, dove l'amministrazione non esercita poteri autoritativi, ma agisce su un piano paritario. La natura pubblica delle parti o l'interesse pubblico sotteso non sono sufficienti, da soli, a spostare la competenza al giudice amministrativo.
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