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Diritto Tributario

Estratto di ruolo: valido per l’ipoteca esattoriale
Un contribuente ha impugnato un'iscrizione di ipoteca, sostenendo che l'estratto di ruolo non fosse un titolo valido. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agente della Riscossione, confermando che l'estratto di ruolo è sufficiente per l'iscrizione ipotecaria e che una contestazione generica delle copie dei documenti di notifica non è ammissibile.
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Cessione del credito IVA: quando è esigibile?
Un consorzio ha ceduto a una società di factoring i propri crediti verso la Pubblica Amministrazione, per i quali l'IVA era in regime di sospensione. L'Agenzia delle Entrate ha richiesto il versamento immediato dell'imposta. La Corte di Cassazione ha confermato che la cessione del credito IVA, nell'ambito di un'operazione di factoring, determina l'immediata esigibilità dell'imposta, poiché il cedente realizza il valore economico del credito al momento della cessione stessa, venendo meno la ragione della sospensione.
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Notifica nulla: la Cassazione chiarisce i vizi sanabili
Una contribuente ha contestato una cartella di pagamento sostenendo l'invalidità delle sentenze presupposte, a causa di una notifica dell'atto di appello al suo precedente difensore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che una notifica nulla, come quella effettuata a un avvocato sostituito, si differenzia dalla notifica inesistente. Tale vizio, se non eccepito tempestivamente, viene sanato dal passaggio in giudicato della sentenza, che non può più essere messa in discussione.
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Notifica appello: avviso di ricevimento è valido?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24671/2024, ha stabilito che la mancata produzione della ricevuta di spedizione non rende automaticamente inammissibile un appello. Se l'avviso di ricevimento prova la tempestività della notifica appello, l'atto è valido. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile il gravame di un'amministrazione finanziaria, rinviando per un nuovo esame.
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Notifica appello: vale la data di spedizione?
La Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che aveva dichiarato inammissibile un appello perché tardivo. I giudici di secondo grado avevano erroneamente considerato la data di ricezione dell'atto, anziché la data di spedizione. La Suprema Corte ha ribadito che, in virtù del principio della scissione soggettiva degli effetti della notificazione, per il notificante la notifica dell'appello si perfeziona al momento della consegna dell'atto all'ufficio postale, rendendo l'impugnazione tempestiva.
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Legittimazione attiva fallito: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24666/2024, ha confermato la legittimazione attiva del fallito a impugnare una cartella di pagamento quando il curatore fallimentare rimane inerte. Tuttavia, ha accolto il ricorso dell'Agenzia Fiscale su un punto cruciale: la notifica. La Corte ha stabilito che, in caso di irreperibilità assoluta della società, la verifica presso il registro delle imprese è sufficiente, senza necessità di una seconda raccomandata, riformando la decisione del giudice di secondo grado e rinviando la causa per un nuovo esame.
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Impugnazione estratto di ruolo: i nuovi limiti
Una società in liquidazione ha contestato diverse cartelle di pagamento venendone a conoscenza tramite estratti di ruolo. La Corte di Cassazione, applicando una recente normativa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sulla 'carenza di interesse ad agire', stabilendo che l'impugnazione dell'estratto di ruolo è possibile solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale, come l'esclusione da appalti pubblici, e non per la mera conoscenza del debito.
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Definizione agevolata coobbligato: estingue il debito
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24663/2024, ha dichiarato l'estinzione di un giudizio tributario a seguito della definizione agevolata perfezionata dal coobbligato. Il caso riguardava un avviso di liquidazione per maggiore imposta di registro su una compravendita immobiliare. La società acquirente, coobbligata in solido con la venditrice, ha aderito alla definizione agevolata delle liti pendenti. La Corte ha stabilito che, in base alla normativa specifica, la definizione agevolata del coobbligato giova anche agli altri soggetti coinvolti, portando all'estinzione del relativo procedimento anche per loro. Le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate.
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Violazioni doganali: il caso rinviato in pubblica udienza
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza un caso di violazioni doganali riguardante l'importazione illecita di un orologio di lusso. Un contribuente aveva simulato l'esportazione del bene per poi reintrodurlo immediatamente in Italia da un valico non presidiato. La Corte ha ritenuto le questioni giuridiche, specialmente in relazione alla possibilità di definire in via agevolata una controversia che include la confisca, di tale importanza da richiedere una trattazione approfondita.
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Accertamento studi di settore: la motivazione è nulla
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che convalidava un accertamento basato su studi di settore a carico di un'impresa individuale. Il motivo è la "motivazione apparente" della decisione di secondo grado, che non aveva analizzato in modo specifico le giustificazioni fornite dalla contribuente per lo scostamento del reddito. La Corte ha ribadito che, in caso di accertamento con studi di settore, il giudice non può limitarsi a confermare l'operato dell'Agenzia delle Entrate, ma deve valutare concretamente le prove e le argomentazioni di entrambe le parti.
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Notifica cartella pagamento: la prova in appello
La Corte di Cassazione ha stabilito che la produzione della relata di notifica della cartella di pagamento in appello è ammissibile come mera difesa. Ha inoltre chiarito che la valutazione sulla regolarità della notifica, inclusa la ricezione della raccomandata informativa, costituisce un accertamento di fatto non sindacabile in sede di legittimità. Il ricorso del contribuente è stato rigettato.
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Notifica atti tributari: il principio di autosufficienza
Un contribuente ha impugnato un avviso di intimazione sostenendo un vizio nella notifica degli atti tributari presupposti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che, in base al principio di autosufficienza, è onere del ricorrente trascrivere integralmente la relata di notifica contestata nell'atto di ricorso, pena l'impossibilità per la Corte di valutare la censura.
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Efficacia riflessa giudicato: il socio vince col Fisco
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'annullamento definitivo di un accertamento fiscale per maggiori utili nei confronti di una società a ristretta base partecipativa determina, per efficacia riflessa del giudicato, l'illegittimità dell'avviso di accertamento emesso verso il socio per la distribuzione di quegli stessi utili. Se viene a mancare il presupposto (l'utile della società), cade anche l'accertamento a carico del socio.
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Prescrizione sanzioni tributarie: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24616/2024, interviene sulla prescrizione sanzioni tributarie. Viene confermato il termine decennale per tributi come IRPEF e IVA, ma si stabilisce un termine quinquennale per sanzioni e interessi collegati. La Corte ha rigettato gli altri motivi del ricorso di un contribuente contro un avviso di intimazione, relativi a vizi di notifica e alla debenza dell'IRAP.
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Notifica nulla: la conoscenza non sana il vizio
La Corte di Cassazione ha stabilito che una notifica nulla di un avviso di accertamento non può essere sanata dalla semplice conoscenza che il contribuente ne abbia avuto 'aliunde' (da altre fonti). Affinché il vizio sia sanato, è necessario che il contribuente impugni l'atto, dimostrando così di aver potuto esercitare il proprio diritto di difesa. In assenza di impugnazione, la nullità persiste e il giudice deve verificare la regolarità della notifica. La Corte ha quindi cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto irrilevante il vizio di notifica.
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Prescrizione sanzioni interessi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione sanzioni interessi. Mentre per i tributi come IRPEF e IVA il termine è decennale, per le sanzioni e gli interessi derivanti si applica il termine più breve di cinque anni. La decisione chiarisce la differente natura giuridica delle obbligazioni, annullando parzialmente la sentenza impugnata e rinviando il caso per un nuovo esame alla luce di questo principio.
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Sospensione processo tributario per rottamazione-quater
Una società immobiliare, durante un giudizio in Cassazione relativo a un avviso di liquidazione per imposte di registro e ipocatastale, ha presentato istanza di adesione alla "rottamazione-quater". La Corte di Cassazione, applicando la normativa specifica, ha disposto la sospensione del processo tributario, rinviando la causa in attesa del perfezionamento della procedura di definizione agevolata.
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Carenza di interesse: appello inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'Amministrazione Finanziaria per sopravvenuta carenza di interesse. Il caso riguardava la sospensione di un rimborso IVA a una società, giustificata da pendenze fiscali non definitive. Poiché tali pendenze sono divenute definitive in un altro giudizio, l'interesse a contestare la misura cautelare è venuto meno, rendendo inutile una pronuncia nel merito.
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Definizione agevolata: stop al processo tributario?
Una società impugna un avviso di accertamento fiscale fino alla Corte di Cassazione. Durante il processo, aderisce alla definizione agevolata e chiede un rinvio per provare i pagamenti. La Corte accoglie l'istanza, sospendendo la decisione nel merito in attesa della conclusione della procedura di sanatoria.
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Querela di falso nel processo tributario: la Cassazione
Un contribuente ha impugnato degli avvisi di accertamento sostenendo la falsità delle firme sulle ricevute di notifica e proponendo una querela di falso. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 24560/2024, ha rigettato il ricorso, specificando che la sola proposta di querela di falso non è sufficiente a sospendere il processo tributario. È necessario che la querela sia formalmente presentata dinanzi al tribunale competente.
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