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Diritto Tributario

Classamento Catastale: Onere della Prova e Perizia
Una società contesta la riclassificazione del suo complesso immobiliare da C/1 a D/8 operata dall'Amministrazione Finanziaria. La Corte di Cassazione conferma la decisione a favore della società, stabilendo che l'onere della prova per un diverso classamento catastale grava sull'ente impositore e che il giudice può fondare la propria decisione sulla perizia di parte del contribuente, se adeguatamente motivata.
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Carenza di interesse: stop al ricorso per lite fiscale
Una società ricorre contro un accertamento per IVA indetraibile su operazioni ritenute inesistenti. Durante il giudizio in Cassazione, aderisce a una definizione agevolata ("Rottamazione quater") e rinuncia al ricorso. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, compensando le spese.
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Impugnazione cartella: quando è tardi per agire?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20578/2024, ha stabilito che un contribuente non può eccepire la prescrizione di un debito fiscale impugnando una successiva intimazione di pagamento se non ha contestato tempestivamente l'atto originario, ovvero la cartella di pagamento. La mancata impugnazione della cartella di pagamento rende il credito definitivo e non più contestabile per vizi che si sarebbero dovuti far valere in quella sede, consolidando il principio dell'irretrattabilità del credito.
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Esterovestizione: la Cassazione chiarisce i limiti
La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di esterovestizione contestato dall'Amministrazione Finanziaria a una società con sede legale a Malta ma operante in Italia. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado, la quale aveva annullato l'accertamento per violazione del contraddittorio e sulla base di una precedente assoluzione in sede penale. La Suprema Corte ha chiarito che l'obbligo di contraddittorio preventivo non è generalizzato per i tributi non armonizzati e che la sentenza penale ha solo valore indiziario, non vincolante, nel processo tributario. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame del merito.
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Controllo formale 36-ter: i vizi della sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di secondo grado in materia tributaria. Il caso riguarda una cartella di pagamento emessa a seguito di un controllo formale 36-ter. La Corte ha riscontrato vizi procedurali nella decisione impugnata: il giudice d'appello si era pronunciato su questioni non sollevate dal contribuente (ultrapetizione) e aveva omesso di decidere su specifiche richieste relative alla deducibilità delle spese (omessa pronuncia). Di conseguenza, il giudizio è stato rinviato a un nuovo giudice di secondo grado per una corretta valutazione.
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Rendita catastale: pozzi geotermici esclusi
Una società energetica contesta l'aumento della rendita catastale di un impianto geotermico. La Cassazione conferma l'esclusione dei pozzi geotermici dalla stima, qualificandoli come 'imbullonati' secondo la L. 208/2015. Accolto anche il ricorso incidentale sul giudicato interno relativo ai carriponte.
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Operazioni inesistenti: prova e onere del contribuente
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20570/2024, chiarisce la ripartizione dell'onere della prova in caso di operazioni inesistenti. Se l'Amministrazione Finanziaria dimostra che il fornitore è una società 'cartiera', spetta al contribuente provare l'effettiva esistenza della prestazione. La mera esibizione di fatture, contabilità e pagamenti non è sufficiente a superare le presunzioni dell'Erario, poiché tali elementi sono spesso creati ad arte per simulare un'operazione fittizia. La Corte ha inoltre precisato che il contraddittorio endoprocedimentale può essere soddisfatto con l'invio di un questionario a cui il contribuente risponde.
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Motivazione atto impositivo: i limiti in giudizio
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Ente Locale contro un Istituto di Credito per una controversia su un rimborso IMU. Il caso verteva su immobili di interesse storico. La Corte ha stabilito che la motivazione dell'atto impositivo non può essere modificata o integrata in corso di causa, cristallizzando le ragioni della pretesa tributaria a quelle originarie. L'Ente non può introdurre nuove eccezioni per giustificare il diniego del rimborso.
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Imposta unica scommesse: Cassazione conferma la tassa
Un operatore di scommesse estero, operante in Italia tramite Centri Trasmissione Dati (CTD), ha contestato l'applicazione dell'imposta unica sulle scommesse per il 2011, sostenendo violazioni del diritto UE e l'illegittimità della pretesa fiscale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la piena responsabilità solidale sia del bookmaker estero sia del CTD locale. La Corte ha stabilito che la normativa italiana sull'imposta unica scommesse è compatibile con i principi europei e che, per l'annualità 2011, il quadro normativo era sufficientemente chiaro da escludere ogni incertezza sulla soggettività passiva di entrambi gli operatori.
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Esenzione ICI terreni agricoli: non per pensionati
Un comune ha impugnato la decisione di una commissione tributaria che aveva concesso un'esenzione ICI per il 2004 su un'area edificabile usata per agricoltura da un coltivatore in pensione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che le norme agevolative per i pensionati, introdotte per l'IMU (Art. 78-bis, D.L. 104/2020), non hanno efficacia retroattiva per il precedente regime ICI. Di conseguenza, l'esenzione ICI terreni agricoli è stata negata.
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Litisconsorzio necessario: la Cassazione annulla tutto
La Corte di Cassazione ha annullato le sentenze di primo e secondo grado relative a un accertamento fiscale notificato a un socio per il reddito di una società di persone. La decisione si fonda sul principio del litisconsorzio necessario, in quanto il giudizio si è svolto senza la partecipazione della società e degli altri soci, parti indispensabili del processo. La causa è stata rinviata al giudice di primo grado per un nuovo esame, previa corretta integrazione del contraddittorio.
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Imposta unica scommesse: Cassazione e bookmaker esteri
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità dell'applicazione dell'Imposta unica sulle scommesse a un bookmaker estero operante in Italia senza concessione tramite centri di trasmissione dati. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il presupposto impositivo si realizza sul territorio italiano, escludendo violazioni del diritto UE e confermando la solidarietà paritetica tra bookmaker e centro locale.
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Frode carosello IVA: la Cassazione sulla buona fede
Una società operante nel commercio di quote di emissione di CO2 si è vista negare la detrazione dell'IVA a causa del suo coinvolgimento, secondo l'Agenzia delle Entrate, in una frode carosello IVA con "missing traders". La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, respingendo il ricorso dell'azienda. La Corte ha stabilito che, in presenza di operazioni soggettivamente inesistenti, il contribuente perde il diritto alla detrazione se sapeva, o avrebbe dovuto sapere usando l'ordinaria diligenza, della frode. La presenza di numerosi indici di anomalia (prezzi bassi, uso di conti in paradisi fiscali) sposta sul contribuente l'onere di provare la propria buona fede, onere che in questo caso non è stato assolto a causa di una "voluta noncuranza".
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Forza maggiore e agevolazioni: quando è esclusa?
Una società immobiliare perde le agevolazioni fiscali per non aver rivenduto degli immobili entro tre anni. La Corte di Cassazione ha respinto la sua difesa basata sulla forza maggiore, sostenendo che le azioni legali dei conduttori erano un rischio prevedibile, data la complessa struttura dell'operazione di acquisto, e non un evento imprevedibile. La decisione sottolinea che il rischio d'impresa non giustifica l'inadempimento degli obblighi fiscali.
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Fatture inesistenti: onere della prova e distinzioni
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20556/2024, interviene su un caso di presunte fatture inesistenti, chiarendo la fondamentale distinzione tra operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti e il conseguente diverso riparto dell'onere della prova tra Amministrazione Finanziaria e contribuente. La Corte ha cassato la sentenza di secondo grado per non aver correttamente valutato le prove fornite dalla società in merito alla possibile natura soggettivamente inesistente delle operazioni.
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Esenzione TARES: onere della prova spetta al contribuente
Una società di logistica ha richiesto un'esenzione dalla TARES per un magazzino, sostenendo di produrre solo rifiuti speciali. La Commissione Tributaria Regionale ha accolto la sua richiesta, annullando l'avviso di pagamento per carenza di motivazione. La Corte di Cassazione ha ribaltato tale decisione, stabilendo che l'avviso era sufficientemente motivato e che l'onere della prova per ottenere l'esenzione TARES spetta esclusivamente al contribuente. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20554/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro alcune cartelle di pagamento. La decisione si basa sulla recente normativa che limita l'impugnazione dell'estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e attuale, come l'impossibilità di partecipare a gare d'appalto. La semplice conoscenza del debito tramite l'estratto non è più sufficiente per agire in giudizio.
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Superficie utile: contano anche i locali separati
La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini dell'agevolazione 'prima casa', nel calcolo della superficie utile si devono includere anche i locali fisicamente separati dall'abitazione principale (es. lavanderia, sgombero) se sono funzionalmente serventi ad essa. Il criterio determinante è la loro potenziale utilizzabilità per le esigenze della vita quotidiana, non il collegamento strutturale.
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Onere della prova dazi: Cassazione e indagini OLAF
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'Agenzia delle Dogane in un caso di dazi antidumping. Oggetto del contendere era l'origine di merci importate, dichiarate dalle Filippine ma sospettate di provenire da Taiwan. La Corte ha stabilito che, di fronte a una relazione dell'OLAF (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) e alla revoca dei certificati, l'onere della prova dazi si inverte, passando dall'amministrazione al contribuente. Quest'ultimo deve quindi dimostrare attivamente la correttezza dell'origine dichiarata per beneficiare delle agevolazioni. La sentenza di secondo grado, che aveva erroneamente richiesto prove aggiuntive all'Agenzia, è stata annullata con rinvio.
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Produzione documenti appello tributario: quando è lecita?
Una contribuente ha impugnato un'intimazione di pagamento, sostenendo la mancata notifica della cartella originaria. Le corti di merito le hanno dato ragione, ritenendo inammissibile la prova della notifica prodotta in appello dall'ente di riscossione. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la produzione documenti in appello tributario è consentita dall'art. 58 del D.Lgs. 546/1992, anche se i documenti sono preesistenti, purché vengano depositati entro i termini di legge. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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