LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Commerciale

Insinuazione al passivo: basta l'estratto di ruolo

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 34751 del 10/11/2021, la Corte ha risolto un contrasto sull’insinuazione al passivo dei crediti tributari e previdenziali. Si è stabilito che per ammettere il credito non è necessaria la notifica dell’avviso di accertamento esecutivo o dell’avviso di addebito, essendo sufficiente la produzione dell’estratto di ruolo. La Corte ha inoltre confermato che la prescrizione dei crediti previdenziali resta quinquennale anche se la cartella non è stata opposta.

Continua »
Elusione fiscale e operazioni societarie: la Cassazione

Con la sentenza n. 34750 del 31/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, ha chiarito importanti principi in materia di elusione fiscale. Il caso riguardava una complessa operazione societaria (fusione e conferimento d’azienda) che, secondo l’Agenzia delle Entrate, era priva di valide ragioni economiche e finalizzata a ottenere vantaggi fiscali indebiti. La Corte ha confermato la natura elusiva dell’operazione, negando la deducibilità di ammortamenti derivanti dalla rivalutazione di un marchio e chiarendo che, in caso di conferimento, solo la società ricevente può dedurre gli ammortamenti per l’intero anno.

Continua »
Deducibilità costi transazione: analisi della Cassazione

Con la sentenza n. 34618 del 30/12/2019, la Cass. Civ., Sez. 5, ha stabilito un principio cruciale sulla deducibilità dei costi da transazione. Il caso riguardava una società che, a seguito di un accordo transattivo con un ex socio, aveva dedotto diverse componenti negative, tra cui la perdita di un credito e il pagamento di una somma. L’Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto parte di queste deduzioni. La Cassazione ha accolto il ricorso della società, affermando che il giudice di merito ha l’obbligo di esaminare analiticamente ogni singola componente di costo derivante dalla transazione, senza raggrupparle in un’unica categoria. La Corte ha rinviato il caso per una nuova valutazione sulla specifica rilevanza fiscale di ciascun elemento, in particolare della perdita su crediti.

Continua »
Motivazione per relationem: quando la sentenza è nulla

Con la sentenza n. 34615/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha annullato una decisione di merito perché basata su una motivazione per relationem illegittima. Il caso riguardava l’impugnazione di un avviso di accertamento da parte di una socia di una S.r.l. La Corte ha stabilito che una sentenza non può limitarsi a richiamare un altro provvedimento, ma deve riprodurne il contenuto e sottoporlo a una valutazione critica autonoma, pena la nullità per vizio di motivazione.

Continua »
Imposta sostitutiva rivalutazione: no interessi rateali

Con la sentenza n. 34616 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha stabilito un principio fondamentale in materia di imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni. Il caso riguardava una società che, avvalendosi della L. 350/2003, aveva pagato l’imposta in tre rate annuali senza interessi. L’Agenzia delle Entrate pretendeva gli interessi sulle rate successive alla prima. La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, chiarendo che se la legge fissa un preciso piano di rateizzazione senza menzionare gli interessi, questi non sono dovuti. Il pagamento entro le scadenze legali è considerato tempestivo e non può generare oneri accessori.

Continua »
Opposizione sanzioni Banca d'Italia: il rito speciale

La Cass. Civ., Sez. II, n. 7663 del 19/03/2019 chiarisce la procedura per l’opposizione sanzioni Banca d’Italia. Un amministratore sanzionato ha impugnato il provvedimento depositando il ricorso prima di notificarlo, seguendo il rito generale. La Corte ha rigettato il ricorso, confermando la specialità del rito previsto dall’art. 195 T.U.F., che impone la notifica all’Autorità prima del deposito in cancelleria, pena l’inammissibilità.

Continua »
Rappresentante fiscale: giurisdizione e contratto

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. U, n. 7620 del 18/03/2019, la Corte di Cassazione ha stabilito che la controversia tra una società estera e il suo rappresentante fiscale italiano, relativa a un rimborso per sanzioni fiscali pagate, rientra nella giurisdizione italiana. La Corte ha chiarito che, sebbene l’obbligazione tributaria verso lo Stato sia di natura legale, il rapporto tra la società e il suo rappresentante fiscale è di natura contrattuale (mandato). Pertanto, si applica il foro speciale previsto dall’art. 5 della Convenzione di Lugano per le obbligazioni contrattuali, radicando la competenza nel luogo di esecuzione della prestazione, cioè l’Italia.

Continua »
Clausola di contingentamento: onere della prova del datore

Con la sentenza Cass. Civ., Sez. L, n. 7589 del 18/03/2019, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una compagnia aerea in amministrazione straordinaria, confermando la nullità di un contratto a termine. La Corte ha ribadito due principi chiave: la competenza del giudice del lavoro per le cause sullo ‘status’ del lavoratore anche in caso di insolvenza aziendale, e l’onere del datore di lavoro di provare il rispetto della clausola di contingentamento. La mancata allegazione specifica dei dati numerici non può essere sanata da una richiesta di prova testimoniale.

Continua »
Responsabilità ente pubblico: quando paga per il legale

Con la sentenza n. 7673/2019, la Cassazione Civile, Sez. II, ha stabilito la responsabilità ente pubblico per i compensi di un legale incaricato da una società appaltatrice. Decisiva l’interpretazione del mandato e del comportamento successivo dell’ente, che non aveva mai contestato l’operato della società, configurando così una spendita del nome del Comune.

Continua »
Recesso contrattuale: quando è legittimo? La Cass.

La sentenza Cass. Civ., Sez. II, n. 7672 del 19/03/2019 analizza la legittimità di un recesso contrattuale da un contratto di fornitura editoriale. Un fornitore ha impugnato la risoluzione del rapporto voluta dal committente, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La decisione sottolinea come i motivi di ricorso debbano essere specifici e non generici. In mancanza di precise censure, il recesso contrattuale esercitato secondo le previsioni dell’accordo quadro è stato ritenuto valido, respingendo le accuse di abuso del diritto e di violazione di altre norme.

Continua »
Supersocietà di fatto: fallimento e requisiti

La Corte d’Appello di Venezia, con la sentenza del 13.02.2025 relativa ai procedimenti n. 2083/2024 e 2094/24, conferma il fallimento di una ‘supersocietà di fatto’ e dei suoi soci per ripercussione. Il caso riguarda un complesso schema di evasione IVA nel settore petrolifero, dove più società e persone fisiche hanno agito con un unico scopo illecito, mettendo in comune beni e attività. La Corte ha stabilito che l’esistenza di un’impresa collettiva con un distinto scopo illecito, la commistione patrimoniale e la sistematica distribuzione di profitti sono elementi sufficienti per identificare una supersocietà di fatto, giustificandone il fallimento esteso ai soci illimitatamente responsabili.

Continua »
Classificazione melassa per narghilè e tempus regit actum

La sentenza chiarisce che la melassa per narghilè rientra nella definizione di “tabacco lavorato”, soggetta alla normativa sui tabacchi. Tuttavia, il principio del tempus regit actum tutela chi ha commesso un illecito in buona fede, affidandosi all’interpretazione della norma vigente al momento del fatto.

Continua »
Autorizzazione alla Prededuzione Finanziamenti Soci

L’ordinanza chiarisce la portata applicativa dell’art. 22 CCII, evidenziando che l’autorizzazione del Tribunale non attiene al finanziamento in sé ma al riconoscimento della sua prededucibilità in sede concorsuale o esecutiva. Viene inoltre ribadito che tale autorizzazione può essere concessa anche quando il finanziamento sia funzionale non solo alla continuità aziendale, ma anche alla sua finalità propria, ossia al risanamento.

Continua »
Mancato acquisto minimo di fornitura e saldo

La sentenza sancisce il diritto del fornitore a ricevere il pagamento per la mancata acquisizione della quantità minima di fornitura concordata contrattualmente, nonostante l’avvenuto pagamento di un acconto iniziale. Viene ribadito il principio di diritto secondo cui spetta all’acquirente dimostrare l’avvenuto pagamento del debito residuo.

Continua »
Prestazioni professionali e vizi nell'esecuzione dell'opera

Il Tribunale, accertata l’infondatezza dell’eccezione di prescrizione, ha revocato il decreto ingiuntivo e condannato il committente al pagamento del compenso per le prestazioni professionali, seppur ridotto in ragione dell’applicazione di uno sconto. Parzialmente accolta, invece, la domanda riconvenzionale, essendo stata accertata la responsabilità del professionista per alcuni vizi e difformità riscontrati nell’esecuzione dell’opera.

Continua »
Revoca nomina sindaco unico società

Il provvedimento che nomina un organo di controllo societario è illegittimo se la società ha già provveduto autonomamente alla nomina prima dell’emanazione del provvedimento stesso.

Continua »
Mancato pagamento prezzo di cessione di quote societarie

La Corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado che condannava il liquidatore al risarcimento del danno per la cessione di quote societarie a un prezzo inferiore al valore nominale e per atti di mala gestione, tra cui la compensazione del prezzo di cessione con un credito chirografario in violazione della par condicio creditorum.

Continua »
Recesso del socio e decorrenza del preavviso

La sentenza chiarisce che la comunicazione di recesso, pur se inizialmente dichiarata per giusta causa poi non riconosciuta, produce comunque i suoi effetti dalla scadenza del termine di preavviso previsto dalla legge, salvo eventuale obbligo di risarcimento del danno per mancato preavviso.

Continua »
Società in stato di insolvenza, Liquidazione Giudiziale

La sentenza afferma il principio per cui lo stato di insolvenza, manifestato da inadempimenti e altri fatti esteriori che dimostrino l’incapacità del debitore di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni, costituisce presupposto per l’apertura della Liquidazione Giudiziale.

Continua »
Sequestrata partecipazione societaria per prelazione

Il diritto di prelazione societario, pur se di fonte statutaria, ha efficacia reale e la sua violazione determina l’inopponibilità ai terzi dell’atto di cessione, con possibilità di ricorrere al sequestro giudiziario per tutelare le ragioni del socio pretermesso.

Continua »