La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accertamenti fiscali. Allineandosi a una precedente sentenza della Corte Costituzionale, ha confermato che la deducibilità costi forfettaria è ammissibile anche in caso di accertamento analitico-induttivo basato su indagini bancarie. Quando l'Amministrazione Finanziaria presume maggiori ricavi da prelevamenti non giustificati, il contribuente ha il diritto di eccepire l'incidenza percentuale dei costi sostenuti per produrre tali ricavi, anche in assenza di documentazione specifica. Questa decisione mira a garantire un trattamento equo e a rispettare il principio della capacità contributiva, impedendo che un contribuente con contabilità sostanzialmente regolare sia trattato più severamente di uno che ne è privo. L'appello principale dell'Agenzia delle Entrate è stato rigettato, mentre il ricorso incidentale del contribuente è stato dichiarato inammissibile.
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