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Giurisprudenza Civile

Indennità di malattia COVID: no a asintomatici
La Corte d'Appello di Trento ha stabilito che i lavoratori risultati positivi al COVID-19 ma asintomatici non hanno diritto all'indennità di malattia per i periodi successivi al 31 dicembre 2021. La sentenza chiarisce la distinzione fondamentale tra la quarantena con sorveglianza attiva, la cui equiparazione a malattia era una misura temporanea, e la malattia conclamata, che richiede la presenza di sintomi. L'indennità è stata invece riconosciuta a un lavoratore per cui la lunga prognosi e una successiva certificazione medica hanno confermato la presenza di una sintomatologia effettiva.
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Responsabilità da custodia: caduta su ghiaccio
Una cittadina scivola su un marciapiede ghiacciato e cita in giudizio il Comune. Quest'ultimo chiama in causa la ditta appaltatrice per la pulizia neve. La Corte d'Appello conferma la responsabilità da custodia del Comune e quella contrattuale della ditta, evidenziando che gli obblighi dell'appaltatore non si limitavano a specifici ordini di intervento. Tuttavia, riduce l'importo del risarcimento del danno per un errore di calcolo del Tribunale, senza riconoscere un concorso di colpa della danneggiata.
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Liquidazione spese legali: il valore della causa
Una sentenza della Corte d'Appello di Trento riforma parzialmente la liquidazione spese legali di primo grado. La Corte ha ricalcolato il compenso basandosi su un più corretto valore della causa, ma ha limitato l'importo a quanto originariamente richiesto dall'avvocato nella nota spese. È stata invece respinta la richiesta di maggiorazione per l'assistenza a più parti, poiché la pluralità non derivava dall'azione iniziale e non ha comportato un aggravio di lavoro per il difensore.
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Querela di falso: firma falsa sull’avviso di ricevimento
Una società ha presentato una querela di falso contestando la firma apposta sull'avviso di ricevimento di un atto di accertamento. Il tribunale di primo grado aveva dichiarato la domanda inammissibile, ritenendo che l'impugnazione dell'atto avesse sanato qualsiasi vizio. La Corte d'Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo la querela. Ha chiarito che, quando la querela di falso è proposta in via principale, il giudice non deve valutare la rilevanza del documento, ma solo accertarne la veridicità. Una perizia ha confermato la falsità della firma, portando all'accoglimento dell'appello e alla dichiarazione di falsità del documento.
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Sconto convenzionato: valido se pattuito tra ASL e privato
La Corte di Cassazione ha confermato la validità di uno sconto convenzionato tra un'Azienda Sanitaria Locale e un laboratorio privato. Anche se il contratto faceva riferimento a una legge non più in vigore per determinare la percentuale dello sconto, la Corte ha stabilito che le parti, nell'esercizio della loro autonomia contrattuale, hanno legittimamente pattuito tale condizione. La Corte ha qualificato il riferimento alla norma come un "rinvio fisso", cristallizzando la condizione nel contratto. Il ricorso del laboratorio è stato rigettato anche per vizi procedurali.
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Ricorso in Cassazione: quando è inammissibile?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due ex amministratori contro il decreto di un Tribunale fallimentare. Quest'ultimo aveva confermato l'autorizzazione al curatore a intraprendere un'azione di responsabilità nei loro confronti. Il principio chiave è che un provvedimento meramente ordinatorio, i cui effetti si esauriscono all'interno della procedura, non può essere oggetto di ricorso in Cassazione per violazione di legge, anche se include una condanna al pagamento delle spese legali.
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Rinuncia al ricorso: quando si estingue il giudizio
Una società agricola ha presentato ricorso contro un decreto del Tribunale. Successivamente, ha effettuato la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia e della mancata costituzione della controparte, ha dichiarato l'estinzione del giudizio senza disporre sulle spese.
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Omessa pronuncia: la Cassazione cassa la sentenza
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello per omessa pronuncia su un ricorso incidentale. Il caso riguardava un contenzioso tra una struttura sanitaria e un'ASL per il pagamento di prestazioni. La Suprema Corte ha accolto il ricorso della struttura sanitaria, ribadendo che il giudice ha l'obbligo di pronunciarsi su tutte le domande proposte, pena la nullità della decisione.
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Onere della prova: non contestazione non è ammissione
Una struttura sanitaria ha citato in giudizio un'azienda sanitaria pubblica per il pagamento di prestazioni erogate prima del rinnovo di un accreditamento. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della struttura, chiarendo che l'onere della prova circa l'effettiva esecuzione delle prestazioni spetta sempre a chi agisce in giudizio. La mancata contestazione specifica da parte del convenuto non equivale a una prova automatica, né le premesse fattuali di una sentenza di primo grado costituiscono giudicato interno se non sono il cuore della decisione.
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Rimborso costi edilizia: illegittimo per danni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25920/2024, ha stabilito che il rimborso costi edilizia a carico degli assegnatari di alloggi in edilizia convenzionata non può includere le somme pagate dalla cooperativa a titolo di risarcimento danni per occupazione illegittima e acquisitiva dei terreni. Secondo la Corte, il principio del "perfetto pareggio economico" copre solo i costi legati a procedure di esproprio legittime, non quelli derivanti da un fatto illecito, proteggendo così gli assegnatari da oneri impropri.
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Utilità nel concordato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25919/2024, ha stabilito che in un concordato preventivo in continuità aziendale, la proposta deve assicurare a ogni creditore un'utilità concreta ed economicamente valutabile. La mera possibilità di proseguire i rapporti commerciali non è sufficiente a soddisfare questo requisito, specialmente per le classi di creditori a cui non è offerto alcun pagamento. La Corte ha ritenuto che la prosecuzione dei contratti è un effetto naturale della procedura e non un'utilità aggiuntiva offerta dal debitore, confermando così la dichiarazione di fallimento della società proponente, la cui proposta mancava di 'concreta onerosità'.
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Interessi moratori sanità: prova e contratti
Una clinica privata ha richiesto gli interessi di mora a un'azienda sanitaria per pagamenti ritardati. La Corte d'Appello aveva respinto la domanda, sostenendo che le fatture non fossero state prodotte. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, rilevando che le fatture erano presenti agli atti e già esaminate da un perito. La Suprema Corte ha ribadito che il rapporto tra sanità pubblica e strutture accreditate, se basato su un contratto scritto, costituisce una 'transazione commerciale' che dà diritto agli interessi moratori sanità in caso di ritardo.
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Protesto illegittimo assegno: il timbro fa la firma
Un imprenditore è personalmente soggetto a un protesto illegittimo assegno perché il titolo da lui firmato, recante il timbro della sua società, è stato tratto dal suo conto personale con fondi insufficienti. La Corte di Cassazione ha annullato il protesto, stabilendo che il timbro societario identifica chiaramente la società come l'emittente del titolo. Di conseguenza, il protesto doveva essere diretto contro la società e non contro la persona fisica, indipendentemente dal conto corrente utilizzato.
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Responsabilità banca assegno non trasferibile: la guida
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25888/2024, ha affrontato un complesso caso di assegni non trasferibili sottratti e incassati da soggetti non legittimati. La Corte ha stabilito un principio fondamentale sulla responsabilità della banca negoziatrice: non si tratta di una responsabilità oggettiva (automatica), bensì di una responsabilità contrattuale. Ciò significa che l'istituto di credito può evitare il risarcimento se dimostra di aver agito con la diligenza professionale richiesta, ad esempio controllando adeguatamente i documenti d'identità del presentatore. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso principale per un conflitto d'interessi del difensore e ha rigettato altri ricorsi incidentali per tardività della notifica, ritenuta non scusabile.
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Distrazione spese: correzione errore materiale Cassazione
La Corte di Cassazione chiarisce che l'omessa pronuncia sulla richiesta di distrazione delle spese legali costituisce un errore materiale. L'ordinanza analizzata corregge una precedente decisione, specificando che il rimedio corretto non è l'impugnazione, ma la più rapida procedura di correzione, garantendo al legale di ottenere il pagamento diretto delle sue competenze dalla parte soccombente.
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Interpretazione testamento: prevale volontà del de cuius
La Corte d'Appello di Trento si è pronunciata su un caso di impugnazione di testamento olografo redatto in modo poco chiaro. La controversia vedeva contrapposti due fratelli per l'eredità di un immobile. La Corte ha stabilito che, ai fini dell'interpretazione del testamento, la volontà effettiva del testatore, desumibile dal contesto complessivo del documento, prevale su errori formali e grammaticali. Ha quindi confermato la decisione di primo grado, attribuendo l'immobile alla sorella e rigettando quasi integralmente l'appello del fratello.
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Canone Unico Patrimoniale: i limiti per i Comuni
Una società di telecomunicazioni ha contestato l'elevato canone imposto da un Comune per l'occupazione di suolo pubblico con un'antenna. La Corte d'Appello ha accolto il ricorso, stabilendo che il regolamento comunale sul Canone Unico Patrimoniale era illegittimo in quanto violava la normativa nazionale di settore, pensata per agevolare lo sviluppo delle reti. La Corte ha disapplicato il regolamento e ricalcolato il canone dovuto in una misura notevolmente inferiore, conformemente ai limiti di legge.
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Revoca contributo pubblico: quando è illegittima?
La Corte d'Appello ha stabilito che la revoca di un contributo pubblico è illegittima per la parte relativa ai beni mobili se l'impresa ha cessato l'attività dopo aver rispettato il vincolo di destinazione quinquennale. La sentenza chiarisce che il requisito della prosecuzione dell'attività non può estendersi oltre i termini specifici previsti per il mantenimento dei beni agevolati, distinguendo nettamente le due obbligazioni. Di conseguenza, la revoca del contributo pubblico è stata parzialmente annullata.
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Danno da errata diagnosi: la decisione della Corte
Una paziente, a seguito di un'errata diagnosi di sclerosi multipla, veniva sottoposta per cinque anni a una terapia non necessaria, subendo significativi effetti collaterali. In primo grado le veniva riconosciuto un risarcimento sia per il danno biologico temporaneo che per quello psicologico permanente (depressione). La Corte d'Appello, sulla base di una nuova perizia, ha riformato la decisione. Pur confermando il risarcimento per il danno temporaneo dovuto agli effetti del farmaco, ha escluso il danno psicologico permanente, non ravvisando un nesso di causalità diretto tra la terapia errata e un disturbo depressivo maggiore. La sentenza sottolinea l'importanza di una prova rigorosa del collegamento causale nel danno da errata diagnosi.
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Presunzione di condominialità: il caso del sottorampa
Una recente sentenza della Corte d'Appello ha chiarito che la presunzione di condominialità si estende anche a un sottorampa grigliato, funzionale a dare aria e luce a un garage comune. L'occupazione di tale area da parte di un singolo condomino con materiali vari è stata giudicata un uso illegittimo, in quanto ne altera la destinazione e compromette la sua funzione a servizio di tutti. La Corte ha quindi respinto l'appello, confermando la natura comune del bene e l'obbligo di ripristino.
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