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Diritto Amministrativo

Esenzione IMU enti non commerciali: la Cassazione
Con la sentenza n. 34601 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sezione V Civile, ha negato l'esenzione IMU a un ente di edilizia popolare per gli immobili destinati a locazione sociale. La Corte ha ribadito che per beneficiare della esenzione IMU enti non commerciali è necessario un doppio requisito: la natura non commerciale dell'ente e, soprattutto, l'utilizzo diretto dell'immobile per le finalità istituzionali. La locazione a terzi, anche a canone calmierato, configura un utilizzo indiretto e, pertanto, esclude l'agevolazione fiscale.
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Competenza giudice penale: Cassazione chiarisce
La sentenza Penale, Sez. 1, n. 52138 del 2019 della Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra il Tribunale e il Giudice di Pace di Udine. Il caso riguarda la corretta procedura da seguire quando un illecito amministrativo (violazione del Codice della Strada) è connesso a un reato. La Corte stabilisce che la competenza del giudice penale si estende anche all'illecito amministrativo per connessione oggettiva, ai sensi dell'art. 24 della L. 689/1981. Di conseguenza, il Giudice di Pace, una volta rilevata la connessione, deve limitarsi a trasmettere gli atti al giudice penale, senza dover preventivamente annullare l'ordinanza ingiunzione già emessa. La competenza del giudice penale diventa esclusiva e la sua decisione prevale sull'atto amministrativo.
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Autotutela Tributaria: Limiti e Giudicato
Con la sentenza n. 34594 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. V, affronta il tema dell'autotutela tributaria. Il caso riguarda un Comune che, dopo l'annullamento di un avviso di accertamento ICI, ne emette uno nuovo, corretto, in autotutela. La Corte ha stabilito che l'esercizio del potere di autotutela tributaria è legittimo se finalizzato a correggere vizi dell'atto originario e non viola il giudicato, a patto che non si limiti a riproporre un atto identico. Respinte le doglianze della società contribuente, è stato invece accolto il ricorso incidentale del Comune sulla compensazione delle spese legali.
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Esenzione IMU Enti: No se l’immobile è in affitto
Con la sentenza n. 34602 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha negato l'esenzione IMU a un'Agenzia per l'edilizia popolare. Il caso riguardava la richiesta di rimborso dell'imposta versata per l'anno 2012 su immobili destinati a edilizia sociale. La Corte ha stabilito che l'esenzione IMU per enti non commerciali, prevista dall'art. 7, lett. i) del D.Lgs. 504/1992, richiede un doppio requisito: l'utilizzo diretto dell'immobile da parte dell'ente e la destinazione esclusiva ad attività non lucrative. Poiché l'Agenzia affittava gli immobili a terzi, sebbene a canone calmierato, viene a mancare il requisito dell'utilizzo diretto, rendendo l'imposta dovuta.
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Notifica avviso classamento: la prova spetta al Fisco
Con la sentenza n. 34600 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha stabilito che la notifica di un avviso di classamento è inesistente se l'amministrazione finanziaria non fornisce la prova certa dell'avvenuta consegna. Nel caso di specie, un documento interno dell'Agenzia che attestava la restituzione del plico per 'destinatario sconosciuto' è stato considerato prova del fallimento della notifica. Di conseguenza, l'onere della prova grava interamente sul Fisco e, in sua assenza, l'atto presupposto si considera mai notificato e può essere impugnato unitamente all'atto successivo.
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Valore aree edificabili ICI: come si determina?
La Cass. Civ., Sez. 5, n. 34596 del 30/12/2019 affronta il tema del corretto calcolo del valore aree edificabili ICI. Un Comune aveva accertato un valore superiore a quello dichiarato da una società, che si basava su una perizia per la trasformazione aziendale. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comune, stabilendo che la base imponibile ICI si fonda sul valore venale di mercato, desumibile da parametri oggettivi (zona, indice edificabilità) e non da perizie interne alla società. I valori predeterminati dal Comune con regolamento costituiscono una presunzione legale che il contribuente deve superare.
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Vizio di motivazione: la Cassazione cassa la sentenza
Con la sentenza n. 34598/2019, la Corte di Cassazione (Sez. V Civile) ha cassato con rinvio una decisione della Commissione Tributaria Regionale. Il caso riguardava la valutazione di un'area edificabile ai fini ICI. La Corte ha riscontrato un vizio di motivazione, poiché il giudice di merito aveva omesso di esaminare un fatto storico decisivo: il contenuto di una perizia dell'Agenzia del Territorio, che menzionava specifici limiti all'edificazione. La CTR si era limitata ad affermare che il valore fosse 'al lordo' delle riduzioni, senza verificare se la stima avesse già ponderato i vincoli esistenti, violando così l'obbligo di esaminare gli elementi probatori decisivi.
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Immobile inagibile ICI: la riduzione spetta sempre
Con la sentenza n. 34597 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha stabilito un principio cruciale in materia di ICI per gli immobili inagibili. Il caso riguarda un'azienda a cui era stata negata la riduzione del 50% dell'imposta perché non aveva presentato una preventiva richiesta formale. La Suprema Corte ha chiarito che, se l'inagibilità dell'immobile è già nota al Comune attraverso documenti in suo possesso, la riduzione spetta di diritto. Questa decisione sul tema 'immobile inagibile ICI' rafforza il principio di collaborazione e buona fede tra fisco e contribuente, affermando che l'ente impositore non può ignorare fatti di cui è già a conoscenza.
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Edificabilità terreno: quando si paga l’ICI?
Con la sentenza n. 34599 del 30/12/2019, la Cassazione Civile, Sez. 5, ha stabilito che l'edificabilità di un terreno ai fini ICI si basa sulla sua qualificazione nel Piano Regolatore Generale (PRG), non sull'uso effettivo. Anche se un'area è destinata a verde pubblico o ha vincoli cimiteriali, la sua natura edificabile ai fini fiscali non viene meno. Tali vincoli possono incidere sulla determinazione del valore venale, ma non sulla classificazione del terreno stesso. La Corte ha rigettato il ricorso dei contribuenti, confermando che l'onere di dimostrare la mancanza di edificabilità spetta a chi la contesta.
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Produzione avviso di ricevimento: quando è tardi?
Con la sentenza n. 34591/2019, la Cassazione Civile, Sezione Tributaria, ha ribadito che la mancata produzione dell'avviso di ricevimento della notifica dell'atto di appello comporta l'inammissibilità del ricorso. Anche se è possibile un deposito tardivo fino all'udienza di discussione, la sua totale omissione è un vizio insanabile che impedisce al giudice di esaminare il merito della causa. Il caso riguardava un'impugnazione di cartelle esattoriali e la Corte ha respinto il ricorso della società contribuente, confermando la centralità di questo adempimento processuale.
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Cessazione materia del contendere e definizione agevolata
La Cass. Civ., Sez. V, n. 34588 del 30/12/2019, chiarisce che l'adesione a una definizione agevolata da parte del contribuente, con relativo pagamento, determina la cessazione della materia del contendere nel giudizio pendente. Nel caso di specie, una società importatrice aveva impugnato un avviso di sanzione dell'Agenzia delle Dogane. Durante il giudizio di Cassazione, avendo aderito alla 'rottamazione', la Corte ha dichiarato estinto il processo, compensando le spese.
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Accertamento non impugnato: effetti della Consulta
La sentenza Cass. Civ., Sez. 5, n. 34617 del 30/12/2019 chiarisce gli effetti di una dichiarazione di incostituzionalità su un accertamento non impugnato. Un contribuente riceveva un avviso di accertamento basato su una norma poi dichiarata incostituzionale, ma non lo contestava, presentando invece una dichiarazione integrativa di condono. La Corte ha stabilito che la mancata impugnazione rende l'atto definitivo e il rapporto tributario irrevocabile. La successiva sentenza della Consulta non può travolgere i rapporti giuridici già consolidati, confermando la legittimità della pretesa fiscale.
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Riapertura procedimento sospeso: ordine del Giudice
Con decreto del 02/07/2025, il Tribunale di Ancona (proc. 2980/2025) ha accolto un ricorso ex art. 700 c.p.c., ordinando la riapertura del procedimento sospeso per la domanda di protezione internazionale. La sospensione era stata disposta per l'allontanamento del richiedente dal centro di accoglienza. Il Giudice ha ritenuto fondata la richiesta di riattivazione, sottolineando che il termine per chiederla decorre dalla notifica della sospensione e non dall'allontanamento.
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Domanda protezione internazionale: ordine del giudice
Con l'ordinanza del 03.07.2025 (R.G. 6665/2024), il Tribunale di Ancona ha affrontato il caso del silenzio della Pubblica Amministrazione riguardo una domanda protezione internazionale. Un richiedente, dopo inutili tentativi via PEC di ottenere un appuntamento, ha fatto ricorso d'urgenza. Il Giudice ha accolto il ricorso, ordinando alla Questura di ricevere la domanda e concludere il procedimento entro 60 giorni, condannando l'inerzia dell'Amministrazione.
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Progressione economica supplenti: sì alla parità
Con la sentenza n. 7658/2019, la Cass. Civ., Sez. Lavoro, ha dichiarato inammissibile il ricorso del Ministero dell'Istruzione. Il caso riguardava il diritto alla progressione economica supplenti, negata a un'assistente amministrativa con contratti a termine. La Corte ha preso atto della rinuncia del Ministero, basata sull'ormai consolidato orientamento che vieta la discriminazione retributiva tra personale di ruolo e precario, in linea con la direttiva UE 1999/70/CE.
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Ricorso per Cassazione: quando è improcedibile?
La Cass. Civ., Sez. II, n. 7671 del 19/03/2019, dichiara il ricorso per cassazione improcedibile perché il ricorrente, pur allegando la notifica della sentenza impugnata, non ha depositato la copia autentica con la relata di notifica. La Corte ribadisce che tale onere è inderogabile per dimostrare la tempestività dell'impugnazione secondo il termine breve.
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Responsabilità ente pubblico: quando paga per il legale
Con la sentenza n. 7673/2019, la Cassazione Civile, Sez. II, ha stabilito la responsabilità ente pubblico per i compensi di un legale incaricato da una società appaltatrice. Decisiva l'interpretazione del mandato e del comportamento successivo dell'ente, che non aveva mai contestato l'operato della società, configurando così una spendita del nome del Comune.
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Sospensione cautelare dipendente pubblico: il diritto
La Cass. Civ., Sez. L, n. 7657/2019, stabilisce che in caso di sospensione cautelare del dipendente pubblico per un procedimento penale, se l'amministrazione non avvia il procedimento disciplinare dopo la fine di quello penale, il dipendente ha diritto alla 'restitutio in integrum' (piena retribuzione). L'onere di riattivare il procedimento è dell'ente, non del lavoratore. La mancata comunicazione della sentenza penale da parte del lavoratore è irrilevante.
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Patrimonio disponibile: no al canone unico per TLC
Il Tribunale di Ancona (sent. del 04/07/2025, R.G. 5277/2024) stabilisce che il canone unico non si applica ai contratti di locazione di beni del patrimonio disponibile comunale, anche se usati per servizi di telecomunicazione. La natura privatistica del rapporto prevale, rendendo legittimo il canone di locazione pattuito.
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Prelievo di stabilità sui giochi leciti: appelli respinti
La Corte ha stabilito che il prelievo di stabilità del 2015 sui giochi leciti, pur essendo stato un intervento una tantum, non era retroattivo. Il criterio di riparto, stabilito dalla legge, non prevede la solidarietà passiva tra gestore ed esercente. Le domande degli attori, volte a contestare il prelievo, sono state ritenute infondate.
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