LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Immobiliare

Superficie utile: contano anche i locali separati
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini dell'agevolazione 'prima casa', nel calcolo della superficie utile si devono includere anche i locali fisicamente separati dall'abitazione principale (es. lavanderia, sgombero) se sono funzionalmente serventi ad essa. Il criterio determinante è la loro potenziale utilizzabilità per le esigenze della vita quotidiana, non il collegamento strutturale.
Continua »
Ipoteca giudiziale: quando si cancella per pagamenti
La Corte di Cassazione conferma la cancellazione di un'ipoteca giudiziale iscritta da un'ex coniuge a garanzia dell'assegno di mantenimento. Sebbene la sentenza di separazione costituisca un titolo valido, l'iscrizione è illegittima se il debitore ha sempre pagato regolarmente e non sussiste un concreto pericolo di inadempimento. La Corte ha ritenuto che l'iscrizione in assenza di tale rischio costituisca un abuso del diritto, sanzionabile per responsabilità aggravata.
Continua »
Ricorso inammissibile: le conseguenze dell’abuso
L'appello di un debitore contro una procedura di esecuzione forzata è stato respinto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile a causa della sua stesura confusa ed eccessivamente prolissa, in violazione delle norme procedurali. Questa decisione su un ricorso inammissibile ha comportato la condanna del ricorrente per abuso del processo giudiziario, sottolineando l'importanza della chiarezza e della sinteticità negli atti legali.
Continua »
Ipoteca su diritto di superficie: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un promissario acquirente che chiedeva il trasferimento di un immobile libero da garanzie. La decisione si fonda sul fatto che l'ipoteca su diritto di superficie, iscritta dalla cooperativa edilizia, è stata ritenuta valida e si estende automaticamente all'edificio costruito. Inoltre, l'appellante non aveva correttamente impugnato il capo della sentenza di primo grado che rigettava la domanda di trasferimento coattivo, rendendo quel punto definitivo.
Continua »
Rinuncia al ricorso: chi paga le spese legali?
Una società immobiliare, dopo aver proposto ricorso in Cassazione contro una decisione in materia di opposizione a un'esecuzione immobiliare, decide di rinunciare all'impugnazione. La Corte Suprema dichiara l'estinzione del giudizio. Tuttavia, poiché le controparti non hanno accettato la rinuncia, l'ordinanza stabilisce un principio fondamentale: la parte che rinuncia al ricorso è tenuta a pagare integralmente le spese legali sostenute dalle altre parti, applicando la regola generale della soccombenza processuale.
Continua »
Trascrizione accettazione tacita eredità: imposte
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20520/2024, ha stabilito che la trascrizione dell'accettazione tacita di eredità non beneficia del regime fiscale di favore previsto per gli atti di compravendita immobiliare. Anche se l'accettazione avviene tramite la vendita di un bene ereditato, la sua trascrizione è un adempimento fiscalmente autonomo e, pertanto, soggetto al pagamento dell'imposta ipotecaria e di bollo in misura fissa. La Corte ha chiarito che l'accettazione è un presupposto giuridico della vendita, non una sua conseguenza diretta, escludendola così dal perimetro delle esenzioni.
Continua »
Patto fiduciario: la prova per presunzioni semplici
La curatela di un fallimento agisce per far dichiarare un patto fiduciario, sostenendo che una società avesse acquistato immobili per conto di due fratelli debitori al fine di sottrarli ai creditori. La Corte d'Appello conferma la decisione di primo grado, rigettando la domanda. La motivazione si fonda sull'insufficienza della prova per presunzioni: sebbene gli indizi suggerissero un'operazione elusiva, non dimostravano in modo univoco l'esistenza di un obbligo di ritrasferimento della proprietà, essendo i fatti compatibili anche con la mera volontà dei fratelli di godere dei beni attraverso lo schermo societario.
Continua »
Interessi compensativi: calcolo e risarcimento danno
Una società immobiliare ottiene dalla Cassazione l'annullamento di una sentenza che aveva errato nel calcolo degli interessi compensativi per un danno da occupazione illegittima. La Corte ha stabilito che gli interessi vanno calcolati sulla somma rivalutata anno per anno, e non su un periodo limitato, per garantire un risarcimento integrale.
Continua »
Opposizione alla stima: la Corte determina l’indennità
Una società energetica si oppone alla stima dell'indennità per un asservimento. La Cassazione chiarisce che il giudizio di opposizione alla stima non è un controllo dell'atto amministrativo, ma un'autonoma determinazione giudiziale del giusto indennizzo, cassando la decisione della Corte d'Appello che si era limitata a una revisione.
Continua »
Compenso professionista: quale tariffa si applica?
In un caso riguardante la liquidazione del compenso di un notaio, a cui erano state applicate sia una tariffa vecchia e abrogata che quella nuova, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale. Per il calcolo del compenso professionista, si deve utilizzare esclusivamente la tariffa in vigore al momento della conclusione dell'attività. La prestazione professionale è unitaria e non può essere frazionata ai fini della liquidazione solo perché una legge è cambiata nel corso dell'incarico. Di conseguenza, la Corte ha annullato la decisione precedente e ricalcolato l'onorario basandosi unicamente sulla normativa vigente.
Continua »
Doppia conforme di merito: ricorso inammissibile
Una società conduttrice ha citato in giudizio la società locatrice per presunta inidoneità dei locali commerciali. Dopo aver perso in primo grado e in appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, applicando il principio della "doppia conforme di merito", che limita la possibilità di contestare la valutazione dei fatti quando due giudici di merito sono giunti alla medesima conclusione.
Continua »
Ordinanza di convalida: l’effetto del giudicato
La Corte di Cassazione chiarisce la portata dell'ordinanza di convalida di sfratto. In un caso di locazione, i conduttori si opponevano a un decreto ingiuntivo per canoni non pagati, contestando la procedura iniziale. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che l'ordinanza di convalida ha effetto di cosa giudicata sulla morosità, impedendo di rimettere in discussione le ragioni che hanno portato alla risoluzione del contratto.
Continua »
Valutazione delle prove: la Cassazione decide
Una società immobiliare ha richiesto la restrizione di un'ipoteca concessa a una banca. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha rigettato i ricorsi della banca e di una società cessionaria del credito, confermando la decisione di merito. Il punto centrale è la corretta valutazione delle prove da parte del giudice, che può basare la sua decisione su un'analisi prudente di tutti gli elementi disponibili, inclusi i documenti, senza essere vincolato a una rigida applicazione del principio di non contestazione sul loro contenuto. La Corte ha stabilito che la stima del valore di un immobile, sufficiente a garantire il credito, era stata accertata correttamente.
Continua »
Innovazioni vietate condominio: rampa e parcheggio
Un condomino, proprietario di un box auto, impugna tre delibere condominiali che hanno trasformato la rampa di accesso comune in un'area di parcheggio. La Corte di Cassazione conferma la nullità delle delibere, qualificando l'intervento come una delle innovazioni vietate in condominio. La trasformazione, infatti, pregiudicava la sicurezza e la comodità di accesso alla proprietà privata del singolo, rendendo le manovre difficoltose e pericolose. La Corte ha stabilito che tale modifica altera la destinazione naturale del bene comune, ledendo il diritto del singolo condomino al pari uso della cosa comune.
Continua »
Vendita a corpo: quando il prezzo non cambia?
Una società immobiliare vende un immobile a un ente universitario. Nonostante la superficie finale risulti superiore alla tolleranza del 3% pattuita, la Cassazione nega il diritto a un supplemento di prezzo. La decisione si fonda sull'interpretazione del contratto come una vendita a corpo, dove il comportamento delle parti ha dimostrato la volontà di mantenere fisso il corrispettivo, rinunciando a future pretese.
Continua »
Opposizione agli atti esecutivi: i termini per agire
La Corte di Cassazione chiarisce i termini perentori per l'opposizione agli atti esecutivi. In un caso di pignoramento immobiliare, i debitori hanno contestato il decreto di trasferimento lamentando un prezzo di vendita irrisorio e irregolarità nello sgombero. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che tali vizi procedurali devono essere contestati entro termini brevi e non possono invalidare il trasferimento già avvenuto. Le irregolarità dello sgombero, inoltre, non sono vizi opponibili con questo strumento processuale.
Continua »
Indennità aggiuntiva: sì anche per opere private
Una società energetica ha espropriato un terreno agricolo affittato per la costruzione di un gasdotto, un'opera privata di pubblica utilità. Il coltivatore diretto ha richiesto l'indennità aggiuntiva prevista dall'art. 42 D.P.R. 327/2001, che la società ha negato invocando l'art. 36. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, stabilendo che l'indennità aggiuntiva spetta al coltivatore anche in caso di opere private di pubblica utilità, poiché è un compenso autonomo finalizzato a tutelare l'attività agricola e non rientra nelle deroghe previste per la sola indennità di esproprio.
Continua »
Ricorso straordinario cassazione: quando è inammissibile
Una condomina impugnava una delibera assembleare relativa a una polizza di tutela legale. Dopo un lungo iter giudiziario, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della condomina. Quest'ultima ha tentato di impugnare la stessa decisione della Cassazione tramite un ricorso straordinario cassazione ex art. 111 Cost. La Suprema Corte, con l'ordinanza in esame, ha ribadito l'inammissibilità di tale strumento, chiarendo che non può essere utilizzato per contestare le pronunce della Cassazione per presunti errori di diritto, ma solo contro provvedimenti decisori e definitivi dei giudici di merito per i quali non sia previsto altro mezzo di impugnazione.
Continua »
Usucapione bene in comunione: cosa serve per provarla
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20346/2024, ha chiarito i requisiti per l'usucapione di un bene in comunione tra coeredi. La Corte ha stabilito che non è sufficiente il semplice utilizzo esclusivo del bene da parte di un coerede, anche se protratto nel tempo. È necessario compiere atti che manifestino in modo inequivocabile la volontà di escludere gli altri comproprietari dal godimento del bene, dimostrando un possesso incompatibile con i diritti altrui. La sentenza di merito che aveva accolto la domanda di usucapione basandosi sulla mera tolleranza degli altri familiari è stata quindi cassata con rinvio.
Continua »
Specificità motivi appello: quando è valido l’atto
Una donna rivendicava l'usucapione di un terreno. Dopo il rigetto in primo grado, la Corte d'Appello dichiarava inammissibile il suo gravame per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che l'atto di appello era sufficientemente specifico perché contestava tutte le autonome "rationes decidendi" della sentenza di primo grado, rispettando così il principio della specificità dei motivi d'appello.
Continua »