Una società energetica si opponeva a un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell'IMU, sostenendo di aver saldato il debito tramite compensazione IMU con un credito IVA. La Commissione Tributaria Regionale respingeva l'appello, applicando erroneamente il principio di non contestazione. La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza, affermando che i documenti, come il modello F24 e gli estratti del cassetto fiscale, costituiscono prova e devono essere esaminati dal giudice, non potendo essere superati dal principio di non contestazione, che riguarda i fatti e non le prove documentali. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.
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