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Diritto Civile

Responsabilità condominio: tubature private e danni
Un professionista cita in giudizio il condominio per danni da infiltrazioni d'acqua. I tribunali respingono la richiesta perché la perizia tecnica (CTU) ha accertato che la rottura è avvenuta in un tratto di tubazione di proprietà privata. La Cassazione conferma, escludendo la responsabilità del condominio quando il danno non origina da una parte comune dell'edificio.
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Onere della prova: Cassazione su risarcimento danni
Una società commerciale, dopo un incendio nei locali da cui era stata sfrattata, ha richiesto un risarcimento alla propria assicurazione. La richiesta è stata respinta in tutti i gradi di giudizio a causa della mancata dimostrazione dell'esistenza e del valore dei beni distrutti. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni precedenti, sottolineando l'importanza dell'onere della prova a carico dell'assicurato e la necessità di specificità nei motivi d'appello.
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Risarcimento specializzandi medici: prescrizione decisa
La Cassazione conferma la prescrizione del diritto al risarcimento per specializzandi medici che non ricevettero compenso per la formazione a causa della tardiva attuazione di direttive UE da parte dello Stato. Nonostante un errore procedurale della Corte d'Appello sul calcolo dei termini, la Suprema Corte ha rigettato nel merito la domanda, stabilendo che il termine di prescrizione decennale decorreva dal 27 ottobre 1999.
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Prescrizione risarcimento reato: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione chiarisce le regole per il calcolo della prescrizione risarcimento reato. In un caso di lesioni, ha stabilito che il giudice civile deve qualificare autonomamente il reato per determinare il termine di prescrizione, senza essere vincolato dalle valutazioni del giudice penale. Si applica il termine di prescrizione in vigore al momento del fatto, non eventuali norme successive più favorevoli. La Corte ha quindi rigettato il ricorso, confermando che l'azione di risarcimento non era prescritta.
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Valutazione consulenza tecnica: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una struttura ospedaliera per presunti danni subiti a seguito di un intervento chirurgico. La Corte d'Appello, dopo aver disposto una nuova perizia, ne ignora le conclusioni e conferma la sentenza di primo grado basandosi sulla consulenza precedente. La Corte di Cassazione interviene, annullando la decisione per vizio di motivazione. L'ordinanza sottolinea che il giudice, di fronte a una valutazione consulenza tecnica divergente, ha l'obbligo di fornire una giustificazione approfondita e comparativa della sua scelta, non potendosi limitare a un'adesione acritica a una delle due perizie.
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Danno capacità lavorativa: prova e risarcimento
Un paziente cita in giudizio un'azienda ospedaliera per un intervento di angioplastica eseguito in ritardo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, si pronuncia sul risarcimento del danno capacità lavorativa. Viene stabilito che la sola perizia medico-legale, che attesta una percentuale di invalidità, non è sufficiente a provare il danno patrimoniale. Il danneggiato ha l'onere di dimostrare concretamente il lavoro svolto in precedenza e la conseguente perdita economica subita. In assenza di tale prova, la richiesta di risarcimento per la perdita di reddito viene respinta.
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Impugnazione incidentale tardiva: la Cassazione decide
Una paziente cita in giudizio una clinica per un intervento chirurgico non riuscito. La clinica chiama in causa il chirurgo. La domanda della paziente viene respinta, ma le spese tra lei e il chirurgo vengono compensate. Il chirurgo propone un'impugnazione incidentale tardiva per ottenere il pagamento delle spese. La Corte d'Appello la dichiara inammissibile. La Cassazione, pur correggendo la motivazione e affermando l'ammissibilità generale dell'impugnazione incidentale tardiva, rigetta il ricorso del chirurgo nel merito.
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Responsabilità scuola sci: onere della prova e terzi
Un'allieva principiante, infortunatasi durante una lezione di sci a causa della collisione con un altro sciatore, ha citato in giudizio la scuola. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che la responsabilità scuola sci è di natura contrattuale. Pertanto, non spetta all'allieva dimostrare la colpa del maestro, ma è la scuola a dover provare che l'incidente è stato causato da un evento imprevedibile e inevitabile, non essendo sufficiente dimostrare la mera correttezza della condotta del maestro.
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Giurisdizione giudice ordinario: il caso del comodato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15911/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello amministrativo. Il caso riguardava un contratto di comodato per un immobile, stipulato tra un ente pubblico in liquidazione e un'amministrazione statale. Le Sezioni Unite hanno affermato la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia verte su diritti e obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, dove l'amministrazione non esercita poteri autoritativi, ma agisce su un piano paritario. La natura pubblica delle parti o l'interesse pubblico sotteso non sono sufficienti, da soli, a spostare la competenza al giudice amministrativo.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15909/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione. Il tema centrale è la prescrizione del diritto, che secondo la Corte decorre dal 27 ottobre 1999. La decisione si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato, ribadendo che il termine decennale non poteva essere sospeso in attesa di un'attuazione completa delle direttive comunitarie.
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Diritto di veduta: no a coperture su terrazzi
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15906/2024, ha confermato la demolizione di una struttura realizzata su un terrazzo privato in condominio. La Corte ha stabilito che il diritto di veduta in appiombo del proprietario del piano superiore prevale sulle esigenze di privacy del proprietario sottostante. La controversia non riguarda l'uso più intenso della cosa comune (art. 1102 c.c.), ma un conflitto tra diritti su proprietà esclusive, regolato dall'art. 907 c.c. sulle distanze delle costruzioni dalle vedute.
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Competenza opposizione cartella: chi decide?
Una società di autonoleggio ha opposto una cartella di pagamento per oltre 21.000 euro relativa a multe stradali. A seguito di un conflitto tra tribunali, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale sulla competenza opposizione cartella: per le sanzioni derivanti da violazioni del codice della strada, la competenza è sempre del Giudice di Pace, indipendentemente dall'importo totale del debito, in quanto si tratta di competenza per materia.
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Ricorso tardivo: Cassazione inammissibile e condanna
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato da un gruppo di medici specializzandi per tardività. Il ricorso è stato notificato oltre il termine perentorio di sessanta giorni, decorrente dalla comunicazione via PEC dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello. La Corte ha inoltre condannato i ricorrenti per lite temeraria, evidenziando la colpa grave nel non conoscere orientamenti giurisprudenziali consolidati sia sui termini processuali sia sulla prescrizione del diritto sottostante.
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Errore di fatto: quando la Cassazione non revoca
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15876/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione. Il caso riguardava un servitore dello Stato, riconosciuto vittima del dovere, che lamentava un errore di fatto da parte della Suprema Corte nel confermare la decisione del Consiglio di Stato. Quest'ultimo, in sede di ottemperanza, aveva interpretato una sentenza civile limitando i benefici riconosciuti. La Cassazione ha chiarito che la contestazione non verteva su un mero errore di fatto (una svista percettiva), ma su un errore di giudizio, ossia un dissenso sull'interpretazione giuridica, che non costituisce motivo valido per la revocazione.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
Una dottoressa specializzanda ha citato in giudizio lo Stato per ottenere un risarcimento a causa della tardiva attuazione delle direttive UE sulla retribuzione. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno dichiarato il diritto estinto per prescrizione. La Corte di Cassazione ha confermato, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione riguarda la prescrizione medici specializzandi, che, secondo l'orientamento consolidato, inizia a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999.
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Ratifica opere condominiali: quando è valida?
La Corte di Cassazione chiarisce che la ratifica opere condominiali da parte dell'assemblea è valida anche se successiva all'esecuzione dei lavori non autorizzati. Il caso riguarda la trasformazione di un'area verde comune con piattaforme in cemento e un chiosco. La Corte ha ritenuto le opere un miglioramento e non un'innovazione, validando l'operato dell'amministratore grazie a delibere assembleari successive che ne approvavano l'operato.
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Abilitazione insegnamento: Laurea + 24 CFU non basta
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15838/2024, ha stabilito che il possesso di una laurea e di 24 CFU non è sufficiente per l'inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Tale titolo consente solo l'accesso ai concorsi, ma non costituisce una vera e propria abilitazione all'insegnamento, che si ottiene unicamente con il superamento delle procedure concorsuali o tramite specifici percorsi abilitativi. La Corte ha quindi accolto il ricorso del Ministero dell'Istruzione, rigettando la pretesa di una docente che chiedeva l'inserimento nella fascia riservata al personale abilitato.
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Testamento falso: le conseguenze sulla vendita
La Corte di Cassazione esamina un caso complesso di eredità contesa a causa di un testamento falso. L'ordinanza conferma l'inefficacia della vendita di un immobile derivante dal testamento nullo e la condanna del venditore al risarcimento danni verso l'acquirente. La Corte chiarisce importanti principi procedurali sulla contestazione delle domande riconvenzionali e sui limiti della tutela dell'acquirente in buona fede.
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Responsabilità del Comune: ordinanza rifiuti e colpa
Un proprietario terriero citava in giudizio un Comune per i danni subiti a seguito di un'ordinanza di rimozione di rifiuti abbandonati da terzi sul suo fondo. La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità del Comune, stabilendo che il proprietario non aveva fornito prova sufficiente della colpa dell'ente nell'emettere il provvedimento. Per ottenere un risarcimento, non basta dimostrare l'illegittimità dell'atto, ma è necessario provare il dolo o la colpa grave dell'amministrazione.
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Compensazione legale: credito non definitivo escluso
La Cassazione ha stabilito che la compensazione legale non può operare se il controcredito, pur accertato da un lodo arbitrale, non è ancora definitivo perché appellabile. La mancanza del requisito di certezza impedisce l'effetto estintivo del debito principale. La decisione conferma che per la compensazione legale il credito opposto deve essere incontrovertibile.
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