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Diritto Civile

Responsabilità professionale ingegnere: il caso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due proprietari contro un ingegnere, il cui progetto inesatto aveva causato problemi autorizzativi e una denuncia penale. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava il risarcimento per mancanza di una prova specifica e rigorosa dei danni subiti. Il caso sottolinea l'importanza dell'onere della prova nella responsabilità professionale ingegnere, anche a fronte di un errore accertato.
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Ricorso inammissibile: requisiti di forma e sostanza
La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile in un caso di revocatoria di un fondo patrimoniale. La decisione sottolinea la violazione dei requisiti formali, in particolare la mancata esposizione sommaria dei fatti e il mancato rispetto del principio di autosufficienza, impedendo alla Corte di esaminare il merito della questione.
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Prescrizione danno notaio: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la richiesta di risarcimento danni contro un notaio per aver rogato e trascritto un atto di compravendita 'a non domino' (da chi non è proprietario) si prescrive in cinque anni. Il termine di prescrizione decorre non dalla cancellazione della formalità, ma dal momento in cui l'atto viene trascritto nei registri immobiliari. La Corte ha chiarito che la trascrizione di un atto inefficace non costituisce un illecito permanente, ma un illecito istantaneo, i cui effetti pregiudizievoli si esauriscono con il compimento dell'atto stesso.
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Danno da prodotto difettoso: la qualifica spetta al giudice
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8532/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di danno da prodotto difettoso. Anche se l'acquirente non specifica la norma di legge esatta nella sua richiesta di risarcimento contro il produttore, è compito del giudice qualificare giuridicamente i fatti presentati. La Corte ha chiarito che l'azione per ottenere il rimborso dei costi di sostituzione del bene difettoso rientra nella responsabilità extracontrattuale generale (art. 2043 c.c.), distinguendola dalla specifica disciplina sul danno da prodotto difettoso, che copre solo i danni a persone o altre cose.
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Intervento del terzo: quando è ammissibile nel processo
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'intervento del terzo in un processo civile è ammissibile anche dopo la scadenza dei termini per la proposizione di nuove domande per le parti originarie. Il caso riguardava dei creditori che erano intervenuti in una causa tra un acquirente e i venditori di un immobile per chiedere la revoca della vendita, ritenuta fraudolenta. La Corte ha rigettato il ricorso dell'acquirente, confermando che il terzo interveniente ha il diritto di proporre la propria domanda, pur dovendo accettare lo stato del processo al momento del suo ingresso.
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Responsabilità professionale notaio: il nesso causale
Una contribuente ha citato in giudizio un notaio per un'errata valutazione di un immobile in una dichiarazione di successione, sostenendo che ciò avesse causato un pesante accertamento fiscale per plusvalenza dopo la vendita del bene. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la responsabilità professionale del notaio è esclusa. Il danno non derivava direttamente dall'errore del professionista, ma dalla successiva e autonoma omissione della contribuente, che non aveva dichiarato la plusvalenza nella propria dichiarazione dei redditi, interrompendo così il nesso causale.
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Lucro cessante immobile: la prova presuntiva basta
Una società proprietaria di un immobile ha citato in giudizio il condominio per i danni derivanti da infiltrazioni che hanno reso i locali inutilizzabili, chiedendo il risarcimento sia per i costi di ripristino sia per il lucro cessante dovuto alla mancata locazione. La Corte d'Appello aveva negato il risarcimento per il lucro cessante, ritenendo non fosse stata fornita una prova diretta. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che la prova del mancato guadagno può essere fornita anche in via presuntiva, deducendola dalla totale inagibilità del bene, e ha rinviato il caso alla Corte d'Appello per una nuova valutazione.
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Azione revocatoria: interesse ad agire e fondo
Una coppia aveva costituito un fondo patrimoniale con beni già sotto sequestro da parte di un ente ministeriale. L'ente ha avviato un'azione revocatoria per rendere inefficace tale costituzione. Le corti di merito hanno dato ragione all'ente. La coppia ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che l'interesse del creditore fosse venuto meno, dato che i beni erano stati nel frattempo venduti all'asta. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'azione revocatoria serve a preservare la garanzia del creditore e l'interesse a procedere persiste indipendentemente dalle procedure esecutive parallele, per assicurare al creditore la possibilità di rivalersi sul ricavato.
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Prova qualità di erede: i termini processuali da seguire
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8545/2024, ha stabilito che la prova della qualità di erede, elemento costitutivo del diritto, deve essere fornita entro i termini processuali perentori per la produzione documentale (seconda memoria ex art. 183 c.p.c.). La produzione tardiva con la memoria per la prova contraria è inammissibile. La Corte ha respinto il ricorso di due eredi contro una compagnia assicurativa, poiché non avevano dimostrato tempestivamente il loro status, confermando che il semplice certificato di morte è insufficiente.
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Spese di resistenza: quando l’assicurazione non paga
Un medico, assolto in una causa per responsabilità professionale, ha richiesto il rimborso delle spese di resistenza alla propria assicurazione. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la validità della clausola che esclude il rimborso per legali non designati dalla compagnia. Decisiva la scelta dell'assicurato di nominare un proprio difensore senza aver prima formalmente richiesto e ottenuto un diniego di assistenza legale da parte dell'assicuratore.
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Rimborso spese legali amministratori: no senza nesso
Un ex sindaco, assolto in un processo penale legato al suo incarico, si è visto negare dalla Corte di Cassazione il rimborso delle spese legali. La Corte ha stabilito che manca un nesso di causalità diretto tra l'esercizio del mandato e le spese sostenute. Il processo penale, avviato da un terzo (il P.M.), è considerato un evento intermedio che interrompe tale nesso, rendendo la carica pubblica solo un'occasione e non la causa del danno. Pertanto, il rimborso spese legali amministratori non è dovuto sulla base delle norme generali sul mandato.
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Azione revocatoria: solvibilità coobbligati irrilevante
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8542/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di azione revocatoria. Anche se esistono altri debitori solidali solvibili, l'atto con cui uno di essi diminuisce la propria garanzia patrimoniale, ad esempio costituendo un fondo patrimoniale, può essere revocato. La valutazione del danno per il creditore (eventus damni) va fatta esclusivamente sul patrimonio del debitore che ha compiuto l'atto, senza considerare la capacità economica degli altri coobbligati.
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Legittimazione attiva: chi può chiedere i danni?
Un imprenditore agricolo chiede il risarcimento per i danni alle sue colture causati da un blackout, ma la sua domanda viene respinta. La causa? Il contratto di fornitura elettrica era intestato al padre e non a lui. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha ribadito il principio del difetto di legittimazione attiva, dichiarando inammissibile il ricorso dell'imprenditore.
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Obbligo di buona fede: quando è necessaria la cooperazione
Una controversia su una servitù di passaggio, risolta con una transazione, sfocia in un nuovo contenzioso. La proprietaria del fondo servente accusa i vicini di non aver collaborato allo spostamento del tracciato, omettendo di rimuovere un contatore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l'obbligo di buona fede non può imporre doveri non previsti dall'accordo, se non si prova che la controparte era a conoscenza della necessità del suo intervento e l'ha deliberatamente omesso. La mancanza di tale prova è stata decisiva.
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Ricorso inammissibile: i requisiti in Cassazione
Un gestore di una delegazione di un club automobilistico ha impugnato in Cassazione la sentenza che lo condannava a pagare un debito. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per motivi procedurali, in particolare per non aver specificato e allegato i documenti cruciali e per non aver contestato una delle rationes decidendi della sentenza d'appello, che si basava su un riconoscimento di debito. Questa decisione sottolinea l'importanza del rigore formale nella redazione degli atti di impugnazione.
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Revoca patente: nessun termine di 90 giorni
Un automobilista si opponeva alla revoca patente disposta dalla Prefettura, ritenendola tardiva. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio cruciale: la revoca della patente, essendo una sanzione amministrativa accessoria a un reato, non è soggetta al termine di 90 giorni dei procedimenti amministrativi (L. 241/1990), ma unicamente al termine di prescrizione quinquennale previsto dalla L. 689/1981.
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Frazionamento contanti: elusione o illecito?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 8459/2024, ha stabilito che il frazionamento contanti per trasferire una somma ingente di denaro dall'estero, suddividendola tra più persone per rimanere sotto la soglia di dichiarazione, costituisce un illecito. La Corte ha ritenuto tale pratica un mero artificio finalizzato a eludere la normativa sulla tracciabilità dei movimenti di valuta, confermando la sanzione irrogata dal Ministero dell'Economia. La decisione si basa sul principio che va considerata l'unicità dell'operazione economica nel suo complesso, a prescindere dalla sua suddivisione formale.
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Prova testimoniale inammissibile: Cassazione chiarisce
Una società di ristorazione ricorre in Cassazione dopo la revoca di un decreto ingiuntivo per una fattura non pagata, contestando l'uso di una prova testimoniale ritenuta inammissibile. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, sottolineando che l'eccezione di inammissibilità della prova deve essere sollevata tempestivamente nei gradi di merito. La mancata osservanza di questo onere e il difetto di autosufficienza del ricorso rendono i motivi inammissibili, poiché la Cassazione non può riesaminare nel merito la valutazione delle prove fatta dal giudice precedente.
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Onere della prova vizi: chi deve dimostrarli?
Una società acquirente ha citato in giudizio il fornitore per difetti nel calcestruzzo ricevuto, chiedendo la risoluzione del contratto. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8448/2024, ha rigettato il ricorso, confermando che l'onere della prova vizi spetta interamente al compratore. La Corte ha chiarito che il venditore non è tenuto a fornire una 'prova contraria' dell'assenza di difetti, poiché la sua è un'obbligazione di garanzia e non di prestazione. La decisione sottolinea come la valutazione delle prove, come le perizie di parte, rientri nella discrezionalità del giudice di merito.
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Produzione nuovi documenti appello: rinvio al giudice
Una famiglia contesta un'azione revocatoria su una donazione. Il caso si concentra sulla presentazione tardiva di documenti cruciali per dimostrare la legittimità del creditore. Dopo vari gradi di giudizio, la Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito sull'ammissibilità dei documenti, emette un'ordinanza interlocutoria per trasferire il caso alla sezione giudiziaria competente. Il tema centrale rimane la regola procedurale sulla produzione nuovi documenti in appello.
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