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Diritto Tributario

Interessi di mora ROL: esclusi dal calcolo
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18498/2024, ha rigettato il ricorso di una società di autotrasporti. La Corte ha stabilito che gli interessi di mora ROL sono esclusi dal calcolo del Risultato Operativo Lordo per la deducibilità degli interessi passivi IRES, data la loro natura risarcitoria e non finanziaria. Inoltre, ha confermato l'indetraibilità dell'IVA per operazioni soggettivamente inesistenti, poiché la società non ha dimostrato la dovuta diligenza per evitare di essere coinvolta in una frode fiscale.
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Accertamento bancario: onere della prova del Fisco
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18495/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di accertamento bancario: l'onere della prova per giustificare la provenienza dei versamenti su conti correnti spetta al contribuente. Nel caso specifico, un imprenditore non è riuscito a fornire prove analitiche e specifiche per dimostrare che i fondi non costituissero reddito imponibile, portando la Corte a confermare la legittimità della ripresa a tassazione operata dall'Agenzia delle Entrate. La sentenza ha anche chiarito che gli investimenti esteri non dichiarati si presumono fruttiferi.
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Definizione stragiudiziale lite: cosa succede al processo?
In una controversia relativa alla sospensione di un rimborso IVA, l'Amministrazione Finanziaria e una società di factoring hanno raggiunto una definizione stragiudiziale lite mentre il caso era pendente in Cassazione. La Suprema Corte, pur prendendo atto dell'accordo, ha rinviato la causa, richiedendo alle parti di fornire prova del perfezionamento dell'accordo entro 60 giorni prima di dichiarare l'estinzione del processo.
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Accertamento induttivo: quando non serve il contraddittorio
Una società ha contestato un avviso di accertamento per mancato contraddittorio preventivo. La Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per un accertamento induttivo basato sull'inattendibilità delle scritture contabili, il contraddittorio non è obbligatorio, anche se il Fisco usa gli studi di settore per quantificare il maggior reddito.
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Motivazione per relationem: quando è valida?
Un'associazione ONLUS ha ricevuto un avviso di accertamento fiscale la cui motivazione si basava su un precedente verbale della Guardia di Finanza. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18488/2024, ha stabilito che la motivazione per relationem è valida se l'atto richiamato è già noto al contribuente. In questo caso, essendo il verbale stato notificato e firmato dal rappresentante legale dell'associazione, l'avviso è stato ritenuto legittimo, annullando la decisione di secondo grado e rinviando la causa per l'esame del merito.
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Doppio binario sanzionatorio: la Cassazione decide
Un professionista, già condannato per dichiarazione infedele basata su una contabilità parallela, ricorre in Cassazione lamentando, tra vari motivi, la violazione del principio del 'ne bis in idem' a causa di una pesante sanzione fiscale già irrogata. La Corte di Cassazione ha rigettato gran parte dei motivi, confermando la legittimità delle prove e l'accertamento del reato. Tuttavia, ha accolto il motivo relativo alla sproporzione della pena. La Corte ha stabilito che, pur essendo legittimo il doppio binario sanzionatorio, il giudice penale deve tener conto della sanzione amministrativa già applicata per garantire la proporzionalità della risposta punitiva complessiva. Di conseguenza, ha annullato la sentenza con rinvio, limitatamente al trattamento sanzionatorio, affinché la pena venga ricalcolata.
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Redditi all’estero: la presunzione di evasione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18480/2024, ha stabilito un importante principio in materia di redditi all'estero non dichiarati. Il caso riguardava un contribuente con fondi in un paese a fiscalità privilegiata, accertati per un'annualità precedente alla legge del 2009 che ha introdotto una presunzione legale di evasione. La Corte ha confermato la non retroattività di tale presunzione, in quanto norma di natura sostanziale. Tuttavia, ha cassato la decisione di merito perché il giudice d'appello avrebbe dovuto comunque valutare se i fatti (detenzione di fondi occulti, mancata risposta al Fisco) costituissero prova per presunzioni semplici (praesumptio hominis) dell'avvenuta evasione fiscale.
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Presunzione legale investimenti estero: non retroattiva
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18479/2024, ha stabilito che la presunzione legale investimenti estero, introdotta nel 2009 per i capitali detenuti in paradisi fiscali, non può essere applicata retroattivamente. La norma ha natura sostanziale e non procedimentale, pertanto non può colpire fatti avvenuti in anni d'imposta precedenti alla sua entrata in vigore. La Corte ha accolto il ricorso del contribuente su questo punto, cassando la sentenza d'appello e rinviando la causa per un nuovo esame.
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Definizione agevolata: estinzione del giudizio
Un contribuente, dopo aver aderito alla definizione agevolata, ottiene l'estinzione del giudizio tributario in Cassazione. La Corte ha applicato la norma che prevede l'estinzione se, dopo la comunicazione dell'istanza di definizione agevolata, nessuna delle parti chiede la trattazione della causa.
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Litisconsorzio necessario: processo nullo senza i soci
La Corte di Cassazione ha annullato un intero procedimento tributario a carico di una contribuente, socia di una presunta società di fatto. La decisione si fonda sul principio del litisconsorzio necessario: poiché la controversia verteva sull'esistenza stessa della società, tutti i presunti soci avrebbero dovuto obbligatoriamente partecipare al giudizio. L'assenza degli altri soci ha reso il processo insanabilmente nullo, con rinvio della causa al primo grado di giudizio per la corretta instaurazione del contraddittorio.
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Onere della prova: Cassazione su accertamenti bancari
Un professionista è stato oggetto di un accertamento fiscale basato su versamenti bancari. La Commissione tributaria regionale ha ritenuto sufficienti le sue giustificazioni generiche. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, ribadendo che l'onere della prova grava sul contribuente, il quale deve fornire una dimostrazione specifica e analitica per ogni singolo versamento per superare la presunzione di reddito non dichiarato. La sentenza di merito è stata cassata per non aver valutato analiticamente le prove.
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Presunzione legale: prelievi e versamenti bancari
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18475/2024, ha chiarito l'applicazione della presunzione legale sui movimenti bancari ingiustificati per gli imprenditori. Nel caso esaminato, un avviso di accertamento per IRPEF e IRAP, basato su indagini bancarie, era stato annullato in appello. La Suprema Corte ha cassato la decisione, riaffermando che per un imprenditore, sia i versamenti che i prelevamenti non giustificati si presumono ricavi non dichiarati, a differenza di quanto stabilito per i lavoratori autonomi. La notifica dell'avviso è stata inoltre ritenuta tempestiva grazie al principio della scissione temporale.
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Compensazione spese legali: la decisione della Corte
La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità della compensazione spese legali in un caso in cui l'atto di pignoramento era basato su cartelle di pagamento poi annullate. La decisione si fonda sul fatto che l'annullamento in autotutela non implica automaticamente la condanna alle spese per l'amministrazione e che la stessa contribuente aveva richiesto, in via subordinata, la compensazione.
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Agevolazioni fiscali associazioni: la forma non basta
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18473/2024, ha stabilito che per usufruire delle agevolazioni fiscali associazioni, non è sufficiente la mera conformità formale dello statuto alla legge. È necessario dimostrare una gestione sostanziale e democratica dell'ente. La Corte ha cassato la decisione di merito che si era limitata a un'analisi documentale, ribadendo che l'onere della prova della gestione effettiva ricade sull'associazione stessa.
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Procura speciale cassazione: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un preavviso di iscrizione ipotecaria. La decisione si fonda sulla mancanza di una valida procura speciale cassazione, un documento essenziale per agire davanti alla Suprema Corte. A causa di questo vizio procedurale, l'appello non è stato esaminato nel merito e, in modo significativo, la Corte ha condannato i difensori del ricorrente, e non il cliente, al pagamento di tutte le spese processuali.
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Notifica PEC: valida anche se da indirizzo non pubblico
Una società contestava una intimazione di pagamento, sostenendo che la notifica PEC fosse invalida perché l'indirizzo del mittente non era in pubblici registri. La Cassazione ha ritenuto la notifica valida, applicando il principio della sanatoria per raggiungimento dello scopo: avendo la società impugnato l'atto, ha dimostrato di averlo ricevuto e compreso, sanando ogni vizio formale.
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Prescrizione sanzioni tributarie: Cassazione conferma 5 anni
Una contribuente si oppone a un'intimazione di pagamento per prescrizione dei crediti. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18459/2024, ha accolto il suo ricorso limitatamente a sanzioni e interessi, confermando che la prescrizione sanzioni tributarie è quinquennale, e non decennale, quando il credito non deriva da una sentenza passata in giudicato. La causa è stata rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria per una nuova valutazione.
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Rinuncia al ricorso: estinzione del giudizio fiscale
Un contribuente, dopo aver impugnato in Cassazione un accertamento fiscale per IRPEF, ha presentato una rinuncia al ricorso. La Corte Suprema ha dichiarato l'estinzione del giudizio, sottolineando che la rinuncia, se inequivocabile, è sufficiente a chiudere il contenzioso, indipendentemente dalla chiara riconducibilità dei documenti di una definizione agevolata alla causa specifica. Le spese sono state compensate.
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Indagini bancarie e documenti tardivi: la Cassazione
Un professionista è stato sottoposto ad accertamento fiscale basato sulle movimentazioni bancarie del conto del padre. La Corte di Cassazione ha stabilito che la documentazione giustificativa, anche se prodotta tardi, è ammissibile in giudizio se relativa a conti di terzi e se il contribuente non ha tenuto un comportamento ostruzionistico. Questa sentenza ridefinisce i limiti delle indagini bancarie e rafforza il diritto di difesa del contribuente.
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Indagini bancarie: limiti alla preclusione probatoria
Un professionista è stato oggetto di indagini bancarie per movimenti sul conto del padre, sul quale aveva una delega. La Cassazione ha stabilito che la preclusione a produrre documenti in giudizio non si applica se questi non erano nella sua diretta disponibilità, annullando la decisione dei giudici di merito che li avevano ritenuti tardivi. Il caso chiarisce i limiti della preclusione probatoria in ambito fiscale.
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