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Diritto Civile

Estinzione del giudizio: la rinuncia in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte della Curatela dell'eredità giacente, subentrata al ricorrente deceduto. La rinuncia, accettata dalle controparti, ha portato alla chiusura del processo senza una decisione sul merito e senza condanna alle spese, evidenziando il ruolo della curatela nella gestione dei procedimenti legali pendenti.
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Rivalutazione contributi: l’anno di riferimento corretto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha stabilito che per il calcolo delle pensioni dei professionisti forensi, la rivalutazione contributi sui redditi deve iniziare dal 1980. Tuttavia, la Corte ha precisato che il diritto alla prestazione pensionistica è strettamente legato ai contributi 'effettivamente versati'. Pertanto, se un professionista ha versato meno del dovuto a causa di un calcolo errato basato su un indice di rivalutazione inferiore, la sua pensione dovrà essere calcolata sulla base di quanto versato. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per valutare se l'errore del professionista nel versamento fosse 'scusabile'.
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Onere della riserva: la Cassazione chiarisce i limiti
La Cassazione stabilisce che il mancato rispetto dell'onere della riserva in un appalto pubblico comporta la decadenza da ogni pretesa, incluse quelle per danno extracontrattuale. La Corte ha cassato la decisione d'appello che aveva erroneamente ritenuto una domanda di risarcimento svincolata dalla tardività delle riserve, affermando che la tardività preclude l'esame di qualsiasi pretesa collegata, a prescindere dal titolo giuridico invocato.
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Compenso fase istruttoria: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un avvocato ammesso al gratuito patrocinio, stabilendo un principio fondamentale sulla liquidazione delle spese legali. La Corte ha chiarito che il compenso per la fase istruttoria è sempre dovuto, in quanto parte integrante e inscindibile della 'fase di trattazione' prevista dai parametri forensi. La precedente decisione della Corte d'Appello, che aveva omesso di liquidare tale fase, è stata cassata con rinvio per una nuova e corretta determinazione del compenso.
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Risarcimento medici specializzandi: prescrizione e limiti
Un gruppo di medici specializzatisi tra il 1979 e il 1989 ha citato lo Stato per ottenere un risarcimento a causa della tardiva attuazione di direttive UE che prevedevano una giusta remunerazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando che il diritto al risarcimento medici specializzandi si è estinto per prescrizione. Il termine decennale, secondo la Corte, è iniziato il 27 ottobre 1999 e, essendo l'azione legale stata avviata nel 2018, era ormai scaduto. I ricorrenti sono stati inoltre condannati per lite temeraria.
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Rinuncia al ricorso: le spese legali secondo Cassazione
Un gruppo di medici specializzandi ha presentato rinuncia al ricorso in Cassazione riguardante il loro diritto a una retribuzione per gli anni di specializzazione non pagati. La Corte ha dichiarato estinto il giudizio ma, a causa della presentazione tardiva della rinuncia (solo tre giorni prima dell'udienza), ha esercitato il suo potere discrezionale previsto dall'art. 391 c.p.c., condannando i medici a rimborsare una parte delle spese legali sostenute dallo Stato, motivando la decisione con la mancata possibilità per la controparte di evitare l'attività difensiva.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30145/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione negli anni '80. La Corte ha confermato la consolidata giurisprudenza sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il diritto al risarcimento si è estinto per il decorso del termine decennale. Inoltre, i ricorrenti sono stati condannati per lite temeraria, avendo agito contro un orientamento giuridico ormai pacifico.
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Prescrizione risarcimento medici: la Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30147/2025, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di un gruppo di medici che chiedevano il risarcimento per non aver ricevuto compenso durante la specializzazione. La Corte ha confermato il proprio orientamento consolidato, stabilendo che il diritto al risarcimento si è estinto per prescrizione, essendo decorso il termine decennale a partire dalla legge n. 370/1999. È stata inoltre inflitta una condanna per lite temeraria, data la palese infondatezza dei ricorsi basati su questioni già ampiamente decise dalla giurisprudenza.
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Eccezione di incompetenza: i requisiti di validità
La Corte di Cassazione stabilisce che l'eccezione di incompetenza territoriale, in cause relative a diritti di obbligazione come l'azione revocatoria, deve contestare tutti i fori alternativi previsti dalla legge. Se l'eccezione è incompleta, viene dichiarata inammissibile e la competenza resta al giudice originariamente adito. Nel caso specifico, i convenuti avevano contestato solo alcuni dei fori possibili, rendendo la loro eccezione inefficace.
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Eredità transnazionale: la scissione e i debiti
In un complesso caso di eredità transnazionale di un cittadino britannico con beni mobili nel Regno Unito e immobili in Italia, la Corte di Cassazione interviene nuovamente. La Corte accoglie parzialmente i ricorsi, cassando la sentenza d'appello. Afferma che il giudice di merito ha errato nel negare l'istruttoria per provare la capienza del patrimonio mobiliare per un legato e ha commesso un errore nella doppia imputazione di alcuni debiti. Il caso viene rinviato per un nuovo esame su questi punti specifici e sulla cancellazione di una trascrizione.
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Soggettività giuridica: azione contro ospedale nullo
La Corte di Cassazione conferma che una causa per risarcimento danni da colpa medica non può essere intentata contro un presidio ospedaliero, in quanto mera articolazione organizzativa priva di soggettività giuridica. L'azione va diretta contro l'Azienda Sanitaria di riferimento. La Corte ha chiarito che, se la causa è avviata contro un'entità inesistente legalmente (un 'non-soggetto'), la domanda è inammissibile e non è possibile sanare il vizio integrando il contraddittorio con l'ente corretto.
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Illecito disciplinare magistrato: la sanzione resta?
Un magistrato, mentre ricopriva la carica di sindaco, è stato sanzionato disciplinarmente per aver commesso un fatto qualificabile come abuso d'ufficio. Successivamente, la legge ha abrogato il reato di abuso d'ufficio. Il magistrato ha quindi impugnato la sanzione, sostenendo che dovesse essere annullata in applicazione del principio della legge più favorevole (favor rei). La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'illecito disciplinare del magistrato è autonomo rispetto al reato. Le sanzioni disciplinari non hanno natura penale ma servono a tutelare il prestigio e l'onorabilità della magistratura. Di conseguenza, il principio del 'favor rei' non si applica e la sanzione disciplinare resta valida nonostante l'abrogazione del reato.
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Fideiussione specifica: nullità e onere della prova
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un garante che chiedeva la nullità di una fideiussione specifica, sostenendo fosse conforme a un modello anticoncorrenziale. La Corte ha distinto questo caso dalle fideiussioni omnibus, affermando che per la fideiussione specifica spetta al garante provare l'esistenza di un'intesa illecita a monte, prova che non è stata fornita.
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Diritto di regresso TARI: la Cassazione decide
Un soggetto che paga l'intera TARI per un immobile co-occupato ha diritto di chiedere il rimborso della quota all'altro occupante. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30167/2025, ha confermato il diritto di regresso TARI, respingendo il ricorso di un co-obbligato che contestava la propria legittimazione passiva. La Corte ha stabilito che la detenzione di fatto dell'immobile è sufficiente a creare l'obbligazione solidale, legittimando l'azione di regresso di chi ha saldato l'intero debito tributario.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata remunerazione durante i loro corsi di specializzazione anteriori al 1991. Il caso verteva sulla questione della prescrizione medici specializzandi. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui il termine di prescrizione decennale per agire in giudizio è iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. n. 370/1999. Secondo i giudici, tale legge ha reso definitiva la consapevolezza dell'inadempimento dello Stato, cristallizzando il diritto al risarcimento e facendo partire il conteggio della prescrizione.
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Prescrizione medici specializzandi: la data decisiva
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzandi che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la loro formazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha confermato il suo orientamento consolidato sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il termine decennale per agire in giudizio decorre irrevocabilmente dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Questa legge, sanando solo parzialmente l'inadempimento dello Stato, ha reso certa e definitiva la lesione del diritto per tutti gli altri medici, facendo scattare il 'dies a quo' della prescrizione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
Un gruppo di medici specializzandi ha proposto ricorso in Cassazione dopo aver visto respinte le proprie richieste di risarcimento per la mancata attuazione di direttive europee. Prima della decisione, i medici hanno effettuato una rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l'estinzione del giudizio. Ha inoltre disposto la compensazione parziale (per tre quarti) delle spese legali, condannando i ricorrenti al pagamento della parte residua, motivando la decisione con la tardività della rinuncia e l'infondatezza del ricorso originario.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici, confermando la prescrizione del loro diritto al risarcimento per la mancata remunerazione durante la specializzazione. La Corte ha ribadito che il termine di prescrizione per i medici specializzandi decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999, momento in cui l'inadempimento dello Stato è divenuto definitivo.
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Risarcimento medici specializzandi: prescrizione e dies a quo
Un gruppo di medici ha richiesto il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive UE. La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la consolidata giurisprudenza secondo cui il diritto al risarcimento medici specializzandi si prescrive in dieci anni a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/1999. La Corte ha ritenuto irrilevanti le incertezze giurisprudenziali addotte dai ricorrenti.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30154/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici. Il caso riguarda la richiesta di risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione, a causa della tardiva attuazione di direttive europee. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento sulla prescrizione medici specializzandi, confermando che il termine decennale per agire in giudizio decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Di conseguenza, le azioni intentate successivamente sono state considerate tardive e prescritte.
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