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Diritto Tributario

ICI sopraelevazione: quando si paga l’imposta?
Una società contesta una richiesta di pagamento ICI per un piano sopraelevato in corso di costruzione, sostenendo che l'imposta non sia dovuta fino all'ultimazione dei lavori. La Corte di Cassazione, di fronte a due orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla tassabilità dell'area in caso di ICI sopraelevazione, ha emesso un'ordinanza interlocutoria. La decisione finale è stata rinviata a una pubblica udienza per risolvere il conflitto e definire se, in questi casi, si debba tassare il valore dell'area virtuale o attendere il completamento del fabbricato.
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Esenzione IMU prima casa: coniugi con residenze diverse
La Corte di Cassazione, uniformandosi a una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che l'esenzione IMU prima casa spetta anche se i coniugi hanno residenza e dimora in comuni differenti. La controversia nasceva dalla richiesta di pagamento dell'IMU da parte di un Comune a una contribuente, negando l'esenzione poiché il coniuge risiedeva altrove. La Suprema Corte ha chiarito che il beneficio fiscale è legato alla residenza e dimora del singolo possessore dell'immobile, non più a quella dell'intero nucleo familiare, accogliendo il ricorso della contribuente.
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Scissione soggettiva notifica: vale la data di invio
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30225/2025, ha ribadito un principio fondamentale in materia di notifiche fiscali. In un caso riguardante un avviso di accertamento ICI, è stato stabilito che, ai fini del rispetto dei termini di decadenza, vale la data in cui l'ente impositore affida l'atto all'ufficiale giudiziario o al servizio postale. Il principio della scissione soggettiva della notifica si applica pienamente anche agli atti tributari, rendendo irrilevante la data di effettiva ricezione da parte del contribuente. Di conseguenza, un avviso spedito prima della scadenza è da considerarsi tempestivo, anche se ricevuto successivamente.
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Decadenza notifica tributaria: quando conta la data?
Un contribuente ha contestato una cartella di pagamento per ICI, sostenendo la decadenza del potere di accertamento del Comune. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulla decadenza notifica tributaria: per rispettare i termini, è sufficiente che l'ente impositore affidi l'atto per la spedizione entro la scadenza, applicando il principio della scissione degli effetti della notificazione. La data di ricezione da parte del contribuente è irrilevante a tal fine.
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ICI sopraelevazione: quando si paga l’imposta?
Una società contesta un avviso di accertamento per il pagamento dell'ICI su una sopraelevazione in corso di costruzione. La Corte di Cassazione, rilevando l'esistenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla tassabilità di tale immobile (se come area fabbricabile o come fabbricato da ultimare), ha ritenuto la questione complessa e meritevole di un approfondimento in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.
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IMU beni merce: la dichiarazione è obbligatoria
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30219/2025, ha chiarito un punto cruciale sull'esenzione IMU beni merce. Il caso vedeva un'impresa edile contrapposta a un Comune per il pagamento dell'IMU su immobili invenduti. La Corte ha stabilito che, per beneficiare dell'esenzione, la presentazione della dichiarazione IMU è una condizione necessaria e non sostituibile, anche dopo che la legge di bilancio 2020 ha modificato il regime sanzionatorio. L'obbligo dichiarativo, previsto a pena di decadenza dal beneficio, non è stato abrogato e resta fondamentale per ottenere l'agevolazione fiscale.
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Decadenza potere impositivo: la data di spedizione vale
La Corte di Cassazione ha stabilito che, per interrompere la decadenza del potere impositivo, è sufficiente che l'ente creditore consegni l'atto all'ufficio postale per la notifica entro il termine previsto. La data di ricezione da parte del contribuente non rileva a tal fine, applicandosi il principio della scissione degli effetti della notifica. Il caso specifico riguardava un avviso di accertamento per l'ICI dell'anno 2012.
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Legittimazione socio unico: la Cassazione decide
Un socio unico di S.r.l. impugnava un avviso fiscale notificato alla società dopo il sequestro delle sue quote e la nomina di un nuovo amministratore. La Cassazione ha negato la legittimazione socio unico, accogliendo il ricorso dell'Agenzia delle Entrate. La sentenza è stata cassata senza rinvio perché l'azione non poteva essere proposta in origine, stabilendo che il socio non può sostituirsi all'organo amministrativo nei rapporti con terzi.
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Legittimazione socio unico e sequestro quote: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30202/2025, ha stabilito che il socio unico di una S.r.l. non ha la legittimazione a impugnare un avviso di accertamento fiscale notificato alla società, qualora le sue quote siano state sottoposte a sequestro preventivo e sia stato nominato un amministratore giudiziario che assume anche la carica di amministratore unico. Secondo la Corte, la nomina del nuovo amministratore comporta una totale sostituzione nella rappresentanza legale della società, escludendo qualsiasi potere in capo al socio. L'azione del socio è stata quindi dichiarata inammissibile sin dall'origine, con conseguente cassazione senza rinvio della sentenza impugnata e condanna al raddoppio del contributo unificato.
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Operazioni triangolari: la prova per la non imponibilità
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza in esame, ha chiarito i requisiti per la non imponibilità IVA delle operazioni triangolari. Nel caso di una società calzaturiera, la Corte ha stabilito che non è sufficiente dimostrare il mero trasporto della merce all'estero, ma è necessario provare che l'operazione fosse concepita fin dall'origine come una cessione destinata a un acquirente finale estero. L'onere di questa prova ricade sul contribuente. La Corte ha inoltre specificato i criteri per la corretta capitalizzazione e ammortamento dei costi di sviluppo di un nuovo campionario, accogliendo parzialmente il ricorso dell'Agenzia delle Entrate e rinviando il caso alla commissione tributaria regionale per un nuovo esame.
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Responsabilità socio società cancellata: la Cassazione
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 30190/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla responsabilità del socio di una società cancellata per debiti fiscali. La Corte ha chiarito che l'Amministrazione Finanziaria non può limitarsi a notificare al socio un'intimazione di pagamento basata su un accertamento emesso nei confronti della società ormai estinta. È invece necessario un atto impositivo autonomo, specificamente notificato al socio, che accerti la sua responsabilità personale ai sensi dell'art. 36 del D.P.R. 602/1973. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, accogliendo il ricorso del contribuente.
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Impugnazione estratto di ruolo: quando è inammissibile
Un contribuente ha contestato un estratto di ruolo per prescrizione dei crediti. La Corte di Cassazione, applicando una nuova legge retroattivamente, ha dichiarato il ricorso originario inammissibile. La decisione si fonda sul divieto di impugnazione dell'estratto di ruolo, chiudendo il caso senza esaminare la questione della prescrizione e compensando le spese legali a causa della modifica normativa.
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Notifica irreperibilità assoluta: quando è nulla?
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di una notifica di atti fiscali a un contribuente. La decisione si fonda sull'insufficienza delle ricerche effettuate dal messo notificatore per rintracciare il destinatario. Secondo la Corte, annotazioni generiche come 'civico sconosciuto' non bastano a giustificare una notifica per irreperibilità assoluta, che richiede un'indagine più approfondita e documentata sulla residenza del contribuente.
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Notifica Atti Tributari: Valida con Poste Private?
Un contribuente ha impugnato un'intimazione di pagamento, sostenendo l'invalidità della notifica perché la raccomandata informativa era stata gestita da un corriere privato. La Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica di atti tributari tramite operatori postali privati era legittima nel periodo in questione, poiché il monopolio statale era limitato ai soli atti giudiziari. Di conseguenza, il ricorso del contribuente, presentato oltre il termine di 60 giorni, è stato dichiarato inammissibile per tardività.
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Operazioni triangolari: la prova dell’intento
La Corte di Cassazione interviene su un caso di accertamento fiscale, chiarendo i requisiti probatori per le operazioni triangolari ai fini della non imponibilità IVA. La sentenza sottolinea che non basta provare il trasporto della merce all'estero, ma è necessario dimostrare con documentazione che l'operazione era concepita fin dall'origine come cessione nazionale in vista di un'esportazione. Viene inoltre affrontato il tema della corretta ammortizzazione dei costi di sviluppo di un nuovo campionario, accogliendo parzialmente il ricorso dell'Agenzia delle Entrate.
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Plafond IVA: Sostanza vince sulla forma formale
Un'azienda, qualificata come esportatore abituale, si è vista contestare l'uso del plafond IVA a causa di un'omissione formale nella dichiarazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sussistenza dei requisiti sostanziali prevale sull'errore formale, annullando la decisione precedente. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione basata sui fatti e non solo sulla forma, riaffermando un principio di tutela per le imprese che operano correttamente.
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Credito d’imposta ricerca: ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dell'Agenzia delle Entrate relativo a un credito d'imposta ricerca e sviluppo. La decisione si fonda su un vizio procedurale: l'Agenzia non ha impugnato una delle due autonome ragioni giuridiche ('rationes decidendi') su cui si basava la sentenza d'appello, rendendo superfluo l'esame del merito della questione.
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Operazioni triangolari IVA: prova della volontà iniziale
Una società produttrice di calzature ha ottenuto un giudizio favorevole dalla Commissione Tributaria Regionale su un accertamento relativo a operazioni triangolari IVA e all'ammortamento dei costi per un nuovo catalogo. L'Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. La Corte ha ribaltato la decisione, affermando che per la non imponibilità IVA nelle operazioni triangolari non è sufficiente provare la spedizione della merce all'estero. È necessario dimostrare, con prove documentali, che l'intera operazione era stata concepita fin dall'inizio come un trasferimento nazionale finalizzato all'esportazione immediata. Anche la decisione sull'ammortamento dei costi è stata giudicata carente, rinviando entrambe le questioni a un nuovo esame.
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Motivazione apparente: sentenza tributaria annullata
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per motivazione apparente e contraddittoria. Il caso riguardava un accertamento fiscale per IRPEF e IVA a carico di un contribuente, la cui qualifica di 'esportatore abituale' era stata affermata in modo illogico dal giudice di merito. La Suprema Corte ha ravvisato un vizio insanabile nel ragionamento del giudice, rinviando la causa per un nuovo esame.
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Rimborso IVA splafonamento: sì alla restituzione
Un'azienda esportatrice supera per errore il limite di acquisti senza IVA (splafonamento). Dopo aver pagato l'imposta accertata dall'Agenzia delle Entrate, ne chiede la restituzione. La Corte di Cassazione ha confermato il diritto al rimborso IVA splafonamento, respingendo il ricorso dell'Agenzia. La decisione si fonda sul principio di neutralità dell'IVA, secondo cui l'imposta non deve rappresentare un costo per le imprese, garantendo così il diritto dell'esportatore a recuperare l'IVA indebitamente versata.
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