Una società ha presentato una dichiarazione integrativa per usufruire di un'agevolazione fiscale (Tremonti Ambiente), generando un credito d'imposta utilizzato l'anno successivo. L'Agenzia delle Entrate ha contestato l'operazione tramite una cartella di pagamento basata su un controllo automatizzato, ritenendo la dichiarazione tardiva. La Corte di Cassazione ha dato ragione alla società, stabilendo che la dichiarazione fiscale, in quanto 'dichiarazione di scienza', può sempre essere corretta per emendare errori, anche in sede di contenzioso. Il termine annuale, precisa la Corte, limita solo l'uso del credito in compensazione, non il diritto al suo riconoscimento. La sentenza è stata annullata con rinvio alla corte territoriale per un nuovo esame.
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