LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto di Famiglia

Impresa familiare: quando il lavoro tra parenti non basta
Un padre ricorre in Cassazione sostenendo l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato o di un'impresa familiare con la ditta del figlio. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando che il figlio era un mero 'prestanome' e il padre il reale gestore. Viene ribadito che per configurare un'impresa familiare non basta il legame di parentela e la collaborazione, ma sono necessari elementi specifici come la comunanza di utili e perdite e la costituzione di un fondo comune.
Continua »
Comodato familiare: quando non puoi riavere la casa
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari che chiedevano la restituzione di un immobile concesso in comodato. La Corte ha stabilito che, anche in assenza di contratto scritto, la destinazione a casa familiare (cd. comodato familiare) si può provare tramite presunzioni, come la lunga durata dell'utilizzo, il matrimonio degli occupanti e le spese di ristrutturazione sostenute. Tale destinazione impedisce al proprietario di recedere liberamente dal contratto, se persistono le esigenze abitative della famiglia.
Continua »
Donazione indiretta: prova libera anche per la collazione
In una causa di divisione ereditaria, due fratelli contestavano una donazione indiretta di un immobile fatta dal padre alla sorella. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito, stabilendo che la prova di una donazione indiretta, ai fini della collazione, non soffre dei limiti probatori previsti per la simulazione. Pertanto, l'erede può dimostrare la liberalità con ogni mezzo, incluse le presunzioni, anche senza agire in riduzione per lesione della quota di legittima.
Continua »
Discussione orale appello: la nullità della sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d'Appello che non aveva fissato l'udienza di discussione orale appello, nonostante la richiesta esplicita di una delle parti. La Suprema Corte ha stabilito che tale omissione costituisce una grave violazione del diritto di difesa e del principio del contraddittorio, comportando la nullità della decisione, senza che la parte debba dimostrare un pregiudizio specifico.
Continua »
Estinzione del processo: la rinuncia al ricorso
Una complessa controversia ereditaria, giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, si conclude con una declaratoria di estinzione del processo. A seguito di un accordo transattivo, la parte ricorrente ha presentato una rinuncia al ricorso, prontamente accettata dalla controparte. La Corte, applicando il codice di procedura civile, ha formalizzato la fine del giudizio senza pronunciarsi nel merito della vicenda.
Continua »
Difensore d’ufficio genitore insolvente: paga lo Stato?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza interlocutoria n. 18383/2024, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo al mancato pagamento da parte dello Stato dei compensi al difensore d'ufficio di un genitore insolvente in un procedimento di adottabilità. La Corte ravvisa una irragionevole disparità di trattamento rispetto al difensore dell'imputato insolvente nel processo penale e a quello del genitore irreperibile, per il quale la Corte Costituzionale ha già stabilito il diritto al compenso a carico dell'Erario. Il caso è stato quindi rimesso alla Consulta per una decisione.
Continua »
Cassetta di sicurezza: la detenzione delle chiavi basta?
In una controversia tra coniugi, il Tribunale ha stabilito che la titolarità di una cassetta di sicurezza è provata esclusivamente dal contratto stipulato con la banca, non dalla mera detenzione delle chiavi. Una coniuge si era opposta alla richiesta di restituzione delle chiavi al marito, unico intestatario, invocando il principio 'possesso vale titolo'. L'opposizione è stata respinta perché tale principio non si applica in questo contesto, distinguendo nettamente tra la proprietà della cassetta e quella del suo contenuto.
Continua »
Legge straniera applicabile e regime patrimoniale
La Corte di Cassazione chiarisce come determinare la legge straniera applicabile al regime patrimoniale di coniugi con diverse nazionalità e residenza all'estero. In un caso riguardante un acquisto immobiliare in Italia, la Corte ha applicato la legge dello Stato della Virginia (USA), luogo di prevalente vita matrimoniale, escludendo il regime di comunione legale dei beni poiché non previsto da tale ordinamento per gli acquisti in costanza di matrimonio, ma solo in sede di divorzio.
Continua »
Giudizio di rinvio: limiti e nuove prove in appello
In una complessa causa di divisione ereditaria, la Corte d'Appello, in sede di giudizio di rinvio, rigetta l'appello degli eredi. La sentenza chiarisce che il giudizio di rinvio è un procedimento chiuso, limitato ai soli punti annullati dalla Cassazione, e non consente la proposizione di nuove domande o eccezioni. Le nuove prove documentali, pur ammissibili, non sono state ritenute idonee a modificare la decisione, confermando così la sentenza di primo grado.
Continua »
Collazione ereditaria: l’obbligo di restituzione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17198/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di collazione ereditaria. Quando il valore di un bene donato a un erede legittimario supera la sua quota ereditaria, egli è tenuto a restituire l'eccedenza in denaro alla massa ereditaria. Questa restituzione è un effetto legale automatico della collazione e non richiede una separata azione di riduzione. La decisione mira a garantire l'uguaglianza tra i coeredi e a rispettare la volontà del testatore, consentendo agli altri eredi di prelevare beni di pari valore prima della divisione finale.
Continua »
Lavoro tra conviventi: quando spetta la retribuzione?
La titolare di un'azienda agricola si è opposta al pagamento di retribuzioni al suo ex partner, sostenendo che il lavoro fosse gratuito a causa della loro relazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando il diritto alla retribuzione. La decisione sottolinea che non è possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti e delle prove operata dai giudici di merito, specialmente in un caso di lavoro tra conviventi dove esistevano contratti documentati.
Continua »
Donazione indiretta: cosa accade se si paga solo una parte?
In una disputa ereditaria tra sorelle, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della donazione indiretta. Una sorella sosteneva che il contributo economico della madre per l'acquisto di un suo immobile costituisse una donazione indiretta di una quota del bene. La Corte ha stabilito che quando un donante paga solo una parte del prezzo, si configura una donazione indiretta del denaro e non dell'immobile. Di conseguenza, in sede di collazione ereditaria, si deve considerare il valore del denaro donato e non la quota di valore dell'immobile. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.
Continua »
Fondo patrimoniale e debiti d’impresa: la Cassazione
Un imprenditore contesta un'ipoteca iscritta su beni inseriti in un fondo patrimoniale a garanzia di un debito aziendale. A seguito di decisioni contrastanti nei gradi di merito, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, rileva un conflitto nella propria giurisprudenza sull'onere della prova. La questione cruciale, relativa alla pignorabilità del fondo patrimoniale, è stata rinviata a una pubblica udienza per una decisione definitiva.
Continua »
Onere della prova mutuo: la motivazione contraddittoria
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d'appello che condannava una ex nuora a restituire una somma di denaro, asseritamente ricevuta a titolo di mutuo dal suocero per l'acquisto di un'auto. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d'appello illogica e contraddittoria, in quanto aveva ritenuto provato il mutuo per un veicolo ma non per un secondo, basandosi sulle medesime testimonianze. Questo caso ribadisce il rigoroso onere della prova mutuo a carico di chi chiede la restituzione.
Continua »
Amministrazione di sostegno e procura: quale prevale?
Un amministratore di sostegno, figlio della beneficiaria, si vede respingere i rendiconti per prelievi ingiustificati. Invoca una precedente procura a suo favore, ma la Cassazione rigetta il ricorso. La nomina in amministrazione di sostegno, afferma la Corte, supera e sostituisce la procura volontaria, imponendo i limiti e le autorizzazioni del giudice tutelare.
Continua »
Accettazione eredità: termine fissato dal Giudice
Un soggetto interessato ha chiesto al Tribunale di fissare un termine per l'accettazione eredità da parte di un chiamato. Il Giudice, ai sensi dell'art. 481 c.c., ha concesso un termine definitivo, avvisando che la mancata dichiarazione entro tale data comporterà la perdita del diritto di accettare.
Continua »
Eredità transnazionale: la scissione e i debiti
In un complesso caso di eredità transnazionale di un cittadino britannico con beni mobili nel Regno Unito e immobili in Italia, la Corte di Cassazione interviene nuovamente. La Corte accoglie parzialmente i ricorsi, cassando la sentenza d'appello. Afferma che il giudice di merito ha errato nel negare l'istruttoria per provare la capienza del patrimonio mobiliare per un legato e ha commesso un errore nella doppia imputazione di alcuni debiti. Il caso viene rinviato per un nuovo esame su questi punti specifici e sulla cancellazione di una trascrizione.
Continua »
Danno endofamiliare: risarcimento e prova presuntiva
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24719/2025, si è pronunciata su un caso di danno endofamiliare richiesto da un figlio nei confronti del padre assente. Ribaltando la decisione della Corte d'Appello, ha stabilito che il danno derivante dalla violazione dei doveri genitoriali, pur non essendo 'in re ipsa', può essere provato tramite presunzioni. La prolungata e consapevole assenza di un genitore è un fatto notorio sufficiente a far presumere un'alterazione pregiudizievole nella vita del figlio, semplificando così l'onere della prova per la vittima.
Continua »
Assegno divorzile: indagini fiscali sull’ex coniuge
Una donna ricorre contro la drastica riduzione del suo assegno divorzile. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che il giudice di merito ha errato nel non disporre indagini fiscali sul reddito dell'ex marito, a fronte di prove che ne indicavano una palese sottostima. La Corte ha inoltre censurato la valutazione approssimativa del patrimonio di entrambi i coniugi. Viene invece respinta la richiesta della componente compensativa dell'assegno, poiché la mancata contribuzione della donna alla vita familiare, seppur dovuta a motivi di salute, non ne fa sorgere il diritto. La causa è stata rinviata per un nuovo e più accurato esame economico.
Continua »
Indipendenza economica figlio e casa coniugale
La Corte di Cassazione ha confermato la revoca dell'assegnazione della casa coniugale al padre, poiché il figlio maggiorenne convivente è stato ritenuto economicamente indipendente dopo aver avviato una propria attività imprenditoriale. La sentenza sottolinea che l'ingresso nel mondo del lavoro è il fattore decisivo per l'indipendenza economica del figlio, a prescindere dal successo dell'attività, facendo venir meno il presupposto per il mantenimento del diritto all'abitazione.
Continua »