LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Bancario

Prescrizione bancaria: onere della prova del fido
In un caso di opposizione a un'esecuzione immobiliare, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione della prescrizione bancaria per la restituzione di somme indebitamente pagate. La Corte ha stabilito che l'onere della prova sull'esistenza di un contratto di apertura di credito (fido) grava sul correntista. In assenza di tale prova, i versamenti su un conto in passivo si considerano solutori, facendo decorrere il termine di prescrizione da ogni singolo pagamento. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per aver erroneamente presunto la natura ripristinatoria delle rimesse.
Continua »
Onere della prova: estratti conto non sono l’unica prova
Una società cita in giudizio una banca per la restituzione di somme indebitamente pagate. La Corte d'Appello respinge la domanda per la mancanza dell'estratto conto finale. La Cassazione cassa la sentenza, affermando che l'onere della prova può essere assolto anche con altri mezzi documentali, poiché gli estratti conto non costituiscono l'unica prova possibile per ricostruire i movimenti del rapporto.
Continua »
Errore di calcolo del saldo: Cassazione e CTU
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d'Appello a causa di un grave errore di calcolo del saldo di diversi conti bancari. La corte di secondo grado aveva erroneamente determinato un credito a favore del cliente, mentre la perizia tecnica (CTU) dimostrava in realtà un debito. La Cassazione ha evidenziato il mancato esame dei fatti decisivi emersi dalla CTU, rinviando il caso per una nuova valutazione.
Continua »
Onere della prova: Cassazione e conti correnti
Una società ha citato in giudizio una banca per l'applicazione di interessi anatocistici. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6982/2024, ha respinto il ricorso della banca, consolidando importanti principi sull'onere della prova. In particolare, ha stabilito che nell'azione di ripetizione del cliente, in caso di documentazione incompleta, si può partire dal primo saldo a debito non contestato. La Corte ha chiarito le regole probatorie e il decorso della prescrizione, offrendo una guida fondamentale per le controversie bancarie.
Continua »
Buoni postali cointestati: rimborso e decesso
Il caso analizza la questione del rimborso di buoni postali cointestati con clausola di 'pari facoltà di rimborso' (P.F.R.) dopo il decesso di uno dei titolari. I giudici di merito avevano dato ragione alla cointestataria superstite, riconoscendole il diritto a incassare l'intera somma. Giunta in Cassazione, la controversia si è però conclusa con una dichiarazione di estinzione, poiché l'ente emittente ha rinunciato al proprio ricorso, rendendo così definitiva la sentenza d'appello favorevole alla risparmiatrice.
Continua »
Appello tardivo: onere della prova e notifica PEC
Una banca, rimasta contumace in primo grado, proponeva un appello tardivo sostenendo di non aver avuto conoscenza del processo a causa di una notifica nulla. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6797/2024, ha rigettato il ricorso, chiarendo che l'onere di provare la mancata conoscenza del processo a causa del vizio di notifica grava sulla parte appellante. Inoltre, ha stabilito che la mancata produzione del file originale di una notifica PEC costituisce una nullità sanabile e non un'inesistenza.
Continua »
Commissioni di massimo scoperto: la Cassazione decide
Una società ha presentato ricorso in Cassazione contro una banca, contestando la capitalizzazione degli interessi e le commissioni di massimo scoperto. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che le commissioni di massimo scoperto sono legittime se le clausole contrattuali sono chiare e determinate. La Corte ha ribadito di non poter riesaminare nel merito le valutazioni già compiute dai giudici dei gradi precedenti.
Continua »
Assegno in garanzia: la Cassazione chiarisce la prova
La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito che hanno revocato un decreto ingiuntivo basato su un assegno in garanzia. Si è stabilito che, quando un assegno è consegnato non per il pagamento immediato ma come garanzia di un debito, spetta al creditore dimostrare l'esistenza del rapporto sottostante. La Corte ha ribadito che la valutazione delle prove, inclusa l'interpretazione di elementi presuntivi come un successivo accordo di saldo del debito, è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità.
Continua »
Buoni postali: la Gazzetta Ufficiale basta a variare i tassi
Un risparmiatore ha contestato la riduzione unilaterale dei tassi di interesse sui suoi buoni postali, avvenuta tramite un decreto ministeriale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale è una condizione necessaria e sufficiente per rendere la modifica dei tassi vincolante per tutti i possessori di buoni postali, anche per i titoli già emessi. Non è richiesta alcuna comunicazione personale o ulteriore forma di pubblicità.
Continua »
Contratto di gestione patrimoniale: valido per investire?
La Corte di Cassazione chiarisce che un ordine di acquisto di titoli finanziari è valido se eseguito in attuazione di un preesistente contratto di gestione patrimoniale regolarmente sottoscritto, anche in assenza di uno specifico contratto-quadro di negoziazione. Nel caso di specie, gli eredi di un investitore avevano richiesto la nullità di un'operazione di acquisto di obbligazioni, lamentando la mancanza del contratto-quadro. La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile, affermando che il contratto di gestione patrimoniale già in essere costituiva la fonte legittimante dell'operazione, soddisfacendo il requisito della forma scritta.
Continua »
Cancellazione pignoramento: l’onere è dell’interessato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 6789/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni acquirenti di un immobile che chiedevano un risarcimento danni alla banca per la mancata cancellazione del pignoramento. La Corte ha stabilito che, in assenza di una norma specifica, non sussiste un obbligo per il creditore di attivarsi. L'onere della cancellazione del pignoramento ricade su chiunque vi abbia interesse, presentando l'ordine del giudice al conservatore dei registri. L'inerzia degli acquirenti è stata considerata la causa esclusiva del danno.
Continua »
Motivo di appello aspecifico: il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un istituto di credito. La banca non aveva contestato la ragione procedurale della decisione d'appello (un motivo di appello aspecifico), ma aveva insistito sui meriti del caso relativo a un mutuo di scopo. La Suprema Corte ha ribadito che l'impugnazione deve colpire la specifica 'ratio decidendi' della sentenza precedente per essere ammissibile.
Continua »
Legittimazione passiva: appello tardivo inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un intermediario finanziario in una causa su buoni postali fruttiferi. La questione centrale era la legittimazione passiva, ma il ricorso è stato respinto perché l'intermediario non ha contestato la vera ragione della decisione d'appello: la tardività del suo gravame. Invece di contestare il vizio procedurale, ha discusso il merito, mancando così la ratio decidendi della sentenza impugnata.
Continua »
Impugnazione tardiva: l’appello errato fa decorrere i termini
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito a causa di un'impugnazione tardiva. La vicenda riguarda l'opposizione a un decreto ingiuntivo per il pagamento di onorari legali. L'istituto ha prima proposto un appello, ritenuto inammissibile, e solo successivamente il corretto ricorso straordinario. La Suprema Corte ha stabilito che il termine breve di 60 giorni per impugnare è iniziato a decorrere dalla notifica del primo atto di appello (sebbene errato), in quanto tale atto dimostra la piena conoscenza legale della decisione. Di conseguenza, il successivo ricorso è risultato tardivo.
Continua »
Accertamento saldo conto: legittimo prima della chiusura
Una società ha citato in giudizio un istituto di credito per la restituzione di somme indebitamente addebitate sul conto corrente. La Corte d'Appello, pur negando la restituzione immediata poiché il conto era ancora aperto, ha confermato l'accertamento del credito a favore della società. L'istituto di credito ha impugnato tale decisione, sostenendo la mancanza di interesse ad agire. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio consolidato secondo cui il correntista ha sempre un interesse giuridicamente rilevante all'accertamento del saldo del conto, anche prima della chiusura del rapporto, al fine di veder rettificato il saldo e ripristinata la propria posizione creditoria/debitoria.
Continua »
Iscrizione ipotecaria con riserva: ricorso inammissibile
Una società cessionaria di un credito ha richiesto un'iscrizione ipotecaria basata su un titolo ottenuto dal creditore originario. A seguito dell'iscrizione con riserva da parte del Conservatore e del rigetto del reclamo in Corte d'Appello, la società ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che il procedimento di iscrizione ipotecaria con riserva rientra nella volontaria giurisdizione. Tali provvedimenti non hanno carattere decisorio e definitivo, pertanto non sono impugnabili con ricorso straordinario, restando salva la possibilità per il creditore di agire in un ordinario giudizio di cognizione per tutelare i propri diritti.
Continua »
Inammissibilità appello: i requisiti di specificità
La Corte di Cassazione conferma l'inammissibilità di un appello proposto da un fideiussore. Il caso evidenzia come la semplice riproposizione delle argomentazioni di primo grado, senza una critica puntuale alla sentenza impugnata, porti a una declaratoria di inammissibilità dell'appello per difetto di specificità, impedendo l'esame nel merito della controversia.
Continua »
Revoca affidamento bancario: ricorso inammissibile
Un cliente ha citato in giudizio una banca per la presunta illegittima revoca di un affidamento bancario, attribuendo la causa ad un'errata iscrizione ipotecaria. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno respinto le sue richieste per mancanza di prove. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, applicando il principio della "doppia conforme" e sottolineando come il ricorrente tentasse di ottenere un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità. La decisione evidenzia anche il difetto di autosufficienza del ricorso, confermando che le censure devono essere specifiche e complete.
Continua »
Onere della prova: le dichiarazioni difensive come indizi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito in un caso di restituzione di somme indebite. La Corte ha chiarito che l'ammissione contenuta in un atto difensivo non ha valore di confessione legale, ma può essere valutata dal giudice come elemento indiziario. Di conseguenza, non vi è violazione dell'onere della prova se il giudice ritiene un fatto provato sulla base di tali indizi, poiché il ricorso mirava a un riesame del merito, non consentito in sede di legittimità.
Continua »
Fideiussione omnibus: onere della prova del garante
Un garante per un contratto di leasing si opponeva al pagamento del debito, invocando la nullità della fideiussione per clausole anticoncorrenziali e la liberazione per condotta negligente del creditore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le clausole illecite comportano solo una nullità parziale e che l'onere di provare i presupposti per la liberazione dalla fideiussione omnibus, ai sensi degli artt. 1955 e 1956 c.c., grava interamente sul garante.
Continua »