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Diritto Commerciale

Opposizione a decreto ingiuntivo: prova e cessione
Una società ha proposto appello contro la sentenza che rigettava la sua opposizione a decreto ingiuntivo per forniture non pagate. La Corte d'Appello ha confermato la decisione di primo grado. I giudici hanno stabilito che il creditore originario era legittimato ad agire grazie a una retrocessione totale del credito da parte di una società di factoring. Inoltre, hanno chiarito che i documenti depositati nella fase monitoria restano validi anche nel giudizio di opposizione, in base al principio di non dispersione della prova. L'appello è stato quindi respinto.
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Responsabilità commercialista: prova dell’informativa
Un liquidatore ha citato in giudizio il commercialista della società per negligenza professionale, accusandolo di non averlo informato di una sentenza sfavorevole e della possibilità di appello. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la prova dell'adempimento dell'obbligo informativo può essere fornita anche tramite una mail semplice, se corroborata da altri elementi come una ricevuta firmata dal cliente. La Corte ha chiarito che spetta a chi lo denuncia provare il riempimento abusivo di un foglio firmato in bianco, confermando la piena responsabilità del professionista.
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Risoluzione del contratto: effetti irrevocabili
Una società di leasing risolve un contratto per il furto del veicolo. Dopo il ritrovamento del bene, tenta di annullare la prima risoluzione per attivarne una seconda per inadempimento. La Corte di Cassazione stabilisce l'irrevocabilità degli effetti della prima risoluzione del contratto, accogliendo il ricorso dell'utilizzatore e affermando che una volta terminato, il contratto non può essere unilateralmente riattivato.
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Estinzione del processo: rinuncia e accordo tra parti
Un'ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce gli effetti della rinuncia al ricorso accettata dalla controparte. Un tour operator italiano aveva citato in giudizio un fornitore di servizi estero per essere manlevato dalle richieste di risarcimento a seguito di un incidente. Dopo due gradi di giudizio che avevano negato la giurisdizione italiana, le parti hanno raggiunto un accordo. La Suprema Corte, prendendo atto della volontà delle parti, ha dichiarato l'estinzione del processo, senza pronunciarsi nel merito della complessa questione di giurisdizione internazionale.
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Competenza nullità fideiussione: decide Roma
L'ordinanza stabilisce la competenza per nullità fideiussione basata su intese anticoncorrenziali. Quando la nullità è richiesta con una domanda autonoma (azione) e non come semplice difesa, la competenza spetta alla sezione specializzata in materia di impresa. In questo caso, la Corte di Cassazione ha individuato il Tribunale di Roma come foro competente, seguendo le specifiche norme territoriali per le controversie antitrust.
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Accessione nel possesso: quando non si eredita la terra
Una società titolare di uno stabilimento balneare ha rivendicato la proprietà per usucapione di un terreno su cui insistevano parte delle sue strutture, invocando l'accessione nel possesso derivante dall'acquisto dell'azienda. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l'atto di cessione d'azienda non costituisce un titolo idoneo a trasferire il possesso del terreno. Di conseguenza, non è possibile unire il proprio possesso a quello dei precedenti titolari per maturare i termini dell'usucapione.
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Obblighi del factor: la Cassazione sul dovere di agire
La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di factoring, stabilendo che l'inerzia del factor nell'escutere una garanzia prestata da terzi costituisce una violazione degli obblighi di buona fede e correttezza. Questa condotta negligente, protratta per anni, ha causato un pregiudizio alla società cedente, portando all'estinzione della sua garanzia. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del factor, confermando la decisione della Corte d'Appello e sottolineando come gli obblighi del factor vadano oltre la mera attesa del pagamento, imponendo un comportamento attivo per preservare gli interessi di tutte le parti coinvolte.
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Difetto di giurisdizione e tour operator: caso estinto
Un tour operator italiano, citato in giudizio da un turista per un incidente all'estero, ha chiamato in garanzia il suo fornitore di servizi locale, una società extra-UE. I tribunali di merito hanno dichiarato il difetto di giurisdizione sulla domanda di garanzia. A seguito della rinuncia delle parti al ricorso, la Corte di Cassazione ha dichiarato estinto il procedimento, senza pronunciarsi nel merito della questione giurisdizionale.
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Eccezione di incompetenza: come formularla bene
Una società otteneva un decreto ingiuntivo presso il Tribunale di Palermo. La controparte si opponeva, sollevando un'eccezione di incompetenza territoriale. Tuttavia, l'eccezione è stata ritenuta incompleta perché non contestava tutti i possibili criteri che radicavano la competenza del Tribunale adito. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha stabilito che un'eccezione di incompetenza formulata in modo parziale è inefficace, con la conseguenza che la competenza del giudice inizialmente adito si consolida. La sentenza è stata quindi cassata con rinvio al Tribunale di Palermo.
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Competenza Fideiussione Antitrust: la Cassazione decide
Un fideiussore si è opposto a un decreto ingiuntivo, sostenendo la nullità della garanzia per violazione della normativa antitrust. La Corte di Cassazione ha stabilito che quando la nullità è fatta valere come domanda autonoma e non come mera eccezione, la competenza sulla fideiussione antitrust spetta esclusivamente al Tribunale delle Imprese. La Corte ha quindi rigettato il ricorso del garante, confermando la competenza della Sezione Specializzata del Tribunale di Roma.
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Revocazione sentenza Cassazione: i limiti del ricorso
Una società chiede la revocazione di una sentenza della Corte di Cassazione sulla titolarità di un marchio, lamentando un contrasto con una precedente decisione passata in giudicato. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo i rigidi presupposti per la revocazione sentenza Cassazione di mera legittimità, che escludono il contrasto tra giudicati.
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Obbligazione facoltativa: la Cassazione chiarisce
Una società aveva ricevuto un finanziamento con la possibilità di rimborsarlo in denaro o, in alternativa, tramite la fornitura di merci a prezzi scontati. La Corte di Cassazione ha stabilito che si trattava di un'obbligazione facoltativa, in cui la prestazione principale era la restituzione del denaro. La possibilità di pagare in natura era solo una facoltà del debitore e, pertanto, il presunto vantaggio usurario derivante dai prezzi scontati è stato ritenuto irrilevante ai fini della valutazione dell'usura sul contratto di mutuo principale. Il ricorso è stato respinto.
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Impugnazione lodo arbitrale: limiti e motivi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24777/2024, rigetta il ricorso di una società costruttrice, chiarendo i limiti dell'impugnazione lodo arbitrale. La Corte ha stabilito che la libertà degli arbitri nella gestione del procedimento non viola il contraddittorio se è garantito il diritto di difesa. Inoltre, ha ribadito che l'impugnazione per errore di diritto non consente un riesame del merito, ma è limitata a specifiche violazioni, che devono essere puntualmente indicate dal ricorrente.
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Danno da occupazione: come si calcola l’indennizzo?
Una società creditrice ha richiesto un risarcimento per il danno da occupazione illegittima di un immobile da parte di una società fallita, a seguito della cessazione di un contratto di affitto d'azienda. La società fallita sosteneva che il risarcimento dovesse basarsi sul canone pattuito. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la decisione del tribunale che aveva liquidato il danno sulla base del più elevato valore locativo di mercato del bene, come stimato da un consulente tecnico, e non sul canone originario dell'affitto d'azienda.
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Responsabilità precontrattuale: risarcimento e limiti
Una società interrompeva bruscamente delle trattative avanzate per l'acquisizione di un ramo d'azienda. La Corte di Cassazione ha chiarito che in caso di responsabilità precontrattuale, il risarcimento del danno non può equivalere al guadagno che si sarebbe ottenuto dal contratto non concluso (interesse positivo). Il risarcimento è limitato al solo interesse negativo, ovvero alle spese sostenute e alle occasioni alternative perdute.
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Abuso di dipendenza economica: quando è nullo?
Una società di distribuzione bevande ha contestato un accordo di prestito con il suo fornitore di birra, sostenendo che fosse nullo per abuso di dipendenza economica. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la semplice difficoltà nel trovare alternative sul mercato non è sufficiente a provare la dipendenza, se non si dimostra l'impossibilità concreta di reperire fornitori soddisfacenti. L'accordo, derivante dalla conversione di un saldo cauzioni per fusti di birra, è stato considerato un valido contratto di mutuo.
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Diritto d’opzione: prevale sullo sfratto per morosità?
La Corte di Appello ha confermato la risoluzione di un contratto di sublocazione con patto di futura vendita. La notifica dell'atto di sfratto per morosità, essendo anteriore, ha reso inefficace il successivo esercizio del diritto d'opzione d'acquisto da parte della società subconduttrice. La Corte ha stabilito che l'effetto risolutivo del contratto retroagisce al momento della notifica dell'intimazione di sfratto, invalidando ogni azione successiva basata sul contratto stesso.
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Autoriparazione abusiva: sanzioni e registro imprese
La Corte di Cassazione conferma la legittimità di una pesante sanzione pecuniaria e della confisca di attrezzature a carico di un artigiano che svolgeva attività di autoriparazione abusiva, ovvero senza la necessaria iscrizione nel registro delle imprese o nell'albo artigiano. La sentenza chiarisce che la normativa speciale sulla riparazione di veicoli (L. 122/1992) prevale su quella generale, imponendo sanzioni specifiche e severe per chi opera illegalmente nel settore, a prescindere dal carattere artigianale dell'impresa.
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Contratto di subagenzia: quando il ricorso è nullo
Un subagente ha citato in giudizio l'agente per ottenere il pagamento di provvigioni e indennità. Le sue richieste sono state respinte sia in primo grado che in appello per mancanza di prove sui termini specifici del contratto di subagenzia. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che il ricorrente cercava una rivalutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte Suprema, e non aveva formulato correttamente i motivi di ricorso.
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Contratto di subagenzia: nuove regole su contratti vecchi
Un subagente recede da un contratto di subagenzia del 1988. La Cassazione chiarisce che le nuove norme (D.Lgs. 303/1991) si applicano anche ai contratti preesistenti. Rigettata la richiesta di indennità del subagente e confermata la sua condanna a pagare l'indennità per mancato preavviso e a restituire le provvigioni.
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