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Giurisprudenza Civile

Ripetibilità somme indebite: l’errore palese nel calcolo
La Corte di Cassazione ha stabilito che la ripetibilità somme indebite versate a titolo di pensione è legittima quando l'errore di calcolo è palese e riconoscibile. In questo caso, la clamorosa discrepanza tra l'ultima retribuzione e l'importo della pensione escludeva la buona fede del pensionato, il quale aveva omesso di segnalare l'anomalia, approfittando dell'errore. La Corte ha quindi rigettato il ricorso del pensionato, confermando l'obbligo di restituzione.
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Delibera condominiale nulla: quando è impugnabile?
La Corte di Cassazione chiarisce i confini tra delibera condominiale nulla e annullabile. Una società ha impugnato una delibera che ripartiva i costi per il rifacimento di un solaio e delle strutture portanti di una cantina, applicando erroneamente i criteri di legge. La Corte ha stabilito che la delibera è nulla, e quindi impugnabile senza limiti di tempo, perché l'assemblea ha agito al di fuori delle proprie attribuzioni, decidendo su materie non di sua competenza come la ripartizione delle spese per strutture portanti comuni secondo criteri errati e l'accertamento di responsabilità per danni.
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Interruzione prescrizione raccomandata: la Cassazione
Un ente previdenziale ha richiesto la restituzione di indennità di disoccupazione non dovute. Il debitore sosteneva la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha affermato che per l'interruzione prescrizione raccomandata è sufficiente la prova della spedizione per far scattare la presunzione di conoscenza in capo al destinatario. Spetta a quest'ultimo dimostrare di non aver potuto ricevere l'atto senza sua colpa. La sentenza è stata annullata con rinvio.
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Commissioni conti obbligatori: la Cassazione decide
Un ente pubblico di riscossione ha contestato le commissioni applicate da un operatore postale nazionale sui conti correnti, la cui apertura è imposta per legge per la raccolta di un tributo comunale sugli immobili. L'ente sosteneva l'illegittimità delle commissioni per vari motivi, tra cui una presunta rinuncia e il contrasto con il diritto dell'Unione Europea. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando il diritto dell'operatore postale di applicare le **commissioni su conti correnti obbligatori**, previa adeguata comunicazione. Ha inoltre chiarito che l'eventuale squilibrio economico che ne deriva deve essere risolto tramite la rinegoziazione del contratto di concessione tra l'ente di riscossione e l'ente locale impositore.
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Prescrizione responsabilità solidale: vale per tutti
A seguito di un incidente mortale in un condominio, la Cassazione ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione e responsabilità solidale. La Corte ha stabilito che l'atto di costituzione di parte civile nel processo penale a carico di un solo coobbligato (l'amministratore) interrompe la prescrizione anche per gli altri responsabili (i condomini), in virtù del vincolo di solidarietà che li lega a causa dell'unico fatto dannoso.
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Responsabilità intermediario: il caso del danno negato
Un'azienda di abbigliamento ha citato in giudizio il proprio intermediario assicurativo a seguito del diniego di indennizzo da parte della compagnia. La Corte di Cassazione ha analizzato la responsabilità dell'intermediario assicurativo per non aver garantito una corretta informativa alla compagnia, affrontando anche questioni procedurali sulla validità di una CTU contabile e sul corretto calcolo del risarcimento del danno, che deve tenere conto del premio maggiorato che l'assicurato avrebbe dovuto pagare.
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Qualificazione del contratto: appalto o opera?
Una società committente si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di prestazioni di progettazione, lamentando una errata qualificazione del contratto come prestazione d'opera anziché appalto. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la distinzione è una valutazione di fatto riservata ai giudici di merito e che anche una società di capitali può svolgere prestazioni intellettuali. L'appello è stato considerato un tentativo inammissibile di ottenere un nuovo esame dei fatti.
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Vizi strutturali appalto: la responsabilità del costruttore
La Corte di Cassazione conferma la condanna di un costruttore per vizi strutturali nella realizzazione di un tetto. L'ordinanza chiarisce che il richiamo alla consulenza tecnica d'ufficio (CTU) costituisce motivazione sufficiente e che la richiesta di risarcimento per difetti gravi, avanzata sin dal primo grado, non costituisce una domanda nuova in appello. L'analisi si concentra sulla distinzione tra vizi strutturali e variazioni progettuali, confermando la responsabilità dell'appaltatore per i primi.
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Interpretazione contratto appalto: la Cassazione decide
Una società appaltatrice ricorre in Cassazione dopo la condanna al pagamento di una penale per ritardo nella consegna di lavori di ristrutturazione. La Corte rigetta il ricorso, confermando la corretta interpretazione del contratto d'appalto da parte dei giudici di merito, che avevano ritenuto valide le scadenze separate per le diverse aree del cantiere. Viene inoltre stabilito che le variazioni richieste dal committente non erano abbastanza significative da annullare la penale.
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Responsabilità direttore lavori: i limiti del dovere
Una società immobiliare cita in giudizio l'impresa costruttrice e il direttore dei lavori per gravi difetti in un'opera. La Corte di Cassazione, confermando la decisione d'appello, chiarisce i limiti della responsabilità del direttore dei lavori. In assenza di un incarico specifico per la verifica progettuale e di un capitolato dettagliato, il professionista non risponde delle scelte sui materiali o di vizi non derivanti da una sua negligenza nella vigilanza sull'esecuzione. L'ordinanza affronta anche il tema procedurale dell'ultrapetizione in materia di spese di lite.
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Prova testimoniale: quando è valida e i limiti
Una società si è vista negare il pagamento per servizi professionali in quanto i giudici di merito ritenevano non provato l'incarico. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che l'esistenza del rapporto professionale era ormai cosa giudicata e che la prova testimoniale era stata erroneamente dichiarata inammissibile, in quanto l'eccezione della controparte era tardiva. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Rinnovo del contratto: quando è un nuovo accordo?
Un fornitore di gelati ha citato in giudizio un'attività commerciale per la violazione di un patto di esclusiva. Il gestore sosteneva di aver legittimamente disdetto un contratto annuale, ma la Corte ha stabilito che le significative modifiche economiche introdotte con l'ultimo accordo, pur etichettato come rinnovo del contratto, lo qualificavano come un nuovo contratto di durata quinquennale. La Cassazione ha confermato, stabilendo che la sostanza economica dell'accordo prevale sulla forma, rendendo illegittima la disdetta anticipata e dovuto il pagamento della penale.
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Fondo di Garanzia INPS: No TFR se il lavoro continua
La Cassazione ha stabilito che il Fondo di Garanzia INPS non è tenuto a pagare il TFR se, al momento del fallimento del datore di lavoro originario, il rapporto di lavoro prosegue con una nuova società. Un accordo sindacale che lascia il TFR in capo al cedente non è opponibile all'INPS.
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Assegno vitalizio vittime dovere: l’importo è 500€
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16733/2024, ha stabilito che l'assegno vitalizio per le vittime del dovere deve essere di 500 euro mensili, e non di 258,23 euro. La Corte ha affermato il principio di equiparazione tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo, sostenendo che un regolamento ministeriale (fonte secondaria) non può fissare un importo inferiore a quello già aggiornato dalla legge (fonte primaria). La decisione ribalta la pronuncia della Corte d'Appello, accogliendo il ricorso di un cittadino e affermando che l'estensione dei benefici deve includere gli importi già aumentati per le altre categorie protette.
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Prescrizione contributi: vittoria del professionista
La Corte di Cassazione conferma la non debenza dei versamenti all'Ente Previdenziale da parte di un'avvocata, dichiarando la prescrizione dei contributi della Gestione Separata. La richiesta di pagamento dell'Ente, inviata oltre cinque anni dopo la scadenza, è stata ritenuta tardiva, assorbendo le altre questioni sulla legittimità dell'iscrizione d'ufficio per redditi bassi.
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Accordo conciliativo: visita medica non è condizione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda di trasporti condannata per ritardata assunzione di due lavoratori. Il caso verteva sull'interpretazione di un accordo conciliativo che prevedeva l'assunzione contestuale alla firma, ma anche una visita medica preassuntiva da effettuarsi entro una data specifica. La Corte ha stabilito che l'interpretazione del giudice di merito, secondo cui la visita non costituiva una condizione sospensiva ma una mera formalità, è legittima e non sindacabile in sede di legittimità, specialmente considerando il pregresso rapporto di lavoro tra le parti. L'azienda, secondo i giudici, si era assunta il rischio di eventuali ritardi nell'espletamento della visita.
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Iscrizione Gestione Separata: no se l’attività non è abituale
Una professionista è stata iscritta d'ufficio alla Gestione Separata dall'ente previdenziale per non aver versato i contributi soggettivi alla propria cassa di categoria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell'ente, confermando che l'obbligo di iscrizione Gestione Separata sorge solo in presenza di un'attività professionale svolta con carattere di abitualità, la cui prova deve essere fornita e valutata nel merito.
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Indennità di mansione: quando spetta ai lavoratori?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni operatori del servizio antincendio che richiedevano il pagamento dell'indennità di mansione anche per i periodi in cui erano stati adibiti a compiti di manutenzione. La Suprema Corte ha confermato che tale indennità, essendo finalizzata a compensare lo specifico e più gravoso servizio di spegnimento incendi, non è dovuta se il lavoratore svolge altre attività, anche se previste dal contratto.
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Subentro contratto: la Cassazione e i crediti
Una società fornitrice si è opposta alla classificazione di un suo credito come parzialmente chirografario nell'ambito di un'amministrazione straordinaria. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che, in caso di esplicito subentro contratto da parte del commissario straordinario, l'intero credito, inclusa la parte maturata prima della procedura, acquisisce natura prededucibile. Il tribunale di merito aveva erroneamente omesso di valutare la comunicazione formale di subentro, un fatto decisivo per la causa.
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Errore di fatto revocazione: i limiti in Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 16722/2024, chiarisce i confini dell'errore di fatto revocazione. Il caso riguardava la richiesta di eredi di revocare una precedente ordinanza della stessa Corte. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l'errore revocatorio deve consistere in una svista materiale e oggettiva, e non in un preteso errore di valutazione o interpretazione giuridica, che costituisce invece un tentativo inammissibile di riesame del merito.
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