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Diritto Fallimentare

Opposizione a decreto ingiuntivo e concordato
Una società ha presentato opposizione a un decreto ingiuntivo per una fornitura commerciale, contestando una minima parte dell'importo richiesto. Durante la causa, la stessa società ha avviato una procedura di concordato preventivo. Il Tribunale ha stabilito che l'opposizione a decreto ingiuntivo deve comunque essere decisa nel merito, revocando il decreto iniziale per l'inesattezza dell'importo e condannando il debitore al pagamento della somma corretta, oltre alle spese legali.
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COMI sede effettiva: prevale sulla sede legale
Un'azienda creditrice ha richiesto la liquidazione giudiziale di una società debitrice. Il Tribunale di Monza ha affermato la propria competenza, stabilendo che il COMI sede effettiva, ovvero il centro operativo dell'impresa, prevale sulla sede legale fittizia. La decisione si basa su prove concrete come contratti di locazione, presenza di beni e risultanze online, che dimostravano l'attività principale in un luogo diverso da quello registrato. Di conseguenza, il Tribunale ha aperto la procedura di liquidazione.
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Ricorso per cassazione: limiti alla prova del lavoro
Un lavoratore si rivolge alla Corte di Cassazione dopo che il tribunale ha respinto la sua richiesta di ammissione al passivo fallimentare per un presunto rapporto di lavoro subordinato. La Corte Suprema respinge l'appello, sottolineando che il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per una nuova valutazione delle prove o per contestare le decisioni discrezionali del giudice di merito sulla gestione dei testimoni, a meno che non vengano dedotte specifiche violazioni procedurali. La decisione del tribunale viene quindi confermata.
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Cessione contratto di leasing: il foro fallimentare
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di fallimento della società cessionaria di un contratto di leasing, qualsiasi domanda volta ad accertare l'avvenuta cessione deve essere proposta dinanzi al tribunale fallimentare e non in un'autonoma causa civile. La controversia nasceva dal mancato consenso della società concedente alla cessione contratto di leasing di un'imbarcazione. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che la competenza funzionale del foro fallimentare è inderogabile per tutte le pretese che incidono sulla massa fallimentare, al fine di garantire la parità di trattamento tra i creditori.
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Legittimazione curatore fallimentare e art. 2497 c.c.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15196/2024, ha stabilito importanti principi in materia di responsabilità da direzione e coordinamento di società. Il caso riguardava la richiesta di risarcimento del fallimento di una S.r.l. nei confronti di un'altra società e del suo amministratore, che esercitava un'influenza dominante su entrambe. La Corte ha chiarito che la legittimazione del curatore fallimentare ad agire ai sensi dell'art. 2497 c.c. è limitata alla sola azione dei creditori e non si estende a quella della società fallita. Inoltre, ha qualificato l'azione per la restituzione dei finanziamenti anomali (art. 2467 c.c.) come una revocatoria speciale, esperibile solo per i rimborsi avvenuti nell'anno anteriore al fallimento, rigettando la tesi dell'indebito oggettivo per pagamenti anteriori.
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Opposizione stato passivo: si può cambiare domanda?
La Corte di Cassazione ha stabilito che un creditore, durante il giudizio di opposizione stato passivo, può modificare la sua domanda da ammissione con riserva a piena e incondizionata, senza che ciò costituisca una domanda nuova (mutatio libelli). Il caso riguardava un socio di minoranza che chiedeva il risarcimento danni alla società controllante, poi finita in amministrazione straordinaria. La Corte ha chiarito che, se i fatti costitutivi del credito rimangono gli stessi, il tribunale deve esaminare il merito della richiesta e non dichiararla inammissibile.
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Esdebitazione: l’errore di calcolo non la nega
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una Corte d'Appello che negava l'esdebitazione a un imprenditore fallito. La Corte ha riscontrato un errore nel calcolo della percentuale di soddisfacimento dei creditori, sottolineando che non si possono includere nel calcolo i crediti tardivi non ancora accertati. È stato riaffermato il principio del favor debitoris, secondo cui l'esdebitazione può essere negata solo se il soddisfacimento dei creditori è totalmente assente o 'affatto irrisorio', valutazione che spetta al giudice di merito sulla base di calcoli corretti e di un'interpretazione estensiva della norma.
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Correzione errore materiale: l’importanza dei dettagli
La Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. L'errore consisteva nell'errata indicazione della denominazione sociale della società ricorrente. Riconosciuta l'evidenza della svista, la Corte ha disposto la rettifica, ripristinando la corretta identità della parte processuale e sottolineando l'importanza della precisione negli atti giudiziari.
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Credito antistatario: quando il pagamento è inammissibile
Un avvocato ha richiesto l'ammissione al passivo di un fallimento per un credito antistatario di 40.000 euro, sostenendo di aver anticipato tale somma. Il Tribunale ha respinto la richiesta poiché i fondi provenivano da una società di consulenza legale e non dall'avvocato come persona fisica. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile. La Corte ha sottolineato che non può riesaminare i fatti e che il motivo centrale della decisione, ovvero la differenza soggettiva tra chi ha pagato e chi ha richiesto il credito, non è stato validamente contestato.
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Delegazione di pagamento: quando non esclude il credito
La Corte di Cassazione ha confermato la dichiarazione di fallimento di una società, rigettando la tesi difensiva basata su una presunta delegazione di pagamento. Un'altra società fallita aveva chiesto il fallimento della prima sulla base di un credito di 145.000 euro, usati per estinguere un leasing immobiliare. La ricorrente sosteneva che i fondi, sebbene prelevati dal conto dell'altra società, fossero stati da lei forniti e che l'operazione fosse una semplice delegazione di pagamento. La Corte ha stabilito che i fondi su un conto corrente si presumono di proprietà dell'intestatario e che la delegazione deve essere provata concretamente, cosa non avvenuta nel caso di specie. È stata inoltre confermata la competenza territoriale del tribunale e lo stato di insolvenza della società.
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Leasing traslativo: restituzione rate e equo compenso
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso di risoluzione di un contratto di leasing traslativo per mancato pagamento del prezzo di riscatto. L'ordinanza chiarisce che, in caso di risoluzione, l'utilizzatore deve restituire il bene ma ha diritto alla restituzione delle rate pagate, al netto di un equo compenso per l'uso del bene. Tuttavia, il diritto alla restituzione sorge solo dopo l'effettiva riconsegna del bene. Il ricorso della società finanziaria è stato dichiarato inammissibile.
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Consolidato fiscale: compenso per le perdite cedute
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una società controllante a versare un corrispettivo alla sua controllata, poi fallita, per aver utilizzato le perdite fiscali di quest'ultima nell'ambito del regime del consolidato fiscale. Secondo la Corte, la rinuncia della controllata alla possibilità di utilizzare autonomamente tali perdite in futuro deve essere compensata, sulla base di un accordo tra le parti la cui esistenza è stata provata in giudizio, anche tramite ammissioni della stessa controllante. L'interruzione del consolidato a causa del fallimento non esonera la controllante da tale obbligo.
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Responsabilità amministratori non esecutivi: la Cassazione
La Corte di Cassazione conferma la condanna di due amministratori non esecutivi per i danni causati dalla prosecuzione illecita dell'attività sociale dopo la perdita totale del capitale. La sentenza chiarisce che la responsabilità degli amministratori non esecutivi non deriva da una generica omissione, ma dal non essersi attivati pur in presenza di evidenti segnali di crisi, violando l'obbligo di agire informati per tutelare il patrimonio sociale. Il danno è stato calcolato con il criterio della differenza dei netti patrimoniali.
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Credito prededucibile: no per quote non versate
Una società in amministrazione straordinaria aveva sottoscritto quote di un consorzio senza versarle integralmente. Il consorzio ha chiesto l'ammissione al passivo con privilegio prededucibile. La Corte di Cassazione ha negato tale status, stabilendo che l'obbligazione è sorta al momento della sottoscrizione, antecedente alla procedura. Pertanto, non può essere un credito prededucibile. La Corte ha inoltre affermato il principio dell'effetto preclusivo di una precedente ammissione al passivo dello stesso credito in via chirografaria.
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Estinzione del giudizio: rinuncia e spese legali
Una società ha rinunciato a un ricorso in Cassazione contro il fallimento di una casa da gioco, a causa di un sopravvenuto difetto di interesse. La Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio e, riconoscendo che la rinuncia era dovuta a un fatto non imputabile alla ricorrente, ha disposto la compensazione integrale delle spese legali tra le parti.
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Fallimento omisso medio: quando è possibile?
Una società, dopo l'approvazione di un concordato preventivo, è stata dichiarata fallita per l'incapacità di far fronte a nuovi debiti e per un conclamato stato di insolvenza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, respingendo il ricorso dell'impresa e chiarendo le condizioni per il cosiddetto 'fallimento omisso medio'. La Corte ha stabilito che, di fronte a un'insolvenza manifesta successiva all'omologa, è possibile procedere alla dichiarazione di fallimento senza dover prima risolvere formalmente l'accordo di concordato, specialmente quando l'inadempimento rende oggettivamente impossibile l'attuazione del piano.
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Dichiarazione di fallimento concordato: quando è?
Una società, dopo aver ottenuto l'omologazione di un concordato preventivo, è stata dichiarata fallita su istanza di un creditore. La Corte d'Appello aveva annullato il fallimento, ritenendo che il creditore non potesse agire per il credito intero e che l'insolvenza fosse solo prospettica. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo che la dichiarazione di fallimento concordato è legittima quando l'esecuzione del piano diventa oggettivamente impossibile, a prescindere dalla scadenza dei termini. L'insolvenza originaria, infatti, riemerge e giustifica l'azione, ripristinando la posizione dei creditori.
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Onere della prova del credito: non basta il mandato
La richiesta di pagamento di un avvocato nei confronti di una società fallita è stata respinta. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che l'onere della prova del credito non si esaurisce con la presentazione del contratto di mandato. È indispensabile dimostrare l'effettivo svolgimento dell'attività professionale con prove concrete e tempestive, poiché la Corte non può riesaminare nel merito le prove già valutate dal Tribunale.
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Credito prededucibile: quando è negato al professionista
Un professionista ha richiesto il riconoscimento di un credito prededucibile per l'attività svolta in un concordato preventivo, poi dichiarato inammissibile. Anni dopo, la società è fallita. La Cassazione ha respinto la richiesta, sottolineando che il lungo lasso di tempo e la prosecuzione dell'attività aziendale hanno interrotto la continuità tra le due procedure. Di conseguenza, il credito non è stato ritenuto funzionale al successivo fallimento e la prededuzione è stata negata.
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Privilegio professionale avvocato: la Cassazione chiarisce
Una professionista legale si opponeva alla reiezione parziale del suo credito professionale nello stato passivo di un fallimento. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo principi fondamentali sul privilegio professionale avvocato. In particolare, ha chiarito che il biennio per il privilegio decorre dalla cessazione dell'incarico e non dalla data del fallimento, e che il giudice deve esaminare eventuali accordi scritti sul compenso. La causa è stata rinviata al Tribunale per un nuovo esame.
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