LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Tributario

Onere della prova e operazioni inesistenti: la guida
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30427/2025, interviene su un caso di presunte operazioni inesistenti, chiarendo l'onere della prova a carico del contribuente. L'Agenzia Fiscale aveva contestato la deducibilità di costi e la detrazione dell'IVA per fatture ritenute fittizie. La Corte ha stabilito che la sola prova del pagamento non è sufficiente a dimostrare la realtà dell'operazione, poiché è una prassi comune utilizzata proprio per mascherare transazioni fittizie. La sentenza di merito è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione basata su questo principio.
Continua »
Ricavi extra budget: quando tassarli? La Cassazione
Una società sanitaria contestava un avviso di accertamento che tassava i ricavi per prestazioni "extra budget" nell'anno in cui erano state fornite. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, stabilendo un principio fondamentale sui ricavi extra budget. Ha chiarito che tali ricavi non sono imponibili finché l'ente sanitario pubblico non ne riconosce formalmente il diritto al pagamento, poiché solo in quel momento diventano "certi e determinabili" secondo il principio di competenza fiscale. La Corte ha invece respinto le contestazioni dell'Agenzia delle Entrate su altre questioni, come la deducibilità di alcuni costi.
Continua »
Operazioni inesistenti: il pagamento non basta a provare
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30429/2025, ha stabilito che la semplice prova del pagamento non è sufficiente a dimostrare l'effettività di operazioni commerciali contestate come inesistenti dall'Amministrazione Finanziaria. Il caso riguardava un imprenditore a cui erano stati disconosciuti costi e detrazioni IVA. La Corte ha chiarito che, in un contesto di presunte operazioni fittizie, il pagamento può essere parte della messa in scena e non prova la realtà dello scambio. Ha inoltre ribadito l'autonomia del giudizio tributario rispetto a quello penale. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione parziale.
Continua »
Responsabilità socio società cancellata: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30423/2025, affronta il tema della responsabilità del socio di una società cancellata dal registro delle imprese. Un ex socio impugnava un avviso di accertamento notificato alla società, la quale veniva cancellata in corso di causa. La Commissione Tributaria Regionale escludeva la responsabilità del socio per assenza di distribuzione dell'attivo. La Cassazione ha ribaltato la decisione, chiarendo che la qualità di successore del socio esiste a prescindere dalla percezione di somme. La questione della distribuzione dell'attivo non riguarda la legittimazione del socio nel processo per l'accertamento del debito societario, ma l'interesse ad agire del Fisco, che dovrà essere provato in un separato giudizio contro il socio.
Continua »
Onere della prova per errori in dichiarazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30417/2025, chiarisce l'onere della prova a carico del contribuente che contesta un avviso di accertamento basato su una sua precedente dichiarazione errata. Sebbene il contribuente possa sempre far valere in giudizio errori di fatto o di diritto, non è sufficiente la semplice allegazione dell'errore. Spetta al contribuente fornire la prova concreta della sua esistenza. La Corte ha quindi respinto le doglianze del ricorrente su questo punto, accogliendo solo il motivo relativo all'omessa pronuncia sulla richiesta di disapplicazione delle sanzioni.
Continua »
Bottigliometro: legittimo l’accertamento presuntivo
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un avviso di accertamento a carico del titolare di un ristorante di lusso, basato sul metodo del "bottigliometro". Con l'ordinanza n. 30425/2025, i giudici hanno respinto il ricorso del contribuente, stabilendo che la ricostruzione dei ricavi basata sul consumo di acqua minerale costituisce una presunzione valida. La Corte ha inoltre chiarito che l'omissione del contraddittorio preventivo non invalida automaticamente l'atto per i tributi non armonizzati, come l'IRPEF, e ha ritenuto sufficiente la motivazione della corte di merito sulla quantificazione degli scostamenti.
Continua »
Motivazione apparente: Cassazione annulla la sentenza
La Corte di Cassazione ha annullato due sentenze di una Commissione Tributaria Regionale a causa di una motivazione apparente. Il caso riguardava un accertamento fiscale per operazioni oggettivamente inesistenti a carico di una società. La Suprema Corte ha rilevato che la motivazione dei giudici di merito era contraddittoria, in quanto confondeva i criteri probatori applicabili alle operazioni oggettivamente inesistenti con quelli previsti per le operazioni soggettivamente inesistenti. Tale errore ha reso la decisione incomprensibile, violando il requisito del 'minimo costituzionale' della motivazione e portando alla cassazione delle sentenze con rinvio per un nuovo esame.
Continua »
Deducibilità costi forfettaria: sì anche con accertamento
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accertamenti fiscali. Allineandosi a una precedente sentenza della Corte Costituzionale, ha confermato che la deducibilità costi forfettaria è ammissibile anche in caso di accertamento analitico-induttivo basato su indagini bancarie. Quando l'Amministrazione Finanziaria presume maggiori ricavi da prelevamenti non giustificati, il contribuente ha il diritto di eccepire l'incidenza percentuale dei costi sostenuti per produrre tali ricavi, anche in assenza di documentazione specifica. Questa decisione mira a garantire un trattamento equo e a rispettare il principio della capacità contributiva, impedendo che un contribuente con contabilità sostanzialmente regolare sia trattato più severamente di uno che ne è privo. L'appello principale dell'Agenzia delle Entrate è stato rigettato, mentre il ricorso incidentale del contribuente è stato dichiarato inammissibile.
Continua »
Way out banche: il versamento non è una tassa
Una banca cooperativa ha contestato il pagamento del 20% del patrimonio netto richiesto dalla legge per la cosiddetta "way out banche", ovvero l'opzione di trasformarsi in società per azioni anziché aderire a un gruppo bancario cooperativo. La banca sosteneva che tale pagamento fosse una tassa illegittima. La Corte di Cassazione, conformandosi a una precedente pronuncia della Corte Costituzionale, ha stabilito che il versamento non è un tributo, ma il "prezzo" volontario da pagare per esercitare un'opzione alternativa vantaggiosa. Di conseguenza, ha respinto il ricorso della banca, confermando la legittimità della normativa.
Continua »
Estinzione Giudizio Tributario: Amnistia e Conseguenze
La Corte di Cassazione dichiara l'estinzione del giudizio tributario relativo a un avviso di accertamento per presunti utili non dichiarati di una società a ristretta base. La decisione non entra nel merito della questione, ma prende atto della regolare adesione della contribuente a una procedura di definizione agevolata (condono), che ha determinato la cessazione della materia del contendere, ponendo fine alla lite tra la cittadina e l'Agenzia delle Entrate.
Continua »
Accertamento induttivo: costi sempre deducibili
Una società di trasporti ha impugnato un avviso di accertamento basato sul metodo induttivo per irreperibilità della contabilità. La Corte di Cassazione, pur respingendo le altre doglianze, ha accolto il motivo relativo alla mancata deduzione dei costi. È stato stabilito che, anche in caso di accertamento induttivo, devono essere sempre considerati i costi, anche in via presuntiva, correlati ai maggiori ricavi accertati, al fine di rispettare il principio di capacità contributiva. La sentenza è stata cassata con rinvio per la rideterminazione dell'imposta.
Continua »
Notifica PEC processo tributario: IPA è valido
La Corte di Cassazione ha stabilito la validità della notifica PEC nel processo tributario effettuata all'indirizzo dell'ente impositore presente nell'Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA). La Corte ha annullato la decisione di merito che aveva erroneamente dichiarato inammissibile l'appello di un contribuente, ritenendo inesistente la notifica perché non inviata all'indirizzo risultante da altri registri. La Suprema Corte ha chiarito che il processo tributario segue regole speciali (art. 16-bis D.Lgs. 546/1992) che prevalgono sulla normativa generale prevista per i processi civili, riconoscendo pienamente l'IPA come elenco di riferimento.
Continua »
Esenzione IMU enti non commerciali: la prova decisiva
Un ente ecclesiastico ha richiesto l'esenzione IMU per un immobile adibito a scuola, sostenendo la natura non commerciale dell'attività. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che l'onere di provare i requisiti per l'esenzione, in particolare la natura simbolica delle rette, spetta interamente all'ente. La Corte ha inoltre chiarito che una sentenza favorevole ottenuta per un'annualità d'imposta non ha effetto di giudicato per gli anni successivi, poiché le condizioni per beneficiare dell'esenzione devono essere verificate di anno in anno.
Continua »
Definizione agevolata: ricorso inammissibile
Una contribuente aveva impugnato un diniego di definizione agevolata per versamenti sospesi a seguito di eventi calamitosi. Durante il giudizio in Cassazione, ha aderito a una nuova definizione agevolata (c.d. rottamazione), impegnandosi a rinunciare ai giudizi pendenti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, equiparando l'adesione alla rottamazione a una rinuncia implicita al proseguimento della causa.
Continua »
Deducibilità costi pubblicitari: la Cassazione decide
Un imprenditore individuale si è opposto a un avviso di accertamento che contestava la deducibilità di costi pubblicitari. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per gli accertamenti "a tavolino" non è obbligatorio il contraddittorio preventivo di 60 giorni. Inoltre, ha confermato l'indeducibilità dei costi per mancata prova dell'effettiva svolgimento dell'attività pubblicitaria e per la sproporzione della spesa rispetto al reddito.
Continua »
Accertamento bancario: onere prova e PVC in giudizio
La Corte di Cassazione interviene su un caso di accertamento bancario, annullando la decisione di merito che aveva invalidato un avviso di accertamento per la mancata produzione integrale del Processo Verbale di Constatazione (PVC). La Suprema Corte ribadisce che, in base a una presunzione legale, l'onere della prova per giustificare i movimenti bancari grava sul contribuente. La mancata produzione del PVC non comporta la nullità automatica dell'atto, ma attiva i poteri istruttori del giudice. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
Continua »
Responsabilità del liquidatore: serve atto motivato
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 15580/2024, ha stabilito che per affermare la responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali di una società non è sufficiente la notifica dell'avviso di accertamento intestato alla società. È necessario un atto specifico che motivi in modo puntuale le ragioni della sua responsabilità personale e sussidiaria. In assenza di tale motivazione, anche gli atti successivi, come l'iscrizione ipotecaria, sono illegittimi. La Corte ha chiarito che tale responsabilità ha natura civilistica e non tributaria, derivando da un fatto proprio del liquidatore previsto dalla legge.
Continua »
Notifica nulla e appello: la Cassazione chiarisce
Un contribuente si è visto dichiarare inammissibile il ricorso contro una cartella di pagamento perché ritenuto tardivo. La notifica era stata eseguita per irreperibilità assoluta. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, stabilendo che la contestazione della notifica nulla non costituisce un'eccezione nuova inammissibile in appello, se la decisione di primo grado si fonda proprio su quella notifica. Inoltre, ha ribadito che la notifica per irreperibilità assoluta è illegittima se il messo notificatore non compie adeguate ricerche per verificare che il destinatario non si sia semplicemente trasferito all'interno dello stesso comune.
Continua »
Impugnazione cartella: i limiti del giudice tributario
Un contribuente ha contestato una cartella di pagamento basata su una precedente sentenza tributaria, sollevando questioni di merito relative all'atto di accertamento originario. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione del giudice di merito, stabilendo che l'impugnazione della cartella di pagamento deve limitarsi a vizi propri dell'atto e non può rimettere in discussione il contenuto dell'atto presupposto, soprattutto se questo è una sentenza. Inoltre, il motivo di merito era stato introdotto per la prima volta in appello, violando il divieto di domande nuove.
Continua »
Notifica cartella: vale la fotocopia della ricevuta?
La Corte di Cassazione ha stabilito che per la prova della notifica di una cartella esattoriale è sufficiente la produzione in giudizio della fotocopia dell'avviso di ricevimento della raccomandata. L'onere di contestare specificamente la conformità della copia all'originale spetta al contribuente. Una contestazione generica non è idonea a privare di efficacia probatoria la fotocopia. La Corte ha quindi accolto il ricorso dell'Agente della Riscossione, annullando la decisione di merito che aveva ritenuto insufficiente tale prova.
Continua »