LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisprudenza Civile

Ricorso telematico: improcedibile se non depositato
La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità di un ricorso principale perché non depositato con modalità telematica, come ormai obbligatorio. Anche il ricorso incidentale viene dichiarato improcedibile per vizi formali. La sentenza sottolinea il rigore delle nuove norme sul processo civile telematico, sanzionando una parte per aver richiesto una decisione superflua.
Continua »
Nesso causale e caduta: l’onere della prova
La Corte d'Appello di Bari ha rigettato la richiesta di risarcimento per una caduta su una buca stradale, confermando che spetta al danneggiato l'onere della prova del nesso causale tra la buca e la caduta. In assenza di testimoni oculari che abbiano visto l'inciampo, la domanda non può essere accolta, poiché non si può presumere la dinamica dell'incidente.
Continua »
Delibera condominiale invalida: il caso del vialetto
Una condomina impugna una delibera assembleare che istituisce un parcheggio per disabili in un vialetto, sostenendo di non essere stata convocata. La Corte d'Appello le dà ragione, dichiarando la delibera condominiale invalida. La motivazione si fonda sulla natura del vialetto: non un'area di pertinenza esclusiva di alcuni, ma un "bene comune non censibile" secondo i rogiti e il regolamento condominiale. Pertanto, la decisione richiedeva la partecipazione di tutti i condomini e non poteva essere presa da un'assemblea parziale.
Continua »
Responsabilità subnoleggio: furto del bene locato
Una società subnoleggia un macchinario che viene successivamente rubato. Il locatore originale agisce per il risarcimento. La Corte di Cassazione conferma la piena responsabilità della società sublocatrice, rigettando le tesi sul concorso di colpa del locatore. La sentenza stabilisce che l'obbligo di restituzione del bene grava interamente sul conduttore, creando un importante precedente in materia di responsabilità subnoleggio.
Continua »
Affitto di azienda: i limiti del ricorso in Cassazione
Una società ha contestato la qualificazione del suo contratto come affitto di azienda, sostenendo fosse una locazione commerciale. Dopo la sconfitta in Appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per gravi vizi procedurali, senza entrare nel merito della questione. La decisione sottolinea l'importanza del rigore formale nella redazione dei motivi di ricorso, che devono criticare specificamente la sentenza impugnata e non limitarsi a riproporre le proprie tesi.
Continua »
Compenso consulente tecnico: quando è unitario?
Una società in fallimento ha contestato l'onorario di 50.000 euro liquidato a un consulente tecnico, sostenendo che l'incarico, pur articolato in più quesiti, fosse unico. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso su questo punto, stabilendo che il compenso consulente tecnico deve essere determinato valutando l'unitarietà e l'interdipendenza delle indagini, non il mero numero di domande poste. La causa è stata rinviata al Tribunale per una nuova liquidazione.
Continua »
Mera difesa in appello: Cassazione chiarisce i limiti
Una società è stata condannata a demolire un muro ritenuto all'interno della proprietà confinante. In appello, la sua tesi sulla collocazione del muro sulla linea di confine è stata respinta come eccezione nuova. La Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che contestare i fatti posti a fondamento della domanda avversaria costituisce una mera difesa in appello, sempre ammissibile, e non un'eccezione vietata ai sensi dell'art. 345 c.p.c.
Continua »
Nullità contratto pubblico impiego: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che un rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, derivante da una procedura di stabilizzazione che viola norme imperative sulla spesa pubblica, è affetto da nullità. Non si tratta di un licenziamento, ma della caducazione di un contratto viziato all'origine. Di conseguenza, il lavoratore non ha diritto alla reintegra o al risarcimento, ma solo alla retribuzione per il lavoro effettivamente svolto. La sentenza chiarisce la prevalenza delle norme finanziarie sulla stabilità del rapporto, configurando un caso di nullità del contratto nel pubblico impiego.
Continua »
Letto fiume abbandonato: la prova in giudizio
La Corte di Cassazione chiarisce la natura della prova necessaria per rivendicare la proprietà di un letto fiume abbandonato. A differenza di quanto stabilito dalla Corte d'Appello, non è richiesta la 'probatio diabolica', trattandosi di un acquisto a titolo originario per accessione. È sufficiente dimostrare i presupposti previsti dall'art. 946 c.c. (versione ante 1994), ovvero l'abbandono del letto da parte del fiume e la proprietà del fondo rivierasco.
Continua »
Regolamento di competenza: inammissibile su ATP
Una parte ha proposto ricorso per regolamento di competenza, sostenendo che un accertamento tecnico preventivo per infiltrazioni d'acqua fosse di competenza di un altro giudice già investito di una causa successoria tra le stesse parti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non può esserci litispendenza o continenza tra un giudizio di merito e un procedimento di istruzione preventiva, come l'ATP. Il ricorrente è stato condannato anche per lite temeraria per aver riproposto un'impugnazione già in passato respinta.
Continua »
Legittimazione passiva: chi citare per la Legge Pinto?
Una cittadina ha chiesto un indennizzo per l'eccessiva durata di un processo. Il procedimento includeva una fase ordinaria e una successiva fase di ottemperanza amministrativa. Inizialmente, è stato citato solo il Ministero della Giustizia per l'intero ritardo. La Corte di Cassazione ha stabilito che per il ritardo accumulato nella fase di ottemperanza, la corretta controparte è il Ministero dell'Economia e delle Finanze, non quello della Giustizia. Questa sentenza chiarisce il principio della legittimazione passiva, specificando che ogni ministero risponde solo per i ritardi dei plessi giurisdizionali di propria competenza.
Continua »
Accordo conciliativo: preclude il licenziamento?
Un lavoratore firma un accordo conciliativo con la sua azienda per terminare il rapporto di lavoro a una data futura. Successivamente, l'azienda scopre una grave condotta del dipendente, avvenuta prima dell'accordo, e procede al licenziamento per giusta causa. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento, stabilendo che un accordo conciliativo generico non impedisce il recesso per giusta causa basato su fatti gravi scoperti solo in un secondo momento.
Continua »
Azione di rivendica: prova e confini tra fondi
La Corte di Cassazione conferma la distinzione tra azione di rivendica e regolamento di confini. In un caso di occupazione di una striscia di terreno, i giudici hanno ribadito che se vi è un conflitto tra titoli di proprietà, si tratta di azione di rivendica, che richiede una prova rigorosa della proprietà (probatio diabolica). L'attore deve dimostrare la validità del proprio titolo risalendo a un acquisto a titolo originario, non essendo sufficiente il solo atto di compravendita.
Continua »
Qualificazione del contratto: il ruolo del giudice
Una società di servizi postali ha contestato la qualificazione del contratto di scambio di un'area immobiliare con un ministero, sostenendo fosse una consegna provvisoria e non una permuta definitiva. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la qualificazione del contratto spetta al giudice di merito sulla base dell'interpretazione della volontà delle parti. La Corte ha stabilito che la valutazione del giudice prevale sull'opinione del consulente tecnico e che l'errata interpretazione dei fatti non costituisce un vizio di legge sindacabile in sede di legittimità.
Continua »
Illecito permanente: la Cassazione chiarisce i termini
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21696/2024, ha stabilito che la costruzione abusiva in prossimità della linea doganale costituisce un illecito permanente. Di conseguenza, la prescrizione non decorre dalla fine dei lavori, ma dalla cessazione della condotta illecita. Tuttavia, la Corte ha annullato la decisione di merito per non aver verificato adeguatamente la legittimazione passiva del soggetto sanzionato, ovvero se fosse effettivamente lui il responsabile della concessione.
Continua »
Impugnazione licenziamento: procura scritta essenziale
La Cassazione ha annullato una decisione di merito, stabilendo che l'impugnazione del licenziamento fatta dall'avvocato del lavoratore è inefficace senza una procura scritta precedente o una ratifica scritta entro i 60 giorni. La mera conoscenza da parte del datore di lavoro del mandato non è sufficiente per validare l'atto e impedire la decadenza dall'impugnazione.
Continua »
Usucapione coerede: la coltivazione non basta
Una controversia tra sorelle sull'usucapione di terreni co-ereditati arriva in Cassazione. La Corte Suprema stabilisce che la semplice coltivazione del fondo da parte di un coerede non è sufficiente a dimostrare il possesso esclusivo necessario per l'usucapione. Occorrono atti inequivocabili che escludano gli altri coeredi dal godimento del bene. La sentenza d'appello, che aveva concesso l'usucapione basandosi solo sulla coltivazione, viene annullata con rinvio per un nuovo esame.
Continua »
Licenza comunitaria: multa con la sola fotocopia
La Corte di Cassazione ha stabilito che un'impresa di autotrasporto è sanzionabile se il conducente, durante un controllo su strada, esibisce una semplice fotocopia della licenza comunitaria invece dell'originale o di una copia certificata conforme. Questa mancanza non è una semplice dimenticanza, ma una violazione delle condizioni di impiego della licenza stessa, come previsto dalla normativa europea e sanzionato dalla legge italiana. La Corte ha chiarito che il possesso del documento corretto a bordo del veicolo è un requisito formale imprescindibile per il trasporto internazionale di merci.
Continua »
Diritto alla mensa: sì ai buoni pasto per turni lunghi
Un dipendente ospedaliero che lavorava su turni di 12 ore, anche notturni e festivi, ha richiesto il riconoscimento dei buoni pasto per il periodo in cui la mensa aziendale non era operativa. La Corte di Cassazione ha confermato il suo diritto alla mensa, stabilendo che esso è intrinsecamente legato al diritto alla pausa, obbligatoria per ogni turno di lavoro superiore alle sei ore, indipendentemente dall'orario. L'appello dell'azienda, che contestava la chiusura della mensa, è stato respinto perché chiedeva un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità.
Continua »
Pensione complementare una tantum: stop perequazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 21689/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di previdenza complementare. La scelta di ricevere la prestazione pensionistica in forma di capitale, ovvero come "pensione complementare una tantum", estingue l'obbligazione periodica e, di conseguenza, fa venir meno anche il diritto alla perequazione (l'adeguamento automatico) per il periodo successivo. La Corte ha accolto il ricorso di un fondo pensione contro la decisione di merito che aveva riconosciuto a ex dipendenti il diritto a tali adeguamenti anche dopo aver incassato il capitale. La decisione chiarisce che il pagamento in capitale sostituisce e conclude il rapporto pensionistico, estinguendo ogni pretesa futura ad esso collegata.
Continua »