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Diritto Bancario

Exceptio doli: garanzia annullata per mala fede
Una società di telecomunicazioni ha tentato di escutere una garanzia autonoma nonostante fosse impossibilitata a fornire il servizio pattuito. La Corte di Cassazione ha confermato l'inefficacia della garanzia, applicando il principio dell'exceptio doli a causa della palese mala fede e dell'abuso del diritto da parte del beneficiario.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso
Un contenzioso relativo a un contratto di leasing nautico, giunto in Cassazione dopo il rigetto delle domande di risoluzione e ripetizione dell'indebito, si è concluso con una declaratoria di estinzione del giudizio. La decisione è scaturita dalla presentazione di un atto di rinuncia al ricorso, accettato dalla controparte, che ha reso superflua una pronuncia nel merito e sulle spese legali.
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Leasing traslativo: cosa succede in caso di fallimento?
Una società di leasing ha richiesto il pagamento di canoni insoluti a un'azienda fallita, per un contratto di leasing risolto prima della dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, confermando l'applicazione dell'art. 1526 c.c. per il leasing traslativo. Secondo la Corte, la società concedente deve restituire i canoni riscossi e ha diritto solo a un equo compenso per l'uso del bene, una pretesa che deve essere formulata correttamente includendo la stima del valore del bene recuperato.
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Responsabilità solidale ATI: la firma della capogruppo
La Corte di Cassazione ha stabilito che i membri di un'Associazione Temporanea di Imprese (ATI) non sono responsabili per i debiti di un conto corrente se il contratto è stato firmato solo dall'impresa capogruppo. La semplice intestazione del conto a tutte le imprese non è sufficiente a stabilire una responsabilità solidale ATI in assenza della firma di tutti i soci. Il potere di rappresentanza della capogruppo è limitato al rapporto con la stazione appaltante e non si estende automaticamente a contratti bancari con terzi.
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Accollo di mutuo: l’interpretazione del contratto
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14197/2024, ha rigettato il ricorso di una società costruttrice in un caso di accollo di mutuo. La Corte ha stabilito che l'interpretazione del contratto deve basarsi sul dato letterale e che il ricorso per cassazione deve dimostrare una specifica violazione delle norme ermeneutiche, non limitarsi a proporre una diversa ricostruzione dei fatti. Sono stati respinti anche i motivi relativi all'indeterminatezza degli interessi e alla mancata ammissione di una C.T.U.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14185/2024, ha risolto un conflitto di competenza tra un tribunale ordinario e una sezione specializzata in materia di imprese. Il caso riguardava un'opposizione a un decreto ingiuntivo basata sulla presunta nullità di una fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Corte ha stabilito che la competenza del Tribunale delle Imprese sussiste solo quando la nullità è fatta valere con un'azione principale, e non come semplice eccezione difensiva. Di conseguenza, ha dichiarato la competenza del tribunale ordinario per la causa in esame, in cui non era stata proposta una specifica azione di nullità per violazione delle norme sulla competenza fideiussione antitrust.
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Compensazione impropria: serve un credito certo?
Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo di una banca, sostenendo di poter operare una compensazione impropria tra il debito verso la banca (derivante da una cessione del quinto dello stipendio di un dipendente) e un proprio credito risarcitorio verso lo stesso dipendente per appropriazione indebita. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che anche la compensazione impropria richiede il presupposto della certezza del credito, che in questo caso mancava non essendo il danno stato accertato giudizialmente.
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Sospensione facoltativa: quando il giudice sbaglia
La Corte di Cassazione ha annullato l'ordinanza di un Tribunale che aveva disposto la sospensione facoltativa di un giudizio di opposizione a cartelle esattoriali. La sospensione era stata motivata dalla pendenza di un altro processo d'appello relativo al credito originario. La Suprema Corte ha chiarito che i presupposti per la sospensione facoltativa non erano soddisfatti, in quanto il giudice non aveva adeguatamente motivato la sua decisione e mancava un reale rischio di conflitto tra giudicati, data la diversità di parti e oggetto dei due procedimenti.
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Quietanza di pagamento: non prova la restituzione
L'erede di un uomo defunto ha citato in giudizio la persona che aveva materialmente ritirato una somma di denaro per conto del defunto. La Cassazione ha stabilito che la quietanza di pagamento firmata dal defunto libera la banca ma non prova che il terzo abbia poi restituito il denaro. La quietanza non inverte l'onere della prova a carico di chi ha ricevuto la somma.
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Errore di fatto: i limiti alla revoca della Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 14094/2024, chiarisce la distinzione tra errore di fatto e errore di giudizio. Ha dichiarato inammissibile un ricorso per revocazione, stabilendo che una valutazione errata delle prove processuali non costituisce un errore di fatto, ma un errore di giudizio, e pertanto non può essere motivo di revocazione della sentenza.
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Competenza territoriale fusione: vince la nuova sede
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di fusione per incorporazione, la clausola contrattuale che designa come foro competente la sede legale della banca deve essere interpretata con riferimento alla sede della società incorporante al momento dell'azione legale, e non a quella della società estinta. La controversia nasceva da un decreto ingiuntivo emesso da una banca post-fusione, opposto per incompetenza territoriale sulla base del contratto originale. La Corte ha chiarito che la competenza territoriale in caso di fusione segue la nuova struttura societaria, rendendo competente il tribunale della sede della società che ha incorporato l'altra.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
Dei garanti si sono opposti a un decreto ingiuntivo, sostenendo la nullità della loro garanzia per violazione delle norme antitrust. La questione principale riguardava la competenza fideiussione antitrust, contesa tra il tribunale ordinario e la sezione specializzata in materia di imprese. La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto optando per la separazione delle cause: la sezione specializzata si occuperà della nullità per violazione antitrust, mentre il tribunale ordinario gestirà le altre questioni relative all'opposizione al decreto ingiuntivo.
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Litispendenza: quando non si applica tra due cause
La Corte di Cassazione chiarisce i presupposti della litispendenza, escludendola in un caso relativo a due distinti buoni postali fruttiferi. La Corte ha stabilito che non sussiste litispendenza non solo perché le cause avevano oggetti diversi (petitum e causa petendi differenti), ma soprattutto perché entrambe pendevano dinanzi al medesimo ufficio giudiziario, sebbene in gradi diversi. La decisione del tribunale, che aveva erroneamente dichiarato la litispendena, è stata cassata con rinvio.
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Prova presuntiva del credito nel fallimento: la Cassazione
La Cassazione conferma che la titolarità di un credito in un fallimento può essere dimostrata tramite prova presuntiva, anche se l'atto di cessione originale (richiedente forma scritta) non viene prodotto. L'esistenza del trasferimento è un fatto storico provabile con altri indizi, come atti di fusione successivi e visure camerali. Il ricorso del fallimento è stato respinto.
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Competenza sezioni specializzate: il limite alla connessione
La Cassazione stabilisce i limiti della competenza delle sezioni specializzate. Una domanda di nullità di una fideiussione per violazione antitrust non attira la competenza per una distinta domanda di nullità per indeterminatezza dell'oggetto, se manca una connessione qualificata. La Corte ha dichiarato la competenza del tribunale ordinario per la seconda domanda.
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Competenza fideiussione antitrust: la Cassazione decide
Un debitore e i suoi garanti si opponevano a un atto di precetto, sostenendo la nullità dei contratti di mutuo e, in particolare, delle fideiussioni per violazione della normativa antitrust. La Corte di Cassazione, risolvendo un conflitto di giurisdizione, ha stabilito che la competenza per la fideiussione antitrust spetta al tribunale delle imprese solo per la specifica domanda di nullità della garanzia. Tutte le altre questioni relative al debito principale restano di competenza del tribunale ordinario, poiché non sussiste una "connessione qualificata" tale da giustificare uno spostamento di competenza. Di conseguenza, la Corte ha ordinato la separazione dei giudizi.
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Competenza tribunale imprese: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 13889/2024, ha stabilito un importante principio sulla competenza del tribunale delle imprese. In un caso di opposizione a pignoramento immobiliare, in cui si contestava sia la validità dei titoli esecutivi sia la nullità di una fideiussione per violazione di norme antitrust, la Corte ha chiarito che la competenza del tribunale delle imprese è limitata esclusivamente alla domanda relativa alla violazione della normativa antitrust. Le altre domande, pur connesse, restano di competenza del tribunale ordinario. La decisione si basa sull'assenza di una 'connessione qualificata' che possa giustificare lo spostamento dell'intero giudizio presso la sezione specializzata.
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Limite finanziabilità: prova e onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 13783/2024, ha stabilito che per dimostrare il superamento del limite di finanziabilità di un mutuo fondiario, il prezzo indicato nell'atto di compravendita dell'immobile non è una prova sufficiente. L'onere della prova grava interamente sul mutuatario, che deve fornire elementi concreti, come una perizia estimativa, per dimostrare che il valore di mercato del bene al momento della stipula era inferiore a quello necessario per giustificare l'importo finanziato. La Corte ha rigettato il ricorso degli eredi di un mutuatario, confermando la decisione d'appello che aveva ritenuto non provato il superamento di tale limite.
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Concorso di colpa: la banca risponde per i controlli?
In un caso di danno patrimoniale causato da un dipendente, la Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio sul concorso di colpa. La Corte ha annullato la sentenza d'appello che escludeva la responsabilità della banca, affermando che spetta all'istituto di credito, e non al lavoratore, dimostrare di aver adottato adeguate misure di controllo interno per prevenire l'illecito. La mancanza di tali prove può configurare un concorso di colpa della banca, riducendo l'obbligo risarcitorio del dipendente.
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Responsabilità precontrattuale: quando si può confidare?
La Corte di Cassazione analizza un caso di presunta responsabilità precontrattuale di una banca. Dei clienti avevano avviato un'operazione immobiliare confidando in un finanziamento, poi concesso per un importo inferiore. La Corte ha respinto il ricorso, chiarendo che la valutazione sul "ragionevole affidamento" spetta ai giudici di merito e non è sindacabile in Cassazione se ben motivata. L'istruttoria in corso da parte della banca non è sufficiente a generare tale affidamento.
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