LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Fallimentare

Fondo Garanzia INPS: quando si perde il diritto
Una lavoratrice si è vista negare il pagamento dal Fondo Garanzia INPS per crediti di lavoro non pagati da un'azienda fallita. La Cassazione ha confermato la decisione, ritenendo che la lavoratrice non abbia agito con la dovuta diligenza, non avendo promosso un'azione legale per accertare il proprio credito nel periodo in cui l'azienda era tornata in bonis, prima della cancellazione.
Continua »
Fondo Garanzia TFR: no pagamento se il lavoro continua
La Corte di Cassazione ha stabilito che il Fondo Garanzia TFR non interviene per pagare il trattamento di fine rapporto maturato con un'azienda cedente, se quest'ultima diventa insolvente ma il rapporto di lavoro del dipendente prosegue senza interruzioni con la nuova società acquirente. Il diritto al TFR, e la conseguente tutela del Fondo, scattano solo al momento della cessazione definitiva del rapporto di lavoro, e l'obbligato principale è il datore di lavoro in quel momento.
Continua »
Equa riparazione fallimento: il valore della causa
Una società ha richiesto un'equa riparazione per un fallimento durato diciotto anni. La Corte d'Appello aveva negato l'indennizzo, equiparando il valore della causa a zero, dato che la società non aveva ricevuto alcun pagamento dal riparto. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che, ai fini dell'equa riparazione fallimento, il parametro corretto è il valore del credito ammesso al passivo, indipendentemente dall'esito della liquidazione, e ha rinviato il caso per una nuova valutazione.
Continua »
Liquidazione compenso avvocato: quando si conclude?
Un avvocato ha impugnato la liquidazione dei suoi onorari per l'assistenza in una procedura prefallimentare. Il Tribunale aveva applicato una tariffa superata, ritenendo l'attività conclusa prima dell'entrata in vigore della nuova. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che l'attività professionale in tale fase si conclude solo con la sentenza di fallimento. Di conseguenza, la corretta liquidazione compenso avvocato deve basarsi sulla tariffa vigente a quella data.
Continua »
Fondo di Garanzia TFR: quando non interviene?
Un lavoratore ha chiesto l'intervento del Fondo di Garanzia TFR per il TFR maturato con un'azienda fallita, il cui ramo d'azienda era stato ceduto a una nuova società. La Cassazione ha negato l'intervento del Fondo, poiché il rapporto di lavoro è proseguito senza interruzioni con la nuova azienda ai sensi dell'art. 2112 c.c., rendendo il credito per TFR non ancora esigibile.
Continua »
Fondo Garanzia TFR: l’INPS può opporsi al pagamento
Una lavoratrice di un'azienda fallita ha richiesto il pagamento del TFR al Fondo di Garanzia INPS. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'INPS, stabilendo che l'istituto può rifiutare il pagamento se dimostra che il rapporto di lavoro non è cessato, ma è proseguito con una nuova società a seguito di una cessione d'azienda. La Corte ha sottolineato che il diritto alla prestazione del Fondo è autonomo e richiede come presupposto l'effettiva cessazione del rapporto di lavoro.
Continua »
Risoluzione contratto fallimento: quando è possibile?
Una società committente chiede la risoluzione di un contratto di appalto per inadempimento e la restituzione del prezzo pagato contro la società appaltatrice, poi fallita. Il tribunale rigetta la domanda, ma la Cassazione cassa la decisione. Si afferma che un'azione per la risoluzione contratto fallimento, sebbene proposta dopo la dichiarazione di fallimento, è ammissibile se l'iniziativa (come un accertamento tecnico preventivo) è stata presa prima o contestualmente alla dichiarazione stessa, producendo effetti restitutori e risarcitori nei confronti della massa fallimentare.
Continua »
Garanzia autonoma: quando l’escussione è abusiva?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23434/2024, ha stabilito che l'escussione di una garanzia autonoma è abusiva se l'obbligazione principale si è estinta. Il garante può non solo rifiutare il pagamento tramite l'eccezione di dolo ('exceptio doli'), ma anche chiedere la restituzione di somme già versate se il beneficiario le ha incassate pur sapendo dell'estinzione del debito. Questo principio protegge il garante da richieste fraudolente, indipendentemente dalla sua conoscenza dell'abuso al momento del pagamento.
Continua »
Fondo di Garanzia TFR: quando paga l’INPS?
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo del Fondo di Garanzia TFR di pagare il Trattamento di Fine Rapporto in caso di insolvenza del datore di lavoro non è subordinato alla preventiva escussione di altri eventuali debitori solidali. Nel caso esaminato, un lavoratore di una società fallita, nata da una scissione, si è visto riconoscere il diritto al pagamento diretto da parte dell'INPS, nonostante la potenziale responsabilità dell'originaria società. La Corte ha ribadito la natura previdenziale e autonoma dell'obbligazione del Fondo, che garantisce un accesso diretto alla prestazione per il lavoratore.
Continua »
Crediti prededucibili: cosa succede nel fallimento?
Una società di servizi energetici ha richiesto il riconoscimento dello status prededucibile per crediti maturati prima del fallimento di un'azienda cliente, dato che il contratto di fornitura era proseguito durante l'esercizio provvisorio. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, specificando che i crediti prededucibili antecedenti al fallimento, in contratti di durata, sono tali solo se il curatore subentra formalmente nel contratto al termine del periodo provvisorio. Solamente i crediti sorti durante l'esercizio provvisorio sono automaticamente prededucibili.
Continua »
Litispendenza: Causa identica in gradi diversi?
La Corte di Cassazione conferma la dichiarazione di litispendenza tra due cause identiche, anche se una è già pendente in un grado di giudizio superiore. Il caso riguarda la richiesta di pagamento di un credito da parte della curatela fallimentare di una società di servizi verso un Comune. Avendo la curatela iniziato un nuovo giudizio per la stessa pretesa già oggetto di un procedimento pendente in Cassazione, i giudici hanno ribadito che il secondo processo deve essere cancellato per evitare giudicati contrastanti, confermando l'inammissibilità del ricorso.
Continua »
Contratto di subappalto: limiti al compenso extra
Una ditta subappaltatrice ha richiesto il pagamento di un credito per lavori extra rispetto a quanto pattuito in un contratto di subappalto con un'impresa poi fallita. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22853/2024, ha respinto il ricorso, confermando che il compenso massimo pattuito nel contratto era vincolante. La Corte ha sottolineato l'importanza dell'interpretazione letterale delle clausole e l'inammissibilità di introdurre nuove questioni in sede di legittimità.
Continua »
Credito subappaltatore fallimento: no alla prededuzione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 22834/2024, ha stabilito che in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa dell'appaltatore di un'opera pubblica, il credito del subappaltatore non gode di prededuzione. La speciale tutela prevista dal Codice dei Contratti Pubblici, che consente alla stazione appaltante di sospendere i pagamenti all'appaltatore inadempiente verso il subappaltatore, non si applica una volta sciolto il contratto per insolvenza. Pertanto, il subappaltatore è considerato un creditore concorsuale come gli altri, soggetto al principio della 'par condicio creditorum'.
Continua »
Attrazione fallimentare: confini e competenza
Un'ordinanza interlocutoria della Cassazione esamina il caso di un'azione di regolamento di confini promossa contro una società fallita e un'altra società in bonis. La Corte d'Appello aveva dichiarato la domanda improponibile per attrazione fallimentare. La Cassazione, riconoscendo la complessità della questione, soprattutto in presenza di un litisconsorzio necessario con un soggetto non fallito, ha rimesso la causa alla pubblica udienza per ottenere precisazioni nomofilattiche sull'ambito di applicazione delle azioni esperibili al di fuori della procedura concorsuale.
Continua »
Prededuzione e successione: limiti di opponibilità
Un istituto di credito finanziava una società in concordato preventivo, ottenendo il beneficio della prededuzione. Successivamente, la società cedeva la propria azienda a una nuova entità, che in seguito falliva. La richiesta della banca di vedere riconosciuta la prededuzione nel fallimento della nuova società è stata respinta. La Corte di Cassazione ha confermato che la prededuzione è una qualità procedurale legata alla specifica procedura concorsuale del debitore originario e non si trasferisce a un soggetto giuridico diverso, neppure in caso di successione aziendale.
Continua »
Responsabilità avvocato: compenso negato per negligenza
La Corte di Cassazione ha negato il compenso a un avvocato per l'assistenza in una procedura di concordato preventivo, poi fallita. La decisione si fonda sulla grave negligenza del professionista, che non ha vigilato sulla correttezza della relazione dell'attestatore, rendendo la sua prestazione del tutto inutile per il cliente. La Suprema Corte ha qualificato tale condotta come un totale inadempimento contrattuale, che giustifica il mancato pagamento del corrispettivo.
Continua »
Compenso professionale: quando l’avvocato non ha diritto
Un professionista ha richiesto il pagamento delle sue parcelle per l'assistenza in una procedura di concordato preventivo, poi fallita. La Corte di Cassazione ha negato il diritto al compenso professionale a causa della grave negligenza e imperizia dimostrate dal legale. Gli errori commessi, come la redazione di un piano non conforme e la violazione delle norme sulla soddisfazione dei creditori, hanno reso la sua prestazione totalmente inutile e configurato un grave inadempimento contrattuale, giustificando il mancato pagamento.
Continua »
Compenso professionale: niente parcella se c’è imperizia
Un professionista agisce per ottenere il pagamento dei suoi onorari relativi alla redazione di un piano di concordato preventivo per una società, successivamente dichiarata fallita. La Corte di Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, negando il diritto al compenso professionale a causa della grave negligenza e imperizia dimostrate dal professionista nell'esecuzione dell'incarico. La prestazione, resa in modo del tutto inidoneo, è stata qualificata come un totale inadempimento contrattuale, legittimando il rifiuto del pagamento.
Continua »
Prededuzione del credito: non si trasferisce al fallito
Una società finanziatrice aveva concesso un credito, beneficiando della prededuzione, a un'impresa in concordato preventivo. Quest'ultima ha poi ceduto la propria azienda a una seconda società, che è successivamente fallita. La società cessionaria del credito ha tentato di far valere la prededuzione nel fallimento della seconda impresa. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, statuendo che la prededuzione del credito è una qualità procedurale legata soggettivamente all'impresa che l'ha originata e non si trasferisce al fallimento di un soggetto diverso, neanche in caso di cessione d'azienda.
Continua »
Errore revocatorio: l’analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione basato su un presunto errore revocatorio. Il caso riguardava una società fallita che accusava la Corte di aver erroneamente percepito l'assenza di contestazioni su una clausola di compensazione. La Suprema Corte ha chiarito che la sua precedente decisione si basava su un'interpretazione giuridica degli atti processuali, non su una svista fattuale, ribadendo la netta distinzione tra errore di giudizio ed errore di fatto, l'unico che può giustificare la revocazione.
Continua »